Si spiegano le due nature del Cristo

Tutto ciò che riguarda la dottrina dei Testimoni di Geova.

Moderatore: polymetis

Rispondi
Gianni27
Utente Junior
Messaggi: 401
Iscritto il: 20/09/2009, 15:55
Contatta:

Si spiegano le due nature del Cristo

Messaggio da Gianni27 »

Le due nature del Cristo
Visto che nella dottrina della Trinità secondo come vediamo nell’internet, esiste un bel po’ di confusione, maggiormente da parte di quelli che nei loro interventi parlano come per sentito dire; ho pensato di intervenire anch’io in un modo leggero, ma alquanto scritturale per possibilmente essere di aiuto. Premetto però che non sono del tutto favorevole al vecchio dogma proveniente dal cattolicesimo di cui sta a voi la constatazione.
Per prima cosa le tre persone della Trinità per me sono: Il Padre, La Parola e lo spirito Santo, e non Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, in quanto che il Figlio sarebbe Gesù, discendente di Davide e figlio di Maria; carne dalla carne, e cosa terrena, viene da carne umana inserito, nello Spirito eterno della Trinità, da prendere il posto del Dio-la-Parola, in greco, “Logos”. Sappiamo che il Creatore d’interamente tutto, essendo una persona spirituale ed onnipotente, è proprio La Parola. (Giov.1:1-3; col.1:16) Costui, essendo Dio si coprì di carne, ossia, divenne carne quando venne ad abitare in Gesù uomo, perché era necessario coprire la scecchina-gloria del Creatore. - Sappiamo anche che Gesù uomo avendo in Lui Dio, automaticamente è divenuto Dio anche Lui. (1Corinti 6:17) Infatti Gesù disse: “Il Padre che dimora in me fa le opere”. (Giov.14:10) Quindi, Gesù unito con Dio-la-Parola, diviene temporaneamente Dio, ma non è avvenuto nessun mutamento dal Gesù carne a Spirito, né da Dio Spirito a carne. Ciò per dirvi che non è scritturale che Gesù secondo la carne, prende nella Trinità il posto Divino del Creatore. Se poi credete che davvero è avvenuto che Gesù uomo è nato o diventato Dio la Parola, allora sì che Maria diviene automaticamente la madre del Dio eterno. Ma così non è. Puoi tu credere che Maria nata sulla terra da genitori umani sia poi diventata madre del Dio eterno e mai nato?
A Dio occorreva l’Agnello del sacrificio eterno, per togliere il peccato del mondo mediante il sacrificio espiatorio, per salvare poi i credenti in Cristo, e quello fu il compito di Gesù, e fu per questo che fu da Dio preordinato un corpo umano (Ebrei 10:5-6) ed il corpo umano avvenne di essere Gesù come promesso a Davide, e tutti i Giudei lo sapevano, cui nasce poi da Maria. Gesù non era nello Spirito che doveva offrirsi, ma nel corpo umano di carne e sangue, come preordinato da Dio.
D’accordo che prima della creazione il Cristo in spirito già esisteva nello stesso Spirito di Dio, come se fosse una quarta persona della Trinità, ma questo è nel suo Spirito, quello Spirito che si crede sia stato usato in Maria dallo Spirito Santo, per il concepimento di Gesù uomo e figlio di Davide, da Dio promesso (2Samuele 7:12). Difatti, sto parlando di Colui che benché nasce Figlio di Davide e che edificherà una casa al Dio-Padre, il suo regno sarà in perpetuo (2Samuele 7:13-14) e come l’angelo disse a Maria: “Gesù sarà chiamato Figlio di Dio, e Dio gli darà il trono di Davide suo padre, ed Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno senza fine. (Luca 1:32-33) Il regno di Davide non era celeste, ma indica la nuova terra che Dio deve ancora creare. (Isaia 65:17-18).
Vi è un detto che dice: “Noi non diciamo che l’uomo si è fatto Dio, ma che Dio si è fatto uomo…” - non è scritturale. - Dio, non mai si è tramutato per vivere come uomo, ma solo venne ad abitarvi per un tempo nell’uomo Gesù, che usò come suo tempio, mentre su questa terra.
Fu da Dio sentenziato che sarà la progenie della umana donna Eva che schiaccerà la testa al serpente e non alcuna progenie di Dio (Genesi 3:15)
È stato dogmato che Maria sia madre di Dio, ma anche questo non è scritturale, poiché Maria non ha concepito lo Spirito di Gesù, ma solo la carne, mentre lo Spirito esisteva in Dio già avanti la creazione. Noi portiamo il rispetto dovuto a Maria, ma non perché sia madre di Dio; essa è madre di Gesù uomo, detto: Il Primogenito di Dio, perché generato da Dio direttamente e come promesso, e da Dio è costituito il Primogenito, il più eccelso dei re della terra (Salmo 89:27-29) Vero?
La teologia dogmatica come quella cattolica, dice: Gesù perché è nato da Dio, è Dio anche Lui, ma Dio non aveva bisogno di un altro Dio, ma aveva bisogno di un uomo qualificato per essere l’Agnello che spargerà il suo sangue; che nasce nella forma di Dio, ma che essendo Egli in carne e sangue non può essere Dio, perché Dio è Spirito e non muore (Giov.4:24) Fu profetato da Davide che il qualificato suo figlio, Dio lo ha fatto sedere sul trono alla sua destra secondo il corpo spirituale della sua risurrezione, avendolo fatto Signore e Cristo(Atti 2:36) ma non è scritto di essere uno della Trinità. È scritto però che Dio Padre ha sovranamente innalzato Gesù che gli ha dato il nome che è al disopra di ogni nome al cui nome si deve piegare ogni ginocchio, in cielo ed in terra, e dichiarare che Cristo Gesù è il Signore alla gloria di Dio Padre. (Filippesi 2:9-11)
Al presente, sì che è uguale a Dio, avendo ricevuto dal Padre ogni potestà, per dominare in cielo ed in terra, e la potenza di mettere sotto i suoi piedi ogni male. Gesù Cristo è stato messo a capo di ogni cosa, esattamente come Dio Padre da governare con una verga di ferro. Egli al presente può ricevere le nostre preghiere e richieste, ed esaudirle o portale al Padre, perché è l’incaricato di Dio per noi suoi fedeli.
Cristo non è la seconda persona della Trinità, poiché quel trono è sempre stato del Dio-la-Parola, che è il Creatore di ogni cosa; mentre Gesù è il capo e compitore della nostra salvezza, come il Figlio dell’uomo, detto anche il Figlio di Davide, dapper tutta la Bibbia. Per fino all’ultima pagina dell’Apocalisse 22:16, Dove Egli dice di se stesso: “Io sono la radice e la progenie di Davide, la lucente stella mattutina. E fui morto, ma ecco son vivente per i secoli dei secoli, e siedo sul trono alla destra del Padre.
In Gesù ha tabernacolato (dice il greco) La Parola, quale seconda persona della Trinità, in Gesù per il tempo che Gesù era in terra; e La Parola non si caricò il peccato del mondo per toglierlo, perché ciò era il compito di Gesù uomo, anzi, La Parola lasciò Gesù tutto solo al momento che Egli si caricò il peccato, quando chiese al padre di oltrepassare da Lui il calice pieno. Fu per questo che Gesù sulla croce disse: “Dio mio perché mi hai abbandonato (Matteo 27:46) Dio ha innalzato Gesù, e lo possiamo fare anche noi, ma non al disopra di Dio, se non è scritturale.
Qualcuno dirà: Ma Gesù disse d’aver visto e parlato con Abramo, morto già da secoli. Sì, è vero, ma non era Gesù uomo che lo diceva, ma lo diceva La Parola in Lui, cui usava la sua bocca. La stessa cosa quando Gesù disse di fronte ai Giudei: “Disfate questo tempio, ed in tre giorni io lo farò risorgere. Non fu poi Gesù a risorgere il suo corpo, quale tempio di Dio, ma fu risorto da Dio e non da Gesù stesso, e ciò è scritturale.
Gesù era con Dio avanti la fondazione del mondo, ma lo era nello Spirito, non nella carne. Spiegatevi bene di fronte ai nemici della croce.
Gianni27
Avatar utente
Mario70
Utente Gold
Messaggi: 6295
Iscritto il: 10/06/2009, 21:28
Località: Roma
Contatta:

Messaggio da Mario70 »

Giusto per essere chiari questa che stai spiegando tu non é la Trinità ortodossa ma una specie di adozionismo con idee di Samosata e Nestorio, non capisco perché dopo 1600 anni c'è qualcuno che ancora tira in ballo queste cose, poi per carità ognuno può credere in quello che gli pare, mi sembra solo decisamente anacronistico.
Detto questo Cirillo rispose a Nestorio in questo modo:
"Il Verbo di Dio Padre è unito alla carne secondo sussistenza (hypostasin), Cristo è uno con la sua carne e lo stesso è insieme Dio e uomo; in Cristo non si devono dividere le sostanze dopo l'unione, congiungendole soltanto con la connessione che si richiama alla dignità o anche all'autorità e alla potenza, escludendo l'incontro realizzato mediante l'unità naturale (enosin physiké); né si deve dire che Cristo è un uomo che porta Dio (theophoron anthropon), ma che è veramente Dio. »

Nella sua lettera completò il pensiero scrivendo:

"Dice, dunque, il santo e grande concilio (di Nicea) che lo stesso Figlio unigenito, generato secondo natura da Dio Padre, Dio vero nato dal vero Dio, luce dalla luce, colui per mezzo del quale il Padre ha fatto tutte le cose, è disceso si è fatto carne, si è fatto uomo, ha sofferto, è risuscitato il terzo giorno, è salito al cielo. Dobbiamo attenerci anche noi a queste parole e a questi insegnamenti, riflettendo bene cosa significhi che il Verbo di Dio si è incarnato e fatto uomo. Non diciamo, infatti, che la natura dal Verbo si sia incarnata mutandosi, né che fu trasformata in un uomo, composto di anima e di corpo. Diciamo, piuttosto, che il Verbo, unendosi ipostaticamente una carne animata da un'anima razionale si fece uomo in modo ineffabile e incomprensibile e si è chiamato figlio dell'uomo, non assumendo solo la volontà e neppure la sola persona. Sono diverse, cioè, le nature che si uniscono, ma uno solo è il Cristo e Figlio che risulta non che questa unità annulli la differenza delle nature ma piuttosto la divinità e l'umanità formano un solo e Cristo, e Figlio, che risulta da esse; con la loro unione arcana ed i nell'unità. Così si può affermare che, pur sussistendo prima dei secoli, ed essendo stato generato dal Padre, Egli è stato generato anche secondo la carne da una donna; ma ciò non significa che la sua divina natura abbia avuto inizio nella santa Vergine, né che essa avesse bisogno di una seconda nascita dopo quella del padre (sarebbe infatti senza motivo, Oltre che sciocco, dire che colui che esisteva prima di tutti i secoli, e che è coeterno al Padre, abbia bisogno di una seconda generazione per esistere); ma poiché per noi e per la nostra salvezza, ha assunto l'umana natura in unità di persona, ed è nato da una donna così si dice che è nato secondo la carne. (Non dobbiamo pensare), infatti, che prima sia stato generato un uomo qualsiasi dalla santa Vergine, e che poi sia disceso in lui il Verbo: ma che, invece, unica realtà fin dal seno della madre, sia nato secondo la carne, accettando la nascita della propria carne.
Così, diciamo che egli ha sofferto ed è risuscitato, non che il Verbo di Dio ha sofferto nella propria natura le percosse, i fori dei chiodi, e le altre ferite (la divinità, infatti non può soffrire, perché senza corpo); ma poiché queste cose le ha sopportate il corpo che era divenuto suo, si dice che egli abbia sofferto per noi: colui, infatti, che non poteva soffrire, era nel corpo che soffriva. Allo stesso modo spieghiamo la sua morte. Certo, il Verbo di Dio, secondo la sua natura, è immortale, incorruttibile, vita, datore di vita; ma, di nuovo, poiché il corpo da lui assunto, per grazia di Dio, come dice Paolo (4), ha gustato la morte per ciascuno di noi, si dice che egli abbia sofferto la morte per noi. Non che egli abbia provato la morte per quanto riguarda la sua natura (sarebbe stoltezza dire o pensare ciò), ma perché, come ho detto poco fa, la sua carne ha gustato la morte. Così pure, risorto il suo corpo, parliamo di resurrezione del Verbo; non perché sia stato soggetto alla corruzione - non sia mai detto - ma perché è risuscitato il suo corpo.
Allo stesso modo, confesseremo un solo Cristo un solo Signore; non adoreremo l'uomo e il Verbo insieme, col pericolo di introdurre una parvenza di divisione dicendo insieme, ma adoriamo un unico e medesimo (Cristo), perché il suo corpo non è estraneo al Verbo, quel corpo con cui siede vicino al Padre; e non sono certo due Figli a sedere col Padre ma uno, con la propria carne, nella sua unità. Se noi rigettiamo l'unità di persona, perché impossibile o indegna (del Verbo) arriviamo a dire che vi sono due Figli: è necessario, infatti definire bene ogni cosa, e dire da una parte che l'uomo è stato onorato col titolo di figlio (di Dio), e che, d'altra parte il Verbo di Dio ha il nome e la realtà della filiazione. Non dobbiamo perciò dividere in due figli l'unico Signore Gesù Cristo. E ciò non gioverebbe in alcun modo alla fede ancorché alcuni parlino di unione delle persone: poiché non dice la Scrittura che il Verbo di Dio sì è unita la persona di un uomo ma che si fece carne (5). Ora che il Verbo si sia fatto carne non è altro se non che è divenuto partecipe, come noi, della carne e del sangue (6): fece proprio il nostro corpo, e fu generato come un uomo da una donna, senza perdere la sua divinità o l'essere nato dal Padre, ma rimanendo, anche nell'assunzione della carne, quello che era.
Questo afferma dovunque la fede ortodossa, questo troviamo presso i santi padri. Perciò essi non dubitarono di chiamare la santa Vergine madre di Dio, non certo, perché la natura del Verbo o la sua divinità avesse avuto l’origine del suo essere dalla santa Vergine, ma perché nacque da essa il santo corpo dotato di anima razionale, a cui è unito sostanzialmente, si dice che il verbo è nato secondo la carne. Scrivo queste cose anche ora spinto dall'amore di Cristo esortandoti come un fratello, scongiurandoti, al cospetto di Dio e dei suoi angeli eletti, di voler credere e insegnare con noi queste verità, perché sia salva la pace delle chiese, e rimanga indissolubile il vincolo della concordia e dell’amore tra i sacerdoti di Dio"

"Noi confessiamo, quindi, che il Verbo di Dio si è unito personalmente alla carne umana, ma adoriamo un solo Figlio e Signore Gesù Cristo, non separando né dividendo l'uomo e Dio, come se fossero uniti l'uno all'altro dalla dignità e dalla autorità (ciò, infatti, sarebbe puro suono e niente altro), e neppure chiamando, separatamente, Cristo Verbo di Dio, e separatamente l'altro Cristo quello nato dalla donna; ma ammettendo un solo Cristo, e cioè il Verbo di Dio Padre, con la sua propria carne. Allora egli, come noi, è stato unto, anche se è lui stesso a dare lo Spirito a coloro che sono degni di riceverlo, e ciò non secondo misura, come dice il beato Giovanni evangelista (8). Ma non affermiamo neppure che il Verbo di Dio ha abitato, come in un uomo qualsiasi, in colui che è nato dalla Vergine santa, perché non si creda che Cristo sia un semplice uomo portatore di Dio. Se, infatti il Verbo di Dio abitò fra noi (9) ed è detto che in Cristo abitò corporalmente la pienezza della divinità (10), crediamo però che egli si fece carne non allo stesso modo che si dice che abita nei santi, e distinguiamo nello stesso modo l'abitazione che si è fatta in lui: unito secondo natura, e non mutato affatto in carne, ebbe in essa una tale abitazione, quale si potrebbe poi dire che abbia l'anima dell'uomo nei riguardi del suo corpo. Non vi è, dunque, che un solo Cristo, Figlio e Signore; non secondo una semplice unione di un uomo, nell'unità della dignità e dell'autorità, con Dio perché una uguale dignità infatti, non può unire le nature. Così Pietro e Giovanni sono uguali in dignità, come gli altri apostoli e discepoli; ma i due non erano uno. Infatti non concepiamo il modo dell’unione come una giustapposizione (ciò, del resto, non sarebbe neppure sufficiente ad una unità naturale), o come una unione per relazione, come quando noi, aderendo a Dio, secondo la Scrittura, siamo uno spirito solo con lui (11); evitiamo piuttosto il termine stesso di "congiunzione" in quanto inadeguato ad esprimere il mistero dell'unità."

Nella sua seconda lettera aggiunse:

"E non chiamiamo il Verbo di Dio Padre neppure "Dio" o "Signore" di Cristo, per non dividere di nuovo, apertamente in due l'unico Cristo e Figlio e Signore, cadendo nel di bestemmia, facendo di lui il Dio o il Signore di se stesso. Unito, infatti, sostanzialmente, alla carne, come abbiamo detto, il Verbo di Dio è Dio di ogni cosa e domina su ogni creatura, ma non è né servo, né Signore di se stesso. Il solo pensare o dire ciò sarebbe sciocco o addirittura empio. E’ vero che ha detto che suo padre era il suo Dio (12), pur essendo Dio per natura e della sostanza di Dio; ma non ignoriamo che, essendo Dio, egli è diventato anche uomo, soggetto a Dio secondo la legge propria della natura dell'umanità. Come avrebbe potuto essere, d'altra parte, egli, Dio o Signore di se stesso? Quindi, in quanto uomo, e in quanto si può accordare con la misura del suo annientamento, egli afferma di essere con noi sottoposto a Dio: così egli si assoggettò alla legge (13), pur avendo espresso egli la legge, ed essendo legislatore, in quanto Dio. Evitiamo assolutamente di dire: "Venero ciò che è stato assunto, per la dignità di colui che l'assume; adoro il visibile a causa dell'invisibile". E’ addirittura orrendo, inoltre, dire: "Colui che è stato assunto è chiamato Dio, insieme con colui che l'ha assunto". Chi usa questo linguaggio, divide di nuovo il Cristo in due Cristi e colloca da una parte l'uomo, e dall'altra Dio; nega, infatti, evidentemente l'unità: quell'unità per cui uno non può essere coadorato o connominato Dio con un altro: uno, invece, è creduto Gesù Cristo, unigenito figlio di Dio, da onorarsi con un unica adorazione con la sua carne. Confessiamo anche che lo stesso Figlio unigenito di Dio, anche se impossibile secondo la propria natura, ha sofferto nella sua carne per noi, secondo le Scritture (14), ed era nel corpo crocifisso, facendo sue, senza soffrire, le sofferenze della sua carne. Per la grazia di Dio gustò la morte (15) per la salvezza di tutti; ed offri ad essa il proprio corpo, quantunque egli sia per natura la vita ed egli stesso la resurrezione (16)...Quanto alle espressioni del nostro Salvatore contenute nei Vangeli, noi non le attribuiamo a due diverse sussistenze o persone. Non è infatti duplice l'unico e solo Cristo, anche se si debba ammettere che egli è pervenuto all'unità indivisibile da due differenti realtà; come del resto avviene dell'uomo, che, pur essendo composto di anima e di corpo, non per questo è duplice, ma una sola realtà composta di due elementi. Diciamo piuttosto che sia le espressioni umane, sia quelle divine, sono state dette da un solo (Cristo). Quando egli, infatti, con linguaggio divino, afferma di sé: Chi vede me, vede il Padre, e: Io e il Padre siamo una sola cosa (21), noi pensiamo alla sua divina ed ineffabile natura, per cui egli è uno col Padre in forza dell'identità della sostanza, egli, immagine e figura e splendore della sua gloria (22). Quando, invece, non reputando indegna la condizione umana, dice ai Giudei: ora voi volete uccidermi, perché vi ho detto la verità (23) di nuovo dobbiamo riconoscere in lui, uguale e simile al Padre, il Dio Verbo anche nei limiti della sua umanità. Se, infatti, dobbiamo credere che, essendo Dio per natura, si è fatto carne, ossia uomo con anima razionale, che motivo vi è, poi, che uno si vergogni che le sue espressioni siano state dette in modo umano? Poiché, se egli avesse rifiutato le espressioni proprie dell'uomo, chi mai lo spinse a farsi uomo come noi? Colui che si è abbassato, per noi, volontariamente, fino all'annientamento, perché mai dovrebbe poi rifiutare le espressioni proprie di chi si è annientato? Le espressioni dei Vangeli, quindi, sono da attribuirsi tutte ad una sola persona, ossia all'unica sussistenza incarnata del Verbo: uno è, infatti, il Signore Gesù Cristo, secondo le Scritture (24)... E poiché la Vergine santa ha dato alla luce corporalmente Dio unito ipostaticamente alla carne, per questo noi diciamo che essa è madre di Dio, non certo nel senso che la natura del Verbo abbia avuto l'inizio della sua esistenza dalla carne, infatti esisteva già all'inizio, ed era Dio, il Verbo, ed era Presso Dio (35). Egli è il creatore dei secoli, coeterno al Padre e autore di tutte le cose; ma perché, come abbiamo già detto, avendo unito a sé, ipostaticamente, l'umana natura in realtà sortì dal seno della madre in una nascita secondo la carne; non che avesse bisogno necessariamente o per propria natura anche della nascita temporale, avvenuta in questi ultimi tempi, ma perché benedicesse il principio stesso della nostra esistenza, e perché, avendo una donna partorito (il Figlio di Dio) che si è unito l'umana carne, cessasse la maledizione contro tutto il genere umano, che manda a morte questi nostri corpi terrestri, e rendesse vana questa parola: darai alla luce i figli nella sofferenza (36), e realizzasse la parola del profeta: la morte è stata assorbita nella vittoria (37) e l'altra: Dio asciugò ogni lacrima da ogni volto (38). Per questo motivo diciamo che egli, da buon amministratore, ha benedetto le stesse nozze, quando fu invitato, con i santi apostoli, a Cana di Galilea (39)... Se qualcuno non confessa che l'Emmanuele è Dio nel vero senso della parola, e che perciò la santa Vergine è madre di Dio perché ha generato secondo la carne, il Verbo fatto carne (40), sia anatema.
Se qualcuno non confessa che il Verbo del Padre assunto in unità di sostanza l'umana carne, che egli è un solo Cristo con la propria carne, cioè lo stesso che è Dio e uomo insieme, sia anatema.
Se qualcuno divide nell'unico Cristo, dopo l'unione le due sostanze congiungendole con un semplice rapporto di dignità, cioè d'autorità, o di potenza, e non, piuttosto con un'unione naturale, sia anatema.
Se qualcuno attribuisce a due persone o a due sostanze le espressioni dei Vangeli e degli scritti degli apostoli, o dette dai santi sul Cristo, o da lui di se stesso, ed alcune le attribuisce a lui come uomo, considerato distinto dal Verbo di Dio, altre, invece, come convenienti a Dio, al solo Verbo di Dio Padre, sia anatema.
Se qualcuno osa dire che il Cristo è un uomo portatore di Dio, e non piuttosto Dio secondo verità, come Figlio unico per natura, inquantoché il verbo si fece carne (41) e partecipò a nostra somiglianza della carne e del sangue (42), sia anatema.
Se qualcuno dirà che il Verbo, nato da Dio Padre è Dio e Signore del Cristo, e non confessa, piuttosto, che esso è Dio e uomo insieme, inquantoché il Verbo si è fatto carne (43) secondo le Scritture, sia anatema.
Se qualcuno afferma che Gesù, come uomo, è stato mosso nel Suo agire dal Verbo di Dio, e che gli è stata attribuita la dignità di unigenito, come ad uno diverso da lui, sia anatema.
Se qualcuno osa dire che l'uomo assunto dev'essere con-adorato col Verbo di Dio, con-glorificato e con-chiamato Dio come si fa di uno con un altro (infatti la particella con che accompagna sempre queste espressioni, fa pensare ciò), e non onora, piuttosto, con un'unica adorazione l'Emmanuele, e non gli attribuisce una unica lode, in quanto il Verbo si è fatto carne (44), sia anatema.
Se qualcuno dice che l'unico Signore Gesù Cristo è stato glorificato dallo Spirito, nel senso che egli si sarebbe servito della sua potenza come di una forza estranea, e che avrebbe ricevuto da lui di potere agire contro gli spiriti immondi, e di potere compiere le sue divine meraviglie in mezzo agli uomini, sia anatema.
La divina Scrittura dice che il Cristo è divenuto pontefice e apostolo della nostra confessione (45), e che si è offerto per noi in odore di soavità a Dio Padre (46). Perciò se qualcuno dice che è divenuto pontefice e apostolo nostro non lo stesso Verbo di Dio, quando si fece carne e uomo come noi, ma, quasi altro da lui, l'uomo nato dalla donna preso a sé; o anche se qualcuno dice che ha offerto il sacrificio anche per sé, e non, invece, solamente per noi (e, infatti, non poteva aver bisogno di sacrificio chi noia conobbe peccato), sia anatema.
Se qualcuno non confessa che la carne del Signore è vivificante e (che essa è la carne) propria dello stesso Verbo del Padre, (e sostiene, invece, che sia) di un altro, diverso da lui, e unito a lui solo per la sua dignità; o anche di uno che abbia ricevuto solo la divina abitazione; se, dunque, non confessa che sia vivificante, come abbiamo detto inquantoché divenne propria del Verbo, che può vivificare ogni cosa, sia anatema.
Se qualcuno non confessa che il Verbo di Dio ha sofferto nella carne, è stato crocifisso nella carne, ha assaporato la morte nella carne, ed è divenuto il primogenito dei morti (47), inquantoché, essendo Dio, è vita e dà la vita, sia anatema."

Il concilia di Calcedonia sancí quanto sopra asserendo che:

"Seguendo, quindi, i santi Padri, all'unanimità noi insegniamo a confessare un solo e medesimo Figlio: il signore nostro Gesù Cristo, perfetto nella sua divinità e perfetto nella sua umanità, vero Dio e vero uomo, [composto] di anima razionale e del corpo, consostanziale al Padre per la divinità, e consostanziale a noi per l'umanità, simile in tutto a noi, fuorché nel peccato, generato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità, e in questi ultimi tempi per noi e per la nostra salvezza da Maria vergine e madre di Dio, secondo l'umanità, uno e medesimo Cristo signore unigenito; da riconoscersi in due nature, senza confusione, immutabili, indivise, inseparabili, non essendo venuta meno la differenza delle nature a causa della loro unione, ma essendo stata, anzi, salvaguardata la proprietà di ciascuna natura, e concorrendo a formare una sola persona e ipostasi; Egli non è diviso o separato in due persone, ma è un unico e medesimo Figlio, unigenito, Dio, verbo e signore Gesù Cristo, come prima i profeti e poi lo stesso Gesù Cristo ci hanno insegnato di lui, e come ci ha trasmesso il simbolo dei padri."
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
Gianni27
Utente Junior
Messaggi: 401
Iscritto il: 20/09/2009, 15:55
Contatta:

Messaggio da Gianni27 »

Dico a Mario70 che hai inserito una lunga storia di uomini che a modo loro e contro la volontà di Dio, hanno scombussolato la Parola di Dio, facendo un dogma carico di maledizioni, avendo usato per una dozzina di volte la parola “Anatema”; cioè “Maledizione”. Non credo che tali uomini hanno scritto quella che è la volontà di Dio, poiché si contraddicono di molto; volendo sottomettere il popolo alle loro diciture. Infatti, non hanno usato nessun verso biblico, ma molte maledizioni che se Dio le mette in pratica potrebbero colpire per prima coloro che le hanno scritte, non essendo approvate da Dio.
Non assimilarti con loro, poiché hanno causato la morte di moltissimi, di quelli cioè, che venivano soprannominati “Eretici”, per aver rotto il dogma degli uomini, imbroglioni.
Lo so che sei divenuto pratico abbastanza, ma cerca di usare la parola di Dio, al posto di uomini fallaci.
Io nel mio messaggio, ho voluto principalmente parlarne della promessa di Dio fatta a Davide, che non mancherà mai un suo diretto discendente sul suo trono in perpetuo, cioè un uomo che è mediatore fra Dio e l’uomo, (1Tim.2:5) E che siede sul trono alla destra di Dio; Colui che ha acquistato a se una Sposa, cioè una grandissima moltitudine di persone di questo mondo le quali sono suoi seguaci.
Gianni27
Avatar utente
Ray
Utente Platinium
Messaggi: 11590
Iscritto il: 04/01/2012, 18:27
Località: "città nuova"
Contatta:

A proposito di Nicea è degli "uomini"...

Messaggio da Ray »

Mario70 ha scritto:Nella sua lettera completò il pensiero scrivendo:

"Dice, dunque, il santo e grande concilio (di Nicea) che lo stesso Figlio unigenito, generato secondo natura da Dio Padre, Dio vero nato dal vero Dio, luce dalla luce, colui per mezzo del quale il Padre ha fatto tutte le cose, è disceso si è fatto carne, si è fatto uomo, ha sofferto, è risuscitato il terzo giorno, è salito al cielo. Dobbiamo attenerci anche noi a queste parole e a questi insegnamenti, riflettendo bene cosa significhi che il Verbo di Dio si è incarnato e fatto uomo...
Gianni27 ha scritto:Dico a Mario70 che hai inserito una lunga storia di uomini che a modo loro e contro la volontà di Dio, hanno scombussolato la Parola di Dio, facendo un dogma carico di maledizioni, avendo usato per una dozzina di volte la parola “Anatema”; cioè “Maledizione”. Non credo che tali uomini hanno scritto quella che è la volontà di Dio, poiché si contraddicono di molto; volendo sottomettere il popolo alle loro diciture. Infatti, non hanno usato nessun verso biblico, ma molte maledizioni che se Dio le mette in pratica potrebbero colpire per prima coloro che le hanno scritte, non essendo approvate da Dio.
Non assimilarti con loro, poiché hanno causato la morte di moltissimi, di quelli cioè, che venivano soprannominati “Eretici”, per aver rotto il dogma degli uomini, imbroglioni.
Lo so che sei divenuto pratico abbastanza, ma cerca di usare la parola di Dio, al posto di uomini fallaci.
Io nel mio messaggio, ho voluto principalmente parlarne della promessa di Dio fatta a Davide, che non mancherà mai un suo diretto discendente sul suo trono in perpetuo, cioè un uomo che è mediatore fra Dio e l’uomo, (1Tim.2:5) E che siede sul trono alla destra di Dio; Colui che ha acquistato a se una Sposa, cioè una grandissima moltitudine di persone di questo mondo le quali sono suoi seguaci.
Gianni27
@ Gianni 27 : Quegli uomini di cui scrivi ,facevano parte di una Chiesa ,che a cominciare dal concilio di Nicea
e anche prima ,hanno scelto è completato quel canone tanto caro a te di cui ti vanti di citare le scritture.
Se erano contro la volontà di D-o allora va tutto a benedirsi,anzi a maled... :cer:

Come si è detto spesso non puoi dire che l'albero è marcio ma i frutti sono buoni,o ti prendi tutto
il pacchetto o lasci. :ironico:

https://forum.infotdgeova.it/viewtopic.p ... &start=180" onclick="window.open(this.href);return false;

:ciao:
Ray

Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
Genesi
Rispondi
  • Argomenti simili
    Risposte
    Visite
    Ultimo messaggio

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 9 ospiti