Ora "questi" ne diranno di cotte e di crude dicendo poi: "vedi che abbiamo ragione"?.....https://www.lastampa.it/2019/04/30/este ... agina.html" onclick="window.open(this.href);return false;
Gran Bretagna, al via l’inchiesta sullo scandalo del sangue infetto: 2.400 morti e 25mila contagiati
Il plasma infetto proveniva principalmente dagli Stati Uniti e derivava spesso dal sangue di detenuti e tossicodipendenti che venivano pagati per le donazioni
Nel Regno Unito non si ferma la battaglia per arrivare a fondo della verità dello scandalo del sangue infetto. Secondo le stime, che sono ancora da verificare con esattezza, più di 2.400 persone sono morte e 25mila sono probabilmente state contagiate da Hiv ed epatite C dopo aver ricevuto trasfusioni o emoderivati contaminati negli anni ’70, ’80 e inizio ’90. Dopo anni di insistenza da parte delle associazioni delle vittime oggi prende il via l’inchiesta pubblica che avrà lo scopo di provare a capire il numero esatto di persone che sono state infettate, l’impatto che l’infezione ha avuto sulla vita delle persone, indagare se ci sono stati tentativi di nascondere lo scandalo e naturalmente identificare eventuali responsabilità.
Verranno raccolte le testimonianze delle persone coinvolte a Londra ma anche a Belfast, Leeds, Edimburgo e Cardiff in un’indagine che potrebbe durare fino a tre anni e nella quale dovrebbero essere ascoltati circa 2.500 persone, in audizioni pubbliche che saranno trasmesse in streaming. Saranno interrogati anche membri del personale e funzionari del servizio sanitario pubblico e diversi politici. Ad essere infettati sono stati principalmente emofiliaci, ma anche pazienti che avevano bisogno di una trasfusione dopo un’operazione o un parto, o che hanno contratto il virus tramite i propri partner.
Quella del sangue contaminato “è una tragedia che non avrebbe mai dovuto accadere e ha causato per decenni dolore e danni inimmaginabili per le vittime e le loro famiglie”, ha affermato Theresa May annunciando che il governo aumenterà il sostegno finanziario alle vittime da 46 a 75 milioni di sterline l’anno. Con l’inizio dell’inchiesta pubblica “inizierà un viaggio che sarà dedicato ad arrivare alla verità di ciò che è accaduto e a fare giustizia per tutte le persone coinvolte”, ha promesso la premier britannica. L’impegno del governo è stato però criticato da Factor 8, uno dei gruppi che riunisce le vittime dello scandalo, che lo ha definito un “palese tentativo di limitare i danni” in quanto il sostegno ammonterebbe a meno di 900 sterline a persona.
Il plasma infetto proveniva principalmente dagli Stati Uniti e derivava spesso dal sangue di detenuti e tossicodipendenti che venivano pagati per le donazioni. A complicare la situazione il fatto che l’esistenza del virus dell’epatite è stata confermata scientificamente nel 1989 e i test per la sua identificazione sono stati messi a punto solo nel 1991. Al 1995 risale il primo tentativo di rintracciare tutti pazienti che avevano ricevuto plasma infetto ma i risultati sono stati solo parziali. Nel 2008 il governo scozzese annunciò un’inchiesta che fu guidata da lord Penrose e i cui risultati furono pubblicati nel 2015 ma criticati da più parti. “L’unica raccomandazione del rapporto Penrose fu di fare uno screening su chiunque fosse ritenuto a rischio di infezione in quel periodo, ma non gli è stato dato seguito”, ha spiegato parlando al Guardian Clive Smith, dell’Haemophilia Society, denunciando: “Spesso i nostri membri ci hanno raccontato di essere stati per l’Hiv a loro insaputa, senza il loro consenso e senza essere informati dei risultati”.
Non pensando però che il sangue in Italia è tutto di provenienza nazionale e anch'io posso stare tranquillo:
Se avete mai donato o se conoscete qualche donatore sappiate che, prima della donazione, viene eseguita al donatore una visita, che ha una doppia valenza: quella di salvaguardare il donatore (un donatore con pressione bassa, o anemico, per la sua stessa salute, non può donare) e quella di salvaguardare la persona che riceverà il suo sangue: a tal proposito viene eseguito un test di analisi su una goccia di sangue, che permette di individuare subito se sono presenti nel sangue alcuni virus o batteri, tramite una reazione enzimatica detta ELISA (che è istantanea ed è lo stesso principio del test di gravidanza, solo che in quel caso si analizza l’urina e non il sangue).
Non solo: dopo questo primo test preliminare ne viene eseguito un altro, che è l‘analisi del sangue vera e propria, da eseguire dopo la donazione ma prima che il sangue venga trasfuso in un’altra persona. Qui si valutano anche altri aspetti, oltre a quelli delle malattie infettive, che permettono di stabilire definitivamente se il sangue sia buono o meno; questo test è composto da due parti, una strumentale (una macchina che analizza) e una umana (goccia di sangue sul microscopio), per verificare che non ci siano problemi che all’altro esame sfuggono.
Esistono, però, anche delle infezioni che hanno un periodo di incubazione piuttosto lungo, durante il quale il virus potrebbe sfuggire ad alcuni dei comuni test da laboratorio; questo perché il virus in incubazione non si trova nel sangue (fuori dalle cellule) ma dentro le cellule, e le macchine non riescono ad individuarlo.
Tuttavia, le recenti misure di profilassi prevedono test sempre più all’avanguardia e frequenti, che garantiscono una sicurezza nelle trasfusioni di sangue praticamente assoluta. Per fare un esempio, la possibilità di incappare in malattie come l’HIV o l’epatite C (due delle malatte più infettanti a trasmissione ematica, con il sangue) è inferiore ad 1 su un 1.000.000.