Il battesimo dei bambini è scritturale?

Tutto ciò che riguarda la dottrina dei Testimoni di Geova.

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Siegil
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Messaggio da Siegil »

Victor67 ha scritto:Per essere in continuità con la Grande Chiesa non serve condividerne tutte le dottrine, basta condividerne quelle fondamentali che sono ad esempio: la Trinità, la Risurrezione, l'incarnazione, tutte contenute nel Credo.
Nel Credo abbiamo visto essere contenuta anche la dottrina della Successione Apostolica, anch'essa fondamentale per la Grande Chiesa come pure per i redattori del Credo... ma comunque, il punto principale è un altro, e cioè non si capisce perché un protestante possa scegliere lui quali dottrine sono fondamentali e quali non lo sono, all'interno della Grande Chiesa, e poi dire di essere in continuità con la Grande Chiesa perché crede nelle dottrine che lui ha scelto come fondamentali.

Altrimenti, ti chiedo, potrei io costruire una nuova religione incentrata sul dogma cattolico dell'Immacolata Concezione, togliere tutti gli altri dogmi dicendo che quello è l'unico di fondamentale, e che tutti gli altri sono il risultato di una corruzione della Chiesa avvenuta nei primi secoli? La risposta è sì, potrei farlo, ed essendo indimostrabile nessuno potrebbe dirmi niente sotto il profilo teologico (anche se dal profilo storico mi rimarcherebbero l'inattendibilità della mia storiella). E fin qui credo che io e te siamo d'accordo. Ma potrei io a questo punto dire di essere in continuità con la Chiesa Cattolica? Potrei io dire la frase "se io penso di essere la Chiesa Cattolica, che motivo ho di non accettare le sue decisioni?"? Capisci ora qual'è il punto?
Victor67 ha scritto:Se tu per continuità intendi che le debbano condividere "globalmente" cioè tutte o quasi le dottrine
Ma ti chiedo, avrebbe senso definire "continuità con la Grande Chiesa" in modo diverso che non intendendo appunto una continuità globale? La Grande Chiesa è un'istituzione che ha certe caratteristiche, certi dogmi, certe credenze che reputa fondamentali e altre no, la Grande Chiesa è un "blocco", se lo scomponi togliendo alcune delle dottrine per essa fondamentali, non è più la Grande Chiesa, è qualcos'altro. Nel qual caso tu potresti dire di essere in continuità con questo qualcos'altro, ma non di esserlo con la Grande Chiesa.
Victor67 ha scritto:Non c'è contraddizione, perché se io penso di essere la vera chiesa, quella dei vescovi che hanno partecipato ai grandi concili, non devo necessariamente essere d'accordo con tutte le loro dottrine, seppur da loro sancite dogmaticamente, anzi mi sentirò più vicino allo spirito apostolico originario proprio perché ho depurato dalla Grande Chiesa anche le decisioni eretiche di quei vescovi non conformi alla purezza evangelica, tenendomi solo quelle conformi.
Segui questo semplice sillogismo allora:

-"Io penso di essere la Grande Chiesa"
-"Io penso che la Grande Chiesa fosse eretica"
Quindi
-"Io penso di essere eretico"

Capisci? Se tu pensi che la vera Chiesa si sia corrotta dottrinalmente, divenendo quella Chiesa nota dagli storici con il nome di Grande Chiesa, allora potrai credere di essere la "vera Chiesa", quella incorrotta e precedente, ma non potrai pensare di essere la "Grande Chiesa", perché questo è un termine che si riferisce alla Chiesa che tu reputi corrotta.
Victor67 ha scritto:Benissimo, sono contento che finalmente almeno riconosci la continuità fra la Chiesa delle origini ed i protestanti, è già un passo avanti notevole. Ora cercherò di farti capire anche il resto.
Io ho sempre ammesso che, da un punto di vita teologico i protestanti possano inventarsi le storielle che vogliono. Questo ovviamente non vuol dire che io pensi che i protestanti siano in continuità con la Chiesa delle origini, ma solo che accetto che i protestanti possano pensarlo (anche se non c'è nessuna base per pensarlo, quindi volendo uno potrebbe anche credere che Gesù fosse un alieno, e la sua storiella sarebbe equivalente a quella dei protestanti, visto che ne l'una ne l'altra ha nessuna base storica).

Il punto è che, mentre i protestanti possono millantare una continuità con una "Chiesa delle origini" che esiste solo nella loro testa, e possono parlare di continuità con essa proprio perché tale Chiesa è per loro definizione non-documentata da nessuna parte (o al massimo, è documentata solo in alcune fonti prese a piacere, cioè il Nuovo Testamento, secondo la loro interpretazione a piacere, cosa che alla fine è uguale a dire che non è documentata da nessuna parte), non possono invece millantare una continuità con una Chiesa le cui credenze sono invece ben documentate, cioè la Grande Chiesa.
Victor67 ha scritto:Infatti io non ho mai detto "globalmente" questo lo hai detto tu.
Ma se un protestante dice "io penso di essere la chiesa dei grandi concili ecumenici", è ovvio che debba pensarlo globalmente, anche perché da quella frase egli deduce "perché non dovrei accettare le decisioni di tale Chiesa?". Se lui volesse dire in realtà "penso di essere in continuità con una parte della chiesa dei grandi concili", poi non si spiegherebbe donde viene la deduzione "perché non dovrei accettarne le decisioni?", visto che quelle decisioni sono state prese dalla Chiesa tutta intera, e non solo, ma proprio dalla stessa Chiesa tutta intera che ha approvato altri dogmi che invece ritieni eretici.
Victor67 ha scritto:Può dire di essere la vera chiesa proprio perché ha depurato il pensiero di quei vescovi dalle loro eresie. Il protestante si sente in "continuità" con la vera Grande Chiesa quella in cui certe dottrine, pur essendo state dichiarate dogmatiche erano eretiche. In questo senso egli è in continuità.
Forse qui c'è il nocciolo della tua incomprensione: "vera Grande Chiesa" è un termine che non ha senso. Se ti riferisci alla Chiesa pura in cui credono i protestanti, devi dire "vera Chiesa", se invece ti riferisci all'istituzione presente nel IV secolo (che ha selezionato il canone) devi dire "Grande Chiesa". "vera Grande Chiesa" non ha senso, perché c'è solo una Grande Chiesa, e questa è quella a cui gli storici si riferiscono con tale nome. Se tu credi che la Grande Chiesa fosse corrotta, allora dirai che essa non è la "vera Chiesa", e nel qual caso dirai di essere la "vera Chiesa (delle origini)", ma non certo di essere la "Grande Chiesa (dei primi concili)", che invece a tuo giudizio è corrotta. Esattamente come non avrebbe senso che oggi un protestante dicesse di "essere la Chiesa Cattolica", e se gli chiedi perché, ti rispondesse "perché l'ho depurata dalle dottrine corrotte". No, allora tu sei un'altra Chiesa, a tuo giudizio "vera" e corrispondente a quella delle origini, ma non ha senso che tu dica di "essere la Chiesa Cattolica". Insomma, il linguaggio può essere elastico fino ad un certo punto, ma ci sono comunque termini che non si possono usare per esprimere certi concetti. Soprattutto se poi si usano quei concetti per delle deduzioni logiche: nell'esempio precedente sarebbe "se penso di essere la Chiesa Cattolica, perché non dovrei accettare le decisioni della Chiesa Cattolica?". Si vede che la frase non avrebbe senso alcuno...
Victor67 ha scritto:Non è una storiella è una teologia di tutto rispetto. Tempo fa avevo detto che il concetto di successione apostolica protestante non è di tipo "storico", ma "dottrinale", come dice McGrath nel suo libro. Ovvero per i protestanti la continuità con la Grande Chiesa non è garantita da un'ordinazione, ma dalla predicazione del Vangelo. Tale predicazione garantisce la continuità, questo è il concetto fondamentale protestante per capire il senso della continuità.
Che possa essere una teologia non lo metto in dubbio, ma è comunque una storiella visto che non ha la minima base storica. Se io mi metto a dire che Gesù era un alieno, che è asceso al cielo su una navicella spaziale, e che colui che chiamiamo "Dio Padre" è il capo degli alieni, magari posso dire di avere una teologia di tutto rispetto (nel qual caso identifico Dio con il capo alieno), ma non per questo la mia è qualcos'altro da una storiella senza nessuna base storica.
Victor67 ha scritto:Come ti ho detto devi intendere il concetto di "continuità" alla maniera protestante, ovvero la continuità nel predicare il Vangelo garantisce la continuità con la Grande Chiesa, ed ovviamente con quella apostolica in cui la predicazione del Vangelo era più pura.
Il fatto che teologicamente potrebbe essere sensato parlare di una continuità del genere (cosa che non ho mai negato), non autorizzerebbe comunque il protestante che crede in una cosa del genere a dire "io penso di essere la Grande Chiesa". Al massimo potrebbe dire di essere la fantomatica Chiesa delle origini a cui crede, ma non la Grande Chiesa, che invece ha un'identità storica ben precisa e ben documentata. Grande Chiesa si riferisce ad una realtà ben precisa, e non ha senso cambiare il termine dicendo che "Grande Chiesa" si riferisce alla sola parte dottrinalmente incorrotta, soprattutto perché, come ho detto, è la parte totale e non solo quella incorrotta, che ha selezionato il canone. Quindi poiché in quanto Chiesa corrotta e in cui non ti riconosci, la Grande Chiesa non aveva nessuna garanzia, per te, di selezionare un canone minimamente corretto, non ha senso dire frasi come "se io penso di essere la Grande Chiesa perché non mi dovrei tenere il suo canone?".

Insomma, se io chiedo ad un protestante "perché ti tieni il canone selezionato dalla Grande Chiesa senza metterti a ri-esaminare tutte le scritture cristiane prodotte?", lui può certamente rispondermi "perché così piace a me", o "non c'è un motivo oggettivo, faccio così perché l'ho deciso del tutto arbitrariamente", ma NON ha senso che lui mi dica "il motivo è che io ritengo di essere la Grande Chiesa, e quindi per questo accetto la decisione della Grande Chiesa quando questa ha selezionato il canone"!
Victor67 ha scritto:Sono equivalenti proprio perché i protestanti intendono la continuità in senso teologico non storico.
Già ma io non mi fermo alla sola indimostrabilità dei dogmi nel giudicare "equivalenti" due sistemi religiosi, mi metto anche a considerare la plausibilità e ragionevolezza degli stessi. E mentre dalla parte cattolica abbiamo una "storiella" di continuità ben documentata storicamente, l'esistenza della Chiesa delle origini di cui parlano i protestanti non è documentata da nessuna parte se non scegliendo arbitrariamente delle fonti (il Nuovo Testamento) e interpretandole arbitrariamente (alla maniera dei protestanti). Insomma, la credibilità storica della storia cattolica è ben oggettiva, quando invece la credibilità della storia dei protestanti è nulla o al massimo totalmente soggettiva (che è uguale). Per questo i due sistemi di credenze non sono affatto equivalenti.
Victor67 ha scritto:Perché sono quelli da cui ha avuto origine la riforma protestante e studiandoli se ne possono capire i concetti teologici fondamentali.
Quindi secondo te i Testimoni di Geova, o più in generale un qualunque individuo che, attraverso la dottrina dell'illuminazione privata dello Spirito, sia giunto a credere in concetti teologici diversi da quelli fondamentali per Lutero, Calvino & Company, non sono veri protestanti?
Victor67 ha scritto:Certo, sono d'accordo, per me dopo duemila anni è così, mentre per i primi cristiani la visione focalizzata sul nocciolo era chiarissima, per questo noi dovremmo tornare a quella visione.
Forse non ti è chiaro quello che ho detto. Ho detto che il fatto che tu ora, dopo 2000 anni, possa credere che è sufficiente amare per essere salvati, anche se non si è battezzati e non si crede e anzi si rifiuta di credere in Cristo come Dio e salvatore (e magari pure si avversa il cristianesimo); il fatto che ora tu possa pensare che è sufficiente amare per far parte della Chiesa di Cristo; il fatto che oggi ci siano teologi che pensino che vi sia una fondata speranza che tutti si salvino, o che addirittura che l'inferno sia vuoto; e il fatto che tu oggi possa magari ritenere che tutto questo è evidente chiaramente dalla Bibbia; tutto questo è precisamente frutto di 2000 anni di evoluzione teologica, che non ha praticamente niente a che fare con la mentalità degli evangelisti e dei primi cristiani, i quali invece erano convinti che pochissimi si sarebbero salvati, che se rifiutavi Cristo e non venivi battezzato eri in pratica sicuramente dannato, ecc.

Ci sono molte scritture che che lo dicono con fermezza, ad esempio:
Marco 16,16 "Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato"
Luca 10,10-12 "Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite:«Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino». Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città."
Luca 10,15 "E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!"
Luca 12,8-9 "Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio."
Giovanni 3,18 "Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio."
Giovanni 8,24 "Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati"
Giovanni 20,23 "A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati"
Apocalisse 21,8 "Ma per i vili e gli increduli, gli abietti e gli omicidi, gli immorali, i maghi, gli idolatri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. Questa è la seconda morte"

E beninteso, io non dico che la visione secondo cui possa essere salvato anche chi ama e basta, sia sbagliata (anzi la condivido), ma se credi che questa fosse la visione degli evangelisti sei fuori strada (soprattutto se credi che un cristiano non abbia nulla da dire - ovvero che l'evangelizzazione non serva - a uno che già vive secondo i principi dell'Amore, cosa che è proprio lontana anni luce se non proprio antitetica rispetto alla visione degli evangelisti). La loro teologia era molto più primitiva della nostra (e come potrebbe non esserlo, visto che noi abbiamo 2000 anni di riflessioni alle spalle che loro non avevano?).
Victor67

Messaggio da Victor67 »

Prendo una tua frase emblematica per cominciare a rispondere:
Siegil ha scritto:volendo uno potrebbe anche credere che Gesù fosse un alieno, e la sua storiella sarebbe equivalente a quella dei protestanti, visto che ne l'una ne l'altra ha nessuna base storica).
E come fai tu a dimostrare storicamente che Gesù non fosse un alieno? E' asceso al cielo nascosto da nubi, quindi è attestato storicamente che qualcosa lo ha sollevato, magari era un'astronave aliena.
Puoi dimostrare il contrario?
Io credo che le nostre incomprensioni derivino dai termini che stiamo usando.
Perché nel mio discorso sto usando il termine Grande Chiesa non come lo intendono solitamente gli storici, ma semplicemente come quella chiesa che va dal I sec. al Concilio di Trento, caratterizzata da una determinata teologia. Sto facendo un discorso teologico, non storico. Se gli storici intendono per tale chiesa solo quella derivante dalla successione apostolica, è ovvio che i protestanti non ne siano in continuità, visto che hanno contestato proprio l'ordinazione episcopale.
Quindi, siccome condividiamo con i protestanti anche la credenza che la chiesa sia una sola, direi per intenderci di usare semplicemente il termine più generico “Chiesa di Cristo”, indicando con tale termine l'insieme delle persone che hanno riconosciuto Gesù risorto come il messia di Israele, dalle origini fino ad oggi, unite a Cristo stesso. E su questo assunto iniziale possiamo effettuare la nostra analisi.
I protestanti ritengono che vi fosse una fase iniziale di tale Chiesa di Cristo, quella che va dalla risurrezione di Gesù fino al I sec. I documenti più antichi che storicamente attestano le dottrine di tale chiesa sono essenzialmente quelli del Nuovo Testamento, perché la letteratura patristica è successiva, e pur riportando anche una tradizione più antica, non è così autorevole come gli scritti del Nuovo Testamento. E fin qui credo che anche tu possa essere d'accordo con me e con i protestanti.
Semplificando molto la storia, possiamo dire che dopo il I sec. si sono verificate divergenze teologiche fra cristiani che hanno richiesto la convocazione di Concili ecumenici per definire la linea dottrinale ortodossa. In tutti questi concili, precedenti il Concilio di Trento, che fa da spartiacque, sono state definite parecchie dottrine, alcune di queste, come la successione apostolica, ed il primato di Roma, non sono contenute nei documenti più antichi attestanti la dottrina della Chiesa di Cristo.
Nei secoli successivi al primo abbiamo una Chiesa di Cristo, rappresentata dai suoi vescovi, ma ovviamente comprensiva di tutti gli altri fedeli, che ha definito dogmaticamente alcune dottrine. Non sappiamo ovviamente quale fosse il consenso dei fedeli rispetto a tali dottrine, ad esempio alla dottrina del primato di Roma, a quei tempi pochi sapevano leggere, quindi avevamo una massa incolta che seguiva ciecamente i dettami del clero. I protestanti dicono che la Chiesa di Cristo ha un insieme di dottrine che non comprendono la successione apostolica o l'infallibilità papale, perché non sono riconducibili al Nuovo Testamento. Ovvio che è una interpretazione, ma converrai che il Nuovo Testamento non ha chiarezza in merito. Quindi la vera Chiesa di Cristo deve per i protestanti avere dottrine depurate da quelle ritenute da loro eretiche, anche se espresse dogmaticamente. Ma tali dottrine non sono tantissime. Le dottrine condivise comprendono quelle enunciate nel Credo, intese alla maniera protestante, non cattolica. E' ovvio che questa immagine di Chiesa di Cristo sia il frutto di una teologia particolare, che sarebbe stata considarata eretica dalla chiesa successiva a quella del I sec. Ma se lo scopo di tale teologia è il ritorno alla purezza evangelica delle origini, capisci che tutto risulta coerente.
Dal discorso che ho fatto finora capirai che il problema del canone entra solo marginalmente, perché i protestanti ritengono che le scelte fatte dalla Chiesa di Cristo successivamente al I sec. nei vari concili che hanno definito il canone fossero sostanzialmente corrette, tranne per alcuni libri che in effetti sono stati esclusi, ovvero i deuterocanonici.
Tutto il mio discorso non c'entra nulla con la storicità della successione apostolica come criterio identitario della Chiesa di Cristo, perché è proprio tale criterio ad essere contestato e considerato estraneo alla purezza evangelica attestata dai documenti più antichi ed autorevoli che sono appunto quelli del Nuovo Testamento. E' ovvio che tale discorso sia quasi esclusivamente di tipo teologico, non storico, tranne la storicità dei concili e la datazione della documentazione degli scritti neotestamentari e patristici. La teologia sottesa a questo discorso stravolge la concezione tradizionale, storica di Chiesa di Cristo, sostituendola con una nuova, basata essenzialmente sulla predicazione del Vangelo come criterio identitario, e non sulla successione episcopale.
Sono due visioni di chiesa diversa, entrambe indimostrabili teologicamente, perché nessuno può dimostrare che lo Spirito ad un certo punto della storia abbia preso una direzione diversa, come dicono i protestanti. E sono visioni di chiesa perfettamente coerenti coi propri postulati iniziali.
E mentre dalla parte cattolica abbiamo una "storiella" di continuità ben documentata storicamente, l'esistenza della Chiesa delle origini di cui parlano i protestanti non è documentata da nessuna parte se non scegliendo arbitrariamente delle fonti (il Nuovo Testamento) e interpretandole arbitrariamente (alla maniera dei protestanti).
Beh, tu dici “arbitrariamente” ma i documenti del Nuovo Testamento sono anche storicamente quelli più importanti per stabilire le credenze dei primi cristiani.
Insomma, la credibilità storica della storia cattolica è ben oggettiva, quando invece la credibilità della storia dei protestanti è nulla o al massimo totalmente soggettiva (che è uguale). Per questo i due sistemi di credenze non sono affatto equivalenti.
Cosa intendi per credibilità “storica”? Se teologicamente rifiuto il concetto di successione episcopale storica, non posso poi dire che sono incoerente proprio perché lo rifiuto. Sarei incoerente se lo accettassi. Devi vedere le cose dal punto di vista teologico, non solo storico, altrimenti continui a non capire. Nessuna teologia può avere una dimostrazione storica, fa parte del divino, non dell'umano.
Quindi secondo te i Testimoni di Geova, o più in generale un qualunque individuo che, attraverso la dottrina dell'illuminazione privata dello Spirito, sia giunto a credere in concetti teologici diversi da quelli fondamentali per Lutero, Calvino & Company, non sono veri protestanti?
Non sono veri protestanti “classici”, saranno protestanti di diverso tipo ma certamente non classici. Dipende sempre dalla definizione che dai al termine protestante.
E beninteso, io non dico che la visione secondo cui possa essere salvato anche chi ama e basta, sia sbagliata (anzi la condivido), ma se credi che questa fosse la visione degli evangelisti sei fuori strada (soprattutto se credi che un cristiano non abbia nulla da dire - ovvero che l'evangelizzazione non serva - a uno che già vive secondo i principi dell'Amore, cosa che è proprio lontana anni luce se non proprio antitetica rispetto alla visione degli evangelisti). La loro teologia era molto più primitiva della nostra (e come potrebbe non esserlo, visto che noi abbiamo 2000 anni di riflessioni alle spalle che loro non avevano?).
Condivido quello che dici, è verissimo che gli apostoli non predicavano che basta vivere secondo i principi dell'Amore per essere salvati, frutto di 2000 anni di riflessioni teologiche, ma predicavano che bisogna credere a Cristo Risorto, che è esattamente la stessa cosa.
Un saluto
Vittorio
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Ray
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Victor 67 :
Se consideriamo la successione apostolica unicamente sul piano storico, solo le chiese con un vescovo nominato tradizionalmente possono storicamente definirsi apostoliche, è evidente. Dove non troviamo una chiesa con a capo un vescovo tradizionalmente nominato, non possiamo certamente definirla apostolica in senso puramente storico. Esattamente come una persona non nominata Presidente della Repubblica non può definirsi vero Presidente della Repubblica, perché storicamente i presidenti sono stati nominati seguendo certi criteri ai quali bisogna attenersi per essere considerati tali. Ma quello che fanno i protestanti è un discorso teologico, non storico
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La frittata l'ho bruciata io....non avevo letto del tutto i post sopra......che volete per leggere tutta la lenzuolata.... :risatina: :risatina:
:scuse:
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Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Come alcuni post vanno avanti....sono curiosa...ma non lo leggerò mai tutto :risatina: :risatina: :risatina: :risatina:
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CHI MI FA RIASSUNTO??? :risatina: :risatina: BREVE PERO'!!! :risatina: :risatina:
un giorno aprirai gli occhi, la tua mente si risvegliera' e capirai che sei stato chiuso dentro una setta..allora tornerai a essere solo MIO FRATELLO
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Messaggio da Siegil »

Victor67 ha scritto:E come fai tu a dimostrare storicamente che Gesù non fosse un alieno? E' asceso al cielo nascosto da nubi, quindi è attestato storicamente che qualcosa lo ha sollevato, magari era un'astronave aliena.
Puoi dimostrare il contrario?
Non posso nemmeno dimostrare che tu sia reale, ma ci sono cose più probabili e cose meno probabili, cosa più credibili o plausibili e cose che lo sono molto meno (o anche che non lo sono affatto).
Victor67 ha scritto:Perché nel mio discorso sto usando il termine Grande Chiesa non come lo intendono solitamente gli storici, ma semplicemente come quella chiesa che va dal I sec. al Concilio di Trento, caratterizzata da una determinata teologia. Sto facendo un discorso teologico, non storico. Se gli storici intendono per tale chiesa solo quella derivante dalla successione apostolica, è ovvio che i protestanti non ne siano in continuità, visto che hanno contestato proprio l'ordinazione episcopale.
Allora dovresti evitare di definire Grande Chiesa qualcosa che non è ciò che questo termine vuol dire. Altrimenti io comincio a chiamare "protestantesimo" il cattolicesimo e a dire di trovarmi perfettamente d'accordo con il protestantesimo... ;)
Victor67 ha scritto:Quindi, siccome condividiamo con i protestanti anche la credenza che la chiesa sia una sola, direi per intenderci di usare semplicemente il termine più generico “Chiesa di Cristo”, indicando con tale termine l'insieme delle persone che hanno riconosciuto Gesù risorto come il messia di Israele, dalle origini fino ad oggi, unite a Cristo stesso. E su questo assunto iniziale possiamo effettuare la nostra analisi.
Non è che perché io creda che vi sia una sola Chiesa di Cristo, e perché i protestanti dicano di esserlo, che allora io automaticamente devo essere d'accordo nel raggruppare tutti i credenti in Cristo sotto la definizione di "Chiesa di Cristo", e soprattutto non certo da un punto di vista teologico. Infatti per un cattolico quelle protestanti non sono propriamente Chiesa di Cristo... In ogni caso, per discutere con te, io posso anche accettare la definizione di Chiesa di Cristo che hai dato, ma ciò non cambia il discorso di una virgola. Infatti, è la Grande Chiesa come la intendono gli storici ad aver selezionato il canone, non la Grande Chiesa secondo questa tua nuova definizione, quindi un protestante può cambiare tutte le definizioni che vuole ma non potrà mai sensatamente affermare che "mi tengo il canone della Grande Chiesa senza ri-esaminare tutte le scritture cristiane perché io credo di essere la Grande Chiesa che tale canone ha selezionato".
Victor67 ha scritto:I protestanti ritengono che vi fosse una fase iniziale di tale Chiesa di Cristo, quella che va dalla risurrezione di Gesù fino al I sec. I documenti più antichi che storicamente attestano le dottrine di tale chiesa sono essenzialmente quelli del Nuovo Testamento, perché la letteratura patristica è successiva, e pur riportando anche una tradizione più antica, non è così autorevole come gli scritti del Nuovo Testamento. E fin qui credo che anche tu possa essere d'accordo con me e con i protestanti.
E il Vangelo di Tommaso? Perché lo escludi dagli scritti autorevoli, visto che è un documento più antico di molti dei testi del Nuovo Testamento? Perché non era autorevole per la Grande Chiesa? Allora non sono gli scritti più antichi che ritieni autorevoli, ma quelli ritenuti autorevoli dalla Grande Chiesa... E perché ritieni autorevole il canone della Grande Chiesa?
Victor67 ha scritto:Semplificando molto la storia, possiamo dire che dopo il I sec. si sono verificate divergenze teologiche fra cristiani che hanno richiesto la convocazione di Concili ecumenici per definire la linea dottrinale ortodossa. In tutti questi concili, precedenti il Concilio di Trento, che fa da spartiacque, sono state definite parecchie dottrine, alcune di queste, come la successione apostolica, ed il primato di Roma, non sono contenute nei documenti più antichi attestanti la dottrina della Chiesa di Cristo.
Nei secoli successivi al primo abbiamo una Chiesa di Cristo, rappresentata dai suoi vescovi, ma ovviamente comprensiva di tutti gli altri fedeli, che ha definito dogmaticamente alcune dottrine. Non sappiamo ovviamente quale fosse il consenso dei fedeli rispetto a tali dottrine, ad esempio alla dottrina del primato di Roma, a quei tempi pochi sapevano leggere, quindi avevamo una massa incolta che seguiva ciecamente i dettami del clero. I protestanti dicono che la Chiesa di Cristo ha un insieme di dottrine che non comprendono la successione apostolica o l'infallibilità papale, perché non sono riconducibili al Nuovo Testamento. Ovvio che è una interpretazione, ma converrai che il Nuovo Testamento non ha chiarezza in merito.
Visto che interpretandolo opportunamente chiunque può tirarci fuori quello che vuole, diciamo pure il Nuovo Testamento non è chiaro in merito a niente...
Victor67 ha scritto:Quindi la vera Chiesa di Cristo deve per i protestanti avere dottrine depurate da quelle ritenute da loro eretiche, anche se espresse dogmaticamente. Ma tali dottrine non sono tantissime. Le dottrine condivise comprendono quelle enunciate nel Credo, intese alla maniera protestante, non cattolica.
Mi chiedo che senso abbia dire di credere nelle dottrine enunciate nel Credo se si sovverte il significato delle sue parole. E' esattamente come nell'esempio che avevo fatto post fa: non ha senso che io dica "è giusto uccidere tutti gli ipocriti" e tu interpretando le mie parole in modo del tutto diverso dica di condividere la mia opinione. Piuttosto dirai di condividere un'opinione che ti sei appena inventato. Allo stesso modo i protestanti non possono affermare di condividere le dottrine del Credo, dovrebbero invece ammettere di condividere le dottrine che semplicemente piacciono a loro.
Victor67 ha scritto:E' ovvio che questa immagine di Chiesa di Cristo sia il frutto di una teologia particolare, che sarebbe stata considarata eretica dalla chiesa successiva a quella del I sec. Ma se lo scopo di tale teologia è il ritorno alla purezza evangelica delle origini, capisci che tutto risulta coerente.
Dal discorso che ho fatto finora capirai che il problema del canone entra solo marginalmente, perché i protestanti ritengono che le scelte fatte dalla Chiesa di Cristo successivamente al I sec. nei vari concili che hanno definito il canone fossero sostanzialmente corrette, tranne per alcuni libri che in effetti sono stati esclusi, ovvero i deuterocanonici.
E' divertente che tu dica questo perché in realtà il canone è proprio il fulcro di tutto: è l'insieme di scritti (scelti non si sa bene come o perché) da cui i protestanti credono di veder legittimata la loro visione. Se si tralascia il canone, casca veramente tutto, visto che è solo da una particolare interpretazione dello stesso che loro attingono la loro visione, mentre questa è storicamente campata in aria (e nel modo più assoluto). Ed è tra l'altro curioso che noi abbiamo già appurato che proprio il canone per un protestante deve essere aperto, e quindi non ci siano scritti che hanno più probabilità di altri di descrivere genuinamente la Chiesa delle origini... Infine, non si vede proprio che cosa voglia dire che le decisioni dei concili fossero sostanzialmente corrette, visto che non solo molte erano eretiche, non solo il criterio stesso per definire valido un concilio era un criterio eretico (la successione episcopale), ma pure il canone scelto era un canone incorretto, che infatti comprendeva i deuterocanonici... Sostanzialmente, stai elencando tutti i paradossi protestanti, e definendo pure il tutto perfettamente coerente...
Victor67 ha scritto:Tutto il mio discorso non c'entra nulla con la storicità della successione apostolica come criterio identitario della Chiesa di Cristo, perché è proprio tale criterio ad essere contestato e considerato estraneo alla purezza evangelica attestata dai documenti più antichi ed autorevoli che sono appunto quelli del Nuovo Testamento. E' ovvio che tale discorso sia quasi esclusivamente di tipo teologico, non storico, tranne la storicità dei concili e la datazione della documentazione degli scritti neotestamentari e patristici.
E il Vangelo di Tommaso?
Victor67 ha scritto:Beh, tu dici “arbitrariamente” ma i documenti del Nuovo Testamento sono anche storicamente quelli più importanti per stabilire le credenze dei primi cristiani.
Ma questo non è affatto vero, i primi cristiani erano divisi in varie sette, e la cosiddetta setta proto-ortodossa a cui tu stai facendo riferimento non costituiva affatto la globalità dei primi cristiani, anzi era solo quella parte che diceva di essere legittimata a definirsi "veri cristiani" dalla successione episcopale. I documenti del Nuovo Testamento poi non sono certo posti dagli storici su un qualche particolare piedistallo di importanza neppure per quanto riguarda i soli studi sulla setta proto-ortodossa (allo stesso livello infatti si potrebbero porre tutti gli scritti dei padri più antichi, come Ignazio di Antiochia, Clemente da Roma, o scritti come la Didaché), figuriamoci per tutti i primi cristiani in generale...
Victor67 ha scritto:Cosa intendi per credibilità “storica”? Se teologicamente rifiuto il concetto di successione episcopale storica, non posso poi dire che sono incoerente proprio perché lo rifiuto. Sarei incoerente se lo accettassi. Devi vedere le cose dal punto di vista teologico, non solo storico, altrimenti continui a non capire. Nessuna teologia può avere una dimostrazione storica, fa parte del divino, non dell'umano.
Io vedo le cose sia dal punto di vista teologico che storico, non vedo perché debba limitarmi a considerare solo uno dei due. E ci sono teologie che sono storicamente attestate nei primi secoli, e altre che non lo sono affatto. Non vedo perché dovrei porre le prime sullo stesso piano delle seconde, giudicandole equivalenti, visto che il punto è proprio quali dottrine derivino dagli apostoli. E ci sono dottrine che non hanno nessuna plausibilità storica di essere appartenute agli apostoli.
Victor67 ha scritto:Non sono veri protestanti “classici”, saranno protestanti di diverso tipo ma certamente non classici. Dipende sempre dalla definizione che dai al termine protestante.
E in questa discussione non stavamo forse parlando di protestanti generali? Perché non parliamo prima di questi ultimi, e solo poi magari ci focalizziamo su quelli classici?
Victor67 ha scritto:Condivido quello che dici, è verissimo che gli apostoli non predicavano che basta vivere secondo i principi dell'Amore per essere salvati, frutto di 2000 anni di riflessioni teologiche, ma predicavano che bisogna credere a Cristo Risorto, che è esattamente la stessa cosa.
Lo è per te, ma non lo era per loro. Forse quindi tornare indietro alla loro visione non sarebbe la cosa migliore, visto che si butterebbero via 2000 anni di riflessioni che hanno ampliato e affinato la visione iniziale...
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anto ha scritto:Come alcuni post vanno avanti....sono curiosa...ma non lo leggerò mai tutto :risatina: :risatina: :risatina: :risatina:
Se non sbaglio si era partiti con: se è giusto battezzare un bambino/a da piccoli...
CHI MI FA RIASSUNTO??? :risatina: :risatina: BREVE PERO'!!! :risatina: :risatina:
Breve che intendi ?

Per breve ti posso rispondere dicendo che si chiacchiera sul superfluo dato che sono due cattolici che discutono di esegesi protestante,che poi dal fatto storico si è capito che i protestanti non hanno
successione apostolica ,sulle dottrine è meglio che ---- :cer: ----- non vorrei fare un'altra lenzuolata.... :fronte:
:risatina: :risatina:

L'esegesi protestante si rivela incerta fra il letterarismo esagerato e l'allegorismo o "figurismo" ad oltranza ; quest'ultimo indirizzo si può ...
http://www.paginecattoliche.it/modules. ... le&sid=850" onclick="window.open(this.href);return false;
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Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Messaggio da Victor67 »

Siegil ha scritto:Non posso nemmeno dimostrare che tu sia reale, ma ci sono cose più probabili e cose meno probabili, cosa più credibili o plausibili e cose che lo sono molto meno (o anche che non lo sono affatto).
Quante volte qualcosa che sembrava improbabile ed incredibile invece si realizza. L'esempio serviva per farti capire che “storicamente” possiamo considerare attestate anche le teorie più strane e meno probabili. La storia non è matematica.
Infatti, è la Grande Chiesa come la intendono gli storici ad aver selezionato il canone, non la Grande Chiesa secondo questa tua nuova definizione, quindi un protestante può cambiare tutte le definizioni che vuole ma non potrà mai sensatamente affermare che "mi tengo il canone della Grande Chiesa senza ri-esaminare tutte le scritture cristiane perché io credo di essere la Grande Chiesa che tale canone ha selezionato".
Ti sbagli, secondo la definizione che ho dato di Chiesa di Cristo, il concetto di successione apostolica non viene considerato, quindi non è la Grande Chiesa ad aver selezionato il canone ma la Chiesa di Cristo. Non spostare le definizioni tornando a quelle degli storici, altrimenti non puoi comprendere il discorso protestante che è, ripeto ancora una volta, teologico non storico. Siamo tutti d'accordo che la Grande Chiesa sia definita dagli storici come quella che si riconosce nella successione apostolica, e lo è senz'altro anche dagli storici protestanti o atei. Attieniti alla definizione che ho dato, altrimenti non puoi comprendere il mio discorso.
E il Vangelo di Tommaso? Perché lo escludi dagli scritti autorevoli, visto che è un documento più antico di molti dei testi del Nuovo Testamento? Perché non era autorevole per la Grande Chiesa? Allora non sono gli scritti più antichi che ritieni autorevoli, ma quelli ritenuti autorevoli dalla Grande Chiesa... E perché ritieni autorevole il canone della Grande Chiesa?
Il Vangelo di Tommaso non era considerato autorevole nella Chiesa di Cristo, per questo motivo è stato escluso, conteneva dottrine eretiche per la chiesa stessa. Ripeto, attieniti alla mia definizione, non utilizzare il concetto di Grande Chiesa.
Mi chiedo che senso abbia dire di credere nelle dottrine enunciate nel Credo se si sovverte il significato delle sue parole. E' esattamente come nell'esempio che avevo fatto post fa: non ha senso che io dica "è giusto uccidere tutti gli ipocriti" e tu interpretando le mie parole in modo del tutto diverso dica di condividere la mia opinione. Piuttosto dirai di condividere un'opinione che ti sei appena inventato. Allo stesso modo i protestanti non possono affermare di condividere le dottrine del Credo, dovrebbero invece ammettere di condividere le dottrine che semplicemente piacciono a loro.
Nelle dottrine del Credo i protestanti classici interpretano come noi la Trinità, la Risurrezione, l'incarnazione. Interpretano diversamente la successione apostolica, se ci riferiamo al nostro Catechismo:
“857 La Chiesa è apostolica, perché è fondata sugli Apostoli, e ciò in un triplice senso:
— essa è stata e rimane costruita sul « fondamento degli Apostoli » (Ef 2,20), testimoni scelti e mandati in missione da Cristo stesso;
— custodisce e trasmette, con l'aiuto dello Spirito che abita in essa, l'insegnamento, il buon deposito, le sane parole udite dagli Apostoli;
— fino al ritorno di Cristo, continua ad essere istruita, santificata e guidata dagli Apostoli grazie ai loro successori nella missione pastorale: il Collegio dei Vescovi, « coadiuvato dai sacerdoti ed unito al Successore di Pietro e Supremo Pastore della Chiesa ».”

I primi due punti sono pienamente condivisi dai protestanti, il terzo è l'unico a non esserlo. Quindi anche qui siamo ad una notevole condivisione.
E' divertente che tu dica questo perché in realtà il canone è proprio il fulcro di tutto: è l'insieme di scritti (scelti non si sa bene come o perché) da cui i protestanti credono di veder legittimata la loro visione.
Il canone non è un problema, visto che viene quasi completamente condiviso con il nostro, ed il Nuovo Testamento è proprio identico. Il fatto che il canone sia modificabile non crea grande incertezza, visto che tali modifiche non sono state fatte per cinque secoli.
Se si tralascia il canone, casca veramente tutto, visto che è solo da una particolare interpretazione dello stesso che loro attingono la loro visione, mentre questa è storicamente campata in aria (e nel modo più assoluto).
Tu continui a confondere la storia con la teologia, non stiamo parlando di storia, ma di teologia. Non ci importa nulla se la visione protestante non ha una base storica, o meglio se la sua base storica non è completamente coincidente con una certa fase della storia della Chiesa di Cristo, quella successiva al I sec.
Ed è tra l'altro curioso che noi abbiamo già appurato che proprio il canone per un protestante deve essere aperto, e quindi non ci siano scritti che hanno più probabilità di altri di descrivere genuinamente la Chiesa delle origini...
Ci sono invece, e sono proprio quelli che coincidono con i nostri. Non sono ancora stati mutati dopo cinque secoli dall'inizio della riforma, quindi sono ormai molto attestati.
Infine, non si vede proprio che cosa voglia dire che le decisioni dei concili fossero sostanzialmente corrette, visto che non solo molte erano eretiche,
Poche, anzi pochissime erano eretiche, quindi i concili sostanzialmente hanno prodotto dottrine valide.
non solo il criterio stesso per definire valido un concilio era un criterio eretico (la successione episcopale), ma pure il canone scelto era un canone incorretto, che infatti comprendeva i deuterocanonici... Sostanzialmente, stai elencando tutti i paradossi protestanti, e definendo pure il tutto perfettamente coerente...
Il criterio per definire valido un concilio era eretico nel senso che non faceva parte della Chiesa di Cristo del I sec., ma il concilio poteva comunque essere considerato valido per la sussistenza dell'altro requisito fodamentale, che è appunto la predicazione del Vangelo. I protestanti accettano tutte le decisioni conciliari conformi alla purezza evangelica. La successione apostolica non ne fa parte. Ovviamente secondo la loro interpretazione.
Ma questo non è affatto vero, i primi cristiani erano divisi in varie sette, e la cosiddetta setta proto-ortodossa a cui tu stai facendo riferimento non costituiva affatto la globalità dei primi cristiani, anzi era solo quella parte che diceva di essere legittimata a definirsi "veri cristiani" dalla successione episcopale.
Beh, visto che predicava il Vangelo era legittimata anche dai protestanti, senza avere necessità di successione apostolica.
I documenti del Nuovo Testamento poi non sono certo posti dagli storici su un qualche particolare piedistallo di importanza neppure per quanto riguarda i soli studi sulla setta proto-ortodossa (allo stesso livello infatti si potrebbero porre tutti gli scritti dei padri più antichi, come Ignazio di Antiochia, Clemente da Roma, o scritti come la Didaché), figuriamoci per tutti i primi cristiani in generale...
Gli scritti patristici non erano letti nelle assemblee liturgiche dei cristiani del I sec. visto che non erano ancora stati scritti. Mentre I Vangeli e le lettere di Paolo erano letti. Anche da questa semplice attestazione storica è possibile capire la maggiore importanza degli scritti neotestamentari.
Io vedo le cose sia dal punto di vista teologico che storico, non vedo perché debba limitarmi a considerare solo uno dei due. E ci sono teologie che sono storicamente attestate nei primi secoli, e altre che non lo sono affatto. Non vedo perché dovrei porre le prime sullo stesso piano delle seconde, giudicandole equivalenti, visto che il punto è proprio quali dottrine derivino dagli apostoli. E ci sono dottrine che non hanno nessuna plausibilità storica di essere appartenute agli apostoli.
Infatti, secondo te gli apostoli dicevano che Pietro era infallibile? Oppure che le nuove chiese dovevano essere tutte capeggiate da un vescovo e dai suoi collaboratori?
E in questa discussione non stavamo forse parlando di protestanti generali?
No negli ultimi post stavamo parlando di quelli classici, almeno io stavo parlando di quelli, e spesso l'ho specificato
Perché non parliamo prima di questi ultimi, e solo poi magari ci focalizziamo su quelli classici?
Se vuoi possiamo anche parlare degli altri protestanti, ma il discorso si sposterebbe su questioni più generali. Credo sia meglio focalizzarsi su quelli classici.
Victor67 ha scritto:Condivido quello che dici, è verissimo che gli apostoli non predicavano che basta vivere secondo i principi dell'Amore per essere salvati, frutto di 2000 anni di riflessioni teologiche, ma predicavano che bisogna credere a Cristo Risorto, che è esattamente la stessa cosa.
Lo è per te, ma non lo era per loro. Forse quindi tornare indietro alla loro visione non sarebbe la cosa migliore, visto che si butterebbero via 2000 anni di riflessioni che hanno ampliato e affinato la visione iniziale...
Non ho mai detto che occorre buttare via 2000 anni di riflessione teologica, ma solo che non dobbiamo considerarla come l'oggetto della nostra fede, ma solo un ausilio. Non mi stancherò mai di ripetere che abbiamo trasformato l'incontro con una Persona viva, in una filosofia, una dottrina, ovvero nell'incontro con persone morte. Per questo occorre ritornare alla purezza del messaggio iniziale, ed in questo i protestanti hanno pienamente ragione.
Un saluto
Vittorio
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http://it.wikipedia.org/wiki/Vangelo_di_Tommaso ...da wikipedia

Messaggio da Ray »

Il Vangelo di Tommaso non era considerato autorevole nella Chiesa di Cristo, per questo motivo è stato escluso, conteneva dottrine eretiche per la chiesa stessa. Ripeto, attieniti alla mia definizione, non utilizzare il concetto di Grande Chiesa.
:risatina: :risatina:

DIPENDE....da chi crede di avere la verità intorno a Gesù Cristo....

Non era considerato autorevole dalla chiesa di Cristo non è precisa come affermazione , per la precisione non era autorevole per la corrente cristiana che ha redatto il canone attuale, la Grande Chiesa o le Chiese Cattoliche, almeno questo vangelo anche se è una copia non ha subito alterazioni importanti,visto che alle Chiese non interessava .

Per la precisione non si può considerare proprio un vangelo ma più una raccolta di loghia o detti di Gesù
La visione che emerge dal Vangelo secondo Tommaso è che il Regno di Dio sia già presente sulla Terra e che la luce divina, presente all'interno di tutti gli uomini, può permettere loro di vedere il Regno ed entrarvi.
Questa visione non so se sia vera è un'ipotesi da non scartare fra le tante.....chi sa ? :ironico:

88.) Gesù disse: - Colui che è diventato ricco, regni, e colui che ha il potere, vi rinunci!¹

1) Si nota una contrapposizione tra la "ricchezza" come acquisizione della gnosi, che permette di giungere al dominio ("regno") sulla materia (confronta § 2) e il "potere" terreno, la "sapienza secondo la carne", come la chiama Paolo (1Cor. I 26), a cui occorre rinunciare.

Steven Davies sostiene che l'apparente indipendenza tra l'ordine dei detti in Tommaso e dei loro paralleli nei vangeli sinottici mostra che Tommaso non fu composto a partire da questi e che probabilmente li precedette. Un certo numero di studiosi sostiene che quando i logia di Tommaso hanno paralleli nei sinottici, le versioni di Tommaso sembrano essere spesso più vicine alle fonti; Theissen e Merz ritengono che i detti 31 e 65 siano un esempio di questo fenomeno.[30] Allo stesso modo Earl Doherty sostiene che quando il Vangelo di Tommaso segue la fonte Q o il Nuovo Testamento, mostra una forma meno sviluppata, più "primitiva" o "originale" dei suoi paralleli. Koester concorda, citando in particolar modo le parabole di Gesù contenute nei detti 8, 9, 57, 63, 64 e 65. Nei pochi casi in cui la versione di Tommaso e quella dei sinottici sembrano collegate, ciò dipenderebbe dall'intervento del traduttore dal greco al copto.
Koester sostiene anche che l'assenza in Tommaso di materiali narrativi, come quelli che si trovano nei vangeli canonici, rende improbabile che quello di Tommaso sia «un estratto eclettico dei vangeli del Nuovo Testamento»; Koester cita anche l'assenza dei detti escatologici caratteristici di Q come prova dell'indipendenza di Tommaso da questa fonte.

Un altro argomento per una datazione alta di Tommaso, presentato come argomento centrale del libro Il vangelo segreto di Tommaso di Elaine Pagels, è l'apparente conflitto tra il Vangelo secondo Giovanni e il Vangelo secondo Tommaso. Alcuni passaggi di Giovanni possono essere compresi solo presumendo l'esistenza di una comunità basata sugli insegnamenti teologici del Vangelo di Tommaso, condivisi quasi completamente dalla comunità di cui Giovanni è espressione eccetto uno: se la comunità che si rifaceva al Vangelo di Giovanni sosteneva la risurrezione dei corpi, il Vangelo di Tommaso è espressione di una comunità che credeva nella risurrezione spirituale rigettando quella fisica. Il Vangelo secondo Giovanni è l'unico vangelo canonico che fa parlare Tommaso apostolo, in tre episodi in cui l'apostolo non dimostra di aver compreso ciò che Gesù dice; è infatti l'unico vangelo che contiene l'episodio dell'incredulità di Tommaso, in cui Tommaso, secondo il racconto di Giovanni, è costretto a riconoscere la fisicità del Gesù risorto. Questa interpretazione del Vangelo secondo Giovanni presuppone l'esistenza della comunità di Tommaso all'epoca della composizione del vangelo giovanneo, datata tra il 90 e il 120, che dunque deve essere posteriore al Vangelo di Tommaso.

Tommaso deriva direttamente dalla fonte Q una delle prime fonti scritte del cristianesimo antico,può darsi che i vangeli o il vangelo di Giovanni venuto/i a posteriori sia un'evoluzione del cristianesimo primitivo o anche un mix con le culture greche che si erano infiltrate ,ipotesi da non scartare. :boh:
Ray

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Messaggio da Siegil »

Victor67 ha scritto:Quante volte qualcosa che sembrava improbabile ed incredibile invece si realizza. L'esempio serviva per farti capire che “storicamente” possiamo considerare attestate anche le teorie più strane e meno probabili. La storia non è matematica.
Bel discorso, ma perché tu allora non credi che Gesù fosse un alieno? Sinceramente, credi che il parere secondo cui lo fosse sia equivalente a quello secondo cui non lo fosse? Non è che, forse, uno dei due è molto meno ragionevole?

Non capisco perché tu ti voglia impuntare in questo modo sulla dimostrabilità e ignorare tutto il resto, visto che, soprattutto, se ci impuntiamo solo sulla dimostrabilità non potremmo parlare di niente visto che ogni parere sarebbe equamente probabile del suo oppposto...
Victor67 ha scritto:Ti sbagli, secondo la definizione che ho dato di Chiesa di Cristo, il concetto di successione apostolica non viene considerato, quindi non è la Grande Chiesa ad aver selezionato il canone ma la Chiesa di Cristo.
No, il concetto di successione apostolica viene invece considerato eccome, non cambia niente cambiando le definizioni. Ti spiego meglio. Se tu definisci "Chiesa di Cristo" l'insieme di tutti coloro che reputano Cristo il Messia Salvatore, allora non stai raggruppando solo la setta proto-ortodossa o la Grande Chiesa ma anche tutte le altre sette o chiese (o comunque la stragrande maggioranza) che questa riteneva eretiche: dalle correnti cristiane, a quelle più giudaizzanti, e almeno fino ad un certo punto anche quelle gnostiche. Con una definizione così generale sorgono allora due problemi fondamentali: primo non puoi più sapere quali sono le dottrine "eretiche" od "ortodosse" per la Chiesa di Cristo, visto che esse variano molto a seconda della particolare comunità. Secondo, il discorso del canone non cambia affatto, perché non è stata la "Chiesa di Cristo" a selezionarlo, ma solo "un sottogruppo che riteneva di essere l'unico di autorevole per via della successione episcopale".
Victor67 ha scritto:Il Vangelo di Tommaso non era considerato autorevole nella Chiesa di Cristo, per questo motivo è stato escluso, conteneva dottrine eretiche per la chiesa stessa. Ripeto, attieniti alla mia definizione, non utilizzare il concetto di Grande Chiesa.
il Vangelo di Tommaso era considerato autorevole da una parte della "Chiesa di Cristo", quella corrispondente ad alcune comunità gnostiche, e non conteneva affatto dottrine eretiche per quelle comunità.
Victor67 ha scritto:Nelle dottrine del Credo i protestanti classici interpretano come noi la Trinità, la Risurrezione, l'incarnazione. Interpretano diversamente la successione apostolica, se ci riferiamo al nostro Catechismo:
“857 La Chiesa è apostolica, perché è fondata sugli Apostoli, e ciò in un triplice senso:
— essa è stata e rimane costruita sul « fondamento degli Apostoli » (Ef 2,20), testimoni scelti e mandati in missione da Cristo stesso;
— custodisce e trasmette, con l'aiuto dello Spirito che abita in essa, l'insegnamento, il buon deposito, le sane parole udite dagli Apostoli;
— fino al ritorno di Cristo, continua ad essere istruita, santificata e guidata dagli Apostoli grazie ai loro successori nella missione pastorale: il Collegio dei Vescovi, « coadiuvato dai sacerdoti ed unito al Successore di Pietro e Supremo Pastore della Chiesa ».”

I primi due punti sono pienamente condivisi dai protestanti, il terzo è l'unico a non esserlo. Quindi anche qui siamo ad una notevole condivisione.
Ma perché alcune dottrine del Credo sono condivise e altre no? C'è qualche motivo oggettivo dietro, per scartare quelle che hanno scartato e tenersi le altre? La risposta è no, hanno scelto le dottrine che semplicemente parevano loro corrette secondo la loro dottrina dell'illuminazione privata. Quindi quello che voglio dire è che loro non credono nelle dottrine del Credo, ma casomai in quelle di un Credo di loro invenzione. Il fatto poi che condividano gran parte delle dottrine è solo dovuto a una coincidenza, visto che comunque loro hanno scelto quelle che gli sembravano (del tutto arbitrariamente) corrette. Poi questo non è incoerente se loro ammettono la totale incertezza delle loro dottrine, ma comunque non possono dire di credere nelle dottrine del Credo, diranno invece di credere in quelle che hanno reputato corrette. Il Credo non c'entra nell'operazione di selezione, casomai è solo a posteriori che loro possono dire di aver reputato corrette gran parte delle dottrine del Credo.
Victor67 ha scritto:Il canone non è un problema, visto che viene quasi completamente condiviso con il nostro, ed il Nuovo Testamento è proprio identico. Il fatto che il canone sia modificabile non crea grande incertezza, visto che tali modifiche non sono state fatte per cinque secoli.
Ma perché viene condiviso? Perché hanno scelto quei libri e non altri? Perché hanno scartato i deuterocanonici invece di tenerseli? Quali sono i motivi oggettivi alla base di queste scelte, se non la completa arbitrarietà personale? E se si basano su quel canone perché era quello che aveva selezionato "un sottogruppo che riteneva di essere l'unico di autorevole per via della successione episcopale", perché lo fanno? E perché questa dottrina sì e altre no?

Inoltre il mio discorso era anche un altro. La storia dei protestanti si basa unicamente sul fatto che, secondo la loro interpretazione, le dottrine apostoliche non erano (interamente) quelle della Chiesa Cattolica, ma (parzialmente) altre. Per dedurre quali dottrine secondo loro non erano apostoliche e quali invece sì, loro non si basano su riscontri storici, ma unicamente su delle loro particolari interpretazioni del Nuovo Testamento. Quindi, senza il Nuovo Testamento, loro non potrebbero giustificare la loro visione nemmeno dal punto di vista meramente soggettivo, e quindi cascherebbe davvero tutto. Per questo il canone è centrale. Ed è appunto divertente come in realtà abbiamo appurato che un protestante serio dovrebbe ammettere l'apertura e soggettività del proprio canone, per cui egli non ha nessun indizio oggettivo per sapere se i libri da cui lui, interpretando a modo suo, trae la sua visione, siano effettivamente quelli che hanno più probabilità di descrivere genuinamente il cristianesimo primitivo.

Senza contare ovviamente che, come non cessa mai di notare Polymetis, tutto questo genera un circolo logico assurdo: per sapere quali libri fanno parte del tuo canone, li devi scegliere soggettivamente vedendo quali secondo te rispecchiano il cristianesimo primitivo. Ma per costruirti una tua visione del cristianesimo primitivo, devi già aver previamente deciso quali libri per te hanno più probabilità di descrivere genuinamente le comunità apostoliche, e quindi, dovresti già esserti definito un canone.
Victor67 ha scritto:Tu continui a confondere la storia con la teologia, non stiamo parlando di storia, ma di teologia. Non ci importa nulla se la visione protestante non ha una base storica, o meglio se la sua base storica non è completamente coincidente con una certa fase della storia della Chiesa di Cristo, quella successiva al I sec.
Non stavo confondendo nulla, infatti stavo solo dicendo che, poiché la visione protestante non ha riscontri storici, l'unica cosa su cui si basa è appunto la teologia, che a sua volta si basa unicamente su particolari interpretazioni del canone. Quindi il canone è centrale, perché se lo levi, i protestanti non potrebbero giustificare la loro visione nemmeno dal punto di vista teologico-soggettivo.
Victor67 ha scritto:Ci sono invece, e sono proprio quelli che coincidono con i nostri. Non sono ancora stati mutati dopo cinque secoli dall'inizio della riforma, quindi sono ormai molto attestati.
Ovviamente intendevo motivi oggettivi: per un protestante non ci sono motivi oggettivi per cui alcuni scritti (quelli che si sceglie nel canone) hanno una maggior probabilità di descrivere genuinamente la chiesa delle origini, perché appunto, reputa alcuni libri migliori di altri per motivi del tutto soggettivi (illuminazione privata). Altrimenti, sto ancora aspettando di sapere quali motivi oggettivi ci sarebbero perché un protestante debba condividere proprio il canone selezionato dal "sottogruppo che riteneva di essere l'unico di autorevole per via della successione episcopale".
Victor67 ha scritto:Poche, anzi pochissime erano eretiche, quindi i concili sostanzialmente hanno prodotto dottrine valide.
Sì ma perché pochissime erano eretiche e non molte? Perché quelle e non altre? Poiché qualunque dottrina di un concilio non ha la garanzia di essere ortodossa, e non lo è completamente nemmeno la scelta del canone, perché i protestanti dovrebbero attenersi alla scelta fatta per il canone del Nuovo Testamento? La risposta è che non c'è nessun motivo oggettivo, e che l'unico motivo è che così hanno scelto loro, del tutto soggettivamente. Quindi non è che loro si tengono il canone perché il gruppo che l'ha scelto aveva azzeccato quasi tutto, perché anche se fosse non si vede perché avrebbe azzeccato proprio quello. La realtà è semplicemente che loro si sono scelti soggettivamente le dottrine che piacevano di più a loro (canone compreso), e solo a posteriori possono dire che il gruppo che aveva selezionato il canone più o meno sceglieva dottrine corrette, ma quello non c'entra niente nel loro procedimento di selezione delle dottrine in cui credere.
Victor67 ha scritto:Il criterio per definire valido un concilio era eretico nel senso che non faceva parte della Chiesa di Cristo del I sec., ma il concilio poteva comunque essere considerato valido per la sussistenza dell'altro requisito fodamentale, che è appunto la predicazione del Vangelo.
Purtroppo non ha senso che sia così, perché il concilio non rappresentava l'intera "Chiesa di Cristo" (definizione tua), ma solo il "sottogruppo che riteneva di essere l'unico di autorevole per via della successione episcopale". Se per te l'unico criterio fondamentale di validità di un concilio è che i suoi membri appartengano alla "Chiesa di Cristo" e predichino il Vangelo, allora dovrebbe essere valido anche un qualsiasi concilio tenuto da Chiese diverse dal "sottogruppo che riteneva di essere l'unico di autorevole per via della successione episcopale" (mi sto stancando, posso usare il termine Grande Chiesa per definirlo? O almeno, non so, "Chiesa Episcopale"?), ad esempio un concilio ariano, uno gnostico, valentiniano, ebionita, marciano, manicheo, ecc... anche loro predicavano Cristo come Messia e Salvatore.
Victor67 ha scritto:Beh, visto che predicava il Vangelo era legittimata anche dai protestanti, senza avere necessità di successione apostolica.
Primo, vale il discorso di cui sopra.

Secondo, ora sei tu che confondi la storia con la teologia. Avevi scritto "i documenti del Nuovo Testamento sono anche storicamente quelli più importanti per stabilire le credenze dei primi cristiani.", al che, visto che tiravi in ballo il discorso storico per giustificare la scelta di quei particolari testi, ti ho risposto che non era affatto vero, perché i primi cristiani erano divisi in varie sette e i libri del NT erano caratteristici solo di una di queste, per cui, storicamente non è vero che il NT è più importante per descrivere le credenze dei primi cristiani. E ora tu mi rispondi ripiegando sul discorso teologico, che qui proprio non c'entra, visto che si parlava di quali libri sono storicamente più importanti...
Victor67 ha scritto:Gli scritti patristici non erano letti nelle assemblee liturgiche dei cristiani del I sec. visto che non erano ancora stati scritti. Mentre I Vangeli e le lettere di Paolo erano letti. Anche da questa semplice attestazione storica è possibile capire la maggiore importanza degli scritti neotestamentari.
Primo, non è affatto vero che se uno scritto viene letto nella liturgia di un gruppo religioso allora è automaticamente più importante di altri sotto un profilo storico per studiare quel particolare gruppo. Infatti, un documento letto nelle liturgie potrebbe essere anche una semplice preghiera, mentre un documento che non viene letto nelle assemblee potrebbe invece descrivere benissimo le usanze, i riti, e le dottrine di un gruppo religioso.

Secondo, non è nemmeno vero che gli scritti del NT sono quelli caratterizzati dal venir letti nelle assemblee dei cristiani del primo secolo. Sia perché, come ho detto, c'erano varie sette cristiane e tu invece vorresti intenderne solo una, e sia perché anche limitandoci alla sola setta proto-ortodossa (che comunque, visto che si basava sulla successione episcopale per auto-referenziarsi, sarebbe eretica al pari delle altre), il discorso non è ugualmente vero. Infatti nel NT sono presenti alcuni scritti risalenti alla fine del I secolo e quindi non erano certamente letti durante il I secolo, ma non solo, devi sapere che la seconda lettera di Pietro è pseudoepigrafa e risalente ai primi decenni del II secolo. Inoltre, ci sono altri scritti come le lettere di Clemente che invece risalgono al I secolo e venivano lette nelle assemblee (ed è ancora così oggi, in alcune chiese ortodosse, che infatti le considerano parte del canone, come la chiesa ortodossa copta), e probabilmente vale lo stesso anche per le lettere di Ignazio di Antiochia e di Policarpo di Smirne che erano indirizzate, come le lettere di Paolo, a particolari comunità cristiane. Inoltre, se non ci limitiamo al I secolo scopriamo che c'erano sicuramente anche altri scritti che non fanno parte del canone odierno ma che venivano letti nelle assemblee, infatti fino alla sua stabilizzazione il canone ha avuto un contenuto variabile a seconda della particolare comunità. Praticamente qualunque testo oggi ritenuto apocrifo veniva letto in qualche comunità (magari non appartenente alla Chiesa proto-ortodossa, ma pur sempre all'interno della "Chiesa di Cristo" per come la definisci tu), e anche limitandosi alla sola setta proto-ortodossa ci è pervenuto ad esempio il canone muratoriano che indica, non solo come alcuni scritti oggi canonici non lo erano ritenuti nelle comunità conosciute dall'autore, ma anche che l'Apocalisse di Pietro era invece considerata canonica.
Victor67 ha scritto:Infatti, secondo te gli apostoli dicevano che Pietro era infallibile? Oppure che le nuove chiese dovevano essere tutte capeggiate da un vescovo e dai suoi collaboratori?
La prima no, la seconda sì. In ogni caso quello che mi preme sottolineare è che, anche l'infallibilità papale, che come sicuramente saprai vale solo quando il papa parla ex-cathedra, ed è considerato un'emanazione dell'infallibilità ecumenica per cui non può inventarsi dottrine mai credute dalla Chiesa; dicevo, anche l'infallibilità papale pur non essendo stata formulata nel primo secolo (come la Trinità del resto), è una dottrina che ragionevolmente sarebbe stata considerata ortodossa da sempre (seppur sarebbe stata considerata tale anche il suo opposto, in assenza di formulazioni definitive). Come ti ricorderai ad esempio, Ireneo di Lione, il discepolo di un discepolo di San Giovanni, ritiene che con la Chiesa di Roma debba necessariamente essere d'accordo ogni altra Chiesa, quindi si può ritenere che posizioni seppur arcaiche di infallibilità papale ci siano state fin dal I-II secolo. Ma queste sono opinioni, visto che il problema non era mai sorto. Inoltre, considera sempre che il dogma dell'infallibilità papale è uscito da un concilio ecumenico per cui anche per la Chiesa antica sarebbe stato verità di fede.

In ogni caso, la questione che volevo puntualizzare era che, sebbene i cattolici ritengano vere dottrine che (alcune più di altre) si possono riscontrare (magari solo in stato larvale) storicamente in comunità primitive, le dottrine protestanti del sola scriptura e dell'illuminazione privata non trovano invece il benché minimo riscontro, e per questo la ragionevolezza che esse possano essere appartenute ai primi cristiani è pressoché nulla. Inoltre, stavamo parlando della "storia" secondo i cattolici e secondo i protestanti. I cattolici dicono che una particolare chiesa era l'unica autorevole, e questa era quella che si basava sulla successione episcopale. Essi dicono che questa chiesa ha finito per essere quella preminente perché guidata dallo Spirito, ecc ecc. Ora, che fosse guidata dallo Spirito è indimostrabile, ma che fin dai primi secoli sia esistita questa chiesa e che abbia finito per essere quella preminente è un dato storico. I protestanti invece ritengono che gli apostoli credevano in alcune dottrine che si sono subito corrotte già dalla fine del I secolo, perché lo Spirito non le ha seguite, e sono sostanzialmente sopravvissute solo chiese eretiche, mentre loro vogliono tornare a quella che secondo loro era la chiesa primitiva. Ora, anche qui il fatto che lo Spirito non si sia mantenuto è indimostrabile, ma stavolta manca anche il riscontro storico della loro storia (l'esistenza di una comunità primitiva con le dottrine protestanti), ed è esattamente per questo che la storia cattolica è più ragionevole e non può certo essere messa allo stesso livello (tanto più che poi inspiegabilmente la "comunità primitiva fantasma" dei protestanti fatal caso avrebbe considerato canonici esattamente quei testi che dopo 3-4 secoli, sarebbero stati selezionati come tali da una delle molte chiese eretiche). Poi tu potrai anche voler fare solo un discorso teologico, ma se io nella mia vita devo dare un giudizio su una religione considero tutti gli elementi e non ha senso fermarmi solo ad alcuni. Per cui se proprio insisti io posso anche essere d'accordo che la teologia protestante ha il suo senso, esattamente come ha senso quella cattolica, ma tu devi ammettere che, da un punto di vista globale è molto più ragionevole la storia cattolica visto che quella protestante non ha riscontro alcuno (il che è esattamente quello che mi premeva dire).
Victor67 ha scritto:No negli ultimi post stavamo parlando di quelli classici, almeno io stavo parlando di quelli, e spesso l'ho specificato
E' proprio come hai detto: negli ultimi post. Quando mi sono unito alla discussione si stava parlando di protestanti del tutto generali, poi parlando con me riguardo la continuità dei protestanti rispetto alla Grande Chiesa, hai addotto la motivazione che questi avrebbero molte dottrine fondamentali in comune con essa. Al che, visto che ciò non è vero per i protestanti in generale, hai cominciato a parlare solo dei protestanti che definisci "classici", spostando il discorso.

Ora, io ti chiedo perché mai noi dovremmo focalizzarci solo su questi, visto che le loro dottrine discendono dal parere soggettivo di particolari figure come Lutero o Calvino che non hanno certo nulla di speciale rispetto a qualunque altro protestante che si approcci al problema di quali dottrine credere, seguendo il principio dell'illuminazione privata. Il succo della questione poi è comunque lo stesso: prima si scelgono soggettivamente il loro canone e le dottrine, e solo a posteriori dicono che esse sono in gran parte condivise con la Grande Chiesa. Ma allora non è perché la Grande Chiesa aveva quelle dottrine che loro ci credono (alcune sì e altre no), questa è solo una coincidenza, il vero motivo è semplicemente che così avevano scelto loro, a priori, e del tutto soggettivamente. Per cui se ti chiedo perché i protestanti hanno certe dottrine, non ha senso rispondere "perché tutto sommato la Grande Chiesa aveva scelto bene"... per sapere che aveva scelto bene devi già sapere in quali dottrine credi, quindi quello non c'entra nulla con le motivazioni che ti fanno credere in quelle dottrine (che invece sono totalmente soggettive).
Victor67 ha scritto:Se vuoi possiamo anche parlare degli altri protestanti, ma il discorso si sposterebbe su questioni più generali. Credo sia meglio focalizzarsi su quelli classici.
E perché dovremmo focalizzarci solo su quelli classici, se anche gli altri sono allo stesso modo protestanti in quanto allo stesso modo ne seguono perfettamente i principi basilari della fallbilità ed incertezza totale e dell'illuminazione privata?

Inoltre, se vuoi focalizzarti solo su i protestanti del dopo riforma, allora ti consiglio di leggerti quello che aveva scritto in proposito Polymetis, visto che analizzava proprio questa categoria particolare... a me invece interessava il discorso generale, visto che la discussione era partita parlando proprio dei protestanti in generale.
Victor67 ha scritto:Non ho mai detto che occorre buttare via 2000 anni di riflessione teologica, ma solo che non dobbiamo considerarla come l'oggetto della nostra fede, ma solo un ausilio. Non mi stancherò mai di ripetere che abbiamo trasformato l'incontro con una Persona viva, in una filosofia, una dottrina, ovvero nell'incontro con persone morte. Per questo occorre ritornare alla purezza del messaggio iniziale, ed in questo i protestanti hanno pienamente ragione.
Io invece ritengo che i protestanti non abbiano ragione proprio perché è il loro concetto di purezza iniziale che, rifacendosi ad una visione del cristianesimo legata all'illuminazione privata, al sola scriptura e a concetti similari, non trova alcun corrispettivo nel cristianesimo primitivo. Se invece per purezza iniziale intendi focalizzarsi sull'essenza di Amore del messaggio cristiano, allora primo non c'entra la particolare visione dei protestanti rispetto quella degli altri cristiani, e secondo il fatto di focalizzarsi sull'essenza di Amore non è in realtà un tornare all'inizio ma è invece un riconoscere dove ci hanno portato 2000 anni di riflessioni (di cui 1500 di cattolicesimo), e quindi anche in questo senso "focalizzarsi sul solo Amore" non equivale affatto a "tornare alle origini". Infine, io sono convintissimo che una delle grandezze del cattolicesimo sia stata proprio quella di affrontare il problema religioso e la propria particolare religione così a fondo sotto il profilo filosofico, perché questo ci ha permesso di non rimanere statici e anzi di evolvere, di affinare la nostra teologia, e non meno importante, il cattolicesimo è l'unica religione che nei secoli ha cercato così profondamente di fondare razionalmente le proprie credenze attraverso, appunto, la speculazione filosofica. E questo è un merito indiscusso, a mio modestissimo avviso...
Victor67

Messaggio da Victor67 »

Siegil ha scritto:Bel discorso, ma perché tu allora non credi che Gesù fosse un alieno? Sinceramente, credi che il parere secondo cui lo fosse sia equivalente a quello secondo cui non lo fosse? Non è che, forse, uno dei due è molto meno ragionevole?
Dal punto di vista teologico il parere che Gesù fosse un alieno è perfettamente equivalente a quello che non lo sia. Le credenze religiose non hanno di certo bisogno della ragionevolezza storica.
Non capisco perché tu ti voglia impuntare in questo modo sulla dimostrabilità e ignorare tutto il resto, visto che, soprattutto, se ci impuntiamo solo sulla dimostrabilità non potremmo parlare di niente visto che ogni parere sarebbe equamente probabile del suo oppposto...
Il mio discorso era partito dalla constatazione che un protestante, Agabo, veniva attaccato da più cattolici che gli contestavano la presunta irragionevolezza delle sue affermazioni di fede. Io sono intervenuto come cattolico in sua difesa perché ritenevo assurde ed indimostrabili le contestazioni che gli venivano mosse dagli appartenenti alla mia stessa Chiesa, e lo ritengo ancora. Trovo sia un modo sbagliato di porsi nei confronti di chi professa una fede diversa dalla nostra, che non può essere ridotta ad una filosofia da dimostrare più vera delle altre. La cosa mi sembrava ancora più assurda considerando il valore attribuito dagli studiosi al pensiero protestante in ambito esegetico e teologico. Nessuno studioso può evitare di confrontarsi con personaggi come Bultmann, sia per accettare che per rifiutare le sue tesi.
No, il concetto di successione apostolica viene invece considerato eccome, non cambia niente cambiando le definizioni. Ti spiego meglio. Se tu definisci "Chiesa di Cristo" l'insieme di tutti coloro che reputano Cristo il Messia Salvatore, allora non stai raggruppando solo la setta proto-ortodossa o la Grande Chiesa ma anche tutte le altre sette o chiese (o comunque la stragrande maggioranza) che questa riteneva eretiche: dalle correnti cristiane, a quelle più giudaizzanti, e almeno fino ad un certo punto anche quelle gnostiche. Con una definizione così generale sorgono allora due problemi fondamentali: primo non puoi più sapere quali sono le dottrine "eretiche" od "ortodosse" per la Chiesa di Cristo, visto che esse variano molto a seconda della particolare comunità. Secondo, il discorso del canone non cambia affatto, perché non è stata la "Chiesa di Cristo" a selezionarlo, ma solo "un sottogruppo che riteneva di essere l'unico di autorevole per via della successione episcopale".
La mia definizione di Chiesa di Cristo era: “l'insieme delle persone che hanno riconosciuto Gesù risorto come il messia di Israele, dalle origini fino ad oggi, unite a Cristo stesso.”
Ho inventato questa definizione non perché mi interessasse parlare di tutte le varie chiese cristiane identificabili con quella definizione, ma semplicemente per evitare di usare il termine Grande Chiesa che ai fini del nostro discorso ci stava creando incomprensioni. In definitiva nella mia definizione di Chiesa di Cristo devi limitarti al ramo apostolico da cui poi sarebbe scaturita la Grande Chiesa come la intendono gli storici. Evitiamo però di evidenziare l’aspetto della successione apostolica, sappiamo che esso esiste nella Chiesa di Cristo, che è importante per gli storici, ma ripeto non menzioniamolo, altrimenti non ci capiamo.
Nella teologia protestante, che stiamo cercando di capire, la successioene apostolica è considerata eretica, per questo pur essendo presente storicamente, non mi interessa evidenziarla, essa è un aspetto marginale per il discorso teologico protestante.
Il vostro errore è quello di utilizzare un concetto cattolico, la successione episcopale, per giudicare la teologia protestante. Io non posso dire ad un protestante che è illogico perché non considera valida l’ordinazione episcopale, visto che tale assunto costituisce uno dei suoi indimostrabili postulati di partenza. Quello che viene contestato dal protestante non è la storicità dell’ordinazione, quello è un dato di fatto, ma la sua validità, e questa è indimostrabile.
Quindi ripeto: non è la Grande Chiesa ad aver selezionato il canone ma la Chiesa di Cristo che si autoidentificava essenzialmente attraverso la predicazione del Vangelo, oltre che per la successione apostolica.
I testi canonici non sono diventati tali solo perché è esistita una autorità che li ha selezionati, ma per tre motivi che Metzger definisce in questo modo:
-ortodossia ovvero erano conformi all’insegnamento originario di Gesù e degli apostoli;
-apostolicità, ovvero erano stati scritti dagli apostoli o da loro collaboratori o a loro attribuiti;
-uso continuo nelle chiese.
Ovvio che la scelta di tali criteri e non altri sia una decisione autoritaria dei vescovi, ma essi sono comunque coerenti con una constatazione oggettiva, un fenomeno che si manifestava già all'interno delle varie chiese. L’autorità episcopale non ha fatto nient’altro che riconoscere quello che già si verificava all’interno delle varie comunità della Chiesa di Cristo. Quindi la formazione del canone, anche storicamente, non deve essere definita come la scelta arbitraria di un gruppo di vescovi riuniti in concilio, ma il riconoscimento di un dato di fatto. E’ la stessa cosa che succede per le opere letterarie. Perché nelle scuole leggiamo la Divina Commedia, i Promessi Sposi e non l’ultimo romanzetto? Esiste un canone anche delle opere letterarie. Certi testi hanno una qualità che viene percepita con un ampio consenso dai lettori. La stessa cosa è avvenuta per il canone biblico. Ci sono state storicamente alcune comunità che hanno riconosciuto i testi che poi sono diventati canonici come testi autorevoli. Successivamente, per dirimere alcune questioni legate all’inclusione di alcuni testi piuttosto che altri, i vescovi con la loro autorità hanno fissato il canone che conosciamo.
Voi fate l’errore di partire da un canone stabilito dogmaticamente dal Concilio di Trento (anch’esso comunque aperto solo in aggiunta) per giudicare un canone protestante aperto. Ovvero usate un dogma cattolico per giudicare una teologia non dogmatica protestante. Questo è il vostro errore logico.
il Vangelo di Tommaso era considerato autorevole da una parte della "Chiesa di Cristo", quella corrispondente ad alcune comunità gnostiche, e non conteneva affatto dottrine eretiche per quelle comunità.
Assolutamente no, perché non rispondeva ai criteri che ti ho indicato.
Ma perché alcune dottrine del Credo sono condivise e altre no? C'è qualche motivo oggettivo dietro, per scartare quelle che hanno scartato e tenersi le altre? La risposta è no, hanno scelto le dottrine che semplicemente parevano loro corrette secondo la loro dottrina dell'illuminazione privata.

Il criterio di selezione è legato alla comparazione con i testi che fanno parte del Nuovo Testamento, che non sono stati scelti da un insieme di vescovi, ma da varie comunità che li usavano come criterio di autoidentificazione, assieme al criterio di ordinazione episcopale, ma come ti ho detto questo criterio, essendo eretico, non deve essere preso in considerazione. Il fatto che i padri conciliari considerassero infallibili le loro scelte non significa che lo fossero veramente. Ed è proprio questo criterio indimostrabile che viene contestato dai protestanti.
Il criterio fondamentale per identificare una nuova chiesa cristiana non è la successione apostolica, ma la fede nei dogmi principali come la Risurrezione, l’Incarnazione, la divinità di Cristo, la presenza dello Spirito, il sacramento del battesimo. La successione apostolica è solo un complemento. Io posso fondare una nuova chiesa battezzando personalmente dei nuovi fedeli senza avere un vescovo. Se ho un vescovo su un territorio e nessun fedele, non ho una comunità, ho solo un vescovo. Il concetto di Grande Chiesa evidenzia un solo aspetto, quello della successione episcopale, ma ne trascura altri, ben più essenziali, che sono l’adesione ai dogmi fondamentali. Una comunità con a capo un vescovo regolarmente ordinato non appartiene alla Chiesa solo perché esiste un vescovo, ma perché questo vescovo predica le vere dottrine apostoliche, tant’è che se egli non predicasse più le dottrine tradizionali, diventerebbe un vescovo eretico, ed uscirebbe pertanto automaticamente dalla Chiesa stessa. Se ho un concilio fatto da vescovi regolarmente ordinati, ma tutti eretici, ad esempio negatori della Trinità, non ho più un concilio valido.
Quindi quello che voglio dire è che loro non credono nelle dottrine del Credo, ma casomai in quelle di un Credo di loro invenzione.
I protestanti credono ad esempio alla Risurrezione nello stesso modo in cui ci crediamo noi, stessa cosa per la Trinità, e tutti i dogmi più importanti. Non ci sono differenze teologiche.
Il fatto poi che condividano gran parte delle dottrine è solo dovuto a una coincidenza, visto che comunque loro hanno scelto quelle che gli sembravano (del tutto arbitrariamente) corrette.
Le hanno scelte quasi tutte e non arbitrariamente ma confrontandole con le Scritture.
Ma perché viene condiviso? Perché hanno scelto quei libri e non altri? Perché hanno scartato i deuterocanonici invece di tenerseli? Quali sono i motivi oggettivi alla base di queste scelte, se non la completa arbitrarietà personale? E se si basano su quel canone perché era quello che aveva selezionato "un sottogruppo che riteneva di essere l'unico di autorevole per via della successione episcopale", perché lo fanno? E perché questa dottrina sì e altre no?
L'ho già detto ampiamente: perché loro si sentono la vera Chiesa di Cristo, quella che ha selezionato il canone, ma depurato secondo una teologia particolare, più vicina a quella del primo secolo.
In definitiva devi considerare il canone come un punto di arrivo nella storia. La comunità che lo ha selezionato si autoidentificava non solo attraverso la successione apostolica, ma soprattutto attraverso l'adesione ad alcune dottrine riportate nel canone stesso. Il canone è solo un prodotto finale di un processo, non è la partenza, come erroneamente dite voi.
Inoltre il mio discorso era anche un altro. La storia dei protestanti si basa unicamente sul fatto che, secondo la loro interpretazione, le dottrine apostoliche non erano (interamente) quelle della Chiesa Cattolica, ma (parzialmente) altre. Per dedurre quali dottrine secondo loro non erano apostoliche e quali invece sì, loro non si basano su riscontri storici, ma unicamente su delle loro particolari interpretazioni del Nuovo Testamento.
Si basano sull'importante riscontro storico che è il Nuovo Testamento. E' ovvio che debba essere interpretato in un certo modo. Ma anche noi cattolici forse non lo interpretiamo in modo particolare così che da esso facciamo scaturire ad esempio l'infallibilità papale?
Quindi, senza il Nuovo Testamento, loro non potrebbero giustificare la loro visione nemmeno dal punto di vista meramente soggettivo, e quindi cascherebbe davvero tutto.
No perché come ho detto, non è vero che essi abbiano il Nuovo Testamento come unico riferimento, hanno anche ampia parte della nostra stessa Tradizione. La dottrina del battesimo ai bambini ne è un esempio, visto che viene condivisa dai protestanti classici.
Per questo il canone è centrale. Ed è appunto divertente come in realtà abbiamo appurato che un protestante serio dovrebbe ammettere l'apertura e soggettività del proprio canone, per cui egli non ha nessun indizio oggettivo per sapere se i libri da cui lui, interpretando a modo suo, trae la sua visione, siano effettivamente quelli che hanno più probabilità di descrivere genuinamente il cristianesimo primitivo.
Perché invece noi abbiamo indizi oggettivi? La successione apostolica garantisce oggettività? Nessuno sa veramente quale fosse la dottrina predicata dagli apostoli, non abbiamo le registrazioni dei loro dialoghi, ed anche se le avessimo, le loro parole sarebbero sempre interpretabili in modi diversi.
Senza contare ovviamente che, come non cessa mai di notare Polymetis, tutto questo genera un circolo logico assurdo: per sapere quali libri fanno parte del tuo canone, li devi scegliere soggettivamente vedendo quali secondo te rispecchiano il cristianesimo primitivo. Ma per costruirti una tua visione del cristianesimo primitivo, devi già aver previamente deciso quali libri per te hanno più probabilità di descrivere genuinamente le comunità apostoliche, e quindi, dovresti già esserti definito un canone.
Questa operazione non è necessaria perché è già stata fatta dalla Chiesa di Cristo, e pienamente accettata dai protestanti.
Il circuito logico c’è nella visione distorta che avete, che confonde il dato puramente storico con quello teologico. Direi che voi usate un criterio ideologico che mischia storia e teologia per farne apparire una visione apparentemente incoerente, ma in realtà fortemente distorta. Chi studia la storia della nostra chiesa e di quella protestante senza pregiudizi nota subito la forte connotazione ideologica delle vostre affermazioni. Per scegliere come dici tu i libri del canone i vescovi riuniti in concilio quale criterio oggettivo hanno usato? Non hanno forse deciso in ultima analisi soggettivamente? Se hanno preso certe decisioni non lo hanno fatto unicamente in base alle loro convinzioni personali? Uno storico può forse dimostrare che i padri conciliari fossero illuminati dallo Spirito? Se i protestanti hanno scelto di non accettare i deuterocanonici lo hanno fatto unicamente per motivi teologici. I padri conciliari non hanno fatto lo stesso?
Non stavo confondendo nulla, infatti stavo solo dicendo che, poiché la visione protestante non ha riscontri storici, l'unica cosa su cui si basa è appunto la teologia, che a sua volta si basa unicamente su particolari interpretazioni del canone. Quindi il canone è centrale, perché se lo levi, i protestanti non potrebbero giustificare la loro visione nemmeno dal punto di vista teologico-soggettivo.
Il canone è centrale nel senso che è la scrittura, ma la sua formazione non è un problema, derivando dalla stessa Chiesa di Cristo da cui deriva la nostra. In definitiva abbiamo una base comune che ad un certo punto della storia si è separata per motivi teologici. E' più o meno quello che è avvenuto in passato con gli ebrei. Inizialmente i cristiani erano parte del popolo ebraico, poi quando le visioni teologiche divennero troppo divergenti, costituirono una setta separata dagli ebrei.
Ovviamente intendevo motivi oggettivi: per un protestante non ci sono motivi oggettivi per cui alcuni scritti (quelli che si sceglie nel canone) hanno una maggior probabilità di descrivere genuinamente la chiesa delle origini, perché appunto, reputa alcuni libri migliori di altri per motivi del tutto soggettivi (illuminazione privata).
Ed i vescovi riuniti in concilio non erano forse illuminati dallo Spirito quando hanno selezionato il canone? Come facciamo a sapere quale sia la direzione giusta che ha preso lo spirito? Quella protestante o la nostra? Possono dircelo gli storici?
Altrimenti, sto ancora aspettando di sapere quali motivi oggettivi ci sarebbero perché un protestante debba condividere proprio il canone selezionato dal "sottogruppo che riteneva di essere l'unico di autorevole per via della successione episcopale".
Motivi oggettivi? E quali sarebbero i nostri motivi oggettivi? Credere all’infallibilità dei concili è oggettivo? Quali sarebbero le prove oggettive che legittimano questa credenza? Questa è una scelta del tutto soggettiva, esattamente come quella dei protestanti.
Sì ma perché pochissime erano eretiche e non molte? Perché quelle e non altre? Poiché qualunque dottrina di un concilio non ha la garanzia di essere ortodossa, e non lo è completamente nemmeno la scelta del canone, perché i protestanti dovrebbero attenersi alla scelta fatta per il canone del Nuovo Testamento? La risposta è che non c'è nessun motivo oggettivo, e che l'unico motivo è che così hanno scelto loro, del tutto soggettivamente.
E quale sarebbe il motivo oggettivo dei padri conciliari? L'unica oggettività è l'utilizzo dei tre criteri evidenziati da Metzger, ma anche questi in definitiva sono criteri soggettivi, cosa impediva ai Padri di sceglierne altri? Perché proprio quei tre?
Quindi non è che loro si tengono il canone perché il gruppo che l'ha scelto aveva azzeccato quasi tutto, perché anche se fosse non si vede perché avrebbe azzeccato proprio quello.
E' chiaro che il criterio di selezione dei protestanti è basato su una teologia diversa da quella cattolica, e pensata da Lutero e seguaci, ma non si vede perché questa teologia dovrebbe avere meno possibilità di essere la vera teologia sancita dallo Spirito rispetto a quella della successione apostolica. Entrambe le teologie sono indimostrabili, esattamente come è indimostrabile storicamente che Gesù fosse o meno un alieno.
La realtà è semplicemente che loro si sono scelti soggettivamente le dottrine che piacevano di più a loro (canone compreso), e solo a posteriori possono dire che il gruppo che aveva selezionato il canone più o meno sceglieva dottrine corrette, ma quello non c'entra niente nel loro procedimento di selezione delle dottrine in cui credere.
Lutero, illuminato dallo Spirito, si è scelto la sua teolgia che gli ha permesso di modificare il canone, lui si è sostituito all'autorità del Papa, in pratica è diventato come un papa nel esegesi scritturale, ma tu puoi dimostrare che si stesse sbagliando? Ovvero puoi dimostrare storicamente che lo Spirito abbia assisitito solo il Papa e non Lutero?
Purtroppo non ha senso che sia così, perché il concilio non rappresentava l'intera "Chiesa di Cristo" (definizione tua), ma solo il "sottogruppo che riteneva di essere l'unico di autorevole per via della successione episcopale". Se per te l'unico criterio fondamentale di validità di un concilio è che i suoi membri appartengano alla "Chiesa di Cristo" e predichino il Vangelo, allora dovrebbe essere valido anche un qualsiasi concilio tenuto da Chiese diverse dal "sottogruppo che riteneva di essere l'unico di autorevole per via della successione episcopale" (mi sto stancando, posso usare il termine Grande Chiesa per definirlo? O almeno, non so, "Chiesa Episcopale"?), ad esempio un concilio ariano, uno gnostico, valentiniano, ebionita, marciano, manicheo, ecc... anche loro predicavano Cristo come Messia e Salvatore.
Assolutamente no, perché un concilio ariano, gnostico, valentiniano, ebionita, marciano, manicheo, non predicavano il Vangelo, che è solo quello contenuto nel Nuovo Testamento e non nei vangeli gnostici, ariani, valentiniani, ecc. il Nuovo Testamento è stato selezionato dalla Chiesa di Cristo, ma non soltanto come decisione autoritaria di alcuni vescovi, bensì come insieme di testi che venivano riconosciuti autorevoli dalle varie comunità della stessa Chiesa di Cristo, come ho già detto.
Secondo, ora sei tu che confondi la storia con la teologia. Avevi scritto "i documenti del Nuovo Testamento sono anche storicamente quelli più importanti per stabilire le credenze dei primi cristiani.", al che, visto che tiravi in ballo il discorso storico per giustificare la scelta di quei particolari testi, ti ho risposto che non era affatto vero, perché i primi cristiani erano divisi in varie sette e i libri del NT erano caratteristici solo di una di queste, per cui, storicamente non è vero che il NT è più importante per descrivere le credenze dei primi cristiani. E ora tu mi rispondi ripiegando sul discorso teologico, che qui proprio non c'entra, visto che si parlava di quali libri sono storicamente più importanti...
I libri del Nuovo Testamento sono storicamente più importanti per definire i cristiani appartenenti alla Chiesa di Cristo, non alle chiese gnostiche o altre. Gli appartenenti alla Chiesa di Cristo si sono scelti dei testi autorevoli con i tre criteri che ti ho detto indicati da Metzger, e tali testi sono anche storicamente i più importanti, a differenza della letteratura patristica, cronologicamente successiva nonché meno autorevole nelle comunità della Chiesa di Cristo successive al I sec.
Primo, non è affatto vero che se uno scritto viene letto nella liturgia di un gruppo religioso allora è automaticamente più importante di altri sotto un profilo storico per studiare quel particolare gruppo.
Ma io non ho detto questo, ho detto che gli scritti neotestamentari, siccome storicamente sono più antichi degli scritti patristici, venivano letti nelle comunità del I sec. Per questo sono più importanti degli scritti patristici, perché sono l'attestazione storica di una letteratura più antica considerata autorevole. Come facevano gli scritti patristici ad essere considerati autorevoli al pari di quelli neotestamentari, se non erano ancora stati scritti?
Infatti, un documento letto nelle liturgie potrebbe essere anche una semplice preghiera, mentre un documento che non viene letto nelle assemblee potrebbe invece descrivere benissimo le usanze, i riti, e le dottrine di un gruppo religioso.

Secondo, non è nemmeno vero che gli scritti del NT sono quelli caratterizzati dal venir letti nelle assemblee dei cristiani del primo secolo. Sia perché, come ho detto, c'erano varie sette cristiane e tu invece vorresti intenderne solo una, e sia perché anche limitandoci alla sola setta proto-ortodossa (che comunque, visto che si basava sulla successione episcopale per auto-referenziarsi, sarebbe eretica al pari delle altre), il discorso non è ugualmente vero.
Come ho detto non è eretica globalmente, ma sono eretiche alcune sue dottrine e per “eretica” non intendo una dottrina che comporta una scomunica, ma semplicemente una dottrina non infallibile estranea alla Chiesa di Cristo del I sec.
Infatti nel NT sono presenti alcuni scritti risalenti alla fine del I secolo e quindi non erano certamente letti durante il I secolo, ma non solo, devi sapere che la seconda lettera di Pietro è pseudoepigrafa e risalente ai primi decenni del II secolo. Inoltre, ci sono altri scritti come le lettere di Clemente che invece risalgono al I secolo e venivano lette nelle assemblee (ed è ancora così oggi, in alcune chiese ortodosse, che infatti le considerano parte del canone, come la chiesa ortodossa copta), e probabilmente vale lo stesso anche per le lettere di Ignazio di Antiochia e di Policarpo di Smirne che erano indirizzate, come le lettere di Paolo, a particolari comunità cristiane. Inoltre, se non ci limitiamo al I secolo scopriamo che c'erano sicuramente anche altri scritti che non fanno parte del canone odierno ma che venivano letti nelle assemblee, infatti fino alla sua stabilizzazione il canone ha avuto un contenuto variabile a seconda della particolare comunità. Praticamente qualunque testo oggi ritenuto apocrifo veniva letto in qualche comunità (magari non appartenente alla Chiesa proto-ortodossa, ma pur sempre all'interno della "Chiesa di Cristo" per come la definisci tu), e anche limitandosi alla sola setta proto-ortodossa ci è pervenuto ad esempio il canone muratoriano che indica, non solo come alcuni scritti oggi canonici non lo erano ritenuti nelle comunità conosciute dall'autore, ma anche che l'Apocalisse di Pietro era invece considerata canonica.
Non c'è bisogno che tu mi dica queste cose, perchè sono contenute nel libro di Metzger e fanno parte della storia del canone. La Chiesa di Cristo ha impiegato almeno due secoli per definire il canone come lo usiamo oggi. Ed è giunta ad una conclusione pienamente condivisa dai protestanti.
dicevo, anche l'infallibilità papale pur non essendo stata formulata nel primo secolo (come la Trinità del resto), è una dottrina che ragionevolmente sarebbe stata considerata ortodossa da sempre (seppur sarebbe stata considerata tale anche il suo opposto, in assenza di formulazioni definitive).
E tu come fai a dirlo? Non possiamo fare la storia con i “ragionevolmente sarebbe stata”.
Come ti ricorderai ad esempio, Ireneo di Lione, il discepolo di un discepolo di San Giovanni, ritiene che con la Chiesa di Roma debba necessariamente essere d'accordo ogni altra Chiesa, quindi si può ritenere che posizioni seppur arcaiche di infallibilità papale ci siano state fin dal I-II secolo.
E questo non è soggettivismo? Ireneo di Lione diceva questo e quindi necessariamente dobbiamo considerarlo valido alla stessa stregua del Nuovo Testamento?
Ma queste sono opinioni, visto che il problema non era mai sorto. Inoltre, considera sempre che il dogma dell'infallibilità papale è uscito da un concilio ecumenico per cui anche per la Chiesa antica sarebbe stato verità di fede.
Ma il punto non è se sarebbe o no stato considerato verità di fede, il punto è che non è mai stato formulato anticamente come verità di fede. E questo è un dato storico.
Direi che a questo punto dovresti ammettere che ti stai sbagliando. L'infallibilità papale ha messo in luce le vostre incongruenze.
In ogni caso, la questione che volevo puntualizzare era che, sebbene i cattolici ritengano vere dottrine che (alcune più di altre) si possono riscontrare (magari solo in stato larvale) storicamente in comunità primitive,

Lo stato larvale può apparire solo in una costruzione teologica successiva già strutturata per evidenziarlo.
le dottrine protestanti del sola scriptura e dell'illuminazione privata non trovano invece il benché minimo riscontro, e per questo la ragionevolezza che esse possano essere appartenute ai primi cristiani è pressoché nulla.

Il sola Scriptura va inteso come ti ho detto ed i protestanti non lo vogliono certo attribuire alla Chiesa di Cristo dei primi decenni successivi alla Risurrezione, visto che a quei tempi le Scritture non erano ancora state scritte. E così per l'illuminazione privata che interpreta una Scrittura ancora inesistente.
Inoltre, stavamo parlando della "storia" secondo i cattolici e secondo i protestanti. I cattolici dicono che una particolare chiesa era l'unica autorevole, e questa era quella che si basava sulla successione episcopale. Essi dicono che questa chiesa ha finito per essere quella preminente perché guidata dallo Spirito, ecc ecc. Ora, che fosse guidata dallo Spirito è indimostrabile, ma che fin dai primi secoli sia esistita questa chiesa e che abbia finito per essere quella preminente è un dato storico.
Ma questo i protestanti non lo negano, invece negano che il criterio identificativo della successione apostolica sia il solo valido.
I protestanti invece ritengono che gli apostoli credevano in alcune dottrine che si sono subito corrotte già dalla fine del I secolo, perché lo Spirito non le ha seguite, e sono sostanzialmente sopravvissute solo chiese eretiche, mentre loro vogliono tornare a quella che secondo loro era la chiesa primitiva. Ora, anche qui il fatto che lo Spirito non si sia mantenuto è indimostrabile, ma stavolta manca anche il riscontro storico della loro storia (l'esistenza di una comunità primitiva con le dottrine protestanti),
Quali dottrine protestanti? Il sola Scriptura no, perché la scrittura non esisteva ancora e tantomeno l'illuminazione dello Spirito per interpretarla. Quindi quali sarebbero queste fantomatiche dottrine protestanti che le prime comunità cristiane non potevano avere?
ed è esattamente per questo che la storia cattolica è più ragionevole e non può certo essere messa allo stesso livello (tanto più che poi inspiegabilmente la "comunità primitiva fantasma" dei protestanti fatal caso avrebbe considerato canonici esattamente quei testi che dopo 3-4 secoli, sarebbero stati selezionati come tali da una delle molte chiese eretiche). Poi tu potrai anche voler fare solo un discorso teologico, ma se io nella mia vita devo dare un giudizio su una religione considero tutti gli elementi e non ha senso fermarmi solo ad alcuni. Per cui se proprio insisti io posso anche essere d'accordo che la teologia protestante ha il suo senso, esattamente come ha senso quella cattolica,
Bene, mi fa piacere che tu lo ammetta, fallo capire anche agli altri cattolici, è importante per il dialogo ecumenico.
ma tu devi ammettere che, da un punto di vista globale è molto più ragionevole la storia cattolica visto che quella protestante non ha riscontro alcuno (il che è esattamente quello che mi premeva dire).
Sì sono d'accordo che la visione cattolica sia globalmente più ragionevole di quella protestante, altrimenti diventerei protestante, ma quest'ultima ha una notevole coerenza, non è irragionevole come si è voluto far apparire, ed ha anch'essa dei riscontri storici.
Tu sei un cattolico ragionevole, non sei chiuso in un dogmatismo preconciliare come altri.
Sapevo che saremmo arrivati ad una certa convergenza di pensiero.
Ora, io ti chiedo perché mai noi dovremmo focalizzarci solo su questi, visto che le loro dottrine discendono dal parere soggettivo di particolari figure come Lutero o Calvino che non hanno certo nulla di speciale rispetto a qualunque altro protestante che si approcci al problema di quali dottrine credere, seguendo il principio dell'illuminazione privata.

Beh ho parlato essenzialmente dei protestanti classici per non allungare post già troppo lunghi. Potremmo parlare anche degli altri, ma, facendo alcune precisazioni, la sostanza del discorso non cambierebbe, porterebbe alle stesse conclusioni.
Il succo della questione poi è comunque lo stesso: prima si scelgono soggettivamente il loro canone e le dottrine, e solo a posteriori dicono che esse sono in gran parte condivise con la Grande Chiesa. Ma allora non è perché la Grande Chiesa aveva quelle dottrine che loro ci credono (alcune sì e altre no), questa è solo una coincidenza, il vero motivo è semplicemente che così avevano scelto loro, a priori, e del tutto soggettivamente. Per cui se ti chiedo perché i protestanti hanno certe dottrine, non ha senso rispondere "perché tutto sommato la Grande Chiesa aveva scelto bene"... per sapere che aveva scelto bene devi già sapere in quali dottrine credi, quindi quello non c'entra nulla con le motivazioni che ti fanno credere in quelle dottrine (che invece sono totalmente soggettive).
Beh, le dottrine protestanti sono nate storicamente in una certa epoca, successiva a quella apostolica, ma non potendo dimostrare che lo Spirito ad un certo punto della storia abbia preso una direzione diversa, dobbiamo considerarle accettabili come le nostre.
E perché dovremmo focalizzarci solo su quelli classici, se anche gli altri sono allo stesso modo protestanti in quanto allo stesso modo ne seguono perfettamente i principi basilari della fallbilità ed incertezza totale e dell'illuminazione privata?
Perché alla fine arriveremmo alle stesse conclusioni a cui siamo arrivati con quelli classici.
Inoltre, se vuoi focalizzarti solo su i protestanti del dopo riforma, allora ti consiglio di leggerti quello che aveva scritto in proposito Polymetis, visto che analizzava proprio questa categoria particolare... a me invece interessava il discorso generale, visto che la discussione era partita parlando proprio dei protestanti in generale.
L'ho già letto, ed ho già in parte risposto, ma se non si sforza di accorciare i suoi post, non ho materialmente il tempo di rispondere a tutto.
Io invece ritengo che i protestanti non abbiano ragione proprio perché è il loro concetto di purezza iniziale che, rifacendosi ad una visione del cristianesimo legata all'illuminazione privata, al sola scriptura e a concetti similari, non trova alcun corrispettivo nel cristianesimo primitivo.

Come ti ho detto questo non lo ritengono neanche loro.
Se invece per purezza iniziale intendi focalizzarsi sull'essenza di Amore del messaggio cristiano, allora primo non c'entra la particolare visione dei protestanti rispetto quella degli altri cristiani, e secondo il fatto di focalizzarsi sull'essenza di Amore non è in realtà un tornare all'inizio ma è invece un riconoscere dove ci hanno portato 2000 anni di riflessioni (di cui 1500 di cattolicesimo), e quindi anche in questo senso "focalizzarsi sul solo Amore" non equivale affatto a "tornare alle origini".
Beh, il messaggio è sempre lo stesso da 2000 anni, cambiano solo i modi di comunicarlo, oggi usiamo parole diverse, ma l'essenza non cambia. Approfondire la riflessione teologica è servito per migliorare la comunicazione e portarla agli uomini di tutti i tempi adattandola ai vari contesti.
Infine, io sono convintissimo che una delle grandezze del cattolicesimo sia stata proprio quella di affrontare il problema religioso e la propria particolare religione così a fondo sotto il profilo filosofico, perché questo ci ha permesso di non rimanere statici e anzi di evolvere, di affinare la nostra teologia, e non meno importante, il cattolicesimo è l'unica religione che nei secoli ha cercato così profondamente di fondare razionalmente le proprie credenze attraverso, appunto, la speculazione filosofica. E questo è un merito indiscusso, a mio modestissimo avviso...
Sì, sono d'accordo che la filosofia sia un elemento caratterizzante e qualificante della riflessione teologica cattolica, ma non dobbiamo trasformarla nell'essenza del messaggio. La filosofia è un aiuto, uno strumento che ci serve per capire meglio la nostra fede, non ne è l'oggetto.
Per questo è assurdo aver trasformato il dialogo ecumenico in una banale disputa filosofica, come si è fatto qui.

Un saluto
Vittorio
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Siegil
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Messaggio da Siegil »

Victor67 ha scritto:Dal punto di vista teologico il parere che Gesù fosse un alieno è perfettamente equivalente a quello che non lo sia. Le credenze religiose non hanno di certo bisogno della ragionevolezza storica.
Eccome se ne hanno bisogno. Forse (e dico forse) non hanno bisogno di dimostrazioni, ma ragionevolezza? Certo che sì, e non solo storica.
Victor67 ha scritto:Il mio discorso era partito dalla constatazione che un protestante, Agabo, veniva attaccato da più cattolici che gli contestavano la presunta irragionevolezza delle sue affermazioni di fede. Io sono intervenuto come cattolico in sua difesa perché ritenevo assurde ed indimostrabili le contestazioni che gli venivano mosse dagli appartenenti alla mia stessa Chiesa, e lo ritengo ancora. Trovo sia un modo sbagliato di porsi nei confronti di chi professa una fede diversa dalla nostra, che non può essere ridotta ad una filosofia da dimostrare più vera delle altre. La cosa mi sembrava ancora più assurda considerando il valore attribuito dagli studiosi al pensiero protestante in ambito esegetico e teologico. Nessuno studioso può evitare di confrontarsi con personaggi come Bultmann, sia per accettare che per rifiutare le sue tesi.
Eppure tu stesso concordi che i principi protestanti implicano la totale apertura del canone, e che quindi un protestante ha un canone aperto anche se (per ignoranza, tue parole) crede il contrario (come un Testimone di Geova o un fondamentalista convinto dell'inerranza biblica e che la Terra abbia 6000 anni). E hai ammesso che, se costui crede di avere un canone chiuso, questo suo parere è incoerente, e tale sarà perciò anche il sistema globale di dottrine a cui crede (visto che contiene sia i principi protestanti, che la non-apertura del canone, e che queste dottrine si contraddicono).

Hai inoltre ammesso che i principi protestanti portano ad un relativismo assoluto, e che quindi un protestante deve ritenere le dottrine in cui crede fondamentalmente incerte, visto che gli sono dettate dalla propria analisi interiore, e che non ha garanzie di sapere se una particolare dottrina gli viene dall'illuminazione dello Spirito o se è solo un suo parere. Perciò anche in questo caso, un protestante che ritenga certe le sue dottrine è (per ignoranza) incoerente.

Ora, è chiaro che qualsiasi credenza incoerente non può essere vera, perché ciò che è vero deve essere per forza anche coerente.

Esistono quindi esempi di sistemi di credenze (e di protestanti) incoerenti. Tali sistemi non si riferiscono ai principi basilari protestanti della fallibilità, incertezza e illuminazione privata, se questi sono presi da soli (e prego notare l'assenza del Sola Scriptura, che è troppo ambiguo), ma si riferiscono ai sistemi finali ottenuti aggiungendo a questi principi altre credenze che con essi si contraddicono (come la certezza delle dottrine, o la non-apertura del canone). Se questi sistemi di credenze sono incoerenti, di certo non possono rispecchiare completamente la verità: le dottrine in essi contenute non possono essere tutte vere.

E' chiaro quindi che ha perfettamente senso discutere sulla coerenza (e quindi sulla possibile veridicità) di un certo sistema dottrinale: non tutti sono equivalenti dal punto di vista della verità, alcuni sono meno ragionevoli di altri, e alcuni sistemi dottrinali sono proprio incoerenti, e quindi, se non vengono in qualche modo corretti, certamente non possono essere veritieri. La discussione quindi, ripeto, ha perfettamente senso.

Tutto questo era un discorso generale. Riguardo lo specifico caso di Agabo, posso solo dire una cosa a questo punto: concorda sull'apertura del canone? Concorda col completo relativismo dottrinale? Concorda col ritenere fondamentalmente incerta ogni dottrina in cui crede, compreso il canone a cui si rifà? E, se posso aggiungere (collegandomi a quanto hai detto più sopra), concorda che le credenze religiose non hanno bisogno di ragionevolezza? Ne soprattutto di ragionevolezza storica?
Victor67 ha scritto:
No, il concetto di successione apostolica viene invece considerato eccome, non cambia niente cambiando le definizioni. Ti spiego meglio. Se tu definisci "Chiesa di Cristo" l'insieme di tutti coloro che reputano Cristo il Messia Salvatore, allora non stai raggruppando solo la setta proto-ortodossa o la Grande Chiesa ma anche tutte le altre sette o chiese (o comunque la stragrande maggioranza) che questa riteneva eretiche: dalle correnti cristiane, a quelle più giudaizzanti, e almeno fino ad un certo punto anche quelle gnostiche. Con una definizione così generale sorgono allora due problemi fondamentali: primo non puoi più sapere quali sono le dottrine "eretiche" od "ortodosse" per la Chiesa di Cristo, visto che esse variano molto a seconda della particolare comunità. Secondo, il discorso del canone non cambia affatto, perché non è stata la "Chiesa di Cristo" a selezionarlo, ma solo "un sottogruppo che riteneva di essere l'unico di autorevole per via della successione episcopale".
La mia definizione di Chiesa di Cristo era: “l'insieme delle persone che hanno riconosciuto Gesù risorto come il messia di Israele, dalle origini fino ad oggi, unite a Cristo stesso.”
Ho inventato questa definizione non perché mi interessasse parlare di tutte le varie chiese cristiane identificabili con quella definizione, ma semplicemente per evitare di usare il termine Grande Chiesa che ai fini del nostro discorso ci stava creando incomprensioni. In definitiva nella mia definizione di Chiesa di Cristo devi limitarti al ramo apostolico da cui poi sarebbe scaturita la Grande Chiesa come la intendono gli storici. Evitiamo però di evidenziare l’aspetto della successione apostolica, sappiamo che esso esiste nella Chiesa di Cristo, che è importante per gli storici, ma ripeto non menzioniamolo, altrimenti non ci capiamo.
Nella teologia protestante, che stiamo cercando di capire, la successioene apostolica è considerata eretica, per questo pur essendo presente storicamente, non mi interessa evidenziarla, essa è un aspetto marginale per il discorso teologico protestante.
Il vostro errore è quello di utilizzare un concetto cattolico, la successione episcopale, per giudicare la teologia protestante. Io non posso dire ad un protestante che è illogico perché non considera valida l’ordinazione episcopale, visto che tale assunto costituisce uno dei suoi indimostrabili postulati di partenza. Quello che viene contestato dal protestante non è la storicità dell’ordinazione, quello è un dato di fatto, ma la sua validità, e questa è indimostrabile.
Quindi ripeto: non è la Grande Chiesa ad aver selezionato il canone ma la Chiesa di Cristo che si autoidentificava essenzialmente attraverso la predicazione del Vangelo, oltre che per la successione apostolica.
I testi canonici non sono diventati tali solo perché è esistita una autorità che li ha selezionati, ma per tre motivi che Metzger definisce in questo modo:
-ortodossia ovvero erano conformi all’insegnamento originario di Gesù e degli apostoli;
-apostolicità, ovvero erano stati scritti dagli apostoli o da loro collaboratori o a loro attribuiti;
-uso continuo nelle chiese.
Ovvio che la scelta di tali criteri e non altri sia una decisione autoritaria dei vescovi, ma essi sono comunque coerenti con una constatazione oggettiva, un fenomeno che si manifestava già all'interno delle varie chiese. L’autorità episcopale non ha fatto nient’altro che riconoscere quello che già si verificava all’interno delle varie comunità della Chiesa di Cristo. Quindi la formazione del canone, anche storicamente, non deve essere definita come la scelta arbitraria di un gruppo di vescovi riuniti in concilio, ma il riconoscimento di un dato di fatto. E’ la stessa cosa che succede per le opere letterarie. Perché nelle scuole leggiamo la Divina Commedia, i Promessi Sposi e non l’ultimo romanzetto? Esiste un canone anche delle opere letterarie. Certi testi hanno una qualità che viene percepita con un ampio consenso dai lettori. La stessa cosa è avvenuta per il canone biblico. Ci sono state storicamente alcune comunità che hanno riconosciuto i testi che poi sono diventati canonici come testi autorevoli. Successivamente, per dirimere alcune questioni legate all’inclusione di alcuni testi piuttosto che altri, i vescovi con la loro autorità hanno fissato il canone che conosciamo.
Voi fate l’errore di partire da un canone stabilito dogmaticamente dal Concilio di Trento (anch’esso comunque aperto solo in aggiunta) per giudicare un canone protestante aperto. Ovvero usate un dogma cattolico per giudicare una teologia non dogmatica protestante. Questo è il vostro errore logico.
il Vangelo di Tommaso era considerato autorevole da una parte della "Chiesa di Cristo", quella corrispondente ad alcune comunità gnostiche, e non conteneva affatto dottrine eretiche per quelle comunità.
Assolutamente no, perché non rispondeva ai criteri che ti ho indicato.
Ma perché alcune dottrine del Credo sono condivise e altre no? C'è qualche motivo oggettivo dietro, per scartare quelle che hanno scartato e tenersi le altre? La risposta è no, hanno scelto le dottrine che semplicemente parevano loro corrette secondo la loro dottrina dell'illuminazione privata.

Il criterio di selezione è legato alla comparazione con i testi che fanno parte del Nuovo Testamento, che non sono stati scelti da un insieme di vescovi, ma da varie comunità che li usavano come criterio di autoidentificazione, assieme al criterio di ordinazione episcopale, ma come ti ho detto questo criterio, essendo eretico, non deve essere preso in considerazione. Il fatto che i padri conciliari considerassero infallibili le loro scelte non significa che lo fossero veramente. Ed è proprio questo criterio indimostrabile che viene contestato dai protestanti.
Il criterio fondamentale per identificare una nuova chiesa cristiana non è la successione apostolica, ma la fede nei dogmi principali come la Risurrezione, l’Incarnazione, la divinità di Cristo, la presenza dello Spirito, il sacramento del battesimo. La successione apostolica è solo un complemento. Io posso fondare una nuova chiesa battezzando personalmente dei nuovi fedeli senza avere un vescovo. Se ho un vescovo su un territorio e nessun fedele, non ho una comunità, ho solo un vescovo. Il concetto di Grande Chiesa evidenzia un solo aspetto, quello della successione episcopale, ma ne trascura altri, ben più essenziali, che sono l’adesione ai dogmi fondamentali. Una comunità con a capo un vescovo regolarmente ordinato non appartiene alla Chiesa solo perché esiste un vescovo, ma perché questo vescovo predica le vere dottrine apostoliche, tant’è che se egli non predicasse più le dottrine tradizionali, diventerebbe un vescovo eretico, ed uscirebbe pertanto automaticamente dalla Chiesa stessa. Se ho un concilio fatto da vescovi regolarmente ordinati, ma tutti eretici, ad esempio negatori della Trinità, non ho più un concilio valido.
Quindi quello che voglio dire è che loro non credono nelle dottrine del Credo, ma casomai in quelle di un Credo di loro invenzione.
I protestanti credono ad esempio alla Risurrezione nello stesso modo in cui ci crediamo noi, stessa cosa per la Trinità, e tutti i dogmi più importanti. Non ci sono differenze teologiche.
Il fatto poi che condividano gran parte delle dottrine è solo dovuto a una coincidenza, visto che comunque loro hanno scelto quelle che gli sembravano (del tutto arbitrariamente) corrette.
Le hanno scelte quasi tutte e non arbitrariamente ma confrontandole con le Scritture.
Ma perché viene condiviso? Perché hanno scelto quei libri e non altri? Perché hanno scartato i deuterocanonici invece di tenerseli? Quali sono i motivi oggettivi alla base di queste scelte, se non la completa arbitrarietà personale? E se si basano su quel canone perché era quello che aveva selezionato "un sottogruppo che riteneva di essere l'unico di autorevole per via della successione episcopale", perché lo fanno? E perché questa dottrina sì e altre no?
L'ho già detto ampiamente: perché loro si sentono la vera Chiesa di Cristo, quella che ha selezionato il canone, ma depurato secondo una teologia particolare, più vicina a quella del primo secolo.
In definitiva devi considerare il canone come un punto di arrivo nella storia. La comunità che lo ha selezionato si autoidentificava non solo attraverso la successione apostolica, ma soprattutto attraverso l'adesione ad alcune dottrine riportate nel canone stesso. Il canone è solo un prodotto finale di un processo, non è la partenza, come erroneamente dite voi.
Inoltre il mio discorso era anche un altro. La storia dei protestanti si basa unicamente sul fatto che, secondo la loro interpretazione, le dottrine apostoliche non erano (interamente) quelle della Chiesa Cattolica, ma (parzialmente) altre. Per dedurre quali dottrine secondo loro non erano apostoliche e quali invece sì, loro non si basano su riscontri storici, ma unicamente su delle loro particolari interpretazioni del Nuovo Testamento.
Si basano sull'importante riscontro storico che è il Nuovo Testamento. E' ovvio che debba essere interpretato in un certo modo. Ma anche noi cattolici forse non lo interpretiamo in modo particolare così che da esso facciamo scaturire ad esempio l'infallibilità papale?
Quindi, senza il Nuovo Testamento, loro non potrebbero giustificare la loro visione nemmeno dal punto di vista meramente soggettivo, e quindi cascherebbe davvero tutto.
No perché come ho detto, non è vero che essi abbiano il Nuovo Testamento come unico riferimento, hanno anche ampia parte della nostra stessa Tradizione. La dottrina del battesimo ai bambini ne è un esempio, visto che viene condivisa dai protestanti classici.
Per questo il canone è centrale. Ed è appunto divertente come in realtà abbiamo appurato che un protestante serio dovrebbe ammettere l'apertura e soggettività del proprio canone, per cui egli non ha nessun indizio oggettivo per sapere se i libri da cui lui, interpretando a modo suo, trae la sua visione, siano effettivamente quelli che hanno più probabilità di descrivere genuinamente il cristianesimo primitivo.
Perché invece noi abbiamo indizi oggettivi? La successione apostolica garantisce oggettività? Nessuno sa veramente quale fosse la dottrina predicata dagli apostoli, non abbiamo le registrazioni dei loro dialoghi, ed anche se le avessimo, le loro parole sarebbero sempre interpretabili in modi diversi.
Senza contare ovviamente che, come non cessa mai di notare Polymetis, tutto questo genera un circolo logico assurdo: per sapere quali libri fanno parte del tuo canone, li devi scegliere soggettivamente vedendo quali secondo te rispecchiano il cristianesimo primitivo. Ma per costruirti una tua visione del cristianesimo primitivo, devi già aver previamente deciso quali libri per te hanno più probabilità di descrivere genuinamente le comunità apostoliche, e quindi, dovresti già esserti definito un canone.
Questa operazione non è necessaria perché è già stata fatta dalla Chiesa di Cristo, e pienamente accettata dai protestanti.
Il circuito logico c’è nella visione distorta che avete, che confonde il dato puramente storico con quello teologico. Direi che voi usate un criterio ideologico che mischia storia e teologia per farne apparire una visione apparentemente incoerente, ma in realtà fortemente distorta. Chi studia la storia della nostra chiesa e di quella protestante senza pregiudizi nota subito la forte connotazione ideologica delle vostre affermazioni. Per scegliere come dici tu i libri del canone i vescovi riuniti in concilio quale criterio oggettivo hanno usato? Non hanno forse deciso in ultima analisi soggettivamente? Se hanno preso certe decisioni non lo hanno fatto unicamente in base alle loro convinzioni personali? Uno storico può forse dimostrare che i padri conciliari fossero illuminati dallo Spirito? Se i protestanti hanno scelto di non accettare i deuterocanonici lo hanno fatto unicamente per motivi teologici. I padri conciliari non hanno fatto lo stesso?
Non stavo confondendo nulla, infatti stavo solo dicendo che, poiché la visione protestante non ha riscontri storici, l'unica cosa su cui si basa è appunto la teologia, che a sua volta si basa unicamente su particolari interpretazioni del canone. Quindi il canone è centrale, perché se lo levi, i protestanti non potrebbero giustificare la loro visione nemmeno dal punto di vista teologico-soggettivo.
Il canone è centrale nel senso che è la scrittura, ma la sua formazione non è un problema, derivando dalla stessa Chiesa di Cristo da cui deriva la nostra. In definitiva abbiamo una base comune che ad un certo punto della storia si è separata per motivi teologici. E' più o meno quello che è avvenuto in passato con gli ebrei. Inizialmente i cristiani erano parte del popolo ebraico, poi quando le visioni teologiche divennero troppo divergenti, costituirono una setta separata dagli ebrei.
Ovviamente intendevo motivi oggettivi: per un protestante non ci sono motivi oggettivi per cui alcuni scritti (quelli che si sceglie nel canone) hanno una maggior probabilità di descrivere genuinamente la chiesa delle origini, perché appunto, reputa alcuni libri migliori di altri per motivi del tutto soggettivi (illuminazione privata).
Ed i vescovi riuniti in concilio non erano forse illuminati dallo Spirito quando hanno selezionato il canone? Come facciamo a sapere quale sia la direzione giusta che ha preso lo spirito? Quella protestante o la nostra? Possono dircelo gli storici?
Altrimenti, sto ancora aspettando di sapere quali motivi oggettivi ci sarebbero perché un protestante debba condividere proprio il canone selezionato dal "sottogruppo che riteneva di essere l'unico di autorevole per via della successione episcopale".
Motivi oggettivi? E quali sarebbero i nostri motivi oggettivi? Credere all’infallibilità dei concili è oggettivo? Quali sarebbero le prove oggettive che legittimano questa credenza? Questa è una scelta del tutto soggettiva, esattamente come quella dei protestanti.
Sì ma perché pochissime erano eretiche e non molte? Perché quelle e non altre? Poiché qualunque dottrina di un concilio non ha la garanzia di essere ortodossa, e non lo è completamente nemmeno la scelta del canone, perché i protestanti dovrebbero attenersi alla scelta fatta per il canone del Nuovo Testamento? La risposta è che non c'è nessun motivo oggettivo, e che l'unico motivo è che così hanno scelto loro, del tutto soggettivamente.
E quale sarebbe il motivo oggettivo dei padri conciliari? L'unica oggettività è l'utilizzo dei tre criteri evidenziati da Metzger, ma anche questi in definitiva sono criteri soggettivi, cosa impediva ai Padri di sceglierne altri? Perché proprio quei tre?
Quindi non è che loro si tengono il canone perché il gruppo che l'ha scelto aveva azzeccato quasi tutto, perché anche se fosse non si vede perché avrebbe azzeccato proprio quello.
E' chiaro che il criterio di selezione dei protestanti è basato su una teologia diversa da quella cattolica, e pensata da Lutero e seguaci, ma non si vede perché questa teologia dovrebbe avere meno possibilità di essere la vera teologia sancita dallo Spirito rispetto a quella della successione apostolica. Entrambe le teologie sono indimostrabili, esattamente come è indimostrabile storicamente che Gesù fosse o meno un alieno.
La realtà è semplicemente che loro si sono scelti soggettivamente le dottrine che piacevano di più a loro (canone compreso), e solo a posteriori possono dire che il gruppo che aveva selezionato il canone più o meno sceglieva dottrine corrette, ma quello non c'entra niente nel loro procedimento di selezione delle dottrine in cui credere.
Lutero, illuminato dallo Spirito, si è scelto la sua teolgia che gli ha permesso di modificare il canone, lui si è sostituito all'autorità del Papa, in pratica è diventato come un papa nel esegesi scritturale, ma tu puoi dimostrare che si stesse sbagliando? Ovvero puoi dimostrare storicamente che lo Spirito abbia assisitito solo il Papa e non Lutero?
Purtroppo non ha senso che sia così, perché il concilio non rappresentava l'intera "Chiesa di Cristo" (definizione tua), ma solo il "sottogruppo che riteneva di essere l'unico di autorevole per via della successione episcopale". Se per te l'unico criterio fondamentale di validità di un concilio è che i suoi membri appartengano alla "Chiesa di Cristo" e predichino il Vangelo, allora dovrebbe essere valido anche un qualsiasi concilio tenuto da Chiese diverse dal "sottogruppo che riteneva di essere l'unico di autorevole per via della successione episcopale" (mi sto stancando, posso usare il termine Grande Chiesa per definirlo? O almeno, non so, "Chiesa Episcopale"?), ad esempio un concilio ariano, uno gnostico, valentiniano, ebionita, marciano, manicheo, ecc... anche loro predicavano Cristo come Messia e Salvatore.
Assolutamente no, perché un concilio ariano, gnostico, valentiniano, ebionita, marciano, manicheo, non predicavano il Vangelo, che è solo quello contenuto nel Nuovo Testamento e non nei vangeli gnostici, ariani, valentiniani, ecc. il Nuovo Testamento è stato selezionato dalla Chiesa di Cristo, ma non soltanto come decisione autoritaria di alcuni vescovi, bensì come insieme di testi che venivano riconosciuti autorevoli dalle varie comunità della stessa Chiesa di Cristo, come ho già detto.
Secondo, ora sei tu che confondi la storia con la teologia. Avevi scritto "i documenti del Nuovo Testamento sono anche storicamente quelli più importanti per stabilire le credenze dei primi cristiani.", al che, visto che tiravi in ballo il discorso storico per giustificare la scelta di quei particolari testi, ti ho risposto che non era affatto vero, perché i primi cristiani erano divisi in varie sette e i libri del NT erano caratteristici solo di una di queste, per cui, storicamente non è vero che il NT è più importante per descrivere le credenze dei primi cristiani. E ora tu mi rispondi ripiegando sul discorso teologico, che qui proprio non c'entra, visto che si parlava di quali libri sono storicamente più importanti...
I libri del Nuovo Testamento sono storicamente più importanti per definire i cristiani appartenenti alla Chiesa di Cristo, non alle chiese gnostiche o altre. Gli appartenenti alla Chiesa di Cristo si sono scelti dei testi autorevoli con i tre criteri che ti ho detto indicati da Metzger, e tali testi sono anche storicamente i più importanti, a differenza della letteratura patristica, cronologicamente successiva nonché meno autorevole nelle comunità della Chiesa di Cristo successive al I sec.
Primo, non è affatto vero che se uno scritto viene letto nella liturgia di un gruppo religioso allora è automaticamente più importante di altri sotto un profilo storico per studiare quel particolare gruppo.
Ma io non ho detto questo, ho detto che gli scritti neotestamentari, siccome storicamente sono più antichi degli scritti patristici, venivano letti nelle comunità del I sec. Per questo sono più importanti degli scritti patristici, perché sono l'attestazione storica di una letteratura più antica considerata autorevole. Come facevano gli scritti patristici ad essere considerati autorevoli al pari di quelli neotestamentari, se non erano ancora stati scritti?
Infatti, un documento letto nelle liturgie potrebbe essere anche una semplice preghiera, mentre un documento che non viene letto nelle assemblee potrebbe invece descrivere benissimo le usanze, i riti, e le dottrine di un gruppo religioso.

Secondo, non è nemmeno vero che gli scritti del NT sono quelli caratterizzati dal venir letti nelle assemblee dei cristiani del primo secolo. Sia perché, come ho detto, c'erano varie sette cristiane e tu invece vorresti intenderne solo una, e sia perché anche limitandoci alla sola setta proto-ortodossa (che comunque, visto che si basava sulla successione episcopale per auto-referenziarsi, sarebbe eretica al pari delle altre), il discorso non è ugualmente vero.
Come ho detto non è eretica globalmente, ma sono eretiche alcune sue dottrine e per “eretica” non intendo una dottrina che comporta una scomunica, ma semplicemente una dottrina non infallibile estranea alla Chiesa di Cristo del I sec.
Infatti nel NT sono presenti alcuni scritti risalenti alla fine del I secolo e quindi non erano certamente letti durante il I secolo, ma non solo, devi sapere che la seconda lettera di Pietro è pseudoepigrafa e risalente ai primi decenni del II secolo. Inoltre, ci sono altri scritti come le lettere di Clemente che invece risalgono al I secolo e venivano lette nelle assemblee (ed è ancora così oggi, in alcune chiese ortodosse, che infatti le considerano parte del canone, come la chiesa ortodossa copta), e probabilmente vale lo stesso anche per le lettere di Ignazio di Antiochia e di Policarpo di Smirne che erano indirizzate, come le lettere di Paolo, a particolari comunità cristiane. Inoltre, se non ci limitiamo al I secolo scopriamo che c'erano sicuramente anche altri scritti che non fanno parte del canone odierno ma che venivano letti nelle assemblee, infatti fino alla sua stabilizzazione il canone ha avuto un contenuto variabile a seconda della particolare comunità. Praticamente qualunque testo oggi ritenuto apocrifo veniva letto in qualche comunità (magari non appartenente alla Chiesa proto-ortodossa, ma pur sempre all'interno della "Chiesa di Cristo" per come la definisci tu), e anche limitandosi alla sola setta proto-ortodossa ci è pervenuto ad esempio il canone muratoriano che indica, non solo come alcuni scritti oggi canonici non lo erano ritenuti nelle comunità conosciute dall'autore, ma anche che l'Apocalisse di Pietro era invece considerata canonica.
Non c'è bisogno che tu mi dica queste cose, perchè sono contenute nel libro di Metzger e fanno parte della storia del canone. La Chiesa di Cristo ha impiegato almeno due secoli per definire il canone come lo usiamo oggi. Ed è giunta ad una conclusione pienamente condivisa dai protestanti.
dicevo, anche l'infallibilità papale pur non essendo stata formulata nel primo secolo (come la Trinità del resto), è una dottrina che ragionevolmente sarebbe stata considerata ortodossa da sempre (seppur sarebbe stata considerata tale anche il suo opposto, in assenza di formulazioni definitive).
E tu come fai a dirlo? Non possiamo fare la storia con i “ragionevolmente sarebbe stata”.
Come ti ricorderai ad esempio, Ireneo di Lione, il discepolo di un discepolo di San Giovanni, ritiene che con la Chiesa di Roma debba necessariamente essere d'accordo ogni altra Chiesa, quindi si può ritenere che posizioni seppur arcaiche di infallibilità papale ci siano state fin dal I-II secolo.
E questo non è soggettivismo? Ireneo di Lione diceva questo e quindi necessariamente dobbiamo considerarlo valido alla stessa stregua del Nuovo Testamento?
Ma queste sono opinioni, visto che il problema non era mai sorto. Inoltre, considera sempre che il dogma dell'infallibilità papale è uscito da un concilio ecumenico per cui anche per la Chiesa antica sarebbe stato verità di fede.
Ma il punto non è se sarebbe o no stato considerato verità di fede, il punto è che non è mai stato formulato anticamente come verità di fede. E questo è un dato storico.
Direi che a questo punto dovresti ammettere che ti stai sbagliando. L'infallibilità papale ha messo in luce le vostre incongruenze.
In ogni caso, la questione che volevo puntualizzare era che, sebbene i cattolici ritengano vere dottrine che (alcune più di altre) si possono riscontrare (magari solo in stato larvale) storicamente in comunità primitive,

Lo stato larvale può apparire solo in una costruzione teologica successiva già strutturata per evidenziarlo.
le dottrine protestanti del sola scriptura e dell'illuminazione privata non trovano invece il benché minimo riscontro, e per questo la ragionevolezza che esse possano essere appartenute ai primi cristiani è pressoché nulla.

Il sola Scriptura va inteso come ti ho detto ed i protestanti non lo vogliono certo attribuire alla Chiesa di Cristo dei primi decenni successivi alla Risurrezione, visto che a quei tempi le Scritture non erano ancora state scritte. E così per l'illuminazione privata che interpreta una Scrittura ancora inesistente.
Inoltre, stavamo parlando della "storia" secondo i cattolici e secondo i protestanti. I cattolici dicono che una particolare chiesa era l'unica autorevole, e questa era quella che si basava sulla successione episcopale. Essi dicono che questa chiesa ha finito per essere quella preminente perché guidata dallo Spirito, ecc ecc. Ora, che fosse guidata dallo Spirito è indimostrabile, ma che fin dai primi secoli sia esistita questa chiesa e che abbia finito per essere quella preminente è un dato storico.
Ma questo i protestanti non lo negano, invece negano che il criterio identificativo della successione apostolica sia il solo valido.
I protestanti invece ritengono che gli apostoli credevano in alcune dottrine che si sono subito corrotte già dalla fine del I secolo, perché lo Spirito non le ha seguite, e sono sostanzialmente sopravvissute solo chiese eretiche, mentre loro vogliono tornare a quella che secondo loro era la chiesa primitiva. Ora, anche qui il fatto che lo Spirito non si sia mantenuto è indimostrabile, ma stavolta manca anche il riscontro storico della loro storia (l'esistenza di una comunità primitiva con le dottrine protestanti),
Quali dottrine protestanti? Il sola Scriptura no, perché la scrittura non esisteva ancora e tantomeno l'illuminazione dello Spirito per interpretarla. Quindi quali sarebbero queste fantomatiche dottrine protestanti che le prime comunità cristiane non potevano avere?
ed è esattamente per questo che la storia cattolica è più ragionevole e non può certo essere messa allo stesso livello (tanto più che poi inspiegabilmente la "comunità primitiva fantasma" dei protestanti fatal caso avrebbe considerato canonici esattamente quei testi che dopo 3-4 secoli, sarebbero stati selezionati come tali da una delle molte chiese eretiche). Poi tu potrai anche voler fare solo un discorso teologico, ma se io nella mia vita devo dare un giudizio su una religione considero tutti gli elementi e non ha senso fermarmi solo ad alcuni. Per cui se proprio insisti io posso anche essere d'accordo che la teologia protestante ha il suo senso, esattamente come ha senso quella cattolica,
Bene, mi fa piacere che tu lo ammetta, fallo capire anche agli altri cattolici, è importante per il dialogo ecumenico.
ma tu devi ammettere che, da un punto di vista globale è molto più ragionevole la storia cattolica visto che quella protestante non ha riscontro alcuno (il che è esattamente quello che mi premeva dire).
Sì sono d'accordo che la visione cattolica sia globalmente più ragionevole di quella protestante, altrimenti diventerei protestante, ma quest'ultima ha una notevole coerenza, non è irragionevole come si è voluto far apparire, ed ha anch'essa dei riscontri storici.
Tu sei un cattolico ragionevole, non sei chiuso in un dogmatismo preconciliare come altri.
Sapevo che saremmo arrivati ad una certa convergenza di pensiero.
Ora, io ti chiedo perché mai noi dovremmo focalizzarci solo su questi, visto che le loro dottrine discendono dal parere soggettivo di particolari figure come Lutero o Calvino che non hanno certo nulla di speciale rispetto a qualunque altro protestante che si approcci al problema di quali dottrine credere, seguendo il principio dell'illuminazione privata.

Beh ho parlato essenzialmente dei protestanti classici per non allungare post già troppo lunghi. Potremmo parlare anche degli altri, ma, facendo alcune precisazioni, la sostanza del discorso non cambierebbe, porterebbe alle stesse conclusioni.
Il succo della questione poi è comunque lo stesso: prima si scelgono soggettivamente il loro canone e le dottrine, e solo a posteriori dicono che esse sono in gran parte condivise con la Grande Chiesa. Ma allora non è perché la Grande Chiesa aveva quelle dottrine che loro ci credono (alcune sì e altre no), questa è solo una coincidenza, il vero motivo è semplicemente che così avevano scelto loro, a priori, e del tutto soggettivamente. Per cui se ti chiedo perché i protestanti hanno certe dottrine, non ha senso rispondere "perché tutto sommato la Grande Chiesa aveva scelto bene"... per sapere che aveva scelto bene devi già sapere in quali dottrine credi, quindi quello non c'entra nulla con le motivazioni che ti fanno credere in quelle dottrine (che invece sono totalmente soggettive).
Beh, le dottrine protestanti sono nate storicamente in una certa epoca, successiva a quella apostolica, ma non potendo dimostrare che lo Spirito ad un certo punto della storia abbia preso una direzione diversa, dobbiamo considerarle accettabili come le nostre.
E perché dovremmo focalizzarci solo su quelli classici, se anche gli altri sono allo stesso modo protestanti in quanto allo stesso modo ne seguono perfettamente i principi basilari della fallbilità ed incertezza totale e dell'illuminazione privata?
Perché alla fine arriveremmo alle stesse conclusioni a cui siamo arrivati con quelli classici.
Inoltre, se vuoi focalizzarti solo su i protestanti del dopo riforma, allora ti consiglio di leggerti quello che aveva scritto in proposito Polymetis, visto che analizzava proprio questa categoria particolare... a me invece interessava il discorso generale, visto che la discussione era partita parlando proprio dei protestanti in generale.
L'ho già letto, ed ho già in parte risposto, ma se non si sforza di accorciare i suoi post, non ho materialmente il tempo di rispondere a tutto.
Io invece ritengo che i protestanti non abbiano ragione proprio perché è il loro concetto di purezza iniziale che, rifacendosi ad una visione del cristianesimo legata all'illuminazione privata, al sola scriptura e a concetti similari, non trova alcun corrispettivo nel cristianesimo primitivo.

Come ti ho detto questo non lo ritengono neanche loro.
Se invece per purezza iniziale intendi focalizzarsi sull'essenza di Amore del messaggio cristiano, allora primo non c'entra la particolare visione dei protestanti rispetto quella degli altri cristiani, e secondo il fatto di focalizzarsi sull'essenza di Amore non è in realtà un tornare all'inizio ma è invece un riconoscere dove ci hanno portato 2000 anni di riflessioni (di cui 1500 di cattolicesimo), e quindi anche in questo senso "focalizzarsi sul solo Amore" non equivale affatto a "tornare alle origini".
Beh, il messaggio è sempre lo stesso da 2000 anni, cambiano solo i modi di comunicarlo, oggi usiamo parole diverse, ma l'essenza non cambia. Approfondire la riflessione teologica è servito per migliorare la comunicazione e portarla agli uomini di tutti i tempi adattandola ai vari contesti.
Infine, io sono convintissimo che una delle grandezze del cattolicesimo sia stata proprio quella di affrontare il problema religioso e la propria particolare religione così a fondo sotto il profilo filosofico, perché questo ci ha permesso di non rimanere statici e anzi di evolvere, di affinare la nostra teologia, e non meno importante, il cattolicesimo è l'unica religione che nei secoli ha cercato così profondamente di fondare razionalmente le proprie credenze attraverso, appunto, la speculazione filosofica. E questo è un merito indiscusso, a mio modestissimo avviso...
Sì, sono d'accordo che la filosofia sia un elemento caratterizzante e qualificante della riflessione teologica cattolica, ma non dobbiamo trasformarla nell'essenza del messaggio. La filosofia è un aiuto, uno strumento che ci serve per capire meglio la nostra fede, non ne è l'oggetto.
Per questo è assurdo aver trasformato il dialogo ecumenico in una banale disputa filosofica, come si è fatto qui.

Un saluto
Vittorio
A tutto questo ho già risposto nei post scorsi e non ho proprio voglia di ripetermi, soprattutto perché è già da parecchi post che mi sto ripetendo. Mi da soprattutto fastidio che, oltre a fare osservazioni inesatte o non pertinenti (cosa che finora ho accettato perché siamo qui appunto per discuterne) ora tu ti sia messo a ritirare fuori argomentazioni vecchie (i 3 criteri di Metzger) che avevamo già visto essere del tutto inconcludenti per circoscrivere la scelta del canone, prese tutte le scritture cristiane, ad esattamente il canone della Grande Chiesa. Senza contare anche i tuoi continui cambi di direzione: prima i protestanti accettavano fino a Trento, poi fino a qualche secolo non preciso, poi solo i primi concili, poi solo il Credo (e sempre senza motivazioni per queste particolari scelte), infine solo il Credo ma letto alla maniera protestante. E ancora, prima Polymetis ti rispondeva focalizzandosi sui protestanti del dopo riforma e tu rispondevi barricandoti dietro ai principi generali che condividono tutti i protestanti, per giustificare in qualche modo la loro coerenza, poi io ho cominciato a focalizzare il discorso sui protestanti generali e tu, per poter affermare un certo grado di condivisione dottrinale, hai cominciato a riferirti ai soli protestanti del dopo riforma (e i movimenti ad essi strettamente correlati, che hai chiamato "classici"). Davanti a tutti questi cambi di direzione e soprattutto se cominci a tirare nuovamente fuori dall'armadio argomentazioni sulla cui inconcludenza già avevamo chiuso il discorso, non si può andare avanti.

Piuttosto, ti propongo un'altra cosa, molto semplice. Io ora mi fingerò un protestante, o meglio, mi metterò nei panni di una persona che ha accettato previamente gli assiomi indimostrabili alla base del pensiero protestante, che sono: la fallibilità di uomini e Chiese, l'Illuminazione Privata dello Spirito come unico mezzo per discernere in quali dottrine credere, e l'incertezza che da questi principi consegue. A questo punto io mi trovo quindi ad aver accettato questi principi (per cui non li metterò in discussione), ma di dover ancora definire le dottrine in cui credere. Tu invece vestirai il ruolo di un protestante che vuole aiutarmi in questo mio processo di discernimento personale.

Vorrei solo farti osservare che, se volessimo fare lo stesso esperimento dal lato cattolico invece che protestante, la cosa sarebbe immediata. Infatti in questo caso l'assioma indimostrabile accettato previamente sarebbe l'infallibilità della Chiesa Cattolica nel mantenere l'ortodossia, e quindi la mia ricerca di quali dottrine credere sarebbe già finita: crederò nei dogmi cattolici. Dal lato protestante invece la cosa non è così immediata...

Ti faccio questa proposta non solo per ridurre la questione al nocciolo, ma anche per cercare di alleggerire la conversazione, che si sta facendo ripetitiva e pesante, con post sempre più lunghi. Ci stai a fare questo piccolo esperimento?
Victor67

Messaggio da Victor67 »

Siegil ha scritto:
Piuttosto, ti propongo un'altra cosa, molto semplice. Io ora mi fingerò un protestante, o meglio, mi metterò nei panni di una persona che ha accettato previamente gli assiomi indimostrabili alla base del pensiero protestante, che sono: la fallibilità di uomini e Chiese, l'Illuminazione Privata dello Spirito come unico mezzo per discernere in quali dottrine credere, e l'incertezza che da questi principi consegue. A questo punto io mi trovo quindi ad aver accettato questi principi (per cui non li metterò in discussione), ma di dover ancora definire le dottrine in cui credere. Tu invece vestirai il ruolo di un protestante che vuole aiutarmi in questo mio processo di discernimento personale.

Vorrei solo farti osservare che, se volessimo fare lo stesso esperimento dal lato cattolico invece che protestante, la cosa sarebbe immediata. Infatti in questo caso l'assioma indimostrabile accettato previamente sarebbe l'infallibilità della Chiesa Cattolica nel mantenere l'ortodossia, e quindi la mia ricerca di quali dottrine credere sarebbe già finita: crederò nei dogmi cattolici. Dal lato protestante invece la cosa non è così immediata...

Ti faccio questa proposta non solo per ridurre la questione al nocciolo, ma anche per cercare di alleggerire la conversazione, che si sta facendo ripetitiva e pesante, con post sempre più lunghi. Ci stai a fare questo piccolo esperimento?
Ho impiegato molto tempo a rispondere, ma non è servito a nulla, non ho mai deviato nessun discorso, né cambiato date, ma semplicemente ho evidenziato di volta in volta le date dei concili che mi servivano in quel momento per parlare di qualcosa in particolare.
Quindi se vuoi proseguiamo pure con il tuo esperimento, ma cerchiamo di scrivere post brevi, altrimenti è tempo sprecato.
Un saluto
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Victor67 ha scritto:Ho impiegato molto tempo a rispondere, ma non è servito a nulla, non ho mai deviato nessun discorso, né cambiato date, ma semplicemente ho evidenziato di volta in volta le date dei concili che mi servivano in quel momento per parlare di qualcosa in particolare.
Quindi se vuoi proseguiamo pure con il tuo esperimento, ma cerchiamo di scrivere post brevi, altrimenti è tempo sprecato.
Mi dispiace che tu senta di aver lavorato inutilmente, ma sarebbe inutile anche dover ripetere sempre le stesse cose, e la discussione non andrebbe da nessuna parte... invece la mia proposta l'ho fatta apposta per poter scrivere post brevi...

In ogni caso, ci tengo a chiarire che la mia tesi e' che, per colui che accetti gli assiomi indimostrabili dei protestanti, il passaggio da semplici assiomi ad assiomi + tutte le altre credenze e' del tutto soggettivo, e con cio' intendo dire non corroborato da alcuna osservazione ragionevole oggettiva. Decidere di credere in una qualunque dottrina (struttura del canone compresa), per qualcuno che abbia previamente accettato gli assiomi protestanti, e' una decisione del tutto arbitraria, senza alcuna motivazione oggettiva (e ragionevole) a giustificare tale scelta, e tutto questo significa, in definitiva, che qualunque dottrina per un protestante ha la stessa probabilita' di essere vera del suo opposto. Se Tizio e' un protestante che crede in una certa dottrina, e Caio e' un altro protestante che crede in una dottrina diversa, Tizio non ha alcun motivo per ritenere preferibile la sua dottrina rispetto a quella di Caio, al di fuori da: " perche' a me piace cosi' ".

Per chiarirci coi termini, con motivi "oggettivi" intendo sostanzialmente motivi che vanno al di la' del piu puro soggettivismo del " perche' a me piace cosi ", e con motivi "ragionevoli" non intendo per forza "dimostrabili", ma comunque dedotti da un qualche tipo di ragionamento razionale, la cui logica sottostante sia corretta. Preciso che questo non vuol dire che chiunque debba per forza condividere le premesse di tali ragionamenti, ma che queste premesse, quando non fanno parte degli assiomi indimostrabili basilari del protestante, devono essere in qualche modo giustificate e non "campate in aria" (es. banale: "per me la premessa e' vera perche' ho deciso cosi' punto e basta").

La tua tesi invece, mi pare di aver capito, e' che per un protestante esistono dei motivi oggettivi e ragionevoli per reputare vere alcune dottrine, o comunque per reputarle vere con piu' probabilita' del loro opposto, e in particolare (ad esempio) esistono motivi oggettivi e ragionevoli per preferire il canone della Grande Chiesa a qualunque altro (ecc..). Corretto?
Victor67

Messaggio da Victor67 »

Siegil ha scritto:In ogni caso, ci tengo a chiarire che la mia tesi e' che, per colui che accetti gli assiomi indimostrabili dei protestanti, il passaggio da semplici assiomi ad assiomi + tutte le altre credenze e' del tutto soggettivo, e con cio' intendo dire non corroborato da alcuna osservazione ragionevole oggettiva. Decidere di credere in una qualunque dottrina (struttura del canone compresa), per qualcuno che abbia previamente accettato gli assiomi protestanti, e' una decisione del tutto arbitraria, senza alcuna motivazione oggettiva (e ragionevole) a giustificare tale scelta, e tutto questo significa, in definitiva, che qualunque dottrina per un protestante ha la stessa probabilita' di essere vera del suo opposto. Se Tizio e' un protestante che crede in una certa dottrina, e Caio e' un altro protestante che crede in una dottrina diversa, Tizio non ha alcun motivo per ritenere preferibile la sua dottrina rispetto a quella di Caio, al di fuori da: " perche' a me piace cosi' ".
Beh, ma avevamo già concordato su questo punto, ovvero che un protestante ha delle dottrine che lo portano ad essere estremamente relativista. Per questo esiste una grande frammentazione nel mondo protestante. La mia tesi era che tale frammentazione fosse perfettamente coerente con i loro postulati iniziali, e che non è possibile sapere quale o quali delle 100.000 sette protestanti sia più vera delle altre, visto che non è possibile dimostrare matematicamente dove si fermi lo Spirito.
In genere il singolo individuo aderisce all’insieme di dottrine che gli vengono proposte dai suoi pastori, non è così soggettivista come dici tu, altrimenti gli converrebbe non far parte di alcuna confessione religiosa e crearsi una sua religione personale.
Per chiarirci coi termini, con motivi "oggettivi" intendo sostanzialmente motivi che vanno al di la' del piu puro soggettivismo del " perche' a me piace cosi ", e con motivi "ragionevoli" non intendo per forza "dimostrabili", ma comunque dedotti da un qualche tipo di ragionamento razionale, la cui logica sottostante sia corretta. Preciso che questo non vuol dire che chiunque debba per forza condividere le premesse di tali ragionamenti, ma che queste premesse, quando non fanno parte degli assiomi indimostrabili basilari del protestante, devono essere in qualche modo giustificate e non "campate in aria" (es. banale: "per me la premessa e' vera perche' ho deciso cosi' punto e basta").

La tua tesi invece, mi pare di aver capito, e' che per un protestante esistono dei motivi oggettivi e ragionevoli per reputare vere alcune dottrine, o comunque per reputarle vere con piu' probabilita' del loro opposto, e in particolare (ad esempio) esistono motivi oggettivi e ragionevoli per preferire il canone della Grande Chiesa a qualunque altro (ecc..). Corretto?
La tua domanda è ambigua. Ogni appartenente a qualsiasi religione ritiene oggettivi e ragionevoli i suoi motivi più di quelli degli altri, infatti chi non ci crede più cambia religione.
Ovvio che se il giudizio su tali motivi viene dato dagli appartenenti ad un’altra religione, la conclusione sarà opposta. Non credo possa esistere una piena oggettività in campo religioso, non stiamo parlando di matematica. Nella riflessione teologica esisterà sempre un postulato indimostrabile che renderà la posizione di chi crede che Gesù sia un alieno, equivalente a quella del Papa.
La mia tesi è che il protestante, almeno quello classico, segue una sua dottrina, basata sugli assunti dei riformatori del XVI sec. : Lutero, Zwingli, Calvino, ecc. e tale dottrina esposta da tali autori è coerente, non ha contenuti illogici solo perché, come voi sostenete, ha utilizzato il canone della Grande Chiesa. Il canone, inteso come semplice elenco di libri sacri, è un problema marginale per il protestante, visto che fu Lutero stesso, il riformatore per antonomasia, a contestarne la formazione, e quindi a dichiararlo apribile. Il problema del protestante è semmai interpretare tale canone, individuare dei criteri ermeneutici.

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Messaggio da Siegil »

Victor67 ha scritto:Beh, ma avevamo già concordato su questo punto, ovvero che un protestante ha delle dottrine che lo portano ad essere estremamente relativista. Per questo esiste una grande frammentazione nel mondo protestante. La mia tesi era che tale frammentazione fosse perfettamente coerente con i loro postulati iniziali, e che non è possibile sapere quale o quali delle 100.000 sette protestanti sia più vera delle altre, visto che non è possibile dimostrare matematicamente dove si fermi lo Spirito.
Infatti sembravamo aver raggiunto un accordo sulla totale relatività, per un protestante, delle proprie credenze. Ma poi, parlando dell'esistenza o meno di motivi oggettivi, da parte del protestante, che lo portavano a scegliere proprio il canone della Grande Chiesa, e non altri, tu hai cominciato a dire che sì, ce ne sono (ergo quello del protestante per te non è totale relativismo), riferendoti prima ai criteri di Metzger e poi ad una continuità con la Grande Chiesa (che io invece ho contestato).
Victor67 ha scritto:In genere il singolo individuo aderisce all’insieme di dottrine che gli vengono proposte dai suoi pastori, non è così soggettivista come dici tu, altrimenti gli converrebbe non far parte di alcuna confessione religiosa e crearsi una sua religione personale.
Ma il "credo in queste dottrine perché me lo dice quel tizio" non è un motivo oggettivo, a meno che tu non possa giustificare in modo oggettivo perché quel tizio sarebbe in qualche modo più affidabile degli altri dal punto di vista dottrinale. Altrimenti, si riconduce tutto a "credo in quel tizio perché così piace a me", e quindi in definitiva a "credo in queste dottrine perché così piace a me".
Victor67 ha scritto:La tua domanda è ambigua. Ogni appartenente a qualsiasi religione ritiene oggettivi e ragionevoli i suoi motivi più di quelli degli altri, infatti chi non ci crede più cambia religione.
Ovvio che se il giudizio su tali motivi viene dato dagli appartenenti ad un’altra religione, la conclusione sarà opposta. Non credo possa esistere una piena oggettività in campo religioso, non stiamo parlando di matematica. Nella riflessione teologica esisterà sempre un postulato indimostrabile che renderà la posizione di chi crede che Gesù sia un alieno, equivalente a quella del Papa.
La mia tesi è che il protestante, almeno quello classico, segue una sua dottrina, basata sugli assunti dei riformatori del XVI sec. : Lutero, Zwingli, Calvino, ecc. e tale dottrina esposta da tali autori è coerente, non ha contenuti illogici solo perché, come voi sostenete, ha utilizzato il canone della Grande Chiesa. Il canone, inteso come semplice elenco di libri sacri, è un problema marginale per il protestante, visto che fu Lutero stesso, il riformatore per antonomasia, a contestarne la formazione, e quindi a dichiararlo apribile. Il problema del protestante è semmai interpretare tale canone, individuare dei criteri ermeneutici.
Non ho parlato di dimostrabilità, ma di ragionevolezza. Ogni opinione la si ha per dei motivi, ma che poi questi siano veramente ragionevoli è da vedere.

Riguardo all'ambiguità che dici di intravedere, ti faccio un esempio che credo la eliminerà.

Ripeto che gli assiomi del protestante sono: fallibilità di uomini e Chiese, Illuminazione Privata dello Spirito.

Un protestante potrebbe (vado a spanne) dirmi qualcosa del genere: La Chiesa Cattolica non può essere la Chiesa di Cristo, perché non condivide la dottrina dell'Illuminazione Privata, che ho postulato appartenere alla vera Chiesa di Cristo, ed inoltre crede nella propria infallibilità nel tramandare l'ortodossia, dottrina che invece ho postulato non appartenere alla vera Chiesa di Cristo. Ora, se il criterio identificativo per riconoscere la Chiesa di Cristo fosse la successione episcopale (in senso storico), allora la Chiesa Cattolica lo sarebbe. Ma visto che secondo i miei assiomi non può essere così, significa che la successione episcopale (storica) non può identificare la Chiesa di Cristo, per cui questa è una dottrina da scartare. Come si vede, la conclusione ("non credo nella dottrina della successione episcopale") discende da un ragionamento logico, oggettivo, che parte proprio dai postulati protestanti (di cui però non richiedo che mi vengano dimostrati).

Ora è chiaro cosa intendo?

La mia domanda è: è possibile per il protestante giustificare allo stesso modo, con qualche ragionamento logico che non sia campato in aria ne completamente soggettivo, le dottrine in cui crede? E per la scelta del canone è possibile fare lo stesso?
Victor67

Messaggio da Victor67 »

Siegil ha scritto:Infatti sembravamo aver raggiunto un accordo sulla totale relatività, per un protestante, delle proprie credenze. Ma poi, parlando dell'esistenza o meno di motivi oggettivi, da parte del protestante, che lo portavano a scegliere proprio il canone della Grande Chiesa, e non altri, tu hai cominciato a dire che sì, ce ne sono (ergo quello del protestante per te non è totale relativismo), riferendoti prima ai criteri di Metzger e poi ad una continuità con la Grande Chiesa (che io invece ho contestato).
I criteri di Metzger sono storici, ovvero sono la constatazione di quanto è storicamente avvenuto nella formazione del canone all'interno delle comunità dei primi secoli da cui sarebbe poi scaturito anche il cattolicesimo ed il protestantesimo.
Quindi se volevi dei motivi storicamente oggettivi, Metzger dovrebbe bastarti. Ed anche autori cattolici o atei credo concorderebbero con lui.
Ma il "credo in queste dottrine perché me lo dice quel tizio" non è un motivo oggettivo, a meno che tu non possa giustificare in modo oggettivo perché quel tizio sarebbe in qualche modo più affidabile degli altri dal punto di vista dottrinale. Altrimenti, si riconduce tutto a "credo in quel tizio perché così piace a me", e quindi in definitiva a "credo in queste dottrine perché così piace a me".
Beh, ma un cattolico perché crede al Papa? Perché ha studiato tutte le dottrine, si è laureato in teologia e si è specializzato con un dottorato? Ogni fedele ci crede perché “glielo dice quel tizio”, che nel nostro caso si chiama Papa, o vescovo, o sacerdote, nel loro semplicemente pastore.
Un protestante potrebbe (vado a spanne) dirmi qualcosa del genere: La Chiesa Cattolica non può essere la Chiesa di Cristo, perché non condivide la dottrina dell'Illuminazione Privata, che ho postulato appartenere alla vera Chiesa di Cristo,
Non credo che un protestante classico direbbe che l'illuminazione privata facesse parte delle dottrine della Chiesa primitiva. Penso che direbbe che tale illuminazione serve a lui oggi per capire quali fossero quelle dottrine.
ed inoltre crede nella propria infallibilità nel tramandare l'ortodossia, dottrina che invece ho postulato non appartenere alla vera Chiesa di Cristo. Ora, se il criterio identificativo per riconoscere la Chiesa di Cristo fosse la successione episcopale (in senso storico), allora la Chiesa Cattolica lo sarebbe. Ma visto che secondo i miei assiomi non può essere così, significa che la successione episcopale (storica) non può identificare la Chiesa di Cristo, per cui questa è una dottrina da scartare.
Il protestante classico potrebbe anche accettare la successione episcopale come criterio di identificazione, ed infatti accetta anche le decisioni dei primi concili ecumenici, ma non lo riterrebbe il più importante. Preciso che ho detto genericamente “primi concili”, senza specificare quali, e quali decisioni di quei concili, per non allungare il discorso. Se in altre circostanze dirò che il Concilio di Trento è lo spartiacque fra cattolici e protestanti, non dirmi che devio il discorso cambiando concili di riferimento, lo farò perché avrò altre ragioni da precisare.
La mia domanda è: è possibile per il protestante giustificare allo stesso modo, con qualche ragionamento logico che non sia campato in aria ne completamente soggettivo, le dottrine in cui crede? E per la scelta del canone è possibile fare lo stesso?
La risposta è sì ad entrambe le domande, ma mi sembra di avere già ampiamente risposto in tutti i miei post. E poi cosa significa “motivo campato in aria e completamente soggettivo”? Noi cattolici non decidiamo in modo soggettivo quando crediamo che il Papa sia infallibile? E la nostra scelta non dovrebbe essere “campata in aria” solo perché ha una storia millenaria? In teologia le scelte di base sono tutte “campate in aria”, ovvero non sono dimostrabili.
Un saluto
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raggruppo i post in un ordine che mi permetta di non ripetere le risposte:
Victor67 ha scritto:Beh, ma un cattolico perché crede al Papa? Perché ha studiato tutte le dottrine, si è laureato in teologia e si è specializzato con un dottorato? Ogni fedele ci crede perché “glielo dice quel tizio”, che nel nostro caso si chiama Papa, o vescovo, o sacerdote, nel loro semplicemente pastore.
[...]
E poi cosa significa “motivo campato in aria e completamente soggettivo”? Noi cattolici non decidiamo in modo soggettivo quando crediamo che il Papa sia infallibile? E la nostra scelta non dovrebbe essere “campata in aria” solo perché ha una storia millenaria? In teologia le scelte di base sono tutte “campate in aria”, ovvero non sono dimostrabili.
Come ti ho già detto, non penso che questo sia vero, ma comunque in questo caso il problema non si pone. Infatti io sto parlando di aver previamente accettato gli assiomi di base, quindi per tali assiomi non richiedo giustificazione. Potremmo certo discutere se l'assioma di base del cattolico (infallibilità della Chiesa) o quelli protestanti (fallibilità, illuminazione privata) possano essere giustificati da motivi ragionevoli, ma non è ciò che in questo momento sto chiedendo. Io ora voglio solo sapere se, una volta accettati gli assiomi di base del protestante, esistono motivi ragionevoli e oggettivi per scegliere certe dottrine piuttosto che altre, e scegliere un certo canone piuttosto che altri.
Victor67 ha scritto:I criteri di Metzger sono storici, ovvero sono la constatazione di quanto è storicamente avvenuto nella formazione del canone all'interno delle comunità dei primi secoli da cui sarebbe poi scaturito anche il cattolicesimo ed il protestantesimo.
Quindi se volevi dei motivi storicamente oggettivi, Metzger dovrebbe bastarti. Ed anche autori cattolici o atei credo concorderebbero con lui.
[...]
La risposta è sì ad entrambe le domande, ma mi sembra di avere già ampiamente risposto in tutti i miei post.


Benissimo. Come avevo anticipato, diciamo allora che io sono una persona che, per qualche ragione non specificata, ha deciso di accettare gli assiomi di base dei protestanti. Ovvero, credo che sia uomini che Chiese siano fallibili, e credo nell'illuminazione privata dello Spirito, e tali principi non verranno da me messi in discussione. Ora mi trovo nella situazione di dover capire quali dottrine sono più probabilmente vere di altre, ovvero, mi trovo a dover cercare motivi ragionevoli per selezionare le mie dottrine. Tu fai pure la parte di un protestante (anche "classico", se vuoi), e aiutami a trovare delle motivazioni ragionevoli. Allora, da dove iniziamo? Dalla scelta canone? Dai criteri di Metzger? O da qualcos'altro? Come ho detto, meglio parlare di una cosa per volta, per tenere brevi i posts, ma in ogni caso iniziamo pure da dove credi più opportuno...
Victor67

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Siegil ha scritto:Benissimo. Come avevo anticipato, diciamo allora che io sono una persona che, per qualche ragione non specificata, ha deciso di accettare gli assiomi di base dei protestanti. Ovvero, credo che sia uomini che Chiese siano fallibili, e credo nell'illuminazione privata dello Spirito, e tali principi non verranno da me messi in discussione. Ora mi trovo nella situazione di dover capire quali dottrine sono più probabilmente vere di altre, ovvero, mi trovo a dover cercare motivi ragionevoli per selezionare le mie dottrine. Tu fai pure la parte di un protestante (anche "classico", se vuoi), e aiutami a trovare delle motivazioni ragionevoli. Allora, da dove iniziamo? Dalla scelta canone? Dai criteri di Metzger? O da qualcos'altro? Come ho detto, meglio parlare di una cosa per volta, per tenere brevi i posts, ma in ogni caso iniziamo pure da dove credi più opportuno...
Beh, se fossi protestante classico, per insegnarti la dottrina partirei da questo:
Innanzitutto devi credere che Gesù sia un uomo morto circa duemila anni fa e adesso Risorto, pienamente corporalmente vivo. Quindi con lui la morte sia fisica che spirituale è stata sconfitta, Lui ha dimostrato di poterci dare la Vita.

Un saluto
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Victor67 ha scritto:Beh, se fossi protestante classico, per insegnarti la dottrina partirei da questo:
Innanzitutto devi credere che Gesù sia un uomo morto circa duemila anni fa e adesso Risorto, pienamente corporalmente vivo. Quindi con lui la morte sia fisica che spirituale è stata sconfitta, Lui ha dimostrato di poterci dare la Vita.
Specifichiamo un attimo. Nel corso dei secoli sono state elaborate diverse visioni della morte di Gesù, e della risurrezione, dando diverse interpretazioni sia di cosa vuol dire che sia risorto, e sia di quale significato abbia tale risurrezione. Visioni molto diverse sono state elaborate sia prima della riforma, soprattutto durante i primi secoli, dalle varie sette cristiane (es. ebioniti, valentiniani, proto-ortodossi, manichei, ecc), e sia dopo la riforma, all'interno dei molteplici gruppi protestanti che si sono formati negli ultimi 5 secoli. Guardando a tutte queste visioni diverse, quale dovrei scegliere io? E per quale motivo?
Victor67

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Siegil ha scritto:Specifichiamo un attimo. Nel corso dei secoli sono state elaborate diverse visioni della morte di Gesù, e della risurrezione, dando diverse interpretazioni sia di cosa vuol dire che sia risorto, e sia di quale significato abbia tale risurrezione. Visioni molto diverse sono state elaborate sia prima della riforma, soprattutto durante i primi secoli, dalle varie sette cristiane (es. ebioniti, valentiniani, proto-ortodossi, manichei, ecc), e sia dopo la riforma, all'interno dei molteplici gruppi protestanti che si sono formati negli ultimi 5 secoli. Guardando a tutte queste visioni diverse, quale dovrei scegliere io? E per quale motivo?
Non ho capito se la tua domanda è già quella che faresti a me come se io fossi protestante, oppure se è un'ulteriore specificazione prima di proseguire.

Comunque rispondo come se fossi protestante:
Dovresti scegliere la visione che è stata elaborata dalla nostra Chiesa, la vera Chiesa apostolica, che è molto diversa dalle chiese valentiniane, manichee, ecc. La nostra Chiesa, attraverso le Scritture ci dice che Cristo è risorto con il suo corpo, quello che era stato crocifisso ed è entrato in una vita nuova, non più soggetta alle leggi della materia e non più soggetto alla morte.

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(Sì, sto rispondendo mettendomi nei panni di chi ha accettato gli assiomi di base dei protestanti)
Victor67 ha scritto:Dovresti scegliere la visione che è stata elaborata dalla nostra Chiesa, la vera Chiesa apostolica, che è molto diversa dalle chiese valentiniane, manichee, ecc. La nostra Chiesa, attraverso le Scritture ci dice che Cristo è risorto con il suo corpo, quello che era stato crocifisso ed è entrato in una vita nuova, non più soggetta alle leggi della materia e non più soggetto alla morte.
Ma che motivi ci sono per ritenere che la tua Chiesa sia la vera Chiesa apostolica, e non lo sia invece una qualunque delle altre Chiese costituite nei primi secoli dalle varie sette cristiane, oppure uno qualunque degli altri gruppi protestanti che sono stati fondati negli ultimi secoli? Il motivo risiede unicamente in un qualche riscontro scritturale, oppure ci sono altri motivi indipendenti a questo?
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Siegil ha scritto:Ma che motivi ci sono per ritenere che la tua Chiesa sia la vera Chiesa apostolica, e non lo sia invece una qualunque delle altre Chiese costituite nei primi secoli dalle varie sette cristiane, oppure uno qualunque degli altri gruppi protestanti che sono stati fondati negli ultimi secoli? Il motivo risiede unicamente in un qualche riscontro scritturale, oppure ci sono altri motivi indipendenti a questo?
Devi sapere che la Scrittura che oggi conosciamo si è sviluppata nel corso della storia secondo criteri ben indicati da studiosi come Metzger, all'interno di una particolare “setta cristiana” che aveva come primario criterio di riconoscibilità il credere a Gesù risorto corporalmente, e Messia indicato già nelle Scritture precedenti dell'antico Israele. Tali Scritture sono proprio la testimonianza storico-letteraria delle credenze di questa “setta” in un Dio incarnato, fattosi uomo e Risorto. Esistevano all'epoca diversi scritti che pretendevano di definire le caratteristiche della dottrina di Gesù, ma se confrontate con le nostre puoi vederne tu stesso la minor qualità. Esattamente come leggendo diversi romanzi italiani puoi notare tu stesso la differenza con un romanzo come I Promessi Sposi.
Inoltre la nostra confessione protestante luterana è diversa da quella anabattista, e più vicina al messaggio apostolico perché anche i Padri della Chiesa ci danno ragione nell'interpretare dottrine come quella del battesimo ai bambini come pienamente conformi alle Scritture.
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Victor67 ha scritto:Devi sapere che la Scrittura che oggi conosciamo si è sviluppata nel corso della storia secondo criteri ben indicati da studiosi come Metzger, all'interno di una particolare “setta cristiana” che aveva come primario criterio di riconoscibilità il credere a Gesù risorto corporalmente, e Messia indicato già nelle Scritture precedenti dell'antico Israele. Tali Scritture sono proprio la testimonianza storico-letteraria delle credenze di questa “setta” in un Dio incarnato, fattosi uomo e Risorto. Esistevano all'epoca diversi scritti che pretendevano di definire le caratteristiche della dottrina di Gesù, ma se confrontate con le nostre puoi vederne tu stesso la minor qualità. Esattamente come leggendo diversi romanzi italiani puoi notare tu stesso la differenza con un romanzo come I Promessi Sposi.
Beh, il fatto che io, leggendo il canone a cui ti riferisci, lo percepisca come descrivente il cristianesimo genuino (o come dici tu, la qualità di quelle Scritture è migliore), in realtà è indice solo del fatto che da 2000 anni l'Occidente è stato abituato a questa particolare visione. Ma se io ad esempio fossi stato cresciuto in Iraq da una comunità di Mandei, la visione più genuina per me sarebbe la loro visione gnostica. Ed essi allora mi direbbero: non vedi che, confrontando i libri del Nuovo Testamento delle chiese cattoliche e protestanti con il nostro Grande Tesoro o con il nostro Libro di Giovanni Battista, emerge subito la minor qualità dei primi e la maggiore dei secondi? Non è forse evidente che sono i nostri libri sacri a descrivere la verità su Giovanni Battista e su Gesù Cristo?

Il criterio del riconoscimento personale è quindi troppo soggettivo: non è vero che la maggior qualità del canone che usi è indiscutibile, e che quindi chiunque lo legga riconosca immediatamente in esso una descrizione più genuina delle prime comunità. Perché dunque io dovrei accettare, tra tutti i canoni possibili, proprio quello selezionato nel IV secolo da una Chiesa che era solo una tra le tante, e che oltretutto era una Chiesa che enunciava comodamente delle dottrine secondo me eretiche come quella della successione episcopale o del primato di Roma? Se stessimo parlando della Chiesa primitiva fondata dagli apostoli, o almeno di una Chiesa che a mio parere non si era ancora corrotta con dottrine eretiche, sarebbe un conto, ma perché fidarmi del canone messo insieme da una Chiesa successiva di 3 secoli agli apostoli, e oltretutto già da secoli corrotta da dottrine eretiche?
Victor67 ha scritto:Inoltre la nostra confessione protestante luterana è diversa da quella anabattista, e più vicina al messaggio apostolico perché anche i Padri della Chiesa ci danno ragione nell'interpretare dottrine come quella del battesimo ai bambini come pienamente conformi alle Scritture.
E perché il fatto che i cosiddetti Padri della Chiesa credano in qualcosa, o interpretino le Scritture in un certo modo, dovrebbe confermarmi che quella è l'interpretazione corretta? I Padri della Chiesa credevano anche in dottrine eretiche, come la successione episcopale.
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Siegil ha scritto:Beh, il fatto che io, leggendo il canone a cui ti riferisci, lo percepisca come descrivente il cristianesimo genuino (o come dici tu, la qualità di quelle Scritture è migliore), in realtà è indice solo del fatto che da 2000 anni l'Occidente è stato abituato a questa particolare visione. Ma se io ad esempio fossi stato cresciuto in Iraq da una comunità di Mandei, la visione più genuina per me sarebbe la loro visione gnostica. Ed essi allora mi direbbero: non vedi che, confrontando i libri del Nuovo Testamento delle chiese cattoliche e protestanti con il nostro Grande Tesoro o con il nostro Libro di Giovanni Battista, emerge subito la minor qualità dei primi e la maggiore dei secondi? Non è forse evidente che sono i nostri libri sacri a descrivere la verità su Giovanni Battista e su Gesù Cristo?
Se tu fossi cresciuto in Iraq in una comunità di Mandei, ma successivamente avessi ascoltato un cristiano protestante, ti avrebbe fatto notare che le scritture gnostiche presentano una visione di Gesù molto spiritualizzata, lontana dalla fisicità corporea presente nelle nostre Scritture. Quindi mancante di un elemento fondamentale della nostra personalità, perché noi siamo fatti sia di carne che di spirito. Lascio alla tua logica stabilire quale sia la visione migliore dell'uomo: una visione solo spiritualizzata, oppure una visione più completa, intesa come perfetta unione di anima e corpo come evidenziato dalle nostre Scritture.
Il criterio del riconoscimento personale è quindi troppo soggettivo: non è vero che la maggior qualità del canone che usi è indiscutibile, e che quindi chiunque lo legga riconosca immediatamente in esso una descrizione più genuina delle prime comunità.
E' vero che il nostro canone sia qualitativamente migliore perché espone una visione più genuina dell'uomo, includente tutte le parti di esso, senza trascurare nulla. Gli altri canoni presentano una visone solo parziale dell'uomo. Basta confrontarli per capirlo. Lascio alla tua logica ed al tuo buon senso stabilire quale sia il canone migliore.
Perché dunque io dovrei accettare, tra tutti i canoni possibili, proprio quello selezionato nel IV secolo da una Chiesa che era solo una tra le tante, e che oltretutto era una Chiesa che enunciava comodamente delle dottrine secondo me eretiche come quella della successione episcopale o del primato di Roma? Se stessimo parlando della Chiesa primitiva fondata dagli apostoli, o almeno di una Chiesa che a mio parere non si era ancora corrotta con dottrine eretiche, sarebbe un conto, ma perché fidarmi del canone messo insieme da una Chiesa successiva di 3 secoli agli apostoli, e oltretutto già da secoli corrotta da dottrine eretiche?
Anche nella chiesa primitiva esistevano delle dottrine “eretiche”, ma con questo termine non dobbiamo intendere la stessa cosa che intendono i nostri fratelli cattolici, chiusi nel loro autoritarismo dogmatico, i quali credono falsamente che il loro Papa sia infallibile. Basti pensare alla disputa presentata in Gal 2, 11-21 tra Paolo e Pietro, nella quale la posizione di Pietro è stata considerata “eretica” da Paolo, e questo episodio dimostra chiaramente che Pietro non aveva nessun primato e nessuna infallibilità proprio nella Chiesa degli apostoli. Quindi non dobbiamo affatto stupirci se anche nelle epoche successive nella stessa Chiesa si siano manifestate delle dottrine eretiche, le quali però non hanno inficiato la validità delle decisioni importanti come la formazione del canone.
E perché il fatto che i cosiddetti Padri della Chiesa credano in qualcosa, o interpretino le Scritture in un certo modo, dovrebbe confermarmi che quella è l'interpretazione corretta? I Padri della Chiesa credevano anche in dottrine eretiche, come la successione episcopale.
I padri non sono infallibili, non lo era nemmeno l'apostolo Pietro, sbagliarono anche loro nel credere ad alcune dottrine. La sucessione episcopale è solo uno dei criteri identificativi della nostra Chiesa, ma non è il più importante, il più importante è credere alla Risurrezione di Gesù. Soprattutto agli inizi del XVI sec. Abbiamo notato che i vescovi regolarmente ordinati non predicavano più il Vangelo, ma la dottrina della vendita delle indulgenze. Quindi lo Spirito non poteva più essere presente dove non si predicava più il Vangelo di Cristo, ma dottrine puramente umane inventate dal clero per opprimere gli uomini.
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Victor :
Se tu fossi cresciuto in Iraq in una comunità di Mandei, ma successivamente avessi ascoltato un cristiano protestante, ti avrebbe fatto notare che le scritture gnostiche presentano una visione di Gesù molto spiritualizzata, lontana dalla fisicità corporea presente nelle nostre Scritture. Quindi mancante di un elemento fondamentale della nostra personalità, perché noi siamo fatti sia di carne che di spirito. Lascio alla tua logica stabilire quale sia la visione migliore dell'uomo: una visione solo spiritualizzata, oppure una visione più completa, intesa come perfetta unione di anima e corpo come evidenziato dalle nostre Scritture.

Chi lo dice ?

Quando di solito si ha a che fare con scritture in un certo modo scomode e poi ...eliminate ,per avallare altre scritture che confermino le ipotesi su Gesù di un'altra corrente, di solito lo si denigra...

:help:

Non so se mi sono spiegato...
Quale sia la visione è un'opinione personale ,come sono opinioni personali i scritti della bibbia.


Ma come dico sempre nessuno ha la verità su D-o..... :spieg:
Il Vangelo di Tommaso, come è indubitamente accertato, pur presentando notevoli legami con i canonici, non deriva da essi, si deve allora senz'altro supporre una fonte comune (o una collezione scritta di detti o una tradizione orale) da cui abbiano preso le mosse tanto i Vangeli canonici quanto il Vangelo di Tommaso (Didimo Thoma)
A scagionarlo dalla grave accusa di «eresia» dovrebbe bastare il fatto che molte affermazioni di esso, ispirate allo gnosticismo, trovano esatta rispondenza in passi di Giovanni e delle lettere paoline; la conclusione può essere che, al momento della primitiva stesura dei Vangeli di Tommaso, di Giovanni e delle lettere di Paolo, l'interpretazione gnostica era perfettamente legittima, però in Giovanni e Paolo è rimasta in parte soverchiata da oscuri motivi, mentre in Tommaso essa appare prevalente, anzi esclusiva.
Degno di nota è infine il fatto che la scoperta del Vangelo di Tommaso ha permesso, fra le altre cose, di risolvere il problema di buona parte dei Papiri di Ossirinco (scoperti tra il 1897 e il 1908) assai mutili e di dificile interpretazione.
Per finire, è vero che, per il suo carattere di collezione di logia, di parabole e, raramente di dialoghi tra Gesù e i discepoli, il Vangelo di Tommaso sembra avere un aspetto meno affascinante dei corrispettivi canonici (con la loro cornice narrativa), e sembra frammentario e quasi disordinato; ma in realtà, esso segue una chiara linea logica riunendo a gruppi esortazioni alla gnosi, parabole ed esposizioni dottrinali.
http://web.tiscalinet.it/Agrapha/Vangel ... mmaso.html" onclick="window.open(this.href);return false;

Incipit. Queste sono le parole segrete che Gesù il Vivente¹ ha detto e Didimo Giuda Tommaso² ha trascritto.
1) Cfr. Ap. I 18. Più avanti Tommaso spiegherà la ragione di tale appellativo: Gesù è contrapposto all'uomo terreno, il cui spirito è "sepolto" nella materia.
Nel papiro frammentario di Ossirinco 654, si legge: «Queste sono le parole pronunciate da Gesù il Vivente... e a Tommaso. Disse loro: "Chiunque ascolterà queste parole, la morte non gusterà". Il termine «segreto» è evidentemente da intendere non riferito alle singole parole o frasi, dato che in esse non c'è nulla di segreto, ma all'interpretazione esoterica che va data loro.
2) L'apostolo che qui si presenta come autore dell'apocrifo è chiamato soltanto "Tommaso" in Mc. III 18; Mt. X 3; Lc. VI 15; Jo. XIV 5; Atti I 13. Ma assolutamente nulla vieta di pensare che il vero nome fosse «Giuda», come è sempre indicato anche da Efrem, da Taziano e dalla Didaché, in quanto «Tommaso» è un soprannome (in aramaico Töma significa: gemello). Solo Giovanni in tre passi del suo Vangelo (Jo. XI 16; XX 24; XXI 2) dà il terzo nome:«Tommaso detto Didimo»; ma è una tautologia, perché anche Didimo significa "gemello".




34.) Gesù disse: - Se la carne è venuta nell'esistenza per opera dello spirito, è un miracolo; ma se lo spirito per opera della carne, questo è un miracolo di un miracolo¹. E io mi meraviglio di come una così grande ricchezza abbia preso dimora in tale povertà².
1) Cfr. Jo. III 5-8, in cui però il significato gnostico è meno accentuato. Tommaso vuol dire che è miracolosa la manifestazione sotto aspetto di uomo terrestre di un eone spirituale (Gesù), addirittura superiore al miracoloso, e quindi incredibile, che la materia generi lo spirito.
2) Sia Craveri che Doresse sono abbastanza concordi nel ritenere questa frase un commento del compilatore: «È meraviglioso che una così grande ricchezza (lo spirito) abbia preso dimora in tanta povertà (la materia)!»
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Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Ray ha scritto:
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Chi lo dice ?

Quando di solito si ha a che fare con scritture in un certo modo scomode e poi ...eliminate ,per avallare altre scritture che confermino le ipotesi su Gesù di un'altra corrente, di solito lo si denigra...

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Ma come dico sempre nessuno ha la verità su D-o..... :spieg:
Il Vangelo di Tommaso, come è indubitamente accertato, pur presentando notevoli legami con i canonici, non deriva da essi, si deve allora senz'altro supporre una fonte comune (o una collezione scritta di detti o una tradizione orale) da cui abbiano preso le mosse tanto i Vangeli canonici quanto il Vangelo di Tommaso (Didimo Thoma)
A scagionarlo dalla grave accusa di «eresia» dovrebbe bastare il fatto che molte affermazioni di esso, ispirate allo gnosticismo, trovano esatta rispondenza in passi di Giovanni e delle lettere paoline;
Dov'è scritto nel vangelo di Tommaso che Gesù è risorto con il suo corpo?
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Dov'è scritto nel vangelo di Tommaso che Gesù è risorto con il suo corpo?
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Devo fare una premessa altrimenti posso essere mal compreso..

Prima di addentrarci in discorsi di filosofia cristiana cosa che non mi appartengono,dato che sono indirizzato verso il genere "tecnico"...... Ritornando alle correnti cristiane primitive devo dire che è un mio pensiero o una mia riflessione quando scrivo,io non sono gnostico,questo vangelo ha delle tendenze gnostiche un po accentuate ,ma del resto sono presenti in altri vangeli ,questo vangelo per me personalmente è significativo il punto e che fa parte di ...un risveglio da parte mia,con la scoperta di questo vangelo avvenuta quando ero ancora un tdg ,mi ha aperto una porta che non ne conoscevo l'esistenza, che mi ha portato a un percorso di varie riflessioni sociali e religiose,è stata la scintilla che ha acceso la miccia di una esplosione interna ,e in definitiva dopo altre scoperte mi hanno portato ad uscire dai tdg.


La resurrezione come parola è un concetto di correnti cristiane,e come sai ogni culto ha espresso in merito a questa dottrina,se fosse intesa da Gesù in questo modo come conosciamo,non lo sappiamo,dato che quello che ci è pervenuto sono concetti di uomini,Gesù non ha scritto niente di suo pugno....
O pensi che tutti i cristiani del 1 secolo non sapessero che Gesù il terzo giorno dalla sua morte risorse lasciando il sepolcro vuoto, che non venga detto o scritto esplicitamente forse perché questo concetto era già una cosa assodata presso le comunità cristiane.Che l'anima sopravvive al corpo in un certo modo anche un concetto gnostico.
Gli gnostici non rifiutano la risurrezione ne la negano a quanto ho capito,la interpretano in modo diverso,sul piano spirituale,del resto anche Paolo sulla via di Damasco incontra Gesù in modo spirituale non fisico,poi quale corrente abbia ragione non possiamo essere certi,e una questione di fede o a chi credere,io personalmente mi astengo.


54.) Gesù disse: - Beati voi, solitari ed eletti, perché troverete il Regno! Infatti da esso voi siete usciti e in esso tornerete di nuovo¹.

1) Il paragrafo ripete i concetti esposti anche in altri punti di questo Vangelo: della perfezione («gli eletti») della solitudine e del ritorno all'anima, caduta nella materia, al mondo iperuranio. (Cfr. Jo. XIV 23).

L'Iperuranio è un concetto proprio di Platone espresso nel Fedro.

Secondo Platone l'Iperuranio è quella zona al di là del cielo (da cui il nome) dove risiedono le idee. Dunque l'iperuranio è quel mondo oltre la volta celeste che è sempre esistito in cui vi sono le idee immutabili e perfette, raggiungibile solo dall'intelletto, non tangibile dagli enti terreni e corruttibili. È importante notare che nella visione classica la volta celeste rappresentasse il limite estremo del luogo fisico: la definizione di "oltre la volta celeste", dunque, porta l'iperuranio in una dimensione metafisica, aspaziale ed atemporale e, dunque, puramente spirituale.
http://it.wikipedia.org/wiki/Iperuranio" onclick="window.open(this.href);return false;

Dizionario di filosofia (2009)
Iperuranio : Termine utilizzato da Platone (ὑπερουράνιος) per descrivere il «luogo sopra il cielo» o «sopra il cosmo». In tal senso essendo lo spazio, nella concezione greca, finito e terminato appunto dai cieli, l’i. è ‘luogo’ soltanto in senso metaforico; si tratta in realtà del rinvio a un piano metafisico di realtà, quello delle idee, contemplato dall’anima nel suo momento più alto. Platone ne parla mediante le immagini del mito nel Fedro (➔) (247 c-e): «[l’iperuranio] nessuno dei poeti di quaggiù lo cantò mai, né mai lo canterà in modo degno. […] Infatti è l’essere che realmente è, incolore e privo di figura e non visibile, e che può essere contemplato solo dal pilota dell’anima ossia dall’intelletto, e intorno a cui verte il genere della conoscenza vera che occupa tale luogo. […]. [l’anima] dopo che ha contemplato tutti gli esseri che veramente sono [idee] e se ne è saziata, di nuovo penetra all’interno del cielo, e torna a casa». Nella Repubblica (➔) (VI, 509 d), Platone scrive: «due sono le realtà e una domina sul genere e sul mondo intelligibile, l’altra sul visibile, per evitare di dire ‘sul cielo’ e non lasciarti credere che io voglia fare un gioco di parole sul vocabolo».



82.) Gesù disse: - Molti si soffermano fuori della porta, ma soltanto i solitari entreranno nella camera nuziale¹.

1) Richiama Mt. XXII 14, che è appunto in appendice alla parabola del «banchetto nuziale», e anche Mt. XXV 10. (Per un più complesso sviluppo del concetto di "camera nuziale", cfr. il Vangelo di Filippo, §§ 61, 66-68, 73, 80, 82 ecc.).



Matteo Capitolo 25
1 Allora il regno de' cieli sarà simile a dieci vergini le quali, prese le loro lampade, uscirono a incontrar lo sposo.2 Or cinque d'esse erano stolte e cinque avvedute;3 le stolte, nel prendere le loro lampade, non avean preso seco dell'olio;4 mentre le avvedute, insieme con le loro lampade, avean preso dell'olio ne' vasi.5 Or tardando lo sposo, tutte divennero sonnacchiose e si addormentarono.6 E sulla mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, uscitegli incontro!7 Allora tutte quelle vergini si destarono e acconciaron le loro lampade.8 E le stolte dissero alle avvedute: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono.9 Ma le avvedute risposero: No, che talora non basti per noi e per voi; andate piuttosto da' venditori e compratevene!10 Ma, mentre quelle andavano a comprarne, arrivò lo sposo; e quelle che eran pronte, entraron con lui nella sala delle nozze, e l'uscio fu chiuso.11 All'ultimo vennero anche le altre vergini, dicendo: Signore, Signore, aprici!12 Ma egli, rispondendo, disse: Io vi dico in verità: Non vi conosco.13 Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.





Tra le due correnti c'è stata sempre una guerra....


I capi ortodossi, tra cui Ireneo, vescovo di Lione, accusavano naturalmente gli gnostici di impostura, di far passare come «apostolici» scritti di loro invenzione. Ireneo dichiara che i seguaci del maestro gnostico Valentino, «assolutamente sconsiderati», «mettono in giro i loro propri scritti, e si vantano di avere più vangeli di quanti ne esistano realmente … In realtà non hanno un vangelo che non sia pieno di bestemmia. Poiché ciò che hanno pubblicato … non ha nulla di simile a ciò che ci è stato tramandato dagli apostoli». (Ireneo, Adv. Haer., III,11,9)


Se alcuni dei racconti del Nuovo Testamento sembrano offrire una concezione letterale della resurrezione, altri si prestano a interpretazioni differenti: sia Luca che Marco riferiscono che Gesù apparve «sotto altro aspetto» (Marco, 16,12; Luca 24,13-32) – non il suo precedente aspetto terreno – a due discepoli in cammino sulla strada di Emmaus. Luca narra che i discepoli, profondamente turbati dalla morte di Gesù, si misero a parlare con lo straniero, sembra per diverse ore. E lo invitarono a cena; quando si sedette con loro per benedire il pane, di colpo lo riconobbero come Gesù. Nello stesso istante «lui sparì dalla loro vista». (Lc., 24,31) Similmente in Giovanni, per due volte, Gesù appare all’improvviso, a porte chiuse, tra i discepoli riuniti in casa. (Gv.,20,19 e 26)

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Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Victor67 ha scritto:Se tu fossi cresciuto in Iraq in una comunità di Mandei, ma successivamente avessi ascoltato un cristiano protestante, ti avrebbe fatto notare che le scritture gnostiche presentano una visione di Gesù molto spiritualizzata, lontana dalla fisicità corporea presente nelle nostre Scritture. Quindi mancante di un elemento fondamentale della nostra personalità, perché noi siamo fatti sia di carne che di spirito. Lascio alla tua logica stabilire quale sia la visione migliore dell'uomo: una visione solo spiritualizzata, oppure una visione più completa, intesa come perfetta unione di anima e corpo come evidenziato dalle nostre Scritture.
[...]
E' vero che il nostro canone sia qualitativamente migliore perché espone una visione più genuina dell'uomo, includente tutte le parti di esso, senza trascurare nulla. Gli altri canoni presentano una visone solo parziale dell'uomo. Basta confrontarli per capirlo. Lascio alla tua logica ed al tuo buon senso stabilire quale sia il canone migliore.
Ma non è questione di "logica", ed è proprio questo il punto. Che una visione più spiritualizzata sia qualitativamente inferiore è qualcosa di altamente soggettivo, molti direbbero invece che poiché lo spirito è la parte più elevata dell'Uomo, più una visione è spirituale e meglio è. Anche le filosofie orientali si concentrano maggiormente sulla spiritualità, eppure non è vero che chiunque le riconosce come inferiori alla visione cristiana, anzi. In definitiva, se uno ti dicesse che secondo lui è la visione più spiritualizzata ad essere la migliore, tu cosa potresti dirgli di oggettivo per convincerlo del contrario? Ti appelleresti alla sua "logica"? Ma cosa c'entra la "logica"? Qui stiamo parlando di sensazioni interiori... Pensi davvero che sia impossibile che un uomo non riconosca la superiorità della tua visione cristiana, se raffrontata alle altre?
Victor67 ha scritto:Anche nella chiesa primitiva esistevano delle dottrine “eretiche”, ma con questo termine non dobbiamo intendere la stessa cosa che intendono i nostri fratelli cattolici, chiusi nel loro autoritarismo dogmatico, i quali credono falsamente che il loro Papa sia infallibile. Basti pensare alla disputa presentata in Gal 2, 11-21 tra Paolo e Pietro, nella quale la posizione di Pietro è stata considerata “eretica” da Paolo, e questo episodio dimostra chiaramente che Pietro non aveva nessun primato e nessuna infallibilità proprio nella Chiesa degli apostoli. Quindi non dobbiamo affatto stupirci se anche nelle epoche successive nella stessa Chiesa si siano manifestate delle dottrine eretiche, le quali però non hanno inficiato la validità delle decisioni importanti come la formazione del canone.
Poiché postulo la fallibilità della Chiesa, che in essa si siano insinuate delle eresie nei secoli non mi stupisce affatto, ma come fai ad essere sicuro che la scelta del canone è stata invece corretta? E' il contrario: poiché quella Chiesa era già eretica da un pezzo, e ha ritenuto canonici quei libri che si conformassero con le sue dottrine, mi sembra invece assai più probabile che il canone stesso non sia corretto. E infatti, oggi sappiamo che ad esempio metà delle lettere paoline probabilmente non sono state scritte da Paolo, ad esempio la Lettera agli Ebrei non è paolina, e tra l'altro anche gli antichi nutrivano forti dubbi in merito, per cui è stata riconosciuta solo molto tardi come canonica (da una Chiesa già eretica da secoli, ripeto). Considerazioni analoghe si possono fare anche per altri scritti come la seconda lettera di Pietro, che risale in realtà ai primi decenni del II secolo. Se dovessi scegliere gli scritti che più probabilmente riportano l'insegnamento delle prime comunità, seguendo un criterio oggettivo, l'unico che mi viene in mente riguarda l'antichità... ma allora dovrei probabilmente inserire nel canone anche il Vangelo di Tommaso, e buttare via parecchi scritti del tuo canone. Che motivi ho invece per tenermi scritti come la Lettera agli Ebrei o la Seconda Lettera di Pietro? Non sono autentici, sono stati selezionati dopo secoli da una Chiesa già da secoli eretica... non mi sembra che la cosa abbia molto senso.
Victor67 ha scritto:I padri non sono infallibili, non lo era nemmeno l'apostolo Pietro, sbagliarono anche loro nel credere ad alcune dottrine. La sucessione episcopale è solo uno dei criteri identificativi della nostra Chiesa, ma non è il più importante, il più importante è credere alla Risurrezione di Gesù. Soprattutto agli inizi del XVI sec. Abbiamo notato che i vescovi regolarmente ordinati non predicavano più il Vangelo, ma la dottrina della vendita delle indulgenze. Quindi lo Spirito non poteva più essere presente dove non si predicava più il Vangelo di Cristo, ma dottrine puramente umane inventate dal clero per opprimere gli uomini.
Certamente, ed è proprio questo il punto: visto che affermiamo che lo Spirito non poteva più essere presente nella Chiesa perché questa insegnava dottrine eretiche, allora significa che esso non era presente già nei Padri della Chiesa, in quanto anche questi insegnavano dottrine eretiche. Quindi che un Padre della Chiesa dica qualcosa o il contrario non deve essere per me ne una conferma ne una smentita che le dottrine in cui credo siano corrette o sbagliate. In definitiva, il parere dei Padri della Chiesa non dovrebbe importarmi, e dopotutto è anche ovvio che debba essere così: "Padre della Chiesa" non è altro che un titolo che è stato conferito da una certa Chiesa a quegli uomini che più si distinsero come maestri dell'ortodossia di tale Chiesa. Ma poiché per me tale Chiesa era eretica, la sua definizione di "ortodossia" non definisce davvero cosa è ortodosso, e quindi anche il fatto che un uomo sia un "Padre della Chiesa" non mi indica alcunché sulla sua conoscenza della vera ortodossia.
Victor67 ha scritto:Dov'è scritto nel vangelo di Tommaso che Gesù è risorto con il suo corpo?
La domanda che io mi porrei è un'altra, e cioè: perché mai io dovrei credere proprio in questa visione di risurrezione, e non in un'altra? Quello che per me sono indiscutibilmente valide sono solo l'Illuminazione Privata e la fallibilità di uomini e Chiese, ma tutto il resto è messo in discussione e mi ci vuole almeno qualche ragione per abbracciare una certa teoria piuttosto che un'altra. Ad esempio perché non dovrei abbracciare una visione della risurrezione come solo spirituale? O perché non dovrei abbracciare la visione secondo cui è stato Paolo di Tarso ad inventare l'attuale cristianesimo, fondendo quello che era l'insegnamento di Gesù e perciò il giudeo-cristianesimo primitivo, con elementi misterici estranei ad esso?
Victor67

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Siegil ha scritto:Ma non è questione di "logica", ed è proprio questo il punto. Che una visione più spiritualizzata sia qualitativamente inferiore è qualcosa di altamente soggettivo, molti direbbero invece che poiché lo spirito è la parte più elevata dell'Uomo, più una visione è spirituale e meglio è. Anche le filosofie orientali si concentrano maggiormente sulla spiritualità, eppure non è vero che chiunque le riconosce come inferiori alla visione cristiana, anzi. In definitiva, se uno ti dicesse che secondo lui è la visione più spiritualizzata ad essere la migliore, tu cosa potresti dirgli di oggettivo per convincerlo del contrario? Ti appelleresti alla sua "logica"? Ma cosa c'entra la "logica"? Qui stiamo parlando di sensazioni interiori... Pensi davvero che sia impossibile che un uomo non riconosca la superiorità della tua visione cristiana, se raffrontata alle altre?
Beh, ma qui entriamo in un discorso che esce dal nostro esperimento. Noi stavamo parlando di coerenza della teologia protestante, non di antropologia teologica nelle varie religioni. Che ci siano persone le quali esaltano la spiritualità dell'uomo rispetto alla sua corporeità, ritenendo tutto questo più coerente e sensato, nessuno lo nega. E' un po' come chiedersi: perché devo credere in Dio anziché essere ateo? Chi può dare una risposta logica migliore delle altre?
Le risposte che ti ho dato finora mostrano la coerenza logica delle dottrine protestanti, al pari di quelle cattoliche. Ed il mio discorso tendeva ad esaltare le due componenti umane, fisica e spirituale, senza privilegiarne una in particolare. Non esistono dimostrazioni matematiche per privilegiare una soluzione piuttosto che l'altra, bisogna crederci per fede. Su questo tema noi cattolici non possiamo dimostrare nulla più dei protestanti o di chiunque altro.
Poiché postulo la fallibilità della Chiesa, che in essa si siano insinuate delle eresie nei secoli non mi stupisce affatto, ma come fai ad essere sicuro che la scelta del canone è stata invece corretta?
Nessuno ne è sicuro, nemmeno i nostri fratelli cattolici che postulano l'infallibilità della Chiesa, perché tale infallibilità è indimostrabile, deriva solo da una scelta di fede. I cattolici possono forse dimostrare che le Scritture del canone siano quelle veramente volute da Dio? Quindi la loro decisione è altrettanto insicura della nostra.
E' il contrario: poiché quella Chiesa era già eretica da un pezzo, e ha ritenuto canonici quei libri che si conformassero con le sue dottrine, mi sembra invece assai più probabile che il canone stesso non sia corretto.
Non era eretica la chiesa ma solo qualche sua dottrina, e poche dottrine non inficiano la validità delle altre, canone compreso.
E infatti, oggi sappiamo che ad esempio metà delle lettere paoline probabilmente non sono state scritte da Paolo, ad esempio la Lettera agli Ebrei non è paolina, e tra l'altro anche gli antichi nutrivano forti dubbi in merito, per cui è stata riconosciuta solo molto tardi come canonica (da una Chiesa già eretica da secoli, ripeto).
Ma queste cose le sapeva benissimo anche il nostro fondatore Lutero, che era in contatto con gli umanisti dei suoi tempi, come Erasmo, che proprio in quell'epoca stavano sviluppando le scienze filologiche, ed anzi siamo stati proprio noi protestanti ad evidenziare questi aspetti che in ambito cattolico venivano taciuti per fare in modo che le masse ignoranti si adegaussero ai voleri del Papa.
Anzi sono proprio questi aspetti che rendono la nostra confessione superiore alle altre, perché più conforme al sapere scientifico.
Considerazioni analoghe si possono fare anche per altri scritti come la seconda lettera di Pietro, che risale in realtà ai primi decenni del II secolo. Se dovessi scegliere gli scritti che più probabilmente riportano l'insegnamento delle prime comunità, seguendo un criterio oggettivo, l'unico che mi viene in mente riguarda l'antichità... ma allora dovrei probabilmente inserire nel canone anche il Vangelo di Tommaso, e buttare via parecchi scritti del tuo canone.
Il Vangelo di Tommaso non rispetta l'unitarietà dell'uomo e quindi non è conforme al vero messaggio evangelico, come ti ho detto. Mentre gli scritti ritenuti non autentici dalla filologia sono stati considerati autentici dalle varie comunità della chiesa delle origini e quindi hanno pari valore degli altri. Questi criteri sono ben espressi dal nostro fratello Metzger.
Che motivi ho invece per tenermi scritti come la Lettera agli Ebrei o la Seconda Lettera di Pietro? Non sono autentici, sono stati selezionati dopo secoli da una Chiesa già da secoli eretica... non mi sembra che la cosa abbia molto senso.
Ho già risposto sopra, ti rimando a Metzger.
Certamente, ed è proprio questo il punto: visto che affermiamo che lo Spirito non poteva più essere presente nella Chiesa perché questa insegnava dottrine eretiche, allora significa che esso non era presente già nei Padri della Chiesa, in quanto anche questi insegnavano dottrine eretiche.

Non confondere alcune dottrine eretiche con l'insegnamento globale. Anche i nostri fratelli cattolici distinguono fre dottrine dogmatiche e non dogmatiche, queste ultime potrebbero anche risultare successivamente “eretiche” dopo una riflessione teologica. Se anche loro ritengono valida una Chiesa che ha delle dottrine “eretiche”, figuriamoci se non possiamo farlo noi.
Quindi che un Padre della Chiesa dica qualcosa o il contrario non deve essere per me ne una conferma ne una smentita che le dottrine in cui credo siano corrette o sbagliate. In definitiva, il parere dei Padri della Chiesa non dovrebbe importarmi, e dopotutto è anche ovvio che debba essere così: "Padre della Chiesa" non è altro che un titolo che è stato conferito da una certa Chiesa a quegli uomini che più si distinsero come maestri dell'ortodossia di tale Chiesa. Ma poiché per me tale Chiesa era eretica, la sua definizione di "ortodossia" non definisce davvero cosa è ortodosso, e quindi anche il fatto che un uomo sia un "Padre della Chiesa" non mi indica alcunché sulla sua conoscenza della vera ortodossia.
I Padri ci danno un criterio di interpretazione delle Scritture per noi molto importante perché le Scritture sono interpretabili in molti modi. La loro opinione è più vicina all'era apostolica e raccoglie una tradizione all'interno della Chiesa che noi accettiamo, insieme ai nostri fratelli cattolici.
La domanda che io mi porrei è un'altra, e cioè: perché mai io dovrei credere proprio in questa visione di risurrezione, e non in un'altra? Quello che per me sono indiscutibilmente valide sono solo l'Illuminazione Privata e la fallibilità di uomini e Chiese, ma tutto il resto è messo in discussione e mi ci vuole almeno qualche ragione per abbracciare una certa teoria piuttosto che un'altra. Ad esempio perché non dovrei abbracciare una visione della risurrezione come solo spirituale?

Anche i nostri fratelli cattolici non hanno nessuna risposta precisa su questo tema, infatti anche per loro è dogma di fede che Cristo sia Risorto, non che il sepolcro fosse vuoto per la smaterializzazione del cadavere. Quindi la riflessione teologica su questo tema è aperta, e gli studiosi di entrambe le confessioni si sono confrontati su questo tema nel secolo scorso, dopo secoli di silenzio, proprio grazie a noi protestanti.
O perché non dovrei abbracciare la visione secondo cui è stato Paolo di Tarso ad inventare l'attuale cristianesimo, fondendo quello che era l'insegnamento di Gesù e perciò il giudeo-cristianesimo primitivo, con elementi misterici estranei ad esso?
Perché le scritture, se interpretate secondo i nostri criteri, conformi a quelli dei Padri, conducono a pensare diversamente. E' chiaro che bisogna fidarsi di una determinata linea teologica nell'interpretazione, e seguirla coerentemente, altrimenti è possibilie interpretare la Bibbia in qualsiasi modo. C'è anche chi crede che Gesù fosse un alieno e noi non abbiamo nessuna dimostrazione matematica per affermare il contrario.
Un saluto
Vittorio
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Siegil
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Messaggio da Siegil »

Victor67 ha scritto:Beh, ma qui entriamo in un discorso che esce dal nostro esperimento. Noi stavamo parlando di coerenza della teologia protestante, non di antropologia teologica nelle varie religioni. Che ci siano persone le quali esaltano la spiritualità dell'uomo rispetto alla sua corporeità, ritenendo tutto questo più coerente e sensato, nessuno lo nega. E' un po' come chiedersi: perché devo credere in Dio anziché essere ateo? Chi può dare una risposta logica migliore delle altre?
Le risposte che ti ho dato finora mostrano la coerenza logica delle dottrine protestanti, al pari di quelle cattoliche. Ed il mio discorso tendeva ad esaltare le due componenti umane, fisica e spirituale, senza privilegiarne una in particolare. Non esistono dimostrazioni matematiche per privilegiare una soluzione piuttosto che l'altra, bisogna crederci per fede. Su questo tema noi cattolici non possiamo dimostrare nulla più dei protestanti o di chiunque altro.
Stiamo discutendo se è coerente per un protestante affermare che le sue dottrine non provengono da un relativismo assoluto, una volta accettati i suoi assiomi di base, ma si possono ricondurre a ragionamenti oggettivi e ponderati. Ora, io ti ho chiesto quale ragionamento ponderato può giustificare la scelta del canone di una Chiesa se tale Chiesa è considerata eretica, e motivare dicendo che è evidente la maggior qualità di quel canone quando lo si legga e confronti con gli altri, non è un ragionamento ne vagamente oggettivo, ne, in ultima analisi, vero. I cattolici alla domanda "perché ti tieni quel canone?" rispondono: "perché credo che la Chiesa che l'ha scelto tramandi correttamente l'ortodossia". Ma per un protestante questa premessa non è vera: come possono allora giustificare la scelta proprio di quel canone, senza dire che in realtà lo fanno del tutto inspiegabilmente e soggettivamente? E' questa la domanda...
Victor67 ha scritto:Nessuno ne è sicuro, nemmeno i nostri fratelli cattolici che postulano l'infallibilità della Chiesa, perché tale infallibilità è indimostrabile, deriva solo da una scelta di fede. I cattolici possono forse dimostrare che le Scritture del canone siano quelle veramente volute da Dio? Quindi la loro decisione è altrettanto insicura della nostra.
Ma il canone cattolico è stato scelto dalla loro Chiesa, è ovvio che si tengano quello. Noi invece, che consideriamo eretica la loro Chiesa come lo erano tutte le altre, perché dovremmo tenerci proprio il canone cattolico? Perché non prendere il canone marcionita, ad esempio, visto che la setta marcionita era allo stesso livello di quella proto-ortodossa, essendo eretiche tutte e due? Ma la risposta in realtà è che non avrebbe senso fare ne l'una ne l'altra cosa, essendo entrambi i canoni prodotti di Chiese eretiche. Invece, l'unica cosa sensata sarebbe prendere tutte le scritture cristiane e formare un canone smistandole secondo dei criteri oggettivi... ma non vi è criterio di smistamento che, prese tutte le scritture cristiane, fa uscire esattamente il canone che vorresti usare... I cattolici vedono tutte le Chiese e ne mettono una, la loro, su un piedistallo: ovvio che si attengano alle sue decisioni. Ma per noi che abbiamo postulato l'uguale fallibilità di tutte le Chiese, perché dovrebbe essere corretto il canone prodotto da una di queste, ed errato quello delle altre? Non ha senso...
Victor67 ha scritto:Non era eretica la chiesa ma solo qualche sua dottrina, e poche dottrine non inficiano la validità delle altre, canone compreso.
E come fai a sapere erano eretiche solo alcune dottrine e non tutte? Per dirlo dovresti prima conoscere quali sono le dottrine corrette, che però è proprio il punto finale a cui vogliamo arrivare, e che vogliamo giustificare. Inoltre, che poche dottrine eretiche non inficino la validità di altre, è un ragionamento senza senso. E' vero il contrario: se alcune sono eretiche, lo possono essere altre, o lo possono essere anche tutte.
Victor67 ha scritto:Ma queste cose le sapeva benissimo anche il nostro fondatore Lutero, che era in contatto con gli umanisti dei suoi tempi, come Erasmo, che proprio in quell'epoca stavano sviluppando le scienze filologiche, ed anzi siamo stati proprio noi protestanti ad evidenziare questi aspetti che in ambito cattolico venivano taciuti per fare in modo che le masse ignoranti si adegaussero ai voleri del Papa.
Anzi sono proprio questi aspetti che rendono la nostra confessione superiore alle altre, perché più conforme al sapere scientifico.
[...]
Il Vangelo di Tommaso non rispetta l'unitarietà dell'uomo e quindi non è conforme al vero messaggio evangelico, come ti ho detto. Mentre gli scritti ritenuti non autentici dalla filologia sono stati considerati autentici dalle varie comunità della chiesa delle origini e quindi hanno pari valore degli altri. Questi criteri sono ben espressi dal nostro fratello Metzger.
La Lettera degli Ebrei non è stata considerata autentica dalle comunità della Chiesa delle origini, se non dopo parecchi secoli (quando non erano più la "Chiesa delle origini"), e la Seconda Lettera di Pietro nel primo secolo non esisteva neppure. Questo criterio quindi escluderebbe dal canone tali scritti. Il criterio di antichità o di apostolicità porterebbe ad escluderne altri, quindi non vanno bene per giustificare oggettivamente la scelta proprio del canone che dici tu. Alla fine, tu stai dicendo quindi che l'unico criterio veramente valido è la conformità col messaggio evangelico. Ma qual'è il messaggio evangelico? Perché quello che dici tu dovrebbe essere quello corretto? Quali motivi oggettivi ci sono per ritenere il messaggio evangelico a cui tu ti riferisci più veritiero? E ti avverto, non puoi venirmi a dire di leggermi il canone, visto che non solo dobbiamo ancora decidere cosa nello specifico è canonico e cosa no, ma oltretutto il criterio per definirlo dovrebbe essere appunto il messaggio evangelico... Se la selezione del canone è fondata sul riconoscere un certo messaggio evangelico come veritiero, allora il riconoscere come veritiero tale messaggio non può fondarsi sulla selezione del canone... sarebbe come avere una casa il cui tetto poggia sulle fondamenta, le quali poggiano sul tetto... assurdo.
Victor67 ha scritto:Non confondere alcune dottrine eretiche con l'insegnamento globale. Anche i nostri fratelli cattolici distinguono fre dottrine dogmatiche e non dogmatiche, queste ultime potrebbero anche risultare successivamente “eretiche” dopo una riflessione teologica. Se anche loro ritengono valida una Chiesa che ha delle dottrine “eretiche”, figuriamoci se non possiamo farlo noi.
Ma i cattolici si fidano dell'insegnamento "globale" della loro Chiesa proprio perché la ritengono perfetta nel tramandare l'ortodossia. Per noi invece non è affatto così, quindi anche l'insegnamento globale potrebbe benissimo non essere quello corretto. Inoltre, qui non stavamo neppure parlando di insegnamento globale: la mia domanda era perché mai il parere di un cosiddetto Padre della Chiesa dovrebbe confermarmi che una certa teoria è corretta. Che senso avrebbe, visto che anche loro enunciavano dottrine eretiche? Altrimenti, un cattolico potrebbe fare lo stesso ragionamento: la conferma della correttezza della dottrina della successione episcopale si ritrova del parere dei Padri.. Quindi non è affatto vero che, se un Padre interpreta una dottrina in un certo modo, allora quella è una conferma della correttezza di quella dottrina. Nello specifico, tu avevi fatto l'esempio del battesimo dei bambini: poiché nel parere dei Padri ritroviamo interpretazioni a favore di tale dottrina, questa dovrebbe essere una conferma che essa è più vicina al messaggio apostolico. Ma perché mai? Visto che il ragionamento non vale in generale (es. successione episcopale), non vedo perché dovrebbe valere in questo caso, se non per il solo motivo che fa comodo a te...
Victor67 ha scritto:I Padri ci danno un criterio di interpretazione delle Scritture per noi molto importante perché le Scritture sono interpretabili in molti modi. La loro opinione è più vicina all'era apostolica e raccoglie una tradizione all'interno della Chiesa che noi accettiamo, insieme ai nostri fratelli cattolici.
Che tra i pareri dei Padri (come in realtà anche di tutti i dotti cristiani che non hanno ricevuto tale appellativo, anche al di fuori della setta proto-ortodossa) possano esserci tracce del pensiero originale apostolico, è perfettamente condivisibile, ma come diamine dovrei fare a capire quali sono i pareri che si riconducono al messaggio apostolico e quali invece sono eretici?
Victor67 ha scritto:Anche i nostri fratelli cattolici non hanno nessuna risposta precisa su questo tema, infatti anche per loro è dogma di fede che Cristo sia Risorto, non che il sepolcro fosse vuoto per la smaterializzazione del cadavere. Quindi la riflessione teologica su questo tema è aperta, e gli studiosi di entrambe le confessioni si sono confrontati su questo tema nel secolo scorso, dopo secoli di silenzio, proprio grazie a noi protestanti.
Benissimo, quindi non è vero che, poiché la tua interpretazione è quella di una risurrezione corporea invece che solo spirituale, allora è automaticamente la migliore...
Victor67 ha scritto:Perché le scritture, se interpretate secondo i nostri criteri, conformi a quelli dei Padri, conducono a pensare diversamente. E' chiaro che bisogna fidarsi di una determinata linea teologica nell'interpretazione, e seguirla coerentemente, altrimenti è possibilie interpretare la Bibbia in qualsiasi modo. C'è anche chi crede che Gesù fosse un alieno e noi non abbiamo nessuna dimostrazione matematica per affermare il contrario.
Intanto, cosa sia "Scrittura" e cosa no, dobbiamo ancora definirlo. Inoltre, la vostra interpretazione non sempre è conforme a quella dei cosiddetti Padri. Poi, non si vede perché privilegiare il parere dei Padri, tanto da cercare nei loro scritti delle conferme dottrinali, rispetto al parere di coloro che non sono stati insigniti di tale appellativo, visto che tutti quanti erano comunque membri di Chiese eretiche. Concordo che bisogna fidarsi di una qualche linea interpretativa, ma prima bisogna trovarla... ed è possibile farlo attraverso ragionamenti oggettivi?
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