Vieri ha scritto:Valentino, scusami ma vedo che appena si parla di ebrei arricci subito il pelo
Ti sbagli. Non si tratta affatto di "arricciare il pelo" (qualunque cosa tu voglia dire con questa espressione) ma semplicemente di fare chiarezza laddove leggo delle sciocchezze non rispondenti a verità.
Vieri ha scritto:e se noti in tutte le mie osservazioni sono sempre stato molto pacato nei miei giudizi e molto favorevole ad un riavvicinamento fra due importanti religioni con identiche origini.
Non so esattamente tu cosa intenda con "riavvicinamento". Io sono molto favorevole al
dialogo tra le religioni. "Riavvicinamento" è, secondo me, un termine molto ambiguo che può nascondere delle "insidie". Per quanto in tempi recentissimi (appena pochi decenni fa) la chiesa cattolica ha "chiesto scusa" per i crimini commessi contro gli ebrei (e non solo contro di essi) ed ha anche rigettato ogni forma di antisemitismo NON ha però abbandonato NEI FATTI la
teologia della sostituzione detta anche supersessionismo. In sostanza la Chiesa cattolica NON ha ancora accettato il principio teologico secondo il quale gli ebrei NON hanno bisogno di cambiare la loro religione per meritare la redenzione. Prova ne è il fatto che la chiesa cattolica accoglie convertiti dall'ebraismo. Anche per questo trovo un po insidiosa la parola "riavvicinamento" e quindi Mi chiedo e TI chiedo: COSA INTENDI PER "RIAVVICINAMENTO"?!?!?!? Auspichi per caso che gli ebrei dovrebbero convertirsi in blocco alla religione cattolica??!?!? Se invece col termine "riavvicinamento" intendi semplicemente il "dialogo tra diversi" nel reciproco rispetto allora sono d'accordo anche io.
Vieri ha scritto:Ciò nonostante ho anche voluto ribadire che la figura di Gesù Cristo, come mi risulta, (vedi anche Wikipedia che mi sembra equilibrata nelle sue osservazioni) che esistano ancora notevoli difficoltà nell'ambito dell'ebraismo a riconoscere la figura di Gesù non esclusivamente dal punto di vista storico.
Questo punto dovresti chiarirlo ulteriormente in quanto non è chiaro cosa vuoi dire! Come vorresti che venisse "riconosciuto" Gesù? Vorresti che venisse riconosciuto in base ai "parametri teologici" del cattolicesimo? Ovvero vorresti che venisse riconosciuta l' "immagine" che di Gesù offre la chiesa cattolica? In realtà come già osservato molti settori importanti dell'ebraismo riconoscono già l'
ebraicità di Gesù e lo rivendicano come parte integrante della loro storia riconoscendo in Gesù un
grande rabbino dell'antichità le cui istanze religiose non sono in contraddizione con l'ebraismo. Anche se non viene riconosciuto come Messia molto spesso, come detto, viene riconosciuto come un grande Rabbi! Del resto perché mai gli ebrei dovrebbero riconoscere Gesù "non esclusivamente dal punto di vista storico"?!?!? Da quale altro punto di vista dovrebbero riconoscerlo? Ma soprattutto il "riconoscimento" della figura di Gesù da parte degli ebrei cosa dovrebbe comportare nei fatti? Dovrebbero cambiare religione? "Smettere" di essere ebrei? Smettere di osservare i comandamenti della Torah? Una cosa del genere è proprio in antitesi rispetto alle istanze religiose promosse da Gesù! Gesù non ha mai voluto che gli ebrei "cambiassero religione" ma ha sempre voluto che fossero maggiormente osservanti della loro!
Ripeto che non è molto chiara questa tua osservazione....a meno che non stai dicendo appunto che auspichi una conversione di massa degli ebrei alla religione cattolica.
Vieri ha scritto:Tra l'altro rimane anche importante constatare il crescente numero di ebrei ultraortodossi, vere e proprie sette nell'ambito ebraico, ormai presenti specie in USA ed a Gerusalemme quali gli "haredim" ed i naturei karta, che hanno creato non pochi problemi per la loro intolleranza religiosa verso altre fedi ed addirittura contro lo stesso stato ebraico.
Ma anche questa è una serie di illazioni non comprovata dai fatti. Tra l'altro (dal quel che scrivi e per come lo scrivi) è evidente che non sai nulla di chi siano, quanti siano, e quali siano le credenze e le pratiche degli haredim che tu descrivi quasi come se fossero un gruppo unico ed omogeneo. Non immagini quanti gruppi di haredim esistano e quanto siano diversi tra loro per stile di vita ed ideologia. Non risulta affatto che gli haredim siano intolleranti verso le altre fedi magari sono
insofferenti verso i "tentativi di conversione" da parte di certi "missionari" principalmente di "area evangelica-protestante" ma spesso anche di area cattolica. In sintesi non sono affatto ostili verso le altre religioni, comprese le varie religioni "cristiane", vorrebbero solo non essere fatti oggetto di opera di proselitismo e di tentativi di conversione. Per quanto riguarda i rapporti tra haredim e lo Stato di Israele le posizioni non sono affatto univoche ma vengono espresse posizioni diversissime. In sintesi non esistono solo i Naturei Karta ma tanti altri gruppi che manifestano posizioni diverse, a partire da quelli che in effetti non riconoscono lo stato di Israele, fino ai chabad lubavitch i cui giovani fanno addirittura il servizio militare nell'esercito. Come vedi non si possono "liquidare" gli haredim come se fossero tutti uguali: il ventaglio delle loro posizioni è piuttosto vasto.
Vieri ha scritto:Tu insisti sempre con il tuo "leitmotiv" affermando sempre che la parola "Trinità non compare mai nel Vangelo e questo come ho affermato più volte è assolutamente indiscusso.
No Vieri ti sbagli. Io non mi sono limitato a dire che la "parola" trinità non compare mai nel vangelo, ho semplicemente affermato in base al
CONSENSO ACCADEMICO degli "addetti ai lavori" in ambito universitario, consenso rappresentato indifferentemente da cattolici, protestanti, etc. che PROPRIO IL CONCETTO TRINITARIO NON COMPARE MAI NEGLI SCRITTI NEOSTAMENTARI!!! Non solo non c'è la parola....ma non c'è nemmeno il concetto! La dottrina trinitaria negli scritti confluiti nel NT NON è presente né esplicitamente né implicitamente. Questo lo hanno stabilito gli studiosi cattolici e protestanti....mica io!!! E su questo tema esiste un
ampio consenso accademico.
Vieri ha scritto:Quello che però continui a non ammettere è il non riconoscere che nel Vangelo si parla moltissime volte di "Dio Padre" di "Figlio Unigenito" e Spirito Santo.
Non capisco cosa ci sia da "ammettere". Certamente si parla di Dio, si parla di Gesù e si parla dello spirito santo, ma il punto è che NON se ne parla in termini trinitari. Per i redattori dei vangeli Gesù non è Dio ma il "figlio di Dio", un'espressione che non ha nessuna connotazione trinitaria e che non indica un'identità di natura.
Vieri ha scritto:Tre figure o tre persone DIVERSE che però alla fine si ricollegano sempre a Dio.
Quindi, mettiti l'anima in pace che al Concilio di Nicea NON INVENTARONO NIENTE e del resto questo dogma è accettato da oltre 1700 anni da tutte le chiese cristiane.
Il dogma lo inventarono i proto-ortodossi, ovvero uno dei tanti gruppi del multiforme e variegato cristianesimo antico!!! Fu formulato a Nicea basandosi sulle credenze dei proto-ortodossi non certo partendo dalle credenze religiose di Gesù o dei suoi primissimi discepoli. Infatti è storicamente accertato che non è una dottrina che si può far risalire a Gesù e non è una dottrina che si può far risalire agli apostoli o agli scrittori neotestamentari! Storicamente, come detto, è una dottrina che si è sviluppata tra i proto-ortodossi, una delle tante sette della "costellazione etnocristiana" del cristianesimo antico. Certamente quelli che scrissero i vangeli ed i vari documenti che confluiranno nel NT non erano trinitari. Questo è un dato di fatto incontroverbile: Gesù non è mai stato trinitario, non lo sono stati gli apostoli e non lo sono stati gli scrittori neotestamentari.
Il fatto che poi questo dogma sia accettato da quei cristiani che discendono storicamente dai proto-ortodossi non meraviglia affatto. Mi meraviglierei del contrario! E' logico che coloro che discendono storicamente da quelli che si inventarono questa dottrina ci credano ancora oggi. Ma non cambia la realtà dei fatti, ovvero la constatazione che tale dottrina è assente negli scritti che confluiranno nel cosiddetto NT.
Vieri ha scritto:e presenti sempre come al solito la figura di Gesù umano come uno dei tanti profeti ebrei che alla fine non cambiò niente e non volendo annunciare nessuna "buona novella"
No Vieri. Non ho detto niente del genere! Non mi sarei mai espresso così rozzamente. Tra l'altro mai negato che Gesù si sia fatto promotore di un "lieto annuncio". Tuttavia si tratta di capire cosa significava l'espressione "buona novella" per Gesù e cosa significava per i suoi contemporanei ebrei e NON cosa invece significa nella tua fantasia ed immaginazione. Questo è il punto! Gesù in effetti annunciò una "buona novella": si tratta di comprendere quali fossero i "contenuti" di questo "lieto annuncio". L'espressione "buona novella" o "buona notizia, o anche "lieto annuncio" non è un'espressione che "inventa" Gesù. In Luca 4:16-21 leggiamo che Gesù:
"Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. 21 Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi».
Del "vangelo" che significa buona novella/buona notizia/lieto annuncio se ne parla già nel libro del profeta Isaia. Ed in cosa consiste questa "buona notizia" secondo Isaia? Apri la tua Bibbia e leggiti Isaia 61:1-4 per fartene un'idea.
Vieri ha scritto:1 Marco 14
14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: 15«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo».
Ecco appunto Vieri! Quel "convertitevi" traduce un verbo che in greco significa letteralmente "pentitevi". Ma pentirsi di cosa? Dei peccati ovviamente! E per Gesù e per i suoi contemporanei i peccati consistevano nella trasgressione dei precetti della Torah. Dunque Gesù invita gli ebrei a pentirsi delle loro trasgressioni della Torah e li invita ad osservare i comandamenti della Torah con maggior rigore e senza ipocrisie. Questo è perfettamente in linea col modo di agire dei profeti biblici i quali ogni qual volta il popolo di Israele trascurava l'osservanza della Torah richiamavano il popolo al pentimento e all'osservanza dei precetti in essa contenuti.
Vieri ha scritto:"portare a compimento",
Matteo 5,17-20
17 Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. 18 In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. 19 Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
20 Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli
Appunto Vieri, e proprio in questo passo possiamo leggere che Gesù NON ha mai inteso fondare una nuova religione ma ha affermato l'immutabilità della Torah dicendo:
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
A quali precetti pensi che Gesù faccia riferimento?!?!?! A quelli contenuti nella Torah naturalmente....ed afferma che anche i precetti "minimi" devono essere osservati.
Altrove leggiamo anche che Gesù disse: "(Matteo 23:23) ...date la decima della menta e dell’aneto e del comino, ma avete trascurato le cose più importanti della Legge, cioè la giustizia e la misericordia e la fedeltà. Queste cose era doveroso fare,
senza trascurare le altre. "
Vieri ha scritto:o "formare una nuova religione",.
Matteo 16,13-20
13 Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». 14 Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15 Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». 16 Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17 E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. 18 E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20 Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Ignori completamente cosa afferma buona parte dell'esegesi contemporanea in relazione a questo passo. Leggiamo:
Ci si può domandare come mai il vangelo di Matteo attribuisca a Gesù la celebre frase rivolta a Simon Pietro: «Tu sei Pietro e sopra questa pietra edificherò la mia chiesa (ekklêsia)» (Mt 16,18).
Questa frase è stata infinite volte utilizzata per sostenere che Gesù voleva fondare la chiesa, una realtà religiosa ben distinta e autonoma. Bisogna, però, anzitutto rendersi conto che buona parte dell’esegesi riconosce che questa frase non è di Gesù, ma è stato l’autore del Vangelo di Matteo che gliela ha attribuita circa cinquant’anni dopo la sua morte. Bisogna attribuire questa frase e il breve brano in cui è inserita (Mt 16,16-19) all’iniziativa di Matteo (che del resto è il solo a riportarla).
La frase difficilmente può essere stata pronunciata da Gesù.
[...]...
Matteo si riferisce a un’organizzazione comunitaria che non esisteva quando Gesù era vivo. Sta immaginando una situazione tipica del suo tempo, l’ultimo quarto del I secolo. All’epoca di Matteo la parola «chiesa» era ormai molto usata. [...]
La prospettiva di Gesù era dunque singolare: egli non pensava all’organizzazione di un proprio organismo autonomo, ma al rinnovamento di tutto il popolo di Israele in attesa della nuova realtà che Dio avrebbe di lì a poco instaurato. D’altra parte il Vangelo di Matteo gli mette in bocca un futuro e non un passato o un presente. Gesù non dice «ho edificato», né «edifico» ora, ma «edificherò» (oikodomêsô) la mia ekklêsia. Matteo era quindi consapevole che Gesù non aveva costruito una ekklêsia durante la sua attività. Poteva attribuire a Gesù l’idea di una ekklêsia solo come una prospettiva futura. L’esistenza e la costruzione di una ekklêsia non faceva parte della pratica di vita di Gesù.
[...]
Gesù non organizza neppure nuovi luoghi di culto. Frequenta le sinagoghe e in esse agisce in modo inconsueto, ma non crea, per i suoi adepti, occasioni e luoghi di culto diversi, delle nuove sinagoghe alternative.
http://www.mauropesce.net/IT/index.php/ ... 16-18.html" onclick="window.open(this.href);return false;
Vieri ha scritto:Certo è che se non ammetti e non consideri il Vangelo, ovviamente tutto questo è logico quindi che non abbia alla fine nessuna rilevanza
E chi lo ha detto che io "non considero il vangelo"?!?!?!? Al contrario io non solo "considero i vangeli" ma li studio alla luce della più recente ed aggiornata ricerca biblica. Non mi metto a fare l' "interprete ignorante" dei vangeli ma cerco di capire quali concetti volevano esprimere coloro che li scrissero, quali prospettive religiose avevano, cosa credevano, etc. e tutto questo avvalendomi degli studi scientifici degli addetti ai lavori, ovvero filologi, esegeti, critici testuali, storici, etc.
Vieri ha scritto:Ti ho portato poi un esempio che tu hai prontamente contestato ma come vedi non è il solo:
Che diamine dici Vieri? Perché usi il verbo "contestare"?!?!? Io mi sono limitato a farti notare che, storicamente, il "caso Zolli" è un caso molto controverso. Lo dicono gli storici, non lo dico io. Ma quello che non capisco è perché mai mi hai parlato di Zolli?
Come dicevo già non capisco per quale motivo mi ha parlato di Zolli ed ancor meno capisco perché mi parli di quest'altra persona di cui leggiamo in Avvenire. Per dirla alla "Di Pietro"...ma che ci azzecca nell'economia del nostro discorso? Lo so che ti piace divagare...ma cui prodest?!?!? Come se non sapessi che esistono degli ebrei che si convertono alla religione cattolica! Mi sembra di averlo già detto in un altro 3d che il "fenomeno" del passaggio da una religione ad un'altra è qualcosa di sostanzialmente "trasversale" per cui capita che un ebreo può diventare cattolico, un cattolico può diventare ebreo, un ebreo può diventare musulmano, un musulmano può diventare ebreo, un cattolico può diventare musulmano, un musulmano può diventare cattolico, un cattolico può diventare shintoista, uno shintoista può diventare musulmano, e via discorrendo ad libitum!
Devo dire però che mi sorprende che hai portato alla mia attenzione questa storia di un ebreo haredi (dei Chabad lubavitch) che si è fatto cattolico. Come ti dicevo nell'altra discussione il tuo paradigma per spiegare come mai ci sono persone che cambiano religione (come nel caso di quell'ex seminarista diventato musulmano) è troppo restrittivo, limitato e limitante. Non a caso ti facevo notare che i possibili motivi a monte di una conversione religiosa possono essere e sono MOLTEPLICI.
Ora mi presenti questo caso. Ripeto che non ne comprendo l'opportunità in questo contesto, ma se forse mi stai chiedendo un "parere" o di "commentare" cosa vuoi che ti dica?!?!?
L'articolo di Avvenire che mi hai proposto parla dell'esperienza di questa persona che da ebreo è diventato cattolico. Nell'articolo la stessa persona ci spiega anche perché è diventato cattolico. Infatti racconta (cito direttamente dall'articolo che hai linkato): "
Un mese più tardi ho vissuto una sorta di esperienza mistica, di incontro con Gesù Cristo a casa mia, nella mia stanza: l’ho visto come presente! [...] E ALL'INTERVISTATORE CHE GLI CHIEDE: Quale è la motivazione più forte che l’ha spinta a diventare cristiano? LUI RISPONDE: Non è un qualche principio del cristianesimo che mi ha convinto, bensì il fatto di aver avuto la grazia di aver “visto” Gesù risorto."
Ora caro Vieri, come dire, "tutto può essere" ma delle due una: o davvero Gesù si è fatto un giro nella stanza di questo signore facendosi vedere da lui....oppure, mettiamola come una "probabilità", questa persona si è convertita al cattolicesimo a seguito di una allucinazione visiva! Se la seconda ipotesi è fondata e questa persona si è convertita a seguito di una allucinazione visiva altro che "problemi psicologici" (di cui ti piace tanto parlare) qui si tratta addirittura di stati allucinatori! Ed intendiamoci, rispetto questa persona, rispetto questa esperienza, non credo che questa persona stia mentendo, ma trovo interessante il fatto che, COME AFFERMA LUI STESSO, NON si è convertito perché l'ha convinto "un qualche principio del cristianesimo" ma perché...
parole sue, HA VISTO Gesù risorto FARSI un giro nella sua stanza!
Si tratta, come già detto molte volte, semplicemente di ebrei che hanno cambiato religione abbracciando, a seconda dei casi, una forma di etno-cristianesimo. Nessuna novità. Resta il fatto che certamente non è quello che paventava Gesù! Gesù non ha mai auspicato che gli ebrei cambiassero religione e smettessero di osservare la Torah. Al contrario le istanze religiose di Gesù andavano proprio in direzione di una interiorizzazione dei precetti della Torah ed in direzione di un'osservanza scevra da ipocrisia.
Vieri ha scritto:Interessante anche il sito:
La crisi del Giudaismo dopo Gesù
Giuseppe Gennarini
http://www.nostreradici.it/ebraismo-dopoGesu.htm" onclick="window.open(this.href);return false;
Dove si rileva da un lato la vicinanza da un Dio comune ma dall'altro lato dei sospetti perdurati poi nei secoli da ambo le parti da un lato di considerare (erroneamente) tutto il popolo ebraico come quello che aveva fatto condannare Gesù e dall'altro una certa ostilità ebraica nei confronti dei cristiani per il pericolo di eresia.
Il bue che da del cornuto all'asino!!! La storia attesta qualcosa di profondamente diverso e di profondamente drammatico. Gli ebrei sono stati perseguitati ed uccisi dagli etno-cristiani....non viceversa. Gli ebrei hanno sempre avuto la sola "pretesa" di poter praticare in pace la loro religione e di mantenere la propria identità. Tuttavia hanno spesso subito le vessazioni degli etno-cristiani che tentavano in tutti i modi (a volte con le "buone" ma il più delle volte con le "cattive") di far cambiare loro religione. Quindi è del tutto improprio e superficiale parlare di "sospetti da ambo le parti" come è del tutto fuori luogo parlare di "ostilità ebraica nei confronti dei cristiani". Sono stati sempre i cristiani a mostrare ostilità nei confronti degli ebrei e non viceversa. Gli ebrei non avevano alcuna ostilità nei confronti dei cristiani, ma avevano semplicemente amore per la propria fede religiosa, amore per il proprio popolo, amore per le proprie tradizioni, amore per la propria identità....e per questo venivano vessati e perseguitati! Ora dimmi te: se uno ti perseguita e cerca di costringerti, anche con la forza, minacciandoti di morte a cambiare religione, ti risulterà un po "antipatico" o no?!?!?!? E certamente gli etno-cristiani ce l'hanno messa tutta a non rendersi "granché simpatici"!
Vieri ha scritto:Interessante è questo pezzo che condivido:[...]Nonostante la scarsità di testimonianze, è tuttavia possibile dimostrare che le sfere dirigenti della comunità giudaica percepirono il rischio che la predicazione di Gesù come Messia fosse accolta dalla maggioranza del popolo ebreo, e adottarono quindi misure di così grande portata, da modificare radicalmente la religione giudaica. Non si trattava infatti di estirpare un corpo estraneo, ma di creare una nuova sintesi che escludesse dall'ebraismo ogni elemento liturgico, scritturale o teologico che potesse esser letto in chiave cristiana.
Vieri siamo alle solite! Ti ho sempre detto che se vuoi dialogare SERIAMENTE su queste questioni dobbiamo farlo possibilmente partendo da materiale scientifico di livello accademico E NON PARTENDO DA MATERIALE che tradisce fini APOLOGETICI. Tu invece, come al solito, mi rifili la solita paccottiglia apologetica. Gli eventi principali che hanno rappresentato "momenti critici" nella storia del Giudaismo tra il primo ed il secondo secolo dell'era volgare, furono LA DISTRUZIONE DEL TEMPIO DI GERUSALEMME NEL 70 e.v. E LA GUERRA GIUDAICA CHE SI CONCLUSE NEL 135 e.v. CON L'INIZIO DELLA GRANDE DIASPORA. Ad ogni modo se dobbiamo discutere SERIAMENTE DI
STORIA DEL GIUDAISMO facciamolo partendo da autori (che siano cattolici, protestanti, ebrei o magari anche atei per me NON FA DIFFERENZA) che abbiano SPECIFICHE COMPETENZE (ovviamente di livello accademico) in questo ramo della ricerca storica. Tu invece mi hai rifilato l'articolo di UN
CATECHISTA braccio destro del capo-setta Kiko Arguello, ovvero il suo "addetto stampa" e portavoce negli USA, tale Giuseppe Gennarini che sa di giudaismo e di storia ebraica quanto io so di geografia astronomica ed astronomia!!!
Vedi, come ti dicevo, per me va benissimo se mi citi i lavori scientifici di accademici cattolici! Io stesso spesso cito spesso i riscontri scientifici di professori universitari cattolici e protestanti che hanno una formazione specifica riguardo i temi di cui discutiamo! Ma questo Giuseppe Gennarini ha, oppure NON HA, una formazione specialistica in storia del giudaismo? Ahimè sappiamo che questo Gennarini è LAUREATO IN
FILOSOFIA e di storia del Giudaismo mostra di non sapere granché o comunque di non essere sufficientemente "aggiornato". Non a caso le cose che hai evidenziato in rosso a firma di questo Gennarini SONO STORICAMENTE INFONDATE ed INCONSISTENTI. Gli autori di livello accademico che davvero si occupano di storia del Giudaismo, di religione ebraica e di storia della liturgia ebraica SONO DI PARERE OPPOSTO circa la PRESUNTA ESCLUSIONE dall'ebraismo di "ogni elemento liturgico, scritturale o teologico che potesse esser letto in chiave cristiana". Le cose, storicamente, non stanno affatto così! Cito infatti cosa scrive Reuven Kimelman, riportando i risultati di un simposio, (Kimelman ha una FORMAZIONE SPECIFICA IN STORIA DEL GIUDAISMO con all'attivo decine e decine di pubblicazioni nel settore di livello accademico):
One of the results of the McMaster Symposium which lies behind this volume was a highlighting of the lack of evidence for any formative impact of Christianity on any major element of tannaitic Judaism, including the development of rabbinic law, the formation of the Mishnah, the structuring of the liturgy, the closing of the canon, and the major propositions of rabbinic theology. This itself is sufficient to question the thesis that birkat ha-minim was primarily directed against Christianity. We must be careful of anachronistically overestimating the impact of Christianity on Judaism in the first two centuries.
Reuven Kimelman, ‘Birkat ha-Minim and the Lack of Evidence for an Anti-Christian Jewish Prayer in Late Antiquity,’ in E. P. Sanders et al. (eds.), Jewish and Christian Self-Definition, 3 vols.
(London; SCM Press, 1981): vol. II: 226-44;
Come scrive Kimelman: "Dobbiamo stare attenti a sopravvalutare
anacronisticamente l'impatto del cristianesimo sul giudaismo nei primi due secoli."
Non risulta infatti che il cristianesimo abbia avuto qualche impatto formativo in relazione a qualsiasi maggiore elemento del Giudaismo di epoca tannaitica, incluso lo sviluppo della legge rabbinica, la formazione della Mishnah, la struttura della liturgia, la chiusura del canone, e le maggiori proposizioni della teologia rabbinica.
Reuven Kimelman ha un curriculum di studi su questo tema che definire "vasto" è dire poco, ed ha all'attivo come detto, decine di pubblicazioni nel settore, è infatti autore di non so quanti lavori scientifici come potrai notare e, cosa più importante, ha una formazione specifica in STORIA DEL GIUDAISMO ed anche nella storia degli sviluppi liturgici in seno al Giudaismo.
http://www.brandeis.edu/facultyguide/pe ... b4ec553328" onclick="window.open(this.href);return false;
In conclusione: NON CI SONO EVIDENZE per affermare che i rabbini abbiano escluso dall'ebraismo ogni elemento liturgico, scritturale o teologico che potesse esser letto in chiave cristiana.
Vieri ha scritto:In conclusione la storia è storia ed anche oggi molto travagliata dove in molte occasioni la politica e l'opportunismo si confondono con la fede.
Per me anche oggi ad esempio l'opportunismo politico prevale da un lato in USA dove le potenti lobby ebraiche hanno un peso notevole nelle scelte politiche mentre in Europa, la paura di avere degli attentati, induce ancora alle parole e non ai fatti.
Israele in particolare ha per me il diritto di esistere nei confini conquistati con le varie guerre dal 1948,1956,1967,1973. tutte vinte e che Gerusalemme deve essere solo la capitale di uno stato ebraico aperto però ad ogni fede ovviamente pacifica.
Caro Vieri sono perfettamente consapevole che tu NON sei antisemita. Tuttavia mi spiace che usi l'espressione "lobby ebraiche" che è molto in voga nello slang e nella retorica dei moderni stereotipi antisemiti. Mussolini all'epoca del nazi-fascismo usava una terminologia simile cianciando di "complotto demo-pluto-giudaico-massonico". Una retorica razzista che si sperava ci fossimo lasciati alle spalle e mi meraviglia che proprio tu ricorra al linguaggio che usano i complottisti contemporanei di area antisemita. Non te ne faccio ovviamente una colpa in quanto, ripeto, sono perfettamente consapevole che NON sei antisemita.
Sulle questioni politiche che riguardano lo Stato d'Israele sono ovviamente d'accordo sul fatto che lo Stato di Israele ha il diritto di esistere, ha il diritto di conservare i suoi confini, ed ha il diritto di avere Gerusalemme come capitale, etc. etc.