LXX,e tetragramma sacro.
Moderatore: polymetis
LXX,e tetragramma sacro.
Ieri,sono andata a trovare la mia parente,che sta facendo lo studio con i tdg.
Parlando del tetragramma sacro,le è stato detto,dalla persona che le fa lo studio,che nella versione dei LXX,è presente il sacro tetragramma,e che per giunta,sarebbe presente in caratteri ebraici.
Io sapevo che nella versione dei LXX,non era presente il tetragramma,per cui,ho risposto che mi sembrava che le avessero detto una bugia,ma che non ero sicura di stare dicendo a mia volta la verità.
Mi dite se nella LXX è presente il tetragramma ?
Vi ringrazio.
Parlando del tetragramma sacro,le è stato detto,dalla persona che le fa lo studio,che nella versione dei LXX,è presente il sacro tetragramma,e che per giunta,sarebbe presente in caratteri ebraici.
Io sapevo che nella versione dei LXX,non era presente il tetragramma,per cui,ho risposto che mi sembrava che le avessero detto una bugia,ma che non ero sicura di stare dicendo a mia volta la verità.
Mi dite se nella LXX è presente il tetragramma ?
Vi ringrazio.
- domingo7
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La Bibbia dei Settanta tradusse il tetragramma con Κύριός (Kyrios) (Signore) in oltre 2000 manoscritti e papiri.
Esistono però testimonianze di limitati casi di copie della versione dei Settanta (I° secolo a.C. – III° secolo d.C.) che hanno reso il nome di Dio in altro modo (caratteri greci, lettere greche maiuscole IAO, caratteri aramaici, caratteri paleoebraici, due jod ebraiche ed un trattino in mezzo, caratteri ebraici, caratteri ebraici quadrati).
Al momento, fatta eccezione per le versioni greche di Aquila, Teodozione e Simmaco (che reintrodussero il tetragramma in chiara polemica con la cristianità), non è però possibile dire se si tratti di manoscritti fedeli ad un testo originale scomparso, di versioni greche parallele, di traduzioni manipolate, di sporadiche correzioni ebraiche sul testo greco o di autorevoli revisioni della Settanta su un testo pre-masoretico, ormai irrimediabilmente perduto.
http://digilander.libero.it/domingo7/TE ... TTANTA.htm" target="_blank
Esistono però testimonianze di limitati casi di copie della versione dei Settanta (I° secolo a.C. – III° secolo d.C.) che hanno reso il nome di Dio in altro modo (caratteri greci, lettere greche maiuscole IAO, caratteri aramaici, caratteri paleoebraici, due jod ebraiche ed un trattino in mezzo, caratteri ebraici, caratteri ebraici quadrati).
Al momento, fatta eccezione per le versioni greche di Aquila, Teodozione e Simmaco (che reintrodussero il tetragramma in chiara polemica con la cristianità), non è però possibile dire se si tratti di manoscritti fedeli ad un testo originale scomparso, di versioni greche parallele, di traduzioni manipolate, di sporadiche correzioni ebraiche sul testo greco o di autorevoli revisioni della Settanta su un testo pre-masoretico, ormai irrimediabilmente perduto.
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Presentazione
Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie [Efesini 5,3-4]
Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie [Efesini 5,3-4]
Grazie!domingo7 ha scritto:La Bibbia dei Settanta tradusse il tetragramma con Κύριός (Kyrios) (Signore) in oltre 2000 manoscritti e papiri.
Esistono però testimonianze di limitati casi di copie della versione dei Settanta (I° secolo a.C. – III° secolo d.C.) che hanno reso il nome di Dio in altro modo (caratteri greci, lettere greche maiuscole IAO, caratteri aramaici, caratteri paleoebraici, due jod ebraiche ed un trattino in mezzo, caratteri ebraici, caratteri ebraici quadrati).
Al momento, fatta eccezione per le versioni greche di Aquila, Teodozione e Simmaco (che reintrodussero il tetragramma in chiara polemica con la cristianità), non è però possibile dire se si tratti di manoscritti fedeli ad un testo originale scomparso, di versioni greche parallele, di traduzioni manipolate, di sporadiche correzioni ebraiche sul testo greco o di autorevoli revisioni della Settanta su un testo pre-masoretico, ormai irrimediabilmente perduto.
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Ma questi frammenti che sono stati trovati,sono stati scritti dopo la versione dei LXX ,che noi conosciamo essere stata scritta 250 anni prima di Cristo?
Insomma,ai tempi di Gesù,giravano entrambe le versioni della LXX,quele che sostituiscono il tetragamma,e quelle che lo riportano?
- domingo7
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C'è vicino alle immagini linkate la data presunta dei vari frammenti...
http://digilander.libero.it/domingo7/TE ... TTANTA.htm" target="_blank
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Grazie mille!domingo7 ha scritto:C'è vicino alle immagini linkate la data presunta dei vari frammenti...
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- Gabriele Traggiai
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Solo in alcuni rari manoscritti è presente il Tetagramma, ma solo nel Vecchio Testamento. La manipolazione della TNM è relativa al NT dove il CD ha inserito arbitrariamente il nome "Geova", anche in passi che sono chiaramente riferiti a Gesù, additando furbescamente la motivazione che il Tetagramma fosse presente nella LXX. Dichiarazione tendenziosa, che vuole far intendere che il Tetagramma fosse presente in tutto il testo sacro.
Vedi anche: http://www.infotdgeova.it/bibbia/vengo.php" target="_blank
Gabry
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Gabry
- domingo7
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Del tetragramma nel Nuovo Testamento non c'è traccia
ed alcuni pasticci delle scritture greche e cristiane
che attribuiscono a Cristo Signore
profezie e salmi rivolti a Jahvé Padre
ne sono una ragionevole prova
Si confrontino ad esempio:
Salmo 102,25-27 con Ebrei 1,10-12;
Isaia 8,12-13 con 1 Pietro 3,14-15;
Isaia 40,13 con 1 Corinzi 2,16;
Gioele 3,5 con Romani 10,13
Per un approfondimento del tetragramma nella Settanta
http://digilander.libero.it/domingo7/LXX.htm" target="_blank
ed alcuni pasticci delle scritture greche e cristiane
che attribuiscono a Cristo Signore
profezie e salmi rivolti a Jahvé Padre
ne sono una ragionevole prova
Si confrontino ad esempio:
Salmo 102,25-27 con Ebrei 1,10-12;
Isaia 8,12-13 con 1 Pietro 3,14-15;
Isaia 40,13 con 1 Corinzi 2,16;
Gioele 3,5 con Romani 10,13
Per un approfondimento del tetragramma nella Settanta
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Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie [Efesini 5,3-4]
Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie [Efesini 5,3-4]
Perchè li definisci "pasticci" "?domingo7 ha scritto:Del tetragramma nel Nuovo Testamento non c'è traccia
ed alcuni pasticci delle scritture greche e cristiane
che attribuiscono a Cristo Signore
profezie e salmi rivolti a Jahvé Padre
ne sono una ragionevole prova
Si confrontino ad esempio:
Salmo 102,25-27 con Ebrei 1,10-12;
Isaia 8,12-13 con 1 Pietro 3,14-15;
Isaia 40,13 con 1 Corinzi 2,16;
Gioele 3,5 con Romani 10,13
Per un approfondimento del tetragramma nella Settanta
http://digilander.libero.it/domingo7/LXX.htm" target="_blank" target="_blank" target="_blank
alcuni pasticci delle scritture greche e cristiane che attribuiscono a Cristo Signore profezie e salmi rivolti a Jahvé Padre"
"Come può uno scoglio arginare il mare? Anche se non voglio torno già a volare..." - Mogol
- domingo7
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Credo che siano veri e propri pasticci, perché l'ipotesi trinitaria non era ancora stata consapevolmente elaborata dai cristiani del I secolo.....prova ne è che se i cristiani avessero già compreso appieno il mistero trinitario nei primi due secoli, le eresie modalista ed ariana non avrebbero raccolto tanti consensi, né suscitato tante diatribe....
Alcuni errori o pasticci della Bibbia dei Settanta furono comunque provvidenziali (e forse ispirati)
perché permisero una più pronta accettazione del Vangelo da parte dei pagani....
In Isaia 7,14, ad esempio, il termine ebraico עלמה (almah) cioè “giovane donna” venne reso dalla Settanta con παρθενος (partenos), cioè “vergine”, aprendo la strada alla profezia della nascita verginale di Gesù (Matteo 1,23) ma lasciando piuttosto perplessi gli ebrei più ortodossi.
In Abacuc 3,2 la Settanta lesse poi “tu ti manifesterai in mezzo a due animali”, mentre il testo ebraico e la Vulgata di Gerolamo leggono: “l’opera tua ravviva nel corso degli anni”. Il brano sembrò confermare la nascita di Cristo tra il bue e l’asinello, già intravista dalla profezia di Isaia: “Il bue conosce il suo proprietario e l'asino la mangiatoia del suo padrone” (Isaia 1,3) e ribadita dal Vangelo Apocrifo dello Pseudo Matteo “il bue e l’asino l’adorarono” (Pseudo Matteo, XIV).
Nel Salmo 95,10 alcuni antichi manoscritti della Settanta portano. “Il Signore regna dal legno” invece di: “Il Signore regna”. Alcuni Padri della Chiesa (Giustino, Dialogo con Trifone, LXXIII e Tertulliano, Contro i Giudei, X) videro in questo versetto un’evidente profezia della morte e risurrezione del Cristo e giunsero ad accusare gli ebrei di aver falsificato il testo originale. Oggi tutti gli studiosi più seri sono concordi nell’attribuire ai cristiani o a qualche scriba ebraico estroso l’interpolazione del testo, testo che anche nei manoscritti più attendibili della Settanta, nel Masoretico e nella Vulgata porta: “Il Signore regna” senza far alcun riferimento a legni, pali o croci.
Nel Salmo 16,10 un’esegesi profetica sulla resurrezione di Cristo fu possibile grazie, soprattutto, alla Settanta che tradusse il termine ebraico שחת (sepolcro) con διαφθοραν (corruzione). La traduzione classica divenne così “tu non abbandonerai l'anima mia in potere della morte, né permetterai che il tuo santo subisca la corruzione”, influenzando profondamente anche il discorso di Pietro nel giorno di Pentecoste (Atti 2,27-31).
Nel Salmo 40,6 il termine ebraico אזן (orecchio) fu tradotto dalla Settanta con σομα (corpo). La traduzione greca diventò “Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato” invece di “Tu non gradisci né sacrificio né offerta; m'hai aperto gli orecchi”, aprendo la strada ad una famosa profezia sull’incarnazione di Cristo, molto affascinante per i primi cristiani ma sicuramente poco convincente per larga parte del popolo ebraico (Ebrei 10,5).
In Isaia 53,8 il termine ebraico ורר (generazione), venne inteso come “nascita” invece che come “gruppo di persone della stessa età” producendo, grazie alla Settanta, una lettura messianica molto particolare: “la sua generazione chi potrà narrarla?” finì così per stravolgere il senso originale “tra quelli della sua generazione chi rifletté?”, aprendo il passo, già a partire dal Nuovo Testamento (vedasi Atti 8,33), ad innumerevoli e profonde riflessioni sull’originalità della generazione del Verbo di Dio.
Un altro errore madornale della Settanta si trova in Amos 4,13 dove per la fusione di due lettere ebraiche il testo greco tradusse “Colui che rivela agli uomini il suo Messia” invece di “Colui che manifesta agli uomini il suo pensiero”......
Alcuni errori o pasticci della Bibbia dei Settanta furono comunque provvidenziali (e forse ispirati)
perché permisero una più pronta accettazione del Vangelo da parte dei pagani....
In Isaia 7,14, ad esempio, il termine ebraico עלמה (almah) cioè “giovane donna” venne reso dalla Settanta con παρθενος (partenos), cioè “vergine”, aprendo la strada alla profezia della nascita verginale di Gesù (Matteo 1,23) ma lasciando piuttosto perplessi gli ebrei più ortodossi.
In Abacuc 3,2 la Settanta lesse poi “tu ti manifesterai in mezzo a due animali”, mentre il testo ebraico e la Vulgata di Gerolamo leggono: “l’opera tua ravviva nel corso degli anni”. Il brano sembrò confermare la nascita di Cristo tra il bue e l’asinello, già intravista dalla profezia di Isaia: “Il bue conosce il suo proprietario e l'asino la mangiatoia del suo padrone” (Isaia 1,3) e ribadita dal Vangelo Apocrifo dello Pseudo Matteo “il bue e l’asino l’adorarono” (Pseudo Matteo, XIV).
Nel Salmo 95,10 alcuni antichi manoscritti della Settanta portano. “Il Signore regna dal legno” invece di: “Il Signore regna”. Alcuni Padri della Chiesa (Giustino, Dialogo con Trifone, LXXIII e Tertulliano, Contro i Giudei, X) videro in questo versetto un’evidente profezia della morte e risurrezione del Cristo e giunsero ad accusare gli ebrei di aver falsificato il testo originale. Oggi tutti gli studiosi più seri sono concordi nell’attribuire ai cristiani o a qualche scriba ebraico estroso l’interpolazione del testo, testo che anche nei manoscritti più attendibili della Settanta, nel Masoretico e nella Vulgata porta: “Il Signore regna” senza far alcun riferimento a legni, pali o croci.
Nel Salmo 16,10 un’esegesi profetica sulla resurrezione di Cristo fu possibile grazie, soprattutto, alla Settanta che tradusse il termine ebraico שחת (sepolcro) con διαφθοραν (corruzione). La traduzione classica divenne così “tu non abbandonerai l'anima mia in potere della morte, né permetterai che il tuo santo subisca la corruzione”, influenzando profondamente anche il discorso di Pietro nel giorno di Pentecoste (Atti 2,27-31).
Nel Salmo 40,6 il termine ebraico אזן (orecchio) fu tradotto dalla Settanta con σομα (corpo). La traduzione greca diventò “Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato” invece di “Tu non gradisci né sacrificio né offerta; m'hai aperto gli orecchi”, aprendo la strada ad una famosa profezia sull’incarnazione di Cristo, molto affascinante per i primi cristiani ma sicuramente poco convincente per larga parte del popolo ebraico (Ebrei 10,5).
In Isaia 53,8 il termine ebraico ורר (generazione), venne inteso come “nascita” invece che come “gruppo di persone della stessa età” producendo, grazie alla Settanta, una lettura messianica molto particolare: “la sua generazione chi potrà narrarla?” finì così per stravolgere il senso originale “tra quelli della sua generazione chi rifletté?”, aprendo il passo, già a partire dal Nuovo Testamento (vedasi Atti 8,33), ad innumerevoli e profonde riflessioni sull’originalità della generazione del Verbo di Dio.
Un altro errore madornale della Settanta si trova in Amos 4,13 dove per la fusione di due lettere ebraiche il testo greco tradusse “Colui che rivela agli uomini il suo Messia” invece di “Colui che manifesta agli uomini il suo pensiero”......
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Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie [Efesini 5,3-4]
Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie [Efesini 5,3-4]
Il frammento Papiri Fouad 266 del I-II secolo a.C.,è anteriore alla versione dei LXX che conosciamo noi?
Mi hanno detto di si.Se fosse anteriore alla versione dei LXX che noi conosciamo , che sostituisce il tetrgramma con Kyrios,i tdg non avrebbero tanto torto a ipotizzare che esistesse una versione della LXX,anteriore a quella che noi conosciamo,che riporta il tetragramma.
Mi hanno detto di si.Se fosse anteriore alla versione dei LXX che noi conosciamo , che sostituisce il tetrgramma con Kyrios,i tdg non avrebbero tanto torto a ipotizzare che esistesse una versione della LXX,anteriore a quella che noi conosciamo,che riporta il tetragramma.
- domingo7
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Sulla datazione dei vari papiri puoi vedere il lavoro attendibile:
http://ccat.sas.upenn.edu/rak//earlylxx ... plist.html" target="_blank
Per quanto ne so, l'opinione più diffusa è che Fouad 266 sia del I secolo avanti Cristo
http://ccat.sas.upenn.edu/rak//earlylxx ... plist.html" target="_blank
Per quanto ne so, l'opinione più diffusa è che Fouad 266 sia del I secolo avanti Cristo
Presentazione
Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie [Efesini 5,3-4]
Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie [Efesini 5,3-4]
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L'ipotesi sulla presenza del tetragramma della Bibbia dei LXX non è assurda ma presenta poche prove attendibili.....Se fosse anteriore alla versione dei LXX che noi conosciamo , che sostituisce il tetrgramma con Kyrios,i tdg non avrebbero tanto torto a ipotizzare che esistesse una versione della LXX,anteriore a quella che noi conosciamo,che riporta il tetragramma. Il frammento Papiri Fouad 266 del I-II secolo a.C.,è anteriore alla versione dei LXX che conosciamo noi?
Se ci fosse il tetragramma anche nel vecchissimo Papiro Ryl 458 avremmo due testimoni antichi e concordi....
Invece nel Papiro Ryl 458 in Deuteronomio 26,18 (l'unico punto che faccia riferimento al Sacro Nome)
c'è un buco dove secondo alcuni ci potrebbe stare Kurios (Roberts) e secondo altri JHWH (Kahle e Roberts in un secondo momento)....
Ma i buchi son sempre buchi....
Le testimonianze più recenti sono invece poco attendibili
Aquila, Teodozione e Simmaco inserirono il tetragramma in polemica con i cristiani
e fecero traduzioni in greco per contrastare e contestare la Settanta....
Gli altri papiri sono invece o troppo recenti o troppo manipolati per potere testimoniare
a favore della presenza del tetragramma nella LXX
Il problema è che i tdg, in assenza di prove, fanno una presunzione (la presenza del Tetragramma nella Settanta antica)
e su questa presunzione costruiscono un'altra presunzione (la cancellazione del tetragramma dal Nuovo Testamento)
Dal punto di vista teorico si può ipotizzare di tutto e di più ma
dal punto di vista logico non si può ragionare su presunzioni tratte da altre presunzioni
Almeno questo sembra insegnare la ricerca scientifica, la logica ed il diritto
(dei giudici che..... non si sono bevuti il cervello)
enrico
Presentazione
Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie [Efesini 5,3-4]
Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie [Efesini 5,3-4]
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