Caro Mario, questa è effettivamente la tua esperienza?Fortemente sconsigliato da molte pubblicazioni e video, conosciamo molti tdg che mettono in pratica questi consigli non volendo più vedere il parente disassociato, se la frequentazione viene giudicata non per gravi necessità, il tdg viene ripreso e gli vengono tolti gli incarichi, viene considerato disubbidiente ma non viene disassociato.
Io non ritengo compatibile col tono generale delle loro pubblicazioni e il modo in cui dicono di non frequentare i parenti che poi non avvenga l'espulsione per chi lo fa. Ricordi il video di Morris? Prima cita il versetto che dice di “cessate di mischiarvi in compagnia di queste persone a meno che non siano vostri parenti".
E poi aggiunge che non c'è nessuna differenza tra parenti e non parenti: "Avete notato che la Bibbia non dice “cessate di mischiarvi in compagnia di queste persone a meno che non siano vostri parenti". Non dice da nessuna parte “si tratta di mia figlia o di mio figlio che è stato disassociato”. Non dice da nessuna parte: “Ma tu non capisci perché è mio padre o mia madre che è stata disassociata”. La Bibbia dice “cessate di mischiarvi in compagnia di qualcuno”, nel senso di “chiunque”."
Intendo dire che Morris attribuisce il divieto di non frequentare i parenti alla parola di Dio, e ritiene che non vi siano differenza tra parenti e non parenti perché la Scrittura non farebbe eccezzioni. Ma se così fosse e la Scrittura non porrebbe dei distinguo, perché la pena per chi trasgrediscedovrebbe essere diversa? A me sembra che nella lettera della WTS citata da Achille si dica chiaramente di disassociare anche chi frequenta i parenti:
Mi sembra che queste istruzioni tocchino un punto centrale. Continuare a frequentare il parente disassociato come se nulla fosse, e non solo per contatti spirituali, potrebbe comportare la disassociazione.Se un fratello carnale insiste di passare le vacanze col proprio fratello dovrebbe essere ammonito facendogli notare il pericolo che incorre nell'avere associazione con questa persona. Se insiste nel volersi associare con tale persona allora valgono le informazioni della W 1.1.82 dove sono indicati i possibili motivi per cui un parente potrebbe anche associarsi ad un disassociato, solo comunque per stretta necessità. Ma passarci le vacanze insieme non è una di quelle cose strettamente necessarie. Quindi la persona potrebbe essere soggetta alla disassociazione se persiste in questo (SCB:SSC 5.8.83)
La situazione però mi pare sia stata sfumata in seguito perché ci potrebbero essere dei contatti richiesti per cause particolari: il figlio scomunicato perde il lavoro e dunque deve tornare alla casa dei genitori, oppure il figlio si ammala, oppure ancora ha qualche esigenza materiale. In quel caso, se prima non gli sbattono il telefono in faccia, c'è la possibilità di scambiarsi visite.
Ma questa faccenda del fatto che la frequentazione ordinaria, come ad esempio per una vacanza, non può continuare, pena la disassociazione, a tuo avviso ed esperienza è ancora in essere oppure no?
Ad maiora