Libero Arbitrio

Per discutere di temi ed argomenti di vario genere.

Moderatore: Quixote

Rispondi
Avatar utente
Vittorino
Veterano del Forum
Messaggi: 1741
Iscritto il: 11/11/2009, 15:08
Contatta:

Libero Arbitrio

Messaggio da Vittorino »

Come promesso, posto alcune riflessioni sul Libero Arbitrio:
Libero arbitrio
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il Libero arbitrio è il concetto filosofico e teologico secondo il quale ogni persona è libera di fare le sue scelte. Ciò si contrappone alle varie concezioni deterministiche secondo le quali la realtà è in qualche modo predeterminata (destino), per cui gli individui non possono compiere scelte perché ogni loro azione è predeterminata prima della loro nascita (predestinazione o servo arbitrio).
Il concetto di libero arbitrio è molto dibattuto nell'ambito religioso in relazione all'onniscienza attribuita alla divinità nelle religioni monoteistiche. Esso è alla base della religione cattolica mentre risulta uno dei punti di contrasto con la religione luterana per la quale l'uomo non può in alcun modo agire per liberare la propria anima, mentre il cattolicesimo considerava fondamentale le opere quanto le preghiere.
Alla stessa idea del luteranesimo aderiva anche il calvinismo per il quale l'uomo era predestinato e per questo a niente servivano le proprie opere e le proprie azioni, poiché l'elemento decisivo è solo la fede.
Il concetto di libero arbitrio ha implicazioni in campo religioso, etico e scientifico. In campo religioso il libero arbitrio implica che la divinità, per quanto onnipotente, scelga di non utilizzare il proprio potere per condizionare le scelte degli individui. Nell'etica questo concetto è alla base della responsabilità di un individuo per le sue azioni. In ambito scientifico l'idea di libero arbitrio determina un'indipendenza del pensiero inteso come attività della mente e della mente stessa dalla pura causalità scientifica.
Il libero arbitrio secondo s. Agostino
Connesso al problema del male è quello riguardante la libertà umana. Se l’uomo non fosse libero, allora non avrebbe né meriti, né colpe. Il problema che si pone con questa affermazione è se esiste il libero arbitrio oppure la predestinazione, problema che si è venuto a creare in seguito al peccato originale:
• Dio, che è onnisciente e conosce il futuro, ha dato piena libertà all'uomo, ma sa che, lasciandolo libero, questi peccherà. Dio potrebbe anche intervenire per impedirglielo, ma non lo fa (libero arbitrio).
• L'uomo, così peccando, ha commesso il peccato originale, con cui ha compromesso la propria libertà, volgendola contro se stessa. Sebbene egli sia divenuto indegno di ricevere la salvezza, Dio, conoscendo le sue possibili scelte verso il male o verso il bene, dona ad alcuni, con la Grazia, la possibilità di salvarsi, mentre ad altri lascia la libertà di dannarsi; tuttavia, questa non è una scelta divina arbitraria, ma è semplicemente la prescienza di Dio che, nell'eternità (cioè oltre il tempo), vede coloro che possono ricevere la Grazia e coloro che non possono. Questi ultimi anche se la ricevessero non solo non si salverebbero, ma si dannerebbero ancor più. Dunque, per Agostino, la volontà di Dio precorre semplicemente la volontà dell'uomo, non la costringe, poiché tale nostra volontà è l'unica davvero che ci renda meritevoli della salvezza o della dannazione; infatti, anche se nessun uomo potrebbe salvarsi con la sola propria volontà, coloro che potrebbero salvarsi vengono soccorsi dalla Grazia divina, che li aiuta nella loro predisposizione. Tale concetto si spiega nella risposta evangelica di Cristo ai suoi discepoli, che gli avevano chiesto:
« "Chi si potrà dunque salvare?". E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è
possibile." » (Matteo 19,25-26)

Sarebbe d'altronde impossibile indagare le ragioni per cui Dio interviene a favore di alcuni e non di altri, perché noi non abbiamo titoli per criticare Dio. Agostino si rifà in proposito alle parole di Paolo di Tarso: «O uomo, chi sei tu per disputare con Dio? Oserà forse dire il vaso plasmato a colui che lo plasmò: "Perché mi hai fatto così?". Forse il vasaio non è padrone dell'argilla, per fare con la medesima pasta un vaso per uso nobile e uno per uso volgare?» (Paolo di Tarso, Lettera ai Romani 2,20-21)
Fondamento della libertà umana è dunque per Agostino la Grazia divina, perché solo con la grazia l'uomo diventa capace di dare attuazione alle proprie scelte morali. Va distinto in proposito il libero arbitrio (che è la semplice capacità di scegliere tra il bene e il male), dalla libertà, che è invece la volontà effettiva di realizzare queste scelte. Qui si inserirà anche la polemica degli ultimi anni di Agostino contro Pelagio: essendo l'uomo corrotto dal peccato originale di Adamo, e quindi magari animato da buone intenzioni ma facilmente preda di tentazioni malvagie, Dio non solo interviene per illuminare l'uomo su cosa è il bene, ma anche per infondergli la volontà effettiva di perseguirlo.
Il problema del libero arbitrio
Il problema del libero arbitrio alla fine del XV secolo si era fatto pressante sotto i colpi inferti da Martin Lutero e dalle sue considerazioni sul servo arbitrio. In pratica per Lutero l'uomo non poteva nulla per ottenere la redenzione e a nulla servivano, quindi, le opere e la carità e di conseguenza la funzione mediatrice della Chiesa tra l'uomo e Dio attraverso i sacramenti.
Questa visione luterana era tipica di un clima culturale e intellettuale che segnavano la fine dell'Umanesimo e il tramonto del concetto di Homo faber ipsius fortunae (Ognuno è artefice della propria fortuna).
Erasmo da Rotterdam, invitato ripetutamente a prendere posizione sul Luteranesimo, si decise a scrivere questa opera per definire la sua posizione nei confronti del problema della libertà dell'uomo e quindi della sua responsabità di fronte a Dio e del suo rapporto con la Chiesa cattolica, rivalutando nel contempo, nei confronti di quest'ultima, i valori dell'individuo.
Il pensiero di Erasmo
La definizione di libero arbitrio su cui Erasmo costruisce il proprio discorso è quella di un «potere della volontà umana in virtù del quale l’uomo può sia applicarsi a tutto ciò che lo conduce all’eterna salvezza, sia, al contrario, allontanarsene.» (in Erasmo-Lutero, Il libero arbitrio. Il servo arbitrio, Torino, Claudiana, 1993, 185-186)
Senza voler mettere in discussione l’autorità e il valore delle Sacre Scritture, Erasmo afferma che , malgrado la sofferenza e i danni subiti a causa del peccato originale, il libero arbitrio permane ancora nell'uomo ma è offuscato e reso difficile da mettere in atto per l’immensa massa delle mancanze e per l’abitudine al peccato.
Chi afferma che il libero arbitrio, la libera volontà dell'uomo può esprimersi solo nel decidere di peccare erra così come chi crede che il libero arbitrio sia una vuota astrazione. Chi sostiene queste tesi dimentica che sia il bene che il male possono essere messi in atto dall'uomo solo con il consenso di Dio che offre all'uomo la grazia affinché egli scelga il bene.
Le Sacre Scritture confermano il libero arbitrio
Con un'argomentazione basata sulle Scritture, Erasmo dimostra la sussistenza del libero arbitrio: gli uomini vengono esortati a scegliere il bene, Dio si lamenta della rovina del suo popolo, Cristo piange su Gerusalemme apostata che lo ripudia, e la invita a seguirlo, ecc.
Se invece, come affermava Lutero, l'essere umano non avesse la facoltà di accettare o rifiutare liberamente la grazia divina che gli viene offerta, perché nelle Scritture sono presenti ammonimenti e biasimi, minacce di castighi ed elogi dell'obbedienza?
Se inoltre, come predicava Lutero, l'uomo non ha bisogno di chiese e organi intermediari tra sé e Dio, ma è l'unico sacerdote di se stesso, come si concilia questa supposta autonomia con la sua assoluta impossibilità di scelta in ambito morale?
L'intervento decisivo della Grazia
In ogni azione umana noi possiamo distinguere tre fasi: l'inizio, lo sviluppo e l'esito finale: la Grazia è essenziale nella prima e nell'ultima fase, quando cioè ispira la volontà dell'uomo al bene (l'inizio) e gli consente di realizzarlo (l'esito finale): tutta la parte che riguarda la messa in opera dell'azione (lo sviluppo) vede l'intervento del libero arbitrio dell'uomo che liberamente mette in atto la sua volontà. Così le due cause -la grazia di Dio e la volontà umana- dell'azione concorrano allo stesso tempo e a una stessa opera indivisibile anche se tra le due la causa principale è la Grazia che da sola potrebbe mettere in atto l'azione.
Particolarmente incisivo è l’esempio che Erasmo presenta per supportare la sua soluzione, del padre e del figlio che vuole cogliere un frutto.
Il padre alza nelle sue braccia il figlio che ancora non sa camminare, che cade e che fa degli sforzi disordinati; gli mostra un frutto posato davanti a lui; il bambino vuole correre a prenderlo, ma la sua debolezza è tale che cadrebbe se il padre non lo sostenesse e guidasse.
È quindi solo grazie alla conduzione del padre (la Grazia di Dio) che il bambino arriva al frutto che sempre suo padre gli offre; ma il bambino non sarebbe riuscito ad alzarsi se il padre non l’avesse sostenuto, non avrebbe visto il frutto se il padre non glielo avesse mostrato, non sarebbe potuto avanzare senza la guida del padre, non avrebbe potuto prendere il frutto se il padre non glielo avesse concesso.
Cosa potrà arrogarsi il bambino come sua autonoma azione? Malgrado nulla avrebbe potuto compiere con le sue forze senza la Grazia, ha pertanto fatto qualcosa.
Libero arbitrio
Il termine arbitrio si riferisce alla capacità di giudicare in assoluta libertà attorno a un fatto o a un concetto. Il libero arbitrio è quindi la facoltà propria dell'uomo di essere libero da qualsiasi necessità riguardo alle decisioni che vuole prendere. Per essere realmente libera, una scelta non deve avere nulla alle sue spalle che la determini, sia direttamente che indirettamente.
Sul termine molto si è discusso e molto si discute: un libero arbitrio assoluto comporterebbe infatti l'inesistenza di un qualsiasi principio divino, mentre, al contrario, l'esistenza di un Dio onnipotente comporterebbe l'impossibilità di una qualsiasi libertà di fatto.
Se fosse vero il primo caso, il divino non potrebbe nulla contro la libera decisione dell'uomo di fare il bene e il male, e questo contraddirebbe l'onnipontenza divina (nonostante ciò, è questa la strada seguita dalla tradizione teologica, per cui Dio ha concesso all'uomo il libero arbitrio, ovvero la possibilità di scegliere il male).
Visione opposta è per contro quella dello stoicismo: il libero arbitrio non esiste nella sua forma assoluta poiché ogni cosa del mondo risponde alla legge del logos che la costringe entro un destino necessario (si veda lo stoicisimo).
Suggerire che l'uomo ha "Libero Arbitrio" è non suggerire niente a meno che i termini siano definiti. Alcuni delle definizioni tipiche sono:
1. "Libero Arbitrio" significa che una persona è in grado di fare ciò che "decide" di fare. Questo, certo, è assurdo. Può decidere di volare nel battere le sue braccia, ma non volerà. È ovvio che in qualche modo "capacità" deve essere accoppiata con "la volontà."
2. "Libero Arbitrio" significa che una persona è libera per fare qualsiasi cosa. Anche questo è assurdo. Uno non è libero di scegliere il suo sesso, i suoi genitori, la sua nazionalità, la sua data di nascita, ecc., ecc.
3. "Libero Arbitrio" Significa che una persona è libera di scegliere il buono o il malvagio. Questo era l'insegnamento di Arminius e può essere il significato la maggior parte delle persone allega a "Libero Arbitrio" ma questo è anche assurdo. Anche Dio Stesso non è libero di scegliere buono o malvagio, data la Sua natura.
La definizione della parola "volontà" è "desiderio" così quando si dice che l'uomo ha "Libero Arbitrio" è dire che ha "libero desiderio." Dovrebbe essere ovvio ad anche allo studente casuale della Parola che questo non è vero. Tutti i desideri dell'uomo sono condizionati dalle cose fuori del suo controllo. La sua base culturale, il suo ambiente, la sua famiglia, il suoi gusti, ecc., e più importante Scritturalmente, peccato ed il suo stato caduto.
Poi dire che l'uomo è libero per desiderare quel che desidera è soltanto dichiarare l'ovvio, comunque, il suo desiderio in nessuna maniera implica la sua capacità di fare. Come ciò può essere chiamato "libero" quando è limitato dalle condizioni fuori del suo controllo e dalla sua capacità di eseguire?
È anche chiaro che questa così chiamata libertà non rende possibile per la persona di desiderare quello che non desidera. L'uomo caduto, l'uomo carnale, non ha assolutamente nessuno desiderio per venire a Dio o far piacere a Dio e perciò non è libero di fare così.
L'uomo caduto è totalmente limitato nel suo desiderio, nella sua capacità di fare, o il suo desiderio di fare, quello che è buono alle norme di Dio. Teologicamente questo è chiamato "la depravazione totale." Sebbene la depravazione non è una parola Biblica, è comunque verità Biblica. Per negare la depravazione totale dell'uomo è negare la Grazia di Dio e bestemmiare il lavoro finito di Cristo.
Uno non può essere casuale sulle parole; dire che uno crede nella grazia di Dio ma non nella depravazione totale, nella predestinazione e l'elezione è una contraddizione di fatti. Se l'uomo non è totalmente depravato e predestinato alla vita eterna allora la salvezza non per grazia.
Considerare quello che lo Santo Spirito dice:
1. L'uomo non rigenerato non può , non ha capacità a, non desidera entrare il regno di Dio.
- Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. (Giovanni 3:5)
2. L'uomo non rigenerato non può, non ha capacità a, non desidera venire a Cristo.
Nessuno può venire a me, se il Padre che mi ha mandato non lo attira, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. (Giovanni 6:44)
Nota: La parola Greca elkuow "helkuoo " non significa invitare, ma piuttosto trascinare o costringere . Nella stessa maniera che un trattore non invita l'aratro a seguirlo. Questo può essere confermato dalla maniera in cui lo Spirito Santo usa la parola in tutti gli altri riferimenti:
- Allora Simon Pietro, che aveva una spada la sfoderò, percosse il servo del sommo sacerdote e gli recise l’orecchio destro; or quel servo si chiamava Malco. (Giovanni 18:10 )
- Ed egli disse loro: «Gettate la rete dal lato destro della barca e ne troverete». Essi dunque la gettarono e non potevano più tirarla su per la quantità di pesci. (Giovanni 21:6 )
- Simon Pietro risalì in barca e tirò a terra le rete, piena di centocinquantatrè grossi pesci; e benché ve ne fossero tanti, la rete non si strappò. (Giovanni 21:11 )
- Ora i padroni di lei, vedendo che la speranza del loro guadagno era svanita, presero Paolo e Sila e li trascinarono sulla piazza del mercato davanti ai magistrati; (Atti 16:19 )
- E tutta la città fu in subbuglio, e ci fu un accorrere di gente; e, preso Paolo, lo trascinarono fuori del tempio e subito furono serrate le porte. (Atti 21:30 )
In nessuno di questi versi la parola è usata come "invita" ma sempre come "trascina" o "costringe" che è il significato reale della parola.
Quindi il Signore ha detto:
- E lo Spirito che vivifica, la carne non giova a nulla; le parole che vi dico sono spirito e vita. (Giovanni 6:63 )
- Ma vi sono alcuni tra voi che non credono», Gesú infatti sapeva fin dal principio chi erano coloro che non credevano, e chi era colui che lo avrebbe tradito; (Giovanni 6:64 )
- e diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me se non gli è dato dal Padre mio». (Giovanni 6:65 )
3. L'uomo non rigenerato non può , non ha capacità a, non desidera sentire la Parola di Dio.
- Perché non comprendete il mio parlare? Perché non potete ascoltare la mia parola. (Giovanni 8:43)
- Chi è da Dio, ascolta le parole di Dio; perciò voi non le ascoltate, perché non siete da Dio». (Giovanni 8:47)
4. L'uomo non rigenerato non può, non ha capacità a, non desidera ricevere lo Spirito di verità.
- lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce; ma voi lo conoscete, perché dimora con
voi e sarà in voi. (Giovanni 14:17)
5. All'uomo non rigenerato interessano solo le cose della carne.
- Infatti coloro che sono secondo la carne volgono la mente alle cose della carne, ma coloro che sono secondo lo Spirito alle cose dello Spirito. (Romani 8:5)
6. Le cose della carne sono:
la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; e queste cose sono opposte l’una all’altra,
cosicché voi non fate quel che vorreste. (Galati 5:17).
- Ma se siete condotti dallo Spirito, voi non siete sotto la legge. (Galati 5:18).
- Ora le opere della carne sono manifeste e sono: adulterio, fornicazione impurità, dissolutezza, (Galati 5:19)
- idolatria, magia, inimicizie, contese, gelosie, ire, risse, divisioni, sette, (Galati 5:20)
- invidie, omicidi, ubriachezze, ghiottonerie e cose simili a queste, circa le quali vi prevengo, come vi ho già detto prima, che coloro
- che fanno tali cose non erediteranno il regno di Dio, (Galati 5:21).
7. L'uomo non rigenerato è nemico di Dio.
- Per questo la mente controllata dalla carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomessa alla legge di Dio e neppure può esserlo.
(Romani 8:7)
8. L'uomo non rigenerato non può, non ha capacità a, non desidera essere soggetto alla legge di Dio.
- Per questo la mente controllata dalla carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomessa alla legge di Dio e neppure può esserlo.
(Romani 8:7)
9. L'uomo non rigenerato non può, non ha capacità a, non desidera soddisfare Dio.
- Quindi quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio. (Romani 8:8).
10. L'uomo non rigenerato non può, non ha capacità a, non desidera ricevere le cose dello Spirito.
- Or l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché sono follia per lui, e non le può conoscere, poiché si giudicano
spiritualmente. (1 Corinzi 2:14)
11. L'uomo non rigenerato non può, non ha capacità a, non desidera cessare dal peccato.
- Hanno occhi pieni di adulterio e che non cessano mai di peccare, adescano le anime instabili, hanno il cuore esercitato alla cupidigia e sono figli di maledizione. (2 Pietro 2:14)
12. L'uomo non rigenerato non è giusto.
- come sta scritto: «Non c’è alcun giusto, neppure uno. (Romani 3:10 )
- Non c’è alcuno che abbia intendimento, non c’è alcuno che ricerchi Dio. (Romani 3:11)
- Tutti si sono sviati, tutti quanti sono divenuti inutili; non c’è alcuno che faccia il bene, neppure uno. (Romani 3:12 )
- La loro gola è un sepolcro aperto con le loro lingue hanno tramato inganni, c’è un veleno di aspidi sotto le loro labbra; (Romani 3:13)
- la loro bocca è piena di maledizione e di amarezza; (Rom 3:14)
- i loro piedi sono veloci per spandere il sangue; (Romani 3:15)
- sulle loro vie c’è rovina e calamità, (Romani 3:16)
- e non hanno conosciuto la via della pace; (Romani 3:17)
- non c’è il timore di Dio davanti ai loro occhi». (Romani 3:18)
Allora scritturalmente, l'uomo corrotto non è libero, non ha desiderio, non ha capacità, di soddisfare Dio o di scegliere ciò che è buono. Lo Spirito Santo fece questo chiaro quando disse:
- Così, ogni albero buono produce frutti buoni; ma l’albero cattivo produce frutti cattivi. (Matteo 7:17)
- Un albero buono non può dare frutti cattivi, né un albero cattivo dare frutti buoni. (Matteo 7:18)
- Poiché non c’è albero buono che faccia frutto cattivo, né albero cattivo che faccia frutto buono. (Luc 6:43 )
- Certo, tutto è puro per i puri, ma niente è puro per i contaminati e gli increduli; anzi, sia la loro mente che la loro coscienza sono contaminate. (Tito 1:15)
Quindi è necessario per qualcosa che succeda che non sia dipendente sulla volontà o sul desiderio dell'uomo caduto, che non abbia niente a che fare con la sua volontà o il suo desiderio, per lui di venire a Dio e fare quello che soddisfa a Dio.
Lo Spirito Santo lo fa molto chiaro che questo è la nascita nuova dalla volontà di Dio e non dalla volontà dell'uomo, così è per grazia e non per ricompensa:
- Beato l’uomo che tu scegli e fai avvicinare a te, perché abiti nei tuoi cortili; noi saremo saziati dei beni della tua casa, delle cose sante del tuo tempio. (Salmi 65:4)
- i quali non sono nati da sangue né da volontà di carne, né da volontà di uomo, ma sono nati da Dio. (Giovanni 1:13)
- E lo Spirito che vivifica, la carne non giova a nulla; le parole che vi dico sono spirito e vita. (Giovanni 6:63)perché siete stati rigenerati non da un seme corruttibile, ma incorruttibile, per mezzo della parola di Dio vivente e che dura in eterno. (1 Pietro 1:23).
Così essendo nato dalla volontà di Dio l'uomo diventa una creazione nuova ed è fatto giusto:
- Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati costituiti peccatori, così ancora per l’ubbidienza di uno solo i molti saranno costituiti giusti. (Romani 5:19)
- Poiché egli ha fatto essere peccato per noi colui che non ha conosciuto peccato, affinché noi potessimo diventare giustizia di Dio in lui. (2 Corinzi 5:21)
- Essendo stato fatto giusto, l'uomo nuovo, non il vecchio uomo, ha desideri nuovi, crede Dio, fa ciò che soddisfa Dio, quello che è giusto:
- In verità, in verità vi dico: Chi crede in me ha vita eterna. (Giovanni 6:47)
- Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chiunque ama colui che lo ha generato, ama anche chi è stato generato da lui. (1 Giovanni 5:1)
- Certo, tutto è puro per i puri, ma niente è puro per i contaminati e gli increduli; anzi, sia la loro mente che la loro coscienza sono contaminate. (Tito 1:15)
- Se voi sapete che egli è giusto, sappiate che chiunque pratica la giustizia, è nato da lui. (1 Giovanni 2:29)
- Figlioletti, nessuno vi seduca: chi pratica la giustizia è giusto, come egli è giusto, (1 Giovanni 3:7)
- Da questo si riconoscono i figli di Dio e i figli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio, e neppure lo è chi non ama il proprio fratello. (1 Giovanni 3:10)
continua ...
Avatar utente
Vittorino
Veterano del Forum
Messaggi: 1741
Iscritto il: 11/11/2009, 15:08
Contatta:

Continua Libero Arbitrio

Messaggio da Vittorino »

Continua ...
Catechismo della Chiesa Cattolica (pagg. 446-450)
La Libertà dell’Uomo
- 1730: Dio ha creato l’uomo ragionevole conferendogli la dignità di una persona dotata dell’iniziativa e della padronanza dei suoi atti. «Dio volle infatti, lasciare l’uomo “in mano al suo consiglio” (Sir. 15,14), così che esso cerchi spontaneamente il suo Creatore e giunga liberamente, con l’adesione alui, alla piena e beata perfezione» (Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et Spes, 17):
L’uomo è dotato di ragione, e in questo è simile a Dio, creato libero nel suo arbitrio e potere.
(Sant’Ireneo di Lione, Adversus haereses, 4,4,3)
I. Libertà e responsabilità
- 1731: La libertà è il potere, radicato nella ragione e nella volontà, di agire o di non agire, di fare questo o quello, di porre così da se stessi azioni delibe¬rate. Grazie al libero arbitrio ciascuno dispone di sé. La libertà è nell'uomo una forza di crescita e di maturazione nella verità e nella bontà. La libertà raggiunge la sua perfezione quando è ordinata a Dio, nostra beatitudine.
- 1732: Finché non si è definitivamente fissata nel suo bene ultimo che è Dio, la libertà implica la possibilità di scegliere tra il bene e il male, e conseguen¬temente quella di avanzare nel cammino di perfezione oppure di venir meno e di peccare. Essa contraddistingue gli atti propriamente umani. Diventa sorgente di lode o di biasimo, di merito o di demerito.
- 1733: Quanto più si fa il bene, tanto più si diventa liberi. Non c'è vera libertà se non al servizio del bene e della giustizia. La scelta della disobbedienza e del male è un abuso della libertà e conduce alla schiavitù del peccato. (Cf. Rm 6,17)
- 1734: La libertà rende l'uomo responsabile dei suoi atti, nella misura in cui sono volontari. Il progresso nella virtù, la conoscenza del bene e l'ascesi accrescono il dominio della volontà sui propri atti.
- 1735: L'imputabilità e la responsabilità di un'azione possono essere sminuite o annullate dall'ignoranza, dall'inavvertenza, dalla violenza, dal timore, dalle abitudini, dagli affetti smodati e da altri fattori psichici oppure sociali.
- 1736: Ogni atto voluto direttamente è da imputarsi a chi lo compie.
Il Signore infatti chiede ad Adamo dopo il peccato nel giardino: «Che hai fatto?» (Gn 3,13). Così pure a Caino. (Cf. Gn 4,10)
Altrettanto fa il profeta Natan con il re Davide l'adulterio commesso con la moglie di Uria e l'assassinio di quest'ultimo. (Cf. 2 Sam 12,7-15)
Un'azione può essere indirettamente volontaria quando è conseguenza di una negligenza riguardo a ciò che si sarebbe dovuto conoscere o fare, per
esempio un incidente provocato da una ignoranza del codice stradale.
- 1737: Un effetto può essere tollerato senza che sia voluto da colui che agisce; per esempio lo sfinimento di una madre al capezzale del figlio ammalato. L'effetto dannoso non è imputabile se non è stato voluto né come fine né come mezzo dell’azione, come può essere la morte incontrata nel portare soccorso a una persona in pericolo. Perché l'effetto dannoso sia imputabile, bisogna che sia prevedibile e che colui che agisce abbia la possibilità di evitarlo; è il caso, per esempio, di un omicidio commesso da un conducente in stato di ubriachezza.

- 1738: La libertà si esercita nei rapporti tra gli esseri umani. Ogni persona umana, creata ad immagine di Dio, ha il diritto naturale di essere riconosciuta come un essere libero e responsabile. Tutti hanno verso ciascuno il dovere di questo rispetto. Il diritto all'esercizio della libertà è un'esigenza inseparabile dalla dignità della persona umana, particolarmente in campo morale e religioso. (Cf Conc. Ecum. Vat. II, Dignitatis humanae, 2) Tale diritto deve essere civilmente riconosciuto e tutelato nei limiti del bene comune e dell'ordine pubblico. (Cf Conc. Ecum. Vat. II, Dignitatis humanae, 2)
II. La libertà umana nell’Economia della Salvezza
- 1739: Libertà e peccato. La libertà dell'uomo è finita e fallibile. Di fatto, l'uomo ha sbagliato. Liberamente ha peccato. Rifiutando il disegno d’amore di Dio, si è ingannato da sé; è divenuto schiavo del peccato. Questa prima alienazione ne ha generate molte altre. La storia dell'umanità, a partire dalle origini, sta a testimoniare le sventure e le oppressioni nate dal cuore dell'uomo, in conseguenza di un cattivo uso della libertà.

- 1740: Minacce per la libertà. L'esercizio della libertà non implica il diritto di dire e di fare qualsiasi cosa. È falso pretendere che l'uomo, soggetto della libertà, sia un «individuo sufficiente a se stesso ed avente come fine il soddisfacimento del proprio interesse nel godimento dei beni terrestri» (Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Libertatis conscientia, 13, AAS 79 (1987), 554-599). Peraltro, le condizioni d'ordine economico e sociale, politico e culturale richieste per un retto esercizio della libertà troppo spesso sono misconosciute e violate. Queste situazioni di accecamento e di ingiustizia gravano sulla vita morale ed inducono tanto i forti quanto i deboli nella tentazione di peccare contro la carità. Allontanandosi dalla legge morale, l'uomo attenta alla propria libertà, si fa schiavo di se stesso, spezza la fraternità coi suoi simili e si ribella contro la volontà divina.
- 1741: Liberazione e salvezza. Con la sua croce gloriosa Cristo ha ottenuto la salvezza di tutti gli uomini. Li ha riscattati dal peccato che li teneva in schiavitù. «Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi» (Gal 5,1). In lui abbiamo comunione con «la verità» che ci fa «liberi» (Gv 8,32). Ci è stato donato lo Spirito Santo e, come insegna l'Apostolo, «dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà» (2 Cor 3,17). Fin d'ora ci gloriamo della «libertà... dei figli di Dio» (Rm 8,21).

- 1742: Libertà e grazia. La grazia di Cristo non si pone affatto in concorrenza con la nostra libertà, quando questa è in sintonia con il senso della verità e del bene che Dio ha messo nel cuore dell'uomo. Al contrario, e l'esperieza cristiana lo testimonia specialmente nella preghiera, quanto più siamo docili agli impulsi della grazia, tanto più cresce la nostra libertà interiore e la sicurezza nelle prove come pure di fronte alle pressioni e alle costrizioni del mondo esterno. Con l'azione della grazia, lo Spirito Santo ci educa alla libertà spirituale per fare di noi dei liberi collaboratori della sua opera nella Chiesa e nel mondo:

Dio grande e misericordioso, allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di Te, perché, nella serenità del corpo e dello spirito, possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio. (Messale Romano, colletta della trentaduesima domenica).
In Sintesi:

- 1743: Dio «lasciò» l’uomo «in balia del suo proprio volere» (Sir 15,14), perché potesse aderire al suo Creatore liberamente e così giungere alla beata perfezione. (Cf Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 17)
- 1744: La libertà è il potere di agire o di non agire e di porre così da se stessi azioni libere. Essa raggiunge la perfezione del suo atto quando è ordinata a Dio, Bene supremo.
- 1745: La libertà caratterizza gli atti propriamente umani. Rende l’essere umano responsabile delle azioni che volontariamente compie. Il suo agire libero gli appartiene in proprio.
- 1746: L’imputabilità e la responsabilità di una azione può essere sminuita o annullata dall’ignoranza, dalla violenza, dal timore e da altri fattori psichici o sociali.
- 1747: Il diritto all’esercizio della libertà è un’esigenza inseparabile dalla dignità dell’uomo, particolarmente in campo religioso e morale. Ma l’esercizio della libertà non implica il supposto diritto di dire e di fare qualsiasi cosa.
- 1748: «Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi» (Gal 5,1).
Catechismo degli Adulti pagg. 322-323
Necessità del Battesimo
- [675] Il battesimo è necessario alla salvezza: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio» (Gv 3,5). Chi dunque lo rifiuta colpevolmente non può salvarsi.
Per quanto riguarda coloro che non hanno avuto la grazia di conoscere il vangelo, si deve ricordare che sono stati creati anch’essi con un orientamento implicito a Gesù Cristo. Se vivono secondo i dettami della propria coscienza, anche a loro è donata da Dio in Cristo la possibilità di raggiungere la salvezza in una forma di battesimo, che possiamo qualificare come battesimo di desiderio, sia pure inconsapevole.
A maggior ragione si deve pensare a un battesimo di desiderio per i catecumeni che si preparano ai sacramenti dell’iniziazione cristiana. Se poi uno di loro dovesse morire martire per Cristo, riceverebbe un battesimo di sangue, che lo assimila al Signore crocifisso e risorto e lo introduce nella gloria.
Riguardo ai bambini che muoiono prima di arrivare all’uso di ragione senza essere battezzati, la Chiesa, sicura com’è che Dio vuole la salvezza di tutti e che Cristo è morto per tutti, (1 Tm 2,4-6) confida nella loro salvezza, ma non sa in che modo possono arrivare beneficiarne.

L’origine del male
Il male esiste. E’ in noi e intorno a noi. Fa strage in tutti i campi e in tutti gli ambienti. Attraverso i secoli, per causa sua, un oceano di sofferenze si è abbattuto sulla razza umana. E, lungi dal diminuire, non fa che aumentare. La fede in Dio è messa a dura prova dallo scandalo del male: dov’è Dio, quando i cataclismi della natura, le guerre, la fame e le malattie fanno strage di intere popolazioni? Perché i giusti e gli innocenti soffrono, mentre i malvagi spesso trionfano? La protesta ha assunto, fin dall’antichità, una forma logica con il filosofo Epicuro: “Dio o vuole togliere il male e non può; o può e non vuole; o non vuole e non può; o vuole e può. Se vuole e non può, è debole; se può e non vuole è malevolo; se non vuole e non può, è malevolo e debole; se vuole e può, come si addice a lui, perché esiste il male e Dio non lo elimina?”. Anche la riflessione teologica pone in tutta la sua drammaticità il problema del male quando lo mette a confronto con l’affermazione di un Dio unico e buono, creatore e signore dell’universo. Dio “la cui opera è perfetta” (Dt 32,4) non può aver creato un essere malvagio. Posto dunque che Dio non può essere l’autore del male, come se ne spiega l’esistenza? Perché Dio non lo impedisce?
La visione biblica del male
Queste domande si avvertono già sullo sfondo delle prime pagine della Genesi (capp. 2-3), dove il racconto della tentazione del serpente e del peccato di Adamo e di Eva è posto nel contesto dell’alleanza tra Dio e l’uomo. Mentre i miti delle antiche religioni indicano lo spazio della libertà umana nella tensione tra il caos e il cosmo, tra il disordine e il mondo ordinato, la Bibbia indica lo spazio della libertà umana nella tensione tra santità divina e peccato umano. Qui, oltre a leggere il bisogno reale di discolpare Dio da ogni responsabilità circa il male, si evidenzia che il bene dell’uomo non è nel cosmo (in un ipotetico mondo perfetto), ma nella santità di Dio che sconfigge e cancella il suo peccato. Mostrando che il caos cosmico si riproduce nel mondo umano attraverso il caos del peccato, la Bibbia suggerisce che, come il Dio creatore ha vinto il caos cosmico, così ha pure sconfitto il peccato umano. La promessa di speranza è affidata al famoso passo di Gn 3,15: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”. In questo modo le Scritture rispondono alla domanda sul perché del peccato e si muovono verso la sua cancellazione. Il male non è il destino dell’uomo, perché l’uomo è stato creato per il bene e per la felicità. Poiché dunque è la stessa Bibbia che ci dice che il male esiste, dovremmo essere perfettamente informati, oltre alla sicurezza di essere già stati liberati e salvati in Gesù morto e risorto, sul perché di tanta malvagità nel mondo, dei continui spargimenti di sangue, delitti, odii e immoralità, del perché Dio permetta che tale stato di cose si sia trascinato sino ai nostri giorni. Nella Bibbia, il libro di Giobbe demolisce le facili spiegazioni teologiche che definisce: “sentenze di cenere”, “difese di argilla” (Gb 13,12); e, nello stesso tempo, mette in guardia contro i facili processi e giudizi nei confronti di Dio: “Dov’eri tu quand’io ponevo le fondamenta della terra? Dillo, se hai tanta intelligenza! Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai, o chi ha teso su di essa la misura? Dove sono fissate le sue basi o chi ha posto la sua pietra angolare, mentre gioivano in coro le stelle del mattino e plaudivano tutti i figli di Dio? Chi ha chiuso tra due porte il mare, quando erompeva uscendo dal seno materno, quando lo circondavo di nubi per veste e per fasce di caligine folta?…Sei mai giunto ai serbatoi della neve, hai mai visto i serbatoi della grandine?…Per quali vie si espande la luce, si diffonde il vento d’oriente sulla terra?…Ha forse un padre la pioggia? O chi mette al mondo le gocce della rugiada?” (Gb 38,4-9.22.24.28).
Tuttavia il male ci investe da ogni parte, in molte forme: disgrazie, violenze, malattie, miseria, oppressione, ingiustizia, solitudine, morte. Non possiamo evitare la domanda: da che cosa dipende questa infelice situazione? Perché l’uomo è soggetto alla sofferenza? Secondo l’intenzione del Creatore, l’uomo era stato creato per vivere in un paradiso terrestre (Gn 2,4-25), in una condizione di perfetta armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso. L’amicizia con Dio era così intima e tangibile da orientare con facilità al bene tutte le nostre tendenze ed energie in un ambiente privo di sofferenza, di angoscia e, soprattutto, della morte. Purtroppo questa condizione è stata perduta a causa del peccato. L’esperienza del male come tale trova dunque la sua origine nel peccato degli angeli e degli uomini, non in Dio. La certezza del male che ci circonda, il piano di salvezza che Dio ha predisposto per noi “già prima della fondazione del mondo” (I Pt 1,20), farebbe presupporre che dovremmo essere anche perfettamente informati sulla sua origine, sull’epoca e il modo della sua apparizione, sul suo sviluppo. Ahimè, no! E’ vero che possediamo un certo numero di indicazioni sulle prime manifestazioni del male, e specialmente sul momento ed il modo della sua entrata nel mondo (Gn 3), ma non ci spieghiamo la sua esistenza. Nessuno potrebbe dire perché in un essere perfettamente buono, perfettamente libero, siano potuti penetrare a poco, a poco dei sentimenti di ribellione. Ci troviamo di fronte a un fatto: il male è iniziato un giorno, e accettandolo l’uomo è divenuto infelice. Qui sorge però spontanea la domanda: “Se Dio dirige ogni cosa, perché non ha potuto impedire in quest’essere perfetto (Lucifero) l’apparizione dei sentimenti di ribellione; e perché non ha subito soppresso l’autore del male, mettendo così fine al male stesso?”. Rispondiamo che se non comprendiamo come un essere buono, libero e perfetto abbia potuto ribellarsi a Dio, sappiamo però per certo che Dio non è, né può essere l’autore del male (Dt 32,4), e sappiamo anche che Dio, “pur usando pazienza e non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi” (II Pt 3,9), rispetta la libertà e la scelta di ognuno (Dt 30,19; Gs 24,15), perché “dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà” (II Cor 3,17), e lui si aspetta che tutti entrino volontariamente e non contro la propria volontà “nella libertà della gloria dei figli di Dio” (Rm 8,21), e che al di fuori del suo amore e della sua giustizia, ogni altro dominio è destinato a dare solo i risultati che sono oggi sotto gli occhi di tutto il creato: “…poiché siamo diventati spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini” (I Cor 4,9). Possiamo perciò dedurre che Dio non distrusse Satana perché rispettava la sua libertà. Inoltre, tollerando la sua presenza, permise a tutti gli esseri creati di osservare le funeste conseguenze derivanti da un cattivo uso della libertà; e li portò così a risolversi volontariamente a favore di un’obbedienza conforme ai principi di Giustizia (Sal 11,7;ss) e di Amore (I Gv 4,7-8) che formano la base immutabile del governo divino. La Bibbia non ci spiega l’origine del male, ma ci dice che è stato prima di tutto causato da Satana, il grande ribelle del cielo, e poi da Adamo ed Eva, i ribelli del giardino di Eden. Chi è dunque Satana, Che cosa faceva in cielo? Che gli accadde? Le notizie mancano per farne una biografia completa, ma i profeti Ezechiele ed Isaia usano, per dipingerlo, il primo una similitudine col re di Tiro, il secondo col re di Babilonia.
Il mondo com’era al principio Gen 1,31
Realtà odierna ben diversa Mt 13,27-28
Dio non ha creato il male, da dove è venuto allora? Mt 13,39
Condizione del cielo prima della disobbedienza Sal 103,20-22
Il mistero del male Eze 28,12-17
Questo brano è diretto al principe di Tiro, un uomo presuntuoso a causa della ricchezza che possedeva e che arrivò a pensare di essere Dio. Mentre Dio rimprovera il principe di Tiro per la sua presunzione (capp 26-28), introduce un altro personaggio (nella traduzione delle Bibbie evangeliche c’è qui un passaggio dal “principe di Tiro” al “re di Tiro”), il vero istigatore del principe di Tiro: Lucifero, la cui malvagità ci viene rivelata dal Profeta Isaia:
Motivo di tale degenerazione? Is 14,12-14
Il peccato di Lucifero fu dunque la ribellione. Cinque cose Lucifero aveva detto nel suo cuore di voler fare:
- di scalare il cielo
- di porre il suo trono sulle stelle più alte
- di sedere come re sulla montagna del settentrione
- di salire in cielo oltre le nuvole
- di diventare simile all’Altissimo
Conseguenze della ribellione e sconfitta di Satana Ap 12,7-8 Lc 10,18
La ribellione comportò la ribellione di Lucifero
Dove furono cacciati i ribelli? Gd 6 II Pt 2,4
Dopo disobbedienza Satana principe della terra Gen 3,1-6; Ap 12,9; Gv 12,31; 14,30; 16,11
I metodi di Satana, sue conseguenze, intervento di Dio Gv 8,44; I Gv 3,8; Zc 2,8
Perché non fu subito definitivamente sconfitto? Mt 13,25-29
Ma la sua definitiva sconfitta è stata solo rimandata Mt 25,41; Ap 20,10; 19,20
Satana non è una fantasia, ma un pericolo reale contro cui lottare I Pt 5,8; Gc 2,19;
Trucchi e inganni di Satana e precauzioni da prendere II Cor 11,14; Mt ,15-24; Gal 1,8
L’uomo è libero di scegliere in una testimonianza universale Dt 30,19 I Cor 4,9
Una consolante certezza e un vittoria certa Eb 2,14-15; Gv 8,32 I Cor 15,57

Il cristiano e le prove (la tentazione)
Il termine “tentazione”, dal punto di vista biblico, indica la prova posta davanti all’uomo sia come stimolo all’impegno verso un’adesione più profonda a Dio, sia come un incitamento al male. La tentazione è descritta in modo simbolico nel racconto del peccato delle origini (Gn 3), dove viene presentata come insidia tendente a sostituire il rapporto vitale con Dio con l’autosufficienza dell’uomo che si vuole fare “uguale a Dio”; essa viene così ad alterare la libertà dell’uomo, convincendolo e spingendolo a costruire se stesso a prescindere da Dio. Nel presentarci la tentazione e la disobbedienza dei nostri progenitori, la Bibbia ci rivela così la misteriosa, ma reale, presenza del Maligno come fonte di questo inganno della libertà (il “menzognero”), che strappa l’uomo dalla relazione con Dio. Centrale a questo riguardo è il racconto delle tentazioni di Gesù (cfr. Lc 4,1-13), in cui la vittoria sulle prove del tentatore coincide con l’adesione di Gesù alla volontà di Dio. Nella vita del cristiano la lotta nei confronti della tentazione conduce ad un impegno a vivere nella libertà derivante dal suo “essere in Cristo”, respingendo la falsa libertà della logica della "carne" (cfr. Gc 1,25; 2,12). Come abbiamo già approfondito, l’uomo è aiutato in questa lotta dallo Spirito, che lo sollecita a vincere il male con il bene, e lo sostiene nel combattimento spirituale (cfr. Rm 5,3-5.7). Per questo il credente deve coltivare, unitamente alla ricerca del giusto equilibrio e discernimento (cfr. Rm 12,2; Ef 5,10; II Cor 13,5; Gal 6,1), l’assiduità nella preghiera. L’invito del Padre nostro a chiedere a Dio di “non lasciarci cedere alla tentazione” (Mt 6,13), rivela la serietà del mistero del male (tema di un prossimo incontro) e l’esigenza di confrontarsi con esso senza cercare da sé la vittoria, ma affidandosi continuamente a Dio, accogliendo la grazia del suo amore.
Nella quotidiana lotta contro la tentazione è anche opportuno approfondire brevemente gli importanti richiami alla “vigilanza” che ci offre la Parola di Dio.
Primo supremo modello di vigilanza è Dio stesso, il custode d’Israele: “Il Signore veglierà su di te, quando esci e quando entri, da ora e per sempre” (Sal 121,8); “…io vigilo sulla mia parola per realizzarla” (Ger 1,12). In nome di Dio vigilano i profeti: “…ti ho costituito sentinella per gli israeliti; ascolterai una parola dalla mia bocca e tu li avvertirai da parte mia” (Ez 33,7). La sentinella di Dio grida senza posa alla conversione (cfr. Is 1,12).
Nell’AT la Sapienza esorta: “Beato l’uomo che mi ascolta, vegliando ogni giorno alle mie porte, per custodire attentamente la soglia” (Pr 8,34); a cui si unisce l’anelito mistico: “Io dormo, ma il mio cuore veglia” (Ct 5,2). Con la crescita, nella storia biblica, dell’attesa messianica, Abacuc, vigile sentinella, annuncia: “…se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà” (Ab 2,3).
Nel NT l’insegnamento di Gesù e degli apostoli presenta un’etica e una spiritualità evangelica che riguarda tutto l’uomo, coniugando insieme la visione del futuro di Dio e la speranza della vita eterna, con l’attenzione e la cura per il momento presente: “Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà” (Mt 24,42). Verrà come un ladro (cfr. Mt 24,43; Ap 3,3), come un padrone che torna senza preavviso, anche se sembra tardare (cfr. Mt 25,1-13). La vigilanza consiste nel vivere sobriamente, staccati dai piaceri terrestri: “Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo” (Lc 21,36). Guai a chi dorme (Rm 13,11; I Ts 5,6). Gesù, nell’agonia del Getsemani, chiede ai suoi: “Vegliate e pregate per non entrare in tentazione” (Mc 14,38). I capi delle comunità dovranno vigilare (cfr. II Tm 4,5; At 20,28) per schivare inganni diabolici. Le veglie liturgiche (prima fra tutte quella pasquale) richiamano la necessità di vigilare, per accogliere prontamente il Signore in ogni momento, specialmente riconoscendolo quando si presenta nella persona dei poveri, degli affamati, dei miseri, dei derelitti, nella cui accoglienza o respinta è anticipato il giudizio finale (cfr. Mt 25,31-46).


Prova = Tribolazione Ap 7,9-14
Prove di vario genere: morali, spirituali e fisiche Gc 1,2
Continuamente provati nella nostra fede Mt 5,11-12
Nei confronti di parenti e amici Mt 10,34-37
Ma nella consapevolezza che nulla di negativo può venire da Dio Gc 1,13-15
Ma confidando nell’esempio di Gesù I Pt 2,21-23; 1,
Senza ritrarsi e fuggire Eb 10,35-39
Perché quella è la giusta via II Tm 3,12
Nel pensiero alle cose future II Cor 4,16-18; Rm 8,18; Co 3,1-4
E sapendo di essere vittoriosi in Cristo II Cor 12,7-10
Anche se provati nella salute Gb 2,4-10
Nei nostri beni Gb 1,13-22
Nelle amicizie II Tm 2,15; 4,10.14-17
Abbiamo costanza e non perdiamoci d’animo Gs 1,9; Pr 24,10
Perché Dio è il nostro rifugio Pr 18,10
E in Dio saremo capaci di grandi cose Sal 108,14; Gb 5,9; Rm 8,31; Gl 2,21; Lc 1,49; ecc.
Tre mezzi sicuri per trionfare:1) Preghiera Mt 7,7-11
2) Conoscenza e approfondimento della Parola di Dio I Pt 2,12
3) L’esercizio della fede I Cor 9,25-27
Consapevoli delle difficoltà ma anche che Gesù ha già vinto il mondo Gv 16,33
Dicendoci anche le motivazioni dell’odio del mondo Gv 15,18-21
Ma se contiamo su Dio non saremo mai soli e vinceremo Mt 28,20; Is 41,10-13
Invochiamo perciò Dio Sal 50,15
La liberazione sarà sicura Sal 34,19; 91,15
Saremo vincitori Rm 8,36-37
La costanza sarà premiata Ap 3,10
Nel premio alla vittoria finale Gc 1,12; Ap 3,21

Dialogo tratto dal film: “L’avvocato del diavolo” con Al Pacino (il diavolo) e Keanu Reeves
Al Pacino: … a Dio piace guardare, è un guardone giocherellone. Riflettici un po’! Dio dà all’uomo gli istinti, ti
concede questo straordinario dono, e poi che cosa fa? Te lo giuro che lo fa per suo puro divertimento, per
farsi il suo bravo spot pubblicitario del film, fissa le regole in contraddizione, una stronzata universale:
Guarda ma non toccare
Tocca ma non gustare
Gusta ma non inghiottire
E mentre tu saltelli da un piede all’altro, lui che cosa fa? Se ne sta lì a sbellicarsi dalle matte risate, perché è
un moralista, è un gran sadico, è un padrone assenteista, ecco che cosa è. E uno dovrebbe adorarlo? No, Mai!
Keanu Reeves: Meglio regnare all’inferno che servire in paradiso, non è così?
Al Pacino: Perché no? Io sto qui col naso ben ficcato nella terra, e ci sto fin dall’inizio dei tempi; ho coltivato ogni
sensazione a cui l’uomo è stato creato perché la provasse. A me interessava quello che l’uomo desidera, e
non l’ho mai giudicato, e sai perché? Perché io non l’ho mai rifiutato nonostante le sue maledette
imperfezioni. Io sono un fanatico dell’uomo, sono un umanista, probabilmente l’ultimo degli umanisti ….

Al Pacino: La vanità è il mio peccato preferito, è l’oppiaceo più naturale.
Il libero arbitrio è come le ali di una farfalla, una volta toccate, non si solleva più da terra.
Il senso di colpa è un sacco pieno di mattoni da scaricare.
Avatar utente
Ely
Veterano del Forum
Messaggi: 2002
Iscritto il: 10/06/2009, 21:14
Contatta:

Messaggio da Ely »

Ciao Vittorino, apprezziamo la tua voglia di farci conoscere quanto sia marcato il concetto di libero arbitrio nelle Sacre Scritture e nel catechismo cattolico, ma ti ricordo che non si può copiare/incollare intere pagine web in quanto il regolamento lo vieta e in più vedendo pagine così lunghe molti sono scoraggiati anche solo dall'iniziare a leggere.

La prossima volta metti semplicemente il link della pagina web interessata e argomenta a parole tue il concetto che vuoi approfondire

Ciao
Ely/mod
Aquarivs

Libero Arbitrio

Messaggio da Aquarivs »

e in più vedendo pagine così lunghe molti sono scoraggiati anche solo dall'iniziare a leggere
o del non avere tempo di leggere tutto tutto.. :conf:
Avatar utente
Vittorino
Veterano del Forum
Messaggi: 1741
Iscritto il: 11/11/2009, 15:08
Contatta:

re libero arbitrio

Messaggio da Vittorino »

Sono d'accordo con voi, ma non è solo un lavoro di copia/incolla, ma un collage da più parti e da più fonti, compreso il mio apporto, messe insieme. Io cerco di dare spiegazioni più o meno complete e, nei limiti del possibile, far si che almeno la proposta iniziale sia abbastanza esauriente per dare modo di avere poi interventi più brevi e mirati. Se poi il tema non interessa, non è detto che debba per forza avere un seguito.
Avatar utente
Trianello
Utente Master
Messaggi: 3356
Iscritto il: 10/06/2009, 23:45
Contatta:

Messaggio da Trianello »

Uhm... regola numero uno di ogni buon forista: non scrivere mai dei lenzuoloni! Avresti dovuto suddividere la trattazione in interventi più minuti e far passare più tempo tra un post e l'altro. Così come hai inserito il tutto nel Forum, la possibilità che qualcuno legga il malloppone è assai remota... sic...
Presentazione

Deus non deserit si non deseratur

Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)
Avatar utente
Vittorino
Veterano del Forum
Messaggi: 1741
Iscritto il: 11/11/2009, 15:08
Contatta:

Messaggio da Vittorino »

Avete ragione, sto facendo esperienza. Ad ogni modo, anche se non viene letto il mio lenzuolone, questo non impedisce che, se il tema risulta di qualche interesse, ognuno possa esprimere la propria opinione in merito al libero arbitrio. Il mio dubbio è però che sia proprio il tema, ahimè, di poco interesse. Oggi i giornali andranno a ruba per leggere i lenzuoloni inerenti i trans e il processo Meredith!!!!
Avatar utente
berescitte
Nuovo Utente
Messaggi: 116
Iscritto il: 16/06/2009, 23:47
Contatta:

Messaggio da berescitte »

Vittorino da Feltre ha scritto:Avete ragione, sto facendo esperienza. Ad ogni modo, anche se non viene letto il mio lenzuolone, questo non impedisce che, se il tema risulta di qualche interesse, ognuno possa esprimere la propria opinione in merito al libero arbitrio. Il mio dubbio è però che sia proprio il tema, ahimè, di poco interesse. Oggi i giornali andranno a ruba per leggere i lenzuoloni inerenti i trans e il processo Meredith!!!!
Di poco interesse? Io non credo. Il libero arbitrio parla del tema più caro alle persone che è la libertà.
E' piuttosto il modo che lo rende qui improponibile. Qui si deve dialogare. Come ha detto Trianello, spezzettare l'argomento, a parole proprie e dando spazio ai foristi di sussumere.
E poi la tua mossa, anche se oltre al CCC citi Wikipedia che a quanto si vede espone una veduta protestantica, sa di proselitismo. Lo specifico di questo forum è la critica ragionata con proprie parole e documentata al geovismo. Solo nell'ambito di discussioni impostate in tal modo è lecito inserire citazioni (brevi) che avvalorino il proprio discorso e presentino dottrine diverse come confronto critico con la veduta della WT.
Caramente.
Bery
Avatar utente
Vittorino
Veterano del Forum
Messaggi: 1741
Iscritto il: 11/11/2009, 15:08
Contatta:

Proposta riveduta e aggiornata

Messaggio da Vittorino »

Sono d’accordo con tutti voi di avere esagerato nel proporre il tema in una versione improponibile e mi scuso ancora per questo. Vedrò di fare meglio in seguito. Vorrei però specificare che il tema era già impostato nella sezione “Fuori Tema – Esorcismi veri o falsi?”, dove Gabriella Prosperi mi aveva risposto: “Mi lascia perplessa e, non lo nego, anche spaventata la approvazione degli esorcismi, perchè se c'è verità in quanto affermato, significa che il libero arbitrio non è tale se si può essere prede di forze estranee.” È stato sulla base di questo spunto che ho scritto alla fine della mia successiva risposta: “Per quanto riguarda il tema specifico del LIBERO ARBITRIO, apro un nuovo argomento in Argomenti Dottrinali, spero sia il posto giusto.”. Propongo a questo punto di lasciare sullo sfondo il mio primo intervento, oppure di cancellarlo (io non so come si fa) e ricominciare dalla domanda di Gabriella: “Il libero arbitrio è tale se si può essere preda di forze estranee?”. La sua mi sembra una domanda molto interessante e degna di essere ampliata. Il punto di vista dei Testimoni di Geova sull’argomento è ampiamente esposto nella pubblicazione del 2001 “Dio si Interessa?” pagg. 10-12 (e in vari altri articoli) e, per quanto riguarda questo specifico tema, sono d’accordo con quanto da loro asserito, che non mi sembra si discosti molto da ciò che pensano anche le altre confessioni religiose cristiane. Ho già dato alcune mie risposte a Gabriella nell’altra sezione che non ripeto qui, ma sarebbe interessante conoscere altri punti di vista in merito.
Avatar utente
Gabriella Prosperi
Utente Platinium
Messaggi: 14678
Iscritto il: 11/06/2009, 6:16
Contatta:

Messaggio da Gabriella Prosperi »

Vittorino da Feltre ha scritto:Sono d’accordo con tutti voi di avere esagerato nel proporre il tema in una versione improponibile e mi scuso ancora per questo. Vedrò di fare meglio in seguito. Vorrei però specificare che il tema era già impostato nella sezione “Fuori Tema – Esorcismi veri o falsi?”, dove Gabriella Prosperi mi aveva risposto: “Mi lascia perplessa e, non lo nego, anche spaventata la approvazione degli esorcismi, perchè se c'è verità in quanto affermato, significa che il libero arbitrio non è tale se si può essere prede di forze estranee.” È stato sulla base di questo spunto che ho scritto alla fine della mia successiva risposta: “Per quanto riguarda il tema specifico del LIBERO ARBITRIO, apro un nuovo argomento in Argomenti Dottrinali, spero sia il posto giusto.”. Propongo a questo punto di lasciare sullo sfondo il mio primo intervento, oppure di cancellarlo (io non so come si fa) e ricominciare dalla domanda di Gabriella: “Il libero arbitrio è tale se si può essere preda di forze estranee?”. La sua mi sembra una domanda molto interessante e degna di essere ampliata. Il punto di vista dei Testimoni di Geova sull’argomento è ampiamente esposto nella pubblicazione del 2001 “Dio si Interessa?” pagg. 10-12 (e in vari altri articoli) e, per quanto riguarda questo specifico tema, sono d’accordo con quanto da loro asserito, che non mi sembra si discosti molto da ciò che pensano anche le altre confessioni religiose cristiane. Ho già dato alcune mie risposte a Gabriella nell’altra sezione che non ripeto qui, ma sarebbe interessante conoscere altri punti di vista in merito.
Perbacco, non immaginavo lontanamente che la mia domanda sul libero arbitrio fosse stata causa in passato di accese dispute teologiche e filosofiche.
E' quindi argomento fondamentale.
Ma molto più semplicemente il mio interesse, anche se ti ringrazio per l'interesse mostrato e le spiegazioni ricevute, molto più semplicemente, dicevo, ero interessata a un concetto preciso del libero arbitrio:
hai visitato il pensiero di cattolici, luterani, calvinisti e testimoni, ma coloro che non credono in Dio, ma o in altre divinità, coloro che non credono in alcuna divinità, nella scelta morale si affidano comunque a un'etica.
E se questo codice morale non viene loro dato da una fede, lo devono ricercare in sè stessi, poichè credo sia un bisogno essenziale nell'uomo.
Lo trovano dunque a prescindere dalla fede, dalla cultura, dagli insegnamenti, dagli esempi o lo abbiamo, come umanità, insito nel nostro codice genetico?
Gabriella
La cosa più difficile a questo mondo? Vivere! Molta gente esiste, ecco tutto.Oscar Wilde
Presentazione
Avatar utente
Vittorino
Veterano del Forum
Messaggi: 1741
Iscritto il: 11/11/2009, 15:08
Contatta:

Messaggio da Vittorino »

Gabriella scrive:
Perbacco, non immaginavo lontanamente che la mia domanda sul libero arbitrio fosse stata causa in passato di accese dispute teologiche e filosofiche.
E' quindi argomento fondamentale.
Ma molto più semplicemente il mio interesse, anche se ti ringrazio per l'interesse mostrato e le spiegazioni ricevute, molto più semplicemente, dicevo, ero interessata a un concetto preciso del libero arbitrio:
hai visitato il pensiero di cattolici, luterani, calvinisti e testimoni, ma coloro che non credono in Dio, ma o in altre divinità, coloro che non credono in alcuna divinità, nella scelta morale si affidano comunque a un'etica.
E se questo codice morale non viene loro dato da una fede, lo devono ricercare in sè stessi, poichè credo sia un bisogno essenziale nell'uomo.
Lo trovano dunque a prescindere dalla fede, dalla cultura, dagli insegnamenti, dagli esempi o lo abbiamo, come umanità, insito nel nostro codice genetico?
Gabriella
Vittorino risponde:
Le tue considerazioni sono sicuramente le stesse che hanno spinto Gesù, gli Apostoli, i discepoli e giù, giù sino a noi ad una instancabile evangelizzazione per portare il messaggio cristiano a tutte le genti. Gesù è stato il primo a parlare dell’amore in una maniera che non si era mai sentita prima. Egli, per primo, ha instaurato il comandamento che non si dovevano amare solo i parenti, gli amici, i componenti della stessa tribù, ecc., ma anche i nemici. Il messaggio cristiano è perciò il più valido per ritornare a godere dell’essenza della natura stessa di Dio: l’AMORE. Giovanni ce lo spiega benissimo in 1 Giovanni 4,8.16. Ma che dire di coloro che, per svariati motivi, non hanno conosciuto questo messaggio o, peggio, a tutt’oggi non lo conoscono? Poteva e può forse Dio dimenticarsi di loro? Naturalmente no, e qui sta la grande differenza fra il messaggio biblico e il messaggio predicato dai Testimoni di Geova. Secondo loro si salverà solo chi appartiene alla loro denominazione, secondo la Bibbia no. Paolo, in Romani 2,12-16, ci comunica che l’amore di Dio ha preso in considerazione anche chi non l’ha mai conosciuto e, forse, non lo conoscerà mai. Questo però non deve essere una giustificazione per non diffondere il messaggio cristiano in quanto, come dicevo prima, solo in esso è contenuta l’essenza della vita eterna che ci è stata riservata: l’AMORE.
Avatar utente
The Red Baron
Utente Senior
Messaggi: 734
Iscritto il: 22/09/2009, 13:37
Contatta:

Messaggio da The Red Baron »

In sintesi,

il libero arbitrio è una complessa ed affascinante interazione tra ordine e caos.

occio,
Ci sono due tipi di sciocchi, chi non ha dubbi, chi dubita di tutto
entrambi sono dispensati dal pensare

Bella la Democrazia, così bella che ha messo a morte il Cristo e liberato Barabba!
Avatar utente
Gabriele Traggiai
Utente Master
Messaggi: 2862
Iscritto il: 11/06/2009, 21:18
Località: San Colombano al Lambro - Mi

Messaggio da Gabriele Traggiai »

Spostato il Thread in "Fuori Tema".

Gabry/Mod
Rispondi
  • Argomenti simili
    Risposte
    Visite
    Ultimo messaggio

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 12 ospiti