"...poiché nel giorno in cui ne mangerai morrai."

Tutto ciò che riguarda la dottrina dei Testimoni di Geova.

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domingo7
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Carissimo Siculo

Messaggio da domingo7 »

Un concetto largamente condiviso è che, per essere veri discepoli di Cristo, occorrerebbe portare pesanti croci.

Sicuramente Cristo disse che “Chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me” (Matteo 10,37) ma disse anche “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero» (Matteo 11,28-30).

Temperanza e moderazione dovrebbero sempre contraddistinguere i cristiani, evitando la ricerca di una giustizia eccessiva ed innaturale (Ecclesiaste 7,16) e, soprattutto, la voglia di andare al di là di ciò che è scritto (1 Corinzi 4,6). Cristo invitò infatti a "prendere la croce" e non ad "andare in croce", essendo persecuzioni e martirio riservati a Cristo e ad un limitato numero di grandi testimoni della fede.

Un illustre cristiano dell’antichità, già nel IV secolo, scriveva: Chi infatti, si propone di correggere i difetti della fragilità umana deve sorreggere e, in qualche modo, soppesare sulle sue spalle la debolezza stessa, non già disfarsene. Il pastore, quello ben noto del Vangelo, non ha abbandonato la pecora stanca, ma se l'è messa in spalla. Salomone dice: "Non essere troppo giusto". La dolcezza ha il compito, appunto, di lenire la giustizia. Con quale animo, infatti, si potrebbe sottoporre alle tue cure chi hai in antipatia ed è convinto che sarà non già oggetto di pietà, bensì di disprezzo da parte del suo medico? Gesù ha avuto misericordia di noi non per allontanarci, ma per chiamarci a sé. È venuto mite, umile. Ha detto: "Venite a me, voi tutti che siete affaticati, e io vi ristorerò". Il Signore, dunque, guarisce senza eccezioni, senza riserve. A ragione, ha scelto discepoli che, interpreti del suo volere, raccogliessero e non tenessero lontano il popolo di Dio. Ovviamente, non sono da annoverare tra i discepoli di Cristo coloro i quali pensano che la durezza sia da preferire alla dolcezza, la superbia all'umiltà e che, mentre invocano per sé la divina pietà, la negano agli altri….[Ambrogio, La Penitenza, I, 1].

La croce a cui Cristo faceva probabilmente riferimento è l’impegno, il sacrificio e la necessità di portare frutti nella vita individuale, familiare, sociale e religiosa. A ciò va sicuramente aggiunta l’opera di santificazione realizzata con l’aiuto dello Spirito Santo e basata sulla crocifissione dell’uomo vecchio e delle opere della carne.

Sta infatti scritto: “Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge. Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come gia ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c'è legge. Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. Non cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri "(Galati 5,16-26).
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Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie [Efesini 5,3-4]
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domingo7
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Messaggio da domingo7 »

Un altro concetto, spesso accettato in modo acritico, è che Dio, pur potendo operare diversamente, volle salvare il mondo attraverso la sofferenza e la croce. La ragione di ciò sarebbe un mistero, mistero che, comunque, andrebbe accettato, meditato e contemplato.

Di fatto, Gesù Cristo accettò liberamente la croce (Matteo 26,53 e Giovanni 10,17-18), per attirare tutti a se (Giovanni 3,14; Giovanni 12,32; Giovanni 19,37) e per riconciliare al Padre l’umanità peccatrice (Romani 5,6-11; 2 Corinzi 5,14-21; Efesini 1,10; Efesini 2,16; Filippesi 2,8; Colossesi 1,20; Colossesi 2,14; Ebrei 12,2; 1 Pietro 2,21-24). Tutta la Sacra Scrittura insegna però che “Dio vuole misericordia e non sacrificio, conoscenza e non olocausti” (Osea 6,6 e Matteo 9,13).

Per lunghi secoli, il buon Dio tentò di salvare l’umanità in modo amorevole, paterno ed incruento, ma la ferocia e la follia dell’uomo resero vani tali tentativi. Sicuramente il peccato originale fu un’offesa infinita recata all’infinito amore di Dio. L’umanità peccò di furto, di superbia e di grave incredulità nei confronti del creatore. Adamo ed Eva prestarono fede alle menzogne del tentatore, lasciandosi convincere del fatto che Dio non fosse un padre infinitamente buono e amorevole ma un despota crudele, egoista e geloso del suo potere. In pratica, i nostri progenitori accettarono di condividere le infamie a cui, nel segreto, il demonio aveva sempre creduto. Nessuna offerta riparatrice e nessun sacrificio avrebbero potuto ristabilire la fiducia originale tra la terra ed il cielo. Dio amò tanto il mondo da mandare il suo Figlio Unigenito, affinché chiunque avesse creduto in lui non morisse, ma avesse la vita eterna. Dio non mandò il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvasse per mezzo di lui.

Gli uomini preferirono però le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.

La parabola dei vignaiuoli omicidi (Matteo 21,33-44) mostra chiaramente che la croce fu una scelta obbligata, imposta non dall’amore di Dio verso la sofferenza ma dalla malvagità umana e dall’ostinato rifiuto della Parola di Dio, dell'annuncio dei Profeti e del Messaggio di Cristo.

La parabola del banchetto nuziale (Matteo 22,1-14) insegna poi come Dio non abbia inviato suo Figlio nel mondo per per immolarlo sulla croce ma per celebrare le nozze messianiche con il popolo d'Israele, per ristabilire un'alleanza eterna con tutta l'umanità e per inaugurare un regno glorioso su tutto il creato (Daniele 2,44; Daniele 7,27; Daniele 12,1-2).

Il rifiuto ostinato del Salvatore cambiò brutalmente il corso della storia, obbligando Gesù a seguire la via del Calvario. Sembra pertanto logico concludere che non è tanto Dio che avrebbe potuto salvare diversamente l’uomo, ma piuttosto l’uomo che avrebbe potuto salvarsi in modo differente, accettando Cristo, il suo Regno ed il suo Vangelo…..

In pratica, Gesù Cristo si trovò di fronte ad una scelta forzata, imposta dalla perversa alleanza della malvagità umana (Giovanni 8,37) con i deliri di potere di Satana il Diavolo (Matteo 4,8-9). La croce avrebbe potuto essere evitata solo rinunciando definitivamente all'annuncio del Vangelo o, peggio, stringendo un'alleanza infame con il Principe delle Tenebre.

La prima soluzione avrebbe congelato tutte le prospettive di salvezza dell'umanità, mentre la seconda soluzione avrebbe prodotto un messianesimo potente, glorioso e sanguinario. L'obbedienza di Cristo al Padre si manifestò quindi, non tanto nel piacere perverso e masochista di accettare la sofferenza e la morte fini a se stesse, ma piuttosto nel lucido proposito di abbracciare con infinito amore l'unica via ancora aperta e praticabile.

A ciò va aggiunto il fatto che, senza la discesa di Cristo agli inferi (1 Pietro 3,19-20), tutta l'umanità morta nei secoli precedenti sarebbe rimasta confinata in eterno nello Sheol, triste luogo di tenebre e di oblio, dove non era neppur possibile lodare Iddio (Salmo 6,6; Salmo 115,17; Isaia 38,18) e dove le catene della morte trattenevano inesorabilmente la discendenza di Adamo. Cristo diventò partecipe della natura umana, per ridurre all'impotenza, mediante la morte, colui che della morte aveva il potere, cioè il diavolo, liberando così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita (Ebrei 2,14-15).
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Caro Domingo

Messaggio da siculo »

Intanto grazie per i tuoi spunti di riflessione che sono molto interessanti ed edificanti. :strettamano:
Certo, la via della sofferenza e della croce non sono stati il frutto del desiderio masochistico di Dio, ma che siano stati una tappa forzata per la cattiveria dell'uomo, dal punto di vista prettamente umano, resta comunque un mistero. Realmente Cristo ha espiato i peccati del mondo morendo sulla croce e, visto che il peccato comunque l'uomo di ogni tempo l'ha commesso, questo gesto è stato necessario e inevitabile; questa dinamica agli occhi della ragione umana non è comprensibile, tanto è vero che proprio i TdG sono convinti che un giorno Gesù verrà sulla terra per ammazzare gli empi, non capendo che la giustizia divina è altra cosa rispetto a quella umana.
Ritornando all'esempio del bambino che a 5 anni muore per il cancro, non è possibile dare una spiegazione umana a questo tragico evento. Non può essere solo colpa di Adamo ed Eva, del caso o dei casini che combina l'uomo con l'nquinamento, perchè altrimenti tutti i bambini di 5 anni si dovrebbero ammalare e non alcuni si ed altri no. Dietro quella immane sofferenza ci deve essere un signifcato positivo che noi non comprendiamo dal punto di vista umano, altrimenti veramente Dio diventa un dio sadico che non fa nulla di fronte alla sofferenza grautuita dei suoi figli. Capisci quindi che l'unica spiegazione plausibile è la via della sofferenza con lo stesso significato di quella che ha patito Cristo sulla croce? Io nel messaggio di Gesù nell'abbracciare la croce personale ci vedo tutto quello che questa può rappresentera, ma non escluderei nei casi limite anche la morte.
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Socrate69
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Carissimi Domingo, Siculo e Angelo

Messaggio da Socrate69 »

La.vostra fede in un Dio è evidente dai vostri commenti, che leggo nonostante tutto con attenzione, cercando di capire le vostre motivazioni.
Si può ammettere, comunque, che il Dio presentato nella Bibbia nel suo insieme sia un Dio coerente? Ritornando al racconto dell'Eden, l'uomo lo condanna a morte al primo suo sbaglio, e senza dargli un bricciolo di speranza per ravvedersi, e con Gesù si introduce un Dio di perdono, pronto a perdonare e perdonare ancora, offrendo la possibilità di pentirsi. Mi chiedo se è lo stesso Dio di cui si parla.
E vi siete chiesti: Perché il Dio della Genesi mise un albero da non toccare assolutamente ? Non poteva non metterlo ? Cosa ci ha guadagnato a farlo?
...
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Ray
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Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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cercaverità
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Messaggio da cercaverità »

Grande Ray come sempre :appl:
Socrate69 ha scritto:La.vostra fede in un Dio è evidente dai vostri commenti, che leggo nonostante tutto con attenzione, cercando di capire le vostre motivazioni.
Si può ammettere, comunque, che il Dio presentato nella Bibbia nel suo insieme sia un Dio coerente? Ritornando al racconto dell'Eden, l'uomo lo condanna a morte al primo suo sbaglio, e senza dargli un bricciolo di speranza per ravvedersi, e con Gesù si introduce un Dio di perdono, pronto a perdonare e perdonare ancora, offrendo la possibilità di pentirsi. Mi chiedo se è lo stesso Dio di cui si parla.
E vi siete chiesti: Perché il Dio della Genesi mise un albero da non toccare assolutamente ? Non poteva non metterlo ? Cosa ci ha guadagnato a farlo?
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Socrate questo da scaricare anche se parla della Trinità risponde indirettamente in un punto alle contraddizioni qui discusse https://forum.infotdgeova.it/viewtopic.p ... 48#p303048" onclick="window.open(this.href);return false;
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Dt 18:21,22 Se tu pensi: Come riconosceremo la parola che il Signore non ha detta? Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non accadrà e non si realizzerà, quella parola non l'ha detta il Signore; l'ha detta il profeta per presunzione: di lui non devi aver paura.

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Occhiodifalco
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Messaggio da Occhiodifalco »

Socrate69 ha scritto:La.vostra fede in un Dio è evidente dai vostri commenti, che leggo nonostante tutto con attenzione, cercando di capire le vostre motivazioni.
Si può ammettere, comunque, che il Dio presentato nella Bibbia nel suo insieme sia un Dio coerente? Ritornando al racconto dell'Eden, l'uomo lo condanna a morte al primo suo sbaglio, e senza dargli un bricciolo di speranza per ravvedersi, e con Gesù si introduce un Dio di perdono, pronto a perdonare e perdonare ancora, offrendo la possibilità di pentirsi. Mi chiedo se è lo stesso Dio di cui si parla.
E vi siete chiesti: Perché il Dio della Genesi mise un albero da non toccare assolutamente ? Non poteva non metterlo ? Cosa ci ha guadagnato a farlo?
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Prima della venuta di Cristo, quindi ai tempi dell'eden Dio aveva stabilito una legge " occhio per occhio dente per dente " chi commetteva un errore grave doveva pagare con la vita salvo il caso di omicidio involontario, lì c'erano le città di rifugio dove un omicida non intenzionale poteva rifugiarsi per non perdere la vita, ma questa legge era per persone imperfette, Adamo era perfetto quindi il suo peccato fu intenzionale ecco perché non era prevista la possibilità di ravvedersi perché chi è perfetto non commette errori involontari . Grazie alla venuta di Cristo tutti quanti noi abbiamo la possibilità di ottenere la vita perché ce stato un sacrificio per tutti , quindi il Dio della Genesi e lo stesso Dio del Nuovo testamento.per quanto riguarda l'albero Dio ne ha posto uno nel mezzo del giardino come prova dì ubbidienza, dimenticate anche però che c'era anche un albero della vita, e se avrebbero mangiato di quel frutto non sarebbero più morti, ecco perché una volta cacciati dal giardino Dio mise degli angeli a guardia dell' albero della vita.
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domingo7
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carissimo Socrate 69

Messaggio da domingo7 »

E vi siete chiesti: Perché il Dio della Genesi mise un albero da non toccare assolutamente ? Non poteva non metterlo ? Cosa ci ha guadagnato a farlo?
Secondo me che non sono né profondo né teologo, il frutto proibito nel giardino di Eden fu amorevolmente pensato per evitare che la ribellione dell'uomo (che sicuramente Dio prevedeva e preconosceva) assumesse il carattere titanico di una ribellione aperta, feroce e violenta.

La mala fede e la voglia di ribellione di Adamo trovarono così non poche scusanti (la curiosità, le seduzioni del serpente, la voglia di libertà, il sospetto di essere ingannato da Dio).

Ben peggio sarebbe stato se Adamo, magari qualche secolo dopo, si fosse rivoltato contro suo Padre, girandogli i denti contro, schiumandogli in faccia odio e disprezzo e mandandolo direttamente a quel paese .....
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Carissimo Siculo

Messaggio da domingo7 »

Ritornando all'esempio del bambino che a 5 anni muore per il cancro, non è possibile dare una spiegazione umana a questo tragico evento. Non può essere solo colpa di Adamo ed Eva, del caso o dei casini che combina l'uomo con l'nquinamento, perchè altrimenti tutti i bambini di 5 anni si dovrebbero ammalare e non alcuni si ed altri no. Dietro quella immane sofferenza ci deve essere un signifcato positivo che noi non comprendiamo dal punto di vista umano, altrimenti veramente Dio diventa un dio sadico che non fa nulla di fronte alla sofferenza grautuita dei suoi figli. Capisci quindi che l'unica spiegazione plausibile è la via della sofferenza con lo stesso significato di quella che ha patito Cristo sulla croce? Io nel messaggio di Gesù nell'abbracciare la croce personale ci vedo tutto quello che questa può rappresentera, ma non escluderei nei casi limite anche la morte.
Nell'abbandonare Dio, il genere umano ha abbandonato la sorgente delle acque vive e si è scavato delle cisterne screpolate che non tengono l'acqua (Geremia 2,13).

Con la caduta dell'uomo, per chi ci crede, sono entrati nel mondo prima le malattie, gli squilibri psicologici, i guasti genetici e poi la morte.

La logica dei bambini con il cancro a 5 anni è la stessa degli adulti con la pressione alta, il diabete e la calvizie: alcuni sviluppano tali problemi, altri no, senza riguardo alla morale, al peccato o alla croce.

Dio però può dare tantissime illuminazioni e in alcuni casi addirittura la via della guarigione

Vivo in una piccola città e non posso diffondermi nei particolari, ma due miei amici sono stati prodigiosamente aiutati nella cura e nella totale guarigione del figlio malato di una malattia gravissima (ci sono voluti anni), dopo aver riscoperto la fedeltà, la fede e la preghiera (erano sull'orlo del divorzio, divorati dall'odio e dai rancori ma oggi vivono felici).
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Messaggio da Socrate69 »

Occhio:
Adamo era perfetto quindi il suo peccato fu intenzionale ecco perché non era prevista la possibilità di ravvedersi perché chi è perfetto non commette errori involontari .
Vedi, Occhio, questa la conoscevo, e anche bene, ma per me è stata sempre una delle maggiori incongruità trà gli insegnamenti watchtoweriani.
Primo : Come fai a dire che l'Adamo della Genesi era perfetto ?
Secondo : Su cosa ti basi per affermare che chi è perfetto non può ravvedersi ?
Terzo : Come si può affermare che chi è perfetto possa commettere solo errori volontari, ma non involontari ?
Quarto : Se tu ti definisci imperfetto, e sbagli volontariamente, che diffrenza farà con uno perfetto che commettesse un peccato volontario ?
Quinto : Su quale base Dio non dovrebbe perdonare un peccato commesso volontariamente ? Se si sbaglia volontariamente, la Bibbia dice che non c'è speranza più. Ma se uno si pente ?
Sesto : Cosa significa realmente "peccato involontario" ? Esiste veramente ? Molti se non tutti i cosiddetti "peccati" vengono commessi volontariamente...
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Messaggio da Socrate69 »

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Adamo era perfetto quindi il suo peccato fu intenzionale ecco perché non era prevista la possibilità di ravvedersi perché chi è perfetto non commette errori involontari .
Vedi, Occhio, questa la conoscevo, e anche bene, ma per me è stata sempre una delle maggiori incongruità trà gli insegnamenti watchtoweriani.
Primo : Come fai a dire che l'Adamo della Genesi era perfetto ?
Secondo : Su cosa ti basi per affermare che chi è perfetto non può ravvedersi ?
Terzo : Come si può affermare che chi è perfetto possa commettere solo errori volontari, ma non involontari ?
Quarto : Se tu ti definisci imperfetto, e sbagli volontariamente, che diffrenza farà con uno perfetto che commettesse un peccato volontario ?
Quinto : Su quale base Dio non dovrebbe perdonare un peccato commesso volontariamente ? Se si sbaglia volontariamente, la Bibbia dice che non c'è speranza più. Ma se uno si pente ?
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Adamo era perfetto quindi il suo peccato fu intenzionale ecco perché non era prevista la possibilità di ravvedersi perché chi è perfetto non commette errori involontari .
Vedi, Occhio, questa la conoscevo, e anche bene, ma per me è stata sempre una delle maggiori incongruità trà gli insegnamenti watchtoweriani.
Primo : Come fai a dire che l'Adamo della Genesi era perfetto ?
Secondo : Su cosa ti basi per affermare che chi è perfetto non può ravvedersi ?
Terzo : Come si può affermare che chi è perfetto possa commettere solo errori volontari, ma non involontari ?
Quarto : Se tu ti definisci imperfetto, e sbagli volontariamente, che diffrenza farà con uno perfetto che commettesse un peccato volontario ?
Quinto : Su quale base Dio non dovrebbe perdonare un peccato commesso volontariamente ? Se si sbaglia volontariamente, la Bibbia dice che non c'è speranza più. Ma se uno si pente ?
Sesto : Cosa significa realmente "peccato involontario" ? Esiste veramente ? Molti se non tutti i cosiddetti "peccati" vengono commessi volontariamente...
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Messaggio da Socrate69 »

È partito tre volte, quando io l'ho mandato una volta.
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Socrate69 ha scritto:La.vostra fede in un Dio è evidente dai vostri commenti, che leggo nonostante tutto con attenzione, cercando di capire le vostre motivazioni.
Si può ammettere, comunque, che il Dio presentato nella Bibbia nel suo insieme sia un Dio coerente? Ritornando al racconto dell'Eden, l'uomo lo condanna a morte al primo suo sbaglio, e senza dargli un bricciolo di speranza per ravvedersi, e con Gesù si introduce un Dio di perdono, pronto a perdonare e perdonare ancora, offrendo la possibilità di pentirsi. Mi chiedo se è lo stesso Dio di cui si parla.
E vi siete chiesti: Perché il Dio della Genesi mise un albero da non toccare assolutamente ? Non poteva non metterlo ? Cosa ci ha guadagnato a farlo?
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Caro Socrate, avevo già posto la domanda all'inizione del 3D, la repeto comunque adesso: da cosa capisci dal racconto di Genesi che la morte adamica è una punizione voluta da Dio?
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Messaggio da siculo »

domingo7 ha scritto:
Ritornando all'esempio del bambino che a 5 anni muore per il cancro, non è possibile dare una spiegazione umana a questo tragico evento. Non può essere solo colpa di Adamo ed Eva, del caso o dei casini che combina l'uomo con l'nquinamento, perchè altrimenti tutti i bambini di 5 anni si dovrebbero ammalare e non alcuni si ed altri no. Dietro quella immane sofferenza ci deve essere un signifcato positivo che noi non comprendiamo dal punto di vista umano, altrimenti veramente Dio diventa un dio sadico che non fa nulla di fronte alla sofferenza grautuita dei suoi figli. Capisci quindi che l'unica spiegazione plausibile è la via della sofferenza con lo stesso significato di quella che ha patito Cristo sulla croce? Io nel messaggio di Gesù nell'abbracciare la croce personale ci vedo tutto quello che questa può rappresentera, ma non escluderei nei casi limite anche la morte.
Nell'abbandonare Dio, il genere umano ha abbandonato la sorgente delle acque vive e si è scavato delle cisterne screpolate che non tengono l'acqua (Geremia 2,13).

Con la caduta dell'uomo, per chi ci crede, sono entrati nel mondo prima le malattie, gli squilibri psicologici, i guasti genetici e poi la morte.

La logica dei bambini con il cancro a 5 anni è la stessa degli adulti con la pressione alta, il diabete e la calvizie: alcuni sviluppano tali problemi, altri no, senza riguardo alla morale, al peccato o alla croce.

Dio però può dare tantissime illuminazioni e in alcuni casi addirittura la via della guarigione

Vivo in una piccola città e non posso diffondermi nei particolari, ma due miei amici sono stati prodigiosamente aiutati nella cura e nella totale guarigione del figlio malato di una malattia gravissima (ci sono voluti anni), dopo aver riscoperto la fedeltà, la fede e la preghiera (erano sull'orlo del divorzio, divorati dall'odio e dai rancori ma oggi vivono felici).
Caro Domingo, io non credo che una madre che perde il proprio figlio si possa consolare all'idea che il cancro è una mutazione casuale o all'idea che ancora le cure adeguate non ci sono e quindi è colpa dell'uomo. Che nella sofferenza ci sia un valore positivo è ampiamente documentato dal NT. Gesù è venuto a donarci la pace vera del cuore, non ha mai detto che l'umanità sarebbe stata liberata dalle sofferenze fisiche, anche se ci sono state e ci sono anche oggi diverse guarigioni fisiche, ma non è che la totalità delle richieste di guarigione viene esaudiata da Dio!!
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Vincolo o obiettivo?

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Caro Domingo, io non credo che una madre che perde il proprio figlio si possa consolare all'idea che il cancro è una mutazione casuale o all'idea che ancora le cure adeguate non ci sono e quindi è colpa dell'uomo. Che nella sofferenza ci sia un valore positivo è ampiamente documentato dal NT. Gesù è venuto a donarci la pace vera del cuore, non ha mai detto che l'umanità sarebbe stata liberata dalle sofferenze fisiche, anche se ci sono state e ci sono anche oggi diverse guarigioni fisiche, ma non è che la totalità delle richieste di guarigione viene esaudiata da Dio!!
Molti pastori della Chiesa curano alla leggera le piaghe del popolo di Dio, dicendo "Pace, pace, mentre pace non c'è" (Geremia 6,14 e Geremia 8,11), salvo poi sbandierare ed esaltare il valore salvifico della sofferenza, come toccasana universale per la purificazione da colpe, che avrebbero potuto essere tranquillamente prevenute, corrette o evitate. Invece di individuare e combattere molte cause dell'umano patire (immoralità sessuale, abuso di cibi, bevande e sostanze, ira e violenza, avarizia ed avidità, sete di potere, ignavia ed accidia, imperizia e negligenza, stoltezza e follia, smodato amore per il rischio, incapacità di curare malattie ed alterazioni genetiche, spese enormi per armamenti e limitato impegno finanziario sul fronte della ricerca medica e scientifica ...) si ricorre spesso ad affermazioni gratuite, caratterizzate da scarsa umanità, pervase da toni mistici ed inquinate da venature pseudo-profetiche.

Si parla così di "sofferenza redentrice", di "dolore come segno di predilezione divina", di "offerta delle proprie sofferenze a Dio", di "valore catartico ed espiatorio dell'umano soffrire" e di "inevitabile rassegnazione". Non mancano poi casi in cui l'annuncio evangelico è mescolato ad una continua esaltazione del dolore e della sofferenza, proponendo ai credenti l'immagine di un Dio alquanto indifferente alle sorti umane e per nulla sazio delle sofferenze di Cristo, dei martiri, dei poveri, dei disgraziati e degli infelici. Non stupisce che, in un contesto tanto ambiguo, cresca tra molti atei e tra non pochi credenti una formidabile avversione nei confronti della croce, avversione che è spesso unita ad un viscerale disgusto nei confronti di Dio e dei suoi inspiegabili silenzi.

Nella migliore delle ipotesi, alla speranza fiduciosa in un Dio che si prende cura dell'uomo già sulla terra dei viventi (Salmo 27,13; Salmo 33,18-19; Salmo 34,15-16; Salmo 37,3-4; Salmo 55,22; 1 Pietro 5,6-7), che ascolta sempre le preghiere degli umili e dei giusti (Salmo 65,2; Salmo 145,18; Proverbi 2,7; Proverbi 15,29; Siracide 35,17; Isaia 59,1-2;Giovanni 9,31; Giovanni 16,23; 1 Pietro 3,12; Giacomo 4,6; 1 Giovanni 5,14), che non permette che i giusti soccombano nella prova (1 Corinzi 10,13; 2 Pietro 2,9) e che è disposto a donare all'uomo ogni bene in Cristo (Romani 8,31-39; 1 Corinzi 2,9), subentrano gravi negatività, caratterizzate da un atteggiamento di continuo sospetto, di crescente sfiducia nella Provvidenza, di passiva rassegnazione e di discutibile fatalismo.

In molti casi, i deboli perdono poi la speranza, la carità e la fede e finiscono per abbandonare ogni desiderio di costruire, lottare e lavorare per il Regno, visto e considerato che il Regno sembra realizzarsi solo nell'eternità dei defunti o alla fine dei secoli, mentre la Chiesa terrena ne costituisce un'immagine troppo fragile e transitoria.

Qualsiasi persona ragionevole è portata a credere che la salvezza dell'umanità possa venire dall'amore di Dio, dall'amore del prossimo e dall'amore verso noi stessi.

Sofferenza e croce non sembrano pertanto obiettivi da raggiungere ma piuttosto vincoli, talora evitabili e talvolta inevitabili, per rimanere fedeli al Vangelo del Regno. Dimenticare che la sofferenza è solo un prezzo da pagare per rimanere fedeli alla legge dell'amore, è un vero e proprio capovolgimento dei più alti principi morali del cristianesimo, capovolgimento che rischia di rendere odiosa tutta la rivelazione, sostituendo la roboante gloria della sofferenza all'impegno discreto e misericordioso della carità.

La logica della sofferenza e del suo valore salvifico ha fin troppo legittimato per secoli l'accettazione passiva della miseria, della fame, della guerra e della malattia inguaribile. Chi non si è piegato a questa logica è spesso riuscito a progredire nell'amore di se stesso, degli altri e di Dio.
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Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie [Efesini 5,3-4]
siculo
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Messaggio da siculo »

Caro Domingo, quindi fammi capire, tutti i santi mistici che hanno avuto le piaghe nascoste erano gente che non aveva capito nulla del significato della loro sofferenza?
Lo stesso Paolo alla fine si compiace delle stimmate ricevute nella carne (2 Cor. 12:7-10), attribbuendo a questa sofferenza, così come alle tribolazioni, un significato positivo.
E' Gesù perchè dovette soffrire così tanto sulla croce se la sofferenza non conta nulla agli occhi di Dio?
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Socrate69
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Messaggio da Socrate69 »

Siculo :
Caro Socrate, avevo già posto la domanda all'inizione del 3D, la repeto comunque adesso: da cosa capisci dal racconto di Genesi che la morte adamica è una punizione voluta da Dio?
Scusa, mi era sfuggita.
Per me è chiaro : Dio avverte Adamo che se avrebbe toccato l'albero sarebbe ritornato alla polvere.
In alcuni paesi, se vieni meno non rispettando certune leggi imposte dallo stato, vieni messo a morte.
Il Dio della Genesi non ha imposto una legge, con conseguenze punitive se non seguita,dicendo di non toccare l'albero ? Così capisco la cosa, e mi dico che se così non fosse, l'insieme degli scritti della Bibbia non avrebbe senso, perché da Genesi fino a Gesù e oltre si parla di rendenzione tramite i sacrifici, per il perdono dei peccati, e per riaquistare il diritto alla vita perso con Adamo (tramite la punizione divina per avergli disubbidito) , e riacquistato infine con Gesù grazie al suo sacrificio.
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siculo
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Messaggio da siculo »

Socrate69 ha scritto:Siculo :
Caro Socrate, avevo già posto la domanda all'inizione del 3D, la repeto comunque adesso: da cosa capisci dal racconto di Genesi che la morte adamica è una punizione voluta da Dio?
Scusa, mi era sfuggita.
Per me è chiaro : Dio avverte Adamo che se avrebbe toccato l'albero sarebbe ritornato alla polvere.
In alcuni paesi, se vieni meno non rispettando certune leggi imposte dallo stato, vieni messo a morte.
Il Dio della Genesi non ha imposto una legge, con conseguenze punitive se non seguita,dicendo di non toccare l'albero ? Così capisco la cosa, e mi dico che se così non fosse, l'insieme degli scritti della Bibbia non avrebbe senso, perché da Genesi fino a Gesù e oltre si parla di rendenzione tramite i sacrifici, per il perdono dei peccati, e per riaquistare il diritto alla vita perso con Adamo (tramite la punizione divina per avergli disubbidito) , e riacquistato infine con Gesù grazie al suo sacrificio.
Caro Socrate, rifaccio l'esempio: se io avverto mio figlio che potrebbe prendere la scossa se gioca con la corrette, l'ho voluto punire se poi realmente si fa male?
Il sacrificio di Cristo per la redenzione dei peccati secondo me smentisce questa idea giustizialista in senso letterale di Dio propria appunto del geovismo. Non credi che Geova avrebbe fatto prima a distruggere Adamo ed Eva e ricreare una nuova coppia di uomini? Non pensi che piuttosto che far morire il proprio figlio sulla croce, avrebbe dovuto fargli fare già 2000 anni fà quello che dovrebbe fare ad Armargheddon? :boh:
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nabucodonosor
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Messaggio da nabucodonosor »

domingo7 ha scritto: Secondo me che non sono né profondo né teologo, il frutto proibito nel giardino di Eden fu amorevolmente pensato per evitare che la ribellione dell'uomo (che sicuramente Dio prevedeva e preconosceva) assumesse il carattere titanico di una ribellione aperta, feroce e violenta.
...ribellione a cosa? Se non c'è divieto non può esistere ribellione, ti pare?
La mala fede e la voglia di ribellione di Adamo trovarono così non poche scusanti (la curiosità, le seduzioni del serpente, la voglia di libertà, il sospetto di essere ingannato da Dio).
Mala fede e voglia di ribellione?
Sarà... ma io ci vedo soprattutto una buona dose di ingenuità... segue la voglia - non tanto di ribellione pura e semplice, ma di assaggiare una certa cosa... Capita a tutti i bambini (e anche gli adulti :ironico: ) se ti dicono che la Cioccotella non la puoi mangiare, cerchi il modo di assaggiarla... ma non certo per un atto di ribellione verso il genitore e per l'autorità che rappresenta, ma è pura e semplice curiosità del "proibito". Poi ti prendi le sculacciate del genitore e vai avanti con la tua vita finchè non ti sposi e lasci casa di tuo padre...
Voglia di liberta?
Potevano fare praticamente tutto ciò che volevano, chi era più libero di loro?
Già... ma noi abbiamo il senno del prima, conosciamo la fatica, conosciamo lo sfruttamento, conosciamo la fame ecc.. Adamo non conosceva queste cose. Se avesse potuto vedere le cose dal nostro punto di vista, piuttosto si tagliava la mano (o sacrificava Eva... a scelta...).
Ingannato da Dio?
Adamo non conosceva l'inganno. Non secondo la nostra definizione. Al massimo poteva pensare che uno dei due fosse male informato... Mio padre mi diceva che se avessi bevuto un coca con l'aspirina sarei morto... poi (a 30 anni :timido: ) ho scoperto che non era vero... Ma MAI mi sarei anche lontanamente immaginato che mio padre mi stesse ingannando... Del resto Adamo non aveva neanche il concetto di Dio che abbiamo oggi: Onnipotente, onnisapiente, onnisciente, onnitutto...

Era davvero così impossibile dargli una punizione meno definitiva? dargli la possibilità di ricredersi?

Saluti
Nab
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nabucodonosor
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siculo ha scritto: Caro Socrate, rifaccio l'esempio: se io avverto mio figlio che potrebbe prendere la scossa se gioca con la corrette, l'ho voluto punire se poi realmente si fa male?
Il sacrificio di Cristo per la redenzione dei peccati secondo me smentisce questa idea giustizialista in senso letterale di Dio propria appunto del geovismo. Non credi che Geova avrebbe fatto prima a distruggere Adamo ed Eva e ricreare una nuova coppia di uomini? Non pensi che piuttosto che far morire il proprio figlio sulla croce, avrebbe dovuto fargli fare già 2000 anni fà quello che dovrebbe fare ad Armargheddon? :boh:
Caro Siculo, obiezione al tuo esempio:
Tu avverti tuo figlio come hai detto... oltre l'avvertimento, davvero gli permetteresti di mettere le dita nella presa solo per dirgli "te l'avevo detto"?
Oppure gli daresti uno schiaffo PRIMA che si metta nei guai?
Per questo semplice motivo la morte è una punizione DI Dio e non una conseguenza naturale dell'aver mangiato il frutto.

Per il resto, a parte le credenze Geoviste, non ho risposte...

Saluti
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siculo
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Messaggio da siculo »

nabucodonosor ha scritto:
siculo ha scritto: Caro Socrate, rifaccio l'esempio: se io avverto mio figlio che potrebbe prendere la scossa se gioca con la corrette, l'ho voluto punire se poi realmente si fa male?
Il sacrificio di Cristo per la redenzione dei peccati secondo me smentisce questa idea giustizialista in senso letterale di Dio propria appunto del geovismo. Non credi che Geova avrebbe fatto prima a distruggere Adamo ed Eva e ricreare una nuova coppia di uomini? Non pensi che piuttosto che far morire il proprio figlio sulla croce, avrebbe dovuto fargli fare già 2000 anni fà quello che dovrebbe fare ad Armargheddon? :boh:
Caro Siculo, obiezione al tuo esempio:
Tu avverti tuo figlio come hai detto... oltre l'avvertimento, davvero gli permetteresti di mettere le dita nella presa solo per dirgli "te l'avevo detto"?
Oppure gli daresti uno schiaffo PRIMA che si metta nei guai?
Per questo semplice motivo la morte è una punizione DI Dio e non una conseguenza naturale dell'aver mangiato il frutto.

Per il resto, a parte le credenze Geoviste, non ho risposte...

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Per esperienza personale (ho un bimbo di 4 anni) ti posso dire che le manieri forti non funzionano mai. Lo schiaffò è anzi il viatico per fare poi quello che viene vietato.
Dio ha tanto amato l'uomo da rispettare il suo libero arbitrio. Se ci pensi, qual è l'amore più grande tra quello possessivo dei genitori che non si vogliono distaccare dai figli e quello che lascia invece libero il figlio di prendere una strada che porta alla lontananza ?
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domingo7
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Carissimo Siculo (sofferenze utili alla costruzione della Chiesa e sofferenze inutili)

Messaggio da domingo7 »

Caro Domingo, quindi fammi capire, tutti i santi mistici che hanno avuto le piaghe nascoste erano gente che non aveva capito nulla del significato della loro sofferenza? Lo stesso Paolo alla fine si compiace delle stimmate ricevute nella carne (2 Cor. 12:7-10), attribbuendo a questa sofferenza, così come alle tribolazioni, un significato positivo.
E' Gesù perchè dovette soffrire così tanto sulla croce se la sofferenza non conta nulla agli occhi di Dio?
Un concetto largamente diffuso è che le sofferenze umane andrebbero ad aggiungersi alle sofferenze di Cristo per completarle e per perfezionare così l’opera della salvezza. L’affermazione è basata su un autorevole argomentazione di Paolo, in cui l’Apostolo delle genti sostenne di essere lieto delle sofferenze sopportate per completare nella sua carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa (Colossesi 1,24).

Ciò che però viene spesso minimizzato è il fatto che Paolo non fu affatto lieto di ogni tipo di sofferenza, chiese a Dio di liberarlo dalla famosa spina nella carne (2 Corinzi 12,7-9) e si vantò solo di quelle sofferenze che potevano essere realmente utili alla costruzione della Chiesa.

Un cristiano dell’antichità affermò che il sangue dei martiri è il seme dei cristiani (Tertulliano, Apologetico, 50). Sicuramente condivisibile è pertanto la tesi che le fatiche e le sofferenze degli apostoli, degli evangelisti, dei martiri, dei confessori della fede e dei perseguitati a causa del Vangelo contribuirono e contribuiscono a fondare la Chiesa (Romani 8,17; 2 Corinzi 1,5-7; Filippesi 1,29-30; Filippesi 2,17; Filippesi 3,10; Colossesi 1,24; 2 Timoteo 2,3; 2 Timoteo 4,5 e 1 Pietro 4,13).

Dio permise tali persecuzioni, non lasciando mai soli i perseguitati e ricolmandoli di ogni sorta di consolazione. Sta infatti scritto: Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio. Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione (2 Corinzi 1,3-5).

Sensati dubbi sorgono, invece, sulle reali possibilità di attaccare alla croce di Cristo ogni tipo di sofferenza, spesso totalmente svincolata dall'opera apostolica e missionaria e prodotta solo dalla malvagità e dalla follia umana.

Molte sofferenze sono state infatti causate dalla stupidità e dall’empietà di persone che ne hanno poi subito le estreme conseguenze, mentre altre sofferenze non hanno per nulla contribuito a costruire la chiesa. Non mancano poi sofferenze -è triste dirlo- inflitte dalla stessa chiesa all’umanità peccatrice (persecuzioni, intolleranza, roghi, crociate, oscurantismo, collaborazione con regimi biechi ed autoritari, …), con effetti devastanti sulla sacralità della croce, sulla fede cristiana e sulla credibilità del Vangelo.
Ultima modifica di domingo7 il 02/12/2014, 13:18, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da nabucodonosor »

siculo ha scritto: Per esperienza personale (ho un bimbo di 4 anni) ti posso dire che le manieri forti non funzionano mai. Lo schiaffò è anzi il viatico per fare poi quello che viene vietato.
Dio ha tanto amato l'uomo da rispettare il suo libero arbitrio. Se ci pensi, qual è l'amore più grande tra quello possessivo dei genitori che non si vogliono distaccare dai figli e quello che lascia invece libero il figlio di prendere una strada che porta alla lontananza ?
Non voglio certo sminuire le tue scelte riguardo l'educazione dei figli...
Ma ti posso assicurare che se vedessi uno dei miei figli AVVICINARE le dita alla presa, a costo di spezzargli il braccio lo tiro via!
Morendo non imparerebbe comunque la lezione.
Cosa ho fatto allora? Benchè vegano (quindi massimo rispetto per tutte le forme di vita), ho acquistato una di quelle lampade catturainsetti che li fulmina con l'alta tensione.
Ho fatto vedere ai miei figli cosa succede a farfalle e zanzare prendendo la scossa.
Fortunatamente hanno capito.
Ma se si trovassero DI NUOVO a voler sperimentare le dita nella presa, non direi che è "libero arbitrio" perchè SANNO cosa gli succederebbe (nel modo più tragico e impattante che conoscevo). Li strapperei lo stesso via con la forza.
E - ragiono per assurdo - se mi dovessero denunciare al telefono azzurro per maltrattamenti, se decidessero di non parlarmi più, se decidessero di andarsene via di casa appena arrivati alla maggiore età, non dico che mi starebbe bene, ma perlomeno, anche se lontano da me, sarebbero VIVI.

Ah, dopo la dimostrazione il catturainsetti l'ho buttato :ironico:

Saluti
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Messaggio da domingo7 »

...ribellione a cosa? Se non c'è divieto non può esistere ribellione, ti pare?
Certo, ma il rinnegamento aperto di Dio
sarebbe stato molto più triste delle ribellione ad un inspiegabile divieto
magari, come dici tu, anche sulla spinta di un po' di sciocca curiosità e creduloneria

Adamo era certamente più perfetto di noi, perché non segnato da vizi genetici
ma era sicuramente imperfetto in quanto creatura debole e fragile
(e su questo non posso che concordare con te)

Egli "gradualmente" morì esaurita la carica vitale divina
non riuscendo a terminare il giorno divino di 1000 anni

senza esserecomunque strafulminato da un Dio
che finì per porsi il problema di come recuperarlo
al suo amore e soprattutto alla sua fiducia.
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Messaggio da nabucodonosor »

domingo7 ha scritto: Egli "gradualmente" morì esaurita la carica vitale divina
non riuscendo a terminare il giorno divino di 1000 anni

senza esserecomunque strafulminato da un Dio
che finì per porsi il problema di come recuperarlo
al suo amore e soprattutto alla sua fiducia.
Scusa, in che modo Dio si pose il problema di recuperarlo?
La sentenza era stata emessa e la condanna eseguita senza possibilità alcuna.
Non c'è mai stata una parola tipo "hai visto cosa hai fatto? cosa ne pensi? lo rifaresti?" insomma, determinare se c'era stato pentimento.

Saluti
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nabucodonosor ha scritto:
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Dio ha tanto amato l'uomo da rispettare il suo libero arbitrio. Se ci pensi, qual è l'amore più grande tra quello possessivo dei genitori che non si vogliono distaccare dai figli e quello che lascia invece libero il figlio di prendere una strada che porta alla lontananza ?
Non voglio certo sminuire le tue scelte riguardo l'educazione dei figli...
Ma ti posso assicurare che se vedessi uno dei miei figli AVVICINARE le dita alla presa, a costo di spezzargli il braccio lo tiro via!
Morendo non imparerebbe comunque la lezione.
Cosa ho fatto allora? Benchè vegano (quindi massimo rispetto per tutte le forme di vita), ho acquistato una di quelle lampade catturainsetti che li fulmina con l'alta tensione.
Ho fatto vedere ai miei figli cosa succede a farfalle e zanzare prendendo la scossa.
Fortunatamente hanno capito.
Ma se si trovassero DI NUOVO a voler sperimentare le dita nella presa, non direi che è "libero arbitrio" perchè SANNO cosa gli succederebbe (nel modo più tragico e impattante che conoscevo). Li strapperei lo stesso via con la forza.
E - ragiono per assurdo - se mi dovessero denunciare al telefono azzurro per maltrattamenti, se decidessero di non parlarmi più, se decidessero di andarsene via di casa appena arrivati alla maggiore età, non dico che mi starebbe bene, ma perlomeno, anche se lontano da me, sarebbero VIVI.

Ah, dopo la dimostrazione il catturainsetti l'ho buttato :ironico:

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Infatti Dio ha avvertito Adamo ed Eva del pericolo che correvano. Secondo voi invece li ha puniti con la morte dopo aver mangiato del frutto, ma cosa avrebbe concluso secondo questa chiave di lettura?
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Messaggio da nabucodonosor »

Infatti Dio ha avvertito Adamo ed Eva del pericolo che correvano. Secondo voi invece li ha puniti con la morte dopo aver mangiato del frutto, ma cosa avrebbe concluso secondo questa chiave di lettura?
Avvertire non basta, come ho spiegato. Se vuoi veramente bene a qualcuno lo strappi via dal pericolo anche con la forza (se poi il pericolo lo crei tu apposta...). Se la vita è in pericolo te ne freghi del libero arbitrio. Se qualcuno vuole suicidarsi non è che dici: "sta agendo secondo il suo libero arbitrio, in piena consapevolezza". No, lo salvi anche contro la sua volontà.
Infatti la storia del libero arbitrio non è che mi convince...
Se uno ti punta una pistola e ti dice "o la borsa o la vita", il tuo libero arbitrio va a farsi benedire.
Se uno ti dice o mi ubbidisci o muori, il tuo libero arbitrio è una favola.

Le cose a questo punto sono 2:
o l'albero era pericoloso, in questo caso Dio ha messo consapevolmente una trappola
o l'albero era innocuo e rappresentava solo l'ubbidienza che deve essere resa a Dio

In tutti e due i casi, vivevamo benissimo anche senza...
Avremmo fatto quello che volevamo, custodendo la terra (suvvia... a chi non piacerebbe vivere in una fattoria, a stretto contatto con la natura, con un bel giardino, un orto lussurreggiante, animali domestici a profusione, in ottima salute?)
Di cosa si sarebbe servito Satana per incitare alla ribellione? Avrebbe indetto uno sciopero?perchè? il lavoro è fatica, la fatica è sudore, sudare fa male? no, perchè un po di fatica è piacevole (pensate a quanti faticano inutilmente in palestra) e a quanto sembra, nel paradiso non ci si poteva ammalare.
No, non puoi ribellarti a una condizione piacevole o che comunque non ti crea disagio. Senza un fine non può esserci tentazione, senza la tentazione non può esserci il peccato.

Saluti
Nab
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carissimo Nabucodonosor

Messaggio da domingo7 »

Scusa, in che modo Dio si pose il problema di recuperarlo?
La sentenza era stata emessa e la condanna eseguita senza possibilità alcuna.
Non c'è mai stata una parola tipo "hai visto cosa hai fatto? cosa ne pensi? lo rifaresti?" insomma, determinare se c'era stato pentimento.
Ci fu comunque spazio per la difesa:

Adamo diede la colpa a Eva
la quale se la prese con il Serpente

la sentenza riconobbe l'inganno
e condannò per primo il Serpente

al quale fu predetta la sconfitta finale
da parte della stirpe della donna

Seguirono poi le sentenze
per la donna e per l'uomo
e il regalo di due tuniche

La cacciata da Eden sembrò dovuta al desiderio che l'uomo e la donna
non perpetuassero in eterno la loro stupidità
continuando a drogarsi con le menzogne spacciate dal demonio

Tutta la storia della salvezza mostra poi la benevolenza di Dio verso i figli di Adamo
confermando il desiderio divino di veder sconfitto l'avversario antico dalla stirpe della donna ....
Presentazione

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carissimo Nabucco

Messaggio da domingo7 »

Se uno ti dice o mi ubbidisci o muori, il tuo libero arbitrio è una favola.
La seduzione del demonio avrebbe potuto operare anche senza l'albero in modo diretto e sarebbe stato peggio

Un figlio trasgressivo, curioso e credulone che disobbedisce al padre sparandosi eroina in vena su suggerimento di un nemico è molto meno colpevole di un figlio che sputa in faccia al padre solo per il gusto di dare retta allo stesso nemico, che comunque gli proporrà sicuramente qualche altra via di morte

Certo, l'albero si poteva non mettere in Eden

ma rimaneva colà un puro spirito seduttore
omicida e padre della menzogna fin dall'inizio,
pieno di odio verso l'uomo,
fatto a immagine e somiglianza di Dio

ed un uomo sciocchino
desideroso di farsi la propria vita
anche a costo di finire nei guai .....
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