Gesù voleva realmente fondare una nuova religione?

Tutto ciò che riguarda la dottrina dei Testimoni di Geova.

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Neca
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Gesù voleva realmente fondare una nuova religione?

Messaggio da Neca »

E' da un po di tempo che mi sono posto questa domanda, le Scritture non sono così chiare, almeno per me! In rete ho trovato diversi link sull'argomento, uno di essi è questo che ora vi posto! Vi faccio una ulteriore domanda: Questo link è attendibile? http://grupposeforum.altervista.org/blo ... 9970703125" onclick="window.open(this.href);return false;
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Valentino
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Neca ha scritto:E' da un po di tempo che mi sono posto questa domanda, le Scritture non sono così chiare, almeno per me! In rete ho trovato diversi link sull'argomento, uno di essi è questo che ora vi posto! Vi faccio una ulteriore domanda: Questo link è attendibile? http://grupposeforum.altervista.org/blo ... 9970703125" onclick="window.open(this.href);return false;
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Ray
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Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

Gesù non voleva fondare una nuova religione, infatti noi cattolici non riteniamo di essere una nuova religione ma il compimento della precedente.
Inoltre Gesù non sapeva cosa fosse una religione. Né in greco antico né in latino classico esiste un termine che indichi ciò che noi chiamiamo "una religione", visto che, com'è noto, religio significa tutt'altro. Dunque direi che la tua domanda non ha senso.
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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infatti noi cattolici non riteniamo di essere una nuova religione ma il compimento della precedente.
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:ironico:
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Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Vieri
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Opinioni.....??

Messaggio da Vieri »

Valentino ha scritto:
Neca ha scritto:E' da un po di tempo che mi sono posto questa domanda, le Scritture non sono così chiare, almeno per me! In rete ho trovato diversi link sull'argomento, uno di essi è questo che ora vi posto! Vi faccio una ulteriore domanda: Questo link è attendibile? http://grupposeforum.altervista.org/blo ... 9970703125" onclick="window.open(this.href);return false;
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Direi che citare nuovamente sempre i soliti due stessi due autori e le loro idee notoriamente atei e dei quali abbiamo già discusso ABBONDANTEMENTE SUL FORUM non porti a nessun accrescimento culturale sul tema e sarebbe opportuno citare decisamente anche altre fonti.

Posso segnalare questi interventi su un forum che ritengo decisamente interessante e nel quale è presente anche il buon Polymetis

http://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?f=3580510" onclick="window.open(this.href);return false;

http://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=75041651" onclick="window.open(this.href);return false;

Buona serata
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Messaggio da Neca »

Gesù non voleva fondare una nuova religione
! Avevo questo dubbio perchè mi era stato insegnato il contrario ovvero che Gesù stesse insegnando una nuova religione ma leggendo i Vangeli sinottici non vi è alcuna prova che Gesù volesse realmente fondare una nuova religione
infatti noi cattolici non riteniamo di essere una nuova religione ma il compimento della precedente.
Questa non la sapevo
Inoltre Gesù non sapeva cosa fosse una religione. Né in greco antico né in latino classico esiste un termine che indichi ciò che noi chiamiamo "una religione", visto che, com'è noto, religio significa tutt'altro. Dunque direi che la tua domanda non ha senso.
Dunque il termine religio non va inteso come lo intendiamo noi oggi! Grazie per il chiarimento Poly! Mi hai fatto capire che ciò che mi è stato insegnato circa il fatto che Gesù volesse insegnare un nuovo credo è errato e quindi anche la domanda è errata, o meglio insensata poichè, come ho sempre creduto, Gesù non ha mai insegnato una nuova religione ma ha semplicemente voluto insegnare il giudaismo ai suoi contemporanei, e, di riflesso, anche ai cattolici e a tutti i fedeli di tutte le confessioni cristiane!
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Giovanni64
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Messaggio da Giovanni64 »

Ho espresso al riguardo le mie opinioni che però ora neanche ricordo bene.

In sintesi, comunque sia, penso che bisognerebbe prima definire cosa si vuole intendere per "fondare una nuova religione".
Prendiamo ad esempio Palego: ha inteso fondare una nuova religione o ha semplicemente tratteggiato correttamente, secondo lui, le caratteristiche di uno dei geovismi preesistenti?

Gli Ebrei di un qualche tempo fa vollero fondare una nuova religione oppure vollero semplicemente coniugare a modo loro il culto madianita di Jahvè?


Altro esempio il (da alcuni preteso) fratello di Gesù di Treviso: da una parte la pretesa è certamente cristiana e, tuttavia, se tale pretesa non è accettata dalla maggioranza dei cristiani, essa è, secondo me, anche una pretesa fondante di una nuova religione, al di là delle intenzioni del fratello di Gesù di Treviso o dei suoi seguaci.

Su Gesù di duemila anni fa, la cosa più evidente, a mio avviso, è che non aveva mai inteso "fondare" Scritti Sacri e meno che mai fondare una religione che avrebbe dovuto basarsi esclusivamente su tali specifici Scritti Sacri.
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Vieri
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Caro Neca...

Messaggio da Vieri »

Ho trovato scritto da Polymeris:
Gesù non voleva fondare una nuova religione, infatti noi cattolici non riteniamo di essere una nuova religione ma il compimento della precedente.
Inoltre Gesù non sapeva cosa fosse una religione. Né in greco antico né in latino classico esiste un termine che indichi ciò che noi chiamiamo "una religione", visto che, com'è noto, religio significa tutt'altro. Dunque direi che la tua domanda non ha senso.
Se allora evitiamo tutte e discussioni e gli articoli redatti da Mauro Pesce e Flores d'Arcais che ho ritenuto a suo tempo estremamente polemici e ragioniamo invece " a bocce ferme" sicuramente Gesù era un ebreo convinto, conosceva benissimo la Bibbia ed andava a predicare ed esprimere le proprie opinioni nelle sinagoghe.

Ne consegue pertanto che, con tale noto comportamento, sicuramente non volesse fondare un nuovo movimento o religione diversa da quella ebraica ma "portarla a compimento.".

I seguenti due passi del Vangelo, in merito sono decisamente chiari sulle reali intenzioni di Gesù:
Luca 4,16-27
Si recò a Nazaret, dov'era stato allevato e, com'era solito, entrò in giorno di sabato nella sinagoga. Alzatosi per leggere, gli fu dato il libro del profeta Isaia. Aperto il libro, trovò quel passo dov'era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato ad annunziare la liberazione ai prigionieri, e ai ciechi il ricupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi, e a proclamare l'anno accettevole del Signore». Poi, chiuso il libro e resolo all'inserviente, si mise a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui. Egli prese a dir loro: «Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite».
Matteo 5,17-20
17 Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. 18 In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. 19 Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
20 Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
In relazione alle parole: "non sono venuto ad abolire la legge ma per dare compimento", ho trovato in merito una interessante spiegazione al sito:

https://www.qumran2.net/parolenuove/com ... a_id=21659" onclick="window.open(this.href);return false;
La solenne frase di Gesù si pone come risposta a un grosso problema e interrogativo, che, come sempre nei vangeli, possiamo cogliere a due livelli: il tempo storico del Nazareno e quello dell'evangelista.

Al tempo della predicazione del Maestro è certo che gran parte della polemica dei farisei nei suoi confronti era determinata da un certo fraintendimento o dubbio: quest'uomo che viola il sabato, che si dimostra così sovranamente libero, come la mette con la Legge? Quest'uomo che sta con i peccatori e i pubblicani, e non osserva le regole della purità, crede o no alla Legge di Mosè?

Quanto al tempo della redazione del primo vangelo (anni 80-90 circa), la situazione si poneva in questi termini. Il giudaismo, persa ogni consistenza politica e territoriale a causa della guerra del 70 (che si era conclusa con la distruzione di Gerusalemme), era tutto preso a serrare le fila intorno alla Legge, ad espellere dalla sinagoga gli eretici nazirei (cioè i seguaci di Cristo) e a stabilire il canone delle proprie Scritture. Ora i cristiani provenienti dal giudaismo (che costituivano la maggioranza della comunità matteana) si interrogavano con grande preoccupazione circa l'osservanza della Torah: il nuovo insegnamento del Rabbi di Galilea la aboliva o no? Era mai possibile che la Legge, base granitica della fede di Israele, venisse anche solo in parte vanificata? E soprattutto, qual era l'originalità cristiana nei confronti della rinnovata ortodossia giudaica?

Ora, la risposta che Matteo mette sulla bocca di Gesù, rivolta sia ai contemporanei di Cristo che ai fedeli della fine del I° secolo, è la seguente: non viene abolita la Legge, anzi! "Sono venuto a darle pieno compimento", afferma Gesù.

Per la verità il termine italiano usato per la traduzione è un po' fuorviante: il "compimento" fa pensare a qualcosa di "incompiuto". Invece il verbo greco "pleròo" corrisponde anche a "valorizzare", "realizzare", "adempiere". Ad esempio Umberto Neri, ne "Il Discorso della montagna" (Ancora 1998) sceglie "adempiere", perché "l'adempimento dice la realizzazione delle Scritture nell'evento riguardante in particolare il Cristo. Non vuol dire cioè , ma , come in tutto il vangelo di Matteo......

Visto che l'espressione "la Legge e i Profeti" indica tutta la Scrittura nel suo insieme, qui Gesù afferma esplicitamente che Egli non è venuto ad "abolirla", cioè ad abrogarla, vanificarla, dichiararla scaduta , ma appunto ad adempierla, o anche a valorizzarla mediante il suo esempio di vita e il suo insegnamento, a mantenerla in vita portandola però alla sua pienezza, a interpretarla in modo nuovo.
Come risulta da altri passi del N.T., Gesù è venuto perché il popolo, frastornato dal numero spropositato di precetti che i rabbini avevano estratto dalla Torah (613!!!), fosse ricondotto al cuore, all'essenziale della Legge stessa, che è la rivelazione dell'amore di Dio e della sua volontà di bene per l'uomo. Fondamentale in tal senso è il passo di Matteo 22,37-40: dall'amore di Dio e dall'amore del prossimo dipendono tutta la Legge e i Profeti.

Ora la Legge deve essere completamente illuminata e rivalutata dall'annuncio di Gesù; Egli ne è l'interprete e il promulgatore definitivo, tant'è vero che aggiunge subito: "se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli."
E' utile ricordare che molti dei precetti che leggiamo sul Vangelo sono ripresi e successivamente spiegati in molti passi del Vangelo stesso e non per niente nella chiesa cattolica (intesa non come ideologia ma come comunità di fedeli), sia il V.T. che in N.T. sono ritenuti: parola di Dio.

Io ritengo allora, se dovessi fare un paragone, (ovviamente visto da parte cattolica) che molti scrittori della Bibbia nei vari secoli abbiano costruito una bella casa, ma "imbruttita " dalle sterpaglie di tante regole e precetti ebraici molto formali e Gesù l'abbia voluta restaurare e ripulire dandogli, con l'annuncio della "buona novella", una bella mano di nuova vernice ed una più facie "accessibilità" con nuove "porte" per entrare più facilmente all'interno di contenuti comuni decisamente importanti .....

Non vorrei fare un giro di parole ma la "chiesa di allora" che in pratica fu l'origine di quella attuale, è sempre da intendersi per me sempre come "comunità di credenti".

Se alla fine dicono che Cristo non volle creare una nuova chiesa intesa però come nuova ed assolutamente diversa professione di fede (religione) ovviamente potrebbero avere ragione ma se la intendiamo invece come "comunità di credenti" possiamo allora dire che Gesù già con la formazione dei gruppo dei 12 apostoli creò già una chiesa.
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Valentino
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Messaggio da Valentino »

Vieri ha scritto:Direi che citare nuovamente sempre i soliti due stessi due autori e le loro idee notoriamente atei
Vieri, questo è uno di quei casi in cui è evidente che hai scritto un'emerita sciocchezza. Uno storico non si valuta in base alle sue credenze religiose, ma su ben altri presupposti, che naturalmente tu ignori completamente (altrimenti non scriveresti sciocchezze del genere!). Inoltre è pure falso in quanto Mauro Pesce è dichiaratamente cattolico ed ha studiato dai gesuiti...quindi figuriamoci!!! Invece di dire tali sciocchezze saresti così gentile di entrare nel merito degli argomenti??!?!?!
Vieri ha scritto:non porti a nessun accrescimento culturale sul tema e sarebbe opportuno citare decisamente anche altre fonti.
Ma guarda che si possono citare anche altre fonti, o meglio, anche altri autori. Su questo mi inviti a nozze! Ma almeno citane uno! Fai un esempio. O pensi che per me "esistano" solo Mauro Pesce e Flores d'Arcais, che comunque negli articoli citati non fanno altro che delineare "stato dei lavori" della ricerca storica su Gesù! Posso citarti altri storici se vuoi: Cacitti, Jossa, Flusser, Crossan, Sanders, Mack, Borg, Fredriksen, Maccoby, Wise, Charlesworth, etc.

Ad ogni modo rispondendo a Neca:
Neca ha scritto:Gesù voleva realmente fondare una nuova religione? [...] E' da un po di tempo che mi sono posto questa domanda
La domanda può essere posta anche in altri termini, ovvero: Gesù ha mai inteso esentare gli ebrei dall'osservanza della Torah e dei comandamenti ivi contenuti? E la risposta, storicamente accertata, è: NO.

"Gesù considerava la Torah, fino nei suoi dettagli e minuzie, come un mondo in sé completo, da cui dipendeva l'esistenza del mondo reale (Matteo 5,17.20): era dunque fedele alla Torah nella sua interezza. Come molti membri della Scuola di Hillel, Gesù dava una spiegazione umanitaria della Torah, sempre però con la prospettiva che il minore dei precetti aveva lo stesso peso del più grande"

ed ancora:

"Egli intendeva sviluppare il lato morale e umanitario del Giudaismo tramite una maggior severità nelle questioni etiche. Nel Sermone della montagna (Mt 5,17-18) Gesù interpretò le parole della Torah secondo un senso morale alquanto severo, similmente ai discepoli di Rabban Yochanan ben Zakkai i quali pure accentuavano il lato etico del Giudaismo. Questi interpreti più severi erano persone compassionevoli e questo fu il motivo per cui Rabban Yochanan citava le loro opinioni. L'espressione "interpreti severi", in questo contesto, si riferisce a persone che erano più scrupolose nei precetti morali da un punto di vista a fortiori: i precetti "minori" sono importanti tanto quanto i "maggiori"; e dobbiamo essere tanto scrupolosi nell'osservare i precetti morali quanto lo siamo riguardo a quelli rituali.
La posizione di Gesù è esposta nel quinto capitolo di Matteo: lì parla dell'osservanza della Torah senza dimenticarne uno iota né un accento; chiunque trasgredisce il comandamento minimo non entrerà nel Regno dei Cieli, ma chiunque osserverà i comandamenti "minori" e insegnerà agli altri a fare altrettanto sarà chiamato "grande" nel Regno dei Cieli. Sottolinea anche che la rettitudine dei suoi discepoli nell'osservare i comandamenti dev'essere maggiore di quella degli altri Scribi, altrimenti non entreranno nel Regno dei Cieli. Questa posizione più severa è così esemplificata: dal comandamento "Non ucciderai" consegue che non dobbiamo essere adirati con gli altri, poiché l'ira conduce all'omicidio. Dal comandamento "Non commettere adulterio" consegue che chi dà un'occhiata bramosa a una donna sposata ha già commesso adulterio nel suo cuore. Gesù sembra sostenere la prospettiva dei Sapienti ebrei, secondo i quali la parola "commettere adulterio" ha quattro lettere in ebraico poiché un uomo commette adulterio con gli occhi, le mani, il cuore e i piedi (Mt 5,27-30; Mc 9,43-48)".

"non vi è differenza tra la prospettiva di Gesù e le autentiche tradizioni giudaiche".

Citazioni tratte da: David Flusser, Le fonti ebraiche del cristianesimo delle origini, Gribaudi pagine 22-23
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Se allora.....

Messaggio da Vieri »

Scusate l'intervento provocatorio ma se da come risulta da Valentino, Gesù non volle cancellare nemmeno una virgola del V.T. volendola osservare integralmente in tutto e per tutto, perchè allora disse "di portarla a compinento" ?

Che ragione c'era allora di avere il Vangelo ( la buona Novella) se tanto c'era già allora tutto nella Bibbia ?
Il Vangelo è stato allora scritto su interpretazione personale degli apostoli ma che non c'entrava niente con i veri intendimenti di Gesù?........ :boh:
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Messaggio da Mauro1971 »

La probabilità che se ne discosti un bel po' in effetti sembrerebbe sussistere. :ironico:
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Messaggio da Ray »

Il Vangelo è stato allora scritto su interpretazione personale degli apostoli ma che non c'entrava niente con i veri intendimenti di Gesù?.
Nessuno conosce i veri intendimenti di Gesù, possiamo supporre che lo abbia detto o lo abbia fatto, di certezze nisba.
Ray

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Messaggio da Valentino »

Vieri ha scritto:Scusate l'intervento provocatorio ma se da come risulta da Valentino
Fermi tutti! Da Valentino non risulta proprio nulla. Io non c'entro. Al limite: prendo atto e divulgo. :ironico: Quindi, ripeto, non "risulta da Valentino", ma banalmente risulta "dall'indagine storica".
Vieri ha scritto:Gesù non volle cancellare nemmeno una virgola del V.T. volendola osservare integralmente in tutto e per tutto
Esatto.
Vieri ha scritto:perchè allora disse "di portarla a compinento" ?
Il solito problema di chi pensa di riuscire a comprendere un testo di 2000 anni fa in traduzione italiana. In Matteo 5:17 non c'è scritto "portare a compimento" c'è scritto πληρῶσαι. Non immagini nemmeno la mole di studi che esistono sull'esatto significato del verbo πληρῶσαι contestualmente all'uso che ne fa il redattore di Matteo 5:17. Il punto comunque è che Gesù non ha mai negato il valore normativo della Torah, ovvero non ha mai lasciato intendere che gli ebrei dovessero trascurare l'osservanza di uno qualsiasi dei precetti.
Vieri ha scritto:Il Vangelo è stato allora scritto su interpretazione personale degli apostoli ma che non c'entrava niente con i veri intendimenti di Gesù?
Ma anche gli apostoli continuarono a vivere da ebrei e continuarono ad osservare la Torah. Mica cambiarono religione. Addirittura nel libro degli Atti, i credenti che hanno riconosciuto in Gesù il Messia, vengono definiti "ζηλωταὶ τοῦ νόμου" (Atti 21:20) ...zelanti (o zeloti) della Legge (Torah)...
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Valentino, scusa...

Messaggio da Vieri »

Domanda.
Se come risulta dai tuoi studi che Gesù e tutti gli apostoli furono degli osservanti della Bibbia e che il Vangelo riprendeva esattamente ed integralmente tutta la Bibbia, senza aggiungere niente di nuovo e quindi niente "buona novella"....
primo, che ragione c'era che gli apostoli scrivessero il Vangelo spiegandomi anche poi come dagli insegnamenti di Gesù in avanti sorse un movimento così imponente di tante persone che alla fine credettero solo a Gesù ed alle parole del Vangelo ?

Non è che l'idea che fosse stato veramente il figlio di Dio e non un semplice messia fu l'effetto scatenante di questa nuova religione?
Io penso proprio di si...... :sorriso:

La mia logica spicciola direbbe che se Gesù non fosse stato veramente il figlio di Dio e non avesse raccontato niente di nuovo, oggi saremmo stati sicuramente tutti ebrei e non cristiani.... :ironico: Non trovi?
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Messaggio da mr-shadow »

Vieri ha scritto: Che ragione c'era allora di avere il Vangelo ( la buona Novella) se tanto c'era già allora tutto nella Bibbia ?
Il Vangelo è stato allora scritto su interpretazione personale degli apostoli ma che non c'entrava niente con i veri intendimenti di Gesù?........ :boh:
Gesù ha forse detto di mettere per iscritto quelli che conosciamo oggi come vangeli? :boh:
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Messaggio da Valentino »

Vieri ha scritto:Domanda. Se come risulta dai tuoi studi
Ti sbagli sempre! Non sono i "miei" studi, sono i risultati della ricerca storica. Sono gli storici, non io, che sono pervenuti a certe conclusioni in base alle evidenze.
Vieri ha scritto:he Gesù e tutti gli apostoli furono degli osservanti della Bibbia e che il Vangelo riprendeva esattamente ed integralmente tutta la Bibbia
E' storicamente accertato che Gesù e gli apostoli fossero degli ebrei osservanti della Torah. Gesù tra l'altro mostra di essere molto vicino alle istanze della scuola farisaica di Hillel, tanto che molti studiosi non si fanno nessun problema a dire chiaramente che dal punto di vista religioso Gesù è sempre stato un fariseo.
Vieri ha scritto:senza aggiungere niente di nuovo e quindi niente "buona novella"
Aspetta Vieri, con questa frase comprendo che c'è un problema di comunicazione e comprensione, in quanto si dovrebbe comprendere tu cosa intendi col termine "vangelo", cosa intendi con l'espressione "buona novella" e cosa intendi per "niente di nuovo", altrimenti non ci capiamo! Se parliamo del rapporto tra Gesù e la Torah è un fatto acclarato che Gesù non ha mai inteso abolirla. Ma questo ovviamente è solo UN ASPETTO della predicazione di Gesù che aveva ANCHE contenuti di tipo profetico ed escatologico. Tornando infatti al concetto di "buona novella" o "buona notizia" dobbiamo intenderci a cosa si fa riferimento. La buona notizia che Gesù proclamava era incentrata sul concetto di "regno di Dio", ovvero sulla realizzazione storica dell'escatologia profetica che ritroviamo appunto nella letteratura profetica della Bibbia ebraica.
Vieri ha scritto:primo, che ragione c'era che gli apostoli scrivessero il Vangelo
Vieri ma cosa dici? I vangeli che hai sottomano non sono stati scritti dagli apostoli. Di nuovo: hai mai aperto un qualsiasi manuale di introduzione al nuovo testamento?
Vieri ha scritto:spiegandomi anche poi come dagli insegnamenti di Gesù in avanti sorse un movimento così imponente di tante persone che alla fine credettero solo a Gesù ed alle parole del Vangelo ?
Un movimento? Uno solo Vieri? Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? Storicamente i movimenti (plurale) che sorsero a partire da Gesù furono molteplici. Non fu uno soltanto. Questi movimenti avevano le più disparate credenze riguardo a Gesù! Basti pensare agli gnostici per esempio. C'è da comprendere quali e quanti di questi movimenti raccolsero in effetti le istanze religiose promosse da Gesù. Tu fai riferimento solo ad una delle correnti ovvero a quella etnocristiana che pure era rappresentata da una costellazione di movimenti ed orientamenti come proto-ortodossi, sabelliani, ariani, monarchiani, gnostici, etc.
Vieri ha scritto:Non è che l'idea che fosse stato veramente il figlio di Dio e non un semplice messia fu l'effetto scatenante di questa nuova religione?
Io penso proprio di si......
Il punto è che la "nuova religione" a cui ti riferisci si costituì per opera di una corrente specifica del cristianesimo antico. Certamente questa convinzione non la si può far risalire a Gesù e/o agli apostoli. In sostanza chi promosse questa "nuova religione" fu una corrente specifica dell'etnocristianesimo antico, ovvero la corrente proto-ortodossa.
Certo gli apostoli si convinsero che Gesù era "figlio di Dio", ma non c'è alcuna evidenza che gli apostoli si convinsero che Gesù era Dio, o come ti piace dire spesso "parte di Dio". Questo titolo, figlio di Dio, di per se non aveva il significato che tu gli attribuisci. Ad esempio in Matteo 16:16 l'espressione viene usata come sinonimo di Messia. E' qualcosa di talmente scontato ormai che "lo sa" perfino Wikipedia (che pure contiene talvolta delle approssimazioni e dei veri e propri strafalcioni)!
Come viene usato questo termine nei vangeli?
"Nei Vangeli diventa un termine più specifico per indicare il Messia, inviato da Dio per portare a termine l'opera di salvezza del suo popolo". (https://it.wikipedia.org/wiki/Figlio_di_Dio" onclick="window.open(this.href);return false;)
Nei vangeli, tra i vari titoli attribuiti a Gesù, c'è anche quello di "figlio di Dio". Ma come ben sappiamo questa espressione non veniva usata ed intesa in senso "letterale" ma metaforico. Non è che la comunità post-pasquale (discepoli ed apostoli compresi) credessero che Gesù fosse figlio "naturale" o "biologico" di Dio. Sappiamo invece che: "La stragrande maggioranza degli studiosi della Bibbia sostiene che Gesù non abbia mai usato per sé, in senso pieno, con l'iniziale maiuscola, l'espressione "figlio di Dio". Neanche i suoi discepoli l'hanno mai fatto, almeno prima di Pasqua" (Helmut Fischer - I cristiani hanno un solo Dio o tre? - Claudiana - pag.15)

E dopo gli eventi pasquali? Quale significato attribuiva la comunità post-pasquale (ovvero gli apostoli ed i primissimi discepoli) all'espressione "figlio di Dio"?

"...anche la comunità post-pasquale palestinese non..." considerava "...Gesù figlio <<naturale>> di Dio, bensì..." usava "...il termine <<figlio>> in quel senso metaforico che era corrente e ben noto nell'ebraismo" (Fischer, pag. 16)
Vieri ha scritto:La mia logica spicciola
La tua logica spicciola non tiene conto della storia.
Vieri ha scritto:direbbe che se Gesù non fosse stato veramente il figlio di Dio e non avesse raccontato niente di nuovo
Ma Gesù è stato (ed ancora oggi) tante cose diverse per diversi gruppi. Nell'antichità ad esempio c'era un "Gesù gnostico", un "Gesù docetico", un "Gesù manicheo", un "Gesù proto-ortodosso", un "Gesù ariano", un "Gesù sabelliano", così come oggi c'è un "Gesù islamico", un "Gesù nestoriano", un "Gesù monofisita", un "Gesù miafisita", un "Gesù cattolico", un "Gesù protestante", un "Gesù tdG", un "Gesù mormone", etc. I vari gruppi raccontarono (e raccontano) Gesù ciascuno a suo modo. Tuttavia dal punto di vista storico coloro che furono più prossimi, in continuità storica ed ideale, e promotori delle "istanze religiose" da lui predicate furono i giudeo-cristiani. Questo è un fatto storico accertato.
Vieri ha scritto:oggi saremmo stati sicuramente tutti ebrei e non cristiani...Non trovi?
E' un'analisi abbastanza approssimativa e grossolana che non tiene conto della realtà storica appunto. Quello che definisci sic et sempliciter "cristiano" non è che un tipo di cristianesimo, che non fu (e non è) mai stato l'unico.
Gesù non trascorse il suo ministero a proclamarsi divino. B. Ehrman

Gesù era ebreo, non un cristiano.
Gli ebrei non hanno mai rigettato Gesù l'ebreo.
I cristiani nel loro insieme e in fondo, non hanno accettato Gesù l'ebreo e non lo hanno seguito.
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Valentino, scusami

Messaggio da Vieri »

Caro Valentino scusami ma ribatti sempre sugli stessi concetti abbondantemente trattati in precedenza sulla diversa interpretazione delle parole "Figlio di Dio" ovviamente per il tuo modo di pensare, ed avvalorato da tuoi studi.

Sia nel Vangelo che nelle lettere degli apostoli non esistono solo queste parole per attestare la deicità di Gesù senza volermi ripetere ulteriormente.
Andare poi a contestare alla fine parola per parola su tutte le varie testimonianze, ritengo che possa essere non solo un lavoro abbastanza complicato ma anche decisamente contestabile da altri autori.

Tra l'altro nelle tue riflessioni non consideri altri studi come da questa bella discussione sui primi giudeo cristiani.
da:
http://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=75041651" onclick="window.open(this.href);return false;
Secondo Hurtado, la divinità di Cristo è attestata a distanza di pochi anni dalla morte sulla croce di Gesù e, fatto straordinario, in un contesto giudaico, non pagano.
Salvo sconfessare diversi passi del Vangelo e S. Paolo (abbiamo anche alcune testimonianze di autori pagani, abbastanza sicure che attestano la venerazione di Gesù come Dio), è difficile pensare che i primi cristiani non credessero che Gesù fosse Figlio di Dio.

E' difficile pensare poi che maturassero tale convizione a distanza di molti decenni (lo ritengo impossibile)... per quanto esistessero diversi giudaismi (vedi Sacchi, "Tra giudaismo e cristianesimo: riflessioni sul giudaismo antico e medio"), i giudei erano monoteisti in senso esclusivo e in modo molto rigido (si pensi alla preghiera quotidiana del pio israelita tratta da Dt 6.4, Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo), per cui, per arrivare a venerare un uomo come Dio (non esiste nessun precedente nel giudaismo antico), essi avevano per forza di cose vissuto un'esperienza religiosa molto forte, senza precedenti (vedi Hurtado, "Come Gesù divenne Dio").
Da un punto di vista antropologico e sociologico, mi pare che Hurtado sostenga che invece esistono precedenti di questo tipo in altre culture antiche... insomma forti esperienze religiose possono effettivamente aver contributo alla nascita di sistemi religiosi... poi, cosa sia veramente successo, è difficile comprenderlo fino in fondo.

Per quanto riguarda lo sviluppo del dogma trinitario (fondamentalmente da Tertulliano in avanti), sicuramente il contributo del pensiero filosofico greco fu importante ma non determinante.

Nel bel libro di Ehrman "I cristianesimi perduti. Apocrifi, sette ed eretici nella battaglia per le Sacre Scritture", l'autore offre un quadro molto preciso e dettagliato del cristianesimo dei primi secoli... ma probabilmente lo hai già letto.
Scrivi poi:
Tuttavia dal punto di vista storico coloro che furono più prossimi, in continuità storica ed ideale, e promotori delle "istanze religiose" da lui predicate furono i giudeo-cristiani. Questo è un fatto storico accertato.
Questa è la tua verità ma come mai allora se questa tua verità fosse stata così veritiera ed importante rimase appannaggio solo di una ristretta cerchia di ebrei di Gerusalemme divenendone prima assolutamente minoritaria per poi alla fine estinguersi ?

Se la storia è effettivamente questa una ragione seria ci dovrebbe pur essere poichè alla fine questa corrente di "verità" si estinse e dovresti poi affermare che tutto il cristianesimo oggi si fonderebbe su un grande castello di carte promosso a suo tempo da solo un "gruppo" proto ortodossi che senza guerre ed uccidere nessuno divennero maggioritari.....fino a formare la chiesa cattolica di oggi :boh:


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Messaggio da Valentino »

Vieri ha scritto:Caro Valentino scusami ma ribatti sempre sugli stessi concetti abbondantemente trattati in precedenza sulla diversa interpretazione delle parole "Figlio di Dio" ovviamente per il tuo modo di pensare, ed avvalorato da tuoi studi.
Non c'entra nulla il "mio modo di pensare". Il fatto è abbastanza banale: l'espressione "figlio di Dio" non significava "essere Dio". E' semplicemente una questione filologica.
Vieri ha scritto:Sia nel Vangelo che nelle lettere degli apostoli non esistono solo queste parole per attestare la deicità di Gesù senza volermi ripetere ulteriormente.
Se vuoi (e se puoi :ironico: ) "ripetiti ulteriormente" perché di queste attestazioni sulla presunta deicità non c'è traccia inequivocabile!
Vieri ha scritto:Andare poi a contestare alla fine parola per parola su tutte le varie testimonianze
E quali sarebbero queste testimonianze?!? :ironico:
Vieri ha scritto:ritengo che possa essere non solo un lavoro abbastanza complicato ma anche decisamente contestabile da altri autori.
In assenza di esempi specifici il tuo mi sembra un discorso abbastanza vago e non circostanziato a voler essere buoni.
Vieri ha scritto:Tra l'altro nelle tue riflessioni non consideri altri studi come da questa bella discussione sui primi giudeo cristiani.
da:
http://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=75041651" onclick="window.open(this.href);return false;
Secondo Hurtado
Io non considero altri studi?!?!? Ma ti pare possibile Vieri? Sei tu che non sei aggiornato. Le tesi di Hurtado, come ho già avuto modo di spiegarti, sono state ampiamente confutate dal Prof. James F. McGrath. Il fatto che Gesù, ad un certo punto della storia, ed in una particolare corrente (ovvero la corrente etno-cristiana dei proto-ortodossi) del multiforme cristianesimo antico, sia stato divinizzato non c'è dubbio. Il punto è che non c'è alcuna evidenza di una divinizzazione precoce di Gesù nei termini proposti da Hurtado in quanto nessun testo ci testimonia che a Gesù veniva tributato il tipo di culto che tradizionalmente veniva riservato solo a Dio. Infatti: "Jews expressed their “monotheism” by refusing to offer sacrifices to any but the one God. Since we find no evidence of sacrifice to Jesus in early Christian literature, we find nothing that unambiguously represents a redefinition of this distinctive Jewish expression of exclusive allegiance. If anything, Jesus is depicted as the sacrifice offered to God, not as recipient of sacrifice himself". (McGrath, James F., "How Jesus Became God: One Scholar’s View" New Testament Seminar, University of Michigan, March 19, 2015 / (2015): 1-5. Available at http://digitalcommons.butler.edu/facsch_papers/943" onclick="window.open(this.href);return false;)
Il Prof. James F. McGrath affronta nel dettaglio la questione nel libro:
The Only True God: Early Christian Monotheism in Its Jewish Context
" onclick="window.open(this.href);return false;
Quest'opera è stata così recensita dalla Review of Biblical Literature:
"An important corrective to the view that tends to interpret New Testament Christology in terms of Nicaea and later developments, thereby missing the Jewish intertextual and hermeneutical keys to interpreting many New Testament texts."--"Review of Biblical Literature"
Descrizione dell'opera:
Monotheism, the idea that there is only one true God, is a powerful religious concept that was shaped by competing ideas and the problems they raised. Surveying New Testament writings and Jewish sources from before and after the rise of Christianity, James F. McGrath argues that even the most developed Christologies in the New Testament fit within the context of first century Jewish "monotheism." In doing so, he pinpoints more precisely when the parting of ways took place over the issue of God's oneness, and he explores philosophical ideas such as "creation out of nothing," which caused Jews and Christians to develop differing concepts and definitions about God.

Tornando ad Hurtado. Hurtado si sofferma sul noto inno prepaolino di Filippesi capitolo 2 che è un inno studiatissimo e sul quale si sono versati fiumi di inchiostro. Ovviamente sono del tutto certo che sei completamente all'oscuro che esiste un vivace dibattito accademico su questo inno prepaolino. Fior di biblisti (tra l'altro cattolici del calibro di Kuschel) analizzando l'intero inno prepaolino sono giunti alla conclusione che in esso non si parla affatto della presunta "deicità di Gesù" né tantomeno di una ipotetica "preesistenza" angelica (come affermano i tdG) o addirittura "divina" (come affermano i trinitari). Potrei citarti diversi autori. Mi limiterò appunto a Kuschel (che ripeto è un noto studioso cattolico) con questo breve "florilegio" tratto da una sua opera famosa, tradotta anche in italiano dalla Queriniana. Citerò dall'edizione inglese in quanto non posseggo l'edizione italiana dell'opera.
"in this text Christ is not celebrated as a pre-existent heavenly being, but in good Jewish fashion as a human counterpart to Adam".

"So the first line of the hymn would speak of Christ, who like Adam was created 'in the image' of God and like Adam participated in the 'glory' of God before his fall. The contrasting term to 'form of God' would further confirm this derivation: 'form of a slave' is evidently an allusion to Adam's fate after the fall. The second contrasting pair at the beginning of the text would point in the same direction: 'likeness of God' probably alludes to Adam's temptation (he wanted to be like God, Gen. 3.5) and 'likeness of men' in turn to Adam's state after succumbing to sin.
The phrase 'being like God' (Greek isa theou), too, may not simply be translated with terms like 'equality to God', 'being like God', as often happens. That would require the form isos theos. What we have in the text is the adverb isa, and that merely means 'as God', 'like God'. So there is no statement about Christ being equal to God, and this in turn tells against an interpretation in terms of pre-existence."

Karl-Josef Kuschel - BORN BEFORE ALL TIME?: The Dispute over Christ's Origin - pag. 251

https://de.wikipedia.org/wiki/Karl-Josef_Kuschel" onclick="window.open(this.href);return false;
Vieri ha scritto:Questa è la tua verità
No questa è storia.
Vieri ha scritto:il cristianesimo oggi si fonderebbe su un grande castello di carte promosso a suo tempo da solo un "gruppo" proto ortodossi che senza guerre ed uccidere nessuno divennero maggioritari.....fino a formare la chiesa cattolica di oggi
Senza guerre ed uccidere nessuno? Vieri ma che dici?!?!? I proto-ortodossi (in particolar modo la corrente atanasiana) rappresentarono semplicemente quella corrente del variegato cristianesimo antico che riuscì ad ingraziarsi i favori imperiali (a partire da Costantino). La conseguenza fu che altri cristianesimi furono soffocati nel sangue. Conosci poco la storia, ma questo fatto non è una novità...ahimè.
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Messaggio da Vieri »

Carissimo solo due cose per non avere il solito pappaderlone di risposta...

La prima è che non mi ha risposto alla mia domanda del come mai la sola corrente (che ritengo minoritaria) dei primi giudeo cristiani di Gerusalemme che credevano solo nel messia Gesù ebraico ( e non nel vero figlio di Dio) furono secondo te i veri primi cristiani e che avevano compreso i veri insegnamenti di Gesù, alla fine rimasero pochissimi fino ad estinguersi dopo circa 200 anni e senza che nessuno di loro fosse ammazzato per questioni religiose.
Le persecuzioni verso altre sette cristiane avvennero, ritengo dopo il concilio di Nicea del 325....

La seconda domanda è in risposta alla tua osservazione
Senza guerre ed uccidere nessuno? Vieri ma che dici?!?!? I proto-ortodossi (in particolar modo la corrente atanasiana) rappresentarono semplicemente quella corrente del variegato cristianesimo antico che riuscì ad ingraziarsi i favori imperiali (a partire da Costantino). La conseguenza fu che altri cristianesimi furono soffocati nel sangue. Conosci poco la storia, ma questo fatto non è una novità...ahimè.
....dove ritengo che anche tu in fatto di storia "salti"qualche secolo poichè Costantino è stato imperatore romano dal 306 alla sua morte ma dai primi martiri cristiani sotto Nerone ad allora non dirmi che ebbero vita facile e crebbero senza aver mai ammazzato nessuno.

Se parli del "dopo", la storia poi la sappiamo.

Al riguardo ho trovato un articolo molto interessante e direi anche obiettivo su:

LA NASCITA DEL CRISTIANESIMO UFFICIALE, COSTANTINO E IL SUO CONCILIO DI NICEA
https://www.albertomassaiu.it/la-nascit ... -di-nicea/" onclick="window.open(this.href);return false;

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Messaggio da Valentino »

Vieri ha scritto:La prima è che non mi ha risposto alla mia domanda del come mai la sola corrente (che ritengo minoritaria) dei primi giudeo cristiani di Gerusalemme che credevano solo nel messia Gesù ebraico
Vieri tu parli come al solito in termini generici senza contestualizzare nemmeno il periodo storico. Nel primo secolo i giudeo-cristiani (tieni presente che stiamo parlando degli apostoli, dei discepoli diretti di Gesù, della sua famiglia: Maria, Giacomo il Giusto, etc.) ai quali si aggiungevano quei gentili che già frequentavano le sinagoghe come "timorati di Dio" non erano affatto una minoranza.
Vieri ha scritto:furono secondo te i veri primi cristiani e che avevano compreso i veri insegnamenti di Gesù
Vieri, non "secondo me", ma secondo la storia.
Vieri ha scritto:alla fine rimasero pochissimi fino ad estinguersi dopo circa 200 anni
Ma chi lo ha detto che si estinsero dopo circa 200 ann?!?!? Questo da quale cilindro lo hai tirato fuori?!!?? :boh: Sai citare una fonte? Di cosa stai parlando? E' evidente che anche di storia del giudeo-cristianesimo sei completamente a digiuno se te ne esci con panzane simili.
Vieri ha scritto:e senza che nessuno di loro fosse ammazzato per questioni religiose.
Vieri ma stai scherzando? Anche i giudeo-cristiani subirono delle persecuzioni.
Vieri ha scritto:Le persecuzioni verso altre sette cristiane avvennero, ritengo dopo il concilio di Nicea del 325
Errato su tutta la linea. Le persecuzioni verso i giudeo-cristiani e verso gli etno-cristiani si ebbero prima e dopo del 325. Prima del 325 furono perseguitati tutti i cristiani a prescindere dalla corrente a cui appartenevano, dopo il 325 i proto-ortodossi che riuscirono ad ingraziarsi il potere imperiale cominciarono a perseguitare tutti gli altri, sia che fossero etno-cristiani (ariani, gnostici, etc.) sia che fossero giudeocristiani.
Vieri ha scritto:dove ritengo che anche tu in fatto di storia "salti"qualche secolo poichè Costantino è stato imperatore romano dal 306 alla sua morte ma dai primi martiri cristiani sotto Nerone ad allora non dirmi che ebbero vita facile e crebbero senza aver mai ammazzato nessuno.
Vieri te l'ho appena spiegato: prima di Costantino furono perseguitati i cristiani di tutte le correnti esistenti. Dopo solo quelli che non erano riusciti ad ingraziarsi il potere imperiale.
Vieri ha scritto:Al riguardo ho trovato un articolo molto interessante e direi anche obiettivo su:

LA NASCITA DEL CRISTIANESIMO UFFICIALE, COSTANTINO E IL SUO CONCILIO DI NICEA
https://www.albertomassaiu.it/la-nascit" onclick="window.open(this.href);return false; ... -di-nicea/
Per l'appunto. Il cristianesimo che tu conosci discende dagli etno-cristiani proto-ortodossi che furono favoriti dal potere imperiale. Nell'articolo che riporti viene detto proprio quello che ti sto spiegando.
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Matteo 16
13 Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». 14 Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15 Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». 16 Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17 E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. 18 E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20 Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Come interpreti questo passo del Vangelo ?
Poteva Pietro credere in Gesù come solo messia ebraico ?
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Messaggio da mr-shadow »

Che garanzia abbiamo (hai) che l'episodio sia realmente avvenuto?
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Messaggio da Vieri »

mr-shadow ha scritto:Che garanzia abbiamo (hai) che l'episodio sia realmente avvenuto?
La risposta alla fine è molto semplice:
O ci credi o non ci credi .....

Se alla fine, se su tutti i libri della Bibbia e su tutto il Vangelo vai a sindacare se fossero stati scritti veramente o meno in quel periodo o da quelle persone anche di fronte alle numerose attestazioni storiche, ovviamente il dubbio sulla attendibilità al 100 % sicuramente esiste sempre e quindi anche se lo fossero al 99,99 % potresti sempre alla fine pensarla a modo tuo...
Cordialità.
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Vieri ha scritto:
Matteo 16
13 Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». 14 Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15 Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». 16 Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17 E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. 18 E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20 Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Come interpreti questo passo del Vangelo ?
Poteva Pietro credere in Gesù come solo messia ebraico ?
Mi sfugge il senso della domanda. Poteva Pietro credere in Gesù come solo messia ebraico? Si certo: è proprio quello che c'è scritto. Ora a prescindere dalla questione sollevata da Mr. Shadows sulla "storicità" dell'episodio, e dando per scontato che l'episodio come raccontato da Matteo si è realmente verificato, la risposta alla tua domanda è comunque sì. Come osservato: è proprio quello che c'è scritto. Secondo il racconto matteano Pietro ad un certo punto identifica in Gesù il Messia. Quindi?
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Ma scusami Valentino.....

Messaggio da Vieri »

Scusami Valentino ma secondo te allora le parole:
16 Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17 E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli.
sono la stessa cosa che identificare il Messia ebraico ?. :boh: :boh: :boh:
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Messaggio da Valentino »

Vieri ha scritto:Scusami Valentino ma secondo te allora le parole:
16 Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17 E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli.
sono la stessa cosa che identificare il Messia ebraico ?. :boh: :boh: :boh:
Non sai che Cristo e Messia significano la stessa cosa? Il titolo Cristo viene dal greco Χρίστος e significa "Unto". Il titolo Messia viene dall'ebraico מָשִׁיחַ e significa allo stesso modo "Unto". In sostanza Cristo e Messia sono termini equivalenti. Quindi?
Gesù non trascorse il suo ministero a proclamarsi divino. B. Ehrman

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Valentino ed il gioco dei rimpalli...

Messaggio da Vieri »

Non sai che Cristo e Messia significano la stessa cosa? Il titolo Cristo viene dal greco Χρίστος e significa "Unto". Il titolo Messia viene dall'ebraico מָשִׁיחַ e significa allo stesso modo "Unto". In sostanza Cristo e Messia sono termini equivalenti. Quindi?
Quindi ?
Ma stiamo giocando allora al "gioco dei bussolotti"? ?

Cosa allora vorrebbe dire secondo te ":
Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17 E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli.
Scusami se ...... :mirror:
a parte ovviamente le altre numerose attestazioni presenti sul Vangelo tra le quali a caso...
Giovanni 14.
5 Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». 6 Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7 Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». 8 Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9 Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? 10 Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. 11 Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.
Buona giornata.....
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Vieri ha scritto:Valentino ed il gioco dei rimpalli...
Vieri nessun “gioco dei rimpalli”! Se tu non ti spieghi con chiarezza non puoi pretendere che uno si metta a fare un “giro nella tua testa” per capire cosa partorisce la tua fantasia leggendo Matteo 16:16 (versetto tra l'altro di cui avevamo già parlato qualche post più sopra!).
Vieri ha scritto:Quindi? Ma stiamo giocando allora al "gioco dei bussolotti"? ?
No. Stiamo giocando a: cosa avrà partorito la fantasia di Vieri stavolta?
Vieri ha scritto:Cosa allora vorrebbe dire secondo te ":
Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17 E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli.
Esattamente quello che c'è scritto: secondo il racconto matteano Pietro ad un certo punto riconosce Gesù come Messia. La tua fantasia invece cosa ci legge?
Vieri ha scritto:Scusami se ...... :mirror:
Vieri io sto cercando di arrampicarmi sulle ripide scogliere della tua fantasia, non sugli specchi! In questa discussione avevamo già parlato di Matteo 16:16 e non capisco perché riprendi lo stesso versetto! Ma non leggi i miei interveniti? Rileggi i post un po più sopra. Stai forse dicendo che in Matteo 16:16 c'è scritto qualcosa sulla presunta deicità di Gesù? E dove di grazia? Capisco che nella tua fantasia l'espressione “figlio di Dio” o “figlio del Dio vivente” significa “essere Dio”, ma la realtà è ben diversa, come attestano gli studiosi! L'espressione “figlio di Dio” NON SIGNIFICA “essere Dio”, NON SIGNIFICA essere “parte di Dio”. Tu infatti attribuisci un significato all'espressione “figlio di Dio” che è solo frutto della tua immaginazione. Vediamo invece cosa significa davvero l'espressione “figlio di Dio”. Questo titolo, figlio di Dio, di per se non aveva il significato che tu gli attribuisci. Ad esempio in Matteo 16:16 l'espressione viene usata come sinonimo di Messia. E' qualcosa di talmente scontato ormai che "lo sa" perfino Wikipedia (che pure contiene talvolta delle approssimazioni e dei veri e propri strafalcioni)!
Come viene usato questo termine nei vangeli?
"Nei Vangeli diventa un termine più specifico per indicare il Messia, inviato da Dio per portare a termine l'opera di salvezza del suo popolo". (https://it.wikipedia.org/wiki/Figlio_di_Dio" onclick="window.open(this.href);return false;)
Nei vangeli, tra i vari titoli attribuiti a Gesù, c'è anche quello di "figlio di Dio". Ma come ben sappiamo questa espressione non veniva usata ed intesa in senso "letterale" ma metaforico. Non è che la comunità post-pasquale (discepoli ed apostoli compresi) credessero che Gesù fosse figlio "naturale" o "biologico" di Dio. Sappiamo invece che: "La stragrande maggioranza degli studiosi della Bibbia sostiene che Gesù non abbia mai usato per sé, in senso pieno, con l'iniziale maiuscola, l'espressione "figlio di Dio". Neanche i suoi discepoli l'hanno mai fatto, almeno prima di Pasqua" (Helmut Fischer - I cristiani hanno un solo Dio o tre? - Claudiana - pag.15)

E dopo gli eventi pasquali? Quale significato attribuiva la comunità post-pasquale (ovvero gli apostoli ed i primissimi discepoli) all'espressione "figlio di Dio"?

"...anche la comunità post-pasquale palestinese non..." considerava "...Gesù figlio <<naturale>> di Dio, bensì..." usava "...il termine <<figlio>> in quel senso metaforico che era corrente e ben noto nell'ebraismo" (Fischer, pag. 16)
Vieri ha scritto:a parte ovviamente le altre numerose attestazioni presenti sul Vangelo tra
Numerose, numerose....e poi non fai nessun esempio concreto! Vediamo cosa altro partorisce la tua fantasia:
Vieri ha scritto:tra le quali a caso...Giovanni 14:9[…]Chi ha visto me ha visto il Padre.
E quindi? C'è per caso scritto che Gesù è Dio o come ti piace dire “parte di Dio”? Sei tu caro Vieri che francamente ti arrampichi sugli specchi :mirror: , non rendendoti minimamente conto che quella espressione non afferma che Gesù sia Dio, ma è semplicemente un'espressione che riprende la semantica in uso nel vicino oriente antico. Visto che citi questa espressione tratta dal vangelo di Giovanni cerchiamo di comprendere la logica complessiva che sottende a questo vangelo in relazione alla cristologia. Nel vangelo di Giovanni Gesù ci viene presentato come l'inviato di Dio, un uomo cioè che opera per nome e per conto di Dio, in una "logica" che può essere compresa solo se ci immedesimiamo nella mentalità del vicino oriente antico in relazione al concetto del "diritto dell'invio".
Come leggiamo in Marguerat "Introduzione al nuovo testamento" (Claudiana): "La semantica dell'invio deve essere intesa sullo sfondo del diritto dell'invio nel Vicino Oriente antico. Un inviato era un messaggero debitamente legittimato che rappresentava il suo sovrano presso una corte straniera. La categoria principale attribuita alla figura dell'inviato era quella della rappresentanza; giocava sulla dialettica tra l'unità e la differenza: l'ambasciatore rappresentava pienamente il suo re pur essendo diverso da lui. I possibili significati di queste rappresentazioni per la cristologia sono evidenti. In quanto inviato del Padre, il Cristo lo rappresenta nel mondo. Non pronuncia parole proprie, ma quelle di suo Padre (3,34; 14,10; 17,8.14); non compie le proprie opere, ma quelle di suo Padre (4,34; 5,17.19; ss.30.36; 8,28; 14,10; 17,24.34). Non compie la sua volontà, ma quella di suo Padre (4,34; 5,30; 6,38; 10,25.37). Non vuol essere null'altro che la voce e la mano di Dio fra gli essere umani. " Marguerat - "Introduzione al nuovo testamento" - (Claudiana) pag. 388
Gesù non trascorse il suo ministero a proclamarsi divino. B. Ehrman

Gesù era ebreo, non un cristiano.
Gli ebrei non hanno mai rigettato Gesù l'ebreo.
I cristiani nel loro insieme e in fondo, non hanno accettato Gesù l'ebreo e non lo hanno seguito.
S. S. Wise

I soli uomini a vivere, lungo tutto il medioevo, a imitazione di Gesù furono gli ebrei. K. Jaspers

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Messaggio da Mauro1971 »

E se il Messia fosse Messi?

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