Ma ragazzi, per favore, cerchiamo di essere seri e di non fare i bambini nel fare i conti e far vedere che io ho più biglie di te .....ma per favore non fatemi fare delle brutte considerazioni.
Allora diciamo le cose come stanno:
- Voi avete le vostre idee e nessuno ve le smuove.
- Io ho le mie idee e nessuno me le smuove.
però un conto è dialogare ed un conto è comportarsi da "superuomini".... dove solo "alcuni" sono degli "studiati" e hanno capito tutto dalla vita.....
Riprendiamo allora un discorso serio e lasciamo perdere questi conteggi......anche se siamo fuori tema ma ormai finiamo almeno il discorso....
Mi sono riletto e ripreso un po' tutta la storia dell'illuminismo arrivando a queste mie personali conclusioni alle quali devo aggiungere necessariamente le seguenti premesse:
Rivoluzione americana 1783 e indipendenza degli Stati Uniti 1776
Rivoluzione francese 1792-1794
La rivoluzione industriale
fu un processo di evoluzione economica o industrializzazione della società che da sistema agricolo-artigianale-commerciale divenne un sistema industriale moderno caratterizzato dall'uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica e dall'utilizzo di nuove fonti energetiche inanimate (come ad esempio i combustibili fossili), il tutto favorito da una forte componente di innovazione tecnologica e accompagnato da fenomeni di crescita, sviluppo economico e profonde modificazioni socio-culturali e anche politiche.
Secondo il materialismo dialettico, è attraverso la rivoluzione industriale che è avvenuta l'affermazione del capitalismo negli aspetti economici, a discapito della struttura sociale preesistente e, attraverso le rivoluzioni francese ed americana, politicamente con l'affermazione della borghesia come classe dominante a discapito del predominio di quella nobiliare.
Spesso si distingue fra prima e seconda rivoluzione industriale.
La prima interessò prevalentemente il settore tessile-metallurgico con l'introduzione della spoletta volante e della macchina a vapore nella seconda metà del '700. La seconda rivoluzione industriale viene fatta convenzionalmente partire dal 1870 con l'introduzione dell'elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio.
La rivoluzione industriale comportò una profonda ed irreversibile trasformazione che parte dal sistema produttivo fino a coinvolgere il sistema economico nel suo insieme e l'intero sistema sociale. L'apparizione della fabbrica e della macchina modifica i rapporti fra i settori produttivi. Nacque così la classe operaia che ricevette, in cambio del proprio lavoro e del tempo messo a disposizione per il lavoro in fabbrica, un salario. Sorse anche il capitalista industriale, imprenditore proprietario della fabbrica e dei mezzi di produzione, che mira a incrementare il profitto della propria attività.
L'invenzione della macchina a vapore:
La macchina a vapore di Watt (anche nota come macchina a vapore di Boulton e Watt) fu il primo esempio di macchina a vapore con condensatore separato. Venne sviluppata tra il 1763 ed il 1775 come miglioramento della macchina di Newcomen.
Locomotiva a vapore.
Inventata da diversi tecnologi (tra cui Richard Trevithick e George Stephenson) all'inizio dell'Ottocento, la locomotiva a vapore rivoluzionò il sistema dei trasporti terrestri permettendo il passaggio da quelli a trazione animale a quelli a trazione meccanica, fino a diventare sinonimo di "macchina".
L'invenzione del telaio meccanico.
Il primo telaio meccanico fu messo a punto e brevettato nel 1785 dall'inventore britannico Edmund Cartwright
Convertitori della ghisa in acciaio
Fino alla metà del 700' la produzione di acciaio fu molto limitata per l'arretratezza dei processi tecnologici e solo nel 1784 fu inventato un procedimento assai più evoluto tecnologicamente, noto come “puddellaggio” (da: to puddle = rimescolare). Il puddellaggio è figlio dell’invenzione del forno a riverbero attribuita a Henry Cort . Tale tecnologia si evolvette successivamente con l'invenzione dei primi convertitori Bessmer ghisa-acciaio nel 1856
La nave a vapore.
Il primo modello funzionante fu varato da Claude de Jouffroy nel 1783. Si trattava però di un prototipo ancora sperimentale, poiché il primo vero battello a vapore applicò l'apparato motore inventato da James Watt e fu fatto navigare da Robert Fulton lungo il fiume Hudson nel 1807. Si chiamava Clermont, aveva una potenza di 18 cavalli e fu demolito quasi subito dai barcaioli del fiume per paura di restare senza lavoro .
I primi fucili moderni
Il primo sistema moderno fu sviluppato nel 1772 dall'ufficiale del British Army Patrick Ferguson. Il fucile Ferguson, con culatta chiusa da un vitone e innesco a pietra focaia, fu prodotto in 200 esemplari usati nella Battaglia di Brandywine. Più tardi, nell'800, i vari tentativi si concentrarono sull'impiego di cartucce complete, ovvero contenenti sia la carica di lancio che il proiettileche il sistema di innesco.
Il colonialismo inglese
ebbe la sua massima espansione dal XVII al XIX secolo, nel nord America, in India, in Africa e in Australia.
Lo schiavismo
Il peggioramento della congiuntura economica in Europa con il manifestarsi di fasi di depressione, e la guerra dei Trent’anni (1618- 1648), sintomo di quella che lo storico francese Paul Hazard chiama “la crisi della coscienza europea”[7], testimoniano di un tempo di grandi cambiamenti, ma anche di grandi disorientamenti e deviazioni. Così, in America, si svilupparono le colonie e con esse il sistema schiavistico e la tratta degli africani.
Se il mondo antico vacillava, quello destinato a sostituirlo faticava a trovare la propria strada. L’umanesimo, dunque, lasciò il passo a questi importanti mutamenti culturali. “La schiavitù era considerata normale come la nascita, il matrimonio, la morte”, sottolinea lo scrittore americano Eric Metaxas, “e la stessa idea di civilizzazione senza la schiavitù era inimmaginabile”[8]. Nella letteratura occidentale l’immagine dell’uomo di colore iniziò a deteriorarsi e, in parallelo con lo sviluppo della tratta, furono progressivamente poste le basi di un vero e proprio razzismo nei confronti degli africani.
Sebbene, quando si pensi alla schiavitù e all'America, vengano in mente soprattutto le immagini dei nativi americani e degli africani deportati dal loro continente, il Governo anglosassone non si limitò a schiavizzare gli afroamericani ma anche i bianchi. Inizialmente, infatti, la penuria di manodopera nelle nuove colonie fu risolta con la deportazione dei condannati che, all'epoca, erano numerosissimi in virtù del fatto che, nel XVIII secolo, i codici penali britannici erano estremamente severi e arrivavano a prevedere la pena capitale anche per reati minori.
Fino al 1713, anno in cui terminarono le guerre contro la Francia, ai criminali inglesi, condannati a morte, fu offerta l'opportunità di scegliere tra la vita e la possibilità di arruolarsi nell'esercito ma poi, dal 1717, il Parlamento inglese approvò un atto che concedeva la grazia a chi avesse accettato di essere deportato nelle colonie oltreoceano e qui avesse scontato un periodo di lavoro forzato. Fu così che tra il 1720 e il 1775 furono trasferiti in America circa 30.000 criminali, la maggior parte dei quali furono destinati nel Sud, negli stati della Virginia e del Maryland
Considerazioni personali
Al fine di evitare inutili malintesi, ritengo giustamente che l'Illuminismo rappresentò sicuramente un grande movimento innovativo e direi anche rivouzionario come idee che sfociò successivamente nell'attuazione di grandi cambiamenti finendo alla rivoluzione francese ma continuando successivamente però nell' 1800 sulla base e l'evoluzione successiva di tale filosofia fino ad evolversi nelle idee successive di Carlo Marx e la successiva rivoluzione di ottobre sfociata nel comunismo..
Mr. Shdow aveva enunciato precedentemente quali fossero stati gli sviluppi a livello sociale apportati dal primo germe di cultura illuministica contestandogli che questi sviluppi non rigurdassero il coinvolgimento contrario alla chiesa cattolica ma che dipendevano da altri fattori storici e sociali del tempo.
In breve ritengo che l'illuminismo rappresenti da un lato un movimento filosofico di negazione e di contestazione di certi principi cristiani avvicinandosi al “deismo” mentre dall'altro, dal punto di vista di cambiamenti sociali come evidenziato da Mrs. Shadow, di dipendere principalmente dalla situazione storica di quel periodo: tra schiavismo, colonialismo e rivoluzione industriale.
Quando si parla in effetti di “sviluppi sociali” e non di fiosofie negazionistiche della religione, si deve pertanto osservare che durante la rivoluzione industriale in Inghilterra (dove iniziò l'illuminismo) i bambini lavoravano nelle miniere di carbone per 12 ore al giorno con paghe da fame, le leggi erano allora severissime e bastava poco per essere deportati. Le disuguaglianze sociali con l'avvento del capitalismo erano agghiaccianti.
Situazione analoga si poteva trovare anche da li a breve anche in Francia dove una classe nobiliare dominante ( con un clero asservito sicuramente al potere) sperperava risorse ingentissime tra le quali l'enorme spesa per la costuzione della Reggia di Versailles con una popolazione vessata dalle tasse e praticamente alla fame.
Le nuove invenzioni specie con l'avvento della macchina a vapore per produrre enrgia dalla estrazione del carbone, favorì pertanto i paesi allora dotati quali l'Inghilterra, il nord della Francia, il Belgio e la Germania creando le premesse per lo sfruttamento “dell'uomo sull'uomo” favorendo lo schiavismo, anche lavorativo, le guerre coloniali e la ricerca della leaderahip mondiale tramite la progressiva industrializzazione.
Tutto però sempre a scapito dei miseri edel popolo.
Resta allora, in questo contesto di rapido sviluppo tecnologico ed industriale comprendere la nascita di idee e filosofie che rendessero giustizia al popolo stesso per una maggiore equità sociale.
In tale periodo la chiesa cattolica è vero che fu duramente contestata ma direi non solo, in alcuni casi, come organizzazione collusa con il potere ma anche come negazione delle dottrine insegnate dal cristianesimo stesso e trovando ovvamente la netta opposizione della chiesa stessa.
Ritengo pertanto in conclusione che un conto siano da considerare delle teorie filosofiche deiste e negazioniste motivate o meno in quel contesto storico nei confronti della chiesa cattolica ed un conto furono gli sviluppi sociali e parlerei più di “ribellioni” che si opposero ad una situazione socialmente insostenibile e che sarebbe poi sfociata nella rivoluzione francese.
Confermo pertanto che da quanto citato da Mr. Shadow, tali progressi sociali derivarono quasi esclusivamente dall' evoluzione storica e sociale di quei tempi e molto meno a che fare con la religione.:
Risposta:
- completa separazione tra Stato e Chiesa; Verissimo come accennato prima ma per ragioni politiche e sociali
- superamento del centralismo a favore di un decentramento amministrativo di matrice comunale; Non centra niente
- promozione dell'ideale federale degli “Stati Uniti d'Europa” mutuato da Carlo Cattaneo; Non centra niente
- opposizione al nazionalismo, all'imperialismo e al colonialismo.Non centra niente
- abolizione dei titoli nobiliari e dei relativi privilegi;Non centra niente
- maggiore età a 18 anni;Non centra niente
- indipendenza della magistratura dal potere politico;Non centra niente
- abolizione della pena di morte;Non centra niente nessuno ha mai detto nel vangelo di ammazzare le persone
- tassazione progressiva;Non centra niente
- istruzione gratuita e obbligatoria;Non centra niente
- emancipazione sociale e nel lavoro della donna;Non centra niente o poco poichè il concetto di -
sottomissione della donna non è mai stato da secoli stringente e tassativo
- suffragio universale per uomini e donne;Non centra niente o poco anche per l'importanza del lavoro femminile con la rivoluzione industriale
-un piano di lavori pubblici per la riduzione della disoccupazione;Non centra niente
- sussidi, indennità, pensioni e garanzie sociali per i lavoratori;Non centra niente ma la "carità" e l'assistenzialismo sono sempre stati i pilastri del cristianesimo
- riduzione dell'orario di lavoro;Non centra niente
- riduzione del servizio di leva: Non centra niente
Un cordiale saluto.