Lucifero il Figlio dell'Aurora ha scritto:
Ma infatti è esattamente quello che sto facendo. Armonizzo Giovanni 14:14 alla luce degli altri passi. Ma il bello è che è Gesù stesso ad Auto-armonizzarsi nel versetto subito antecedente alla sua dichiarazione : "Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché sia glorificato il Padre nel Figlio. (Giovanni 14:13). E sempre nello stesso discorso afferma : "Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere." (Giovanni 14:10)
No, tu stai
annullando GV 14:14 in favore degli altri passi e questa è una grave responsabilità e soprattutto una grave scelta (eresis).
Io a differenza tua non ho mai messo in discussione gli altri passi sia del contesto che fuori, ho semplicemente notato che Giovanni (e gli altri versi postati sopra) permette
anche di pregare il figlio direttamente, se questo non era un problema per loro, non lo deve essere neanche per noi, invece tu ti stai fossilizzando in una sola ed unica interpretazione ed anche in maniera incoerente, ovvero accettando che nel testo greco originale quella minuscola preposizione ci fosse!
Gesù esaudisce le preghiere solo ed esclusivamente in virtù del Padre che gli dà questo potere. Senza di lui non potrebbe fare niente, come ribadisce Cristo stesso più volte, alla faccia del credo trinitario che vuole un Gesù autonomamente onnipotente dal Padre.
Gesù in quanto mediatore si trova tra chi prega e il padre, ma in quanto Dio, può essere pregato direttamente, come vedi la trinità non viene scalfita da nessuna delle due posizioni, la tua teologia invece permette solo una delle due ipotesi.
Appunto, io le interpreto, tu invece scegli delle singole scritture e le letteralizzi per sostenere una determinata tesi, proprio come un eretico :mrgreen:
Non rigirare la frittata, ho gia spiegato che a me vanno benissimo entrambi, tu invece ne scegli (eresis) solo una.
il fatto che Gesù funga da Mediatore per Dio e venga direttamente pregato perchè Dio, sono due concetti che si annullano a vicenda e mi stupisco che per te sia "logico e normale" ciò. O l'uno o l'altro, Tertium Non Datur come disse Tertulliano.
Gia spiegato che l'unica dottrina capace di non scegliere è la trinità, le altre cristologie devono scegliere per forza e quanto hai detto sopra ne è la prova "o l'uno o l'altro" ti sei giudicato con le tue stesse parole (o se vuoi con quelle del tertullio
)come diceva qualcuno più sapiente di me, il segreto è nell' et-et, non aut-aut.
Se la trovi inconcludente argomenta il perchè e confutamela decentemente invece di limitarti a snobbarmi con questo tono di sufficenza.
Anche io sono dell'opinione che siano inconcludenti le tue tesi ma almeno ne ho rispetto e ci perdo tempo a spiegarti perchè nel mio parere non sei nella giusta conclusione.
Tempo fa ne argomentai fino allo stremo, su apocalisse 22 ora non mi va di cercare il link, ma se io leggo che c'è un trono e sopra ad esso due persone cosa capisco?
che almeno sono coreggenti e se i sudditi pregano e adorano chi c'è sul trono, senza specificare chi, lo fanno con entrambi i regnanti.
Sinceramente non ho capito cosa vuoi dire. Un singolo verso può essere interpretato e spiegato in migliaia di modi, ma non si possono sovrapporre contemporaneamente più spiegazioni se esse giungono a conclusioni che stanno agli antipodi tra loro. Ed è qui che arriviamo al Paradosso e l'Antilogica, due parole molto amate dalla dottrina Trinitaria a quanto vedo. Ora inizio a capire perchè sia stato definito come un Dogmatico Mistero della Fede.... Non lo comprendete pienamente neppure voi stessi!
Perchè credi che alla fine io abbia accettato la trinità?
Perchè ho realizzato che nessun'altra cristologia può tenergli testa, il modalismo sceglie solo le scritture che spiegano l'unicità di Dio scartando o interpretando quelle che parlano della distinzione delle persone divine o della subordinazione che vi è tra loro, l' arianesimo si sofferma sulle ultime e interpreta o scarta le prime, la trinità è nel mezzo, accetta e sottoscrive l'unicità di Dio e contemporaneamente spiega e accetta la distinzione delle persone che sono Dio, specificandone i ruoli di dipendenza che il figlio e lo Spirito hanno nei confronti del padre, insomma la perfezione assoluta...
Forse non mi sono spiegato bene: Ho detto che non ho mai messo in dubbio la presenza del mi nei Codici Greci, e infatti per tutto questo tempo non l'ho ignorato, ma spiegato alla luce di ciò che intendeva Gesù con queste parole e come lo intesero gli Apostoli nelle loro epistole.
Appunto: l'incoerenza fatta persona... "se mi chiederete qualcosa nel mio nome io la farò" se accetti che in origine questo era quello che scrisse Giovanni, non hai scampo.
Invece posso notare che non ti stia prendendo la responsabilità di tener conto di tutti i passi dove Cristo disse invece di non poter fare nulla da se stesso!
Lascio la risposta a poly il quale mi "massacrò" nel 2005 (quando avevo le tua stesse idee al riguardo) proprio quando gli feci la tua stessa obiezione:
http://serialit.freeforumzone.leonardo. ... 593437&p=1:
"Scusa ma non vedo il problema, né sono sicuro d’aver colto la tua obiezione. A me non interessa perché le fa, ossia se agisca così perché vede il Padre o di sua spontanea iniziativa, mi limito a constatare che può fare tutto ciò che fa il Padre, ergo è onnipotente come lui. Dire che il Figlio fa solo ciò che fa il Padre non va contro la dottrina trinitaria, infatti noi insegniamo che tutte le operazioni ad extra della Trinità, cioè quelle verso la creazione, sono fatte dalle tre persone all’unisono. Gesù disse che “tutto quello che il Padre possedeva era suo" (Giovanni 16,23 e 17,10), ergo anche il potere. Il Figlio non fa nulla da solo unicamente perché "non cerca la sua volontà ma la volontà di colui che lo ha mandato" (Giovanni 5,30). O stai forse cavillando sul significato dell’avverbio omoiôs dicendo che “similmente” è diverso da “ugualmente”? Se è così mi dispiace deluderti ma la parola omoiôs significa “similmente” nel senso di “allo stesso modo”, tu confondi l’ambivalenza di sostantivi derivati come homoíosis con quella che è invece l’assoluta univocità dell’avv. omoiôs, apri qualunque dizionario per sincerartene.
...
Non vedo come questo scalfisca l’argomentazione. Smontiamo punto per punto: se anche il potere fosse stato dato dal Padre al Figlio perché mai questo lo renderebbe meno onnipotente? Resta scritto che tutto quello che il padre possedeva era suo, ergo anche il potere, la gloria, la deità.
La tua è una falsa obiezione, infatti il Figlio ha il potere di suo e contemporaneamente gli è stato dato dal Padre. Impossibile dici? Eppure è così logico. Il Figlio è generato dal Padre, il potere gli è dato nell’istante stesso della generazione in quanto è intrinseco alla natura. Potremmo dire che allo stesso modo tu hai dato l’umanità a tuo figlio generandolo ma non per questo si può negare che egli ora la possieda da sé.
Tuo figlio non è forse pienamente umano solo perché l’umanità gli è stata data da qualcun altro, cioè te?
Difficile da sostenere. Il credo dice che il Figlio è “Dio da Dio”, in quanto piacque al Padre “di far abitare in lui ogni pienezza” (Cl 1:19) Il Figlio riceve il suo essere dal Padre, lo afferma anche il catechismo. "
Dio può avere un ruolo di Salvatore, ma non di mediatore....perchè si ammette implicitamente per forza di cose la presenza di un'altro essere vivente distinto da lui. E se Gesù è talmente persona distinta dal Padre da fungere da suo mediatore, ma purnonostante questo rimanere quello stesso Dio Onnipotente, allora concettualmente parlando, scadiamo nel Trideismo e l'unicità di Dio va a farsi benedire definitivamente.
Sarebbe trideismo se ci fossero due cose in questo Dio: ovvero il tempo e lo spazio, mancando entrambi abbiamo un solo Dio, ma tripersonale, abbiamo cioè il padre il figlio e lo spirito, ma in un unica natura divina, un unico Dio, puoi non accettarlo ma è l'unica spiegazione che (come dici tu più avanti) "salva capre e cavoli".
Veramente Gesù il ruolo di mediatore lo acquista in virtù del suo sacrificio in croce a favore del genere umano, non c'entra nulla l'incarnazione in sè e il suo ruolo di strumento della creazione. l'Esempio dei Santi e le Madonne era per farti capire quanto fosse insostenibile sostenere che Gesù possa mediare ed essere direttamente pregato allo stesso tempo. Infatti, allo stesso identico modo di Gesù, anche alle madonne e i santi il più delle volte ci si rivolge direttamente a loro, ma nessuno si sogna di dire che sono Dio, perchè i fedeli che gli invocano sono perfettamente consci del loro unico ruolo di mediazione nell'esaudimento della preghiera e non i realizzatori diretti della preghiera stessa. Tu invece scegli appositamente quei due o tre versetti, particelle pronominali comprese, gli leggi letteralmente, gli isoli dal loro contesto et Voilà, ecco come nasce l'eresia trinitaria.
Io non sono confuso e ho le idee perfettamente chiare sul ruolo che svolga Gesù nel Vangelo, sei tu che nelle tue spiegazioni scadi sempre nel Paradosso perchè vuoi avere la botte di vino piena e la moglie ubriaca allo stesso tempo :mrgreen:
Te lo ripeto perchè fai finta di non recepirlo:
Il Figlio nella trinità ha una peculiarità che le altre due persone divine non hanno: Egli è sia creatore in quanto Dio, insieme al padre e allo spirito, che creatura in quanto vero uomo, lui e solo lui ha
anche la natura creaturale.
Da questo punto di vista (e solo da questo) egli è "l'unico mediatore tra Dio e gli uomini", nessun problema in questo, tutto è stato previsto con la dottrina trinitaria, nulla è lasciato inspiegato.
Ma dire che Gesù si prega direttamente o media per Dio non è armonizzazione, è accavallare due contraddizioni concettuali insieme.
Invece illustrare passi che spieghino che Gesù venga pregato direttamente, perchè sia resa la gloria a Dio Padre, non mi sembra una scelta elitaria e arbitraria di versi, ma un'esegesi congrua che tiene conto del contesto e del tono neotestamentario in generale su ciò che insegnano gli Apostoli in merito.
Gia risposto (e direi basta su questo argomento) furono gli apostoli stessi a permettere entrambe le posizioni, da un lato insegnarono di pregare il padre per mezzo di Cristo, da un altro lo pregavano direttamente, le tue ipotesi nello spiegare quelle scritture di cui abbiamo parlato all'inizio, nei quali si prega il figlio direttamente, sono congetture che vanno oltre quello che i personaggi stanno realmente facendo.
Se perfino lo stesso Nuovo Testamento ha una luce progressiva e ogni verso rivela una realtà teologica ancora sfocata e imperfetta, perchè i miei versi sono da prendere con le pinze mentre i tuoi sono da accettare a occhi chiusi alla lettera?
Io non prendo i versi da te postati "con le pinze",
li accetto così come sono come accetto gli altri, lo hai capito questo o no?
Eeeh, esagerato, sopratutto... in tutta la Bibbia comparirà questa espressione unicamente in Giovanni 1:18 e forse nemmeno, perchè c'è discordia tra i codici se il testo legga Dio o Figlio Unigenito.
Esiste una scienza chiamata filologia, la quale scienza insegna che il termine più probabile in Giovanni 1:18 è proprio monoghenes theos, il resto è fumo.
Ora vorrei veramente capire dov'è che nel Nuovo Testamento Gesù è chiamato l'unico Dio....A me risulta che per gli apostoli (e lo stesso Cristo) sia stato un titolo sempre e solo ad appannaggio del Padre:
Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. (Giovanni 17:3)
Al Re dei secoli incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen. (1Timoteo 1:17)
all'unico Dio, nostro salvatore, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, gloria, maestà, forza e potenza prima di ogni tempo, ora e sempre. Amen! (Giuda 25)
ET ET e non AUT AUT, "monoghenes theos" può significare "unico Dio" "unico Dio nel suo genere" o "unigenito Dio".
[Low nida lexiconN] : UNICO 58.52
[GING] Solo, Unico.
[Liddle Scott] only-begotten, single, Hes., Hdt., etc.; one and the same blood, Eur.
I passi che lo chiamano "Dio" li conosci.
Ma guarda che è la stessa esegesi cattolica ad ammettere questa tesi:
«Non hai insegnato tu o Signore, come prima che questa materia informe ricevesse da te una forma ordinata, nulla esisteva?
Un nulla, però, non assoluto, bensi' un'entità informe priva di qualsiasi aspetto.»
(Agostino di Ippona - Le Confessioni 12,3,3 -6,6
http://www.utopia.it/agostino3.htm" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank )
Questa entità informe era il "caos acquatico" su cui aleggiava Dio.
stando alle parole bibliche, non ci fu la "creazione" delle acque bensì la loro "separazione" perché esse già preesistevano:
Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». (Genesi 1:6)
Quest'operazione separativa è confermata anche da alcuni biblisti contemporanei:
«
L'atto creativo è, infatti, concepito come un intervento divisorio» (Le sorgenti di Dio, G. Ravasi, ed. San Paolo 2005)
La stessa spiegazione la troviamo nella prima nota nella Nuova Bibbia CEI «
Nei primi giorni Dio crea separando»(Ed. San Paolo 2009)
http://www.utopia.it/creare_separando.htm" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank
Si avverte chiaramente un'acrobazia dialettica per non dire apertamente che "Dio non creò", giacché il significato di creare è incompatibile con quello di separare. Il “separare” prevede l'esistenza dell'oggetto. Di conseguenza, l'acqua non fu creata ma suddivisa perché già esisteva e conviveva con Dio. Un'altra conferma separativa la troviamo nelle parole implicite della Genesi: si parla della creazione della luce, della creazione degli alberi e degli animali... ma non si parla della creazione dell'acqua essendo pre-esistente alla "creazione". È il silenzio parlante.
Nella Bibbia non c'è la creazione dal nulla.
La Genesi descrive il concepimento dell'universo a partire dal caos: Dio prima separò le acque e dopo plasmò la natura con l'impasto della polvere. Soltanto nel secondo libro dei Maccabei (2-Maccabei 7,28 - II sec. a.C.) c'è una fugace allusione alla
creatio ex nihilo. Scritta però 11 secoli dopo la Genesi (col senno di poi), in greco e frutto della riflessione ellenistica. Che tuttavia contraddice l'ultimo libro dell'Antico Testamento (Sapienza - I sec. a.C.) quando si riafferma che la mano dell'Onnipotente «
ha creato il mondo da una materia senza forma» (Sp 11:17).
Oh mio Dio! Riesci a distinguere i generi letterali nella bibbia?
In base al tuo modo di argomentare io dovrei credere che la Terra poggi su quattro pilastri, che ci siano delle cisterne che contengano i venti, che ci siano quattro angoli nella terra, un abisso ecc...
Ti ho gia spiegato che la teologia degli ebrei si è evoluta nel tempo, chiedilo pure a loro se la creazione è dal nulla o no.
La Genesi spiega come ha avuto origine il mondo in maniera apologetica, non certo scientifica, la materia preesistente cozzerebbe con l'onnipotenza e l'aspazialità di Dio, (ci sarebbe qualcosa di contemporaneo a Dio!) questo è chiaro e logico, il resto è teologia "primordiale" adatta ai bambini...
Ma che lo Spirito Santo sia Dio stesso lo presupponi tu come assioma del tuo ragionamento. In realtà Giovanni 1:3 si limita a dire che tutto è stato fatto per mezzo del Verbo : perciò o ammettiamo delle eccezioni o non ne ammettiamo nessuna. Tra l'altro c'è in gioco anche la famosa acqua informe pre-esistente alla creazione, quindi rientra anche lei nell'eccezione del creato.
Dal mio trattato:
"Giovanni 1:3:
"Ogni cosa fatta...
(dal greco ginomai =
ciò che viene all'essere, chi viene all'esistenza (si usa per persone (romani 1:3); per cose (Matteo 21:19); per eventi che iniziano (marco 4:37); ma soprattutto per cose create (questi stessi versetti che stiamo esaminando))
... è venuta ad esistere tramite Cristo", quindi per logica Cristo non può essere una cosa creata!
Il passo non dice: "non fu fatto nulla di ciò che è stato fatto da lui"; ma rimane generico:
nulla di ciò che è creato (o ha avuto un inizio), è venuto ad esistere senza Cristo.
Quale paradosso si crea ipotizzando che il logos sia creatura e non creatore?
Se
nulla fu fatto di quello che è creato senza il Logos, anche il Logos se è creatura deve essere fatto dal Logos!
Trovo importante ripeterlo perché questa scrittura è un po’ la chiave di volta per capire chi e cosa è Cristo.
Il credo Niceno a proposito del figlio dice:
"...nato dal Padre prima di tutti i secoli"
Con sorpresa dei tdg, questa espressione è stata ricavata dalla scrittura stessa:
NRV 1 Corinti 2:6-8 "6 Tuttavia, a quelli tra di voi che sono maturi esponiamo una sapienza, però non una sapienza di questo mondo né dei dominatori di questo mondo, i quali stanno per essere annientati; 7 ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli[gr. pro ton aionon] predestinata a nostra gloria 8 e che nessuno dei dominatori di questo mondo ha conosciuta; perché, se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.."
IEP 2:7 "annunziamo una sapienza divina, avvolta nel mistero, che fu a lungo nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei tempi per la nostra gloria."
L'espressione "prima di tutti i secoli" traduce il greco "pro ton aionon", per i niceni corrispondeva a "dall'eternità", infatti "prima dei secoli" poteva essere tradotto anche con "prima dei tempi" e prima dei tempi, il tempo non esiste, vi è appunto l'eternità:
Credo che chi fosse questa "sapienza divina" che Dio (padre) aveva prima dei tempi, questo "sacro mistero", è cosa scontata non è vero? Il “Signore della gloria crocifisso” è ovviamente il figlio:
IEP 1 Corinti 1:24 ma per i chiamati, sia Giudei sia Greci, è Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio.
Colossesi 1:26-27 26 "il mistero che, nascosto ai secoli eterni e alle generazioni passate, ora è svelato ai suoi santi. 27 A questi Dio volle far conoscere quale fosse la splendida ricchezza di questo mistero tra i gentili: Cristo in noi, la speranza della gloria. "
il testo greco del passo è questo:
di Westcott e Hort
καὶ δι' αὐτοῦ ἀποκαταλλάξαι τὰ πάντα εἰς αὐτόν, εἰρηνοποιήσας διὰ τοῦ αἵματος τοῦ σταυροῦ αὐτοῦ, [δι' αὐτοῦ] εἴτε τὰ ἐπὶ τῆς γῆς εἴτε τὰ ἐν τοῖς οὐρανοῖς·
di Tischendorf
καὶ δι' αὐτοῦ ἀποκαταλλάξαι τὰ πάντα εἰς αὐτόν, εἰρηνοποιήσας διὰ τοῦ αἵματος τοῦ σταυροῦ αὐτοῦ, δι' αὐτοῦ εἴτε τὰ ἐπὶ τῆς γῆς εἴτε τὰ ἐν τοῖς οὐρανοῖς.
e del testo Bizantino
καὶ δι' αὐτοῦ ἀποκαταλλὰξαι τά πὰντα εἰς αὐτόν, εἰρηνοποιήσας διά τοῦ αἵματος τοῦ σταυροῦ αὐτοῦ, δι' αὐτοῦ, εἴτε τά ἐπὶ τῆς γῆς, εἴτε τά ἐπὶ τοῖς οὐρανοῖς.
In tutti e tre i casi compare la parola
πὰντα, ovvero tutto, la stessa usata a sua volta anche in Colossesi 1:16 per indicare la totalità della creazione. Anche il caro Tertulliano mi può confermare
"E ancora, egli rinconcilia tutte le cose, facendo la pace grazie al sangue della sua croce "(Adversus Marcionem Libro V- 19:5
http://www.documentacatholicaomnia.eu/0 ... N.doc.html" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank)
Poi non ho capito che intendi per vedere il contesto : mi sembra che per quello sia sufficente consultare il capitolo da cui è tratto:
http://www.laparola.net/wiki.php?riferi ... ato_rif=vp" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank
NRV colossesi1:20 "e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli."
Dio ha preso provvedimenti affinchè
tutta la creazione fosse riconciliata, che poi i singoli, usando il loro libero arbitrio, decidano di non volere questa riconciliazione è un problema loro, egli non li forza di certo,non vedo quindi l'attinenza sul significato proprio di ta panta.
Cristo ha in se la deità pienamente
Ma questo perchè gliel'ha donata il Padre.
Non gliela ha "donata", non si dona la deità, essa si trasmette con la
generazione il che è molto diverso, Dio non crea Dio,
ma Dio genera Dio.
No, calza alla perfezione invece, perchè come per Cristo anche ai cristiani viene donata la "Pienezza di Dio".
Essi
parteciperanno alla natura divina:
NRV 2 Pietro 1:4 Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza.
Comunque la deificazione è una dottrina particolare che non ha attinenza con la generazione del figlio di Dio.
Allora dovresti attenerti anche al fatto che è stato al Padre che è piaciuto far abitare in lui ogni pienezza
Gia risposto con le parole di poly
Ma io, più che su è o era, mi soffermerei su un'altro particolare....può Dio avere un Principio in primis?
[/quote]
Oh mamma... si parla del principio
della creazione non certo del logos, ma lo hai letto bene il testo?
Cristo
è il principio, non
ha un principio:
"In Giovanni 1:1 si specifica chiaramente che "nel principio il Logos era" dal greco "ên" derivante da eimi = essere, esistere, il Logos non ebbe un principio, ma esisteva nel principio, Il verbo “era” (ên) essendo un imperfetto con valore di predicato, ha qui il senso forte e pieno di esistere, indica l’eternità dell’esistenza.
Con questo verbo Giovanni vuole affermare che non vi fu mai un tempo in cui il Logos "non era", egli dichiara di una realtà anteriore al principio di Gn 1:1, prima della creazione esisteva una parola divina che doveva creare e organizzare l’intera creazione.
A riprova di quanto affermato sopra, esaminiamo queste altre scritture:
1 Giovanni 1:1,2: “Colui che
era fin dal principio, colui che noi abbiamo sentito, colui che abbiamo veduto con i nostri occhi, colui che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato, cioè il Verbo della vita -- 2 poiché la vita si è manifestata e noi l'abbiamo veduta e ne diamo testimonianza e vi annunziamo questa vita eterna che era presso il Padre e che si è manifestata a noi --,”
1 Giovanni 2:13,14: ” Scrivo a voi, o padri, che avete conosciuto
colui che è dal principio... Padri, vi ho scritto perché avete conosciuto
colui che è fin dal principio.”
Colossesi 1:18 18 Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa;
è lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato.
Apocalisse 22:12-16 12 «
Ecco, sto per venire e con me avrò la ricompensa da dare a ciascuno secondo le sue opere. 13 Io sono l'alfa e l'omega, il primo e l'ultimo,
il principio e la fine. 14 Beati quelli che lavano le loro vesti per aver diritto all'albero della vita e per entrare per le porte della città! 15 Fuori i cani, gli stregoni, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna. 16
Io, Gesù, ho mandato il mio angelo per attestarvi queste cose in seno alle chiese. Io sono la radice e la discendenza di Davide, la lucente stella del mattino».
Ebrei 1:10-12 10 E ancora: «Tu, Signore, nel principio hai fondato la terra e i cieli sono opera delle tue mani. 11 Essi periranno, ma tu rimani; invecchieranno tutti come un vestito, 12 e come un mantello li avvolgerai e saranno cambiati; ma tu rimani lo stesso, e i tuoi anni non avranno mai fine».
Come si è potuto notare egli nel principio gia era, esisteva, poteva “la vita eterna che era presso il padre” avere un principio?
E che vita
eterna sarebbe?
No di certo, perché è lui il principio stesso, colui che ha dato il principio ad ogni cosa.
Tornando alla scrittura in questione, notiamo che l’imperfetto "era" ricorre tre volte nel versetto, ma assume tre significati diversi:
la prima volta significa esistere e indica l’esistenza eterna,
la seconda volta esprime una modalità dell’esistenza (era presso Dio)cioè abitare o dimorare presso Dio;
la terza volta, designa l’essenza stessa del Logos definito nella sua divinità (il Logos era Dio).
Egli era dunque presso (pros=verso) il Padre (Dio - ho theos) ed era Dio come il Padre, nessuna confusione, nessun politeismo o monolatria ("un dio" ecc...). Quando in greco due nomi sono congiunti dal verbo "essere" e quando ambedue hanno l'articolo determinativo, si intende che l'uno sia identificato pienamente con l'altro; ma quando uno di loro è senza l'articolo (come nel caso in questione), quello senza articolo è il predicato riferito a quello articolato. Semplificando per intendesi, diventa più un aggettivo che un nome, e descrive piuttosto la natura o la sfera di appartenenza; perciò possiamo dire che il Logos appartiene alla stessa sfera di Dio, ha la sua natura, pur senza essere identificato con “Il Dio” della seconda riga, presso cui il Logos era (il Padre appunto).
D'altra parte va osservato anche che il Verbo non è detto «divino» (theios), ma «Dio» (theos); viene quindi attribuita a lui la deità, l’esser Dio. "
Ciao bello