Il Creazionismo biblico e il Diluvio contro la verità

Un'analisi delle affermazioni della Watchtower in contrasto con i fatti scientifici accertati

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lovelove84
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Messaggio da lovelove84 »

ma tanto i tdg se la toglierebbero con un " ma per Dio tutto è possibbile"
però l evoluzionismo che si intravede nella rivista fa veramente ridere, visto che la bibbia dice tutto, perchè non parla di questa proteina? ah già la luce progressiva :risata: :risata:
SI DEVE INSEGNARE A PENSARE, E NO A COSA PENSARE..
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Lovelove84
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Mario70
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Messaggio da Mario70 »

Citocromo ha scritto:Caro Mario, questo dimostra che non sanno nulla di genetica di popolazione e di biodiversità (nella mia università sono due esami diversi! e non storielle), di tasso di mutazione (in 4000 si è passati da poche decine a milioni di specie? No comment!), di speciazione, ecc... Siccome è materia di mia competenza (in quanto biologo), potresti trovare il passo che hai letto sul libro Creazione e riportarlo? Sono curioso di sapere qual è questa proteina.
:grazie: :ciao:
Eccolo:
libro creazione pagina 102
"Le mutazioni producono qualcosa di nuovo?
11 Se anche tutte le mutazioni fossero vantaggiose, potrebbero produrre qualcosa di nuovo? No. Una mutazione può solo determinare la variazione di una caratteristica già esistente. Produce varietà, ma mai qualcosa di nuovo.
12 La World Book Encyclopedia fa l’esempio di ciò che potrebbe avvenire grazie a una mutazione favorevole: “Una pianta in una zona arida potrebbe avere un gene mutante che le fa sviluppare radici più estese e più forti. La pianta avrebbe maggiori probabilità di sopravvivere rispetto ad altre piante della sua specie, perché le sue radici potrebbero assorbire più acqua”.16 Ma sarebbe forse comparso qualcosa di nuovo? No, la pianta è sempre la stessa. Non si sta evolvendo in qualcos’altro.
13 Le mutazioni possono cambiare il colore o la struttura dei capelli di una persona. Ma i capelli rimangono sempre capelli. Non si trasformeranno mai in penne. Le mutazioni possono cambiare la conformazione di una mano, producendo dita anormali. A volte può anche svilupparsi una mano con sei dita o con qualche altra malformazione. Ma è sempre una mano. Non diventa mai qualcos’altro. Nulla di nuovo sta venendo all’esistenza, né mai potrà.
...
15 Dopo tutti questi decenni, quali sono stati i risultati degli esperimenti? Dobzhansky ne menzionò uno: “I ben definiti mutanti della Drosophila, oggetto di gran parte delle ricerche classiche in campo genetico, sono, quasi senza eccezioni, inferiori per vitalità, fecondità e longevità all’insetto normale libero”.17 Un altro risultato è stato che le mutazioni non hanno mai prodotto alcunché di nuovo. Le drosofile presentavano malformazioni alle ali, alle zampe, al corpo e d’altro genere, ma restavano sempre drosofile. E, accoppiando fra loro gli insetti mutanti, si è riscontrato che, dopo un certo numero di generazioni, ricominciavano a nascere drosofile normali. Allo stato naturale, queste drosofile normali avrebbero infine avuto la meglio sui mutanti più deboli, sopravvivendo e perpetuando la drosofila nella sua forma originaria.

16 Il codice ereditario, il DNA, ha la straordinaria capacità di riparare i propri danni genetici. Questo contribuisce alla preservazione del tipo di organismo che vi è codificato. Un articolo della rivista Le Scienze parla di come “la vita di ogni organismo e la sua continuità di generazione in generazione” siano garantite da “enzimi che, ininterrottamente, riparano le lesioni genetiche”. Nell’articolo si afferma: “In particolare, un danno significativo alle molecole di DNA può indurre una risposta di emergenza in cui vengono sintetizzate maggiori quantità degli enzimi di riparazione”.
17 Nel libro Darwin Retried, l’autore narra quanto segue a proposito del defunto e stimato genetista Richard Goldschmidt: “Dopo aver osservato per molti anni le mutazioni della drosofila, Goldschmidt cadde nella disperazione. I cambiamenti, con suo disappunto, erano così irrimediabilmente piccoli che, anche se in uno stesso esemplare si fossero verificate mille mutazioni, non ci sarebbe ugualmente stata nessuna nuova specie”.
...
23 Ancora una volta le mutazioni confermano quanto formulato nel primo capitolo di Genesi: I viventi si riproducono solo “secondo la loro specie”. La ragione è che il codice genetico impedisce alla pianta o all’animale di discostarsi troppo dalla media. Può esserci un’ampia varietà (come si vede, ad esempio, fra gli uomini, fra i gatti o fra i cani), ma non fino al punto che un organismo vivente possa trasformarsi in un altro. Ciò è confermato da tutti gli esperimenti condotti sulle mutazioni. Viene anche confermata la legge della biogenesi, secondo cui la vita deriva solo da altra vita preesistente e l’organismo genitore e la sua progenie sono della stessa “specie”.
...
29 La conclusione è chiara. Indipendentemente dalla loro quantità, i cambiamenti genetici accidentali non possono trasformare una specie vivente in un’altra. Il biologo francese Jean Rostand una volta disse: “No, non riesco proprio a convincermi che questi ‘scivoloni’ genetici siano stati in grado, anche con l’aiuto della selezione naturale, anche col vantaggio degli immensi periodi di tempo a disposizione dell’evoluzione, di produrre il mondo intero, con la sua profusione di forme strutturali e i suoi perfezionamenti, i suoi straordinari ‘adattamenti’”.30
"


Insomma secondo i tdg i milioni di anni di evoluzione non avrebbero mai potuto permettere il passaggio da una specie ad un'altra, eppure in 4000 anni da 127 specie (secondo i loro conti) se ne sarebbero formate 1.212.774!!!

La citazione fatta dai tdg è contenuta in perspicacia vol 1 pag 178:

"Il termine “specie” si riferisce agli animali inclusi nei confini o limiti inalterabili e ben definiti dal Creatore, entro i quali le creature sono in grado di riprodursi “secondo le loro specie”. Alcuni hanno calcolato che le centinaia di migliaia di specie di animali oggi esistenti si potrebbero classificare in relativamente pochi generi e famiglie, per esempio gli equini e i bovini, per non menzionarne che due. I limiti di riproduzione secondo la “specie” stabiliti da Geova non dovevano e non potevano essere superati. Tenendo conto di ciò alcuni ricercatori hanno detto che se nell’arca ci fossero state solo 43 “specie” di mammiferi, 74 “specie” di uccelli e 10 “specie” di rettili, queste avrebbero potuto benissimo produrre la varietà di specie oggi conosciute. Secondo altre stime, 72 “specie” di quadrupedi e meno di 200 “specie” di uccelli sarebbero state sufficienti. Che la grande varietà di animali oggi conosciuti possa essere venuta dopo il Diluvio da incroci entro così poche “specie” è dimostrato dall’infinita varietà che esiste nel genere umano: uomini bassi, alti, grassi, magri, con infinite gradazioni nel colore dei capelli, degli occhi e della pelle, tutti discesi dall’unica famiglia di Noè."

Primo: chi sono questi "geni" chiamati "alcuni" che ipotizzano una cavolata del genere.
secondo: in quanto tempo questi fantomatici "alcuni" ipotizzano che da quelle poche specie se ne sarebbero formate più di un milione?
terzo: prima asseriscono che nulla può trasformare una specie in un'altra ("la drosofila sempre drosofila è rimasta") e poi possono accettare che un cavallo possa diventare zebra (secondo il loro ragionamento sugli equini) o il leone un gatto, in 4000 anni (diciamo meno perchè esistevano gia dalla memoria storica entrambi basta vedere i disegni egizi)
quarto: ma i tdg quando leggono certe str... riflettono veramente o prendono tutto per oro colato senza farsi domande?

:ciao:
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
Citocromo
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Messaggio da Citocromo »

Per quanto riguarda le mutazioni, la WTS pensa che bastino solo queste perchè avvenga l'evoluzione. In realtà, esistono 4 fattori importanti: ovviamente le mutazioni, la selezione naturale, la deriva genetica (o drift genetico) e il flusso genico. Dimenticano il ruolo dell'ambiente...
Dobzhansky ne menzionò uno: “I ben definiti mutanti della Drosophila, oggetto di gran parte delle ricerche classiche in campo genetico, sono, quasi senza eccezioni, inferiori per vitalità, fecondità e longevità all’insetto normale libero”.
Dobzhansky era un biologo evoluzionista.
Per quanto riguarda la stabilità della/e specie, bisogna ricordare a questi anonimi scrittori della WTS che ogni specie si mantiene tale perchè realizza un'omeostasi con l'ambiente. Ciò vuol dire che si verifica un adattamento della specie all'ambiente. Tuttavia, ci possono essere variazioni a livello genetico e/o ambientali tali da "alterare" l'equilibrio tra l'organismo e l'ambiente; questo può determinare processi di speciazione tra popolazioni a livello microevolutivo. Questi processi microevolutivi (quando si parla di microevoluzione siamo nell'ambito delle specie) sono conosciuti molto bene da chi studia l'evoluzione nei batteri (che sono microrganismi molto utili di cui si possono avere molte generazioni in laboratorio).
Inoltre, l'evoluzione è un fatto documentato dai risultati di diverse discipline, quali la genetica di popolazione, la biologia molecolare, la biologia dello sviluppo (evo-devo), la paleontologia, l'anatomia comparata, la genetica molecolare, ecc... Senza l'evoluzione non riusciremmo a spiegare nulla della natura e dei risultati che abbiamo ogni giorno in laboratorio. Il passo del testo parla della Drosophila...speriamo che nessun drosofilista legga quelle cose... In Drosophila si hanno meno generazioni di quelle che si possono avere con i batteri ma ci sono risultati interessanti anche da quegli studi per quanto riguarda l'evoluzione.
Inoltre, parlano anche dei meccanismi di riparazione del DNA. Non entro in dettaglio perche ci sarebbe da dire tanto. Diciamo che gli enzimi di riparazione sono importanti perchè se c'è un danno al DNA (dovuto ad esempio a formazione di dimeri di pirimidine ad opera dei raggi UV,ecc...), questo viene riparato altrimenti se il DNA si replica questi danni impedirebbero la replicazione corretta del material genetico (e ciò può avere come conseguenza anche la formazione di tumori).
Nell’articolo si afferma: “In particolare, un danno significativo alle molecole di DNA può indurre una risposta di emergenza in cui vengono sintetizzate maggiori quantità degli enzimi di riparazione”.
E' normale. Vi faccio un esempio banale. Se voi d'estate andate in spiaggia a prendere il sole e vi ustionate, dovete sapere che in quel momento il DNA delle vostre cellule cutanee è frammentato in tanti pezzi. Gli enzimi di riparazione intervengono a riassemblarlo e ad eliminare eventuali modificazioni dovute all'interazone tra i raggi UV e le basi del DNA. Tutto qui. Cosa vogliono dimostrare con questa citazione? Che i meccanismi di riparazione impediscono l'evoluzione? :boh:
Spetta agli scienziati spiegare queste cose, non a loro!
Quando avrò un pò di tempo libero farò un 3D dove affronterò questo argomento in dettaglio confutando ovviamente le loro pubblicazioni.
:grazie: :ciao:
Le verità della fede sono una collana di perle preziose, tenute insieme da un filo che è la divinità di Cristo. Tagliato il filo perdete tutta la collana. (padre A. Gasparino)
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