Amalia ha scritto: 3) non so perchè ma provo un certo fastidio a vedere queste storie di esseri umani sofferenti messe in piazza come a far pubblicità alla propria fede. Una fede non dovrebbe, sempre secondo me, aver bisogno di questi "testimonial" di dolore. Quanti altri soffrono e muoiono con la grande speranza di vedere Dio e non perdono fiducia nel suo amore anche nei peggiori momenti della loro vita...ma non vengono esposti, non si espongono, vivono senza ridondanze quest'esperienza umana. Mettere in piazza queste vicende secondo me non aggiunge nulla alla fede degli altri (non alla mia almeno) ma può sortire addirittura l'effetto contrario, facendo sorgere domande come quelle di chi si chiede come fa un Dio d'amore ad essere così crudele da "chiamare a sè" tramite la malattia e la morte proprio i suoi più amorevoli figli.
4) in tutta questa storia io trovo eccezionale solo l'ottimismo, la serenità e la fiducia nell'amore di Dio di questa ragazza, e non è cosa da nulla. Avrebbe potuto reagire a ciò che stava vivendo con una perdita della fede, chiedere "perchè proprio a me Signore?! Sei stato ingiusto" e voltargli le spalle. Non l'ha fatto. Non è da tutti. Ma che questa sia santità, non lo so. Non ci sono forse esempi di altri che vivono con la stessa dignità esperienze simili, pur senza far riferimento per forza alla propria fede, cristiana, musulmana o da Testimone di Geova o ebreo o ateo o chissà......ma di questo non si parla?
Questi sono i pensieri che mi sono venuti vedendo il filmato e leggendo i vostri post....non sono prese di posizione categoriche ma solo l'opinione che mi son fatta, anche alla luce di esperienze personali...e spero che per tali li prendiate.
Ti quotissimo Amalia
Vorrei però spiegarmi un attimo.
Per me un discorso è quando si parla di religione, fede e quant'altro in termini generali; dei principi, dei ragionamenti, delle nostre posizioni.
Tutt'altro è quando si parla di esperienze del tutto personali.
Nel senso, se è cosa necessaria ad una persona affinchè possa vivere meglio, ben venga.
Dal mio punto di vista, è molto meglio una persona che è felice credendo, piuttosto che una persona con gli occhi aperti ma infelice. Se c'è una scelta, quando c'è, non ci si può esimere dal dare un consiglio (se richiesto) o altro, in questa direzione.
Nel caso di questa ragazza, ben venga che ci sia stata la sua fede. Non mi interessa minimamente se sia vera o falsa, illusione o realtà, ma se le ha permesso di passare gli ultimi mesi o anni della sua vita in serenità, ed affrontare la morte con dignità e conforto, allora che sia benedetta.