Ray, non mi fiderei troppo di quella testimonianza. Non perché Strabone, che mi sta cordialmente antipatico, perché me lo sono dovuto sorbire di recente, anche in greco, per via di un mio studio, non fosse un geografo serio. Ma poiché scriveva a cavallo dell’era volgare, e probabilmente attribuiva ai lontani antenati marinai conoscenze scientifiche posteriori, per lui che non era ignaro della scienza alessandrina, e deduceva dal dopo quel che era prima, retoricamente uno
hysteron proteron, scambi la causa per l’effetto. In realtà in antico, prima di Alessandria e dell’Ellenismo, certi concetti erano quasi esclusivo appannaggio di dotti, e piú di ordine filosofico che scientifico. Oltretutto il greco aveva un concetto particolare della sfera, vi vedeva la perfezione: rotondo era l’androgino originario (una “palla, sembra quasi dire Aristofane, nel
Simposio di Platone) e la stessa rotondità delle natiche (
sic) era di supporto etico-filosofico all’amore omosessuale, l’unico degno, prima dell’era volgare, di riflessione sull’eros e sull’amore. Da qui al mondo come sfera ci passa poco, almeno in senso teoretico.
Questo naturalmente non significa che i lontani antenati marinai non avessero notato il fenomeno che descrivi, anzi: ma pensare che ne avessero dedotto la rotondità della Terra, ce ne passa. Ti faccio un esempio da Erodoto, che non era un fesso, e che scriveva nel V secolo. Nelle sue
Storie in nove libri racconta che i Fenici, circumnavigando l’Africa, navigando verso Occidente, avevano il sole a destra, invece che a sinistra. Cosa che a lui pareva incredibile, ma, da buon protostorico, riportava la testimonianza. È descritto persino sulla Torre di Guardia, una volta tanto, senza troppe corbellerie:
<
https://wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/2010170>
Tutto questo per dire quanto occorre stare attenti a leggere di cose antiche, quante cognizioni si richiederebbero allo storico, di vario genere (storiche, mitologiche, sociali, politiche, scientifiche ecc. ecc.) per non falsare l’interpretazione, e io mi guardo bene dal dire di possederle, sarei presuntuoso persino se dicessi che non ne sono del tutto digiuno.
Ma veniamo alla sostanza: bella la pict che hai postato, cosa ti suggerisce? una ‘volta’, come dice la traduzione CEI di Isaia, o non piuttosto una calotta, come scritto nel commento? Voglio dire che potrebbe essere una semi-sfera, e quindi, quel termine ebraico, che ora non ricordo, potrebbe significare proprio questo, in Isaia. Io non ho le competenze per affermare quel che davvero il testo dice, ma noto un paio di cose: se ti dimentichi della tue moderne conoscenze scientifiche, e ti fai pastore fra i pastori, come diceva empaticamente Herder, come vedi il cielo, altro che una calotta, una semisfera? ove poi vedi sole e luna compiere un orbita circolare, all’interno della calotta semi-sferica? Isaia poi è chiaro (trad. CEI in rete):
Egli è assiso sulla volta della terra, da lì gli abitanti appaiono come cavallette; egli distende i cieli come una cortina e li spiega come una tenda per abitarvi.
Una
tenda per abitarvi, è appunto la similitudine che spiega la calotta, forse non la volta, che per noi è ambigua, perché ci rimanda alle volte di una stanza, o alle chiese gotiche. Ma Isaia non ci rimanda né a una nostra stanza, né alle nostre chiese. Io non so veramente se circolo della terra rimandi al piatto orizzonte (ovviamente circolare) o al cielo convesso. Di certo so che non rimanda a una palla, se mai a una semi-palla, come dalla tua pict. Diodati, che traduce “globo’, l’ho scritto altrove nel forum, era influenzato dalla sfericità della Terra, ai suoi tempi dimostrata empiricamente da Colombo o Magellano; commetteva lo stesso errore di Strabone, cioè dava per scontato che gli antichi la pensassero come lui. La realtà è che Isaia vedeva il cielo come noi lo vediamo da un punto di vista non eliocentrico, ma geocentrico. E lo paragonava a una tenda circolare; mi rimane da sapere se alludesse al cerchio piatto o a un semi-sfero convesso. Io propenderei per la seconda, perché è piú immediata e naturale, pensando a una tenda. In ogni caso, di certo, non pensava alla Terra come globo, con buona pace degli ingenui TdG che prendono per oro colato le balle della loro organizzazione, che spaccia ignoranza vantando conoscenze scientifiche degli antichi Ebrei – che non hanno inventato un emerito nulla, e che vantando il loro lavarsi le mani si scordano che la Cloaca Massima di Roma datava VI a. C., altro che regolette igieniche; quando di medicina vivevano di importazione, egizia e poi greca; ci citino un Ippocrate, o un Galeno – che non troverai mai in alcun moderno manuale serio di geografia o astronomia antica, medicina a parte. Per questo mi sono irritato vedendo il citato di Wiki da Vieri: è una stupidaggine, scritta da gente, geoviana o no, che cercando in rete trova una notizia fantasiosa, chiunque l’abbia scritta, e finisce per ritenerla degna di un’Enciclopedia. In realtà è ’na ciofeca, della serie qualcuno lo dice in rete, ergo è una ulteriore ipotesi. No. È una cazzata, e qui il romagnolismo ci sta tutto, perchè nessun accademico serio, ma neanche nessun teologo serio, che per essere tale non può essere privo, oggi, di una formazione filologica almeno di base, si sognerebbe di degnare di qualche considerazione simili leziosaggini.
Quanto poi alle «opinioni» di Vieri, Dio lo perdoni, ci spieghi come Eratostene, tre secoli prima di Cristo, avesse calcolato una circonferenza della Terra di pochissimo diversa dalla misurazione attuale… Fra teoria e opinione la distanza è abissale.