Da Grande farò il pompiere...sì il pompiere...se mamma WT me lo permette.

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Romagnolo
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Da Grande farò il pompiere...sì il pompiere...se mamma WT me lo permette.

Messaggio da Romagnolo »

Quando venne anche per me il momento della chiamata alle armi per il servizio di Leva, mi si presentò una delle prime grosse sfide che un Cristiano degno di tal nome deve affrontare,..ovvero il rifiutare di essere arruolato come soldato .
Studiando da TdG sapevo che non avrei dovuto fare il militare, però sapevo anche che vi era qualche possibilità di driblare il problema svolgendo in alternativa ( non ricordo se con la qualifica di obbiettore di coscienza) l' anno del militare come volontario vigile del fuoco.
Mi sembrava una ottima prospettiva essendo quello del pompiere il primo lavoro che da bambino sognavo di fare una volta grande,...ma aimè ...c' era un problema!
Gli Anziani mi informarono che i Vigili del Fuoco erano sotto la giurisdizione militare e quindi farne parte equivaleva a essere legati in qualche modo al mondo militare, cosa impensabile per un Cristiano.
Ad una logica del genere io non seppi come ribattere ed anzi..pure a me quel semplice rimando alla giurisdizione militare a cui sottostavano i reparti dei vigili del fuoco mi sembrava sufficiente; per cui...la scelta fù pressochè univoca...il Carcere Militare.
Ma con il preparare il precedente mio post sul come si è evoluto il pensiero dell' Organizzazione circa il Servizio Sostitutivo Civile, mi è venuto naturale riesaminare quella mia passata esperienza alla luce di quanto sò ora e vorrei condividere con voi a quanto sono giunto:
DUe scritture mi hanno fatto da guida: Matteo 5:41 "e se qualcuno che ha autorità ti costringe a prestare servizio per un miglio, va con lui per due miglia"
Marco 15:21 "E costrinsero un passante, un certo Simone di Cirene, che veniva dai campi, il padre di Alessandro e di Rufo, a prestare servizio, sollevando il suo palo di tortura"
Ora vediamo come la Wt stessa dà una spiegazione alle parole di Gesù in Matteo 5:
T.G 15/2/2005 P.23

‘Se si è costretti a prestare servizio’
“EHI tu! Lascia immediatamente il lavoro che stai facendo e vieni subito qui, devi portare questo pacco per me”. Come pensate avrebbe reagito un giudeo indaffarato del I secolo a una richiesta del genere da parte di un soldato romano? Nel Sermone del Monte Gesù Cristo raccomandò: “Se qualcuno che ha autorità ti costringe a prestare servizio per un miglio, va con lui per due miglia”. (Matteo 5:41) Come avranno inteso questo consiglio i presenti? Cosa dovrebbe significare per noi oggi?
Per trovare la risposta, dobbiamo saperne di più sul servizio obbligatorio nell’antichità. Questa consuetudine era fin troppo nota agli abitanti di Israele al tempo di Gesù.
Servizio obbligatorio
I primi riferimenti al servizio obbligatorio (o corvée) nel Vicino Oriente risalgono al XVIII secolo a.E.V. Documenti amministrativi provenienti dall’antica città siriaca di Alalakh accennano a gruppi di persone reclutate a forza dalle autorità per svolgere servizi di natura personale. A Ugarit, sulla costa della Siria, i contadini affittuari erano soggetti a doveri simili, a meno che il re non li esentasse.
Ovviamente i popoli che venivano conquistati o sottomessi spesso finivano ai lavori forzati. Gli egiziani obbligarono gli israeliti a lavorare come schiavi per costruire mattoni. In seguito, gli israeliti misero ai lavori forzati i cananei che abitavano nella Terra Promessa, e anche Davide e Salomone ricorsero a consuetudini simili. — Esodo 1:13, 14; 2 Samuele 12:31; 1 Re 9:20, 21.
Quando gli israeliti chiesero di essere governati da un re, Samuele spiegò loro quale sarebbe stato il debito diritto del re. Avrebbe preso tra i sudditi guidatori per i suoi carri e cavalieri, oltre a persone da impiegare per arare e mietere, fabbricare armi, e così via. (1 Samuele 8:4-17) D’altra parte, durante la costruzione del tempio di Geova, mentre gli stranieri erano ai lavori forzati, “non ci fu nessuno dei figli d’Israele che Salomone costituisse schiavo; poiché essi erano guerrieri e suoi servitori e suoi principi e suoi aiutanti e capi dei suoi guidatori di carri e dei suoi cavalieri”. — 1 Re 9:22.
Riguardo agli israeliti impiegati nelle attività edilizie, in 1 Re 5:13, 14 leggiamo: “Il re Salomone faceva salire quelli coscritti per i lavori forzati da tutto Israele; e quelli coscritti per i lavori forzati ammontarono a trentamila uomini. E li mandava nel Libano in turni di diecimila al mese. Per un mese stavano nel Libano, per due mesi nelle loro case”. “Non c’è dubbio”, dice uno studioso, “che gli israeliti e i giudei si servirono delle corvée per assicurarsi forza lavoro gratuita sia per le loro attività di costruzione che per lavorare i terreni di proprietà del re”.
Sotto il regno di Salomone questi obblighi erano davvero pesanti, così pesanti che quando Roboamo minacciò di aggravarli gli israeliti si ribellarono e lapidarono il funzionario che sorvegliava i coscritti ai lavori forzati. (1 Re 12:12-18) Comunque questa consuetudine non fu abbandonata. Asa, nipote di Roboamo, convocò il popolo di Giuda per costruire le città di Gheba e Mizpa, e “nessuno fu esente”. — 1 Re 15:22.
Durante la dominazione romana
Il Sermone del Monte mostra che per gli ebrei del I secolo era piuttosto comune essere ‘costretti a prestare servizio’. Questa espressione traduce la parola greca aggarèuo, che in origine aveva a che fare con i corrieri del re di Persia, i quali avevano il potere di costringere a prestare servizio, confiscare cavalli, navi, o qualunque altra cosa, per ragioni di pubblica utilità.
All’epoca di Gesù, Israele era occupato dai romani, che avevano un sistema simile. Nelle province orientali, oltre alle tasse ordinarie, poteva essere richiesto alla popolazione di svolgere del lavoro obbligatorio, su base regolare oppure una tantum. Sicuramente questi obblighi erano tutt’altro che graditi. Inoltre, la requisizione non autorizzata di animali, conducenti e carri per i trasporti dello Stato era all’ordine del giorno. Secondo lo storico Michele Rostovtzeff, le autorità “cercarono . . . di regolarla, ma senza successo, giacché essa, finché esisteva, non poteva non avere effetti disastrosi. I prefetti emanarono editti su editti con l’onesto proposito di far cessare gli arbìtri e l’oppressione inerenti al sistema . . . Ma il carattere oppressivo dell’istituzione non poteva annullarsi”.
“Chiunque poteva essere costretto a portare un carico per conto dell’esercito per una certa distanza”, dice un grecista, e “chiunque poteva essere obbligato a svolgere qualsiasi servizio le forze di occupazione imponessero”. Questo è ciò che accadde a Simone di Cirene, quando i soldati romani gli ordinarono di “prestare servizio” portando il palo di tortura di Gesù. — Matteo 27:32.
Anche i testi rabbinici citano questa odiosa consuetudine. Ad esempio un rabbi fu costretto a portare del mirto a un palazzo. I lavoratori potevano essere sottratti ai datori di lavoro ed essere impiegati per altri compiti, e i datori di lavoro dovevano continuare a pagare il loro salario. Animali da soma e buoi potevano essere requisiti. E se anche venivano restituiti, era improbabile che fossero ancora in condizione di lavorare. È chiaro, quindi, che la requisizione di solito era un provvedimento permanente. Ecco perché un proverbio ebraico recitava: “Angareia è come la morte”. Uno storico spiega: “La confisca per angareia di buoi per arare, anziché di animali adatti al trasporto, poteva mandare in rovina un villaggio”.
Possiamo solo immaginare quanto fossero impopolari questi servizi obbligatori, specialmente per il fatto che spesso erano imposti in modo arrogante e arbitrario. A motivo dell’odio che nutrivano per i gentili che li dominavano, i giudei trovavano estremamente umiliante e fastidioso l’obbligo di svolgere lavori così irritanti. Nessuna legge pervenutaci dice chiaramente per quale distanza un cittadino potesse essere obbligato a portare un carico. Molto probabilmente la maggioranza non avrà voluto fare un passo in più rispetto a quello che la legge prescriveva.
Eppure era proprio questa norma che Gesù aveva in mente quando disse: “Se qualcuno che ha autorità ti costringe a prestare servizio per un miglio, va con lui per due miglia”. (Matteo 5:41) Sentendo ciò, qualcuno avrà pensato che fosse un ragionamento assurdo. Cosa voleva dire esattamente Gesù?
Come dovrebbero reagire i cristiani
In parole povere, ciò che Gesù voleva dire ai suoi ascoltatori è che se un’autorità li obbligava a svolgere un servizio consentito dalla legge dovevano ubbidire volentieri e senza risentimento. Questo era un modo per rendere “a Cesare le cose di Cesare” senza trascurare di rendere “a Dio le cose di Dio”. — Marco 12:17.
Inoltre l’apostolo Paolo rivolse ai cristiani l’invito: “Ogni anima sia sottoposta alle autorità superiori, poiché non c’è autorità se non da Dio; le autorità esistenti sono poste nelle loro rispettive posizioni da Dio. Perciò chi si oppone all’autorità si mette contro la disposizione di Dio . . . Ma se fai il male, abbi timore: poiché non senza scopo essa porta la spada”. — Romani 13:1-4.
Gesù e Paolo riconobbero che re e governi hanno il diritto di infliggere una punizione a chi viola le loro richieste. Che tipo di punizione? Il filosofo greco Epitteto, vissuto tra il I e il II secolo E.V., risponde: “Se accade una requisizione inattesa e un soldato porta via il tuo asinello, lascia andare. Non ti opporre, non mormorare, affinché tu non venga battuto e perda comunque il tuo asino”.
D’altra parte, in qualche caso, cristiani antichi e moderni hanno ritenuto in coscienza di non poter accondiscendere alle richieste delle autorità. A volte le conseguenze sono state drammatiche. Alcuni cristiani sono stati condannati a morte, altri sono finiti in prigione per molti anni per il loro rifiuto di partecipare ad attività che consideravano incompatibili con una posizione neutrale. (Isaia 2:4; Giovanni 17:16; 18:36) In altri casi alcuni cristiani si sono sentiti liberi di adempiere ciò che era richiesto. Ad esempio, la coscienza di alcuni permette loro di svolgere un lavoro socialmente utile alle dipendenze di un ente civile, come assistere gli anziani o i disabili, fare il vigile del fuoco, pulire le spiagge, lavorare in parchi, aree forestali, biblioteche, eccetera.
Naturalmente la situazione varia da un paese all’altro. Quindi, per decidere se soddisfare ciò che è richiesto oppure no, ogni cristiano si farà guidare dalla propria coscienza educata secondo la Bibbia.
Percorriamo il secondo miglio
Il principio insegnato da Gesù, di essere disposti a soddisfare di buon grado le richieste legittime, vale non solo quando abbiamo a che fare con i governi, ma anche nei rapporti umani di ogni giorno. Può succedere, per esempio, che una persona che ha autorità su di noi ci chieda di fare qualcosa che preferiremmo evitare, ma che non viola le leggi divine. Come reagiamo? Potremmo irritarci perché ci sembra che si stia approfittando troppo del nostro tempo e delle nostre energie, e questo potrebbe creare delle ostilità. D’altro canto, se ubbidiamo di malavoglia, potremmo perdere la nostra pace interiore. Qual è la soluzione? Fare come disse Gesù: percorrere il secondo miglio. Non solo faremo ciò che ci è richiesto, faremo anche di più e ben volentieri. Questo tipo di approccio ci permetterà di rimanere liberi di decidere delle nostre azioni senza sentirci sfruttati.
“Molti passano la vita a fare solo quello che sono costretti”, dice uno scrittore. “Per queste persone la vita è dura, e sono sempre stanche. Altri vanno oltre il dovere e si spendono volenterosamente per il prossimo”. In effetti in molti casi si presenta la scelta: fare solo un miglio per forza, oppure percorrerne due. Nella prima ipotesi forse ci si preoccupa solo di reclamare i propri diritti. Nella seconda si possono avere le esperienze più gratificanti. Cosa preferite? Probabilmente sarete più felici e più produttivi se vedrete le vostre attività non come compiti che dovete assolvere ma come cose che volete fare.
Che dire se siete investiti di una certa autorità? Chiaramente non è né amorevole né cristiano usare l’autorità per costringere gli altri a fare qualcosa che non vogliono. “I governanti delle nazioni le signoreggiano e . . . i grandi esercitano autorità su di esse”, disse Gesù. Ma non è così che si comportano i cristiani. (Matteo 20:25, 26) È vero, un atteggiamento autoritario può produrre dei risultati. Ma quando le richieste sono rivolte in modo appropriato, gentile, e vengono soddisfatte volentieri e rispettosamente, come migliorano i rapporti! Se siamo pronti a percorrere due miglia anziché uno solo, la nostra vita sarà più ricca.


L' aspetto più importante è quello relativo al periodo di Gesù, come la stessa WT riporta la situazione a cui Gesù poteva senz' altro far riferimento era quella in cui le autorità militari Romane potevano richiedere a chiunque un servizio obbligatorio temporaneo; fosse capitato ad un discepolo di Gesù come questi avrebbe dovuto reagire?
"Non contestando o dibattere con colui che richiedeva tale servizio", del resto tutto il contesto in cui è inserito Matteo 5:41 verte sul lasciar correre i torti subiti..anzi addirittura andare oltre a quanto si è sottoposti.
Ma queste richieste cosa potevano comportare?
Rileggiamo questo aspetto interessante:
“Chiunque poteva essere costretto a portare un carico per conto dell’esercito per una certa distanza”, dice un grecista, e “chiunque poteva essere obbligato a svolgere qualsiasi servizio le forze di occupazione imponessero”. Questo è ciò che accadde a Simone di Cirene, quando i soldati romani gli ordinarono di “prestare servizio” portando il palo di tortura di Gesù. — Matteo 27:32.
Si, qui si stà parlando di servizio a favore delle forze militari Romane, si poteva andare dall' accontentare un semplice soldato,....fino alle richieste di un Generale.
Basta un poco di immaginazione per capire che le richieste potevano spaziare dal portare dei carichi ( magari vettovagliamenti per una guarnigione) o essere coscritti per creare terrapieni al fine di assediare una fortezza nemica.
L' esempio del Cireneo ci porta poi a capire che qualsiasi persona..quindi anche un Cristiano si sarebbe potuto ritrovare a dover trasportare degli Stauros per consentire delle condanne capitali,...magari di prigionieri Zeloti,...così da ritrovarsi involontariamente a condividerne una parte di responsabilità nella loro morte.
Gesù non poteva non essere al corrente di tali eventualità,...eppure cosa si nota nelle sue parole in Matteo 5:41?
Egli non fà nessun distinguo!
Prestare servizio per un miglio poteva voler significare trasportare un carico di freccie o materiale incendiario per le catapulte, come normali otri di acqua per una cittadina in emergenza idrica,...insomma si poteva finire a sostenere l' apparato militare Romano come invece fornire un' utile servizio civico.
Ebbene torno a ribadire...Gesù non fà distinguo se la coscrizione viene operata da autorità civili o militari e sulla finalità.
Ovviamente da altri passi dei Vangeli è chiara la posizione del Cristiano circa la guerra, sempre Matteo nel cap 26:52 Gesù intima a Pietro "Riponi la tua spada al suo posto, perchè tutti quelli che prendono la spada periranno di spada".
Se non si poteva combattere per difendere il Messia...quanto meno un Cristiano dovrebbe combattere per degli inferiori interessi nazionali, ma fino a che punto ci si deve astenere dall' essere immischiati col mondo militare?
Per la Wt attualmente quanto abbiamo letto è la posizione giusta da prendere:
In altri casi alcuni cristiani si sono sentiti liberi di adempiere ciò che era richiesto. Ad esempio, la coscienza di alcuni permette loro di svolgere un lavoro socialmente utile alle dipendenze di un ente civile, come assistere gli anziani o i disabili, fare il vigile del fuoco, pulire le spiagge, lavorare in parchi, aree forestali, biblioteche, eccetera.
Questo è il punto Clou " alle dipendenze di un ente civile, " ovvero assolutamente non aver nulla da spartire con il mondo militare.
Ma questo...come ben ha mostrato Raymond Franz nel suo libro, è il punto di vista delle coscienze dei membri del Corpo Direttivo!!
La Bibbia e la Storia Secolare invece ci mostrano che l' assolvimento di un compito a cui si veniva obbligati dalle autorità militari....era invece un qualcosa di fattibile da parte del Cristiano,...al massimo stava alla sua personale coscienza decidere fin dove fosse Cristianamente corretto assecondare la coscrizione a cui si veniva sottoposti.
Infatti venendo ai giorni nostri prestare servizio in un ospedale, assistere anziani o disabili, fare il vigile del fuoco, ecc...sono sempre le medesime mansioni sia che ci si ritrovi alle dipendenze di un ente civile o militare,al massimo possono cambiare le disposizioni disciplinari a cui si è sottoposti, essendo quelle militari notoriamente più rigide di quelle civili,...ma ora vengo finalmente al dunque se la "Mia coscienza" addestrata secondo le Scritture giunge ad accettare un certo tipo di servizio civile, anche se sottoposto alle autorità militari,...perchè mai le coscienze dei 7 membri del CD devono prevalere sulla mia obbligandomi a seguire i loro intendimenti quando Paolo scrisse chiaramente:
14 Accogliete [l’uomo] che ha debolezze nella [sua] fede, ma non per prendere decisioni su intime opinioni. 2 Un [uomo] ha fede di mangiare di tutto, ma chi è debole mangia [cibi] vegetali. 3 Colui che mangia non disprezzi colui che non mangia, e colui che non mangia non giudichi colui che mangia, poiché Dio l’ha accolto. 4 Chi sei tu da giudicare il domestico di un altro? Egli sta in piedi o cade al suo proprio signore. In realtà, sarà fatto stare in piedi, poiché Geova può farlo stare in piedi.
5 Un [uomo] giudica un giorno più di un altro; un altro giudica un giorno come tutti gli altri; ciascuno sia pienamente convinto nella sua propria mente. 6 Colui che osserva il giorno lo osserva per Geova. E chi mangia, mangia per Geova, poiché rende grazie a Dio; e chi non mangia non mangia per Geova, eppure rende grazie a Dio. 7 Nessuno di noi vive infatti solo per se stesso, e nessuno muore solo per se stesso; 8 poiché se viviamo, viviamo per Geova, e se moriamo, moriamo per Geova. Perciò sia se viviamo che se moriamo, apparteniamo a Geova. 9 Poiché per questo Cristo morì e tornò in vita, per essere Signore sia dei morti che dei vivi.
10 Ma tu, perché giudichi il tuo fratello? O anche tu, perché disprezzi il tuo fratello? Poiché tutti compariremo davanti al tribunale di Dio; 11 poiché è scritto: “‘Come io vivo’, dice Geova, ‘a me si piegherà ogni ginocchio, e ogni lingua esprimerà aperto riconoscimento a Dio’”. 12 Così, dunque, ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio.

In armonia con le parole di Paolo, non contesto il fatto che altri TdG tra cui i membri del CD possano avere una propria opinione su tali finezze, ma obbligare un TdG a dover finire in carcere per mancanza di alternative come il Servizio Civile sotto un Ente Civile altrimenti...espulsione dall' Organizzazione...questa la trovo ora una palese violazione ingiustificata della libertà di coscienza altrui.
Tornassi indietro...me ne infischierei di quanto mi dissero gli anziani all' epoca...otretutto e qui stà il bello...non essendo allora battezzato...avrei potuto fare quello che mi pareva senza paura alcuna di ritorsione teocratiche!!! Azz.... :fronte: :fronte: accidenti a me che ci arrivo solo ora!!! :inca:
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pasqualebucca
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Messaggio da pasqualebucca »

Sei stato a Peschiera? in caserma dove ero io ne portavano via parecchi di tdg, direttamente in carcere, eravamo nel 1985 a Chieti.
Quanto sei stato condannato?
Scusami se vuoi rispondi, ma sarebbe interessante capire quanta gente è stata "fregata" con il sistema militare.
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deliverance1979
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Messaggio da deliverance1979 »

Caro Romagnolo, la questione che tu poni non è di poco conto ma centrale.
E non è tanto il fatto di aver seguito questo o quel consiglio da parte della WTS o del Corpo Direttivo, al fine di essere esemplari o fedeli.
La questione ancora più grave, è l'averlo fatto per nulla.

Facciamo un passo indietro.
Perchè una persona si sacrifica per lavorare, o se sta male per prendere delle medicine o portare a termine una cura dolorosa o fastidiosa, oppure fare una dieta se è sovrappeso e via dicendo?
E' una questione di causa effetto.
Si fa un'azione, per riceverne dei risultati.

Ora, come giustamente hai fatto notare tu, molti, come nel caso del lavoro del pompiere, hanno rinunciato a carriere e passioni rispettabilissime e legali, come prestare servizio nelle forze armate, lavorare nel campo dello spettacolo, praticare sport agonistico e via dicendo.

Tutto questo perchè hanno seguito in buona fede il comando di mettere tutte queste cose al secondo posto in favore del Regno di Geova.
Regno che presto avrebbe cambiato le sorti di questo mondo.
Mondo che doveva ancora durare qualche decennio del XX° secolo, e che le persone che vissero nel 1914, avrebbero ricordato anche la fine di questo mondo. :saggio: :fronte:

Ora, bombardare in continuazione delle persone con l'imminenza della fine, con i parallelismi tra le comodità moderne ed i grandi sacrifici degli antichi protagonisti biblici, con le continue scelte tra bianco e nero, tra Satana e Geova, tra le cose spirituali e le cose del mondo, a cosa poteva portare?

Alla rinuncia di molti lavori, carriere e passioni.
Il tutto con il palliativo: " E vabbè, tanto questo mondo sta per finire, quanto vorrà essere rimasto?, noi abbiamo Geova....." :fronte:

E poi si fece sera e si fece mattina.
Si ascoltarono per giorni, settimane, mesi, anni e decenni le vaccate sulla fine imminente.
Ci si continuava a ripetere di aver fatto la scelta giusta, nel mentre si scrutavano le notizie sui giornali o le si ascoltava in televisione, certi che questa sciagura, attentato terroristico, decisione politica o evento mai accaduto, fossero l'inizio della fine per la quale ogni TDG dotato di una certa ambizione e sensibilità, aveva rinunciato a molto di questo mondo. :prega:

Ma poi gli anni passano e gli intendimenti pure, e ci si ritrova ad aver fatto quelle scelte in vista di un periodo limitato che doveva premiare il servitore con la ricompensa profetizzata dal pastor Russell nel lontano 1874, e ci ritroviamo oggi a rimandare questa cosa di ancora 143 anni... :ciuccio: :ciuccio: :ciuccio:

Questo è il problema.

I sacrifici possono essere fatti, ma come da esempio precedentemente riportato, sempre per un motivo valido.
Ora, molti TDG hanno fatto sacrifici pensando che questo li avrebbe aiutati ad entrare meglio nel nuovo mondo.
Peccato che è il nuovo mondo a non esistere o, costantemente rimandato in avanti.... :mirror: :mirror: :mirror:

Tutto questo è una m...a :inca: :inca: :inca:
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Messaggio da Romagnolo »

Pasquale,..data la sensibilità delle info che chiedi Ti rispondo in MP.
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Messaggio da Romagnolo »

È vero Deliv. la più gran seccatura è capire di aver fatto tutto questo per nulla...o meglio...che probabilmente il premio sperato...o la minaccia paventata....siano solo fantasmi che ci siamo lasciati instillare nella nostra mente da persone abili a far collimare tra loro vari passi biblici.
Collimazioni poi reimpastante ogni qual volta se ne rende la necessità!
Appunto generazione del 1914 è un ottimo esempio!
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Messaggio da Panacca »

Vabbuo che non ci vedo più!
Avevo letto da grande farò il PIONIERE!!! :ciuccio:
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Ci sono due tipi di sciocchi:
chi vede complotti dappertutto
e chi non li vede da nessuna parte
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Messaggio da Romagnolo »

Panacca ha scritto:Vabbuo che non ci vedo più!
Avevo letto da grande farò il PIONIERE!!! :ciuccio:
:risata: :risata: :risata:
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Messaggio da Panacca »

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Vi ricordate Grisù il Drago aspirante Pompiere!
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Messaggio da Romagnolo »

Panacca ha scritto:

Vi ricordate Grisù il Drago aspirante Pompiere!
Non lo volevo dire....ma fu proprio quel cartone a mettermi in testa quando ero piccolo di fare il pompiere da grande. :ironico:
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