Cogitabonda ha scritto:
Per restare ai TdG e al rapporto che hanno con lo studio e con un approccio scientifico alla realtà, vediamo ciò che scrivono a proposito del libro di Giosuè, un libro che, ricordiamolo, secondo gli studiosi fu redatto fra il VI e V secolo a.C. sulla base di varie fonti orali e scritte, e narra vicende avvenute 6 secoli prima:
Autenticità.
Secondo il giudizio di alcuni, invece, il libro di Giosuè non sarebbe storia vera. Questa opinione si basa principalmente sull’assunto che i miracoli menzionati, esulando da ogni recente esperienza umana, non possano essere accaduti. Viene dunque messa in dubbio la capacità di Dio di compiere miracoli, se non anche la sua esistenza, come pure l’attendibilità dello scrittore. Presentando una storia romanzata e dichiarando nello stesso tempo di esserne stato testimone oculare, lo scrittore si sarebbe reso colpevole di frode. Certo non è logico concludere che un libro che onora Dio, Colui che adempie la Sua parola (Gsè 21:43-45), che incoraggia la fedeltà a Lui (23:6-16; 24:14, 15, 19, 20, 23) e che riconosce apertamente le mancanze di Israele sia opera di un falso testimone. — 7:1-5; 18:3.
(...)
Lo scrittore.
(...) Fatta eccezione per la parte finale che parla della sua morte, è logico attribuire il libro a Giosuè. Come Mosè aveva messo per iscritto gli avvenimenti accaduti durante la sua vita, così sarebbe stato appropriato che Giosuè facesse altrettanto. Il libro stesso riferisce: “Giosuè scrisse quindi queste parole nel libro della legge di Dio”. — Gsè 24:26.
Perspicacia nello studio delle Scritture vol 1, pag. 1139
Credo di non aver mai letto tante corbellerie in cosí poco spazio: questi la storia non sanno nemmeno dove stia di casa.
Autenticità.
Secondo il giudizio di alcuni
«Alcuni»? Oltre agli studiosi seri, e ai credenti dubbiosi, circa il 75 % della popolazione mondiale non cristiana.
invece, il libro di Giosuè non sarebbe storia vera.
Non esiste «storia vera», se non in Luciano da Samosata, ove di “vero” vi ha solo il titolo. Esiste solo storia
certa (piú o meno). La storia è filologia, coscienza del certo; è la filosofia che si occupa della verità (Vico lo scriveva tre secoli fa, ma a quanto sembra le pubblicazioni WTS lo debbono ancora recepire).
Questa opinione
Non è un’opinione, è un dato logico acquisito, oltre che una metodologia consolidata, che si esplica nell’euristica e nell’ermeneutica, oltre che nella loro esegesi.
si basa principalmente sull’assunto che i miracoli menzionati, esulando da ogni recente esperienza umana, non possano essere accaduti.
Falso. Lo storico sa che esistono fatti inspiegabili scientificamente. Ma sa anche che sono estremamente rari, quindi cercherà di spiegare l’inspiegabile (es. Roswell, 1947, quindi un fatto «recente», non antico). Se non ci riesce confesserà la sua incapacità ad andar oltre al certo.
Viene dunque messa in dubbio la capacità di Dio di compiere miracoli,
Quando mai? Allo storico interesserà, se interessato, il miracolo, non Dio: le due cose non sono interdipendenti: Dio esiste, se esiste,
indipendentemente dal miracolo. Il miracolo non è necessariamente opera di Dio. Uno non prova l’altro.
se non anche la sua esistenza,
Allo storico non interessa e non pertiene l’esistenza di Dio, sia esso credente o non credente; allo storico pertiene e interessa la religione nei suoi presupposti antropologici e sociali, nella mentalità che la sottende, nelle ideologie e nei valori che storicamente la giustificano e che determinano l’evoluzione storica e culturale dell’uomo.
come pure l’attendibilità dello scrittore.
Questo è presto detto: scriveva parecchi secoli dopo i fatti, tramandati prima oralmente, e da pastorelli ignoranti che nemmeno sapevano inquadrare il tempo come noi lo inquadriamo, prova ne sia la sintassi ebraica, piú corriva, a livello sintattico, anche di quella greca, ove almeno l’aspetto ha un barlume di valenza diacronica. Fra l’altro, lo ha riscoperto Bergson nel secolo scorso: se stai sui carboni ardenti, vuoi scommettere che il tempo non passa mai? E lasciamo perdere eguali infrazioni temporali nei miti greci (per es. il protrarsi abnorme della notte per far da paraninfa all’amplesso di Zeus con Alcmena, madre di Ercole)
Presentando una storia romanzata e dichiarando nello stesso tempo di esserne stato testimone oculare,
Chi, Manzoni col suo anonimo? O Adso da Melk?
lo scrittore si sarebbe reso colpevole di frode.
Qualcuno ha mai tacciato Manzoni o Eco di frode? Se mai Machperson, a proposito di Ossian. O magari, Chatterton.
Certo non è logico concludere che un libro che onora Dio, Colui che adempie la Sua parola (Gsè 21:43-45), che incoraggia la fedeltà a Lui (23:6-16; 24:14, 15, 19, 20, 23) e che riconosce apertamente le mancanze di Israele sia opera di un falso testimone. — 7:1-5; 18:3.
Fallacia logica, perché si risolve in un circolo vizioso: un libro che onori Dio ecc. non dice nulla sull’attendibilità del testimone. Il testimone può dichiarare il falso, a prescindere che onori esteriormente Dio o meno. E poi nessuno dice che abbia detto il falso. Si dice invece che abbia interpretato l’accaduto, ammesso sia accaduto, secondo la mentalità della sua epoca, e tenendo conto che scriveva parecchi secoli dopo i fatti, realmente accaduti o non accaduti che fossero. In un’epoca, che si protrarrà fin al basso medioevo, in cui una banale nube a forma di demone era foriera di calamità.
Lo scrittore.
(...) Fatta eccezione per la parte finale che parla della sua morte, è logico attribuire il libro a Giosuè.
Che lapalissiana amenità. Devo credere che sia logico perché lo dicono i TdG? Piuttosto autoreferenziale, oltre che contraddetto dalla critica delle fonti.
Come Mosè aveva messo per iscritto gli avvenimenti accaduti durante la sua vita, così sarebbe stato appropriato che Giosuè facesse altrettanto.
Questa è una mera supposizione. Appropriato per chi? Questione poi, di convenienza?? che ha a che fare con la storia? Forse forse, nemmeno sappiamo, ammesso siano personaggi storici, se sapessero scrivere o meno. Almeno di Petrarca ci rimane l’autografo.
Il libro stesso riferisce: “Giosuè scrisse quindi queste parole nel libro della legge di Dio”
Già, ma chi ha scritto questo non era Giosuè. Poi è autoreferenziale: devo credere che sia vero se l’ha scritto Giosuè, quando è in dubbio proprio che Giosuè l’abbia scritto?? Davvero all’insegna di una logica sopraffina, come dire devo credere alla Torre di Guardia perché lo afferma la Torre di Guardia. E grazie tante che il mondo è vario, e quindi ci sta anche chi crede alla luna fatta di formaggio, o magari ad Astolfo che vi ricerca il senno perduto di Orlando. Ma per favore, non contrabbandiamolo per storia.