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polymetis
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“Polymetis, che cosa ne pensi dell'affermazione secondo cui la vita stessa sarebbe, "essenzialmente" (nel senso diciamo "filosofico" del termine), finalismo?

E non intendo meccanismi di evoluzione della vita, ma proprio la vita stessa, intesa come principio di azione immanente.”
Quello di cui tu parli, semplicemente, non esiste.
Tutto si spiega con la selezione naturale, compreso la capacità della vita di affermare se stessa. Le mutazioni casuali che portano un organismo ad autoaffermarsi sono, ipso facto, selezionate, perché danno un vantaggio evolutivo. Se la ghianda diventa quercia non è per un impulso vitale finalistico al suo interno, ma perché, banalmente, una mutazione casuale ha portato a questo, e siccome questa mutazione casuale ha portato incidentalmente alla riproduzione, essa è stata selezionata. Il processo riproduttivo di qualsiasi individuo è frutto di una mutazione casuale avvenuta in epoche ancestrali nel nostro albero evolutivo. Per semplificare possiamo dire che organismi che non si riproducono, sono destinati a morire, e a non lasciare prole, ergo allorché una mutazione casuale genera la capacità di riprodursi, questi organismi portatori di una mutazione casuale faranno figli che porteranno con loro la mutazione, e si diffonderanno.
A questo proposito delirano dunque quelli che, come Hans Jonas, vedono nel metabolismo umano, e nel fatto che il corpo umano si conservi e si autoripari, una prova a favore del finalismo. Nulla di più errato: se quando mi ferisco il mio corpo sembra manifestare un fine, ed infatti ricostruisce l’integrità perduta del mio corpo riparando la ferita, ciò si deve ancora una volta a mutazioni casuali. Infatti una mutazione casuale, tra le miliardi di inutili, ha prodotto la formazione delle croste in corrispondenza delle ferite, e siccome questa mutazione risultò vantaggiosa perché chi la possedeva moriva meno dissanguato, allora automaticamente essa determinò un maggior successo riproduttivo di chi la possedeva. Ma la natura non ha programmato questa mutazione, né il tuo corpo ha una cabina di regia che coordini tutti i suoi sforzi a rimanere integro. Anzi, si deve dire che una cabina di regia ce l’ha, e si chiama cervello, ma s’è prodotta casualmente, passo dopo passo, e questo perché ogni modificazione che andava a costituirla, se si rivelava vantaggiosa, veniva selezionata in quanto garantiva una maggiore sopravvivenza e dunque maggiori possibilità riproduttive.
Possiamo fare un esempio dell’afinalismo della natura guardando al sonno. Ebbene, coloro che hanno studiato psicologia sanno che il sonno non serve per ricaricare il cervello come molti pensano, ed infatti spendiamo energia cerebrale da desti come da svegli. Perché allora dormiamo? Ebbene, i nostri antenati primitivi, qualora vagavano di notte, erano più soggetti ai pericoli, proprio perché senza la luce correvano maggiori rischi di farsi del male, o di venire attaccati da nemici invisibili. Allorché una modificazione casuale produsse il sonno allo sparire della luce, sonno che, come ripeto, non ha lo scopo di ricaricare un bel nulla, quella modificazione casuale si rivelò utile, perché i nostri antenati che erano disattivati durante il buio andavano in giro di meno, e se ne stavano nei loro antri a dormire, esponendosi in questa maniera a minori pericoli. Ciò ha fatto sì che la mutazione casuale che porta al sonno di notte, si sia diffusa, perché chi la possedeva si esponeva a meno pericoli di chi non la possedeva, e dunque aveva più probabilità di sopravvivere. Se tale mutazione casuale che induce a dormire fosse stata tale da indurre il sonno durante le ore di luce, anziché essere ricettiva alle tenebre come lo è attualmente, essa si sarebbe rivelata inutile, e non sarebbe stata selezionata.
“Inoltre, la tua affermazione secondo cui "non esiste nel mondo scientifico un dibattito sul possibile finalismo degli enti naturali" non è un po' ambigua?

Voglio dire, non dubito che questo (secondo ciò che con tale frase vuoi dire) sia vero, ma ciò nonostante, discutere di finalismo non rientra forse nel dibattito filosofico e metafisico? Cosa c'entra il mondo scientifico?”
C’entra eccome, proprio perché il finalismo vorrebbe descrivere il mondo naturale, e come tale si impiccia di scienze naturali, secondo la più classica commistione dei generi. Un esempio tragico di questo modo di fare filosofia è l’ultimo libro di Rober Spaemann, “Fini naturali”, pubblicato non a caso della talebana Ares, in cui assistiamo ai tragicomici tentativi di un filosofo che si impiccia di biologia essendosi formato una coscienza biologica ai tempi in cui nei licei tedeschi insegnavano ancora la teoria dei 4 elementi. In tentativi di parlare di Dio partendo dalla natura fatti da costoro, sono assurdi quanto i tentativi di negarlo a partire dalla scienza fatti dagli atei quali Dawkins e Odifreddi.
Se qualcuno vuole mostrarmi un modo di discutere di finalismo slegato dal fatto che le scienze naturali non rilevano alcun finalismo, e riesce ad argomentare qualcosa di decente, sarei lieto di sentirlo. Fino ad allora considererò tutto ciò come spiegazioni superflue.
“Compito del mondo scientifico è formulare algoritmi predittivi, o più genericamente identificare leggi che governano i meccanismi naturali, ma fornire poi un'interpretazione metafisica sul senso di tutto ciò, esula ampiamente dal compito della scienza sperimentale. O no?”
La scienza non ha la possibilità di dirci se tutto l’universo stia andando verso un punto omega. Non abbiamo infatti conoscenza di tutto l’universo, né sarebbe possibile negare a aprioristicamente che esista un fine cui il tutto, nel suo insieme, tende. Ma la scienza non può negare che una cosa del genere esista esattamente come non può negare che esista un drago nel mio garage, una volta stabilito che questo drago è invisibile ed esente dall’impenetrabilità dei corpi. Semplicemente si tratta di ipotesi superflue, di cui non esiste alcuna dimostrazione né scientifica né filosofica che abbia retto al vaglio della critica. Ovviamente può esistere qualcosa che noi non siamo in grado di dimostrare, ma a questo punto perché sceglierlo? Almeno ha degli indizi a suo favore, se non delle prove?
Ed ecco dunque come mi pongo io: non dal mondo naturale ricavo che questo universo è destinato alla trasfigurazione e alla resurrezione di tutti noi, ma dalla rivelazione cristiana. Ed è dall’autorevolezza e dalla credibilità dei suoi testimoni che io derivo la buona probabilità delle asserzioni ivi contenute.
“Altrimenti, allo stesso modo, per fare un esempio, io potrei dire che "non esiste nel mondo scientifico un dibattito sulla possibile esistenza di Dio". Beh, per usare un modo di dire a te caro: nulla di più ovvio e allo stesso tempo nulla di più irrilevante.”
Un dibattito del genere esiste, e si basa su un cattivo modo di fare scienza. Il fatto che invece nel mondo scientifico esista un dibattito sul finalismo è del tutto lecito, perché il finalismo era usato come concetto interno alla biologia per spiegare il mondo naturale, e dunque è un concetto che la scienza ha vagliato e scartato.
“Tuttavia, sarebbe sbagliato inferire che un tale dibattito allora non ci sia (o peggio che la questione sia già stata "risolta"): semplicemente esso esula dal campo della scienza sperimentale, mentre invece, se entriamo nel dibattito metafisico (a cui compete tale questione), "scopriamo" che il dibattito (filosofico) c'è eccome, ed è anzi molto vivo.”
Il finalismo è presente in maniera minore nel dibattito contemporaneo, come il pensiero metafisico in generale. A meno che con metafisica non intendiamo l’ontologia analitica anglosassone, quella cioè che si chiede se esistano i buchi, se siano qualcosa o l’assenza di qualcosa, ecc. In quel caso c’è una vera e propria esplosione di studi, ma generalmente anche costoro del finalismo non sanno che farsene.
Inoltre, da capo, occorre vedere se chi si occupa di queste cose dal punto di vista filosofico è davvero capace a non immischiarsi nelle scienze biologiche, per cercare di trarne conferme. A mio avviso è impossibile, e nessuno che abbia provato questo modo di procedere è stato esente dal vizietto.

Ad maiora
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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Siegil
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Messaggio da Siegil »

polymetis ha scritto:Quello di cui tu parli, semplicemente, non esiste.
Tutto si spiega con la selezione naturale, compreso la capacità della vita di affermare se stessa. Le mutazioni casuali che portano un organismo ad autoaffermarsi sono, ipso facto, selezionate, perché danno un vantaggio evolutivo. Se la ghianda diventa quercia non è per un impulso vitale finalistico al suo interno, ma perché, banalmente, una mutazione casuale ha portato a questo, e siccome questa mutazione casuale ha portato incidentalmente alla riproduzione, essa è stata selezionata. Il processo riproduttivo di qualsiasi individuo è frutto di una mutazione casuale avvenuta in epoche ancestrali nel nostro albero evolutivo. Per semplificare possiamo dire che organismi che non si riproducono, sono destinati a morire, e a non lasciare prole, ergo allorché una mutazione casuale genera la capacità di riprodursi, questi organismi portatori di una mutazione casuale faranno figli che porteranno con loro la mutazione, e si diffonderanno.
A questo proposito delirano dunque quelli che, come Hans Jonas, vedono nel metabolismo umano, e nel fatto che il corpo umano si conservi e si autoripari, una prova a favore del finalismo. Nulla di più errato: se quando mi ferisco il mio corpo sembra manifestare un fine, ed infatti ricostruisce l’integrità perduta del mio corpo riparando la ferita, ciò si deve ancora una volta a mutazioni casuali. Infatti una mutazione casuale, tra le miliardi di inutili, ha prodotto la formazione delle croste in corrispondenza delle ferite, e siccome questa mutazione risultò vantaggiosa perché chi la possedeva moriva meno dissanguato, allora automaticamente essa determinò un maggior successo riproduttivo di chi la possedeva. Ma la natura non ha programmato questa mutazione, né il tuo corpo ha una cabina di regia che coordini tutti i suoi sforzi a rimanere integro. Anzi, si deve dire che una cabina di regia ce l’ha, e si chiama cervello, ma s’è prodotta casualmente, passo dopo passo, e questo perché ogni modificazione che andava a costituirla, se si rivelava vantaggiosa, veniva selezionata in quanto garantiva una maggiore sopravvivenza e dunque maggiori possibilità riproduttive.
Possiamo fare un esempio dell’afinalismo della natura guardando al sonno. Ebbene, coloro che hanno studiato psicologia sanno che il sonno non serve per ricaricare il cervello come molti pensano, ed infatti spendiamo energia cerebrale da desti come da svegli. Perché allora dormiamo? Ebbene, i nostri antenati primitivi, qualora vagavano di notte, erano più soggetti ai pericoli, proprio perché senza la luce correvano maggiori rischi di farsi del male, o di venire attaccati da nemici invisibili. Allorché una modificazione casuale produsse il sonno allo sparire della luce, sonno che, come ripeto, non ha lo scopo di ricaricare un bel nulla, quella modificazione casuale si rivelò utile, perché i nostri antenati che erano disattivati durante il buio andavano in giro di meno, e se ne stavano nei loro antri a dormire, esponendosi in questa maniera a minori pericoli. Ciò ha fatto sì che la mutazione casuale che porta al sonno di notte, si sia diffusa, perché chi la possedeva si esponeva a meno pericoli di chi non la possedeva, e dunque aveva più probabilità di sopravvivere. Se tale mutazione casuale che induce a dormire fosse stata tale da indurre il sonno durante le ore di luce, anziché essere ricettiva alle tenebre come lo è attualmente, essa si sarebbe rivelata inutile, e non sarebbe stata selezionata.
Tutto corretto ma nulla di pertinente. Come avevo detto chiaramente infatti, l'affermazione non era riferita ai meccanismi di evoluzione ma all'essenza intrinseca di ciò che chiamiamo vita. O forse tu mi stai dicendo che delle mutazioni casuali in aggregati non organici di atomi li hanno resi in grado di muoversi da soli ( = principio di azione immanente = vita )?
polymetis ha scritto:C’entra eccome, proprio perché il finalismo vorrebbe descrivere il mondo naturale, e come tale si impiccia di scienze naturali, secondo la più classica commistione dei generi. Un esempio tragico di questo modo di fare filosofia è l’ultimo libro di Rober Spaemann, “Fini naturali”, pubblicato non a caso della talebana Ares, in cui assistiamo ai tragicomici tentativi di un filosofo che si impiccia di biologia essendosi formato una coscienza biologica ai tempi in cui nei licei tedeschi insegnavano ancora la teoria dei 4 elementi. In tentativi di parlare di Dio partendo dalla natura fatti da costoro, sono assurdi quanto i tentativi di negarlo a partire dalla scienza fatti dagli atei quali Dawkins e Odifreddi.
Se qualcuno vuole mostrarmi un modo di discutere di finalismo slegato dal fatto che le scienze naturali non rilevano alcun finalismo, e riesce ad argomentare qualcosa di decente, sarei lieto di sentirlo. Fino ad allora considererò tutto ciò come spiegazioni superflue.
Dici: "il finalismo vorrebbe descrivere il mondo naturale, e come tale si impiccia di scienze naturali" (e più avanti anche "che invece nel mondo scientifico esista un dibattito sul finalismo è del tutto lecito, perché il finalismo era usato come concetto interno alla biologia per spiegare il mondo naturale", e ancora "occorre vedere se chi si occupa di queste cose dal punto di vista filosofico è davvero capace a non immischiarsi nelle scienze biologiche"). Potrei rispondere così: vera la premessa, falsa la conclusione.

Il finalismo è la posizione filosofica di chi, guardando il mondo, vede in esso un fine (appunto). Chi l'ha detto che questa posizione filosofica deve per forza impicciarsi delle scienze naturali?

Certo, che il finalismo non c'entri nulla con i meccanismi di preservazione ed evoluzione della vita è assodato, ma, secondo il mio modestissimo parere, bocciare tout-court il finalismo poiché esso non si applica alle leggi della selezione naturale è fare cattiva scienza esattamente come sarebbe fare cattiva filosofia il bocciare i meccanismi della selezione naturale sulla base di una presa di posizione a favore del finalismo. Le due cose stanno su piani diversi.

Invece, perché tu riduci il finalismo (teleologia) a teleonomia? E' questo il tuo errore. Ovvio che se per "finalismo" si intende il "finalismo applicato alla biologia" (teleonomia), allora esso è certamente una posizione oggi giorno indifendibile. Tuttavia possono benissimo esistere posizioni finaliste che non rientrino nell'interpretazione finalistica della biologia (che tra l'altro, come ho detto, sarebbe solo un esempio di cattiva filosofia). Alzando il tiro metafisico si potrebbe perfino, rimanendo "tangenti" all'ambito biologico (ma questa volta rimanendo saldamente nell'ambito filosofico), interrogarsi sul "perché" esiste un tale meccanismo di mutazioni casuali, e se vogliamo, interrogarsi sulla straordinaria sintesi di precisione perfetta degli organismi viventi con l'imperfezione che sta alla base di tali mutazioni casuali. Se gli organismi fossero troppo perfetti, non ci potrebbero essere mutazioni casuali, e la vita non sarebbe andata avanti. Ma lo stesso vale, probabilmente, anche nel caso in cui la precisione estrema con cui operano gli organismi viventi fosse stata invece più blanda. C'è chi, in tutto questo (come in varie altre considerazioni) potrebbe vedere un finalismo nel cosmo.

Ma, mettendo da parte simili eventuali disquisizioni, l'errore è ritenere che tutto il finalismo rientri (e si identifichi) nella teleonomia.


Comunque, secondo me c'è anche un'altra distinzione da fare, ben più pertinente in questo thread. Ovvero, fosse anche indubbio che non esiste, in nessun senso oggettivo e universale, alcuna forma di finalismo, ciò non toglie che noi possiamo "costruircelo". Ora, cosa voglio dire? Semplicemente che, ad esempio, sebbene l'affermazione "la mano non è fatta per essere infilata in un tritacarne" sia scorretta, ciò non toglie che noi come enti responsabili, possiamo comunque costruirci un finalismo che non esiste ed affermare, appunto, che la mano non è da infilare in un tritacarne. Insomma, solo perché, liberi da posizioni finalistiche, possiamo "teoricamente" usare qualsiasi cosa per qualsiasi uso ci venga in mente, ciò non vuol dire che, nella pratica, siamo tenuti automaticamente a farlo, e non dovremmo invece interrogarci su cosa sia giusto fare con ciò che abbiamo a disposizione e ciò che invece non sia da fare. Ovvero, l'assenza di un finalismo "universale dettato dalla natura" non dovrebbe automaticamente esimerci dal creare noi un finalismo per ciò che ci circonda (o alle parti del nostro corpo) e interrogarci su quale tipo di finalismo sia più giusto creare (come d'altra parte, se vogliamo dirla tutta, l'ipotetica esistenza di un finalismo universale dettato dalla natura potrebbe non dirmi comunque nulla sul fatto che io - come ente morale e responsabile - debba automaticamente fare ciò che la natura "mi dice di fare").


PS: In ogni caso è molto interessante la questione del sonno.. ma è solo un'ipotesi scientifica attuale o la comunità scientifica la ritiene sufficientemente fondata? E la spiegazione è quindi simile per tutti gli esseri viventi?
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Messaggio da polymetis »

“Tutto corretto ma nulla di pertinente. Come avevo detto chiaramente infatti, l'affermazione non era riferita ai meccanismi di evoluzione ma all'essenza intrinseca di ciò che chiamiamo vita. O forse tu mi stai dicendo che delle mutazioni casuali in aggregati non organici di atomi li hanno resi in grado di muoversi da soli ( = principio di azione immanente = vita )”
Come già detto, quello di cui tu parli, non esiste, non esiste cioè alcuna forza imminente che spinga verso un fine o all’autoaffermazione/conservazione di se stessi. Le cellule procarioti originali non si sono riprodotte perché avevano il fine di riprodursi, ma perché la mutazione casuale che ha dato loro la facoltà di riprodursi ha automaticamente fatto sì che le cellule in grado di riprodursi soppiantassero quelle non in grado di riprodursi. E così vale per ogni essere, quale che sia la sua complessità: la mutazione casuale che permette a quell’essere di sopravvivere meglio gli dà un vantaggio. Questo si applica ad essere viventi di qualsiasi grado, sopra e sotto le cellule.
Tutto ciò che esiste nel mondo biologico, è riducibile al meccanismo della selezione naturale. Aggregazioni casuali di atomi, combinate con fattori ambientali, hanno creato le prime molecole organiche, ed in seguito aggregazioni casuali di tali molecole organiche, hanno creato la vita.
Il fatto che la vita si sia conservata dipende per l’appunto dalla selezione naturale e dal caso, infatti si sono formati miliardi di aggregazioni casuali non funzionanti, che cioè non hanno prodotto alcuna continuità di quell'aggregato o capacità di auto-riprodursi, mentre quell'aggregazione su un miliardo che ha funzionato, per il solo fatto che ha funzionato, s’è imposta. Se la vita tende ad imporsi, è perché per l’appunto sopravvive solo quello si impone. Se le cose vive si muovono, è perché se non si fossero mosse, non sarebbero state selezionate, dunque dopo allorché il primo aggregato ebbe il dono del movimento dalla sintesi casuali delle sue componenti, esse si impose nell'ambiente, per la banalissima ragione che gli altri aggregati casuali che non ebbero in dono l'automovimento erano per questa ragione ipso facto destinati a non potersi autoaffermare.
“Il finalismo è la posizione filosofica di chi, guardando il mondo, vede in esso un fine (appunto). Chi l'ha detto che questa posizione filosofica deve per forza impicciarsi delle scienze naturali?”
Io direi di sì, altrimenti di che parla? Tu stesso cadi in questo atroce vizietto… Se almeno ti rileggessi quando scrivi…
Prima mi dici: “O forse tu mi stai dicendo che delle mutazioni casuali in aggregati non organici di atomi li hanno resi in grado di muoversi da soli?”, e ciò a conferma che ti rendi vero che se ciò fosse vero, la tua posizione sarebbe superflua, e che, per converso, la tua ipotesi si aggancia a delle presunte oscurità che credi di non poter spiegare nella biologia ricorrendo al solo paradigma naturista. Ma cadi nel vizietto anche più sotto, allorché dici: “ Alzando il tiro metafisico si potrebbe perfino, rimanendo "tangenti" all'ambito biologico (ma questa volta rimanendo saldamente nell'ambito filosofico), interrogarsi sul "perché" esiste un tale meccanismo di mutazioni casuali, e se vogliamo, interrogarsi sulla straordinaria sintesi di precisione perfetta degli organismi viventi con l'imperfezione che sta alla base di tali mutazioni casuali. Se gli organismi fossero troppo perfetti, non ci potrebbero essere mutazioni casuali, e la vita non sarebbe andata avanti. Ma lo stesso vale, probabilmente, anche nel caso in cui la precisione estrema con cui operano gli organismi viventi fosse stata invece più blanda. C'è chi, in tutto questo (come in varie altre considerazioni) potrebbe vedere un finalismo nel cosmo.”
Tutte queste considerazioni sono dei tentativi, neanche troppo nascosti, di trovare falle nelle spiegazioni naturalistiche, dicendo che per l’appunto si ricava un finalismo dall’incapacità del paradigma darwiniano di dar conto di certi livelli di complessità.
Ma analizziamoli punto per punto:
“), interrogarsi sul "perché" esiste un tale meccanismo di mutazioni casuali,”
Le mutazioni casuali dipendono, essendo per l’appunto casuali, da fattori di volta in volta diversi, che possono andare dalle radiazioni cosmiche provenienti dallo spazio che interferiscono con la replicazione del DNA, ad una semplice errore nel meccanismo di replicazione spiegabile con l’imperfezione nel sistema di duplicazione. Sono casuali esattamente come tutte le mutazioni genetiche che vediamo nella specie umana, e che creano figli disabili. Le mutazioni, essendo casuali, sono quasi sempre o neutre o svantaggiose. Ma esse non vengono selezionate poiché colui che ha mutazioni siffatte non ha alcun vantaggio evolutivo, e dunque non lascia dietro di sé più figli. Quando invece la mutazione si rivela vantaggiosa, l’organismo potenziato ha più probabilità di lasciare dietro di sé della prole, e dunque quella mutazione favorevole su un miliardo viene automaticamente selezionata.
“ vogliamo, interrogarsi sulla straordinaria sintesi di precisione perfetta degli organismi viventi con l'imperfezione che sta alla base di tali mutazioni casuali. “
Ma questa è una cosa che s’è capita da subito. Le mutazioni casuali , essendo tali, sono per l’appunto solitamente portatrici di imperfezione (cioè di un minore adattamento all’ambiente). Il fatto che le mutazioni casuali favorevoli siano poche, è irrilevante, perché per l’appunto solo queste vengono selezionate e si accumulano. Delle altre non abbiamo traccia (o quasi nessuna traccia), perché essendo casuali non hanno generato alcun vantaggio e dunque chi le possedeva non le ha trasmesse alla prole in misura sufficiente, non avendo alcun vantaggio evolutivi e dunque avendo meno probabilità di far figli di chi invece ha una mutazione favorevole.
“ Se gli organismi fossero troppo perfetti, non ci potrebbero essere mutazioni casuali, e la vita non sarebbe andata avanti. “
Ma non sono perfetti, perché per l’appunto sono opera del caso. Si può sempre immaginare una mutazione teorica che vada ad aggiungersi ad un organismo rendendolo più adatto all’ambiente, ad esempio una mutazione casuale che mi immunizzi dai tumori alla pelle causati dai raggi solari. I miei discendenti finirebbero per morire di meno di chi non ha questa mutazione, e dunque a spargere maggiormente i miei geni modificati nella popolazione.
“Certo, che il finalismo non c'entri nulla con i meccanismi di preservazione ed evoluzione della vita è assodato, ma, secondo il mio modestissimo parere, bocciare tout-court il finalismo poiché esso non si applica alle leggi della selezione naturale è fare cattiva scienza esattamente come sarebbe fare cattiva filosofia il bocciare i meccanismi della selezione naturale sulla base di una presa di posizione a favore del finalismo. “
Si bocciano i meccanismi finalistici in quanto incompatibili con la selezione naturale in quanto la selezione naturale è per l’appunto tutto ciò che serve per spiegare la vita. O, per essere più precisi, perché la selezione naturale spiega egregiamente, con la sua mole di prove, ciò che il finalismo con le sue prove pari a zero vorrebbe spiegare. A che serve il finalismo che mi dice che il fine della ghianda è diventare quercia, se ho già la selezione naturale che mi dice perché una ghianda diventa quercia?
Non ha senso parlare di separazione di biologia e filosofia in questi ambiti finché la filosofia continuerà ad impicciarsi di biologia, come stai facendo tu.
“omunque, secondo me c'è anche un'altra distinzione da fare, ben più pertinente in questo thread. Ovvero, fosse anche indubbio che non esiste, in nessun senso oggettivo e universale, alcuna forma di finalismo, ciò non toglie che noi possiamo "costruircelo". Ora, cosa voglio dire? Semplicemente che, ad esempio, sebbene l'affermazione "la mano non è fatta per essere infilata in un tritacarne" sia scorretta, ciò non toglie che noi come enti responsabili, possiamo comunque costruirci un finalismo che non esiste ed affermare, appunto, che la mano non è da infilare in un tritacarne. Insomma, solo perché, liberi da posizioni finalistiche, possiamo "teoricamente" usare qualsiasi cosa per qualsiasi uso ci venga in mente, ciò non vuol dire che, nella pratica, siamo tenuti automaticamente a farlo, e non dovremmo invece interrogarci su cosa sia giusto fare con ciò che abbiamo a disposizione e ciò che invece non sia da fare”
Ho già ammesso che posso concedere l’esistenza di questo tipo di finalismo, assumendo l’ipotesi che il libero arbitrio esista. Mi autocito: “Esistono spiegazioni che fanno ricorso alle cause efficienti per spiegare ciascuno di questi ambiti (cioè i vari ambiti di finalismo elencati N.d.R). Io ritengo che per la fede cristiana sia necessario salvaguardare solo l’ultimo campo, che è quello che riguarda il libero arbitrio umano. E si badi che non lo ritengo necessario per spiegare la realtà, semplicemente faccio un atto di fede che così sia, cioè che l’anima, secondo l’insegnamento del Fedro, sia autokinetos, semovente, e dunque l’uomo sia il principio dei suoi atti.

La mano è fatta per infilarla nel tritacarne nel momento in cui tu decidi di infilarcela. Ovviamente, come già detto, chi non creda al libero arbitrio può ridurre tutto ciò alle cause efficienti, applicando un determinismo anche al comportamento umano, e facendone il risultato di una catena di cause precedenti.
“In ogni caso è molto interessante la questione del sonno.. ma è solo un'ipotesi scientifica attuale o la comunità scientifica la ritiene sufficientemente fondata? E la spiegazione è quindi simile per tutti gli esseri viventi?”
E’ solo l’ipotesi attualmente sui manuali di psicologia, che serve a spiegare il perché la selezione naturale abbia selezionato il sonno, visto che NON serve per riposare il cervello, come invece si credeva. Se ci interroghiamo su quali vantaggi potesse comportare lo stare disattivati col buio, questa spiegazione è la più razionale. Comunque siamo ben lontani dal ritenere questa ipotesi comprovata: come sempre è semplicemente quella che spiega più cose.

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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
mr-shadow

Messaggio da mr-shadow »

Non per andare OT, ma ormai la pressione sul parlamento perché si metta mano ad una regolamentazione delle forme di convivenza diverse dal matrimonio è sempre più forte. E solo in un paese privo di senso istituzionale come l'Italia il potere legislativo può rispondere che la "Corte Costituzionale è un vulnus alla democrazia".

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Lui cambia sesso, illegittima la legge che annulla il matrimonio
Il caso di una coppia di Bologna. Per la Consulta la norma è incostituzionale perché non prevede la possibilità che intervenga un’altra forma di convivenza giuridicamente riconosciuta “che tuteli adeguatamente i diritti ed obblighi della coppia"

http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna ... ulle.shtml" onclick="window.open(this.href);return false;
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minstrel
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Messaggio da minstrel »

polymetis ha scritto:Non ha senso parlare di separazione di biologia e filosofia in questi ambiti finché la filosofia continuerà ad impicciarsi di biologia, come stai facendo tu.
Io sarò ignorante, ma a me sembra che in questo caso sia la biologia che si appropri di una filosofia precisa che è quella della casualità di Democrito e spieghi tutto e di più con la selezione naturale alla Empedocle (grazie dell'info) in modo completamente arbitrario e senza alcuna possibilità di verifica scientifica propria delle scienze "dure". E' forse riproducibile e verificabile in laboratorio il fatto che la ghianda si sia evoluta in quercia anziché in marijuana per fattori casuali? E come può "scoprire" il finalismo una scienza che non è adatta a scoprire una proprietà ontologica di un ente? Cioè da quando un modello possibile di un ente (che è quello che epistemologicamente fornisce la scienza, anche la più dura) corrisponde necessariamente all'ontologia dell'ente stesso?
A little bit of me, myself and I
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Croce-via: un crocevia di croci.
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Messaggio da Cogitabonda »

Tranquillo Mr-shadow, tu sei perfettamente in-topic con l'argomento del thread. E' il dibattito filosofico ad essere una (interessante) digressione. La vicenda raccontata nell'articolo che hai linkato è molto interessante e significativa, e si presta a ulteriori riflessioni e discussioni.
Una domanda: chi, e dove, avrebbe affermato che "la Corte Costituzionale è un vulnus alla democrazia"?
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Giovanni64
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Messaggio da Giovanni64 »

mr-shadow ha scritto:Lui cambia sesso, illegittima la legge che annulla il matrimonio
Il caso di una coppia di Bologna. Per la Consulta la norma è incostituzionale perché non prevede la possibilità che intervenga un’altra forma di convivenza giuridicamente riconosciuta “che tuteli adeguatamente i diritti ed obblighi della coppia"

http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna ... ulle.shtml" onclick="window.open(this.href);return false;
Questo è un caso limite ma è emblematico: così come una coppia ha il diritto di restare unita oppure un singolo contraente ha facoltà di far valere gli effetti del contratto anche quando vengono meno alcuni suoi presunti presupposti fondamentali, allo stesso modo due o più soggetti hanno il diritto di unirsi senza lasciare intendere alla società di essersi uniti per un certo tipo particolare di affetto che presuppone un certo specifico tipo di rapporto sentimentale o fisico.
Come dicevo nei post precedenti, il cosiddetto "matrimonio" statale, di fatto, attualmente, regola questioni che prescindono dall'aspetto erotico-sentimentale. Ecco perché è più che auspicabile che lo Stato proponga un tipo di contratto che prescinda completamente dagli eventuali aspetti erotico-sentimentali della faccenda. A me sembra una ovvia questione di praticità e di buon senso. Ho anche difeso il diritto ad essere conservatori ma qui mi sembra che si voglia conservare qualcosa che nei fatti già non esiste più o, se pure esiste, esiste a livello di impegno privato. Insomma: unione generica per tutti, senza che lo Stato si impicci dell'orientamento sessuale o delle preferenze erotiche dei cittadini.
Non si può mettere come fondamento di un contratto un qualcosa di molto vago, non misurabile e nemmeno lontanamente individuabile. Molto meno vago è impegnarsi per il supporto economico del partner o per i figli. Su questi e altri aspetti ha senso fondare una unione e quindi un contratto che regoli l'unione stessa. Ma è così difficile capire questo discorso?
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

Io sarò ignorante, ma a me sembra che in questo caso sia la biologia che si appropri di una filosofia precisa che è quella della casualità di Democrito e spieghi tutto e di più con la selezione naturale alla Empedocle (grazie dell'info) in modo completamente arbitrario e senza alcuna possibilità di verifica scientifica propria delle scienze "dure"
Queste teorie saranno pure nate da filosofi, ma non a caso sono nate da filosofi che sui manuali si chiamano "fisici" (cioè studiosi della physis, la natura, perché il loro scopo era spiegare la natura nel suo divenire, nel suo generarsi).
Quella che tu chiami scienza, una volta si chiamava "filosofia naturale". Galileo non aveva una cattedra di astronomia a Padova, ma di "filosofia naturale".
C'è stato dunque un intreccio tra spiegazioni della natura e filosofia che è andato avanti per secoli, e che va avanti tutt'ora. Vorrei solo che non si fosse così ingenui da negarlo.
Quanto alle possibilità di verifica, è ovvio che noi non abbiamo una macchina del tempo per verificare come operava la selezione naturale milioni di anni fa. Possiamo semplicemente vedere la selezione naturale all'opera oggi, specie tra animali che si moltiplicano con una velocità spaventosa come i batteri e che dunque ci danno la possibilità di rilevare cambiamenti che in altre specie vedremmo nell'arco di centinaia di migliaia di anni. Le prove dell'evoluzione e del modo in cui opera il meccanismo della selezione naturale sono schiaccianti e molteplici, ma sopratutto convergenti, e vanno dalla genetica alla peleontologia. Spero di non dovermi mettere a fare qui discorsi che speravo di dover riservare ai Testimoni di Geova,
E' ovvio che non esiste una dimostrazione naturale come potrebbe esserci la dimostrazione di un teorema matematico, ma questo si deve dire di qualsiasi scopera che riguardi il mondo naturale. La selezione naturale e il neodarwinismo sono semplicemente il paradigma che attualmente spiega più cose. Il che non vuol dire che si tratti di risultati definitivi: una rivoluzione che cambi i paradigmi è sempre possibile, così com'è avvenuto con l'eclissarsi delle spiegazioni finaliste. Quello che vorrei dire è che se mai una rivoluzione ci sarà, al momento non pare che questa rivoluzione possa configurarsi come un ritorno alle spiegazioni finaliste.
Ci sono comunque eccellenti saggi di scienze cognitive che spiegano perché per gli uomini sia così contro-intuitivo accettare che la casualità domini la natura, e più semplice accettare il finalismo. Banalmente, vedere dei fini nelle cose, anche se non ci sono, ha un'indubbio vantaggio evolutivo, perché porta noi stessi a farci creatori di fini, col risultato che la selezione naturale ha selezionato un modello cognitivo per il nostro cervello molto incline al finalismo.
E' forse riproducibile e verificabile in laboratorio il fatto che la ghianda si sia evoluta in quercia anziché in marijuana per fattori casuali?
Dipende da cosa intendi per casuale. Le ghiande ancora oggi divengono quercie. Ciò che è frutto del caso è semmai il modo in cui s'è arrivato a quell'ente che da guianda diventa quercia. "Caso" qui però vuol dire che non c'è necessità di vederci un progetto dietro, non vuol dire invece che le cose avvengano senza causa. Da questo punto di vista è infatti il contrario, tutto ha una causa.
Il fatto che non ci sia la necessità di un progetto dietro, non vuol dire che il progetto non ci sia, bensì vuol solo dire che è una spiegazione superflua.
In teoria infatti, essendo l'evoluzione dovuta in gran parte a come le mutazioni casuali si rivelano o meno utili per l'ambiente, chi volesse tenersi il finalismo potrebbe dire che Dio ha programmato fino all'ultimo centimetro cubico l'ambiente in cui gli animali si sono sviluppati, sapendo dunque esattamente quali mutazioni casuali sarebbero state selezionate, proprio perché l'ambiente selezionatore era progettato. La cosa non è impossibile, perché Dio allorché creò l'universo potrebbe averlo iniziato in una maniera tale che, attraverso una catena di cause a lui conosciuta, conducesse necessariamente al tipo di ambiente che ha guidato la selezione naturale che noi tracciamo indietro nel tempo.
Questa spiegazione è possibile, ma è superflua.
E come può "scoprire" il finalismo una scienza che non è adatta a scoprire una proprietà ontologica di un ente? Cioè da quando un modello possibile di un ente (che è quello che epistemologicamente fornisce la scienza, anche la più dura) corrisponde necessariamente all'ontologia dell'ente stesso?
Non credo che la scienza sia inadatta a conoscere le proprietà ontologiche di un ente. Al massimo ti direbbero che queste proprietà ontologiche non esistono, a meno che non intendiamo con ontologia materialista, in base a cui tutto ciò che esiste è la materia. Lo scienziato non sa che questa è una precisa opzione filosofica tra molte, ma neppure gli interessa. Se le conoscesse le altre opzioni filosofiche direbbe semplicemente che non sono vere, e che l'unica cosa ad esistere è la materia. Gli indizi a favore di tutto ciò starebbero nell'immenso successo che, adottando questo paradigma, la scienza ha ottenuto negli ultim i 4 secoli. Se poi il successo a manipolare il cosmo sia un'indice del fatto che lo abbiamo compreso meglio così che nelle altre maniera, è a sua volta oggetto di dibattito filosofico. Feyerabend ad esempio non concedeva che l'efficacia di qualcosa fosse indice della sua verità. Io personalmente, senza voler aprire mille parentesi, sono invece del parere che la scienza coi suoi successi abbia mostrato di essere la migliore possibilità conoscitiva per spiegare la natura a disposizione dell'uomo. E a chi si stesse ancora domandando: ma tutto ciò che cos'ha a che fare con la filosofia? La risposta è che la filosofia quando si chiede quale sia l'ontologia di un ente conosce invece un mucchio di categorizzazioni obsolete e che non hanno alcun significato o ne hanno di troppo confusi (e in questo calderone ci metto gran parte della terminilogia aristotelico-scolastica), e che dunque ciò di cui parlano molti filosofi probabilmente non esiste nepppure. La scienza galileiana è un nuovo paradigma, anch'esso filosofico, che parla di cose che invece esistono, e di cui possiamo riscontrare l'esistenza tramite l'efficacia che ci permettono di ottenere. Gli atomi resteranno probabilmente un'acquisizione immortale della scienza, perché grazie all'idea che gli atomi esistono riusciamo a costruire centrali nucleari, che probabilmente non andrebbbero se la teoria alla base del nostro modo di procedere fosse errata. Naturalmente le cose possono funzionare bene anche per un motivo diverso da quello che noi ipotizziamo, ma la cosa è improbabile.
Chiederci quali atomi ha l'acqua ci ha cioè consentito di apprendere più di lei rispetto alle nostre interrogazioni sull'essere dell'ente acqua, per sapere se fosse sostanza o accidente di qualcos'altro, e disquisizioni simili. Naturalmente, la mancanza di ricadute pratiche di un sapere, non ci dice nulla sulla sua falsità. Per contro però a mio avviso come dicevo l'efficienza e la performatività di un sapere ci può dire qualcosa sulla verità di quel sistema: ed il sistema che chiamiamo scienza contemporanea di risultati ne ha avuti. Quanto alla problematizzazione invece di cosa si possa ricavare dallo studio dell'ente in quanto ente, disponiamo di criteri meno solidi per testare la verificità di questi discorsi, anche perché quei metafisici capelloni, che si illudono di dare una dimostrazione elenchtica dei loro passaggi, in generale scrivono solo cose che fanno ridere senza alcuna conclusività.

Ad maiora
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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Messaggio da mr-shadow »

Cogitabonda ha scritto:Tranquillo Mr-shadow, tu sei perfettamente in-topic con l'argomento del thread. E' il dibattito filosofico ad essere una (interessante) digressione. La vicenda raccontata nell'articolo che hai linkato è molto interessante e significativa, e si presta a ulteriori riflessioni e discussioni.
Una domanda: chi, e dove, avrebbe affermato che "la Corte Costituzionale è un vulnus alla democrazia"?
http://www.fratelli-italia.it/attualita ... 0-gay.html" onclick="window.open(this.href);return false;
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Messaggio da mr-shadow »

Giovanni64 ha scritto:
mr-shadow ha scritto: Come dicevo nei post precedenti, il cosiddetto "matrimonio" statale, di fatto, attualmente, regola questioni che prescindono dall'aspetto erotico-sentimentale. Ecco perché è più che auspicabile che lo Stato proponga un tipo di contratto che prescinda completamente dagli eventuali aspetti erotico-sentimentali della faccenda. A me sembra una ovvia questione di praticità e di buon senso. Ho anche difeso il diritto ad essere conservatori ma qui mi sembra che si voglia conservare qualcosa che nei fatti già non esiste più o, se pure esiste, esiste a livello di impegno privato. Insomma: unione generica per tutti, senza che lo Stato si impicci dell'orientamento sessuale o delle preferenze erotiche dei cittadini.

http://www.studiolegalecotini.it/matrim ... nerali.htm" onclick="window.open(this.href);return false;
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Messaggio da Cogitabonda »

Grazie, ora quell'affermazione ha anche un nome e un cognome: Fabio Rampelli.
Affermazione che può essere fatta solo da chi ignora cos'è una Costituzione e a cosa serve, oppure da chi lo sa benissimo e mal sopporta che esistano dei limiti al potere dell'istituzione di cui fa parte.
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Messaggio da Siegil »

x Polymetis

Prima di tutto, meglio chiarire un paio di cose. Primo, quando ti ho chiesto cosa pensavi dell'affermazione secondo cui la vita stessa sarebbe, nella sua essenza, finalismo, non ho detto che era una mia posizione. Semplicemente, la ritengo una riflessione interessante... ci sono infatti mille cose su cui io stesso non ho preso posizione. In genere mi sta più a cuore discutere, vedere le cose da diversi punti di vista, rispetto al fatto di dover prendere una posizione (questo non vuol dire che evito di prendere posizione, anzi, come tutti ho le mie idee... voglio solo dire che quando mi trovo davanti ad un problema filosofico non ho una frenesia di trovare la mia posizione personale, ma preferisco di gran lunga concentrarmi sulla conoscenza dei diversi pareri). Per questo mi ritrovo spesso a cambiare le mie idee, e perfino a caldeggiare certe posizioni che magari io ritengo poco plausibili solo per poterle ridiscutere, per vedere se il mio interlocutore pone le stesse obiezioni che porrei io (non è questo il caso comunque). Tra l'altro io stesso non mi ritengo neppure un finalista.
polymetis ha scritto:Come già detto, quello di cui tu parli, non esiste, non esiste cioè alcuna forza imminente che spinga verso un fine o all’autoaffermazione/conservazione di se stessi.
Il termine "forza" non mi piace, preferisco "principio"... in ogni caso, l'affermazione non riguardava un principio che spinge verso un fine, ne' che spinge all'autoaffermazione/conservazione, ma semplicemente "che rende vivente il non-vivente". L'affermazione riguardava cioè il principio base, essenziale, della vita, e non ciò che, una volta vivi, permette di evolversi secondo certe modalità. L'affermazione riguardava ciò che rende vivente il non-vivente, e non ciò che modifica la vita del già vivente (quindi non è pertinente rispondere citando mille mila fattori di mutazione di viventi in altri viventi).
polymetis ha scritto:Se le cose vive si muovono, è perché se non si fossero mosse, non sarebbero state selezionate, dunque dopo allorché il primo aggregato ebbe il dono del movimento dalla sintesi casuali delle sue componenti, esse si impose nell'ambiente, per la banalissima ragione che gli altri aggregati casuali che non ebbero in dono l'automovimento erano per questa ragione ipso facto destinati a non potersi autoaffermare.
Questa frase invece c'entra abbastanza il punto della questione, ma la ritengo assai campata per aria se non proprio confusa in se stessa... cosa vuol dire che un aggregato non-semovente non si può affermare? Al contrario, io direi, un aggregato non-vivente non ha bisogno di nulla per preservarsi, e se viene disgregato forma semplicemente altri aggregati non-viventi... e in effetti, è proprio per questo che tranne per un'infinitesima parte, il cosmo è formato da materia non-vivente... altro che incapacità di affermarsi...
polymetis ha scritto:Io direi di sì, altrimenti di che parla? Tu stesso cadi in questo atroce vizietto… Se almeno ti rileggessi quando scrivi…
Ehi, Lei mi offende, fellone, io rileggo sempre quello che scrivo... :(
polymetis ha scritto:Prima mi dici: “O forse tu mi stai dicendo che delle mutazioni casuali in aggregati non organici di atomi li hanno resi in grado di muoversi da soli?”, e ciò a conferma che ti rendi vero che se ciò fosse vero, la tua posizione sarebbe superflua, e che, per converso, la tua ipotesi si aggancia a delle presunte oscurità che credi di non poter spiegare nella biologia ricorrendo al solo paradigma naturista.
Il fatto è che, se tu effettivamente stai dicendo che delle mutazioni casuali (o io direi anche più in generale delle interazioni fisiche) tra materiale non-vivente possa renderlo vivente, allora la tua obiezione aveva un senso. Altrimenti, ti stavo solo facendo notare che la tua obiezione non era pertinente.

Comunque, è vero che io ritengo assolutamente inspiegabile il fatto che materia non-vivente possa essere resa vivente da semplici interazioni fisiche, ma comunque, questa in se stessa è solo una mia opinione. Il salto da tale opinione a interpretazione finalistica della vita non è mica automatico, e infatti io stesso (come ho detto sopra) non mi ritengo un finalista ne attualmente interpreto in via finalistica questa mia opinione.

Tutto questo per dirti che, non è vero che chi non è convinto di tutte le spiegazioni del neo-darwinismo necessariamente sta assumendo una posizione filosofica finalistica che lo porta ad impicciarsi di biologia.
polymetis ha scritto:Ma cadi nel vizietto anche più sotto, allorché dici: “ Alzando il tiro metafisico si potrebbe perfino, rimanendo "tangenti" all'ambito biologico (ma questa volta rimanendo saldamente nell'ambito filosofico), interrogarsi sul "perché" esiste un tale meccanismo di mutazioni casuali, e se vogliamo, interrogarsi sulla straordinaria sintesi di precisione perfetta degli organismi viventi con l'imperfezione che sta alla base di tali mutazioni casuali. Se gli organismi fossero troppo perfetti, non ci potrebbero essere mutazioni casuali, e la vita non sarebbe andata avanti. Ma lo stesso vale, probabilmente, anche nel caso in cui la precisione estrema con cui operano gli organismi viventi fosse stata invece più blanda. C'è chi, in tutto questo (come in varie altre considerazioni) potrebbe vedere un finalismo nel cosmo.”
Tutte queste considerazioni sono dei tentativi, neanche troppo nascosti, di trovare falle nelle spiegazioni naturalistiche, dicendo che per l’appunto si ricava un finalismo dall’incapacità del paradigma darwiniano di dar conto di certi livelli di complessità.
La mia era solo una riflessione interessante che mi è venuta mentre scrivevo... ma anche così, non vedo proprio perché abbracciare una simile posizione dovrebbe necessariamente portare a ritenere il paradigma darwiniano "incapace" di spiegare le cose. Hai presente la classica frase "la bibbia dice come si va in cielo e non com'è fatto il cielo"? Ecco, si potrebbe dire anche qui una cosa simile: la scienza spiega come si evolve la vita (e magari potrebbe anche arrivare a spiegare come tramutare il non-vivente in vivente), ma non può spiegare se c'è qualcosa "di più"/"di spirituale"/"di religioso" per usare termini a noi vicini... non si occupa del "perché ultimo delle cose".

Per cui, uno potrebbe essere anche un neo-darwinista convintissimo, eppure religiosamente credere in un finalismo nel cosmo. Le due cose stanno su piani diversi. Ovvio, il finalismo è, come dici giustamente, un'ipotesi superflua per spiegare i meccanismi di evoluzione della vita... ma mica di solo pane vive l'uomo, come disse un tale. Se anche il finalismo è superfluo quando lo sguardo si rivolge ad una parte dell'insieme, non vuol dire che uno non possa comunque adottare una posizione finalistica quando il suo sguardo si rivolge a tutto l'insieme. D'altra parte, tu stesso hai scritto "semplicemente faccio un atto di fede che così sia, cioè che l’anima, secondo l’insegnamento del Fedro, sia autokinetos, semovente, e dunque l’uomo sia il principio dei suoi atti."... per cui da un punto di vista religioso non escludi un certo finalismo, ma anzi lo abbracci. Il tuo finalismo però, guarda caso, non si impiccia minimamente di biologia, prova del fatto che può esistere finalismo che non si impiccia di biologia. Tutto sta nel sapere fare "buona filosofia" e non "cattiva filosofia", tenendo gli ambiti separati.
polymetis ha scritto:La mano è fatta per infilarla nel tritacarne nel momento in cui tu decidi di infilarcela.
Anche una pistola è fatta per sparare a caso, se decido così, ma ciò non vuol dire che io non debba usare responsabilmente quello che ho a disposizione, i miei utensili come le parti del mio corpo. E per inciso, non sto prendendo posizione a sfavore degli atti omosessuali, semplicemente voglio dire che, anche qualora si decidesse che non vi è finalismo nelle parti del corpo, il discorso non sarebbe comunque concluso con "bene allora posso fare quello che voglio".
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Messaggio da Giovanni64 »

mr-shadow ha scritto:
Giovanni64 ha scritto:
mr-shadow ha scritto: Come dicevo nei post precedenti, il cosiddetto "matrimonio" statale, di fatto, attualmente, regola questioni che prescindono dall'aspetto erotico-sentimentale. Ecco perché è più che auspicabile che lo Stato proponga un tipo di contratto che prescinda completamente dagli eventuali aspetti erotico-sentimentali della faccenda. A me sembra una ovvia questione di praticità e di buon senso. Ho anche difeso il diritto ad essere conservatori ma qui mi sembra che si voglia conservare qualcosa che nei fatti già non esiste più o, se pure esiste, esiste a livello di impegno privato. Insomma: unione generica per tutti, senza che lo Stato si impicci dell'orientamento sessuale o delle preferenze erotiche dei cittadini.
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Cosa volevi mettere in evidenza in particolare?
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Messaggio da Giovanni64 »

Cogitabonda ha scritto:Grazie, ora quell'affermazione ha anche un nome e un cognome: Fabio Rampelli.
Affermazione che può essere fatta solo da chi ignora cos'è una Costituzione e a cosa serve, oppure da chi lo sa benissimo e mal sopporta che esistano dei limiti al potere dell'istituzione di cui fa parte.
Non è così. L'affermazione può essere fatta da chiunque a seconda dell'oggetto del contendere. La magistratura è fatta da umani che hanno ampi margini di discrezionalità e la Costituzione è la bibbia ma poi la bibbia si può interpretare e attualizzare come si vuole.
La magistratura ha sempre cercato ovviamente di compiacere la parte più influente della società. Spesso è capitato che la magistratura sia stata alleata della "tradizione" perché era la tradizione che deteneva gran parte del potere culturale. Ora che la parte più influente della società è "progressista", risulta "progressista" anche la magistratura. Tutto così umano e così normale, al di là dei luoghi comuni peraltro anche loro così umanamente comuni e normali.
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Messaggio da Cogitabonda »

Invece è così. La Corte Costituzionale di certo non è perfetta e mi sta bene relativizzare il suo valore e la qualità dei suoi giudizi, ma non mi sta affatto bene che si assolutizzi come bene supremo la libertà , totale e incontrollata, del Parlamento.
Inoltre, visto che si stava parlando della Corte Costituzionale, non mi sembra corretto che tu sposti il discorso sulla magistratura in generale.
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Messaggio da Giovanni64 »

Cogitabonda ha scritto:Invece è così. La Corte Costituzionale di certo non è perfetta e mi sta bene relativizzare il suo valore e la qualità dei suoi giudizi, ma non mi sta affatto bene che si assolutizzi come bene supremo la libertà , totale e incontrollata, del Parlamento.
Inoltre, visto che si stava parlando della Corte Costituzionale, non mi sembra corretto che tu sposti il discorso sulla magistratura in generale.
C'è un famoso leader, il cui "partito" era alleato/incluso nel PD alle penultime elezioni politiche, leader famoso soprattutto a proposito di battaglie civili, spesso anche apprezzato in maniera bipartisan per la sua sensibilità istituzionale, che ha definito molte volte la Corte Costituzionale in questo modo "la suprema cupola della mafiosità partitocratica".
Il Csm non è la Corte Costituzionale ma si tratta comunque di un importantissimo e fondamentale potere giudiziario. Ebbene De Magistris ebbe parole pesantissime nei confronti del Csm...De Magistris manca di sensibilità istituzionale?
Si tratta del solito gioco delle parti e a turno si giocano carte tipo "vulnus democratico", parlamento o senso delle istituzioni...
Persino in alcune primarie ho visto liti furibonde a colpi di accuse di brogli, vulnus democratici e sensibilità istituzionali.
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Messaggio da Cogitabonda »

E' compito delle varie cariche dello stato sorvegliarsi a vicenda e mettere in evidenza i problemi e le irregolarità quando ci sono (e ce ne sono quasi sempre). Però vorrei che lo facessero senza melodrammi, senza far sembrare le varie istituzioni, a turno, l'Impero del Male.
Voglio dire: se prendo una multa per eccesso di velocità perché su un tratto di una tangenziale c'è un limite di velocità di 30 Km/h posso protestare, sostenere che quel limite è assurdo e andrebbe rimosso dal suo incarico colui che ce lo ha messo. Però non posso mettermi a blaterare che il Codice della Strada è un'offesa alle mie libertà e ai miei diritti.
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Messaggio da Giovanni64 »

Cogitabonda ha scritto:E' compito delle varie cariche dello stato sorvegliarsi a vicenda e mettere in evidenza i problemi e le irregolarità quando ci sono (e ce nesono quasi sempre). Però vorrei che lo facessero senza melodrammi, senza far sembrare le varie istituzioni, a turno, l'Impero del Male.
Voglio dire: se prendo una multa per eccesso di velocità perché su un tratto di una tangenziale c'è un limite di velocità di 30 Km/h posso protestare, sostenere che quel limite è assurdo e andrebbe rimosso dal suo incarico colui che ce lo ha messo. Però non posso mettermi a blaterare che il Codice della Strada è un'offesa alle mie libertà e ai miei diritti.
Condivido quello che dici.
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Messaggio da Giovanni64 »

Giovanni64 ha scritto:
mr-shadow ha scritto: http://www.studiolegalecotini.it/matrim ... nerali.htm" onclick="window.open(this.href);return false;
Cosa volevi mettere in evidenza in particolare?
Gli impegni contrattuali reciproci dei coniugi, così come riportati nel sito linkato da mr-shadow, sono questi:

Coabitazione
Fedeltà coniugale
Assistenza morale e materiale
Educazione e istruzione della prole

Gli ultimi due punti per me sono, grosso modo, quelli che possono seriamente fondare una unione. Gli altri sono elementi accessori, anche eventualmente importanti, ma non adatti a tutti, e definibili e maneggiabili solo in ambito strettamente privato. Lasciamo stare, per ora, la coabitazione anche se voglio dire che in una società "mobile" e per certi versi "virtuale" come quella attuale mi sembra abbastanza forzato individuare nella "coabitazione" uno dei pilastri di una unione moderna. Ma il pilastro che mi sembra veramente arcaico, vago, inutile e dannoso, è il vincolo della fedeltà coniugale. Non vi è dubbio che per tanti esso sia ancora un valore ma per molti altri non lo è. Anzi, per molti, la possibilità dei partner, ad esempio, di avere rapporti sessuali più o meno occasionali con altre persone, anche con scambi di partner, rappresenta una parte integrante e talvolta fondante del loro orientamento sessuale, del loro erotismo. Il legame fra tali persone è spesso molto solido proprio perché poggiato su basi più chiare e quindi potenzialmente più forti e durature.
Chi siamo noi per giudicare e dire che queste persone non hanno diritto di avere soddisfazione sessuale e di accedere all'istituto del matrimonio o unione che dir si voglia?
Qualcuno potrebbe dire: possono simulare facendo finta di accettare il vincolo della fedeltà coniugale e poi invece, di comune accordo, non essere, ad esempio, sessualmente fedeli. Lo possono fare ma perché lo Stato deve costringere a mettere in atto questa simulazione? Perché lo Stato si deve ergere, più o meno esplicitamente, a censore morale di orientamenti sessuali e di preferenze erotiche del tutto normali e legittime?
Inoltre la simulazione espone i partner a dei rischi: non sono un esperto matrimonialista, ma se non mi sbaglio, uno dei partner potrebbe chiedere la separazione con addebito per violazione del vincolo della fedeltà, anche se tale fedeltà non era nell'accordo reale fra le parti ma faceva parte solo della simulazione a cui lo Stato li aveva costretti per potersi sposare.
L'eliminazione del vincolo della "fedeltà", per inciso, non toglie niente a coloro che vogliono invece essere fedeli perché a costoro nessuno impedisce di essere fedeli qualora lo vogliano. In realtà, più o meno come la castità di alcuni religiosi, la fedeltà coniugale è un vincolo spesso preteso proprio da coloro che nella pratica inevitabilmente finiscono per violarlo. ("Finiscono" è un eufemismo).

Vorrei dire anche alcune cose sulla "questione patriottica": l'Italia, l'Europa, il mondo.

Essere ultimi in Europa non fa certo piacere, soprattutto se si considera che l'Italia è stata storicamente leader nell'indirizzare le "sorti" morali, artistiche e scientifiche non solo dell'Europa ma del mondo intero. A mio avviso, però, anche per evitare di essere poi inevitabilmente ultimi, bisogna liberarsi del vizio di voler essere per forza a rimorchio. Bisogna, invece, avere l'intelligenza di proporre qualcosa di più innovativo e di più originale.
Per carità, potrebbe essere anche un'idea quella di conservare un ponte antico, anche se è stretto e pericoloso, ma se si decide di costruirne uno nuovo allora è il caso di progettarlo in maniera tale dar far passare, nei limiti del possibile, tutti i tipi di veicoli esistenti al momento e mantenendosi pure abbastanza larghi e lungimiranti. Ritengo veramente insensato continuare a forzare delle vecchie pietre rese già così instabili sotto il peso della storia e dei cambiamenti.

Insomma bisogna liberarsi di un vecchio arnese, fondato su cose vecchie e vaghe e che, anche e soprattutto per questo, produce un enorme spreco di risorse pubbliche e private nel vano tentativo di dirimere questioni di lana caprina.

Bisogna progettare un istituto che sia semplice e chiaro nei suoi punti fondanti, preciso, agile, inclusivo e plurale.
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Amalia
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Interessante video sulla reazione e sulle opinioni di bambini di fronte alla questione "matrimonio gay":

Il BBCode [youtube2] viene disattivato in quanto non più necessario per incorporare i filmati di YouTube. URL del filmato: http://youtu.be/8TJxnYgP6D8

(inglese ma con sottotitoli in italiano, attivabili in basso a destra del video)

P.S. Notate che solo un bambino si esprime in modo negativo riguardo l'essere gay ma alla domanda "perchè?" non sa rispondere. Al contrario gli altri che sono a favore della parità di diritti tra gay e eterosessuali lo motivano in modo personale. La cosa mi fa credere che chi già da bambino dimostra ostilità verso l'omosessualità non lo fa per sua personale convinzione ma per averla assorbita dalla famiglia o dall'ambiente sociale in cui vive; al contrario, se lasciati liberi di elaborare la propria opinione, in genere i bambini non vedono nulla di sbagliato nel matrimonio tra gay. Non so se sia statisticamente rilevante ma è un filmato che dà da pensare.

Altro breve film a riguardo, a mio avviso molto bello e ben fatto, che mostra una ipotetica società capovolta, in cui la norma è essere omosessuali e l'eterosessualità viene perseguitata e considerata immorale.

Il BBCode [youtube2] viene disattivato in quanto non più necessario per incorporare i filmati di YouTube. URL del filmato: https://www.youtube.com/watch?v=CnOJgDW0gPI
"Chi porta il paraocchi si ricordi che del completo fanno parte il morso e la sferza."
Stanisław Jerzy Lec
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Lo metto qui, tanto alla lunga quando si parla di matrimonio gay si va sempre a parlare anche delle forme di convivenza tra uomo e donna.

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Lunedì prossimo la prima registrazione di un matrimonio a Napoli
Martedì 24 Giugno 2014


Lunedì prossimo la prima registrazione di un matrimonio a Napoli

La prima coppia gay attesa per lunedì. Lo Giudice: "Depositato testo in Senato".

Detto e fatto. Ieri De Mgistris aveva annunciato l'ordinanza per imporre all'anagrafe la registrazione dei matrimoni gay celebrati all'estero e oggi arriva la notizia che la prima unione potrebbe già essere registrato lunedì prossimo. E sono già noti i nomi della prima coppia che chiederà di accedere allo stato civile napoletano. Sono Roberto e Manuel, napoletano il primo e spagnolo il secondo, che per ora vivono in Spagna e che dovrebbero arrivare nel capoluogo partenopeo in occasione del Mediterranean Pride of Naples di sabato prossimo. La coppia si è già sposata in Spagna, ma lunedì prossimo potrebbe chiedere la registrazione del matrimonio al comune di Napoli.

"E' una bella decisione, coraggiosa e priva di controindicazioni sul piano legale - ha dichiarato il senatore del Pd Sergio Lo Giudice commentando il provvedimento di De Magistris -. Oggi in commissione giustizia del Senato è stato depositato dalla relatrice Monica Cirinnà il nuovo testo base sulle unioni civili fra persone dello stesso sesso. La proposta estende i diritti matrimoniali alle coppie gay e consente l'adozione dei figli del partner. Verrebbe sanata così la violazione di un diritto fondamentale su cui due sentenze della Corte costituzionale hanno richiamato il parlamento. E verrebbe riconosciuta a migliaia e migliaia di bambini il diritto al riconoscimento di un legame giuridico con entrambi i genitori".

"L'obiettivo dell'uguaglianza di fronte alla legge delle coppie dello stesso sesso - conclude Lo Giudice - non sarà raggiunto se non attraverso il riconoscimento del diritto egualitario al matrimonio e la rimozione delle discriminazioni normative che oggi lo impediscono. Quindi un plauso va al gesto coraggioso di De Magistris, che mi auguro possa fare da apripista verso una stagione di avanzamento dei diritti civili".

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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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deliverance1979
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Messaggio da deliverance1979 »

polymetis ha scritto:"E' una bella decisione, coraggiosa e priva di controindicazioni sul piano legale - ha dichiarato il senatore del Pd Sergio Lo Giudice commentando il provvedimento di De Magistris -. Oggi in commissione giustizia del Senato è stato depositato dalla relatrice Monica Cirinnà il nuovo testo base sulle unioni civili fra persone dello stesso sesso. La proposta estende i diritti matrimoniali alle coppie gay e consente l'adozione dei figli del partner. Verrebbe sanata così la violazione di un diritto fondamentale su cui due sentenze della Corte costituzionale hanno richiamato il parlamento. E verrebbe riconosciuta a migliaia e migliaia di bambini il diritto al riconoscimento di un legame giuridico con entrambi i genitori".
Anche perchè quest'anno c'è stato un'altro record in calo di nascite e di matrimoni celebrati in Chiesa.
In sostanza è la società italiana che prende a picconate rituali che sembravano granitici fino a 30 anni fà....

Siamo in netto ritardo con i paesi nord europei o nord americani, ma pian pianino anche quei fenomeni provenienti da terre cosi lontane iniziano a lambire l'italica famiglia.
E' un bene?
E' un male?

E' una cosa che accade, cosi come per le coppie omosessuali.

Mettere la testa sotto la sabbia sperando che il problema scompaia da solo, non fà altro che aumentare quella dimensione di ingiustizie e di torbido che poi spesso sfocia nella frustrazione, nell'illegalità, nella clandestinità, che alla fine non serve a nessuno.
La Chiesa si interroga spesso sui cambiamenti temporali, e ci credo, con 2000 anni di storia.

Capisco anche che certe posizioni vuoi per diritto canonico o teologico, o vuoi per l'opinione pubblica interna al popolo Cattolico, il Papa ed il Clero cerca di dare una botta al cerchio ed uno alla botte.
Ma qui stiamo discutendo di materia laica, dove uno stato democratico e civile dovrebbe dare certe opportunità a tutti, che poi secondo coscienza, ognuno intraprenderà la propria strada e saprà a quale traversa svoltare, dove proseguire diritto o dove fermarsi.

PS: Forse sui figli in termini di adozioni, pondererei meglio la cosa, ma solo per scrupolo....
« Senza aver visto la Cappella Sistina non è possibile formare un'idea apprezzabile di cosa un uomo solo sia in grado di ottenere. »
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Ray
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È partito il corteo del «Mediteranean Pride of Naples». In piazza Dante si sono ritrovate centinaia di persone che, dopo aver attraversato le vie del centro storico, giungeranno al lungomare. In testa al corteo il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Una festa di colori e musica per «dire no ad ogni forma di discriminazione sessuale».



La festa. Oggi si celebra la Giornata internazionale delle persone lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali. Per ricordare questa data tante città celebreranno i loro Pride, tra le altre Oslo con l'EuroPride 2014 e Toronto con il World Pride 2014. In Italia l'Onda Pride, partita da Roma lo scorso 7 giugno, approderà con le sue rivendicazioni in dieci città, da Nord a Sud. Ad Alghero, Bologna, Catania, Lecce, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Torino e Venezia centinaia di migliaia di manifestanti, rende noto il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, ribadiranno la «necessità di norme di uguaglianza che diano piena cittadinanza a tutte le persone lgbt e la determinazione a voler vivere in un Paese laico nel quale la libertà, l'autodeterminazione e la visibilità di tutte le differenze siano patrimonio condiviso di tutta la collettività e delle istituzioni democratiche».

«Sarebbe ora che il Parlamento e il Governo Renzi si mettano in ascolto di queste piazze e con coraggio e coerenza stabiliscano condizioni di piena parità e dignità per tutte e tutti, superando le formule di compromesso che in Italia hanno già portato soltanto a cocenti delusioni» affermano. La data del 28 giugno fa riferimento alla rivolta allo Stonewall Inn di New York, che 45 anni fa ha dato il via al moderno movimento di liberazione omosessuale.

Il cardinale Sepe. «Ognuno fa quello che vuole ed io faccio quello che voglio». Così, lapidario, l'arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe ha risposto ai giornalisti che oggi, a margine della cerimonia di annuncio della nomina del nuovo vescovo ausiliare di Napoli, gli hanno chiesto di commentare il Gay Pride che oggi ha fatto tappa anche a Napoli e sull'annuncio del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, di far trascrivere le nozze gay.


De Magistris: l'amore al posto dell'odio. «Questa manifestazione ha nel suo Dna la valorizzazione delle differenze». Lo ha detto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris salutando i partecipanti alla manifestazione del Medeiterranean Pride of Naples. «Dobbiamo ribadire che dobbiamo mettere sempre l'amore al posto dell'odio - ha aggiunto ancora il sindaco di Napoli - La nostra città accoglie sempre l'iniziative dove la solidarietà, l'uguaglianza e la fratellanza sono il nerbo centrale». Il sindaco ha poi lasciato il corteo per tornare al Comune «perchè ho ancora dentro di me i sentimenti di commozione per la tragedia di Ciro».

http://www.ilmattino.it/NAPOLI/CRONACA/ ... g-slider18" onclick="window.open(this.href);return false;

Queer Mai sentito questo termine.. :lingua: ..vedi che si impara qualcosa di nuovo.. :risata:
"Queer" è un termine della lingua inglese che tradizionalmente significava "eccentrico", "insolito". Il termine a sua volta deriva dal tedesco "quer" che significa "di traverso, diagonalmente".

L'uso del termine nel corso XX secolo ha subìto diversi e profondi cambiamenti e il suo uso è tuttora controverso, assumendo diversi significati all'interno di diverse comunità. In italiano si usa per indicare quelle persone il cui orientamento sessuale e/o identità di genere differisce da quello strettamente eterosessuale: un termine-ombrello, si potrebbe dire, per persone gay (omosessuali), lesbiche, bisessuali, transessuali, transgender e/o intersessuati. Non è un sinonimo di LGBT (Lesbian Gay Bisex Transgender) o gaylesbico. Il termine queer nasce anche (e soprattutto) in contrapposizione agli stereotipi diffusisi nell'ambiente gay.
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Ray

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peraskov
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Messaggio da peraskov »

Polymetis scrive
Se la ghianda diventa quercia non è per un impulso vitale finalistico al suo interno, ma perché, banalmente, una mutazione casuale ha portato a questo, e siccome questa mutazione casuale ha portato incidentalmente alla riproduzione, essa è stata selezionata.
già, ma viene prima la ghianda o la quercia? E’ la ghianda che in seguito ad una mutazione è diventata quercia (A) o la quercia che per una mutazione diversa ha prodotto la ghianda (B)? La risposta esatta è C. Questa tua affermazione è così scientificamente insulsa che meriterebbe soltanto una risposta del genere ma facciamo finta che abbia ugualmente una sua dignità: poiché tutte le specie viventi, sia vegetali che animali, crescono e si trasformano e si riproducono, ed è impossibile (spero che tu me lo conceda) che ognuna, banalmente, abbia ricevuto la stessa mutazione casuale (che a questo punto non sarebbe più casuale..) diciamo che questo impulso a crescere e trasformarsi derivi dalla prime cellule procarioti (tua affermazione successiva) le quali hanno banalmente ricevuto questa mutazione e siccome dalle prime cellule deriverebbero tutte le specie viventi (affermazione tutta da verificare) la mutazione si è propagata a tutti. Va bene così? Vediamo allora questa seconda affermazione
Le cellule procarioti originali non si sono riprodotte perché avevano il fine di riprodursi, ma perché la mutazione casuale che ha dato loro la facoltà di riprodursi ha automaticamente fatto sì che le cellule in grado di riprodursi soppiantassero quelle non in grado di riprodursi.
La prima osservazione che mi verrebbe da fare è “Ma tu guarda che culo che abbiamo avuto”, una mutazione magica ha colpito proprio le prime cellule procarioti (dovevano essere proprio le prime in assoluto, perché se non fossero mutate le prime le seconde non ci sarebbero state), e sì che le mutazioni sono piuttosto rare: negli animali superiori si calcola che una mutazione possa colpirne mediamente uno ogni 50000 (nel corso di tutta la sua vita) e che le mutazioni letali sono da 10 a 15 volte superiori a quelle che invece “lasciano in vita”; tra queste (che quindi sono già una netta minoranza), quelle che danno qualche vantaggio rappresentano una piccolissima percentuale. Gli scienziati parlano di una mutazione favorevole alla vita su miliardi di altre. Invece li è arrivata subito e zac, era proprio quella giusta per la riproduzione; ne potevano capitare miliardi di altre, che ne so magari ne poteva capitare una che soltanto ne cambiava il colore (e avevano il vantaggio di mimetizzarsi con l’ambiente) o le faceva diventare quadrate ( e avevano il vantaggio di occupare meno spazio, incastrandosi perfettamente l’una con l’altra) e invece è arrivata proprio quella giusta ed al momento giusto. Inoltre le forme di riproduzione sono molteplici sia sessuate che asessuate, per gemmazione, per scissione, sporulazione, frammentazione, sporogonia e chi più ne ha più ne metta, quindi non una sola mutazione, ma una serie di mutazioni a cascata tutte concentrate sullo stesso meccanismo. ...questo caso sembra più finalista del finalismo. A complicare ancor di più il quadro, occorre osservare che organismi procarioti, assolutamente simili ai progenitori, esistono ancora oggi e che non è affatto dimostrato che gli organismi eucarioti (=con nucleo interno, dai quali “si sarebbero evoluti” vegetali ed animali superiori) derivino dai procarioti. Se le due linee si sono evolute separatamente, poiché entrambe si riproducono, significherebbe, alla luce della tua affermazione, che la stessa mutazione, banalmente, è capitata ad entrambe le tipologie di cellule e, per entrambe, esattamente all’inizio della loro vita; questa possibilità, da un punto di vista scientifico-matematico veleggia tra l’assolutamente improbabile e l’impossibile.
Darwin aveva avuto molto più buon gusto dei suoi successivi estimatori: poiché di ciò che è realmente avvenuto all’inizio della storia non sapeva assolutamente niente e qualsiasi affermazione avesse fatto gli avrebbe creato non poche difficoltà, ha semplicemente ignorato il problema ed ha teorizzato solo da un certo punto in avanti.
Possiamo fare un esempio dell’afinalismo della natura guardando al sonno. Ebbene, coloro che hanno studiato psicologia sanno
Ma tu non eri quello che non credeva alla psicologia?
di polymetis » 07/06/2014, 13:35
Io non credo alla psicologia.
Ebbene, i nostri antenati primitivi, qualora vagavano di notte, erano più soggetti ai pericoli, proprio perché senza la luce correvano maggiori rischi di farsi del male, o di venire attaccati da nemici invisibili. Allorché una modificazione casuale produsse il sonno allo sparire della luce, sonno che, come ripeto, non ha lo scopo di ricaricare un bel nulla, quella modificazione casuale si rivelò utile, perché i nostri antenati che erano disattivati durante il buio andavano in giro di meno, e se ne stavano nei loro antri a dormire, esponendosi in questa maniera a minori pericoli. Ciò ha fatto sì che la mutazione casuale che porta al sonno di notte, si sia diffusa, perché chi la possedeva si esponeva a meno pericoli di chi non la possedeva, e dunque aveva più probabilità di sopravvivere. Se tale mutazione casuale che induce a dormire fosse stata tale da indurre il sonno durante le ore di luce, anziché essere ricettiva alle tenebre come lo è attualmente, essa si sarebbe rivelata inutile, e non sarebbe stata selezionata.
Anche volendo sorvolare sulla stranezza di questa mutazione (va bene una mutazione che induce al sonno, ma che lo faccia allo sparire della luce...mah, sonno fotosensibile, eppure chi non dorme di notte si addormenta poi il giorno dopo, anche in piena luce, magari in ufficio..)) mi sembra che la premessa (maggiori pericoli notturni) non giustifichi la conclusione (dormire nei propri antri). Va bene ritirarsi negli antri, ma perché dormire? Credo che i nostri antenati avrebbero avuto più probabilità di sopravvivere stando si nei propri antri, ma svegli! Non c’erano porte blindate in quegli antri ed animali come orsi o tigri o serpenti non si facevano certo scrupoli ad entrare senza bussare. Non mi sembra perciò che il dormire di notte sia più vantaggioso dello stare svegli. Inoltre le specie animali che dormono di notte sono moltissime e tra queste anche molte con caratteristiche da “cacciatori” e non da “prede” ( e molte altre dormono di giorno, mentre alcune dormono quasi sempre); hanno tutte ricevuto questa stessa mutazione magica?Come ti ho già detto, una mutazione genica/cromosomica è piuttosto rara, che ne avvengano due uguali è assai improbabile, che ne avvengano migliaia uguali è matematicamente impossibile. A meno che si tratti NON di mutazioni casuali, ma di adattamento all’ambiente ma in questo caso, scandalo!, scandalo! andiamo a finire nella teoria contrapposta.
Aggregazioni casuali di atomi, combinate con fattori ambientali, hanno creato le prime molecole organiche, ed in seguito aggregazioni casuali di tali molecole organiche, hanno creato la vita.
Si, questo può succedere, è successo ad esempio nella fantasia di Mary Shelley ed è nato Frankenstein, ma in biologia sono parole in libertà, ad oggi totalmente indimostrabili.
Più di dieci anni fa avevo conosciuto un tale Polymetis Odisseus che mi aveva colpito per la straordinaria razionalità con cui ribatteva ai vari interlocutori; mi viene da chiedermi che fine abbia fatto.
Questa tua bella esposizione in realtà poggia sul nulla e, come diceva sempre il nostro Berescitte, quod gratis affirmatur gratis negatur. Raccontava il buon Giovanni Sartori che un giorno la moglie gli disse: “lo sai che coloro che frequentano gli astrologi hanno mediamente una vita più lunga?” e lui:” ma che cavolo dici? Non crederai spero, che gli astrologi abbiano veramente degli influssi particolari?”” e la moglie:”No, certo, è soltanto che ad andare dagli astrologi sono quasi esclusivamente donne, che come sai hanno una vita media maggiore rispetto agli uomini!” Qualche volta basta spostare appena un poco il proprio punto di vista per trovare un significato completamente diverso allo stesso fenomeno e spesso succede che da alcune premesse si tirino fuori lenzuoli di affermazioni apparentemente incontrovertibili e poi magari si scopre che sono sbagliate proprio le premesse.
Personalmente in questo momento mi ritengo agnostico, nel senso che credo in un Dio creatore di tutto (indipendentemente dal modo) in quanto, razionalmente, mi sembra molto più assurdo credere che la materia inanimata sia esistita da sempre e poi “per caso” abbia dato origine alla vita, ma non mi sento in grado di dire quale Dio tra quelli rappresentati dalle varie religioni sia quello vero o se in realtà sia semplicemente super partes ed in che rapporto sia con noi, se sia realmente coinvolto con la nostra storia, perciò evito di parlare di cause prime, se per cause prime si intende il Logos; noto tuttavia che 1) non mi sembra che le cause seconde riescano a soddisfare tutte le domande (nell’ipotesi di casualità e selezione natirale) e che anzi in molti casi siano “costituzionalmente” incapaci a farlo; 2) da quando è apparsa la vita (3-4 miliardi di anni fa) fino alla comparsa dell’uomo l’evoluzione dà, secondo me in maniera piuttosto chiara, l’impressione di un movimento ascensionale nella direzione dei mammiferi e dei primati per culminare nell’uomo, il quale non a caso è il solo che può fare delle scelte che vanno anche contro la selezione, cioè non vantaggiose né per se stesso, né per l’ambiente. Affermare che l’uomo rappresenti il punto più alto del movimento evolutivo contrasta radicalmente con la visione del darwinismo che vede nell’uomo un evento puramente fortuito, come in qualunque specie.
Tutto il tuo discorso, coerentemente con il darwinismo, si basa sulle mutazioni genetiche “casuali”, ma già su questo termine “casuali” la discussione è in atto. Gli scienziati le chiamano casuali soltanto perché non ne conoscono le cause vere e non sono in grado di prevederle con le attuali conoscenze. Si conoscono appena alcuni fattori predisponenti, ma i meccanismi veri, interni, per i quali si rompe proprio quel pezzo specifico di cromosoma o si rompe proprio quel legame fosfodiesterico, non li conosce ancora nessuno. Puoi dimostrare che esse sono veramente casuali?
Su questo argomento io, pur non condividendolo in toto, ho sempre stimato molto Teilhard de Chardin, per il resto non faccio il tifo per questa o quella teoria (perché è di teorie che stiamo parlando). Tuttavia quando mi accorgo che una determinata corrente di pensiero assume i caratteri della “crociata”, mi si sveglia l’istinto del bastian contrario, e il darwinismo ha tutti i toni e l’intolleranza di una crociata. E’ una prerogativa dei darwinisti di voler spiegare tutto con la teoria di Darwin che invece, come dicevo, mi pare lasci un’infinità di domande sospese ed anche la sua divulgazione viene fatta spesso con un eccesso di semplificazione.
Organismi che non si riproducono sono destinati a morire senza lasciare prole fino a che una mutazione genera in loro la capacità di riprodursi??? Questo avviene in un mondo fantastico dove le mutazioni avvengono industrialmente, ogni secondo! Ma lo sai che occorrono miliardi di alterazioni casuali perché ce ne sia una buona e sia proprio quella che serve? E come sarebbero sopravvissuti nel frattempo questo organismi incapaci di riprodursi? Forse un’altra mutazione casuale ha permesso loro di vivere qualche migliaio di anni in attesa della mutazione buona? Tutto si spiega con la selezione naturale? Neanche Darwin aveva osato tanto! Se ci sono state miliardi di mutazioni inutili e controproducenti a fronte di poche utili e perciò selezionate come mai non è mai stato trovato un solo reperto fossile, dicasi uno, di questo numero enorme, mastodontico, di “rifiuti sociali”? E come mai non è mai stata trovata una sola“via di mezzo”, mentre sono stati trovati infiniti reperti di esseri viventi con cento o duecento milioni di anni sulle spalle, ed esattamente uguali a quelli di oggi e fin dall‘ inizio con la stessa complessità (vedi pipistrelli)? La selezione naturale può selezionare solo le abilità espresse e non quelle latenti ed allora come si spiega, dal punto di vista della selezione naturale il cervello umano, che l’uomo riesce ad utilizzare solo in piccolissima percentuale? E come si spiega che l'uomo avesse un apparato vocale che poteva produrre i suoni del linguaggio articolato oltre 500.000 anni prima che i nostri progenitori lo sfruttassero realmente, come tutti gli antropologi sostengono ? E come si spiega che nell’emergere, nella razza umana, del pensiero simbolico e della sua rappresentazione fonetica non c’è traccia di quel processo lento previsto dalla selezione darwiniana? Se tutto dipende solo dal caso per quale cavolo di motivo la selezione procede da sempre, come sta in effetti procedendo, verso una maggiore complessificazione? Se tutto dipende solo dal caso come si spiega che molti fenomeni dell’universo rispondono esattamente a leggi specifiche molto, ma molto precise? Può il caso conoscere la geometria visto che in molti “casi” nella formazione di questo universo pare sia stata usata la sezione aurea? Perché mai la selezione naturale dovrebbe prendersi il disturbo di inventare qualcosa che non esiste, qualcosa di estremamente complicato, di cui potrebbe fare tranquillamente a meno? Certi fenomeni complessi di questo nostro universo ordinato, per realizzarsi casualmente, avrebbero bisogno di un numero di tentativi pari a N alla centesima o duecentesima o ancora di più, quando i secondi trascorsi a partire dal Big Bang sono 10 alla diciottesima: ci sono state mutazioni nell’ordine di miliardi al secondo e tutte utili? (E in matematica, le probabilità inferiori a 1 su 1050 sono considerate "probabilità zero"). Si potrebbe proseguire all’infinito: è ovvio che anche in un universo ordinato esista la casualità anzi, molto è casualità, ma da sola non spiega assolutamente niente.
Darwin ha fatto le sue osservazioni partendo soltanto dalla microevoluzione e da quel punto di vista ristretto certe sue ipotesi potevano anche avere una certa consistenza logica, ma esse diventano molto più evanescenti soltanto allontanandosi un po’. Se uno guarda una donna nuda (o, visto il tema, un uomo nudo) soltanto a livello molecolare tutto sommato non la troverebbe molto diversa da un tavolo o da una mela, allontanandosi invece magari avrebbe potuto constatare: “ah, pero’!...
O, per essere più precisi, perché la selezione naturale spiega egregiamente, con la sua mole di prove, ciò che il finalismo con le sue prove pari a zero vorrebbe spiegare.
Fino a pochi anni fa sono stato abbonato alla rivista “Le Scienze” e posso assicurarti che ho letto una infinità di articoli scientifici che iniziavano con “al contrario di quanto si credeva finora”, ed anche lo scienziato più “evoluto” conosce appena l’1-2% dell’argomento evoluzione perciò sarebbe consigliabile non fare discorsi troppo “definitivi “ né dare l’ovvio per scontato. Prove definitive non ce ne sono da nessuna parte se no non staremmo (e soprattutto non starebbero gli scienziati) ancora a parlare di questo, ma qualche straccio di prova non definitiva ce l’ha anche la controparte.
Hai mai sentito parlare dell’esperimento di Cairns?
Nel 1988 John Cairns, genetista di fama internazionale, pubblicò sulla rivista Nature (Nature 335, pag 142 del 1988) un articolo dal titolo “The Origin of Mutants”in cui descriveva un esperimento che aveva appena fatto. Cairns aveva scelto batteri con un gene “anomalo” che riproduceva una versione difettosa dell'enzima lattasi necessario per digerire il lattosio. Poi aveva inoculato questi batteri lattasi-deficienti nei “piatti di coltura” dove l'unica sostanza nutriente era il lattosio. Incapaci di metabolizzare questo nutriente, i batteri non avrebbero dovuto né crescere né riprodursi invece , con grande sorpresa, una grande quantità di colture mostrò la crescita di colonie batteriche. Cairns notò che nessuno dei batteri campionati nell’inoculazione originale aveva mutato i propri geni difettosi di lactasi perciò concluse che le mutazioni riparatrici dei geni di lactasi seguivano e non precedevano la loro esposizione al nuovo ambiente. Inoltre tutti i batteri sopravvissuti espressero lo stesso identico tipo di mutazione, strano no per una mutazione che dovrebbe essere solo casuale? In soldoni, in risposta a stress ambientali, gli organismi possono attivamente indurre mutazioni genetiche di geni selezionati nel tentativo di sopravvivere.Queste mutazioni rappresenterebbero “adattamenti” meccanici indotti dalla risposta dell’organismo all’esperienza. Cairns coniò quindi il termine di “mutazione orientata”.Ovviamente fu messo in croce dagli esponenti darwinisti, accusato di oltraggio ed eresia, ma in seguito Harris ed altri hanno presentato un meccanismo molecolare che rende ragione delle sue osservazioni in un articolo intitolato “Recombination in Adaptive Mutation” (Science 264:258, 1994). Quest’ultima pubblicazione ha rivelato inoltre che organismi primitivi come i batteri contengono persino “geni per l’ingegneria genetica”.
Nulla di più errato: se quando mi ferisco il mio corpo sembra manifestare un fine, ed infatti ricostruisce l’integrità perduta del mio corpo riparando la ferita, ciò si deve ancora una volta a mutazioni casuali.
Infatti una mutazione casuale, tra le miliardi di inutili, ha prodotto la formazione delle croste in corrispondenza delle ferite, e siccome questa mutazione risultò vantaggiosa perché chi la possedeva moriva meno dissanguato, allora automaticamente essa determinò un maggior successo riproduttivo di chi la possedeva.
Nulla di più errato è in realtà proprio l’affermazione che fai tu. In biochimica ci sono dei meccanismi chiamati di “complessità irriducibile” perché per funzionare hanno bisogno di molte componenti che devono essere tutte presenti contemporaneamente e la mancanza di una sola delle componenti rende totalmente inutile il meccanismo, in quanto semplicemente non funziona. Perciò questi meccanismi non possono essersi formati a poco a poco con successive mutazioni genetiche, in quanto la formazione di ogni singolo componente non porta alcun vantaggio da un punto di vista di selezione naturale e dunque non c’è alcun motivo che tale mutazione venga scelta e, d’altra parte, è matematicamente impossibile che le mutazioni siano avvenute contemporaneamente su tutti i componenti del meccanismo. Un esempio di complessità irriducibile è proprio la coagulazione del sangue che prevede una cascata proteica di 4 proteine diverse, tutte concorrenti ed in delicato equilibrio ed una dozzina di altre proteine con funzione regolatrice; se una sola di queste 4 proteine non è presente fin dall’inizio il meccanismo della coagulazione non funziona e l’individuo morirebbe quasi subito per emorragia o trombosi. Anche qui i darwinisti, in particolare il dott. Russel Doolittle, hanno cercato di confutare in ogni modo questi studi, ma la ricerca ha dimostrato (vedi “Evoluzionismo: Invece la scienza afferma che... in Editoriale il Giglio del 27/10/2005”) che soggetti deficitari di una sola proteina non potevano essere intermediari evolutivi perché meccanismi incompleti e non funzionanti non sarebbero stati vantaggiosi e la loro utilità si sarebbe rivelata soltanto a posteriori, a processo evolutivo concluso.
Certo, non ho conoscenze sufficientemente approfondite per entrare nello specifico (come non le hai tu), perciò mi limito a porre le questioni che dimostrano, se non altro, che il dibattito su selezione naturale, casualità, finalismo ed altri accidenti vari non è affatto scemato, anzi è forse solamente all’inizio.
Un esempio tragico di questo modo di fare filosofia è l’ultimo libro di Rober Spaemann, “Fini naturali”, pubblicato non a caso della talebana Ares, in cui assistiamo ai tragicomici tentativi di un filosofo che si impiccia di biologia
Qui la battuta risulterebbe troppo facile. Evito di farla...
Sandro
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Dopo Darwin gli scienziati hanno smesso di pensare; carissimi, vi imploro, salvate la scienza dal buco nero dell'ideologia.
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Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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mr-shadow

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“No union is more profound than marriage, for it embodies the highest ideals of love, fidelity, devotion, sacrifice, and family…They ask for equal dignity in the eyes of the law. The Constitution grants them that right (Nessuna unione è più profonda del matrimonio, per incarnare gli alti ideali di amore, fedeltà, devozione, sacrificio e famiglia. Loro chiedono uguale dignità agli occhi della legge. E la costituzione garantisce loro questo diritto)”, ecco come conclude la sua sentenza il giudice Anthony Kennedy della Corte Suprema che ha stabilito che il matrimonio gay è un diritto sancito dalla Costituzione. La votazione ha visto 5 giudici favorevoli e 4 contrari.

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