Punizione per i testimoni di Geova che frequentano un disassociato.

Tutto ciò che riguarda la dottrina dei Testimoni di Geova.

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Fortemente sconsigliato da molte pubblicazioni e video, conosciamo molti tdg che mettono in pratica questi consigli non volendo più vedere il parente disassociato, se la frequentazione viene giudicata non per gravi necessità, il tdg viene ripreso e gli vengono tolti gli incarichi, viene considerato disubbidiente ma non viene disassociato.
Caro Mario, questa è effettivamente la tua esperienza?
Io non ritengo compatibile col tono generale delle loro pubblicazioni e il modo in cui dicono di non frequentare i parenti che poi non avvenga l'espulsione per chi lo fa. Ricordi il video di Morris? Prima cita il versetto che dice di “cessate di mischiarvi in compagnia di queste persone a meno che non siano vostri parenti".

E poi aggiunge che non c'è nessuna differenza tra parenti e non parenti: "Avete notato che la Bibbia non dice “cessate di mischiarvi in compagnia di queste persone a meno che non siano vostri parenti". Non dice da nessuna parte “si tratta di mia figlia o di mio figlio che è stato disassociato”. Non dice da nessuna parte: “Ma tu non capisci perché è mio padre o mia madre che è stata disassociata”. La Bibbia dice “cessate di mischiarvi in compagnia di qualcuno”, nel senso di “chiunque”."

Intendo dire che Morris attribuisce il divieto di non frequentare i parenti alla parola di Dio, e ritiene che non vi siano differenza tra parenti e non parenti perché la Scrittura non farebbe eccezzioni. Ma se così fosse e la Scrittura non porrebbe dei distinguo, perché la pena per chi trasgrediscedovrebbe essere diversa? A me sembra che nella lettera della WTS citata da Achille si dica chiaramente di disassociare anche chi frequenta i parenti:
Se un fratello carnale insiste di passare le vacanze col proprio fratello dovrebbe essere ammonito facendogli notare il pericolo che incorre nell'avere associazione con questa persona. Se insiste nel volersi associare con tale persona allora valgono le informazioni della W 1.1.82 dove sono indicati i possibili motivi per cui un parente potrebbe anche associarsi ad un disassociato, solo comunque per stretta necessità. Ma passarci le vacanze insieme non è una di quelle cose strettamente necessarie. Quindi la persona potrebbe essere soggetta alla disassociazione se persiste in questo (SCB:SSC 5.8.83)
Mi sembra che queste istruzioni tocchino un punto centrale. Continuare a frequentare il parente disassociato come se nulla fosse, e non solo per contatti spirituali, potrebbe comportare la disassociazione.
La situazione però mi pare sia stata sfumata in seguito perché ci potrebbero essere dei contatti richiesti per cause particolari: il figlio scomunicato perde il lavoro e dunque deve tornare alla casa dei genitori, oppure il figlio si ammala, oppure ancora ha qualche esigenza materiale. In quel caso, se prima non gli sbattono il telefono in faccia, c'è la possibilità di scambiarsi visite.
Ma questa faccenda del fatto che la frequentazione ordinaria, come ad esempio per una vacanza, non può continuare, pena la disassociazione, a tuo avviso ed esperienza è ancora in essere oppure no?

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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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Mario70
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polymetis ha scritto:
Fortemente sconsigliato da molte pubblicazioni e video, conosciamo molti tdg che mettono in pratica questi consigli non volendo più vedere il parente disassociato, se la frequentazione viene giudicata non per gravi necessità, il tdg viene ripreso e gli vengono tolti gli incarichi, viene considerato disubbidiente ma non viene disassociato.
Caro Mario, questa è effettivamente la tua esperienza?
Io non ritengo compatibile col tono generale delle loro pubblicazioni e il modo in cui dicono di non frequentare i parenti che poi non avvenga l'espulsione per chi lo fa. Ricordi il video di Morris? Prima cita il versetto che dice di “cessate di mischiarvi in compagnia di queste persone a meno che non siano vostri parenti".

E poi aggiunge che non c'è nessuna differenza tra parenti e non parenti: "Avete notato che la Bibbia non dice “cessate di mischiarvi in compagnia di queste persone a meno che non siano vostri parenti". Non dice da nessuna parte “si tratta di mia figlia o di mio figlio che è stato disassociato”. Non dice da nessuna parte: “Ma tu non capisci perché è mio padre o mia madre che è stata disassociata”. La Bibbia dice “cessate di mischiarvi in compagnia di qualcuno”, nel senso di “chiunque”."

Intendo dire che Morris attribuisce il divieto di non frequentare i parenti alla parola di Dio, e ritiene che non vi siano differenza tra parenti e non parenti perché la Scrittura non farebbe eccezzioni. Ma se così fosse e la Scrittura non porrebbe dei distinguo, perché la pena per chi trasgrediscedovrebbe essere diversa? A me sembra che nella lettera della WTS citata da Achille si dica chiaramente di disassociare anche chi frequenta i parenti:
Se un fratello carnale insiste di passare le vacanze col proprio fratello dovrebbe essere ammonito facendogli notare il pericolo che incorre nell'avere associazione con questa persona. Se insiste nel volersi associare con tale persona allora valgono le informazioni della W 1.1.82 dove sono indicati i possibili motivi per cui un parente potrebbe anche associarsi ad un disassociato, solo comunque per stretta necessità. Ma passarci le vacanze insieme non è una di quelle cose strettamente necessarie. Quindi la persona potrebbe essere soggetta alla disassociazione se persiste in questo (SCB:SSC 5.8.83)
Mi sembra che queste istruzioni tocchino un punto centrale. Continuare a frequentare il parente disassociato come se nulla fosse, e non solo per contatti spirituali, potrebbe comportare la disassociazione.
La situazione però mi pare sia stata sfumata in seguito perché ci potrebbero essere dei contatti richiesti per cause particolari: il figlio scomunicato perde il lavoro e dunque deve tornare alla casa dei genitori, oppure il figlio si ammala, oppure ancora ha qualche esigenza materiale. In quel caso, se prima non gli sbattono il telefono in faccia, c'è la possibilità di scambiarsi visite.
Ma questa faccenda del fatto che la frequentazione ordinaria, come ad esempio per una vacanza, non può continuare, pena la disassociazione, a tuo avviso ed esperienza è ancora in essere oppure no?

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Si poly le cose stanno effettivamente come ho scritto, le pubblicazioni e i video parlano chiaro come hai notato anche tu, cercano di non fare differenza tra parenti stretti e gli altri, ma se si decide comunque di frequentare il proprio figlio non si viene disassociati (con i distinguo che ho fatto sopra) credo che sia una tecnica "legale", insomma fanno del tutto per scoraggiare tali frequentazioni, ma rimangono vaghi riguardo la vera punizione che si subisce se si decide ugualmente di frequentarli.
Il ks 2010 ad oggi é "la bibbia" e gli anziani si devono attenere a quello.
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
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Romagnolo
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Messaggio da Romagnolo »

Certo che se si trattasse di adattamenti Legali sarebbe ben buffo che mentre prima ti dicono di ubbidire alla legge divina sulla disassociazione poi la vadano a rielaborare per non avere beghe con le leggi umane di Cesare. :blu:
Ricordati che lo studio biblico è si gratuito, ma poi ricordati che la WT richiederà che tu le dia altrettanto gratis il tuo impegno, tempo e risorse.
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polymetis
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Ma che cosa significa "parente"?
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Romagnolo
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Messaggio da Romagnolo »

ma la cosa che non capisco, perché i dissociati che si dimettono e non sono apostati, che non commettono nessun peccato ma ritengono che la Wts e i tdg non siano la verità ma non parlano male e non fanno pubblicità negativa ai tdg, vengano trattati allo stesso modo dei disassociati, se non peggio? perché ?
Questa è la domanda che vi pongo a voi che ci siete dentro o che ci siete stati.[/b
Una risposta è senz'altro quanto riporta la torre di guardia inizialmente riportata da Poly:
14 Uno che prima era un vero cristiano potrebbe rinunciare alla via della verità e dichiarare che non si ritiene più un testimone di Geova né desidera essere considerato tale. Quando questo raro fatto si verifica, la persona rinuncia alla sua posizione di cristiano, dissociandosi deliberatamente dalla congregazione. L’apostolo Giovanni scrisse: “Sono usciti da noi, ma non erano della nostra sorta; poiché se fossero stati della nostra sorta, sarebbero rimasti con noi”. — I Giov. 2:19.

15 Oppure una persona potrebbe rinunciare al suo posto nella congregazione cristiana mediante le sue azioni, divenendo per esempio parte di un’organizzazione il cui scopo è contrario alla Bibbia, e che quindi è sotto il giudizio di Geova Dio. (Confronta Rivelazione 19:17-21; Isaia 2:4). Perciò se un cristiano decidesse di unirsi a coloro che Dio disapprova, sarebbe appropriato che la congregazione prendesse atto con un breve annuncio del fatto che egli si è dissociato e non è più un testimone di Geova.

16 Coloro che mostrano di ‘non essere della nostra sorta’ rinunciando deliberatamente alla fede e alle dottrine dei testimoni di Geova devono essere giustamente considerati e trattati come quelli che sono stati disassociati per trasgressione.

Viene in pratica utilizzata la scrittura di 1 Giovanni 2:19, quindi il ragionamento è lampante..se non sono della nostra sorta...perchè dovremmo stare con loro?
LA rivista però tace su un aspetto particolare,..ovvero il versetto prima cioè il 18 che recita: "Fanciullini è l' ultima ora e, come avete udito che viene l' anticristo, così ora sono sorti molti anticristi, da cui acquistiamo la conoscenza che è l' ultima ora."
Il versetto 19 giustamente spiega che erano "usciti da loro", ma chi erano questi Anticristi ?
A questo punto mi sono dato una guardatina al Perspicacia alla voce Anticristo e nulla nella spiegazione propende per l' idea che possa trattarsi di quella categoria ipotizzata da Pasqualebucca, anzi trattando in un paragrafo proprio il passo di 1 giovanni 2:18-19 il Perspicacia spiega che Giovanni si stava riferendo agli Apostati come a quelli "usciti da noi".
Ergo in questo caso non si può dimostrare che un dissociato che non disturba e che amerebbe vivere in quiete e pace la propria vita senza danneggiare gli ex compagni di fede debba essere trattato al pari di un disassociato per fornicazione o di un dissociato che voleva creare o promuovere il settarissimo.
Ricordati che lo studio biblico è si gratuito, ma poi ricordati che la WT richiederà che tu le dia altrettanto gratis il tuo impegno, tempo e risorse.
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Mario70
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Messaggio da Mario70 »

polymetis ha scritto:Ma che cosa significa "parente"?
Con "parente" si intende parente stretto di primo grado, lo usano come sinonimo di famiglia quindi madre, padre, sorella, fratello e probabilmente nonni.
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
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L'argomento è stancante caro Mario, mi stanca perché le precisazioni che sento anziché chetarmi sono solo ulteriori pennellate ad un quadro dell'orrore sempre più nitido. Mi sento come quando ascoltavo un'intervista su youtube ad un teraposta saudita, Khaled Al-Saqaby. il quale spiegava che i mariti possono picchiare le moglie ma solo un ramoscello ed è proibito lasciar loro dei segni permamenti. Le precisazioni date non facevano altro però che farmi inquadrare il soggetto come un individuo patologico (o forse normale, se la patologia è comune a causa della religione spinge in massa a questi atteggiamenti), un individuo così accecato da non rendersi conto dell'enormità di quello che diceva e di come dare una "regolamentazione" all'orrore significa solo che sei all'interno del fiume carsico della pazzia. La reazione che ebbi, se posso usare un paragone, era simile alle infinite discussioni che a volte si leggono nei forum americani in cui si dice: pena di morte di morte sì, ma vediamo come farli fuori nel minor tempo possibile per non farli soffrire, e dunque si sta a discettare se il cloruro di potassio sia meglio della sedia elettrica. Ma è lo sfondo della discussione ad essere in sé l'orrore, e chi ne è all'interno e si dà all'applicazione di regole casuistiche è un funzionario di questa alienazione collettiva.
Ecco, se sono riuscito a spiegarmi, questa è la medesima sensazione che ho avuto leggendo la tua pur dettagliata elencazione di questo o quel caso. SI deve fare così, ma se non lo fai con questo o quest'altro benché sia vietato non ti puniscono, a meno che tu però non l'abbia fatto con questo ma in questo modo.... Insomma, mi pare che la disassociazione in sé col conseguente ostracismo sia un orrore, e mettersi a cavillare se, benché esista un divieto, si possa punire chi lo infrange qualora lo faccia coi parenti stretti, sia un tentativo di razionalizzare e mettere ordine all'interno di una violenza che mi disgusta. La situazione che tu hai descritta e come tu l'hai descritta ècioè più che sufficiente a farmi provare orrore per queste direttive. Specie perché, come ripeto, viene additato sistematicamente il fuoriuscito come un mostro, spacciando, come fa il buon Morris, come ordine divino la necessità di ostracizzarlo, e questo indipendentemente da cosa abbia fatto perché le direttive sono di ostracizzare anche chi volesse solo cambiare religione (ma non è che l'ostracismo per chi fa qualcos'altro mi scandalizzi meno). Discutere se poi chi disobbedisce a questo ostracismo venga punito o meno qualora sia un parente che è stato scomunicato, che cosa conta nel quadro generale in cui dovremmo aspettarci che la maggioranza dei TdG non disobbedisca affatto e dunque ostracizzi i propri parenti come i genitori di Sonia nel video? E che dire di quelli che non ostracizzano del tutto? Mettersi a discutere se i parenti di un disassociato possano andarlo a trovare in ospedale, se possano almeno salutarlo, o come simili, mi sembra veramente una discussione del tipo di quelle che c'erano in Sud Africa al tempo dell'apartheid, dove le piccole crepe che si aprivano nel sistema della segregazione razziale, le piccole eccezioni e le poche situazioni in cui il mondo dei neri e quello dei bianchi si toccavano erano ipocrite concessioni all'interno di un sistema orrendo. Un po' come mettersi a discutere se un nero possa usare i bagni pubblici dei bianchi, e la risposta era no, ma poi si apriva una crepa, e magari la risposta era sì se il più vicino bagno dei neri stava a piuù di tre chilometri. Questo casuismo ipocrita rende solo più odioso il sistema da cui promana, e chi fa queste precisazioni mi pare ancora più pazzo. Si può forse trovare del conforto in quella serie di eccezioni, o forse sono solo un ulteriore occasione per provare disgusto, non tanto verso le persone, ma verso il sistema e la legalità che scelgono di servire? E dunque, quando vedo la Betel mandare quelle lettere, e dire: ostracizza il parente, ma anche no, se succede x, y, z, il tutto mi appare aberrante. Insomma, la situazione, così come la descrivi, in cui si ostracizza chiunque, ma se è un tuo parente stretto che viene colpito, benché permanga il comando dell'ostracismo attribuito a Paolo, tuttavia non vieni punito se lo infrangi (e tuttavia solo se col parente scomunicato non parli di religione, sennò disassocazione), mi pare più che sufficiente a dire che tutto il sistema, compresa la sistematizzazione delle eccezioni, è disgustoso, e che le mie idee sono uscite da questa discussione tanto più precise quanto più disgustate. Le riviste che cercano col loro casuismo talmudico di puntellare le eccezioni mi paiono dello stesso tenore del boia che decida delle eccezioni alla pena di morte o il metodo meno doloroso per applicarla.

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Messaggio da Mario70 »

polymetis ha scritto:L'argomento è stancante caro Mario, mi stanca perché le precisazioni che sento anziché chetarmi sono solo ulteriori pennellate ad un quadro dell'orrore sempre più nitido. Mi sento come quando ascoltavo un'intervista su youtube ad un teraposta saudita, Khaled Al-Saqaby. il quale spiegava che i mariti possono picchiare le moglie ma solo un ramoscello ed è proibito lasciar loro dei segni permamenti. Le precisazioni date non facevano altro però che farmi inquadrare il soggetto come un individuo patologico (o forse normale, se la patologia è comune a causa della religione spinge in massa a questi atteggiamenti), un individuo così accecato da non rendersi conto dell'enormità di quello che diceva e di come dare una "regolamentazione" all'orrore significa solo che sei all'interno del fiume carsico della pazzia. La reazione che ebbi, se posso usare un paragone, era simile alle infinite discussioni che a volte si leggono nei forum americani in cui si dice: pena di morte di morte sì, ma vediamo come farli fuori nel minor tempo possibile per non farli soffrire, e dunque si sta a discettare se il cloruro di potassio sia meglio della sedia elettrica. Ma è lo sfondo della discussione ad essere in sé l'orrore, e chi ne è all'interno e si dà all'applicazione di regole casuistiche è un funzionario di questa alienazione collettiva.
Ecco, se sono riuscito a spiegarmi, questa è la medesima sensazione che ho avuto leggendo la tua pur dettagliata elencazione di questo o quel caso. SI deve fare così, ma se non lo fai con questo o quest'altro benché sia vietato non ti puniscono, a meno che tu però non l'abbia fatto con questo ma in questo modo.... Insomma, mi pare che la disassociazione in sé col conseguente ostracismo sia un orrore, e mettersi a cavillare se, benché esista un divieto, si possa punire chi lo infrange qualora lo faccia coi parenti stretti, sia un tentativo di razionalizzare e mettere ordine all'interno di una violenza che mi disgusta. La situazione che tu hai descritta e come tu l'hai descritta ècioè più che sufficiente a farmi provare orrore per queste direttive. Specie perché, come ripeto, viene additato sistematicamente il fuoriuscito come un mostro, spacciando, come fa il buon Morris, come ordine divino la necessità di ostracizzarlo, e questo indipendentemente da cosa abbia fatto perché le direttive sono di ostracizzare anche chi volesse solo cambiare religione (ma non è che l'ostracismo per chi fa qualcos'altro mi scandalizzi meno). Discutere se poi chi disobbedisce a questo ostracismo venga punito o meno qualora sia un parente che è stato scomunicato, che cosa conta nel quadro generale in cui dovremmo aspettarci che la maggioranza dei TdG non disobbedisca affatto e dunque ostracizzi i propri parenti come i genitori di Sonia nel video? E che dire di quelli che non ostracizzano del tutto? Mettersi a discutere se i parenti di un disassociato possano andarlo a trovare in ospedale, se possano almeno salutarlo, o come simili, mi sembra veramente una discussione del tipo di quelle che c'erano in Sud Africa al tempo dell'apartheid, dove le piccole crepe che si aprivano nel sistema della segregazione razziale, le piccole eccezioni e le poche situazioni in cui il mondo dei neri e quello dei bianchi si toccavano erano ipocrite concessioni all'interno di un sistema orrendo. Un po' come mettersi a discutere se un nero possa usare i bagni pubblici dei bianchi, e la risposta era no, ma poi si apriva una crepa, e magari la risposta era sì se il più vicino bagno dei neri stava a piuù di tre chilometri. Questo casuismo ipocrita rende solo più odioso il sistema da cui promana, e chi fa queste precisazioni mi pare ancora più pazzo. Si può forse trovare del conforto in quella serie di eccezioni, o forse sono solo un ulteriore occasione per provare disgusto, non tanto verso le persone, ma verso il sistema e la legalità che scelgono di servire? E dunque, quando vedo la Betel mandare quelle lettere, e dire: ostracizza il parente, ma anche no, se succede x, y, z, il tutto mi appare aberrante. Insomma, la situazione, così come la descrivi, in cui si ostracizza chiunque, ma se è un tuo parente stretto che viene colpito, benché permanga il comando dell'ostracismo attribuito a Paolo, tuttavia non vieni punito se lo infrangi (e tuttavia solo se col parente scomunicato non parli di religione, sennò disassocazione), mi pare più che sufficiente a dire che tutto il sistema, compresa la sistematizzazione delle eccezioni, è disgustoso, e che le mie idee sono uscite da questa discussione tanto più precise quanto più disgustate. Le riviste che cercano col loro casuismo talmudico di puntellare le eccezioni mi paiono dello stesso tenore del boia che decida delle eccezioni alla pena di morte o il metodo meno doloroso per applicarla.

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Ed in questo sono d'accordissimo con te, ed é per questo che sono alquanto incazzato per questa pratica orripilante, le mie puntualizzazioni servono solo per essere più precisi qualora ci dovessimo trovare a discutere nei dettagli con un tdg.
Poi volevo fare una precisazione: il ks é ad uso esclusivo degli anziani, noi oggi lo conosciamo bene perché abbiamo avuto la fortuna che qualcuno lo ha messo in rete, ma il bravo tdg (non gli anonimi i tdg internettiani che se ne fregano delle disposizioni interne di segretezza e lo citano come se niente fosse) non conosce quello che contiene.
Ora il tdg si trova nella condizione nella quale legge le pubblicazioni e guarda i video dove tra parenti stretti viene detto di non frequentarsi se uno è stato disassociato per essere leali a Geova e non ha assolutamente chiaro cosa succede se decide ugualmente di frequentarlo e questo lo so bene per esperienza diretta.
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
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polymetis ha scritto:L'argomento è stancante caro Mario, mi stanca perché le precisazioni che sento anziché chetarmi sono solo ulteriori pennellate ad un quadro dell'orrore sempre più nitido. Mi sento come quando ascoltavo un'intervista su youtube ad un teraposta saudita, Khaled Al-Saqaby. il quale spiegava che i mariti possono picchiare le moglie ma solo un ramoscello ed è proibito lasciar loro dei segni permamenti. Le precisazioni date non facevano altro però che farmi inquadrare il soggetto come un individuo patologico (o forse normale, se la patologia è comune a causa della religione spinge in massa a questi atteggiamenti), un individuo così accecato da non rendersi conto dell'enormità di quello che diceva e di come dare una "regolamentazione" all'orrore significa solo che sei all'interno del fiume carsico della pazzia. La reazione che ebbi, se posso usare un paragone, era simile alle infinite discussioni che a volte si leggono nei forum americani in cui si dice: pena di morte di morte sì, ma vediamo come farli fuori nel minor tempo possibile per non farli soffrire, e dunque si sta a discettare se il cloruro di potassio sia meglio della sedia elettrica. Ma è lo sfondo della discussione ad essere in sé l'orrore, e chi ne è all'interno e si dà all'applicazione di regole casuistiche è un funzionario di questa alienazione collettiva.
Ecco, se sono riuscito a spiegarmi, questa è la medesima sensazione che ho avuto leggendo la tua pur dettagliata elencazione di questo o quel caso. SI deve fare così, ma se non lo fai con questo o quest'altro benché sia vietato non ti puniscono, a meno che tu però non l'abbia fatto con questo ma in questo modo.... Insomma, mi pare che la disassociazione in sé col conseguente ostracismo sia un orrore, e mettersi a cavillare se, benché esista un divieto, si possa punire chi lo infrange qualora lo faccia coi parenti stretti, sia un tentativo di razionalizzare e mettere ordine all'interno di una violenza che mi disgusta. La situazione che tu hai descritta e come tu l'hai descritta ècioè più che sufficiente a farmi provare orrore per queste direttive. Specie perché, come ripeto, viene additato sistematicamente il fuoriuscito come un mostro, spacciando, come fa il buon Morris, come ordine divino la necessità di ostracizzarlo, e questo indipendentemente da cosa abbia fatto perché le direttive sono di ostracizzare anche chi volesse solo cambiare religione (ma non è che l'ostracismo per chi fa qualcos'altro mi scandalizzi meno). Discutere se poi chi disobbedisce a questo ostracismo venga punito o meno qualora sia un parente che è stato scomunicato, che cosa conta nel quadro generale in cui dovremmo aspettarci che la maggioranza dei TdG non disobbedisca affatto e dunque ostracizzi i propri parenti come i genitori di Sonia nel video? E che dire di quelli che non ostracizzano del tutto? Mettersi a discutere se i parenti di un disassociato possano andarlo a trovare in ospedale, se possano almeno salutarlo, o come simili, mi sembra veramente una discussione del tipo di quelle che c'erano in Sud Africa al tempo dell'apartheid, dove le piccole crepe che si aprivano nel sistema della segregazione razziale, le piccole eccezioni e le poche situazioni in cui il mondo dei neri e quello dei bianchi si toccavano erano ipocrite concessioni all'interno di un sistema orrendo. Un po' come mettersi a discutere se un nero possa usare i bagni pubblici dei bianchi, e la risposta era no, ma poi si apriva una crepa, e magari la risposta era sì se il più vicino bagno dei neri stava a piuù di tre chilometri. Questo casuismo ipocrita rende solo più odioso il sistema da cui promana, e chi fa queste precisazioni mi pare ancora più pazzo. Si può forse trovare del conforto in quella serie di eccezioni, o forse sono solo un ulteriore occasione per provare disgusto, non tanto verso le persone, ma verso il sistema e la legalità che scelgono di servire? E dunque, quando vedo la Betel mandare quelle lettere, e dire: ostracizza il parente, ma anche no, se succede x, y, z, il tutto mi appare aberrante. Insomma, la situazione, così come la descrivi, in cui si ostracizza chiunque, ma se è un tuo parente stretto che viene colpito, benché permanga il comando dell'ostracismo attribuito a Paolo, tuttavia non vieni punito se lo infrangi (e tuttavia solo se col parente scomunicato non parli di religione, sennò disassocazione), mi pare più che sufficiente a dire che tutto il sistema, compresa la sistematizzazione delle eccezioni, è disgustoso, e che le mie idee sono uscite da questa discussione tanto più precise quanto più disgustate. Le riviste che cercano col loro casuismo talmudico di puntellare le eccezioni mi paiono dello stesso tenore del boia che decida delle eccezioni alla pena di morte o il metodo meno doloroso per applicarla.

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