Moderatore: polymetis
I sadducei sono una fazione degli ebrei che si differenzia da quella più numerosa dei farisei per alcune differenze che Luca, negli Atti degli Apostoli, descrive così: «I sadducei affermano che non c’è risurrezione, né angeli, né spiriti; i farisei invece professano tutte queste cose» (At 23,8).
Coerentemente con la loro dottrina questi cercano di portare Gesù sulle loro posizione. La loro domanda si basa sulla cosiddetta «legge del levirato» che troviamo in Dt 25,5 e seguenti: «Quando i fratelli abiteranno insieme e uno di loro morirà senza lasciare figli, la moglie del defunto non si mariterà fuori, con un forestiero; il suo cognato verrà da lei e se la prenderà in moglie, compiendo così verso di lei il dovere del cognato; il primogenito che essa metterà al mondo, andrà sotto il nome del fratello morto perché il nome di questo non si estingua in Israele».
Questa era una legge ancora applicata ai tempi di Gesù e la sua trasgressione aveva importanti conseguenze sociali.
Il problema, con la loro argomentazione oltre che nella conclusione, sta nel fatto che quei legami che in questa vita ci definiscono come quelli genitoriali o matrimoniali saranno sostituiti dal legame con Dio: ciò che ci definisce non sarà l’essere figlio di Tizio o la moglie di Caio ma l’essere figli di Dio. Con questo non si indica che non avrà più alcun valore l’amore e l’affetto provato verso i propri cari, tutt’altro: esso avrà pieno compimento perché sarà vissuto nell’orizzonte dell’amore di Dio per ciascuno di noi.
Poiché però i sadducei rifiutavano la risurrezione in quanto non riconoscevano ispirazione e autorità alla tradizione orale, Gesù non poteva limitarsi a una risposta che godesse solo della sua autorevolezza ma aveva bisogno di un’argomentazione fondata sulla tradizione mosaica.
E cita così uno dei brani fondativi della tradizione ebraica: la vocazione di Mosè (Es 3,2.6). «L’angelo del Signore apparve [a Mosè] in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. E [il Signore gli] disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe».
Nessun ebreo poteva contestare un’affermazione proveniente da un testo tanto importante e, difatti, Gesù, rivelando Dio come «Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe», toglie loro ogni possibilità di replica. Dio è il Dio della vita: per mezzo di lui tutti vivono e la stessa vita deve avere lui come fine, obiettivo, traguardo.
Può essere che Gesù con il termine "risurrezione" indichi la vita vera che per un giusto si compie già all'atto della morte?
siculo ha scritto:Buongiorno a tutti, in Lc. 20:27 si legge che i sadducei non credevano nella risurrezione. Dopo la loro domanda provocatoria sulla moglie dei sette fratelli, Gesù dà una risposta che io non riesco a capire in pieno. Al versetto 38, in riferimento ad Abramo, Isacco e Giacobbe, Gesù dice che Dio non è dei morti, ma dei viventi, perché tutti vivono per lui.
Se il senso di tutto questo, per quello che capisco io, è quello di dire che i patriarchi vivono nell'aldilà in una condizione di beatitudine (Giovanni usa il presente dicendo "vivono"), cosa centra la risurrezione dei morti dato che al tempo di Gesù tutti questi erano defunti?
Può essere che Gesù con il termine "risurrezione" indichi la vita vera che per un giusto si compie già all'atto della morte?
Vera Icona ha scritto:Non penso che sia una buona idea di tradurre to con per.
Se fosse per starebbe scritto for.
Vera Icona ha scritto:Non penso che sia una buona idea di tradurre to con per.
Se fosse per starebbe scritto for.
Vieri ha scritto:Non sono un fine conoscitore dell'inglese ma se avesse tradotto letteralmente:
".....come i nostri padri Abramo, Isacco e Giacobbe, vivono (rivolti) a Dio"
ritengo alla fine che sia lo stesso significato di vivere per Dio.....
Cosa ne dici ?
Ray ha scritto:Ma state montando un'impalcatura da torre di babele,
Ray ha scritto:Ma state montando un'impalcatura da torre di babele, la risposta è semplice è l'avete già data.
Chi crede in D-o non morirà mai , perché verrà risorto nell'ultimo giorno.
Tanto è vero che prima spiega pure quale è la condizione dei risorti," saranno come angeli".
Tu cosa intende per "stanno vivendo"? Un TdG direbbe che vivono nel senso che Dio si ricorderà un giorno di crearli nuovamente
siculo ha scritto:Ray ha scritto:Ma state montando un'impalcatura da torre di babele, la risposta è semplice è l'avete già data.
Chi crede in D-o non morirà mai , perché verrà risorto nell'ultimo giorno.
Tanto è vero che prima spiega pure quale è la condizione dei risorti," saranno come angeli".
Se verranno risorti l'ultimo giorno ( se tu per risurrezione intendi quella che avviene dopo la fine dei tempi) significa che non è vero che stanno vivendo per Dio nel momento in cui parla Gesù.
Tu cosa intende per "stanno vivendo"? Un TdG direbbe che vivono nel senso che Dio si ricorderà un giorno di crearli nuovamente.
Il significato di “lo spirito torna a Dio” in Ecclesiaste 12:7
http://studioteologico.altervista.org/s ... iaste-127/
La frase “lo spirito torna a Dio” è simbolica e non significa che i morti vanno temporaneamente da qualche parte dopo la morte, in attesa della resurrezione. Molte persone, leggendo la parola “spirito” nella Bibbia, la traducono nella loro mente come “persone morte che vivono dopo la morte, in attesa della resurrezione”.
Ma questo significato non si basa sulla Parola di Dio per questo motivo: la Parola di Dio non usa la parola “spirito” per definire i morti, gli uomini non risuscitati. La Bibbia la usa per riferirsi agli esseri spirituali che vivono in cielo come Dio e gli angeli buoni e cattivi. Detto ciò, gli esseri umani hanno lo spirito ma non sono spiriti e non diventeranno mai spiriti.
Tutto è volontà di Dio, comprese le nascite degli esseri viventi, come quelli umani, i quali hanno lo spirito datogli da Dio, e per via dello spirito possono concepire la sua esistenza e quindi possono connettersi con lui,
Allora egli mi disse: «Profetizza allo Spirito, profetizza figlio d’uomo, e di’ allo Spirito: “Così parla DIO, il Signore: Vieni dai quattro venti, o Spirito, soffia su questi uccisi, e fa’ che rivivano!”» Io profetizzai, come egli mi aveva comandato, e lo Spirito entrò in essi: tornarono alla vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, grandissimo. (Ezechiele 37:5-10)
siculo ha scritto:Buongiorno a tutti, in Lc. 20:27 si legge che i sadducei non credevano nella risurrezione. Dopo la loro domanda provocatoria sulla moglie dei sette fratelli, Gesù dà una risposta che io non riesco a capire in pieno. Al versetto 38, in riferimento ad Abramo, Isacco e Giacobbe, Gesù dice che Dio non è dei morti, ma dei viventi, perché tutti vivono per lui.
Se il senso di tutto questo, per quello che capisco io, è quello di dire che i patriarchi vivono nell'aldilà in una condizione di beatitudine (Giovanni usa il presente dicendo "vivono"), cosa centra la risurrezione dei morti dato che al tempo di Gesù tutti questi erano defunti?
Può essere che Gesù con il termine "risurrezione" indichi la vita vera che per un giusto si compie già all'atto della morte?
Vieri ha scritto:siculo ha scritto:Ray ha scritto:Ma state montando un'impalcatura da torre di babele, la risposta è semplice è l'avete già data.
Chi crede in D-o non morirà mai , perché verrà risorto nell'ultimo giorno.
Tanto è vero che prima spiega pure quale è la condizione dei risorti," saranno come angeli".
Se verranno risorti l'ultimo giorno ( se tu per risurrezione intendi quella che avviene dopo la fine dei tempi) significa che non è vero che stanno vivendo per Dio nel momento in cui parla Gesù.
Tu cosa intende per "stanno vivendo"? Un TdG direbbe che vivono nel senso che Dio si ricorderà un giorno di crearli nuovamente.
Io penso che il termine "vivendo" in questo caso sia da intendersi come "vita spirituale in comunione con Dio". Uno spirito che si ricongiungerà poi col corpo all'atto della resurrezione.
Interessante l'articolo:Il significato di “lo spirito torna a Dio” in Ecclesiaste 12:7
http://studioteologico.altervista.org/s ... iaste-127/
La frase “lo spirito torna a Dio” è simbolica e non significa che i morti vanno temporaneamente da qualche parte dopo la morte, in attesa della resurrezione. Molte persone, leggendo la parola “spirito” nella Bibbia, la traducono nella loro mente come “persone morte che vivono dopo la morte, in attesa della resurrezione”.
Ma questo significato non si basa sulla Parola di Dio per questo motivo: la Parola di Dio non usa la parola “spirito” per definire i morti, gli uomini non risuscitati. La Bibbia la usa per riferirsi agli esseri spirituali che vivono in cielo come Dio e gli angeli buoni e cattivi. Detto ciò, gli esseri umani hanno lo spirito ma non sono spiriti e non diventeranno mai spiriti.
Tutto è volontà di Dio, comprese le nascite degli esseri viventi, come quelli umani, i quali hanno lo spirito datogli da Dio, e per via dello spirito possono concepire la sua esistenza e quindi possono connettersi con lui,
Allora egli mi disse: «Profetizza allo Spirito, profetizza figlio d’uomo, e di’ allo Spirito: “Così parla DIO, il Signore: Vieni dai quattro venti, o Spirito, soffia su questi uccisi, e fa’ che rivivano!”» Io profetizzai, come egli mi aveva comandato, e lo Spirito entrò in essi: tornarono alla vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, grandissimo. (Ezechiele 37:5-10)
Buona serata
Detto questo, l'idea che abbiamo tutti noi cattolici è quella di pensare all'anima spirituale disincarnata dopo la morte in attesa della risurrezione, quando si ricongiungerà con il corpo. Questa idea sembra non appartenere a Gesù dato che risponde ai sadducei facendo intendere che la risurrezione avviene già al momento della morte fisica, in continuità con altri passi del Vangelo per quanto citato da Testimone di Cristo.
Se quindi uno spirito disincarnato vive già una vita piena o la vera vita dopo la morte, io mi chiedo perché noi cattolici diamo tanta importanza alla risurrezione della carne a tal punto da inserire questo concetto nel credo.
Si è vero, Gesù è stato il primo a farci vedere che è risorto lo stresso corpo di prima trasformato in un corpo glorioso come dice Paolo nei corinti, ma allora l'esistenza dello spirito disincarnato non è un'esistenza piena?
ma allora l'esistenza dello spirito disincarnato non è un'esistenza piena?
Quixote ha scritto:Sí, se sei cattolico sei eretico: come spiegato in altro recentissimo thread, da Coladarci meglio che da me, il corpo costituisce elemento essenziale nella Resurrezione, non accessorio. Non per niente si chiama Resurrezione della carne.
Vieri ha scritto:Per essere sincero con la tua osservazione.......:Detto questo, l'idea che abbiamo tutti noi cattolici è quella di pensare all'anima spirituale disincarnata dopo la morte in attesa della risurrezione, quando si ricongiungerà con il corpo. Questa idea sembra non appartenere a Gesù dato che risponde ai sadducei facendo intendere che la risurrezione avviene già al momento della morte fisica, in continuità con altri passi del Vangelo per quanto citato da Testimone di Cristo.
Se quindi uno spirito disincarnato vive già una vita piena o la vera vita dopo la morte, io mi chiedo perché noi cattolici diamo tanta importanza alla risurrezione della carne a tal punto da inserire questo concetto nel credo.
Si è vero, Gesù è stato il primo a farci vedere che è risorto lo stresso corpo di prima trasformato in un corpo glorioso come dice Paolo nei corinti, ma allora l'esistenza dello spirito disincarnato non è un'esistenza piena?
Certamente non mi hai creato problemi di fede ma non essendo uno studioso che ha approfondito le scritture, onestamente mi hai messo nel pallone, come si suol dire....
Nella mia semplicità intellettuale, da un lato noto che nei secoli sul "dopo" siano state fatte tutte le congetture più diverse e nessuna naturalmente potrà mai essere verificata.....![]()
Io ritengo che la parola "resurrezione" possa avere una doppia valenza sia nello spirito sia nel corpo.
Mi spiego meglio:
Se l'anima si separa dal corpo come credo da cattolico, assumendo una veste non più legata al corpo stesso e quindi a tutte le preoccupazioni ad esso collegato, assume una nuova vita e quindi "risorge in Cristo" liberandosi da tutto ciò che è materiale.
In breve concordo con te quando dici:ma allora l'esistenza dello spirito disincarnato non è un'esistenza piena?
Dopo questo "passaggio" liberatorio" esisterà per me anche un secondo passaggio di unione anche con il corpo depurato e purificato di tutti i nostri peccati e legami di carattere carnale.
Ritengo però l'unione con il corpo un "accessorio" mentre "l'esistenza piena" la vedo già come precedente unione spirituale con Dio....che ritengo dia più importanza all'anima che al corpo mortale...
Mi dai dell'eretico o potrebbe essere una logica spiegazione?
Un cordiale saluto.
Qual è la differenza tra corpo, anima e spirito?
https://it.aleteia.org/2015/12/01/qual- ... e-spirito/
Perché, allora, San Paolo parla di “spirito, anima e corpo”? Ricordiamo che la Chiesa insegna molto chiaramente che non sono due anime, ma corpo e anima, ma nell’unica anima umana esiste il luogo in cui abita Dio. È lo “spirito”, ovvero una realtà soprannaturale che esiste negli uomini.
Chi è figlio di Dio battezzato – corpo e anima –, per il fatto di essere tempio di Dio possiede un “luogo” in cui abita Dio. Si può dire anche che il luogo in cui abita Dio in quanto Spirito Santo è quello che si definisce “spirito”.
Vieri ha scritto:Grazie per le tue (dotte) precisazioni ma io da cristianuccio ho sempre identificato lo "spirito" con l' anima"....
in breve per me è "l'essenza".....
Poi trovo:Qual è la differenza tra corpo, anima e spirito?
https://it.aleteia.org/2015/12/01/qual- ... e-spirito/
Perché, allora, San Paolo parla di “spirito, anima e corpo”? Ricordiamo che la Chiesa insegna molto chiaramente che non sono due anime, ma corpo e anima, ma nell’unica anima umana esiste il luogo in cui abita Dio. È lo “spirito”, ovvero una realtà soprannaturale che esiste negli uomini.
Chi è figlio di Dio battezzato – corpo e anima –, per il fatto di essere tempio di Dio possiede un “luogo” in cui abita Dio. Si può dire anche che il luogo in cui abita Dio in quanto Spirito Santo è quello che si definisce “spirito”.
In conclusione alla fine mi convinco che l'anima umana dei giusti è anche il luogo dello "spirito" di Dio....e quindi identificandosi con esso.
Buona giornata
Nel NT per anima si intende quasi sempre lo spirito oppure si può intende la parte sentimentale dell'uomo. Questo è quello che ho capito io.
Morpheus ha scritto:Pero' e' un peccato che Gesu' non si sia espresso per bene, in modo chiaro.
Vieri ha scritto:Nel NT per anima si intende quasi sempre lo spirito oppure si può intende la parte sentimentale dell'uomo. Questo è quello che ho capito io.
Concordo.
Alla fine dopo tante dissertazioni ritorno al mio concetto iniziale di "anima = spirito" cioè quel fattore emotivo indipendente dalla ragione che permette all'uomo di compiere a volte anche azioni assolutamente contrarie alla "ragione" come: farsi uccidere per non rinnegare il proprio ideale o farsi uccidere al posto di un altro come l'esempio di Padre Massimiliano Kolbe.......
Ray ha scritto:
Si Ray, questo lo abbiamo capito, ma che si tratti di errori umani è solo una tua inferenza e di qualche studioso, un credenti ti dice che è opera dello Spirito Santo in riferimento alle aggiunte.
Sugli errori di copiatura può essere che si tratti appunto di sviste, ma non credo che siano tali da cambiare il significato teologico a mio giudizio.
Non essendo uno studioso, qualche volta ho orecchiato la così detta risurrezione nella morte, un concetto mi pare di capire tutto filosofico secondo cui una volta morti, siccome si transita in una dimensione senza tempo, si realizza in maniera istantanea quello che accade alla venuta di Cristo, un po' forse come dicono i TdG che vedono nella morte un battito di ciglia, il tempo di chiudere gli occhi per subito risuscitare dato che come chi dorme, i morti non si accorgono del passar del tempo.
Boh, non lo so, sono solo congetture filosofiche queste. Se qualcuno ne sa di più è il benvenuto!!
Quello che mi lascia perplesso e solo lo stato intermedio. Gesù ci assicura che la vita vera continua dopo la morte fisica e quindi, come detto prima, non vedo il pregio della resurrezione fisica rispetto appunto allo stato ante risurrezione.
Quello che sto per dire mi pone veramente sul piano dell'eresia, magari mi sbaglio, ma tempo che ci siano elementi biblici che in qualche modo superano il concetto della risurrezione fisica.
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