Forse vi può interessare, riguarda le trasfusioni di sangue

In questo spazio si discute di argomenti di vario genere relativi ai Testimoni di Geova e che non sono inclusi nelle altre sezioni

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virtesto
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Forse vi può interessare, riguarda le trasfusioni di sangue

Messaggio da virtesto »

Aumentano i «no» alle trasfusioni
Contrari i testimoni di Geova ma anche parte della comunità scientifica. Un protocollo ne riduce l’uso

Libero24 Nov 2017STENO SARI RIPRODUZIONE RISERVATA
Si tiene oggi a Padova presso il Policlinico Universitario, un importante convegno sul “Rifiuto alle trasfusioni di sangue nell’adulto”. L’evento è patrocinato da oltre 25 società e associazioni scientifiche nazionali, tra cui AIFA e Ministero della Salute e prevede una tavola rotonda con i maggiori esperti italiani di diritto, medicina legale e “bloodless medicine”. L’obiettivo è quello di rispettare le scelte dei pazienti, migliorare i risultati clinici e risparmiare denaro pubblico.
Negli ultimi anni sempre più persone rifiutano il trattamento trasfusionale con emocomponenti. I cosiddetti pazienti “bloodless” (così vengono chiamati nella letteratura scientifica internazionale) non sono più soltanto i Testimoni di Geova, ma anche persone bene informate che non adducono motivi di tipo religioso. Nature, una delle più antiche ed importanti riviste scientifiche esistenti, forse in assoluto quella considerata di maggior prestigio nell’ambito della comunità scientifica internazionale, ha recentemente definito la trasfusione il “trapianto liquido”, con rischi evidenziati scientificamente di immunodepressione e sovraccarico cardio-polmonare. Secondo quella che è la rivista scientifica più citata al mondo «la trasfusione di sangue più sicura è quella che non viene somministrata»…
Studi su ampi campioni di popolazione e metanalisi, hanno correlato la somministrazione di trasfusioni di componenti ematici ad un aumento della mortalità, morbilità, degenza ospedaliera e delle infezioni nosocomiali a fronte di una limitata capacità di trasporto di ossigeno delle emazie conservate. Inoltre, strategie cliniche che fanno ampio uso di trasfusioni rappresentano un grande spreco di denaro per gli ospedali. Se n’è accorta anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità che dal 2010 promuove il programma di Patient Blood Management (PBM) approvando una risoluzione vincolante per gli stati membri. Si tratta di una strategia multidisciplinare e multimodale che mette al centro la salute e la sicurezza del paziente, ottimizza la risorsa-sangue del singolo, migliora i risultati clinici e riduce in modo significativo l’utilizzo dei prodotti del sangue, affrontando tutti i fattori di rischio trasfusionale modificabili, ancor prima che sia necessario prendere in considerazione il ricorso alla terapia trasfusionale.
Nel nostro paese il PBM è ancora agli albori e poco diffuso: viene da tempo applicato sui pazienti bloodless in pochi centri di riferimento per Testimoni di Geova, ma dovrebbe essere applicato a tutti i pazienti in modo capillare, in quanto tutti ne potrebbero trarre beneficio. Nel convegno, particolare attenzione sarà posta alla presentazione di modelli assistenziali di elevatissimo livello qualitativo per la gestione e prevenzione dell’anemia tramite risorse non ematiche. Il fine è consentire l’attuazione di procedure medico-chirurgiche che garantiscano elevati standard di sicurezza per il paziente, senza il ricorso a trasfusioni di emocomponenti.
virtesto
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Il mio commento.

Messaggio da virtesto »

In caso di emorragie improvvise ed inaspettate la trasfusione occorrerà quasi sempre.
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Giovanni64
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Messaggio da Giovanni64 »

L'articolo non dice praticamente niente. E' infarcito di richiami a enti ed istituzioni mischiati a credenze personali al fine di dare l'impressione di una certa autorità.

La valutazione del rischio del trasporto veloce in ambulanza può essere anche diversificato in ambito scientifico, ma ciò non vuol dire che la posizione "no ambulanza" sia condivisa dalla setta "X" e da parte della comunità scientifica. Sono cose nettamente diverse. Dire che "la strada più sicura è quella che non si percorre" significa dire una cosa vera e potrebbe volere, per esempio, richiamare l'attenzione sul fatto che il rischio è presente in ogni cosa. Non si può sfruttare una frase del genere per sostenere la tesi dei "no strade".

Ci potrebbe essere un convegno che discute sul cosa fare quando un ferito per la paura di volare rifiuta di prendere un elicottero o sul fatto che l'uso degli elicotteri in certi casi è eccessivo: ma che c'entra tutto questo con la posizione "no elicotteri" della setta "Y"?
L'anno scorso, se ricordate, un elicottero è caduto mentre portava un ferito: vari morti. Ma che c'entra richiamare il fatto che "l'unico elicottero sicuro è quello che non si prende" col fiancheggiare la posizione religiosa "no elicotteri"?
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geovologo
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Messaggio da geovologo »

virtesto ha scritto:In caso di emorragie improvvise ed inaspettate la trasfusione occorrerà quasi sempre.
L'articolo pare frutto della quinta colonna geovista che, fin dai tempi di Marley Cole, annovera tra le sue fila anche TdG - giornalisti come Steno Sari.
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Achille
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Messaggio da Achille »

geovologo ha scritto:L'articolo pare frutto della quinta colonna geovista che, fin dai tempi di Marley Cole, annovera tra le sue fila anche TdG - giornalisti come Steno Sari.
Mi hai preceduto. Stavo per dire anch'io che Steno Sari è un TdG.

Un articolo in cui si menzionano i rischi delle trasfusioni, i testimoni di Geova e tecniche alternative alla trasfusione, è stato pubblicato anche dal Quotidiano Il Giorno del 9 agosto 2006.
In questo articolo, oltre a parlare dei possibili rischi, si fa notare, in maniera obiettiva, come le trasfusioni in molti casi si rivelano insostituibili per evitare la morte dei pazienti.

MELEGNANO Intesa con l'Azienda ospedaliera
Testimoni di Geova:
«Evitare le trasfusioni è possibile e proficuo»


di Alessandra Zanardi

MELEGNANO – «No alle trasfusioni: la medicina senza sangue è possibile». Parte dal Sud-est Milanese la campagna di sensibilizzazione sui metodi alternativi promossa dai testimoni di Geova in Asl, ospedali, centri di cura. Il gruppo di zona della congregazione religiosa, che tra Paullo Melegnano, Zelo Buon Persico, San Donato Milanese e Gavazzano comprende oltre 700 adepti, non solo ha organizzato la distribuzione di opuscoli informativi sul tema, ma attraverso appositi Comitati scientifici ha avviato una collaborazione con i principali presidi del territorio per la sperimentazione di metodi alternativi alla trasfusione, non consentita dai dogmi dei Testimoni di Geova. A suggellare l’accordo con i sanitari i 55 interventi senza sangue eseguiti nel 2005 nell’Azienda ospedaliera di Melegnano, che comprende i nosocomi di Zizzolo Predabissi, Cernusco sul Naviglio, Melzo, Gorgonzola e Cassano d’Adda.

Dall’intesa con i Testimoni di Geova è scaturito anche un ciclo d’incontri informativi per medici e primari. «L’invito a sperimentare la medicina senza sangue deriva da un precetto religioso, certo, ma anche da esigenze igieniche – dice Renato De Santis, responsabile delle relazioni esterne dei Testimoni di Geova del Sud di Milano – . Assorbire sangue diverso può sviluppare infezioni e rigetti, ridurre le difese immunitarie e rendere più lento il recupero post operatorio. Il ricorso ad altri metodi limita i costi di degenza e quelli per la raccolta conservazione delle sacche». Oggi, l’alternativa più diffusa alla trasfusione è il pre-deposito, cioè l’utilizzo, durante l’operazione, del sangue che il paziente ha depositato in precedenza. In altri casi è possibile raccogliere il liquido perso sotto i ferri e rimetterlo in circolazione con l’ausilio di macchine (in gergo, è quello che si chiama recupero intraoperatorio); in altre situazioni ancora si usa l’eritroproteina, un ormone prodotto dal midollo osseo che favorisce la formazione dei globuli rossi. Bisturi a ultrasuoni, che riducono al minimo le perdite durante l’incisione, e trattamenti in camera iperbarica, che favoriscono l’ossigenazione dei tessuti, completano il quadro dei metodi extra trasfusione. «Il recupero intraoperatorio è una strada percorribile, se il paziente è d’accordo e le condizioni fisiche lo permettono», conferma Ruggero Rocchi, direttore sanitario pro-tempore dell’Azienda ospedaliera melgnanese, che tuttavia precisa: «In caso di necessità, cioè quando la persona si trova in pericolo di vita o in stato di totale incoscienza, il ricorso alla trasfusione diventa però inevitabile, non ci sono alternative di sorta». Inoltre – conclude l’esperto – attualmente il sangue raccolto dai donatori è sicuro. I protocolli sanitari sono molto rigorosi. Per cui non esistono assolutamente trasfusioni pericolose. Ci sentiamo di garantirlo».

La scansione dell'articolo (cliccare per ingrandire):

Clicca per vedere l'immagine a dimensioni originali
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Vieri
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Si che mi interessa.....

Messaggio da Vieri »

virtesto ha scritto:Aumentano i «no» alle trasfusioni
Contrari i testimoni di Geova ma anche parte della comunità scientifica. Un protocollo ne riduce l’uso

Libero24 Nov 2017STENO SARI RIPRODUZIONE RISERVATA
Si tiene oggi a Padova presso il Policlinico Universitario, un importante convegno sul “Rifiuto alle trasfusioni di sangue nell’adulto”. L’evento è patrocinato da oltre 25 società e associazioni scientifiche nazionali, tra cui AIFA e Ministero della Salute e prevede una tavola rotonda con i maggiori esperti italiani di diritto, medicina legale e “bloodless medicine”. L’obiettivo è quello di rispettare le scelte dei pazienti, migliorare i risultati clinici e risparmiare denaro pubblico.
Negli ultimi anni sempre più persone rifiutano il trattamento trasfusionale con emocomponenti. I cosiddetti pazienti “bloodless” (così vengono chiamati nella letteratura scientifica internazionale) non sono più soltanto i Testimoni di Geova, ma anche persone bene informate che non adducono motivi di tipo religioso. Nature, una delle più antiche ed importanti riviste scientifiche esistenti, forse in assoluto quella considerata di maggior prestigio nell’ambito della comunità scientifica internazionale, ha recentemente definito la trasfusione il “trapianto liquido”, con rischi evidenziati scientificamente di immunodepressione e sovraccarico cardio-polmonare. Secondo quella che è la rivista scientifica più citata al mondo «la trasfusione di sangue più sicura è quella che non viene somministrata»…
Studi su ampi campioni di popolazione e metanalisi, hanno correlato la somministrazione di trasfusioni di componenti ematici ad un aumento della mortalità, morbilità, degenza ospedaliera e delle infezioni nosocomiali a fronte di una limitata capacità di trasporto di ossigeno delle emazie conservate. Inoltre, strategie cliniche che fanno ampio uso di trasfusioni rappresentano un grande spreco di denaro per gli ospedali. Se n’è accorta anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità che dal 2010 promuove il programma di Patient Blood Management (PBM) approvando una risoluzione vincolante per gli stati membri. Si tratta di una strategia multidisciplinare e multimodale che mette al centro la salute e la sicurezza del paziente, ottimizza la risorsa-sangue del singolo, migliora i risultati clinici e riduce in modo significativo l’utilizzo dei prodotti del sangue, affrontando tutti i fattori di rischio trasfusionale modificabili, ancor prima che sia necessario prendere in considerazione il ricorso alla terapia trasfusionale.
Nel nostro paese il PBM è ancora agli albori e poco diffuso: viene da tempo applicato sui pazienti bloodless in pochi centri di riferimento per Testimoni di Geova, ma dovrebbe essere applicato a tutti i pazienti in modo capillare, in quanto tutti ne potrebbero trarre beneficio. Nel convegno, particolare attenzione sarà posta alla presentazione di modelli assistenziali di elevatissimo livello qualitativo per la gestione e prevenzione dell’anemia tramite risorse non ematiche. Il fine è consentire l’attuazione di procedure medico-chirurgiche che garantiscano elevati standard di sicurezza per il paziente, senza il ricorso a trasfusioni di emocomponenti.
Per me hanno scoperto l'acqua calda.....
nell’ambito della comunità scientifica internazionale, ha recentemente definito la trasfusione il “trapianto liquido”, con rischi evidenziati scientificamente di immunodepressione e sovraccarico cardio-polmonare.
Rilevo pertanto da quanto detto prima:
Oggi, l’alternativa più diffusa alla trasfusione è il pre-deposito, cioè l’utilizzo, durante l’operazione, del sangue che il paziente ha depositato in precedenza. In altri casi è possibile raccogliere il liquido perso sotto i ferri e rimetterlo in circolazione con l’ausilio di macchine (in gergo, è quello che si chiama recupero intraoperatorio); in altre situazioni ancora si usa l’eritroproteina, un ormone prodotto dal midollo osseo che favorisce la formazione dei globuli rossi. Bisturi a ultrasuoni, che riducono al minimo le perdite durante l’incisione, e trattamenti in camera iperbarica, che favoriscono l’ossigenazione dei tessuti, completano il quadro dei metodi extra trasfusione. «Il recupero intraoperatorio è una strada percorribile, se il paziente è d’accordo e le condizioni fisiche lo permettono», conferma Ruggero Rocchi, direttore sanitario pro-tempore dell’Azienda ospedaliera melgnanese, che tuttavia precisa: «In caso di necessità, cioè quando la persona si trova in pericolo di vita o in stato di totale incoscienza, il ricorso alla trasfusione diventa però inevitabile, non ci sono alternative di sorta»
Sono previsti, da come leggo, solo casi in ambito operatorio programmato e non nei casi di urgenza assoluta o di malattie ematiche tipo anemie refrattarie....
Visto che sono interessato come "cliente" ed è già la terza trasfusione che faccio entro 2 mesi e mezzo, è certo che la pratica della trasfusione di sangue continua e ripetuta non sia la soluzione migliore per l'accumulo di ferro nel sangue e possibili complicazioni a media-lunga scadenza ma per certe malattie ematiche rappresenta "l'ultima sponda".

Prima di effettuare tali (costose) trasfusioni, sono andato avanti per due anni a fare punture di EPO (eritroproteina) altrettanto costose (250 euro a puntura con due a settimana..a carico INPS...)
L'eritropoietina, nota ai più con la sigla EPO, è un ormone glicoproteico (costituito da 193 aminoacidi di cui i primi 27 vengono persi al momento della secrezione) che regola la produzione di globuli rossi (eritropoiesi). Viene sintetizzata soprattutto dalle cellule del rene e in piccola parte dal fegato che diviene il principale produttore solo durante la vita fetale. L'utilizzo dell'eritropoietina in campo medico permette di curare alcuni tipi di anemie, come quella dovuta ad insufficenza renale cronica.
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/eritro ... a-epo.html" onclick="window.open(this.href);return false;
L'EPO consente in pratica di facilitare la produzione di globuli rossi nel sangue ma con limiti.
In pratica quando la produzione accelerata dei globuli rossi copre la mancata produzione naturale la situazione rimane stazionaria ma quando l'efficacia diminuisce in pratica benchè dicano questi "professoroni", la trasfusione di sangue rimane attualmente l'unica possibilità di sopravvivenza.
Sono anni che si cercano nuove soluzioni e nuove cure ma disgraziatamente tali malattie ematiche non sono molto comuni specie per pazienti con medie-lunghe aspettative di vita.

In uno di questi articoli relativo a terapie PBM leggo:
Il PBM consiste in una serie di tecniche farmacologiche e non farmacologiche da adottare prima, durante e dopo l’intervento secondo tre "pilastri": ottimizzare la capacità di produrre globuli rossi, ad esempio trattando l’anemia prima dell’operazione; ridurre al minimo il sanguinamento, un risultato ottenibile con tecniche chirurgiche particolari o utilizzando terapie specifiche; ottimizzare la tolleranza verso l’anemia, agendo anche con farmaci sulla capacità dell’organismo di tollerarla. Se ben applicato, il PBM oltre a evitare le complicanze, può ridurre i tempi di degenza e ridurre fino al 20% i costi legati alle terapie trasfusionali.
Per gli interessati:
http://www.centronazionalesangue.it/sit ... runo_0.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;

http://www.centronazionalesangue.it/node/617" onclick="window.open(this.href);return false;

http://www.centronazionalesangue.it/node/181" onclick="window.open(this.href);return false;

Da quanto leggo in base al documenti citati il PBM non sia una cura vera e propria ma una serie di valutazioni accurate e precauzioni da impiegarsi prima di una operazione con prevedibili sanguinamenti al fine di limitare eventuali trasfusioni di sangue.

In conclusione, secondo quanto visto e la mia opinione, allo stato attuale è che tale sistema precauzionale resti valido solo nel caso di operazioni con limitati valori anemici ma certamente non sia valido per anemie croniche tipo "anemia refrattaria" con costante diminuzione delle cellule staminali preposte alla generazione di emoglobina nel sangue.
Per saperne di più:

http://www.ematologia-pavia.it/it/patol ... /#section7" onclick="window.open(this.href);return false;

dove viene chiarito che:
Tuttavia, il preciso meccanismo alla base delle sindromi mielodisplastiche è ancora in gran parte sconosciuto.
:grazie:
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Fondamentalismo Antigeovista.

Messaggio da virtesto »

E' quello che avete manifestato. Il problema è il solito: si guarda a CHI scrive e non a CHE COSA scrive. In non sapevo, fra l'altro, che quel Sari è un TdG .Ma non ha importanza.

Qui non c 'è la "Quinta Colonna Geovista" come scrive il Geovologo. Qui si parla di un Convegno organizzato dalla Azienda Ospedaliera della Università di Padova con il patrocinio del Comune di Padova in data 24/11/2017-

Il tema era: " Alternative alla trasfusione - punto di vista giuridico e medico" Andate sul sito" http://www.bsave.care" onclick="window.open(this.href);return false;" o quello della" sanità.padova.it", insomma googlate un pochino e troverete i dettagli del convegno , i vari specialisti che hanno parlato ecc.ecc. e non troverete accenni ai Geovisti.

Non ho capito l'intervento di Giovanni 64. Parla di "trasporto veloce in ambulanza" - "no ambulanza" "no strade" "elicotteri" ma che c.... c'entrano?

Le trasfusioni se si possono evitare è meglio.
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Vieri
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Messaggio da Vieri »

Le trasfusioni se si possono evitare è meglio.
Sarei lieto anch'io di poterle evitare ma.......come vedi ci sono casi e casi.....
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Messaggio da Giovanni64 »

virtesto ha scritto:
Non ho capito l'intervento di Giovanni 64. Parla di "trasporto veloce in ambulanza" - "no ambulanza" "no strade" "elicotteri" ma che c.... c'entrano?

Le trasfusioni se si possono evitare è meglio.
Provo con un esempio più in tema.

Mi aspetto che degli esperti in medicina si chiedano in quali casi conviene l'uso del bisturi e in quali casi conviene altro. Mi aspetto che vi siano anche delle zone limite sulle quali non vi sia unanimità di giudizio. Mi aspetto anche che la medicina cerchi di ricorrere il meno possibile all'uso del bisturi.
Dire che se si può evitare l'uso del bisturi è meglio, è una ovvietà. Dove piazzare il limite è compito degli esperti e sono del tutto normali vedute diverse che però niente hanno a che fare con i pregiudizi tipo "bisturi mai" di questa o quella religione, tanto è vero che questo mischiare le carte a fini strumentali è stato voluto dall'articolista, non dai partecipanti al convegno.

Certo, se un paziente è contrario al bisturi per ragioni religiose, allora, entro certi margini si può anche spostare un po' il limite ma questo non vuol dire certo aderire all pregiudizio del paziente o del culto.
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Messaggio da Achille »

virtesto ha scritto:E' quello che avete manifestato. Il problema è il solito: si guarda a CHI scrive e non a CHE COSA scrive. In non sapevo, fra l'altro, che quel Sari è un TdG .Ma non ha importanza.
Invece ha importanza. Se l'autore dell'articolo non fosse un TdG avrebbe potuto sottolineare che in determinati casi non si può fare a meno delle trasfusioni, nonostante esistano tecniche alternative.
Le trasfusioni se si possono evitare è meglio.
Si può essere d'accordo con questo, ma sarebbe bello poter evitare qualsiasi terapia, se solo ciò fosse possibile. Ma fino al momento attuale, in parecchi casi, senza l'utilizzo delle trasfusioni si muore.
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Messaggio da Romagnolo »

Nature, una delle più antiche ed importanti riviste scientifiche esistenti, forse in assoluto quella considerata di maggior prestigio nell’ambito della comunità scientifica internazionale, ha recentemente definito la trasfusione il “trapianto liquido”,
Benissimo!
Le trasfusioni sono " trapianti"...stando a quanto dice la più prestigiosa rivista scientifica, quindi...dato che i trapianti si possono fare,...ne sovviene che anche le trasfusioni..pardon ..i trapianti di sangue siano legittimi! :ironico:
La Wt ribatterà rimettendo i trapianti come pratica non idonea ad un Cristiano? :boh:
Ricordati che lo studio biblico è si gratuito, ma poi ricordati che la WT richiederà che tu le dia altrettanto gratis il tuo impegno, tempo e risorse.
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Messaggio da Neca »

E' ovvio che trattino anche questi argomenti! La medicina deve tener conto di tutte le terapie possibili atte a salvare il paziente! Dunque questi convegni servono solo ad informare le equipe chirurgiche dell'esistenza di terapie alternative al sangue qualora quest'ultimo venisse a mancare, ma quanto sono sicure queste terapie? A quest'ultima domanda può rispondermi solamente un medico!
Il sangue viene trasfuso solo dopo una abbondante emorragia, tuttavia la trasfusione non è la prima preoccupazione degli operatori sanitari! La prima cosa da fare è:"Fermare l'emorragia!" nel caso di persone incidentate, nel caso di pazienti con malattie tipo la talassemia major venivano richieste continue trasfusioni ed è in questi casi che si pone il problema etico! Ben vengano queste terapie alternative al sangue ma attenzione a considerarle più sicure di una trasfusione!
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