ryuzaki77 ha scritto:Voglio parlarvi a cuore aperto, che è sempre la cosa migliore.
Quando ero TdG godevo dei problemi altrui. E' una confessione cinica, brutale ma corrisponde alla pura realtà.
Quando un fratello diceva "Sai che Tizio è stato disassociato?", la prima cosa che rispondevo era "Mi dispiace tanto".
Quella però era la farsa, la realtà era che godevo della 'pulizia' che veniva fatta all'interno della sala. Mi faceva sentire più pulito rispetto agli altri, più a posto con la mia coscienza. E non vedevo l'ora di parlarne con qualcun altro, ma non per interesse personale, del fratello disassociato non me ne fregava nulla (anche perché di solito o si allontanava prima di essere disassociato, o comunque veniva marchiato come cattiva compagnia, quindi lo sentivo già lontano da me al momento della disassociazione). Mi interessava parlare dei suoi cavoli, fare congetture sui motivi che avevano spinto gli anziani a disassociarlo. Non pensavo mai al suo stato emotivo, mi concentravo sui fatti... proprio come un giudice, proprio come un fariseo.
Ero pieno della mia giustizia e vuoto del mio amore.
Sono cresciuto in un ambiente dove l'amicizia è relativa. Ho imparato ad affezionarmi degli altri con eccessiva rapidità e a dimenticarmi di loro con altrettanta velocità.
Forse per questo ero così amorevole con chi era dalla mia parte e così freddo con chi non lo era più.
Mi spaventa sapere che i miei nipoti cresceranno dando questo peso all'affetto...
Per prima cosa anch’io devo farti i complimenti per come sei riuscito ad analizzarti, analizzando così lo spirito abbastanza comune che purtroppo prende campo nelle persone appartenenti ad un culto come questo.
I particolari che tu descrivi, e che possono aver provato anche altri che sono stati TDG, io non posso conoscerli, non essendo mai stata TDG.
Ma una cosa dal mio lato di forzata osservazione ho potuto notare, una velata soddisfazione nel poter indicare come quel fratello….. non era più degno di far parte della schiera degli eletti, a cui mio marito si sentiva di appartenere.
Questo, quando a volte mi accennava al tizio o caio che io avevo conosciuto in precedenza, e che poi o si era dissociato o disassociato, così, mio marito, l’attivo TDG di provata fede, nella sua posizione di eterno giudice altrui, sembrava godere dell’allontanamento, “le mele marce vanno gettate”.
Ma come se non più tardi di qualche giorno prima si sarebbe gettato nel fuoco per quel determinato fratello ?
Poi bastava un annuncio, un segnale dai virtuosi capoccioni, e quella determinata persona sembrava un marciume infetto, che non doveva più far parte dell’umanità.
Questo atteggiamento per me non era riconoscibile in una persona completamente diversa a cui ero stata legata, sposata da anni.
Dunque le lezioni di cattiveria, e le istigazioni a sentirsi la casta eletta pungolate in continuazione nelle Sale del regno, riuscivano a trasformare un individuo, nato, cresciuto con buoni sentimenti in un essere altezzoso e incapace di capire e comprendere le debolezze, o gli sbagli altrui.
Sono questi i capolavori che si generano e si allevano nelle Congregazioni ?.
Spesso mi sono fatta queste domande, e ho cercato anche delle risposte.
Mi fa piacere che riuziaky 77, abbia saputo esprimerle, perché un qualcosa di ciò che ha detto si avverte anche dal di fuori, per chi familiare vede effettuarsi dei cambiamenti forti e negativi di cui non ci si riesce a dare spiegazioni.