Non ho avuto una esperienza con i Tdg molto significativa, solo un'amicizia deludente, che lì per lì mi fece malissimo, ma che il tempo si è portata via, insieme alla sofferenza che mi aveva procurato.
Poi mi accorgevo (come oggi, guarda caso...) che i miei argomenti vertevano solo su fuori tema o umorismo, e sono sempre stati molto autoreferenziali, basati sul racconto di esperienze personali.
Insomma mi è sembrato di imbrattare il forum con pippe (si può dire?) narcisistiche e ho abbozzato.
Oggi scrivo di nuovo in fuori tema (ma guarda un po'...) perchè mi mancate, mi manca di sentire il vostro parere e le vostre idee. Avete fatto percorsi spirituali e di crescita non comuni, e i vostri pareri sono preziosi.
Mi trovo ad affrontare una malattia cronica (non grave, ma limitante nel prossimo futuro sì) e sono in difficoltà.
(Eccomi qui, di nuovo con una pippa che riguarda me medesima!).
La mia vita lavorativa è stata stravolta, e per la prima volta mi ritrovo a ricoprire una mansione (per forza di cose) che non mi interessa e non mi dà alcuno stimolo.
Ho già lavorato pesantemente sul ridimensionamento dell'ego "sociale", qualcosa di buono stà nascendo anche da questa esperienza, ma sento lontana anni luce una soluzione che sia davvero vitale e creativa riguardo il mio atteggiamento profondo.
C'è in me una parte che vorrebbe affidarsi completamente al "Disegno" che ho sempre creduto che Dio avesse su di me, e che passa evidentemente da questa strada-malattia.
C'è l'altra parte che invece si rifiuta, vorrebbe forzarsi e ignorare, andare avanti fino a cadere per terra, se necessario, ma facendo ciò che amo, finchè ci riesco.
Sarei un bel bocconcino, in questo momento, per i tdg o altri falchi della sofferenza, ma per mia fortuna non credo in un paradiso terrestre per pochi eletti forti, sani e sorridenti, nè agli ufo nè agli stregoni o mantra magici.
Credo nella mia vita terrena qui e ora, amata da Dio, in qualsiasi circostanza. Credo in un'anima che sopravviverà al mio corpo, che si riunirà a quel Tutto che io chiamo Dio, il dove e il come non mi interessa, per me non è importante. Fosse anche solo una scintilla,un elettrone che si riunisse a Dio, e io ne sarei felice, e in questo posso dire di aver fede.
Eppure c'è una parte infantile, quella che si credeva corporalmente immortale e che pensavo di aver sconfitto, che in questa circostanza torna fuori.
Non so se ascoltarla o ignorarla. Mi sembra faccia parte della mia parte cerebrale animale, profonda, che rifiuta la malattia con tutte le sue forze.
Vorrei riuscire a mettermi d'accordo con me stessa, ma credo di non avere ancora capito assolutamente nulla.
Non cerco carezze (se arrivano le accetto volentieri ovviamente, perchè so che mi volete bene), ma spunti di riflessione.
Mi aiutate a capire?
mi arrabbio 
