La tua anima e' immortale?
Inviato: 25/08/2010, 17:32
Per i membri di questo sito, ho pensato d'inserire una specie di studio biblico, cercando di ottenere delle soddisfacenti risposte al titolo di questo messaggio. Sono milioni quelli che dicono che l'anima muore, dicendo che nel momento che muore, finiscono per te i tuoi disegni, i tuoi progetti, le tue attitudini, la tua conoscenza e tutto. (Eccl.9:5-10). Una volta morto, morto per sempre, senza lasciare alcuna traccia di anima viva. - Mostrano dalla Bibbia quello che è scritto in Giosuè 10:28-43, dove vediamo che Giosuè prese la città di Maccheda e mise a fil di spada tutte le anime (persone) che vivevano en essa, e così fece con la città di Lachis e con tutti le altre, cosicché quasi tutte le anime degl'abitanti della Palestina furono uccise con la spada. Anche in Giosuè 11:11-14, si ripete la stessa cosa. Poi in Apocalisse 16:3 leggiamo: “... ed ogni anima (essere) vivente che si trovava nel mare morì.
Dicono che secondo Ecclesiaste 3:19, gli uomini non sono superiori agli animali, poiché hanno lo stesso fiato e subiscono la stessa morte. Infatti Ezecchiele 18:4 dice chiaro che l’anima che pecca morrà. E in fine, almeno per ora, si realizza quello che Dio disse su di Adamo: “... perché sei polvere, e in polvere ritornerai”. (Genesi 3:19). Concludono che l’anima di ogni persona è il suo proprio corpo di carne e sangue.
Chiedo ad ogni membro d’intervenire con una risposta al riguardo, affinché si possa dare una risposta per possibilmente confutare quello che dicono coloro che non hanno l’anima.
Domandiamoci per prima cosa, “l’anima” che cos’è? E rispondiamo che l’anima è quella parte spirituale nell’uomo, proveniente dall’Essere dell’Eterno Iddio, che la soffio in Adamo mentre Adamo era ancora un pupazzo di terra. Sappiamo bene che Dio è Spirito e non respira aria come le creature terrene, perciò, quando soffiò in Adamo un alito vitale, Dio mise in lui un pò di Dio stesso, per farlo un essere vivente. Dunque la vita che vive in ogni essere umano che viene anche chiamata ‘anima’, è proprietà di Dio, e perciò l’anima nostra non muore, perché Dio non muore. Ma allora perché muore l’uomo pur avendo l’anima di Dio? Dell’uomo, non è l’anima che muore ma la carne che una volta era polvere. Secondo che Dio dopo il peccato disse ad Adamo: “... polvere eri e in polvere ritornerai”.
Quindi il nostro vero essere vivente, è di natura spirituale che abita in un corpo di carne umana. Nel momento che Dio inserì in Adamo la vita/anima, Adamo divenne anima vivente. – L’anima fu aggiunto al corpo, e così Adamo acquista il soprannome di “anima vivente”, e per questo che nella Bibbia l’uomo viene anche chiamato ‘Anima’. E’ come quando ad un uomo gli viene dato la laurea di Dottore, quell’uomo viene anche chiamato ‘Dottore’. – Dio, non disse: Sia l’uomo, perché allora sarebbe senza anima come gli animali.
Gesù ci fa capire che l’uomo peccatore fa perdita dell’anima sua, perché è in lui, ma siccome in realtà appartiene a Dio che l’ha messa, che darà l’uomo a Dio in cambio dell’anima sua? (Matt.16:26). – Gli angeli e tutto il creato spirituale (celeste) furono creati dallo stesso soffio che Dio mise in Adamo. (Vedi Salmo 33:6). – Quindi il soffio di Dio crea creature spirituali.
Se l’uomo non avesse in sé una parte che appartiene a Dio quale non muore, sarebbe stato molto più facile e semplice per Dio, far sparire Adamo ed Eva dalla circolazione, e fare una nuova creatura umana da non poter peccare. Ma siccome in Adamo vi era quello che appartiene a Dio quale si è contaminato in Adamo, cui è passato nelle mani di Satana, allora Dio è costretto a riacquistare l’uomo a Sé e salvarlo dalla morte eterna mediante la redenzione in Cristo Gesù.
L’anima e lo spirito nostro sono due cose insieme, che possono essere separati solo dalla spada a due tagli di Dio. In questa tenda (il corpo di carne) noi gemiamo bramando di essere sopravvestiti della nostra abitazione che è celeste. (2Cor.5:2). In quanto ai non salvati, fin dall’antichità, lo spirito loro alla morte del corpo veniva detenuto come in carcere, nel soggiorno dei morti, che sarebbe l’ADES, (greco). Questo Ades aveva il dipartimento buono detto ‘Seno di Abramo’ (luogo di consolazione) dove venivano raccolti i meritevoli perdonati, e il luogo di tormenti per i non perdonati. – Veniva anche chiamato, ’Mondo invisibile’, o come dice il Dizionario Espositore di ‘Vine’, “La regione degli spiriti dipartiti”, tanto dei malvagi quanto dei buoni, cui erano separati da una gran voragine.
L’apostolo Pietro ci dice che Gesù in quei tre giorni che era morto in quanto alla carne, era vivente nello spirito, e nello spirito andò a predicare agli spiriti dei morti ribelli detenuti in carcere dai tempi di Noè, quando la pazienza di Dio venne meno e mandò il diluvio. (1Pie.3:18-20). Pietro ci dice poi al capo 4 e v.6: “Per questo è stato annunziato l’Evangelo anche ai morti; onde fossero bensì giudicati secondo gli uomini quanto alla carne, ma vivessero secondo Dio, quanto allo spirito/anima. Per certo Gesù visitò pure il luogo di consolazione del ‘Seno di Abramo’ dove si trovavano gli spiriti/anime dei perdonati che Gesù chiamò ‘Paradiso’, quando disse al ladrone sulla croce: “Oggi sarai con Me in Paradiso, che voleva dire, nel seno di Abramo, secondo lo spirito. Questi spiriti perdonati che vivevano nel Seno di Abramo, furono da Gesù menati in cattività, cioè, portati al cielo con Sé nel giorno della sua ascensione. (Efe.4:8-10).
Gesù, il Verace e Fedele ci conferma che l’anima non muore col corpo, quando dice: “Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima. (Matt.10:28). Diverse volte l’anima viene chiamata anche: l’uomo di dentro, o l’uomo interno. (vedi, Rom.7:22; 2Cor.4:16; e 5:1-2; Efe.3:16; Col.3:9-10. – In Romani 7:24, Paolo vedendosi imperfetto esclama: “Misero me uomo! Chi mi trarrà (fuori) da questo corpo di morte?”
Forse qualcuno trova in questo messaggio qualcosa di nuovo, o non abbastanza specificata. Bene, allora fatevi sentire, dando la vostra opinione, ed insieme possiamo sistemare le cose.
In seconda Corinzi 12:2-5, troviamo scritto che un uomo fu rapito fino al terzo cielo, cioè in paradiso, ma col corpo? Non lo sappiamo! Qui San Paolo dice: “Io conosco un uomo in Cristo che quattordici anni fa (se fu col corpo non lo so, né so se fu senza il corpo; Iddio lo sa), fu rapito fino al terzo cielo. E so che quel tale (col corpo o senza il corpo) fu rapito in paradiso e udì parole ineffabili che non è lecito all’uomo di proferire. Di quel tale io mi glorierò; ma di me stesso non mi glorierò, se non nelle mie debolezze”. Se voi che leggete sapete chi è l’uomo che fu rapito in paradiso, vi prego farmelo sapere. Sappiamo che carne e sangue non va al cielo, e che neanche può ereditare il Regno di Dio, dobbiamo così ammettere che quell’uomo che fu portato al terzo cielo in paradiso prima ancora di morire, dev’essere avvenuto nello spirito, ossia secondo l’anima. Paolo non si fosse azzardato di dire, “se fu nel corpo o fuor del corpo”, se non credesse all’esistenza dell’essere spirituale nel corpo umano che lui chiama: “uomo interno e uomo di dentro”. Uno che non crede all’esistenza dell’anima non si fa passare per la testa che l’andata al terzo cielo sia avvenuta fuor del corpo, ammenocché non sia un pazzo. Pertanto, Paolo ci dice che si gloriava di quell’uomo che fu portato al terzo cielo in paradiso, e non di se stesso. Ma forse fu proprio Paolo ad essere portato al cielo? Lui, infatti credeva che il vero essere umano è colui che abita nel corpo di carne, tanto che in 2Corinzi 5:8, dice: “Ma siamo pieni di fiducia e abbiamo molto più caro di partire dal corpo e di abitare col Signore.
Se crediamo che tutto è stato scritto per volontà di Dio, e per il nostro bene, allora perché dar retta a coloro che non credono all’esistenza dell’anima in ognuno di noi? Ma chi sono quelli che non credono all’esistenza dell’anima? Sono gli avventisti del settimo giorno, i testimoni di Geova, ed altre sette simili ... - Gesù dice: “Venite a Me ... e voi troverete riposo alle anime vostre.. La carne non giova nulla, è lo spirito che vivifica. (Giov.6:63). Gesù non venne a salvare la nostra carne dalla morte fisica, ma dalla morte eterna, a causa della nostra anima immortale che è proveniente direttamente dall’eterno Iddio nostro Padre che la soffiò in Adamo e quindi in ognuno di noi.
Io non capisco perché quelle religioni che non credono all’esistenza dell’anima, si affaticano così tanto per salvare genti dalla morte, quanto da morto si sta bene. Per me non fa senso.
Leggiamo Ecclesiaste 3:19-20, poiché su questo passo si beffano coloro che non credono all’esistenza dell’anima nell’essere umano. Il passo dice: “Poiché la sorte dei figli degli uomini è, la sorte delle bestie; agli uni e alle altre tocca la stessa sorte; come muore uno così muore l’altra; hanno tutti un medesimo soffio, e l’uomo non ha superiorità di sorte sulla bestia, poiché tutto è vanità. Tutti vanno in un medesimo luogo; tutti vengono dalla polvere e tutti ritornano in polvere”.
Secondo loro, fra l’uomo e la bestia, non vi è alcuna differenza di sorte, come muore l’una così muore l’altra e tutto finisce così. Ma allora perché Dio ha avuto tanta preoccupazione di salvare l’uomo dal peccato e dalla morte eterna? - La verità è che l’Ecclesiaste dice più di questo, ma viene nascosto; e ciò è che nello stesso capitolo 3 e versi 16-18, Salomone dice: “Ho anche visto che nel luogo stabilito per giudicare vi è dell’empietà, e che nel luogo stabilito per la giustizia vi è dell’empietà, allora ho detto in cuor mio: “Iddio giudicherà il giusto e l’empio.. e nel luogo fissato sarà giudicata ogni opera”. Io ho detto in cuor mio: “Così è, a motivo dei figli degli uomini perché Dio li metta alla prova, ed essi stessi riconoscano che non sono che bestie”.
Continua la seconda parte
Dicono che secondo Ecclesiaste 3:19, gli uomini non sono superiori agli animali, poiché hanno lo stesso fiato e subiscono la stessa morte. Infatti Ezecchiele 18:4 dice chiaro che l’anima che pecca morrà. E in fine, almeno per ora, si realizza quello che Dio disse su di Adamo: “... perché sei polvere, e in polvere ritornerai”. (Genesi 3:19). Concludono che l’anima di ogni persona è il suo proprio corpo di carne e sangue.
Chiedo ad ogni membro d’intervenire con una risposta al riguardo, affinché si possa dare una risposta per possibilmente confutare quello che dicono coloro che non hanno l’anima.
Domandiamoci per prima cosa, “l’anima” che cos’è? E rispondiamo che l’anima è quella parte spirituale nell’uomo, proveniente dall’Essere dell’Eterno Iddio, che la soffio in Adamo mentre Adamo era ancora un pupazzo di terra. Sappiamo bene che Dio è Spirito e non respira aria come le creature terrene, perciò, quando soffiò in Adamo un alito vitale, Dio mise in lui un pò di Dio stesso, per farlo un essere vivente. Dunque la vita che vive in ogni essere umano che viene anche chiamata ‘anima’, è proprietà di Dio, e perciò l’anima nostra non muore, perché Dio non muore. Ma allora perché muore l’uomo pur avendo l’anima di Dio? Dell’uomo, non è l’anima che muore ma la carne che una volta era polvere. Secondo che Dio dopo il peccato disse ad Adamo: “... polvere eri e in polvere ritornerai”.
Quindi il nostro vero essere vivente, è di natura spirituale che abita in un corpo di carne umana. Nel momento che Dio inserì in Adamo la vita/anima, Adamo divenne anima vivente. – L’anima fu aggiunto al corpo, e così Adamo acquista il soprannome di “anima vivente”, e per questo che nella Bibbia l’uomo viene anche chiamato ‘Anima’. E’ come quando ad un uomo gli viene dato la laurea di Dottore, quell’uomo viene anche chiamato ‘Dottore’. – Dio, non disse: Sia l’uomo, perché allora sarebbe senza anima come gli animali.
Gesù ci fa capire che l’uomo peccatore fa perdita dell’anima sua, perché è in lui, ma siccome in realtà appartiene a Dio che l’ha messa, che darà l’uomo a Dio in cambio dell’anima sua? (Matt.16:26). – Gli angeli e tutto il creato spirituale (celeste) furono creati dallo stesso soffio che Dio mise in Adamo. (Vedi Salmo 33:6). – Quindi il soffio di Dio crea creature spirituali.
Se l’uomo non avesse in sé una parte che appartiene a Dio quale non muore, sarebbe stato molto più facile e semplice per Dio, far sparire Adamo ed Eva dalla circolazione, e fare una nuova creatura umana da non poter peccare. Ma siccome in Adamo vi era quello che appartiene a Dio quale si è contaminato in Adamo, cui è passato nelle mani di Satana, allora Dio è costretto a riacquistare l’uomo a Sé e salvarlo dalla morte eterna mediante la redenzione in Cristo Gesù.
L’anima e lo spirito nostro sono due cose insieme, che possono essere separati solo dalla spada a due tagli di Dio. In questa tenda (il corpo di carne) noi gemiamo bramando di essere sopravvestiti della nostra abitazione che è celeste. (2Cor.5:2). In quanto ai non salvati, fin dall’antichità, lo spirito loro alla morte del corpo veniva detenuto come in carcere, nel soggiorno dei morti, che sarebbe l’ADES, (greco). Questo Ades aveva il dipartimento buono detto ‘Seno di Abramo’ (luogo di consolazione) dove venivano raccolti i meritevoli perdonati, e il luogo di tormenti per i non perdonati. – Veniva anche chiamato, ’Mondo invisibile’, o come dice il Dizionario Espositore di ‘Vine’, “La regione degli spiriti dipartiti”, tanto dei malvagi quanto dei buoni, cui erano separati da una gran voragine.
L’apostolo Pietro ci dice che Gesù in quei tre giorni che era morto in quanto alla carne, era vivente nello spirito, e nello spirito andò a predicare agli spiriti dei morti ribelli detenuti in carcere dai tempi di Noè, quando la pazienza di Dio venne meno e mandò il diluvio. (1Pie.3:18-20). Pietro ci dice poi al capo 4 e v.6: “Per questo è stato annunziato l’Evangelo anche ai morti; onde fossero bensì giudicati secondo gli uomini quanto alla carne, ma vivessero secondo Dio, quanto allo spirito/anima. Per certo Gesù visitò pure il luogo di consolazione del ‘Seno di Abramo’ dove si trovavano gli spiriti/anime dei perdonati che Gesù chiamò ‘Paradiso’, quando disse al ladrone sulla croce: “Oggi sarai con Me in Paradiso, che voleva dire, nel seno di Abramo, secondo lo spirito. Questi spiriti perdonati che vivevano nel Seno di Abramo, furono da Gesù menati in cattività, cioè, portati al cielo con Sé nel giorno della sua ascensione. (Efe.4:8-10).
Gesù, il Verace e Fedele ci conferma che l’anima non muore col corpo, quando dice: “Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima. (Matt.10:28). Diverse volte l’anima viene chiamata anche: l’uomo di dentro, o l’uomo interno. (vedi, Rom.7:22; 2Cor.4:16; e 5:1-2; Efe.3:16; Col.3:9-10. – In Romani 7:24, Paolo vedendosi imperfetto esclama: “Misero me uomo! Chi mi trarrà (fuori) da questo corpo di morte?”
Forse qualcuno trova in questo messaggio qualcosa di nuovo, o non abbastanza specificata. Bene, allora fatevi sentire, dando la vostra opinione, ed insieme possiamo sistemare le cose.
In seconda Corinzi 12:2-5, troviamo scritto che un uomo fu rapito fino al terzo cielo, cioè in paradiso, ma col corpo? Non lo sappiamo! Qui San Paolo dice: “Io conosco un uomo in Cristo che quattordici anni fa (se fu col corpo non lo so, né so se fu senza il corpo; Iddio lo sa), fu rapito fino al terzo cielo. E so che quel tale (col corpo o senza il corpo) fu rapito in paradiso e udì parole ineffabili che non è lecito all’uomo di proferire. Di quel tale io mi glorierò; ma di me stesso non mi glorierò, se non nelle mie debolezze”. Se voi che leggete sapete chi è l’uomo che fu rapito in paradiso, vi prego farmelo sapere. Sappiamo che carne e sangue non va al cielo, e che neanche può ereditare il Regno di Dio, dobbiamo così ammettere che quell’uomo che fu portato al terzo cielo in paradiso prima ancora di morire, dev’essere avvenuto nello spirito, ossia secondo l’anima. Paolo non si fosse azzardato di dire, “se fu nel corpo o fuor del corpo”, se non credesse all’esistenza dell’essere spirituale nel corpo umano che lui chiama: “uomo interno e uomo di dentro”. Uno che non crede all’esistenza dell’anima non si fa passare per la testa che l’andata al terzo cielo sia avvenuta fuor del corpo, ammenocché non sia un pazzo. Pertanto, Paolo ci dice che si gloriava di quell’uomo che fu portato al terzo cielo in paradiso, e non di se stesso. Ma forse fu proprio Paolo ad essere portato al cielo? Lui, infatti credeva che il vero essere umano è colui che abita nel corpo di carne, tanto che in 2Corinzi 5:8, dice: “Ma siamo pieni di fiducia e abbiamo molto più caro di partire dal corpo e di abitare col Signore.
Se crediamo che tutto è stato scritto per volontà di Dio, e per il nostro bene, allora perché dar retta a coloro che non credono all’esistenza dell’anima in ognuno di noi? Ma chi sono quelli che non credono all’esistenza dell’anima? Sono gli avventisti del settimo giorno, i testimoni di Geova, ed altre sette simili ... - Gesù dice: “Venite a Me ... e voi troverete riposo alle anime vostre.. La carne non giova nulla, è lo spirito che vivifica. (Giov.6:63). Gesù non venne a salvare la nostra carne dalla morte fisica, ma dalla morte eterna, a causa della nostra anima immortale che è proveniente direttamente dall’eterno Iddio nostro Padre che la soffiò in Adamo e quindi in ognuno di noi.
Io non capisco perché quelle religioni che non credono all’esistenza dell’anima, si affaticano così tanto per salvare genti dalla morte, quanto da morto si sta bene. Per me non fa senso.
Leggiamo Ecclesiaste 3:19-20, poiché su questo passo si beffano coloro che non credono all’esistenza dell’anima nell’essere umano. Il passo dice: “Poiché la sorte dei figli degli uomini è, la sorte delle bestie; agli uni e alle altre tocca la stessa sorte; come muore uno così muore l’altra; hanno tutti un medesimo soffio, e l’uomo non ha superiorità di sorte sulla bestia, poiché tutto è vanità. Tutti vanno in un medesimo luogo; tutti vengono dalla polvere e tutti ritornano in polvere”.
Secondo loro, fra l’uomo e la bestia, non vi è alcuna differenza di sorte, come muore l’una così muore l’altra e tutto finisce così. Ma allora perché Dio ha avuto tanta preoccupazione di salvare l’uomo dal peccato e dalla morte eterna? - La verità è che l’Ecclesiaste dice più di questo, ma viene nascosto; e ciò è che nello stesso capitolo 3 e versi 16-18, Salomone dice: “Ho anche visto che nel luogo stabilito per giudicare vi è dell’empietà, e che nel luogo stabilito per la giustizia vi è dell’empietà, allora ho detto in cuor mio: “Iddio giudicherà il giusto e l’empio.. e nel luogo fissato sarà giudicata ogni opera”. Io ho detto in cuor mio: “Così è, a motivo dei figli degli uomini perché Dio li metta alla prova, ed essi stessi riconoscano che non sono che bestie”.
Continua la seconda parte