Voglio raccontarvi una favola.
C'era un uomo di nome Giova che viveva insieme alla sua famiglia in una casetta ben curata.
Un bel giorno Giova pensò che sarebbe stato bello allietare le sue giornate e quelle della sua famiglia con dei cuccioli. Decise così di comprare due gattini, un maschio e una femmina.
I gattini giocavano e allietavano le giornate di Giova e della sua famiglia. Dovete sapere che per quelle piccole creature era tutto nuovo ed esplorabile. Giova incoraggiava i gattini a fare nuove esperienze ma, poiché c'è un limite a tutto, aveva stabilito che sul divano del salone non sarebbero dovuti salire.
Un giorno sorse una disputa tra i figli di Giova. Alcuni dicevano che i gattini avrebbero ubbidito, altri che avrebbero disobbedito. Così Giova disse: "Io mi fido dei miei gattini! Mi fido così tanto che sono disposto a metterli alla prova". Mise un piattino di bocconcini proprio sopra al divano e si mise a spiarli dall'altra parte della stanza.
C'è da dire che i gattini non sapevano cosa fosse un divano. A loro sembrava un gioco come tutti gli altri. Quando sentì il profumo dei bocconcini la gattina, più intraprendente del maschietto, decise di arrampicarsi e mangiarne uno. Quando il gattino vide che la gattina mangiava, convintosi che in fondo non ci fosse nulla di male a dare qualche morso al bocconcino, salì anche lui. Quando anche il gattino mangiò il bocconcino, Giova e la sua famiglia uscirono infuriati.
"L'avevo detto!", esclamò uno dei suoi figli. "Non potevano capire!", esclamò un altro.
Giova era nero di rabbia.
"Voi", disse ai gattini impauriti, "avete disobbedito al mio comando. Ora per punizione vi taglierò la zampa destra!".
Bisogna dire che Giova era molto giusto ed era convinto che chi sbagliava dovesse essere punito. Prese una piccola accetta e tagliò di netto la zampetta destra dei poveri gattini. "Così imparerete a disobbedirmi".
Passarono gli anni e i due gattini ebbero dei cuccioli. Sorse allora un'altra disputa: alcuni figli di Giova pensavano che anche quei cuccioli avrebbero disobbedito, altri che avrebbero ubbidito. Così Giova esclamò: "A tutti i gattini nati da questi cuccioli cattivi taglierò la zampa destra, perché capiscano l'errore dei loro genitori. Vedremo se mi ubbidiranno".
Uno dei cuccioli appena nati si chiamava Abele. Abele non salì mai sul divano di Giova. Purtroppo finì dentro un catino pieno d'acqua per mano del suo fratellino invidioso che lo spinse quando meno se lo aspettava. Abele morì affogato. "Lo vedi", disse uno dei figli di Giova, "per un gattino cattivo ce ne è uno buono. E' ingiusto tagliare la zampetta a tutti i gattini". L'altro figlio di Giova, particolarmente sadico, osservò: "Bé, se vogliamo fare una statistica equa occorre testare più gattini". Così Giova decise di mettere alla prova tutti i gattini nati da quella discendenza e pensò che fosse giusto continuare a tagliare loro la zampa destra come monito per l'errore dei loro avi.
Vi sembra amore questo?
Cosa pensate di Giova?