La bibbia è falsa!

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Amalia
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Messaggio da Amalia »

Mario70 ha scritto: mmmm...
Anche io ho pensato spesso al discorso del paragone... però Nello vai a dire al mio collega di lavoro col figlio undicenne in coma irreversibile che se al figlio non gli fosse successo quell'incidente "non avrebbe l'elemento di paragone per apprezzare le cose belle!" ovvero apprezzare gli undici anni che hanno vissuto con lui? Che dire se i prossimi 30 anni li passeranno con questa situazione con infermieri in casa, vita privata e familiare ridotta a zero e sofferenze su sofferenze nel vedere il figlio diventare uomo davanti ai loro occhi ma essere come morto? Chi trae vantaggio da questa sciagura? Che dire poi di coloro che i figli non li hanno proprio goduti perchè morti poco dopo la nascita? O magari non nati proprio?
Vogliamo parlare dei milioni di bambini africani o indiani che hanno passato la loro vita alla ricerca di acqua e cibo soffrendo continuamente fino alla loro precoce morte? Che sono nati a fare?
Non lo so Nello... Le risposte semplici di un tempo non mi bastano più davanti a simili sciagure.
Mario, la penso anch'io così...di fronte all'enormità di certe disgrazie le risposte non si trovano e se anche si trovano sono in minima parte soddisfacenti...
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Messaggio da Gocciazzurra »

Amalia ha scritto:
Angelo 35 ha scritto:per quello che penso di aver compreso in 25 anni di ricerca di Dio cerco di rispondervi a tutti.

Dio evita i miracoli di massa e troppo numerosi,quelli troppo eclatanti,non favorisce nessuna confessione religiosa nei miracoi,
questo perchè non desidera che lo cerchiamo per un tornaconto altrimenti in cammino di ricerca di Dio verrebbe meno terminerebbe
di fronte alla troppa evidenza che egli è presente ed esiste.
Non capisco la tua logica...se io cerco Dio è già per un tornaconto no? Perchè vuoi dirmi che anche il più fervente credente che dice di cercare Dio per puro e semplice Amore non lo fa forse perchè ne trae anche, in qualche modo, un giovamento? O la soddisfazione hic et nunc della propria coscienza e del proprio sentimento spirituale, o la speranza in un'eternità di beatitudine, libero dalle sofferenze eterne di questa vita terrena o di un inferno nell'aldilà, non è già una ricompensa sufficiente?
...se venisse a mancare un QUALSIVOGLIA tornaconto NESSUNO cercherebbe Dio! Anche semplicemente dire che alla fine il premio sia solo la soddisfazione di aver vissuto una vita "cristiana" è già riflesso del fatto che la si ritiene una ricompensa di per sè, un qualcosa che fa stare bene con se stessi, un lenimento a quell'angoscia che attanaglia, per esempio, l'agnostico, o colui che sa di non sapere e di non conoscere rimedio alcuno alla sofferenza dell'umanità, dell'anima, della creazione senziente e dotata di intelletto e di turbamenti esistenziali e intellettuali.
Ohhhlà! Amalia, hai centrato Il punto in cui mi sono sempre battuta: N-E-S-S-U-N-O fa niente per niente! Anche chi compie il più nobile dei gesti ha sempre il fine di un tornaconto/giovamento/soddisfazione o la speranza di riceverlo! Anche Dio stesso, stando a quanto è scritto, condizionò il suo amore verso le sue creature se queste avessero fatto questo, quello o quell'altro!
E' insito nell'animo umano e anche divino :ironico:
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Messaggio da Gocciazzurra »

Victor67 ha scritto: Di fronte alla sofferenza innocente vorremmo trovare qualcuno che ci desse una spiegazione, vorremmo trovare una ragione, un ordine superiore che ci facesse capire perché debbano succedere certe cose. È quindi la ragione, la razionalità, a farci percepire che senza una spiegazione per l'esistenza del dolore degli innocenti, tutto si riduce ad un assurdo. Dubitiamo dell'esistenza di Dio specialmente quando dopo averlo tanto pregato, constatiamo che le nostre richieste non vengono esaudite. Le alternative sembrerebbero essere due: un Dio crudele e indifferente o un Dio inesistente come dicono gli atei. Per me esiste una terza alternativa: un Dio che conosce bene le nostre sofferenze perché le ha provate in un corpo uguale al nostro, e adesso, essendo corporalmente vivo, soffre insieme a noi, ci sta accanto e ci aiuta a portare il peso del nostro dolore.
La terza alternativa personalmente la boccio in toto: se ci stesse accanto aiutandoci a portare il peso del nostro dolore dovremmo accorgecene... o no??
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Messaggio da Gocciazzurra »

Mauro1971 ha scritto: Giustificazione dell'assenza, e probabilmente quella che mi irrita di più.
Idem con patate! :mirror:
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Messaggio da Gocciazzurra »

Victor67 ha scritto:Quando un bambino in Africa, o in qualsiasi parte del mondo, soffre, Dio è con lui, soffre insieme a lui, non lo lascia solo nel suo dolore.
Ma davvero? Lo ama così tanto che lo fa crepare di fame tra atroci sofferenze.
Non fornisce spiegazioni a quel dolore, semplicemente lo condivide, le spiegazioni verranno dopo, in un altro momento.
È più che legittimo arrabbiarsi con Dio, chiedergli come mai succedono certe cose, esattamente come da bambini ci arrabbiavamo con nostro padre perché non ci spiegava tutto quello che volevamo sapere. Lo vedo anche nei miei figli. Ogni buon padre sa che non è opportuno dare certe spiegazioni finché i figli non saranno pronti per riceverle.
Ok, prendo atto che Dio praticamente ci ritiene dei deficienti che non potrebbero comprendere le sue spiegazioni.
Dobbiamo fidarci di Dio esattamente come di nostro padre, anzi di più, perché, se veramente è un Dio di amore infinito, ci ama infinitamente.
Hai detto bene: se VERAMENTE (è) FOSSE un Dio di amore infinito! Ma i dati oggettivi raccontano altro.
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Messaggio da Mauro1971 »

Gocciazzurra ha scritto: Hai detto bene: se VERAMENTE (è) FOSSE un Dio di amore infinito! Ma i dati oggettivi raccontano altro.
"Dati oggettivi".

Mi sono quasi emozionato a leggerti :risatina: :risatina: :risatina: :risatina: :risatina: :abbr:
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Messaggio da Vittorino »

Mauro1971 ha scritto:Che dire. Il giorno in cui ad un monco ricrescerà un arto sarò disposto a credere ad un miracolo. Diversamente mi tanto l'idea di una sorta di effetto placebo, o di attribuzione "divina" a remissioni spontanee (Lourdes è di parecchio al di sotto della media mondiale, fra l'altro) ecc.. ecc..

Ma io sono un ateaccio :risata:
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Basta chiedere uomo di poca fede
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Messaggio da Vittorino »

Cogitabonda ha scritto:
Vittorino ha scritto:La certezza, per sua propria essenza, non fornisce possibilità di scelta, nè pensieri alternativi.
Ne sei sicuro? Io no. Anche messo di fronte a una realtà certa e inevitabile l'essere umano a volte è capace di dire "no". Come Don Giovanni in risposta al ripetuto "Pentiti!", e vedendo davanti a sé aprirsi le porte dell'inferno, risponde "No".

Il BBCode [youtube2] viene disattivato in quanto non più necessario per incorporare i filmati di YouTube. URL del filmato: http://youtu.be/dK1_vm0FMAU
Io parlavo della vita reale, non di una pur meravigliosa, ma artefatta, opera teatrale.
Ad ogni modo può anche succedere, e nella Parola di Dio è stato espressamente detto, che esista almeno una forma di peccato che non permette nè il perdono, nè il pentimento: Matteo 12, 31-32; 1 Giovanni 5, 16-17.
:strettamano:
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Messaggio da Quixote »

1) Sul miracolo:

Per chi ne volesse sapere qualcosa di meno evanescente la solita Wikipedia:

http://it.wikipedia.org/wiki/Il_miracolo_(Messori" onclick="window.open(this.href);return false;)

Un’ipotesi “contro”:

http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100006" onclick="window.open(this.href);return false;

infine lo stesso Messori:

http://www.30giorni.it/articoli_id_14402_l1.htm" onclick="window.open(this.href);return false;

Per quanto mi riguarda io sono possibilista, e darei la stessa risposta che diedi a Giulio a proposito di Joseph Smith: ammesso e non concesso che fosse un profeta, si potrebbe dimostrare che esista il dono della profezia; ma non vi leggo collegamento alcuno con l’esistenza di Dio. Alla stessa stregua non ve la leggo nel miracolo, perché anch’esso dimostrerebbe se stesso, non il suo presunto Autore. La «strategia del Deus absconditus» di Messori è inficiata di partenza da questo nesso arbitrario, perché in sé non necessario.

2) Sulla certezza senza possibilità di scelta e pensiero alternativo;

La certezza, Vico insegna, non è la verità, e su questo, forse, il non credente fa meno confusione del credente. Tanto per portare un semplice esempio se io dico che un asino di suo non può volare, lo dico perché l’osservazione di tutti gli asini che ho visto mi ha fatto giungere a questa conclusione, tanto da ritenerla certezza. Ma ciò non implica affatto che essa non possa venir smentita da un ipotetico asino che voli: semplicemente io finora non ne ho visti. Lo stesso potrei dire della resurrezione. Sono certo che tutti gli uomini, una volta morti, non risorgano, e applico a ogni nato la stessa legge, ma solo fino a prova contraria. La scienza funziona cosí, piú o meno, e se poi un ateo o un credente ne traggono deduzioni indebite, perché non hanno capito cosa si intenda per ‘certo’, non so che farci. Il dubbio metodico, cartesianamente inteso, serve anche a questo, a farmi accorto dei limiti. L’ipotesi di lavoro è superare quei limiti, ovvero giungere all’isomorfismo fra il fatto e la sua essenza, cioè fra certezza e verità. Ma è appunto solo un’ipotesi, e quindi tutt’altro che una strada chiusa a scelte e pensieri alternativi, che sono in definitiva quelli che permettono di superare i limiti stessi. Con la consapevolezza che quasi sicuramente altri scenari si apriranno, e, con essi, nuovi limiti.
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
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Cogitabonda
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Messaggio da Cogitabonda »

Vittorino ha scritto:Io parlavo della vita reale, non di una pur meravigliosa, ma artefatta, opera teatrale.
Ad ogni modo può anche succedere, e nella Parola di Dio è stato espressamente detto, che esista almeno una forma di peccato che non permette nè il perdono, nè il pentimento: Matteo 12, 31-32; 1 Giovanni 5, 16-17.
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L'arte è prodotta da esseri umani, e ciò che essi vi mettono lo traggono dal loro animo, da ciò che sanno o intuiscono dell'uomo. Per questo ritengo che uomini come Don Giovanni possono esistere.
Compiacersi di aver ragione è sgradevole - Avere troppa coscienza di sé è odioso - Commiserarsi è infame
Victor67

Messaggio da Victor67 »

Premetto che le risposte che ora darò non vogliono essere propaganda o proselitismo, ma semplicemente l’esposizione di alcuni pensieri ed il racconto di un’esperienza.
Amalia ha scritto:Un Dio che ti considera un eterno bambino incapace di comprendere, insomma. Un Dio che ci ha fornito la capacità di porci interrogativi a cui Egli stesso si guarda bene dal fornirci una benchè minima risposta, come un genitore che ti dice "sei troppo piccolo per capire"...
Credo che anche l’uomo più maturo ed intelligente di fronte a Dio non possa essere tanto diverso da un bambino. Anzi credo che se non ci facciamo “piccoli” come bambini non possiamo riuscire ad avere quelle risposte. La nostra presunzione è proprio il voler essere “grandi”, per questo non riusciamo a capire.
Ha sperimentato il dolore e la morte fisica (se credi che Gesù sia esistito e che fosse Dio, ovviamente) ma che mi dici delle infinite sfumature di sofferenze che esistono, molto più sottili ed ambigue, che si insinuano nella mente del drogato che non ne riesce ad uscire dal circolo della dipendenza, dell'alcolizzato che combatte ogni giorno contro il male oscuro che lo attanaglia, dello schizofrenico o del fobico, del depresso, del ricattato psicologicamente, della persona menomata nella psiche o nel corpo per qualsiasi causa estranea alla sua volontà...in certe situazioni la morte fisica appare addirittura auspicabile, figurati...cosa c'è di più distruttivo della morte se non il desiderio della stessa?
Il desiderio della morte fisica, come liberazione da un dolore insopportabile, è un altro tipo di morte: è la morte della speranza. Giustamente tu dici che il desiderio di morire è ancora peggiore della morte fisica. Per questo, se un Dio esiste, mi sembra ragionevole credere debba necessariamente essere un Dio che ha vinto qualsiasi tipo di morte, sia fisica che interiore, come quella di cui tu parli. Dovrebbe essere un Dio che invece fornisce una speranza, e lo faccia attraverso una presenza tangibile. Se ci arrovelliamo alla ricerca di una logica, una spiegazione che metta insieme tutti gli avvenimenti dotandoli di un senso, non troveremo mai una risposta. Nessuna filosofia, nessuna teoria geniale formulata nella storia serve allo scopo, tantomeno la disillusa affermazione che un senso in realtà non esiste, e quindi non esiste un Dio che possa in qualche modo fornirlo.

Le cose cambiano quando invece di cercare una spiegazione, una valida filosofia che metta ordine a tutto, ci abbandoniamo alla semplicità dei fatti. Di fronte al fatto della sofferenza innocente, della mancanza di speranza, della morte, occorre un altro fatto, un altro evento, qualcosa che succeda e, continuando a succedere, controbilanci la serie di eventi negativi. Qual è quindi questo fatto? Eccolo: un Uomo morto duemila anni fa adesso è vivo, questo è il fatto. Per capire questo fatto non serve nessuna laurea, nessun master, niente che non sia la semplice accettazione della testimonianza dell’evento da parte di alcuni uomini. La credibilità di questi testimoni è data dal fatto (ancora una volta un fatto) che hanno dato la loro vita per dare questa testimonianza.
Difficilmente qualcuno dà la sua vita per qualcosa in cui non crede veramente.

Le scelte a questo punto sono due: credere alla testimonianza di un fatto, di un avvenimento, e lasciarsi conquistare da questo evento, oppure non crederci e continuare verso altre strade. Se ci si fida, lasciandosi conquistare dal fatto che un Uomo ha vinto tutti i tipi di morte e adesso è vivo, ci si accorge che finalmente trovano una risposta tutti quegli interrogativi. Quello che era un vuoto diventa un pieno. Ci si accorge che si può realmente incontrare, non solo spiritualmente, ma corporalmente, quella Persona, anche attraverso un gesto sensibile come il mangiare. Noi mangiamo principalmente per non morire, ma il cibo comune dopo un certo tempo non serve più, e inevitabilmente sopraggiunge la morte. Se invece si mangia un altro tipo di pane, quello che viene trasformato nel corpo di quell’Uomo, allora la morte, qualsiasi tipo di morte, sia fisica che interiore sparisce. Sopraggiunge la gioia, la speranza, la certezza che qualcuno sarà lì a raccogliere il nostro dolore, a condividerlo con noi ed a portarci con sé nella sua Vita.
Sono felice per te se lo credi e lo senti presente ma io non posso affermare altrettanto. E se lo sento distante non credo sia perchè non l'ho cercato abbastanza, anzi, mi verrebbe da chiedermi che cosa ho fatto di sbagliato visto che non sento in me, accanto a me, il suo sostegno, la sua condivisione del mio dolore...ma ho smesso di farmi dei sensi di colpa, questi ragionamenti che cozzano con la realtà delle cose non possono aiutare a vivere nonostante tutto...è bello credere alla maniera in cui credi tu, ma forse la vita ci ha portato attraverso esperienze differenti a delle differenti conclusioni...
Non smettere mai di cercare, ma non precluderti la ricerca limitandoti alle costruzioni filosofiche del pensiero, lascia spazio alla fiducia, che non deve mai essere cieca, ma ragionevolmente illuminata dalle testimonianze, soprattutto di quelle delle persone che per amore hanno dato la loro vita.
Ti auguro ogni bene
Kamila
Anche io ne auguro altrettanto a te.

Un saluto
Vittorio
Victor67

Messaggio da Victor67 »

Mauro1971 ha scritto:
Victor67 ha scritto:
Mauro1971 ha scritto:Pensa come sono contenti i bambini in Africa.
Cazzarola, ma se esistesse un Dio non potrebbe essere felice con noi, tanto per cambiare un po?

Giustificazione dell'assenza, e probabilmente quella che mi irrita di più.
Quando un bambino in Africa, o in qualsiasi parte del mondo, soffre, Dio è con lui, soffre insieme a lui, non lo lascia solo nel suo dolore. Non fornisce spiegazioni a quel dolore, semplicemente lo condivide, le spiegazioni verranno dopo, in un altro momento.
È più che legittimo arrabbiarsi con Dio, chiedergli come mai succedono certe cose, esattamente come da bambini ci arrabbiavamo con nostro padre perché non ci spiegava tutto quello che volevamo sapere. Lo vedo anche nei miei figli. Ogni buon padre sa che non è opportuno dare certe spiegazioni finché i figli non saranno pronti per riceverle. Dobbiamo fidarci di Dio esattamente come di nostro padre, anzi di più, perché, se veramente è un Dio di amore infinito, ci ama infinitamente.

Un saluto
Vittorio
Vallo adire al bambino in africa. Ma per favore...
Molti cristiani vanno a dirlo ai bambini dell’Africa, ma soprattutto vanno ad aprire ospedali per curarli, raccolgono cibo per sfamarli, stanno loro vicino in ogni momento, a volte muoiono insieme a loro, e fanno tutte queste cose gratuitamente. Credo sia proprio la testimonianza di questi cristiani a dimostrare che Dio esiste, e deve avere il volto di un uomo.

Un saluto
Vittorio
Victor67

Messaggio da Victor67 »

Gocciazzurra ha scritto:
Victor67 ha scritto: Di fronte alla sofferenza innocente vorremmo trovare qualcuno che ci desse una spiegazione, vorremmo trovare una ragione, un ordine superiore che ci facesse capire perché debbano succedere certe cose. È quindi la ragione, la razionalità, a farci percepire che senza una spiegazione per l'esistenza del dolore degli innocenti, tutto si riduce ad un assurdo. Dubitiamo dell'esistenza di Dio specialmente quando dopo averlo tanto pregato, constatiamo che le nostre richieste non vengono esaudite. Le alternative sembrerebbero essere due: un Dio crudele e indifferente o un Dio inesistente come dicono gli atei. Per me esiste una terza alternativa: un Dio che conosce bene le nostre sofferenze perché le ha provate in un corpo uguale al nostro, e adesso, essendo corporalmente vivo, soffre insieme a noi, ci sta accanto e ci aiuta a portare il peso del nostro dolore.
La terza alternativa personalmente la boccio in toto: se ci stesse accanto aiutandoci a portare il peso del nostro dolore dovremmo accorgecene... o no??
Ce ne accorgeremmo sicuramente se non limitassimo il nostro sguardo al fisicamente visibile, a ciò che percepiamo coi cinque sensi, e capissimo che le realtà più importanti, per essere percepite, richiedono altri sensi, che certamente abbiamo dentro di noi.

Un saluto
Vittorio
Victor67

Messaggio da Victor67 »

Gocciazzurra ha scritto:
Victor67 ha scritto:Quando un bambino in Africa, o in qualsiasi parte del mondo, soffre, Dio è con lui, soffre insieme a lui, non lo lascia solo nel suo dolore.
Ma davvero? Lo ama così tanto che lo fa crepare di fame tra atroci sofferenze.
Perché dovrebbe essere Dio a far crepare di fame? Sono gli uomini con il loro egoismo.
Si potrebbe obiettare allora perché, se Dio è onnipotente, non salva comunque quei bambini? Le alternative sembrerebbero essere poche: o non è onnipotente, oppure è un Dio crudele, o non esiste.
Questo succede perché vogliamo a tutti i costi una risposta partendo da quello che noi possiamo conoscere qui nel nostro mondo. Nel mondo di Dio le cose sono sicuramente diverse, e solo in quel mondo potremo trovare gli elementi che getteranno luce sui nostri interrogativi. Per il momento dobbiamo solo avere fiducia, ma è una fiducia ben riposta visto che Dio ci ha mandato suo Figlio a soffrire con noi.
Ok, prendo atto che Dio praticamente ci ritiene dei deficienti che non potrebbero comprendere le sue spiegazioni.
Non credo che un buon padre riterrebbe deficienti i suoi figli solo perché non possono momentaneamente capire. Si tratta semplicemente di aspettare una opportuna maturazione.
Hai detto bene: se VERAMENTE (è) FOSSE un Dio di amore infinito! Ma i dati oggettivi raccontano altro.
Per me è un dato oggettivo che Gesù sia vivo e che stia vicino ad ogni persona sofferente, e questa sua oggettività mi basta.

Un saluto
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Messaggio da Angelo 35 »

Gocciazzurra ha scritto:
Amalia ha scritto: Ohhhlà! Amalia, hai centrato Il punto in cui mi sono sempre battuta: N-E-S-S-U-N-O fa niente per niente! Anche chi compie il più nobile dei gesti ha sempre il fine di un tornaconto/giovamento/soddisfazione o la speranza di riceverlo! Anche Dio stesso, stando a quanto è scritto, condizionò il suo amore verso le sue creature se queste avessero fatto questo, quello o quell'altro!
E' insito nell'animo umano e anche divino :ironico:
Dio non fà nulla per propio tornaconto,
crea la via migliore per noi
se lascerebbe malvagi e buoni per tutta l'eternità a scannarsi frà loro
che schifo di creazione per l'eternità sarebbe?
Per la nostra guarigione ci ha parlato mediante le sue stesse sofferenze e ha preferito nascondersi nel silenzio per un pò di tempo e lasciarci in mezzo ad un mare di apostasia e di verità parzialmente comprese affinchè dà parte nostra non smettiamo mai di cercare e ricercarlo affinchè siamo sufficentemente pronti quando ritorna.
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Messaggio da Angelo 35 »

polymetis ha scritto:c’è abbastanza luce affinché chi voglia credere creda, e abbastanza ombra affinché chi non voglia credere non creda
condivido pienamente,
sono parole stupende
Per la nostra guarigione ci ha parlato mediante le sue stesse sofferenze e ha preferito nascondersi nel silenzio per un pò di tempo e lasciarci in mezzo ad un mare di apostasia e di verità parzialmente comprese affinchè dà parte nostra non smettiamo mai di cercare e ricercarlo affinchè siamo sufficentemente pronti quando ritorna.
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ecco cosa ho trovato per caso...

Messaggio da anto »

http://www.centrometeoitaliano.it/turch ... fresh_cens" onclick="window.open(this.href);return false; :boh:
un giorno aprirai gli occhi, la tua mente si risvegliera' e capirai che sei stato chiuso dentro una setta..allora tornerai a essere solo MIO FRATELLO
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certo!!!

Messaggio da anto »

Achille Lorenzi ha scritto:
Cogitabonda ha scritto:Angelo35 parlava della distruzione del tempio ad opera di Nabucodonosor. Anche lì però i conti non tornano, perché contando 1290 anni dopo il 587 si arriva al 703, quando cioè la moschea c'era già.

Precisazione fatta per puro esercizio, dato che sono d'accordo con te che è paradossale usare Daniele per dimostrare l'ispirazione divina della Bibbia.
Ops, vero...

Anche partendo dalla date erronea del 607 i conti non tornano...
Comunque anche questi calcoli sono l'ennesima dimostrazione che alla "Bibbia" spesso si può far dire di tutto, tranne quello che effettivamente dice...
certo...sarebbe bello avere una sicurezza...ma...cosa ci vuole dire la Bibbia???? cosa dovrebbe dirci???
un giorno aprirai gli occhi, la tua mente si risvegliera' e capirai che sei stato chiuso dentro una setta..allora tornerai a essere solo MIO FRATELLO
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Messaggio da Quixote »

Dal punto di vista filologico sarebbe una scoperta senzazionale, ma con nulle risultanze teologiche. Il testo era piú o meno noto da due manoscritti del 1600, uno spagnolo, perduto, e uno italiano. Un problema fra gli altri sarebbe sapere se è il testo che risale al VI secolo (come “dovrebbe”) o il codice, che potrebbe essere molto piú tardo. Ma sono chiacchiere inutili, buone solo per chi non sa distinguere 1500 anni fa da 1500 dopo Cristo:
Opera di un falsario, che secondo alcuni potrebbe essere uno studioso ebreo occidentale del Medio evo. Le critiche più fattuali sono giunte dai siriaci. Infatti per chiunque parli l’assiro moderno (noto anche come neo-aramaico) l’iscrizione del cosiddetto “Vangelo di Barnaba” è facilmente leggibile; ma sono altrettanto evidenti alcuni errori. L’iscrizione di fondo si leggerebbe, nella traslitterazione moderna: “b-shimmit maran paish kteewa aha ktawa al idateh d-rabbaneh d-dera illaya b-ninweh b'sheeta d-alpa w-khamshamma d-maran”, e la sua traduzione sarebbe: “In nome di nostro Dio, questo libro è scritto dalle mani dei monaci dell’alto monastero a Ninive, nel 1500mo anno di Nostro Signore”. Non c’è lo spazio ora per entrare nei dettagli degli errori grammaticali e concettuali, ma gli esperti di assiro moderno assicurano che sono evidenti, anche molto grandi. Fra l’altro, l’iscrizione parla di libro, ma in assiro non ci si riferisce mai alla Bibbia con la parola “libro”. Si dice Vecchio e Nuovo Testamento, o Libro sacro. E’ altamente improbabile che dei monaci possano aver compiuto errori così evidenti.
Tratto da http://vaticaninsider.lastampa.it/docum ... lia-13182/" onclick="window.open(this.href);return false;
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Victor67 ha scritto: Di fronte alla sofferenza innocente vorremmo trovare qualcuno che ci desse una spiegazione, vorremmo trovare una ragione, un ordine superiore che ci facesse capire perché debbano succedere certe cose. È quindi la ragione, la razionalità, a farci percepire che senza una spiegazione per l'esistenza del dolore degli innocenti, tutto si riduce ad un assurdo. Dubitiamo dell'esistenza di Dio specialmente quando dopo averlo tanto pregato, constatiamo che le nostre richieste non vengono esaudite. Le alternative sembrerebbero essere due: un Dio crudele e indifferente o un Dio inesistente come dicono gli atei. Per me esiste una terza alternativa: un Dio che conosce bene le nostre sofferenze perché le ha provate in un corpo uguale al nostro, e adesso, essendo corporalmente vivo, soffre insieme a noi, ci sta accanto e ci aiuta a portare il peso del nostro dolore.
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Ce ne accorgeremmo sicuramente se non limitassimo il nostro sguardo al fisicamente visibile, a ciò che percepiamo coi cinque sensi, e capissimo che le realtà più importanti, per essere percepite, richiedono altri sensi, che certamente abbiamo dentro di noi.

Un saluto
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Con il verbo accorgersi non mi riferivo a qualcosa di visibile ma ad una percezione intima, profonda, inequivocabile...
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Victor67 ha scritto: Perché dovrebbe essere Dio a far crepare di fame?
Mi sono espressa male: diciamo che non è Dio che provoca direttamente la loro morte ma rimane un’omissione di soccorso.

Ad Amalia che ha espresso lo stesso mio concetto, ma in modo più efficace, relativamente al fatto che Dio pare ci ritenga dei deficienti che non potrebbero comprendere le sue spiegazioni, tu hai risposto:
Credo che anche l’uomo più maturo ed intelligente di fronte a Dio non possa essere tanto diverso da un bambino. Anzi credo che se non ci facciamo “piccoli” come bambini non possiamo riuscire ad avere quelle risposte. La nostra presunzione è proprio il voler essere “grandi”, per questo non riusciamo a capire.
Il desiderio del nostro cuore e del nostro intelletto che ci spinge a cercare risposte che ci riguardano molto da vicino non lo chiamerei presunzione. E’ un bisogno legittimo di sapere.
E se l’uomo è limitato rispetto a Dio, Lui non lo è. E se solo volesse, troverebbe una formula umana atta a farci comprendere.
Per me è un dato oggettivo che Gesù sia vivo e che stia vicino ad ogni persona sofferente, e questa sua oggettività mi basta.
Io lo chiamerei un atto di fede.
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Messaggio da Gocciazzurra »

Angelo 35 ha scritto:
Gocciazzurra ha scritto:
Amalia ha scritto: Ohhhlà! Amalia, hai centrato Il punto in cui mi sono sempre battuta: N-E-S-S-U-N-O fa niente per niente! Anche chi compie il più nobile dei gesti ha sempre il fine di un tornaconto/giovamento/soddisfazione o la speranza di riceverlo! Anche Dio stesso, stando a quanto è scritto, condizionò il suo amore verso le sue creature se queste avessero fatto questo, quello o quell'altro!
E' insito nell'animo umano e anche divino :ironico:
Dio non fà nulla per propio tornaconto,
crea la via migliore per noi
se lascerebbe malvagi e buoni per tutta l'eternità a scannarsi frà loro
che schifo di creazione per l'eternità sarebbe?
Per tornaconto leggasi: compiacimento, gioia, gratificazione, piacere, ecc. ecc.
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

"E se l’uomo è limitato rispetto a Dio, Lui non lo è. E se solo volesse, troverebbe una formula umana atta a farci comprendere."

Non è detto che sia possibile. Essere onnipotenti per la teologia cattolica non vuol dire poter fare cose impossibili, ma poter fare tutto ciò che è possibile. Non è possibile ad esempio che Dio crei su un piano euclideo un cerchio quadrato. Questo perché chiedere un cerchio quadrato è come chiudere un "cerchio non cerchio": è la nostra domanda a non avere senso.
In una comunicazione a due, vi sono due estremi, l'uomo e Dio, e dunque in una cosa che si deve fare a due, cioè comunicare, non basta che uno dei due sia onnipotente perché la comunicazione riesca, proprio perché c'è un limite strutturale del ricevente.
Essendo infinito, solo Dio può comprendere Dio, e dunque non è possibile all'uomo comprenderlo, a meno che non diventi Dio lui stesso. Non è cioè possibile che Dio si faccia comprendere da noi in completezza, e al contempo ci mantenga in questa nostra limitatezza costitutiva. Se però usasse la sua onnipotenza per rimuovere questa nostra limitazione, allora forse lo comprenderemmo. Non a caso molti teologi, specie in Oriente, parlano di una deificazione dei credenti in Cristo dopo la resurrezione. Ma che cosa questo significhi esattamente, non è dato sapere.
Resta da capire se ed in che modo questa nostra trasformazione, questo toglimento dei limiti della nostra umanità, ci permetterà ancora di dire che siamo noi. In molte religioni orientali infatti il ricongiungimento con la divinità coincide con una dissoluzione dell'Io, o con la presa di consapevolezza di essere tutto. La Chiesa ha sempre guardato con sospetto queste perdite di individualità, sovente carezzate dalla mistica.

Ad maiora
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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Messaggio da Gocciazzurra »

polymetis ha scritto:"E se l’uomo è limitato rispetto a Dio, Lui non lo è. E se solo volesse, troverebbe una formula umana atta a farci comprendere."

Non è detto che sia possibile. Essere onnipotenti per la teologia cattolica non vuol dire poter fare cose impossibili, ma poter fare tutto ciò che è possibile. Non è possibile ad esempio che Dio crei su un piano euclideo un cerchio quadrato. Questo perché chiedere un cerchio quadrato è come chiudere un "cerchio non cerchio": è la nostra domanda a non avere senso.
In una comunicazione a due, vi sono due estremi, l'uomo e Dio, e dunque in una cosa che si deve fare a due, cioè comunicare, non basta che uno dei due sia onnipotente perché la comunicazione riesca, proprio perché c'è un limite strutturale del ricevente.
Essendo infinito, solo Dio può comprendere Dio, e dunque non è possibile all'uomo comprenderlo, a meno che non diventi Dio lui stesso. Non è cioè possibile che Dio si faccia comprendere da noi in completezza, e al contempo ci mantenga in questa nostra limitatezza costitutiva. Se però usasse la sua onnipotenza per rimuovere questa nostra limitazione, allora forse lo comprenderemmo. Non a caso molti teologi, specie in Oriente, parlano di una deificazione dei credenti in Cristo dopo la resurrezione. Ma che cosa questo significhi esattamente, non è dato sapere.
Resta da capire se ed in che modo questa nostra trasformazione, questo toglimento dei limiti della nostra umanità, ci permetterà ancora di dire che siamo noi. In molte religioni orientali infatti il ricongiungimento con la divinità coincide con una dissoluzione dell'Io, o con la presa di consapevolezza di essere tutto. La Chiesa ha sempre guardato con sospetto queste perdite di individualità, sovente carezzate dalla mistica.

Ad maiora
Certo nessuno ha la pretesa di comprendere TUTTO ciò che riguarda Dio, ma come è stato in grado di far sì che comprendessimo le Sue leggi, altrettanto potrebbe comunicarci in modo inequivocabile il motivo del suo silenzio attuale.
E non mi vergogno di affermare che la motivazione che offrono i Tdg mi pareva (prima ovviamente) accettabile.
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

Essendo Dio infinito, sotto ogni aspetto, forse qualsiasi sua parte è incomprensibile, e la conoscenza di una qualsiasi delle parti richiede quella del tutto, non essendovi in Dio parti, poiché Dio è uno e l'ente unitario per eccellenza, l'ens simplicissimum. Forse la comprensione del mistero divino è il tutto o il niente. Ma questa, è solo un'ipotesi, che, preciso, non faccio mia.
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Victor67

Messaggio da Victor67 »

Gocciazzurra ha scritto: Il desiderio del nostro cuore e del nostro intelletto che ci spinge a cercare risposte che ci riguardano molto da vicino non lo chiamerei presunzione. E’ un bisogno legittimo di sapere.
E se l’uomo è limitato rispetto a Dio, Lui non lo è. E se solo volesse, troverebbe una formula umana atta a farci comprendere.
Certo, è vero quello che dici, ma sei sicura che sarebbe un bene che noi sapessimo tutto? Io ai miei figli non spiego tutto, proprio perché so che certi argomenti, per essere compresi, richiedono una opportuna maturazione, se li spiegassi ora, rischierei di far loro del male. Analogamente, Dio non ci fornisce tutte le spiegazioni, lascia molte cose apparentemente senza spiegazione, non perché ci ritenga stupidi, ma perché rispetta la nostra natura, e conoscendola profondamente, sa cosa è opportuno spiegare ora e cosa lasciare ad un altro momento. Se facesse diversamente, Dio violenterebbe la nostra essenza.
Per me è un dato oggettivo che Gesù sia vivo e che stia vicino ad ogni persona sofferente, e questa sua oggettività mi basta.
Io lo chiamerei un atto di fede.
Sì, è certamente un atto di fede, e come tale ha la sua oggettività. La fede è proprio quel "senso", di cui parlavi nell'altro post, che permette un tipo di conoscenza della realtà non rilevabile con i comuni cinque sensi, ma non per questo meno reale.

Un saluto
Vittorio
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GUARDATE GLI UCCELLI DEL CIELO. NON SEMINANO NE' MIETONO, EPPURE IL PADRE VOSTRO CELESTE LI NUTRE
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Messaggio da Socrate69 »

Meditare su cose come queste mi ha fatto cambiare idea sul Dio presentato dalla Bibbia...
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Messaggio da afterlife_taste »

polymetis ha scritto:c’è abbastanza luce affinché chi voglia credere creda, e abbastanza ombra affinché chi non voglia credere non creda
dov'è tutta questa luce? io di bello nel mondo vedo poco


ps: il fotografo che ha scattato quella foto avevo letto che si è tolto la vita
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polymetis ha scritto:Essendo Dio infinito, sotto ogni aspetto, forse qualsiasi sua parte è incomprensibile, e la conoscenza di una qualsiasi delle parti richiede quella del tutto, non essendovi in Dio parti, poiché Dio è uno e l'ente unitario per eccellenza, l'ens simplicissimum. Forse la comprensione del mistero divino è il tutto o il niente. Ma questa, è solo un'ipotesi, che, preciso, non faccio mia.
Dio attraverso la Bibbia (posto che sia veramente la sua parola) ci ha fatto comprendere molti aspetti della sua personalità e oltre a descrivere le sue qualità ci racconta anche i suoi “stati d’animo”: gioisce, si rattrista, si adira, è geloso, ecc. ecc.
Pertanto, nonostante la limitazione umana, non ha avuto problemi a farci comprendere ciò che intendeva capissimo.
La domanda a cui vorremmo risposta non riguarda il comprendere per esempio come Egli abbia potuto creare la vita dal nulla, ma più terra terra il motivo per cui non interviene per porre ordine nel caos dell’umanità. Ok, il caos lo abbiamo creato noi, ma non è una giustificazione l’omissione di soccorso verso quelle persone innocenti che sono vessate dalla malvagità dei loro consimili, sia in scala minore che su vasta scala.
Insomma, se si fosse potuto prendere per buono quanto affermano i Tdg circa il silenzio attuale e temporaneo di Dio, la nostra domanda sarebbe appagata.
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