E' ancora per la questione Chresto o Cristo. Polymetis vorrebbe farci intendere, se ho capito bene, che Svetonio si riferiva sempre a Gesù Cristo anche se scriveva Chresto. Quindi quei Giudei citati da Svetonio erano in realtà cristiani sobillati da Gesù Cristo. Siamo nel 49 d.C. e Gesù, sempre se fosse esistito, morì negli anni '30. Predicava l'amore, di porgere l'altra guancia, beati i pacifici, i miti ecc. ecc. qui a Roma avremmo invece dei cristiani rivoluzionari sobillati, da morto, da Gesù Cristo.
Il nome proprio Chresto esiste e Svetonio lo associa a dei giudei che poi furono espulsi da Roma da Claudio nel 49 d,C. Gli Atti degli Apostoli ci aiutano a capire la vicenda.Paolo trovò soggiorno a Corinto presso du Giudei, Aquila e Priscilla, espulsi dall'Italia a causa del decreto di Claudio che imponeva a tutti i Giudei di andarsene da Roma. Se dunque il Chrestus di Svetonio fosse stato il Gesù dei Vangeli, Luca, il redattore degli Atti l'avrebbe precisato, trattandosi del proprio Dio. Non lo riferisce e non identifica Aquila e Priscilla come Cristiani chiamandoli Giudei. E' da loro perchè fanno lo stesso mestiere (Atti 18/3) . Aquila e Priscilla diventeranno cristiani un anno e mezzo più tardi. (Atti 18/11). E' storico che i Giudei, anche in Palestina, era dei sobillatori e mai sottomessi definitivamente ai Romani. Si dovette arrivare, da parte dei Romani, alla distruzione del loro Stato.
Tranne le ultime due righe, che riporto separatamente più in basso, questo pezzo presenta una ricostruzione che è tra quelle possibili e che sono presenti nel mondo accademico. Come già specificato io non escludo affatto che questo Chresto esista, bensì che "
Il che non vuol dire che questo Cresto non sia esistito, vuol solo dire che questo testo è una prova troppo debole della sua esistenza, perché si può già intendere il passo come riferentesi a Cristo (scritto con la “e” a causa dell’itacismo)."
Le obiezioni che riporti possono essere così risolte:
1)Il fatto che Cristo non sia contemporaneo a Claudio non fa nessuna difficoltà, infatti le idee di un rivoluzionario possono continuare ad agitare i suoi discepoli anche dopo la sua morte. Così, se io scrivessi "Lenin, in nome di Marx, prese il controllo della Russia", non starei scrivendo nulla di strano. Ciò è tanto più vero se qualcuno non ha ben chiaro chi siano i cristiani, e, sentendo che sono discepoli di Cristo, ignora addirittura se costui sia ancora vivo o morto.
2)I cristiani erano pacifici, ma ciò è irrilevante, perché non conta come si è, ma come si viene visti. Può darsi che il cristianesimo a Roma avesse causato conflitti proprio all'interno della comunità giudaica, a causa della feroce opposizione che si faceva alla predicazione di questa nuova dottrina. Lo scontro dunque tra giudei e giudeo-cristiani a Roma avrebbe causato il provvedimento di espulsione di Claudio. Questa tesi potrebbe essere corroborata dal fatto che stando a Giuseppe Flavio il povero Claudio non ha fatto proprio nulla contro i giudei, anzi, egli riporta diversi editti in cui si dice che i Giudei sono da lui protetti
purché mantengano le tradizioni dei loro padri:
Ecco gli editti di Claudio citati da Giuseppe Flavio, il primo rivolto agli Alessandrini:
"Io voglio che nessuno dei diritti dei Giudei vada perso per la pazzia di Gaio, non solo,
ma che siano preservati anche gli antichi privilegi, purché non si discostino dalle loro usanze; e ad ambedue le parti comando che pongano la più grande preoccupazione affinché, dopo l'affissione del mio editto, non sorga una qualsiasi agitazione." (Ant. 19,285).
Il secondo a tutto l'impero:
"Perciò è bene che i Giudei, in tutto il mondo a noi sottoposto, custodiscano gli usi dei loro padri, senza alcuna opposizione." (Ant. 19,290)
A mio avviso questi passi sono un forte indizio del fatto che mai Claudio perseguitò i giudei, purché seguissero i costumi dei loro padri (cosa che va interpretata come allusione al fatto che alcuni non lo facevano, e questi potrebbero essere i giudeo-cristiani).
3)Dici che Aquila non era un cristiano. Ma da dove lo deduci? Sembri dedurlo dal fatto che si dice solo che era un giudeo espulso da Roma. Ma questo non è un problema, visto che il termine cristiani non esisteva ancora (gli Atti ce ne raccontano l'invenzione successiva in 19,26), e che dunque i giudei discepoli di Gesù non pensavano affatto di essere cristiani, e si identificavano ancora come ebrei. Dal punto di vista di costoro essi erano i veri ebrei, che avevano accolto il messia. Gli Atti dicono che Paolo andò a casa di Aquila perché facevano lo stesso mestiere. Ciò non si vede come possa escludere il fatto che fossero cristiani. Anzi, è molto strano il fatto che si vada a casa di qualcuno solo perché fa il tuo stesso mestiere. Non è vero quello che hai scritto, ossia che Aquila e Priscilla divennero cristiani un anno e mezzo dopo. Atti 18,11 dice solo che Paolo s'è fermato un anno e mezzo a Corinto a predicare Gesù: "Così Paolo si fermò un anno e mezzo, insegnando fra loro la parola di Dio." Non dice quando Priscilla e Aquila si siano convertiti. La mia tesi è che fossero cristiani (ossia giudei che credevano Gesù il messia), già dai tempi di Roma, ciò spiega perché proprio a casa loro prese dimora Paolo, ossia non solo erano confratelli, ma avevano lo stesso mestiere. In caso contrario la mera comunanza di mestiere, se prima non avesse avuto dietro di sé la comunanza di fede, appare troppo insignificante per giustificare l'ospitalità data a Paolo.
Ciò detto, come ripeto, non escludo che questo Chresto sia esistito veramente, semplicemente questo passo di Svetonio non basta a mostrarlo, perché la citazione può riferirsi anche a Gesù Cristo, senza che l'incrocio dei dati cogli Atti degli Apostoli crei troppi problemi.
Perchè ho citato all'inizio il problema Chresto? Che attinenza ha con Tacito/Nerone ecc.? Era per dire che in quel tempo Roma era piena d Giudeii ma non c'erano cristiani da bruciare. Ma mi riprometto si spiegarmi meglio quando avrò più tempo. Intanto rilassate la discussione
.
Ciò va esplicitamente contro quanto dicono sia Tacito che Svetonio. Svetonio nella vita di Nerone dice che "
Sottopose a supplizi i Cristiani, una razza di uomini di una superstizione nuova e malefica" (Svetonio, Vita Neronis, 16.2)
Si noti che dice "superstizione nuova". Non si tratta dunque di un giudeo che si limita semplicemente a far rivoltare contro i romani i suoi compatrioti, ciò infatti non avrebbe nulla di nuovo. E Tacito scrive esplicitamente:
"Perciò, per far cessare tale diceria, Nerone si inventò dei colpevoli e sottomise a pene raffinatissime coloro che la plebaglia, detestandoli a causa delle loro nefandezze, denominava cristiani.
Origine di questo nome era Cristo, il quale sotto l'impero di Tiberio era stato condannato al supplizio dal procuratore Ponzio Pilato; e, momentaneamente sopita, questa esiziale pratica religiosa di nuovo si diffondeva, non solo per la Giudea, focolare di quel morbo, ma anche a Roma, dove da ogni parte confluisce e viene tenuto in onore tutto ciò che vi è di turpe e di vergognoso." (Ann. XV, 44)
Faccio notare, perché conosco i miei polli e dove vogliono andare a parare, che la confusione tra chrestiani e christiani di cui parla Tertulliano potrebbe esserci stata anche in Tacito. Sebbene oggi infatti le edizioni critiche degli Annales riportino "Christianos appellabat", il codice manoscritto 68.2 della Biblioteca Medicea Laurenziana, che è il più antico, riportava "Chrestianos", poi corretto da seconda mano in Christianos da una seconda mano che evidentemente pensava ad un errore di distrazione del precedente copista.
Tuttavia mi chiedo se non sia da preferire
chrestianos in quanto
lectio difficilior. Su cosa si basa questo principio della filologia? Si basa sull'idea che, tra due varianti, vada preferita la più insolita dal punto di vista grammaticale. Infatti è molto probabile che, se anche ci fosse stato in origine scritto
chrestianos, un qualsiasi copista medievale in buonafede, pensando ad un errore di distrazione del copista precedente, correggesse in "chr
istianos", che era la forma per lui usuale. Mentre sarebbe molto difficile che un copista medievale, trovandosi davanti
christianos, si faccia venire in mente di sostituirlo con
chrestianos, creando una forma che per lui non significa niente. Se davvero c'era scritto
chrestianos come il codice laurenziano testimonia ciò è molto importante, perché in quello stesso testo di Tacito si dice che questi chrestiani sono quelli che seguono "Cristo, il quale sotto l'impero di Tiberio era stato condannato al supplizio dal procuratore Ponzio Pilato". Insomma, avremmo la prova provata che i chrestiani non sono altro che i seguaci di Gesù Cristo. Già, ma perché, c'era davvero bisogno di provarlo?
Faccio notare comunque che tutte queste paranoie dei complottisti, che vedono ovunque cattivi copisti cristiani intenti a interpolare passi, non capiscono una cosa fondamentale: a nessun cristiano è mai venuto in mente di interpolare manoscritti di autori pagani per dimostrare che Cristo fosse esistito perché banalmente a nessuno è mai venuto in mente fino al XIX di contestare la sua esistenza. Questa è una fantasia contemporanea. I polemisti pagani hanno attaccato i cristiani in tutti i modi, in particolar modo si leggano Porfirio, Celso e Giuliano, ma nessuno di costoro s'è mai sognato di contestare ai cristiani che il loro Gesù fosse esistito. Questo NON era un argomento del dibattito. Gli autori pagani si limitano a dire che era un mago ciarlatano. I complottisti cioè immaginano una difesa cristiana rispetto ad un'accusa che non è mai stata fatta, e che non era un problema per nessuno, visto che i romani sapevano benissimo che Gesù era esistito.
Ad maiora