Tara genetica dovuta al peccato originale?

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Romagnolo
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Tara genetica dovuta al peccato originale?

Messaggio da Romagnolo »

Svegliatevi Giugno 2006 pag. 29
Affermando la loro indipendenza Adamo ed Eva danneggiarono irreparabilmente la relazione che avevano con Geova e impressero il marchio del peccato sul loro organismo, fino al punto di influire sul loro patrimonio genetico. È vero che vissero centinaia di anni, ma iniziarono a morire “nel giorno” in cui peccarono, proprio come un ramo tagliato dall’albero.
Questo è solo una sintesi di quanto afferma la Watchtower circa gli effetti del peccato operato dai nostri primogenitori, ma và dritta al dunque che voglio trattare:
Il peccato originale influì geneticamente su Adamo ed Eva imprimendogli una tara genetica che avrebbero trasmesso ai loro discendenti, tara che avrebbe quindi portato tutti alla morte?
Realmente all' inizio erano biologicamente perfetti?
A dire il vero da tempo mi ronza in testa che nel racconto della ribellione in Eden qualcosa non quadra se vogliamo prendere per buona la spiegazione data dalla Svegliatevi.
Finchè non mi sono accorto che capitoli 2 e 3 danno una chiara spiegazione della moriturità del genere umano, e che della caduta nell' imperfezione genetica...non ve ne è traccia!
Come si può arrivare a tale conclusione?
Premetto che tutto il ragionamento si basa sulla lettura di come Genesi ci è stato reso in italiano, quindi devo pur sempre confidare che i traduttori biblici abbiano reso onestamente il testo in questione.
Genesi 2: 8 Inoltre, Geova Dio piantò un giardino in Eden, verso oriente, e vi pose l’uomo che aveva formato. 9 Così Geova Dio fece crescere dal suolo ogni albero desiderabile alla vista e buono come cibo e anche l’albero della vita nel mezzo del giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male...15 E Geova Dio prendeva l’uomo e lo poneva nel giardino di Eden perché lo coltivasse e ne avesse cura. 16 E Geova Dio impose all’uomo anche questo comando: “Di ogni albero del giardino puoi mangiare a sazietà. 17 Ma in quanto all’albero della conoscenza del bene e del male non ne devi mangiare, poiché nel giorno in cui ne mangerai positivamente morirai”.
Qui è chiaro che la disubbidienza avrebbe recato la morte, però non viene specificato il come questa sarebbe sopraggiunta; ma proseguiamo coi versetti.
Genesi 2:5  Ed entrambi continuarono a essere nudi, l’uomo e sua moglie, eppure non si vergognavano.
Genesi 3:” 2 A ciò la donna disse al serpente: “Del frutto degli alberi del giardino possiamo mangiare. 3 Ma in quanto a [mangiare] del frutto dell’albero che è nel mezzo del giardino, Dio ha detto: ‘Non ne dovete mangiare, no, non lo dovete toccare affinché non moriate’”. 4 A ciò il serpente disse alla donna: “Positivamente non morirete. 5 Poiché Dio sa che nel medesimo giorno in cui ne mangerete i vostri occhi davvero si apriranno e voi sarete davvero simili a Dio, conoscendo il bene e il male”.
6 Di conseguenza la donna vide che l’albero era buono come cibo e che era qualcosa che metteva voglia agli occhi, sì, l’albero era desiderabile da guardare. Prendeva dunque del suo frutto e lo mangiava. Ne diede poi anche a suo marito quando fu con lei ed egli lo mangiava. 7 Quindi gli occhi di entrambi si aprirono e cominciarono ad accorgersi di essere nudi. Perciò cucirono delle foglie di fico e se ne fecero delle cinture per coprirsi i lombi.
Anche qui viene ricordata la conseguenza mortale di cibarsi del frutto, ma nuovamente nulla che riveli come si sarebbe morti.
In compenso viene riportato l' avvenuto cambiamento nella percezione umana del proprio corpo, acquisiscono la consapevolezza della loro nudità cosa che prima non avevano.
Questo cambiamento è indice che ha preso piede in loro una degenerazione genetica?
Uno se vuole può specularci sopra quanto vuole, ma da qui a dire che la consapevolezza acquisita sia frutto di una imperfezione genetica in atto....bè che lo si dimostri!
Il racconto non trovo insegni questo.
8 Udirono poi la voce di Geova Dio che camminava nel giardino verso l’ora del giorno in cui soffia la brezza, e l’uomo e sua moglie andarono a nascondersi dalla faccia di Geova Dio fra gli alberi del giardino. 9 E Geova Dio chiamava l’uomo, dicendogli: “Dove sei?” 10 Infine egli disse: “Ho udito la tua voce nel giardino, ma ho avuto timore perché ero nudo e perciò mi sono nascosto”. 11 Allora disse: “Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?”
Nella narrazione Dio si rende conto che il suo divieto è stato infranto ed è interessante l' espressione che usa: " Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? "
Poichè l' uomo prima non sapeva della sua condizione era quindi rassomigliabile in ciò all' innocenza dei bambini che non provano vergogna nella nudità, fintanto che non gli viene instillato che è qualcosa di socialmente riprovevole mostrarsi tali di fronte ad altri.
Cioè finchè non gli viene fatto sapere!
Ovviamente Adamo ed Eva lo imparano da soli e Dio indovina subito la causa di questa presa di coscienza, si erano nutriti del frutto dell' albero a loro vietato.
Le interpretazioni esegetiche di ciò sono svariate, c'è chi ritiene che la vegogna esteriore sia il risultato della vergogna interiore per aver disatteso il divieto, chi imputa la vergogna alla malizia e alla concupiscenza che si era svegliata in loro nel vedersi nudi, comunque sia tutto ciò chiama in causa una degenerazione genetica partita immediatamente dopo l' assunzione del frutto proibito?
Nuovamente vallo a dimostrare, ci si può solo lavorare di fantasia filosofeggiandoci sopra, ma nel concreto il racconto ancora non rivela nulla.
17 E ad Adamo disse: “Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero circa il quale ti avevo dato questo comando: ‘Non ne devi mangiare’, il suolo è maledetto per causa tua. Con dolore ne mangerai il prodotto tutti i giorni della tua vita. 18 E ti produrrà spine e triboli, e devi mangiare la vegetazione del campo. 19 Col sudore della tua faccia mangerai pane finché tornerai al suolo, poiché da esso sei stato tratto. Poiché polvere sei e in polvere tornerai”
Qui finalmente troviamo la condanna a morte che viene pronunciata; è interessante notare che non si trova nessun accenno di maledizione che Adamo possa aver recato sulla sua discendenza!
Anzi...la maledizione addirittura è per il suolo!
In questo caso in cui Dio riconosce che il terreno avrebbe perso la sua potenza, procurarsi il cibo sarebbe costato fatica, eppure nessun parallelismo con la perdita di vigoria da parte dell' essere umano come risultato del suo peccato; questa volta viene specificato che la morte in cui sarebbero incorsi sarebbe sopraggiunta in un tempo indeterminato; ma ancora nessuna specifica sù come ciò si sarebbe conseguito.
Finchè non si arriva a questa affermazione:
22 E Geova Dio proseguì, dicendo: “Ecco, l’uomo è divenuto simile a uno di noi conoscendo il bene e il male, e ora perché non stenda la mano e realmente prenda anche [del frutto] dell’albero della vita e mangi e viva a tempo indefinito, . . .” 23 Allora Geova Dio lo mandò fuori del giardino di Eden, perché coltivasse il suolo dal quale era stato tratto. 24 E così cacciò l’uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiammeggiante lama di una spada che roteava continuamente per custodire la via dell’albero della vita.
C' era il pericolo che i due condannati potessero prendere i frutti dell' albero della vita e vanificare così la condanna, per cui Dio li scaccia dal giardino e addirittura vi pone dei guardiani angelici per impedirne un eventuale futuro ritorno all' albero.
Ma ...si trattava di una misura preventiva per evitare un' azione unica mai ancora avvenuta?
Cosa abbiamo letto quando Dio diede il divieto ad Adamo?
16 E Geova Dio impose all’uomo anche questo comando: “Di ogni albero del giardino puoi mangiare a sazietà. 17 Ma in quanto all’albero della conoscenza del bene e del male non ne devi mangiare.
Se l' albero della Conoscenza del bene e del male era vietato, ma tutti gli altri nò ciò ne comporta che neppure quello della vita era vietato e da esso potevano nutrirsi quanto volevano.
Impedire loro di accedere a quel frutto voleva dire impedire il proseguo della loro esistenza fisica, potremmo fare il paragone di un automobile che non può più rifornirsi al distributore di carburante, terminata la benzina nel serbatoio l' auto non potrà più mettersi in moto.
Che cosa preoccupava Dio?
Il fatto che l' essere umano non era più come un ingenuo bambino a cui poter ordinare cosa fare e cosa no, ora era diventato come loro ( piccola parentesi, loro chi?) in grado di prendere decisioni autonome, di scegliere da sè cosa fosse giusto o sbagliato il chè lo rendeva non più utile allo scopo originario.
Questa presa di posizione di Dio sicuramente è l' unico aspetto nel racconto che può dare l' idea che qualcosa era intrinsecamente cambiato nell' essere umano in modo tale che anche la sua discendenza non sarebbe stata come i loro primogenitori prima della disobbedienza, ma ancora una volta ciò non può dimostrare una subentrata imperfezione genetica che li avrebbe portati alla morte per vecchiaia, dimostra solo l' acquisita autonomia decisionale.
L' unico elemento invece che in tutto il racconto ci rivela come la morte sarebbe sopraggiunta è il divieto di accedere all' albero della vita per chiunque.
L' immagine che si delinea dal racconto è quello di due esseri umani che possono nutrirsi liberamente con qualsiasi frutto, anche quello della vita ma che disobbedendo ad un preciso divieto devono subire la morte, condanna che troverà il suo adempimento nel' impossibilità di continuare a nutrirsi di tale frutto.
Nessuno potrà più accedervi in quanto come loro avevano acquisito capacita all' autodeterminazione la stessa caratteristica avrebbero trasmesso alla prole, e questa situazione al Creatore non andava assolutamente bene.
La mia opinione è che tale racconto riveli che Adamo ed Eva uscirono da quel giardino geneticamente tali e quali a come vi avevano vissuto e che non esiste quindi alcun peccato originale che a livello genetico operi nelle membra del genere umano per condurlo alla morte.
Mi preme specificare che non credo che questa storia sia una narrazione storica, bensì un mito delle origini come tanti altri, ma che tale racconto presenta una esposizione dei fatti che rendono superfluo il concetto di peccato originale per spiegare la moriturità dell' essere umano!
Ricordati che lo studio biblico è si gratuito, ma poi ricordati che la WT richiederà che tu le dia altrettanto gratis il tuo impegno, tempo e risorse.
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