Veridicità del libro di Daniele

In questo spazio si discute di argomenti di vario genere relativi ai Testimoni di Geova e che non sono inclusi nelle altre sezioni

Moderatore: Cogitabonda

Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16478
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

Messaggio da Achille »

domingo7 ha scritto:I libri dei Maccabei sono comunque libri storici
che sembrano molto più interessati a descrivere
e ad interpretare con scrupolo e dovizia di particolari
gli avvenimenti successivi all'ellenizzazione del popolo giudeo
piuttosto che a tentare di interpretare ed attualizzare le profezie .....

e questo forse potrebbe spiegare il loro silenzio sul libro di Daniele ...
Libri storici che però contengono moltissimi riferimenti a episodi e a libri della Scrittura, nonché riferimenti ad interventi salvifici ed esortazioni ad avere fiducia appunto nel potere salvifico di Dio.
Per esempio: «Ma Giuda disse ai suoi uomini: «Non temete il loro numero, né abbiate paura dei loro assalti; ricordate come i nostri padri furono salvati nel Mare Rosso, quando il faraone li inseguiva con l'esercito. 10 Alziamo la nostra voce al Cielo, perché ci usi benevolenza e si ricordi dell'alleanza con i nostri padri e voglia sconfiggere questo schieramento davanti a noi oggi; si accorgeranno tutti i popoli che c'è uno che riscatta e salva Israele» ( Mac. 4:8-11).
Perché non aggiungere a questo punto un riferimento alla straordinaria profezia di Daniele, che aveva predetto secoli prima, punto per punto, proprio quello che stava accadendo?

Nota anche questa esortazione:
«12 Io prego coloro che avranno in mano questo libro di non turbarsi per queste disgrazie e di considerare che i castighi non vengono per la distruzione ma per la correzione del nostro popolo. 13 E veramente il fatto che agli empi è data libertà per poco tempo, e subito incappano nei castighi, è segno di grande benevolenza. 14 Poiché il Signore non si propone di agire con noi come fa con gli altri popoli, attendendo pazientemente il tempo di punirli, quando siano giunti al colmo dei loro peccati; 15 e questo per non dovere alla fine punirci quando fossimo giunti all'estremo delle nostre colpe. 16 Perciò egli non ci toglie mai la sua misericordia, ma, correggendoci con le sventure, non abbandona il suo popolo. 17 Questo sia detto come verità da ricordare» (2 Maccabie 6).
Anche qui, perché non menzionare, se fosse esistita, la profezia di Daniele cap. 11, dove si menzionava la comparsa di Antioco IV, la sua persecuzione del popolo, nonché la sua subitanea fine (dopo "tre tempi e mezzo")?
No, è un silenzio che non si spiega, se davvero la "profezia" fosse esistita e conosciuta da secoli al tempo in cui vennero scritti i libri dei Maccabei.

Ciao
Achille
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
Avatar utente
agabo
Utente Senior
Messaggi: 929
Iscritto il: 27/07/2009, 12:33
Località: Piemonte
Contatta:

Messaggio da agabo »

Il secondo libro dei Maccabei termina con queste parole: “Se la composizione è riuscita
bene, è ciò che anch'io volevo; ma se è di poco conto e mediocre, è tutto ciò che potevo fare”
(2Maccabei 15:38). Uno scrittore ispirato da Dio non avrebbe mai scritto parole simili,
perché Dio non si può scusare con nessuno di non aver potuto fare del suo meglio!


Ognuno di noi hai i suoi "perchè?" nel cassetto. Pensate a quanti "perchè?" si potrebbero formulare!
Sta di fatto che copie del libro di Daniele erano già in circolazione al tempo dei Maccabei, ma 1° e 2° Maccabei non sono stati inseriti nel Canone che come "deuterocanonici" un altro dei tanti espedienti della chiesa cattolica per aggirare gli ostacoli dell'ispirazione.

Al tempo della chiesa apostolica, Giuseppe Flavio, contemporaneo degli apostoli, non cita i cosiddetti "deuterocanonici" fra i libri sacri del popolo giudaico e sempre a proposito di citazioni, gli autori del Nuovo Testamento e Gesù Cristo stesso citano quasi tutti (QUASI TUTTI! -Chi ha stabilito, infatti che bisogna citare TUTTI i libri esistenti?-) i libri del canone ebraico allora riconosciuto, tranne i libri apocrifi o deuterocanonici.

1 e 2 Maccabei, insomma, non facevano testo nè nel pensiero della chiesa apostolica (Cristo compreso) nè nella teologia di molti teologi sia antichi che moderni. Eppure, per alcuni dovrebbero essere FONDAMENTALI per chissà quali interessi religiosi!

LEGGI:
http://www.chiesadicristots.it/documenti/ApocrifiVT.pdf" target="_blank" target="_blank
"Come può uno scoglio arginare il mare? Anche se non voglio torno già a volare..." - Mogol
Avatar utente
domingo7
Veterano del Forum
Messaggi: 2189
Iscritto il: 21/07/2009, 19:06
Località: Chiavari (Ge)
Contatta:

Messaggio da domingo7 »

Carissimo Achille

le tue riflessioni sono sicuramente sensate e ragionevoli ....
però i peccati di omissione sono difficili da valutare....

insomma neppure la grande profezia delle Settanta Settimane di Daniele
viene commentata da Paolo, Pietro, Giacomo e Giovanni....
nonostante la sua storica evidenza ......

eppure Cristo fece aperto riferimento al profeta Daniele
sia per quanto riguarda il misterioso "Figlio dell'Uomo"
sia per ciò che concerne "l'abominazione della desolazione"
Presentazione

Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie [Efesini 5,3-4]
Avatar utente
domingo7
Veterano del Forum
Messaggi: 2189
Iscritto il: 21/07/2009, 19:06
Località: Chiavari (Ge)
Contatta:

Carissimo Agabo

Messaggio da domingo7 »

Lo scrittore del secondo libro dei Maccabei termina con queste parole: "Se la disposizione della materia è stata buona e come si conviene alla storia, é quello che ho desiderato. Se poi é mediocre e di scarso valore, é quanto ho potuto fare" (2 Maccabei 15:38). È vero che uno scrittore ispirato da Dio non avrebbe mai scritto parole simili sul contenuto e sulla attendibilità di un libro ispirato: avrebbe però potuto scriverle riguardo all'esposizione e alla forma.

Non dice forse la Bibbia che lo stesso Mosé era lento nel parlare ed impacciato di bocca e di lingua (Esodo 4:10)?
Dobbiamo con questo forse concludere che lo Spirito Santo lo abbandonava quando parlava?
Presentazione

Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie [Efesini 5,3-4]
Avatar utente
agabo
Utente Senior
Messaggi: 929
Iscritto il: 27/07/2009, 12:33
Località: Piemonte
Contatta:

Messaggio da agabo »

domingo7 ha scritto:Lo scrittore del secondo libro dei Maccabei termina con queste parole: "Se la disposizione della materia è stata buona e come si conviene alla storia, é quello che ho desiderato. Se poi é mediocre e di scarso valore, é quanto ho potuto fare" (2 Maccabei 15:38). È vero che uno scrittore ispirato da Dio non avrebbe mai scritto parole simili sul contenuto e sulla attendibilità di un libro ispirato: avrebbe però potuto scriverle riguardo all'esposizione e alla forma.

Non dice forse la Bibbia che lo stesso Mosé era lento nel parlare ed impacciato di bocca e di lingua (Esodo 4:10)?
Dobbiamo con questo forse concludere che lo Spirito Santo lo abbandonava quando parlava?
Credimi, amico, sono sempre terribilmente imbarazzato quando discuto con credenti sinceri come te e mi trovo purtroppo in disaccordo. Confido nel fatto che l'amore di Dio è la fede in Gesù Cristo sovrastano i nostri enormi limiti.
Credimi, non cerco di imporre alcun punto di vista, spero solo in una comprensione reciproca e in uno scambio disinteressato.

Questa premessa per dire che, con tutta la mia buona volontà, non riesco a capire determinate osservazioni.
Gesù soleva dire "Sta scritto", con questa espressione dava alla Scrittura un valore definitivo. Non esistono nelle scritture esempi così "dimessi" come quello di 2Maccabei 15:38. Non ne esistono ed è così logica la cosa che diversamente la Rivelazione Scritta sarebbe tutta una farsa. Pensaci!

Se mi parli di problemi inerenti alla trasmissione dei testi, alle difficoltà di decifrare alcuni passi ocuri, ai limiti della comprensione umana del pensiero di Dio ... è più che comprensibile. Ma la Scrittura discrimina decisamente i limiti personali dei servitori di Dio da ciò che è stato messo "nero su bianco".
L'apostolo Pietro rinnegò Gesù, gli si potrebbe rimproverare anche un gran numero di atteggiamenti e comportamenti molto poco "cristiani". Eppure, tutto questo non inficia in alcun modo i suoi scritti. Egli stesso afferma in una delle sue lettere che le Scritture sono ispirate dallo Spirito Santo.
Ora, al di là dello "stile" dell'autore di 2Maccabei, è il CONCETTO che stona come una clamorosa stecca di un suonatore di un'orchestra. QUEL concetto, anche se fosse stato espresso da Shakespeare con un'eleganza assoluta, non avrebbe cambiato il suo senso, un senso che scandalizza. E non per niente tale libro è stato relegato tra gli apocrifi.

Geremia sentiva fortemente i suoi limiti: "sono un fanciullo". Mosè non aveva una scioltezza espressiva. Alcuni profeti furono umilissimi, ma la forza dei concetti di tutti loro è tale da non far dubitare di Dio, come invece FA DUBITARE DI DIO l'autore di 2Maccabei.
Mi piace piuttosto affermare che sono io quello che non capisce un bel niente, piuttosto che giungere a giustificare un oscuro, sconosciuto e ignorato autore di uno scritto, 2Maccabei, che nulla a da spartire con la forza della vera parola profetica.
"Come può uno scoglio arginare il mare? Anche se non voglio torno già a volare..." - Mogol
Avatar utente
domingo7
Veterano del Forum
Messaggi: 2189
Iscritto il: 21/07/2009, 19:06
Località: Chiavari (Ge)
Contatta:

Carissimo Agabo

Messaggio da domingo7 »

Credimi, amico, sono sempre terribilmente imbarazzato quando discuto con credenti sinceri come te e mi trovo purtroppo in disaccordo. Confido nel fatto che l'amore di Dio è la fede in Gesù Cristo sovrastano i nostri enormi limiti. Credimi, non cerco di imporre alcun punto di vista, spero solo in una comprensione reciproca e in uno scambio disinteressato.
Capisco le tue perplessità e se dovessi esprimere i sentimenti che nutro nei tuoi confronti .... beh ....penso che scriverei le stesse parole che scrivi tu ....

Quanto alla Bibbia, tieni conto che sul mio comodino da notte
tengo due Bibbie da almeno 40 anni: la CEI 1971 e la Riveduta Luzzi del 1968....

Amo poi alla follia la Luzzi
(anche se non contiene i libri deuterocanonici),
la sottolineo, la annoto e la memorizzo .....e gusto le trovate toscaneggianti oggi ormai praticamente estinte almeno nel parlar comune (del tipo: maraviglioso, giudicio, gli è per fede che siamo salvati, son dessi tutti profeti? sono eglino tutti apostoli')

Se poi cerco un versetto vado quasi sempre sulla Riveduta
con la quale ho maggior confidenza e
della quale conservo un ricordo visivo decisamente migliore...
Presentazione

Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie [Efesini 5,3-4]
Avatar utente
polymetis
Moderatore
Messaggi: 4612
Iscritto il: 16/06/2009, 15:43
Contatta:

Messaggio da polymetis »

Per Agabo
"Il secondo libro dei Maccabei termina con queste parole: “Se la composizione è riuscita
bene, è ciò che anch'io volevo; ma se è di poco conto e mediocre, è tutto ciò che potevo fare”
(2Maccabei 15:38). Uno scrittore ispirato da Dio non avrebbe mai scritto parole simili,
perché Dio non si può scusare con nessuno di non aver potuto fare del suo meglio!"
Come sono commoventi per la loro ingenuità le sette americane ad interpretare la Scrittura, visto che la trattano ancora come fosse dettata da Dio parola per parola... Non è Dio che si scusa per la forma, è l'agiografo, infatti la dottrina dell'ispirazione, quella cattolica almeno, non dice che i testi sacri sono quanto alla forma, ma quanto al loro contenuto salvifico. Sicché, che uno scrittore si scusi perché la forma del suo stile può non essere stata eccellente, non ci dice alcunché sulla sua ispirazione, visto che lo stile sintattico con cui un testo è scritto non rientra nelle cose che secondo i cattolici sono coperte da ispirazione. Informo i settari di tutto il mondo che nella Bibbia ci sono addirittura errori ortografici, e che se pensate che Dio detti parla per parola, influenzando un testo non solo quanto al contenuto salvifico, ma anche quanto alla forma, allora dovreste attribuirgli infiniti solecismi grammaticali e sintattici, come quelli che ad esempio affollano il bruttissimo greco in cui è scritta l'Apocalisse. Nulla si strano dunque che un autore si scusi per il suo stile. giacché Dio non influisce su questo. Tra l'altro, l'autore non dice che il suo stile è scadente, ma solo che, qualora lo fosse stato, se ne scusa. La frase infatti dice che, se la composizione è ben riuscita, allora è quel che si voleva fare, se è mal riuscita, pazienza... Ma nulla vieta di pensare che sia capitata la prima cosa, cioè che la composizione sia ben riuscita.
"Sta di fatto che copie del libro di Daniele erano già in circolazione al tempo dei Maccabei, ma 1° e 2° Maccabei non sono stati inseriti nel Canone che come "deuterocanonici" un altro dei tanti espedienti della chiesa cattolica per aggirare gli ostacoli dell'ispirazione."
Sono stati inseriti nel canone come deuterocanonici da chi? Deutero-canonici è una dicitura per distinguere non la cronologia del canone all'interno della Chiesa, ma la differenza tra il canone degli ebrei (cioè, per meglio dire, dei farisei), e il canone della Chiesa. Deutero-canonico non implica cioè che siano stati inseriti nel canone della Chiesa in un secondo tempo, ma solo che ce ne sono altri rispetto al canone farisaico.
"Al tempo della chiesa apostolica, Giuseppe Flavio, contemporaneo degli apostoli, non cita i cosiddetti "deuterocanonici" fra i libri sacri del popolo giudaico"
Come ti chiesi già in una discussione nel forum Macché, dove tutti i tuoi tentativi di far valere le testimonianze di Giuseppe Flavio furono da me demoliti senza pietà, ti richiedo ora che importanza dovrebbe avere per i cristiani la testimonianza sul canone di un fariseo, scritta nel periodo in cui la Chiesa si era già separata dalla sinagoga. Quello di Flavio non è il parere degli Ebrei, ma il parere dei farisei, o meglio, il parere della corrente maggioritaria in seno ai farisei a fine I secolo, visto che altre correnti avranno dubbi, attestati nel Talmud, più tardi.
Ma il parere dei farisei, non può valere in nessun caso come il parere degli Ebrei in generale, visto che sadducei ed esseni non avevano il medesimo canone secondo altre testimonianze antiche. Che poi i farisei, ieri come oggi, abbiano preteso di essere i portavoce dell'intero giudaismo, è una cosa tanto ovvia quanto irrilevante, e che non trae in inganno nessuno storico.
Non si vede cioè perché dovremmo basarci su un canone farisaico, che non abbiamo nessuna garanzia fosse quello dei cristiani del I secolo. Ci si chiede invece perché, se la Chiesa creava il canone ed esso oscillò tra I e IV secolo, giungendo alla sua forma attuale solo nel tardo IV secolo, come si possa pretendere che la Chiesa fosse ispirata mentre forgiava il canone del Nt e al contempo piena di errore nel parallelo processo di formazione del canone dell'AT, anch'esso oscillante sino a queste date.
"sempre a proposito di citazioni, gli autori del Nuovo Testamento e Gesù Cristo stesso citano quasi tutti (QUASI TUTTI! -Chi ha stabilito, infatti che bisogna citare TUTTI i libri esistenti?-) i libri del canone ebraico allora riconosciuto, tranne i libri apocrifi o deuterocanonici"
Né la citazione né la non citazione nel NT sono criteri di canonicità, se infatti sono canonici solo i libri citati allora non sono canonici Esdra, Neemia, Ester, Cantico dei Cantici ed Ecclesiaste, se sono canonici tutti i libri citati allora dovrebbe divenire canonico Enoch. Nella lettera di Giuda infatti leggiamo: "Anche per loro Ènoch, settimo dopo Adamo, profetò dicendo: "Ecco, il Signore è venuto con le sue miriadi di angeli per far il giudizio contro tutti, e per convincere tutti gli empi di tutte le opere di empietà che hanno commesso e di tutti gli insulti che peccatori empi hanno pronunziato contro di lui". (Giuda, 14-15)
Qui un testo ispirato del NT, Giuda, dice che un testo per noi apocrifo, cioè Enoc, è ispirato perché ha una profezia divina, espressa chiaramente dal verbo "profetò". Perché dunque non mettiamo Enoc nel canone?
Bisogna dunque abbandonare la pretesa che il NT sia il metro di misura della canonicità dell'AT.

Inoltre nel NT ci sono citazioni implicite dai deuterocanonici, e le trovi anche sul sito di Domingo7 che vi ha dedicato una pagina, per chi voglia confrontare:
-Romani 1, 18-32 con Sapienza 12-14 ( circa dell'immoralità dei pagani);
-Ebrei 1,3 con Sapienza 7,25 (sul Figlio, immagine del Padre);
-Ebrei 11,35-38 con 2 Maccabei 6,18-7,41 (sui tormenti subiti per fede);
-Apocalisse 21,18-21 con Tobia 13,16-17 (la Nuova Gerusalemme).

"
gli autori del Nuovo Testamento"
Io ho una domanda più radicale invece: perché mai il metro di misura di cosa è canonico dovrebbe essere il NT? Mi spieghi perché ti basi sui libri che sono citati o non citati in questa collection di libri che è giunta alla sua forma attuale SOLO NEL IV secolo?
I protestanti non hanno mai capito che il NT è un FENOMENO ECCLESIASTICO ANCHE TARDO. Il Nt non è il metro di misura della Chiesa, perché la Chiesa e il cristianesimo esistono da 4 secoli prima dell'attuale NT, e per 4 secoli si è stati senza l'attuale NT. Se ad esempio la lettera agli Ebrei, che insieme a quella di Giacomo è stata una delle ultime ad essere considerata scrittura, è entrata nel canone nel IV secolo, perché mai dovrebbe essere considera Scrittura, visto che a tuo dire la Chiesa allora era già pienamente apostata, ma, sopratutto, a quel tempo utilizzava già ampiamente il canone dell'AT cattolico attuale? Com'è possibile che inserimenti tardi nel NT siano da voi accettati, mentre se la Chiesa nel medesimo periodo aveva nel canone quelli che voi considerate apocrifi dell'AT non li accettate? Ignori che le più antiche liste canoniche che riportano il canone del NT attuale, o parte di esso, hanno anche nelle medesime liste i testi dell'AT deuterocanonici?
Non capisci che tutto è espressione della medesima Chiesa?

Ad maiora
Presentazione


Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Avatar utente
agabo
Utente Senior
Messaggi: 929
Iscritto il: 27/07/2009, 12:33
Località: Piemonte
Contatta:

Messaggio da agabo »

Come sono commoventi per la loro ingenuità le sette americane ad interpretare la Scrittura, visto che la trattano ancora come fosse dettata da Dio parola per parola... Non è Dio che si scusa per la forma, è l'agiografo, infatti la dottrina dell'ispirazione, quella cattolica almeno, non dice che i testi sacri sono quanto alla forma, ma quanto al loro contenuto salvifico. Sicché, che uno scrittore si scusi perché la forma del suo stile può non essere stata eccellente, non ci dice alcunché sulla sua ispirazione, visto che lo stile sintattico con cui un testo è scritto non rientra nelle cose che secondo i cattolici sono coperte da ispirazione. Informo i settari di tutto il mondo che nella Bibbia ci sono addirittura errori ortografici, e che se pensate che Dio detti parla per parola, influenzando un testo non solo quanto al contenuto salvifico, ma anche quanto alla forma, allora dovreste attribuirgli infiniti solecismi grammaticali e sintattici, come quelli che ad esempio affollano il bruttissimo greco in cui è scritta l'Apocalisse. Nulla si strano dunque che un autore si scusi per il suo stile. giacché Dio non influisce su questo.
Tra l'altro, l'autore non dice che il suo stile è scadente, ma solo che, qualora lo fosse stato, se ne scusa. La frase infatti dice che, se la composizione è ben riuscita, allora è quel che si voleva fare, se è mal riuscita, pazienza... Ma nulla vieta di pensare che sia capitata la prima cosa, cioè che la composizione sia ben riuscita.
Gli ignoti scrittori di 1 e 2 Maccabei contengono falsità e contraddizioni inaccettabili (Mac. 2:1-8 -il racconto di Geremia sull'Arca) e le TRE versioni della morte di Antioco Epifane: (1Maccabei 6:8-16 ;2 Maccabei 1:16; 2 Maccabei 9:1-28). Non è una semplice "questione di stile! Il loro contenuto depone contro di loro.
Sono stati inseriti nel canone come deuterocanonici da chi? Deutero-canonici è una dicitura per distinguere non la cronologia del canone all'interno della Chiesa, ma la differenza tra il canone degli ebrei (cioè, per meglio dire, dei farisei), e il canone della Chiesa. Deutero-canonico non implica cioè che siano stati inseriti nel canone della Chiesa in un secondo tempo, ma solo che ce ne sono altri rispetto al canone farisaico. Da chi?
Dillo tu, sapientone! I fatti dimostrano che gli Ebrei, ai quali furono affidate le Scritture, secondo l'Apostolo Paolo, non riconoscevano la validità di quegli scritti che, per farti contento definirò "apocrifi" anziche "deuterocanonici".
Come ti chiesi già in una discussione nel forum Macché, dove tutti i tuoi tentativi di far valere le testimonianze di Giuseppe Flavio furono da me demoliti senza pietà, ti richiedo ora che importanza dovrebbe avere per i cristiani la testimonianza sul canone di un fariseo, scritta nel periodo in cui la Chiesa si era già separata dalla sinagoga. Quello di Flavio non è il parere degli Ebrei, ma il parere dei farisei, o meglio, il parere della corrente maggioritaria in seno ai farisei a fine I secolo, visto che altre correnti avranno dubbi, attestati nel Talmud, più tardi. Ma il parere dei farisei, non può valere in nessun caso come il parere degli Ebrei in generale, visto che sadducei ed esseni non avevano il medesimo canone secondo altre testimonianze antiche. Che poi i farisei, ieri come oggi, abbiano preteso di essere i portavoce dell'intero giudaismo, è una cosa tanto ovvia quanto irrilevante, e che non trae in inganno nessuno storico. Non si vede cioè perché dovremmo basarci su un canone farisaico, che non abbiamo nessuna garanzia fosse quello dei cristiani del I secolo. Ci si chiede invece perché, se la Chiesa creava il canone ed esso oscillò tra I e IV secolo, giungendo alla sua forma attuale solo nel tardo IV secolo, come si possa pretendere che la Chiesa fosse ispirata mentre forgiava il canone del Nt e al contempo piena di errore nel parallelo processo di formazione del canone dell'AT, anch'esso oscillante sino a queste date.
Ma guarda, da te mi aspetterei delle osservazioni intelligenti. E ti vanti pure d'avermi "demolito senza pietà"! Uno storico, se favorevole alle tue tesi, non importa se è fariseo, cristiano o ateo. Al contrario, se non fa il tuo gioco, come è il caso di Giuseppe Flavio, egli è un semplice fariseo che non rappresentava nessuno!A me non importa un fico secco di ciò che pensa Polimetis, ma di ciò che dicono molti VERI esperti della testimonianza di Giuseppe Flavio. Mettiti l'animo in pace. Oltre al Flavio, delle note negative le hanno scritto anche Girolamo ed Eusebio, per esempio. Non sono i soli tra gli antichi, ma tre testimoni sono più che sufficienti per affondare il tuo discorsetto.
Né la citazione né la non citazione nel NT sono criteri di canonicità, se infatti sono canonici solo i libri citati allora non sono canonici Esdra, Neemia, Ester, Cantico dei Cantici ed Ecclesiaste, se sono canonici tutti i libri citati allora dovrebbe divenire canonico Enoch. Nella lettera di Giuda infatti leggiamo: "Anche per loro Ènoch, settimo dopo Adamo, profetò dicendo: "Ecco, il Signore è venuto con le sue miriadi di angeli per far il giudizio contro tutti, e per convincere tutti gli empi di tutte le opere di empietà che hanno commesso e di tutti gli insulti che peccatori empi hanno pronunziato contro di lui". (Giuda, 14-15)
Qui un testo ispirato del NT, Giuda, dice che un testo per noi apocrifo, cioè Enoc, è ispirato perché ha una profezia divina, espressa chiaramente dal verbo "profetò". Perché dunque non mettiamo Enoc nel canone?
Bisogna dunque abbandonare la pretesa che il NT sia il metro di misura della canonicità dell'AT
Ti dò ragione a metà, il fatto che una citazione non sia criterio di canonicità è vero, altrimenti si dovrebbero ritenere di un certo valore "canonico" anche certe citazioni extrabibliche di Paolo apostolo. Ma, appunto, è questo che contestavo ad altri in questo 3d che affermavano che Daniele non venisse citato in Siracide per esempio. Un bell'argomento, grazie! (adesso vallo a dire anche ai tuoi amici).
Resta il fatto che nessun libro apocrifo fu mai citato da Gesù Cristo e dagli apostoli: li ignoravano semplicemente perchè non li ritenevano ispirati.
Inoltre nel NT ci sono citazioni implicite dai deuterocanonici, e le trovi anche sul sito di Domingo7 che vi ha
dedicato una pagina, per chi voglia confrontare:
-Romani 1, 18-32 con Sapienza 12-14 ( circa dell'immoralità dei pagani);
-Ebrei 1,3 con Sapienza 7,25 (sul Figlio, immagine del Padre);
-Ebrei 11,35-38 con 2 Maccabei 6,18-7,41 (sui tormenti subiti per fede);
-Apocalisse 21,18-21 con Tobia 13,16-17 (la Nuova Gerusalemme).
Che fai ti contraddici? "Implicitamente"? E chi se ne frega?
Io ho una domanda più radicale invece: perché mai il metro di misura di cosa è canonico dovrebbe essere il NT? Mi spieghi perché ti basi sui libri che sono citati o non citati in questa collection di libri che è giunta alla sua
forma attuale SOLO NEL IV secolo? Parli di "forma attuale", ma non di SOSTANZA. Testimonianze più antiche dichiarano cose che possono indurre i credenti di ogni denominazione a fare a meno delle decisioni del clero cattolico. I protestanti non hanno mai capito che il NT è un FENOMENO ECCLESIASTICO ANCHE TARDO. Il Nt non è il metro di misura della Chiesa, perché la Chiesa e il cristianesimo esistono da 4 secoli prima dell'attuale NT, e per 4 secoli si è stati senza l'attuale NT. Se ad esempio la lettera agli Ebrei, che insieme a quella di Giacomo è stata una delle ultime ad essere considerata scrittura, è entrata nel canone nel IV secolo, perché mai dovrebbe essere considera Scrittura, visto che a tuo dire la Chiesa allora era già pienamente apostata, ma, sopratutto, a quel tempo utilizzava già ampiamente il canone dell'AT cattolico attuale? Com'è possibile che inserimenti tardi nel NT siano da voi accettati, mentre se la Chiesa nel medesimo periodo aveva nel canone quelli che voi considerate apocrifi dell'AT non li accettate? Ignori che le più antiche liste canoniche che riportano il canone del NT attuale, o parte di esso, hanno anche nelle medesime liste i testi dell'AT deuterocanonici?
Non capisci che tutto è espressione della medesima Chiesa?
Ad malora.
E con questo hai dimostrato chi è un vero FONDAMENTALISTA. L'ho già espresso più addietro in questo 3d. I veri fondamentalisti non sono animati dall'obiettività o dalla ricerca della verità, sono quelli che si abbarbicano disperatamente alle decisioni di un magistero che si autoproclama autorevole per tutti i fedeli di una certa denominazione religiosa: non sei diverso da un testimone di Geova, per te quello che conta è ciò che afferma la tua chiesa, quindi, fondamentalmente, sei anche tu un settario fondamentalista.

P.S. Dati i nostri "trascorsi forumistici" ti avverto che non ho alcuna intenzione di spendere altro tempo con te su questo argomento. Ormai ci conosciamo così bene che possiamo perfino indovinare e prevenire le nostre rispettive obiezioni. Inutile sprecare tempo ed energie.
Fraterni saluti.
"Come può uno scoglio arginare il mare? Anche se non voglio torno già a volare..." - Mogol
Avatar utente
polymetis
Moderatore
Messaggi: 4612
Iscritto il: 16/06/2009, 15:43
Contatta:

Messaggio da polymetis »

Per Agabo

Gli ignoti scrittori di 1 e 2 Maccabei contengono falsità e contraddizioni inaccettabili (Mac. 2:1-8 -il racconto di Geremia sull'Arca) e le TRE versioni della morte di Antioco Epifane: (1Maccabei 6:8-16 ;2 Maccabei 1:16; 2 Maccabei 9:1-28). Non è una semplice "questione di stile! Il loro contenuto depone contro di loro. “
Sei così limitato dalla forma mentis americana da non renderti conto che tutte le Scritture, dalla Genesi all’Apocalisse, contengono errori storici, e che dunque non è di nessun interesse per il cattolico dimostrare che i libri dei Maccabei siano esenti da errori storici, perché l’ispirazione di un libro non si basa sulla sua storicità. I protestanti, quelli serie europei, e non le settuncole americane, sanno ormai benissimo che la Bibbia storicamente parlando è un testo pieno di contraddizioni e privo di unità, e dunque nessuno di loro si sognerebbe più dire che un libro non è ispirato perché vi sono contraddizioni storiche, in quanto tutti i libri della Bibbia hanno contraddizioni storiche e spesso raccontano episodi inventati. Si può affermare oggi che tutta la storia biblica almeno fino ad Abramo è pura invenzione. L’idea di due progenitori, del diluvio universale, farebbero ridere qualsiasi scienziato (a meno che non insegni nell’università di una settucola americana della Bible Belt ovviamente, ma costoro non esistono se non per il pubblico di mandriani che li segue).
Se dunque l’ispirazione della Bibbia non sta nella sua storicità, che è anzi spesso lacunosa, in che cosa sta?
Molto semplicemente la Bibbia è ispirata in ciò che concerne “la nostra salvezza”, vale a dire che essa è infallibile in materia di morale e di fede.
Questa è l’interpretazione che dà l’attuale Catechismo degli adulti della Chiesa Cattolica, che al n. 67 recita:
In quanto opera di autori umani, si esprimono però secondo modalità letterarie tipiche delle epoche storiche in cui furono composti e sono condizionati dalle conoscenze storiche e scientifiche di quei tempi. Dio non si rivela per rispondere ad interrogativi di storia o di scienza: la verità che comunità nella sua rivelazione ed assicura nella Sacra Scrittura è la verità che egli ci dona "per la nostra salvezza" (Dei Verbum,11). Lette nella prospettiva della salvezza, le pagine della Bibbia sono realmente la verità della nostra vita; in questo senso non c'è alcun errore. "

Con grande ingenuità dunque Agabo pretende di dire ad un cattolico che i Maccabei non sono ispirati perché potrebbero contenere degli errori storici; al cattolico infatti, come a qualsiasi protestante serio, non importa un fico secco, perché anche tutto il resto dei libri della Bibbia, dalla Genesi in giù, contiene errori storici, e dunque non eventuali errori anche nei libri dei Maccabei sono per qualsiasi persona che abbia un minimo di cultura teologica del tutto irrilevanti. Ma mi rendo conto che le casalinghe americane che si scandalizzano ancora a sentire il nome di Darwin, e le sette fondate per loro, potrebbero pensarla diversamente: pazienza…. Lasciamo questa massa dannata alla sua ignoranza e al suo fanatismo.
“Dillo tu, sapientone! I fatti dimostrano che gli Ebrei, ai quali furono affidate le Scritture, secondo l'Apostolo Paolo, non riconoscevano la validità di quegli scritti che, per farti contento definirò "apocrifi" anziche "deuterocanonici".”
Gli Ebrei? E chi sono gli Ebrei? E’ questa a tua grande ingenuità. Flavio scrive a fine I secolo allorché, dopo la catastrofe della distruzione del tempio, l’unico gruppo rimasto in piedi erano i farisei. I sadducei infatti, aristocrazia sacerdotale, erano troppo legati per il loro modo d’essere al tempio, e dunque s’ ecclissarono con esso, e lo stesso dicasi degli esseni, anch’essi, sebbene per altri motivi, spariti di scena. Sicché a fine primo secolo dire “tutti gli Ebrei” voleva dire “tutti i farisei”, ma questo non era vera un secolo prima, al tempo di Gesù. Quindi se si afferma che il canone corretto sia quello degli Ebrei del tempo di Gesù, si dice una cosa senza senso, perché non esisteva allora “il giudaismo”, ma solo “i giudaismi”, e ogni gruppo aveva canoni diversi. Dei Sadducei ci spieghiamo perché non credessero alla resurrezione, cosa stranissima se avessero avuto nel canone libri come Ezechiele, tramite alcune testimonianze antiche che ci riferiscono come essi considerassero canonico solo il Pentateuco.
Si può far notare notare quanto segue:
1)Origene parlando dei Sadducei dice “I libri di Mosè sono i soli libri che essi ricevono” (Contra Celsum, I, 49)
2)Le argomentazioni dei sadducei tratte dalla letteratura talmudica si basano sempre e solo sulla Torah (cioè sul Pentateuco)
3)Nei Vangeli stessi, i Sadducei attaccano Gesù riferendosi alla Torah quando annunziava la resurrezione, e Gesù, invece di rispondere come avrebbe potuto con un passo del resto della Bibbia in cui si parli chiaramente di resurrezione è costretto invece, per argomentare in modo accettabile ai suoi avversari, a difendere la dottrina della resurrezione con un passo dell’Esodo che in realtà con la resurrezione c’entra poco.
4)I sadducei non credono alla resurrezione (At 23,8), e viene da chiedersi come sia possibile se avessero ricevuto come canoniche scritture come: “Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare e noi vivremo alla sua presenza” (Osea 6,2), o il libro di Ezechiele.
E' possibile stabilire quali libri siano canonici per qualcuno scrutando quello che crede.

Per questo motivo Paolo Sacchi, uno dei maggiori specialisti del II Tempio che abbiamo in Italia, che scrive dei sadducei: "Non riconoscevano la validità della legge orale e con molta probabilità limitavano la scrittura alla sola Torah" (Paolo Sacchi, Archivio teologico torinese, V, 1999, p. 22.)

Già solo il caso Sadduceo fa tremare l’idea che esista un “canone ebraico”, visto che questo fantomatico canone ebraico è in realtà un canone farisaico-talmudico. Se poi ci allarghiamo ad altri gruppi giudaici come gli esseni, e vediamo che essi considerano fonti ispirate anche libri per noi apocrifi come il Rotolo del Tempio, e le sentenze delle Tavole Celesti sparse qua e là, ci rendiamo conto che l’identificazione tra il canone farisaico e quello ebraico tout court è arbitraria.
Stanti queste differenze tra i gruppi, non abbiamo nessun motivo per ritenere che a sua volta il gruppo di Gesù non usasse un canone diverso. Perché mai dovrebbe utilizzare quello dei farisei? Vediamo ad esempio che Giuda cita Enoc, al che ne possiamo dedurre che probabilmente nel novero dei libri allora considerati ispirati ci fosse Enoc, il quale fu in seguito escluso dal canone.
Ma anche parlare di “canone farisaico” è improprio, perché i farisei erano a loro volta divisi al loro interno in diverse scuole, di cui le più note ed importanti sono quelle di Hillel e Shammai. Quindi quando il fariseo Giuseppe Flavio stila un canone ebraico parla di un canone degli unici ebrei di allora, i farisei, e, anche per i farisei, si attiene al parere della scuola maggiore, giacché altre scuole minori dissentivano. Abbiamo infatti testimonianze di dispute sul canone in seno all’ebraismo farisaico anche DOPO la fine del I secolo, il che è la prova documentale che non esisteva affatto un’uniformità all’epoca di Flavio. E, se non esisteva, noi non possiamo guardare all’ebraismo attuale per scorgere quale fu il canone utilizzato da Gesù. Ecco una testimonianza talmudica del II secolo sulla scuola farisaica di Shammai che discute con la scuola di Hillel se il Cantico dei Cantici e il Qohelet “sporchino le mani” (=siano canonici), ove l’espressione “sporcano le mani” deriva dal fatto che se un testo è sacro allora occorrono secondo i farisei alcune procedure particolari per maneggiarlo, pena l’impurità rituale:


Rabbi Giuda dice: "Il Cantico dei cantici sporca le mani, ma per Qoehelet c'è discussione." Rabbi Giuseppe dice: "Qohelet sporca le mani, ma per Il Cantico dei cantici c'è discussione". R. Simone dice: "Qohelet appartiene ai libri leggeri secondo la scuola di Shammai, e ai libri pesanti secondo la scuola di Hillel. R. Simone Ben Zalkkai disse: "Io ho sentito una tradizione dei settantadue anziani, quando essi elessero R. Eleazaro Ben Azaria (capo) del collegio dei saggi, secondo cui il Cantico dei cantici e Qohelet sporcano le mani". R. Aquiba disse: "Dio ne scampi! Nessuno in Israele ha mai contestato che il Cantico dei cantici sporchi le mani, perché il mondo intero non vale il giorno in cui il Cantico dei cantici è stato donato ad Israele, perché tutti i Ketubim sono santi, ma il cantico dei cantici é il santo dei santi. Se c'é stata una discussione , essa ha riguardato soltanto il Qoelhet. Rabbi Johanan ben Joshua disse: "Si è discusso e si é deciso come ha detto ben Zakkai". (Mishnah Yadayim 3,5)

Qui vediamo una classica disputa rabbinica, che concretizza il detto “due ebrei, tre opinioni”. Come si vede la scuola di Shammai, che insieme a quella di Hillel era una delle due principali scuole, non considerava canonico l’Ecclesiaste (Il Qohelet), e solo alla fine della discussione si decide per il parere di ben Zakkai, cioè che sia il Cantico dei Cantici sia il Qohelet siano canonici.
Non esisteva dunque un canone ebraico, e viene da chiedersi perché noi dovremmo accettare quello che hanno stabilito costoro dopo la morte di Cristo, quando la Chiesa s’era già separata dalla sinagoga. Si noti poi che questi dubbi sul Cantico e sul Qohelet hanno un’eco inquietante nel Nuovo Testamento stesso, visto che guarda caso proprio questi due libri, su cui i farisei ancora nel II secolo litigavano, non sono mai citati nel Nuovo Testamento.
Possiamo poi ricordare che per qualche tempo anche 1Mac fu considerato ispirato, il Talmud babilonese riferisce infatti che 1 Maccabei andava letto nella festa dell'Encenia (Ioma 29a).
“Ma guarda, da te mi aspetterei delle osservazioni intelligenti. E ti vanti pure d'avermi "demolito senza pietà"! Uno storico, se favorevole alle tue tesi, non importa se è fariseo, cristiano o ateo. Al contrario, se non fa il tuo gioco, come è il caso di Giuseppe Flavio, egli è un semplice fariseo che non rappresentava nessuno!A me non importa un fico secco di ciò che pensa Polimetis, ma di ciò che dicono molti VERI esperti della testimonianza di Giuseppe Flav”
Gli esperti? E chi sarebbero i tuoi esperti? Professori appartenenti a qualche settuncola che credono ad Adamo ed Eva come te… Dio ci salvi da questi cosiddetti “esperti”. Sono il genere di storici che qualsiasi università Europea si vergognerebbe di assumere, e i cui libri ci vantiamo di non tenere sugli scaffali dei nostri Atenei. Avevo già demolito la vergognosa e dilettantistica pagina “dal canone agli apocrifi” che compare sul tuo sito, ma vedo che non rammenti cosa ti insegnai in quell’occasione.
La questione è molto semplice, e non mi serve neppure dire che Flavio è in errore, almeno su questo punto. Quando lui scrive, davvero i farisei sono tutto ciò che è rimasto dell’erbraismo, e dunque la sua affermazione, circoscritta all’epoca in cui la fa, è senza dubbio vera, il problema è che essa non si proietta ugualmente bene sul passato. Sulla questione dell’antichità del canone farisaico Flavio commete un errore, ma è un errore ovvio e tipico della storiografia antica e dei suoi parametri, che non erano certo come i nostri. Gli antropologi hanno ben studiato come le società antiche non abbiano spesso una chiara coscienza del proprio passato, che per loro è spesso inaccessibile, e dunque sprofondato nelle nebbie del mito. Noi oggi sappiamo cos’è avvenuto nel 1700 perché c’è tutta una “cultura” scolastica che conserva i documenti e trasmette la memoria del passato, ma provate a chiedere ad un contadino, rimasto fuori dai circuiti scolastici, cosa facessero i suoi antenati 300 anni fa, e ovviamente non ne saprebbe niente. La società ebraica similmente aveva una trasmissione delle informazioni tipicamente orale, sicché per una sorta di effetto “telefono senza fili” il passato si deformava in leggenda: la descrizione favolosa della monarchia davidica, le imprese di Sansone, e altri miti deformati del genere, sono un esempio di quanto il passato si possa colorare con le tinte della fantasia. Flavio dunque, riguardo all’antichità del canone, accoglie la leggenda, presa da un apocrifo (4Esdra), secondo cui il canone sarebbe stato chiuso all’epoca esdrina. Ed anche in questo mostra di essere storicamente poco accurato: qualsiasi storico protestante serio, di quelli che insegnano nelle università della Germania, e non ovviamente nel sud della Carolina tra i villici della Bible Belt ancora convinti dell’esistenza di Adamo ed Eva, invece sostiene che non esistesse alcun canone all’epoca di Esdra, visto che alcuni libri dell’attuale canone ebraico neppure erano stati scritti. Visto che parli di “veri esperti”, citiamo il maggiori biblista protestante italiano, docente in un’università valdese, J.A. Soggin, che giustamente bolla come leggenda ridicola quella del cane esdrino:

"la tesi secondo la quale il canone sarebbe stato chiuso all'epoca di Esdra venne accettata a criticamente al secolo XVIII, ma non ha altro fondamento storico che il fatto che tali erano le intenzioni di chi decideva sulla canonicità o meno di un libro. Essa urta infatti in primo luogo con le date di certi libri o di determinate unità letterarie, certamente posteriori all'epoca di Esdra di ciononostante entrati a parte del canone; non spiega perché i samaritani accettarono del canone soltanto il Pentateuco, se all'epoca dello scisma tutta la Bibbia ebraica doveva essere completa e canonica; lasciano inspiegabili le origini del canone d'Alessandria che contiene un numero di libri notevolmente superiore a quello palestinese [...] La chiusura del canone va dunque cercata degli ultimi anni del I secolo e i primi del II secolo d.C." (J.A. Soggin, Introduzione all'Antico Testamento, p. 34)

Come si vede dunque, persino i protestanti non osano scrivere più le sciocchezze da fondamentalismo protestante americano che Agabo tenta di propinarci.
“Mettiti l'animo in pace. Oltre al Flavio, delle note negative le hanno scritto anche Girolamo ed Eusebio, per esempio. Non sono i soli tra gli antichi, ma tre testimoni sono più che sufficienti per affondare il tuo discorsetto.”
Ma di cosa blateri. Girolamo, ad esempio, è vero che considerava canonici sono i 39 libri scritti in ebraico, ma la sua testimonianza non è a favore del canone corto, semmai il contrario, perché, proprio quando ci dice che lui preferisce il canone corto, ci informa simultaneamente che questa però è solo una sua opinione personale e che il resto della Chiesa usa anche altri libri, e ci dice infatti che egli ha tradotto in latino non solo 39 libri in ebraico, ma anche i 7 in greco. Perché l’avrebbe fatto altrimenti? Ce lo dice lui stesso: questo era il volere dei vescovi, e, ipsissima verba, è meglio litigare coi rabbini che coi propri vescovi. Se Girolamo usa un canone corto è perché lui studiava l’ebraico coi rabbini di allora, cioè coi discendenti dei farisei, e dunque s’era lasciato persuadere, per non dispiacere ai suoi maestri, che il canone corretto fosse quello a 39. Fortunatamente ha annotato, nel dirci che lui personalmente preferiva i 39, che i vescovi e il resto della Chiesa erano di parere diverso.
"Nel giudizio è meglio dispiacere ai Farisei, e attenersi alle decisioni dei vescovi" (PL 29,25)
Altre volte, utilizza argomenti tratti dagli apocrifi dicendo che a questo o quell'altro pareva di dover di ricevere nel canone quei passi. Addirittura una volta parla di un libro che secondo lui non va messo nel canone ma "tuttavia è accettato dagli ecclesiastici" (PL 25,1119). Giuditta nel 397 lo pone accanto ai sacri libri di Rut e di Ester (PL 22,623). Egli stesso nei suoi scritti cita per 200 volte passi tratti dai deuterocanonici.
“Resta il fatto che nessun libro apocrifo fu mai citato da Gesù Cristo e dagli apostoli: li ignoravano semplicemente perchè non li ritenevano ispirati.”
Non citano mai neppure il Qohelet o il Cantico, ergo, se dovessimo basarci su questo tuo ragionamento, dovremmo buttarli fuori dal canone e concludere che Gesù non li riconosceva come ispirati.
“Che fai ti contraddici? "Implicitamente"? E chi se ne frega?”
Non c’è nessuna contraddizione. Non ci sono citazioni “esplicite”, ma citazioni “implicite”, cioè citare un testo parafrasandolo. Il caso della Nuova Gerusalemme tra Tobia ed Apocalisse è uno dei più eloquenti.
“E con questo hai dimostrato chi è un vero FONDAMENTALISTA. L'ho già espresso più addietro in questo 3d. I veri fondamentalisti non sono animati dall'obiettività o dalla ricerca della verità, sono quelli che si abbarbicano disperatamente alle decisioni di un magistero che si autoproclama autorevole per tutti i fedeli di una certa denominazione religiosa:”
Ma la mia argomentazione non ha nulla di fondamentalistico, è banalmente una constatazione storica. Il canone non è esistito nella sua forma attuale per i primi 4 secoli, e nel 4 s’è stabilizzato grazie all’intervento autoritativo dei vescovi. Ergo o si accetta che questi vescovi fossero autorizzati da Dio a fare quel che fecero, ma allora si deve ammettere che la Chiesa nel IV secolo era la Chiesa di Dio, oppure, se si rigetta l’autorità di questi vescovi, si dovrà gettare alle ortiche il canone da essi creato.
Io non sto dicendo che tu devi accettare l’infallibilità del magistero della Chiesa, sto solo dicendo che chi non la accetta ha come conseguenza di non poter più giustificare l’uso dell’attuale del Nuovo Testamento. Sicché o si è cattolici, o si diventa atei. Il protestantesimo è impossibile logicamente, perché non permette di spiegare come mai, se si rigetta l’autorità della Chiesa, ci si basi sul canone creato da essa nel IV secolo.
“Dati i nostri "trascorsi forumistici" ti avverto che non ho alcuna intenzione di spendere altro tempo con te su questo argomento. O”
Tu puoi fare quello che vuoi, io continuerò a demolire quello che scrivi.
Se poi tu non dovessi mollare, ricorrerò alla soluzione finale, vale a dire che mi metterò ad urlare il nome “Darwin” ogni due righe! So infatti che voi anime candide della Bible Belt sentendo il nome Darwin, considerato Satana in terra, scappate a gambe levate facendovi il segno della croce così come i vampiri scappano davanti all’aglio e all’acqua santa. Ergo: Darwin, Darwin,Darwin! Senti il terrore che ti pervade? Darwinnnnnnnnnnnnn! Io ti esorcizzo Agabo, nel santo nome di Darwin….
“Ormai ci conosciamo così bene che possiamo perfino indovinare e prevenire le nostre rispettive obiezioni.”
Considerata la tua assenza di preparazione antichistica la cosa è altamente improbabile.
Fraterni saluti.
Saluti darwiniani.

Ad maiora
Presentazione


Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
flabot
Utente Junior
Messaggi: 421
Iscritto il: 16/07/2009, 19:31
Contatta:

Messaggio da flabot »

Evviva, si sentiva la mancanza del Poly. combattente, da vero Don Chisciotte cavalcare a spron battuto verso i mulini a vAnto, riuscendo a debellare i poveri ignorantoni che ancora credono di poter competere in dialettica con lui.
Hai avuto crisi di astinenza in questo periodo di calma piatta? Oppure sei ricorso a sostanze sostitutive per combattere l'apatia esistenziale?

Una puntina fondamentelista lo sei, dai ammettilo :occhiol: :occhiol: :occhiol: :occhiol: :occhiol: :occhiol: :ciao: :ciao:
Avatar utente
Francesco Franco Coladarci
Moderatore
Messaggi: 3864
Iscritto il: 16/07/2009, 21:24
Contatta:

Messaggio da Francesco Franco Coladarci »

flabot » 3 minuti fa

Evviva, si sentiva la mancanza del Poly. combattente, da vero Don Chisciotte cavalcare a spron battuto verso i mulini a vAnto, riuscendo a debellare i poveri ignorantoni che ancora credono di poter competere in dialettica con lui.
Hai avuto crisi di astinenza in questo periodo di calma piatta? Oppure sei ricorso a sostanze sostitutive per combattere l'apatia esistenziale?

Una puntina fondamentelista lo sei, dai ammettilo
Altra provocazione e prenderai un Warning.
Se hai da contestare le argomentazioni fallo, senza provocare.
Spero di non tornarci ancora.

Franco/mod
“Al di sopra del Papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesiastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica.”
(Cardinal Joseph Ratzinger )

skype: el_condor4
Avatar utente
polymetis
Moderatore
Messaggi: 4612
Iscritto il: 16/06/2009, 15:43
Contatta:

Messaggio da polymetis »

flabot ha scritto:Evviva, si sentiva la mancanza del Poly. combattente, da vero Don Chisciotte cavalcare a spron battuto verso i mulini a vAnto, riuscendo a debellare i poveri ignorantoni che ancora credono di poter competere in dialettica con lui.
Hai avuto crisi di astinenza in questo periodo di calma piatta? Oppure sei ricorso a sostanze sostitutive per combattere l'apatia esistenziale?

Una puntina fondamentelista lo sei, dai ammettilo :occhiol: :occhiol: :occhiol: :occhiol: :occhiol: :occhiol: :ciao: :ciao:
Mio caro, mi sfugge dove starebbero le tue argomentazioni. Le provocazioni vanno benissimo, purché ovviamente siano argomentate.

Ad maiora
Presentazione


Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Avatar utente
caribu70
Utente Senior
Messaggi: 563
Iscritto il: 04/01/2011, 22:32
Località: Cesena
Contatta:

Messaggio da caribu70 »

Quando le persone non hanno la cultura, la passione e le argomentazioni purtroppo rispondono solo con le provocazioni, questa è una storia vecchia come il mondo.
Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!» (Mc10,51)
Presentazione
Avatar utente
agabo
Utente Senior
Messaggi: 929
Iscritto il: 27/07/2009, 12:33
Località: Piemonte
Contatta:

Messaggio da agabo »

Polymetis wrote:

"Tu puoi fare quello che vuoi, io continuerò a demolire quello che scrivi.
Se poi tu non dovessi mollare, ricorrerò alla soluzione finale, vale a dire che mi metterò ad urlare il nome “Darwin” ogni due righe! So infatti che voi anime candide della Bible Belt sentendo il nome Darwin, considerato Satana in terra, scappate a gambe levate facendovi il segno della croce così come i vampiri scappano davanti all’aglio e all’acqua santa. Ergo: Darwin, Darwin,Darwin! Senti il terrore che ti pervade? Darwinnnnnnnnnnnnn! Io ti esorcizzo Agabo, nel santo nome di Darwin…".
Immagine
Hai evocato Darwin e sei stato accontentato Eccolo qua! Non c'è che dire, sei bravo come 'spiritista'. Ma io non sono scappato, come vedi. Ci vuole ben altro per "esorcizzare" uno come me, che non crede NELL'IMMORTALITà DELL'ANIMA (e i conseguenti "contatti" con i defunti) e che crede che la Scienza (nota la "S" maiuscola!) ha relegato in soffitta il darwinismo.
Urla quanto ti pare, Polymetis, chi ama la verità non la sfugge, così come fai tu, non si appella disperatamente e fanaticamente ad un magistero umano, come fai tu, non si fossilizza su quanto ha studiato in passato, ma avanza fiducioso con la mente, il cuore e la fede "aperti", COME NON FAI TU.

"Come può uno scoglio arginare il mare? Anche se non voglio torno già a volare..."
"Come può uno scoglio arginare il mare? Anche se non voglio torno già a volare..." - Mogol
Avatar utente
Mario70
Utente Gold
Messaggi: 6295
Iscritto il: 10/06/2009, 21:28
Località: Roma
Contatta:

Messaggio da Mario70 »

Ricordando che a chi vi legge non interessano minimamente gli attacchi personali, oltre ad essere vietati da regolamento, quello che può interessare sono invece le argomentazioni esposte sia da una parte che dall'altra, poi ognuno ne trae le proprie conseguenze.
Se si vuole aggiungere qualcosa d'altro saremo quindi contenti, altrimenti meglio astenersi.
Mario (mod)
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
virtesto
Veterano del Forum
Messaggi: 1397
Iscritto il: 20/09/2009, 17:10

Riassumendo:

Messaggio da virtesto »

Daniele si trova a Babilonia nel VI° secolo e dintorni ma non sa che Nabonedo è il suo re; per lui non esiste. Chiama re Baldassarre che invece è il reggente. Nel cap.5 si nota che chiama, quattro volte , Nabucodonosor come PADRE di Baldassarre invece ne è il nipote. Eppure era lì, a corte.
In Dan.5.31 si dice che Babilonia era conquistata ed a Baldassarre (altro errore) succedette un certo Dario il Medo.Questi è sconosciuto. Era lì Daniele ma non ha visto che fu Ciro il Grande ad entrare a Babilonia. In Dan,6.29 Ciro è presentato come successore di Dario mentre invece Dario I salì al trono quattro anni dopo la morte di Ciro. Eppure Daniele era lì a Babilonia. In Dan. 9.1 Dario è chiamato figlio di Serse mentre invece è il contrario:Serse era figlio di Dario.
In Dan,14.33 si cita Abacuc come contremporaneo di Daniele ma quel profeta visse nel VII° secolo.
A Babilonia suonava una 'Band' greca in trasferta in quanto non su usavano strumenti a percussione babilonesi ma strumenti a corde greci. Decisivo, a mio parere, il fatto che Daniele non usa il tetragramma, come si usava dal 3° secolo a.C.per dire che non fu scritto a Babilonia. La presenza di Paggi reali nel libro, tipici dell'ambiente greco, dovrebbe fare riflettere, invece niente. Anche il fatto che gli indovini vengono chiamati 'Caldei' dovrebbe far riflettere, invece niente.
Ma ad un certo punto Daniele, forse invasato, ha un momento di estrema lucidità e "Profetizza". Nel cap.11, come Achille ha ben spiegato. Lì non ne sbaglia una: a distanza di qualche secolo azzecca tutto. Srano è..
Ma qui sta il punto che depone maggiormentre a sfavore di Daniele. Perchè nella Bibbia i vari "profeti" non ne hanno mai azzeccata una di profezie, per cui è impossibile che Daniele ci fosse riuscito. Già: tutte le profezie circa Gesù che si sono realizzate; se uno crede a queste deve anche ammettere che Gesù era un Robot e non un uomo.
Avatar utente
polymetis
Moderatore
Messaggi: 4612
Iscritto il: 16/06/2009, 15:43
Contatta:

Messaggio da polymetis »

Per Agabo
"Ci vuole ben altro per "esorcizzare" uno come me, che non crede NELL'IMMORTALITà DELL'ANIMA (e i conseguenti "contatti" con i defunti) e che crede che la Scienza (nota la "S" maiuscola!) ha relegato in soffitta il darwinismo."
La scienza con la S maiuscola è quella che insegnano in tutte le università statali del pianeta o è quella che insegnano solo nelle università battiste e metodiste del Sud della Florida?
"Urla quanto ti pare, Polymetis, chi ama la verità non la sfugge, "
L'unico che sta fuggendo non rispondendo a nulla sei tu.
"on si appella disperatamente e fanaticamente ad un magistero umano,"
Come ripeto, ti dai la zappa sui piedi. Se quel magistero è umano, allora, proprio perché è stato tale magistero a stabilire e dar forma all'attuale canone del Nuovo Testamento tra II e IV secolo, allora l'inevitabile conclusione è che anche il canone del NT sia opera umana.
"non si fossilizza su quanto ha studiato in passato, ma avanza fiducioso con la mente, il cuore e la fede "aperti", COME NON FAI TU."
Quelli che non vogliono accettare il futuro, cioè la biologia contemporanea, perché vogliono rimanere fossilizzati su cosmologie primitive di millenni fa finite nella Genesi siete voi, e non certo quelli che, seguendo il metodo sperimentale, non hanno nessun libro sacro da difendere né alcuna conclusione già pre-confezionata a cui doversi adeguare.

Immagine


Ad maiora
Presentazione


Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16478
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

Messaggio da Achille »

Era venuta in mente anche a me la vignetta postata da Polymetis.
Questa è una versione in italiano:

Immagine

Questo è l'errore che fanno anche i TdG: danno per scontato ("Qui è la conclusione") che la Bibbia - che non è poi "la Bibbia", ma a loro particolare interpretazione del testo - insegni come verità assodate e indiscutibili determinate cose.
Quindi, anziché cercare di capire se si tratta di verità oggettive o se, invece, come accade, sono solo particolari interpretazioni, cercano di trovare vari puntelli o sostegni nella realtà, selezionando tutte quelle informazioni, o citando in maniera parziale certe fonti, per "dimostrare" che la loro interpretazione è quella giusta.
Pensavo a questo leggendo una recente rivista in cui la WTS si ostina, nonostante le evidenze contrarie, a sostenere la data del 607 come anno della caduta di Gerusalemme.
Danno per scontato che l'esilio a Babilonia sia durato 70 anni, e quindi cercano di trovare "fatti che possano sostenere" questa loro opinione erronea e settaria.
Ma lo stesso si può dire anche del modo in cui interpretano Daniele: secondo i dirigenti geovisti, 2500 anni fa Daniele avrebbe profetizzato anche eventi che riguardano la Watch Tower Society... :triste:

Achille
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
Avatar utente
domingo7
Veterano del Forum
Messaggi: 2189
Iscritto il: 21/07/2009, 19:06
Località: Chiavari (Ge)
Contatta:

Carissimo Achille

Messaggio da domingo7 »

la vignetta è bella e sicuramente molto espressiva ...
però il tentativo di produrre dei falsi clamorosi spetta
più agli evoluzionisti che ai creazionisti .....

penso al caso dell'uomo di Piltdown ......

http://it.wikipedia.org/wiki/Uomo_di_Piltdown" target="_blank
Presentazione

Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie [Efesini 5,3-4]
Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16478
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

Messaggio da Achille »

domingo7 ha scritto:la vignetta è bella e sicuramente molto espressiva ...
però il tentativo di produrre dei falsi clamorosi spetta
più agli evoluzionisti che ai creazionisti .....
Ma io penso che molti creazionisti non siano consapevoli dei falsi storici e scientifici che sostengono e che diffondono.
Dato che sono convinti di avere la Verità Assoluta, e che tutto il resto del mondo è in errore, leggono tutto attraverso i loro "occhiali fondamentalisti", filtrando solo quelle informazioni che pensano possano sostenere le loro interpretazioni.
Gli imbroglioni che hanno creato il falso fossile di Piltdown erano invece pienamente consapevoli di imbrogliare.

Lezione di scienze in una scuola fondamentalista:

Immagine
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
Avatar utente
domingo7
Veterano del Forum
Messaggi: 2189
Iscritto il: 21/07/2009, 19:06
Località: Chiavari (Ge)
Contatta:

Carissimo Achille

Messaggio da domingo7 »

Ma io penso che molti creazionisti non siano consapevoli dei falsi storici e scientifici che sostengono e che diffondono.
Dato che sono convinti di avere la Verità Assoluta, e che tutto il resto del mondo è in errore, leggono tutto attraverso i loro "occhiali fondamentalisti", filtrando solo quelle informazioni che pensano possano sostenere le loro interpretazioni.
Gli imbroglioni che hanno creato il falso fossile di Piltdown erano invece pienamente consapevoli di imbrogliare.
Verissimo ......
gli imbroglioni sono sempre consapevoli di imbrogliare .....
ma tra Teillard de Chardin e Russel ......non saprei proprio chi sia stato meglio......
Presentazione

Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie [Efesini 5,3-4]
Avatar utente
polymetis
Moderatore
Messaggi: 4612
Iscritto il: 16/06/2009, 15:43
Contatta:

Messaggio da polymetis »

però il tentativo di produrre dei falsi clamorosi spetta
più agli evoluzionisti che ai creazionisti
I falsi non c'entrano nulla con la vignetta. Si tratta della "selezione delle informazioni", cioè quando una persona decide a cosa credere non in base alle argomentazioni ma alla simpatia. Si è cioè irresistibilmente portati a trovare più convincente l'argomentazione di chi la pensa come noi, e non si vede invece che spesso è l'avversario ad avere i migliori argomenti. E' una tendenze universale della mente umana, nessuno di noi ne è immune, ma i creazionisti incarnano questo atteggiamento all'ennesima potenza, quando si fidano dei ragionamenti illogici di qualche geologo americano della Bible Belt che gioca a fare il biologo, quando non si sforzano di capire come funziona davvero la selezione naturale, ecc. Molti creazionisti, se chiedi loro cosa preveda la teoria neo-darwinista, ti risponderanno tutti fraintendendola e ragionando in base alla teoria dell'evoluzione di Lamarck.

Ad maiora
Presentazione


Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Avatar utente
domingo7
Veterano del Forum
Messaggi: 2189
Iscritto il: 21/07/2009, 19:06
Località: Chiavari (Ge)
Contatta:

carissimo Andrea

Messaggio da domingo7 »

I falsi non c'entrano nulla con la vignetta. Si tratta della "selezione delle informazioni", cioè quando una persona decide a cosa credere non in base alle argomentazioni ma alla simpatia. Si è cioè irresistibilmente portati a trovare più convincente l'argomentazione di chi la pensa come noi, e non si vede invece che spesso è l'avversario ad avere i migliori argomenti. E' una tendenze universale della mente umana, nessuno di noi ne è immune, ma i creazionisti incarnano questo atteggiamento all'ennesima potenza, quando si fidano dei ragionamenti illogici di qualche geologo americano della Bible Belt che gioca a fare il biologo, quando non si sforzano di capire come funziona davvero la selezione naturale, ecc. Molti creazionisti, se chiedi loro cosa preveda la teoria neo-darwinista, ti risponderanno tutti fraintendendola e ragionando in base alla teoria dell'evoluzione di Lamarck.
Tutto quanto dici è tristemente vero e per colpa dei bigotti non ci lasciò le piume perfino Galilei....

Però sull'evoluzione, se gli evoluzionisti sono così certi di avere la ragione e la logica dalla loro parte,
c'è da domandarsi perché vennero prodotte informazioni tanto taroccate per convincere la scienza .....

soprattutto da gente come Dawson (che forse cercava la fama)
e da Theillard de Chardin (che forse cercava il sincretismo scientifico-religioso)

Dopo lo smacco subito dalla chiesa cattolica su Galilei,
non ci troveremo di fronte a semplici tentativi
di accettare e metabolizzare in modo preventivo
tutto ciò che ogni teoria scientifica produce .....???????
Presentazione

Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie [Efesini 5,3-4]
Avatar utente
polymetis
Moderatore
Messaggi: 4612
Iscritto il: 16/06/2009, 15:43
Contatta:

Messaggio da polymetis »

I maggiori falsari sono soprattutto i creazionisti, e basta leggere il modo osceno in cui gli opuscoli geovisti hanno osato citare persino degli scienziati darwinisti per rendersene conto. Quelli che si oppongono al darwinismo oggi sono esattamente gli stessi che si opposero a Galileo 400 anni fa, degli immaturi cronici nella fede senza capacità di comprendere la portata dell'ispirazione divina della Scritture.
Quanto al perché alcuni evoluzionisti hanno fabbricato dei falsi è perché banalmente alcuni di loro evidentemente volevano far carriera. L'evoluzionismo ha già delle prove schiaccianti, e non ha bisogno di alcun uomo Uomo di Piltdown, esattamente come non ha bisogno di trovare alcun anello mancante. I creazionisti, che continuano a battere su questo tasto degli anelli mancanti, paiono essere i soli a non aver capito che il concetto di anello mancante è privo di senso.

Ad maiora
Presentazione


Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Avatar utente
domingo7
Veterano del Forum
Messaggi: 2189
Iscritto il: 21/07/2009, 19:06
Località: Chiavari (Ge)
Contatta:

carissimo Andrea

Messaggio da domingo7 »

I maggiori falsari sono soprattutto i creazionisti, e basta leggere il modo osceno in cui gli opuscoli geovisti hanno osato citare persino degli scienziati darwinisti per rendersene conto. Quelli che si oppongono al darwinismo oggi sono esattamente gli stessi che si opposero a Galileo 400 anni fa, degli immaturi cronici nella fede senza capacità di comprendere la portata dell'ispirazione divina della Scritture. Quanto al perché alcuni evoluzionisti hanno fabbricato dei falsi è perché banalmente alcuni di loro evidentemente volevano far carriera. L'evoluzionismo ha già delle prove schiaccianti, e non ha bisogno di alcun uomo Uomo di Piltdown, esattamente come non ha bisogno di trovare alcun anello mancante. I creazionisti, che continuano a battere su questo tasto degli anelli mancanti, paiono essere i soli a non aver capito che il concetto di anello mancante è privo di senso.
I falsari purtroppo ci sono un po' dappertutto (penso alla Sindone di Torino e all'ostinazione di chi ne difende l'autenticità)
Ci sono falsari per natura e falsari per paura .......ci sono falsari bigotti e falsari scienziati.....
A me pare davvero un problema trasversale ........
Presentazione

Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie [Efesini 5,3-4]
giova65
Nuovo Utente
Messaggi: 108
Iscritto il: 08/07/2014, 5:42
Contatta:

Messaggio da giova65 »

Achille ha scritto:Come ho già osservato in discussioni analoghe - sia in questo che nel precedente forum - come mai nei libri dei Maccabei, scritti pochi anni dopo gli eventi di Antioco Epifane, non si fa alcun accenno al fatto che quello che accadeva alla nazione giudaica era stato già predetto secoli prima dal profeta Daniele? Come mai questo assoluto silenzio su una profezia così straordinaria, se tale profezia fosse stata conosciuta dai Giudei secoli prima di Antioco IV?
Nei libri dei Maccabei si parla in maniera dettagliata della prima persecuzione religiosa della storia del popolo ebraico e si tace del tutto sul fatto che tale persecuzione sarebbe stata minuziosamente predetta nella Scrittura?

Achille
La domanda che poni mi pare possa avere, Achille, una sola spiegazione: i Maccabei sapevano che quella profezia non si sarebbe adempiuta ai loro giorni, ma quasi due secoli dopo. A me pare la risposta più semplice e corretta. Del resto \che la profezia delle 70 settimane si rivolga a tempi futuri rispetto al periodo maccabico è provato pure dai calcoli. E che nessuno sia riuscito a farli quadrare non significa che essi siano sbagliati, perchè l'errore potrebbe risiedere in coloro che li hanno eseguiti. Cerchiamo di fare un po' di chiarezza.
La profezia delle 70 settimane richiede la massima precisione nei suoi termini di calcolo che sono il primo anno di regno di Artaserse e la crocefissione. In mancanza di questi due elementi si entra in un ginepraio d'ipotesi. Occupiamoci del primo elemento che è il primo anno di regno di A.serse. Biblicamente, ma anche storicamente, tale anno fu il 471 a.C. e con esso possiamo calcolare il XX° anno richiesto dalla profezia, cioè il 451 a.C. nel corso del quale esce la parola sulla ricostruzione di Gerusalemme. Qui però bisogna fare attenzione, poichè Neemia per 3 giorni (anni, seguendo Ez 4) non rivela a nessuno le sue intenzioni, dunque non mette mano all'opera. Quei 3 anni, dunque, vanno tolti e siamo al 448 a.C., anno che risulta essere il termine a quo per il calcolo, il quale richiede che siano tolte 69 settimane, cioè 483 anni. Così facendo cadiamo nel 35 d.C., anno della crocefissione e secondo elemento necessario per venire a capo della profezia.
Qualcuno potrebbe pensare che quel 35 d.C. sia solo frutto di un conto, ma poco sostenibile, ma sbaglierebbe perchè è molto più sostenibile, ad esempio, del 32 d.C. che mi sembra vada per la maggiore. Infatti il 35 d.C. c'introduce in un Cristo poco conosciuto se non dimenticato, cioè quello cinquantenne di Policarpo, Ireneo e Giovanni, il quale non a caso in due passi del suo Vangelo suggerisce tale età(Gv 2,20 e 8,57). Se noi ragioniamo nei termini dei 50 anni è giocoforza calcolare l'anno di nascita nel 15 a.C. Qui qualcuno potrebbe saltare dalla sedia, ma di nuovo sbaglierebbe, perchè non solo c'è un dato astronomico a suo favore, ma pure i Vangeli che ci narrano della stella cometa e del racconto fatto dai magi a Erode.Dal primo caso sappiamo con certezza che Halley passò su Gerusalemme nel 12 a.C.; dal secondo caso sappiamo invece che Erode, sulla base dei calcoli fatti dai magi, fece uccidere i bambini da due anni in giù. Ciò ci permette di supporre che Erode dava per nato Gesù da almeno due anni dal passaggio di Halley, che essendo avvenuto nel 12 a.C. fa dell'anno di nascita di Gesù il 14/15 a.C., cosa che conferma pienamente il cristo cinquantenne che avevamo ipotizzato (15 a.C.+ 50 anni=35 d.C.)
Come puoi vedere i conti quadrano alla perfezione, anche se tu potresti pensare che siano solo frutto di una mia speculazione. Se così fosse ti provo che pure i Padri della Chiesa così calcolavano. In particolare lo fa Teodoreto di Cirro il quale nel suo Commento a Daniele scrive che " dal XX° anno di regno di A.serse al battesimo (inizio del ministero di Gesù) passano le 69 settimane" cioè 483 anni. Come ho già scritto, il primo anno di regno di quel re fu il 471 a.C., dunque il XX° cade nel 451 a.C. a cui vanno tolti i 483 anni per cadere nel 32 a.C., inizio del ministero. Se presti attenzioni, capirai subito che a quel 32 vanno aggiunte le tre Pasque di Giovanni (durata del ministero) e cadi di nuovo nel 35 d.C. anno della crocefissione, come in precedenza scritto. Come vedi questo calcolo non è ignota alla Tradizione, anzi, è proprio quello della Tradizione, mentre quelli suggeriti dall'esegesi attuale tutta sono solo frutto di speculazioni nate perchè non in possesso degli elementi di calcolo esatti. Questo è l'errore di fondo che ha partorito quella sciocchezza colossale del Daniele leggenda maccabica. Era un grandissimo profeta e il silenzio maccabico a suo riguardo è dovuto solo al fatto che sapevano benissimo che quella profezia non li riguardava. Ciao
Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16478
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

Messaggio da Achille »

giova65 ha scritto:La domanda che poni mi pare possa avere, Achille, una sola spiegazione: i Maccabei sapevano che quella profezia non si sarebbe adempiuta ai loro giorni, ma quasi due secoli dopo. A me pare la risposta più semplice e corretta.
Daniele 11, capitolo che ho esaminato dettagliatamente nel mio sito ( http://www.infotdgeova.it/daniele.php" onclick="window.open(this.href);return false; ), descrive nei dettagli quello che accadde al tempo della persecuzione di Antioco IV. Impossibile che i contemporanei non avessero richiamato l'attenzione sul fatto che la "profezia" si stava adempiendo ai loro giorni. Invece tutto tace. E questo confemra che la "profezia" non era ancora stata scritta.
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
giova65
Nuovo Utente
Messaggi: 108
Iscritto il: 08/07/2014, 5:42
Contatta:

Messaggio da giova65 »

Achille ha scritto:
giova65 ha scritto:La domanda che poni mi pare possa avere, Achille, una sola spiegazione: i Maccabei sapevano che quella profezia non si sarebbe adempiuta ai loro giorni, ma quasi due secoli dopo. A me pare la risposta più semplice e corretta.
Daniele 11, capitolo che ho esaminato dettagliatamente nel mio sito ( http://www.infotdgeova.it/daniele.php" onclick="window.open(this.href);return false; ), descrive nei dettagli quello che accadde al tempo della persecuzione di Antioco IV. Impossibile che i contemporanei non avessero richiamato l'attenzione sul fatto che la "profezia" si stava adempiendo ai loro giorni. Invece tutto tace. E questo conferma che la "profezia" non era ancora stata scritta.
Vedo che il maccabismo ha contagiato anche te. Ti prego però di notare, al di là dei calcoli, che quella stessa profezia richiede che sia "stabilita una giustizia eterna" (Dn. 9,24). Può un sacerdote (Onia III) per quanto santo farlo? O è prerogativa esclusivamente messianica? Credo che sia buona la seconda e infatti i conti, se ben fatti, conducono a Cristo. Senza contare che se collochi il suo avverarsi nei maccabei, tireresti fuori dei calcoli senza capo nè coda. C'è un unica profezia e un unico modo per farla quadrare ed è quello che ti ho mostrato. Di qui il silenzio dei Maccabei: la profezia riguardava il futuro e non loro. E' la soluzione più semplice.
Avatar utente
Quixote
Moderatore
Messaggi: 4711
Iscritto il: 15/08/2011, 23:26
Località: Cesena
Contatta:

Messaggio da Quixote »

giova65 ha scritto:
Achille ha scritto:
giova65 ha scritto:La domanda che poni mi pare possa avere, Achille, una sola spiegazione: i Maccabei sapevano che quella profezia non si sarebbe adempiuta ai loro giorni, ma quasi due secoli dopo. A me pare la risposta più semplice e corretta.
Daniele 11, capitolo che ho esaminato dettagliatamente nel mio sito ( http://www.infotdgeova.it/daniele.php" onclick="window.open(this.href);return false; ), descrive nei dettagli quello che accadde al tempo della persecuzione di Antioco IV. Impossibile che i contemporanei non avessero richiamato l'attenzione sul fatto che la "profezia" si stava adempiendo ai loro giorni. Invece tutto tace. E questo conferma che la "profezia" non era ancora stata scritta.
Vedo che il maccabismo ha contagiato anche te. Ti prego però di notare, al di là dei calcoli, che quella stessa profezia richiede che sia "stabilita una giustizia eterna" (Dn. 9,24). Può un sacerdote (Onia III) per quanto santo farlo? O è prerogativa esclusivamente messianica? Credo che sia buona la seconda e infatti i conti, se ben fatti, conducono a Cristo. Senza contare che se collochi il suo avverarsi nei maccabei, tireresti fuori dei calcoli senza capo nè coda. C'è un unica profezia e un unico modo per farla quadrare ed è quello che ti ho mostrato. Di qui il silenzio dei Maccabei: la profezia riguardava il futuro e non loro. E' la soluzione più semplice.
«Soluzione piú semplice» non direi proprio. Lasciamo pur perdere i Maccabei e Daniele, benissimo spiegati nelle pagine del sito cui Achille puntualmente rimanda. Di fatto il 471 non è il primo anno del regno di Artaserse, ed è incomprensibile che tale datazione venga considerata valida «biblicamente, ma anche storicamente». A contraddire quest’ipotesi basta semplicemente un giro nell’internet sotto voce ‘Serse’, ove si troveranno centinaia di link, concordi sul periodo 485-465 da attribuire al regno di quest’ultimo. Lo stesso vale per la nascita di Cristo, circoscrivibile grosso modo fra 7 a.C e 7 d.C, con decine di ipotesi, di cui quella di una datazione a ridosso della cometa di Halley (12 a. C.) è sempre stata poco considerata dagli studiosi, anche perché nel testo evangelico si parla di stella (gr. ἀστὴρ) e non di cometa (gr. κομήτης).
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
GIOVANNI, III, 19. (G. Leopardi, La ginestra, esergo)
======================================
Primo postPresentazioneStaurós: palo o croce? (link esterno)
giova65
Nuovo Utente
Messaggi: 108
Iscritto il: 08/07/2014, 5:42
Contatta:

Messaggio da giova65 »

Beh se lasci perdere Daniele e i Maccabei non rimane che cambiare discussione. Ma anche riguardo al 471 a.C. mi pare che cadiamo in un fuori luogo, in "oltre internettiano" perchè storicamente il primo anno di regno di A.Serse è data fluida, oscillando tra il 465 e il 475 a.C. Dunque quel 471 è storico e suffragato, oltre che dalla cronologia biblica di cui è un cardine, anche dall'ostrakon che Temistocle ricevé proprio nel 471 a.C. e questo lo portò a scrivere ad Artaserse per chiedere Asilo. Ciò prova che A.Serse era almeno regnante nel 471 a.C.
Ritorniamo però in tema e illustratemi, per favore, i conti che conducono ai Maccabei e all'uccisione di Onia III prendendo in esame la profezia delle 70 settimane, perchè mi pare che facciamo chiacchiera laddove la natura del problema è numero (non a caso parliamo delle 70 settimane)
Rispondi
  • Argomenti simili
    Risposte
    Visite
    Ultimo messaggio

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 52 ospiti