IDENTIKIT DEL TESTIMONE DI GEOVA
Inviato: 12/10/2010, 22:39
a cura di Chiara Bini e Patrizia Santovecchi
http://www.unilibro.it/find_buy/Scheda/ ... scire_.htm" target="_blank
Il testimone di Geova, di solito, si presenta ben integrato nel personaggio precostituito dalla sua organizzazione. Egli si considera «ambasciatore in sostituzione di Cristo», «proclamatore della buona notizia del regno di Dio». Convinto che il suo pellegrinare da una porta all’altra sia guidato e supervisionato dagli angeli, si sente investito di un alto incarico.
Il suo atteggiamento sarà prevalentemente quello di colui che porta verità assolute, da accettare così come l’organizzazione le spiega; difficilmente egli accetterà un confronto con il suo interlocutore.
A quest’ultimo non resterà che far domande e accontentarsi delle risposte, poiché ogni contrapposizione decisa sarà vissuta dal testimone di Geova come volontà di contesa: e lui ha ben imparato che << lo schiavo del Signore non ha bisogno di contendere>>, << quindi dove non accolgono la vostra parola scuotete la polvere dai vostri sandali e passate oltre>>.
Questo atteggiamento molte volte permane anche quando si è già usciti dal gruppo.
Una causa sta nel fatto che, il più delle volte, chi abbandona non lo fa perché comprende la vera natura dell’organizzazione,ma perché ha << inciampato> in difficoltà incontrate al suo interno e non superate: potremmo dire che da una tale organizzazione è più facile uscire << con i piedi che con la testa >>.
L’adesione è totale e totalizzante: mete e ambizioni del testimone di Geoa diventano quelle del gruppo. Gli affiliati, nel tempo, sempre più perdono individualità,uniformandosi ai ritmi e ai codici di vita imposti.
Decidere in un ambiente così strutturato diventa estremamente semplice: la soluzione ai molti problemi della vita, la guida alle giuste azioni, tutto è offerto dall’organizzazione sotto forma di <<suggerimenti divini>>.
La delega, o affidamento della propria coscienza, produce di fatto, una sensazione di sollievo, poiché alleggerisce dal peso delle responsabilità della scelta.
Presto si imparerà che il << cristiano>> deve distinguersi da quelli del <<mondo>>:
perciò sarà necessario che il suo abbigliamento sia << adeguato>>. Che cosa questo significhi è presto detto: basterà guardare come i <<fratelli maturi >> vestono, ed imitarli.
La trasformazione inizialmente passa attraverso l’aspetto esteriore: taglio dei capelli, scelta dei vestiti, modo di radersi per gli uomini o << appropriato>> uso del trucco per le donne.
Queste <<scelte>> iniziali sono incentivate dal gruppo attraverso <<suggerimenti> o <<incoraggiamenti>> che il neofita recepirà come << interesse disinteressato>> nei suoi confronti.
In questa prima fase le attenzioni del gruppo saranno tutte rivolte a lui, gli sembrerà di aver trovato finalmente una vera famiglia dove egli ha sicuramente un posto importante: non è più un anonimo in mezzo ad una folla amorfa, ma una persona speciale che si appresta a iniziare una nuova vita nell’unico e vero popolo di Dio. Presto la trasformazione, passando attraverso i pensieri e le emozioni, si radica sempre più in profondità, fino a reprimere, di fatto, la sua vera personalità. Rinnegati ormai gli amici di un tempo, abbandonati i familiari che si oppongono al nuovo credo, per il testimone non esiste alternativa: imperante diviene la necessità di costruirsi una buona reputazione nel gruppo,cosa che gli permetterà ,se uomo, di accedere ad incarichi di responsabilità nell’ambito della congregazione.
La visibilità nel gruppo diviene meta ambita poiché altrimenti, dopo il primo periodo di <<bombardamento d’amore>> si ritroverà carico di doveri da assolvere e in concreto senza alcun vero amico con cui condividerli.
Il testimone di Geova ben presto comprende che se non riesce a mantenere alta la propria reputazione, per lui sarà il confino: estraniato anche dal gruppo, non avrà più alcun punto di riferimento.
La competizione diviene quindi necessaria per raggiungere la valorizzazione di sé ,che altrimenti rimarrebbe del tutto schiacciata da mille divieti, da continui scoraggiamenti,dall’impossibilità di coltivare l’autostima o la gratificazione dell’io fuori dal mondo geovista.
COMMENTI ?
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Il testimone di Geova, di solito, si presenta ben integrato nel personaggio precostituito dalla sua organizzazione. Egli si considera «ambasciatore in sostituzione di Cristo», «proclamatore della buona notizia del regno di Dio». Convinto che il suo pellegrinare da una porta all’altra sia guidato e supervisionato dagli angeli, si sente investito di un alto incarico.
Il suo atteggiamento sarà prevalentemente quello di colui che porta verità assolute, da accettare così come l’organizzazione le spiega; difficilmente egli accetterà un confronto con il suo interlocutore.
A quest’ultimo non resterà che far domande e accontentarsi delle risposte, poiché ogni contrapposizione decisa sarà vissuta dal testimone di Geova come volontà di contesa: e lui ha ben imparato che << lo schiavo del Signore non ha bisogno di contendere>>, << quindi dove non accolgono la vostra parola scuotete la polvere dai vostri sandali e passate oltre>>.
Questo atteggiamento molte volte permane anche quando si è già usciti dal gruppo.
Una causa sta nel fatto che, il più delle volte, chi abbandona non lo fa perché comprende la vera natura dell’organizzazione,ma perché ha << inciampato> in difficoltà incontrate al suo interno e non superate: potremmo dire che da una tale organizzazione è più facile uscire << con i piedi che con la testa >>.
L’adesione è totale e totalizzante: mete e ambizioni del testimone di Geoa diventano quelle del gruppo. Gli affiliati, nel tempo, sempre più perdono individualità,uniformandosi ai ritmi e ai codici di vita imposti.
Decidere in un ambiente così strutturato diventa estremamente semplice: la soluzione ai molti problemi della vita, la guida alle giuste azioni, tutto è offerto dall’organizzazione sotto forma di <<suggerimenti divini>>.
La delega, o affidamento della propria coscienza, produce di fatto, una sensazione di sollievo, poiché alleggerisce dal peso delle responsabilità della scelta.
Presto si imparerà che il << cristiano>> deve distinguersi da quelli del <<mondo>>:
perciò sarà necessario che il suo abbigliamento sia << adeguato>>. Che cosa questo significhi è presto detto: basterà guardare come i <<fratelli maturi >> vestono, ed imitarli.
La trasformazione inizialmente passa attraverso l’aspetto esteriore: taglio dei capelli, scelta dei vestiti, modo di radersi per gli uomini o << appropriato>> uso del trucco per le donne.
Queste <<scelte>> iniziali sono incentivate dal gruppo attraverso <<suggerimenti> o <<incoraggiamenti>> che il neofita recepirà come << interesse disinteressato>> nei suoi confronti.
In questa prima fase le attenzioni del gruppo saranno tutte rivolte a lui, gli sembrerà di aver trovato finalmente una vera famiglia dove egli ha sicuramente un posto importante: non è più un anonimo in mezzo ad una folla amorfa, ma una persona speciale che si appresta a iniziare una nuova vita nell’unico e vero popolo di Dio. Presto la trasformazione, passando attraverso i pensieri e le emozioni, si radica sempre più in profondità, fino a reprimere, di fatto, la sua vera personalità. Rinnegati ormai gli amici di un tempo, abbandonati i familiari che si oppongono al nuovo credo, per il testimone non esiste alternativa: imperante diviene la necessità di costruirsi una buona reputazione nel gruppo,cosa che gli permetterà ,se uomo, di accedere ad incarichi di responsabilità nell’ambito della congregazione.
La visibilità nel gruppo diviene meta ambita poiché altrimenti, dopo il primo periodo di <<bombardamento d’amore>> si ritroverà carico di doveri da assolvere e in concreto senza alcun vero amico con cui condividerli.
Il testimone di Geova ben presto comprende che se non riesce a mantenere alta la propria reputazione, per lui sarà il confino: estraniato anche dal gruppo, non avrà più alcun punto di riferimento.
La competizione diviene quindi necessaria per raggiungere la valorizzazione di sé ,che altrimenti rimarrebbe del tutto schiacciata da mille divieti, da continui scoraggiamenti,dall’impossibilità di coltivare l’autostima o la gratificazione dell’io fuori dal mondo geovista.
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