La verità sul medio oriente, oltre la propaganda antisemita

Per discutere di temi ed argomenti di vario genere.

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Achille
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mr-shadow ha scritto:Potrei chiederti quali prove puoi portare a favore della tua tesi. Io non è che affermo siano vere o false, mi limito a riportare un opinione che ritengo verosimile alla luce della storia del movimento sionista. Quello che i governi fanno nel sottobosco dei servizi segreti si risà, quando avviene, dopo decenni.
E' chi fa delle affermazioni che deve provare la loro vericidità: questo tizio non si limita a esporre delle ipotesi complottiste ma fa delle accuse gravisisme, accuse che mi pare nemmeno i nemici peggiori dei "sinoisti" esprimono. Finora infatti non avevo ancora letto che ad uccidere i tre ragazzi ebrei fossero stati gli stessi israeliani, tanto per citare solo un punto di queste sue affermazioni.
E' chiaro che chiunque può rilasciare interviste del genere, non portando nessun elemento che dimostri che quello che si dice è vero. Ed è altrettanto chiaro come mai una simile intervista, così rivelatrice della perfidia ebraico/sionista, non sia stata pubblicata da nessun altra parte se non esclusivamente da un portale che è il portavoce in Italia della propaganda di guerra di Hamas e degli arabi sulla questione.
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IL DOPPIO STANDARD SULLE NORME DI GUERRA | di Natan Sharansky (Presidente dell’esecutivo della Jewish Agency for Israel)

Washington Post Opinions 15/08/2014 ( https://www.facebook.com/washingtonpostopinions" onclick="window.open(this.href);return false; )

Le immagini di lutto e di distruzione a Gaza, che hanno riempito gli organi di informazione di tutto il mondo nelle ultime settimane, sono davvero dolorose e tristi da guardare. Chiunque farebbe fatica a trovare un israeliano che non sia vicino alla sofferenza delle vittime di Gaza.

Così come ci sono alcuni israeliani che si sentono responsabili di questa sofferenza. Per noi, la tragedia di Gaza non può essere scissa dalla tragedia dell’intero Medio Oriente. Nel corso degli ultimi tre anni, in tutti i Paesi che circondano il nostro piccolo Stato, più di un quarto di milione di persone sono state uccise nei modi più orribili. Questa ondata di terrore non conosce confini. L’unica frontiera davanti a cui la barbarie di ferma, è quella israeliana.

Hamas ed Hezbollah stanno facendo il possibile per cambiare questa situazione. Dunque, chi ci proteggerà? Le Nazioni Unite o le organizzazioni umanitarie? No. Soltanto il potere militare dell’esercito di difesa israeliano. Per contrastare le incessanti campagne dei nostri nemici, l’esercito sviluppa di continuo nuovi modi per difenderci. Solo nelle ultime settimane, una nuova arma – l’Iron Dome – ha protetto i civili da quasi 3.000 missili.

Ma mentre gli israeliani hanno sviluppato scudi missilistici per proteggere i bambini, Hamas ha usato i bambini come scudi per proteggere i missili. Questa strategia perversa, è il frutto di una società che strizza l’occhio alla morte. Per Hamas, l’uso di scudi umani ha la duplice funzione di aumentare il numero di martiri e di galvanizzare un mondo libero, che valorizza la vita, affinché faccia pressione per impedire ad Israele di combattere.

La triste ironia, quindi, è che il mondo può fare molto poco per fermare il terrorismo in Siria o in Sudan, ma può far molto per pressare Israele affinché smetta di difendersi. Ci chiediamo, non è questa un’ipocrisia? Non è forse un tradimento da parte di un mondo libero i cui valori sono da noi difesi? E la risposta che Israele si sente dare dalla Comunità Internazionale è: “Ovviamente voi siete giudicati in maniera differente. Voi insistete che siete parte del mondo libero, quindi vi valutiamo secondo standard più alti, rispetto ai Paesi limitrofi, dove vi è una distruzione deliberata della vita umana all’ordine del giorno”.

Sono assolutamente d’accordo con questa tesi.

Israele, come ogni altro paese libero, dovrebbe esser tenuto ad un livello morale superiore, rispetto ai suoi vicini non liberi. Mentre la guerra al terrorismo si fa sempre più globale, è indispensabile che tutti i Paesi sviluppino e sostengano norme comuni alla nostra condotta militare contro i nemici terroristi. Israele, con la sua esperienza pluri-decennale, può contribuire in modo significativo a questi sforzi.

Per esempio, 12 anni fa, durante la Seconda Intifada, ero membro del Gabinetto di Sicurezza israeliano, quando per la prima volta l’esercito ha deciso di utilizzare l’aviazione per colpire i leader terroristici. In quasi tutte le riunioni di Gabinetto, il Procuratore Generale di Israele insisteva che i nostri obiettivi non dovevano esser scelti sulla base di reati già commessi, ma unicamente alla luce di prove che dimostravano la progettazione di futuri attentati. In altre parole, non importava quanta morte e distruzione qualcuno avesse provocato, un omicidio mirato può essere giustificato soltanto da documentate intenzioni di compiere altri attacchi. Per ogni tentativo di assassinio, doveva esser preparato un serio dossier di prove, quindi i numero di tali operazioni, si poteva contare sulle dita di una mano. Ora che le uccisioni mirate sono la norma – quando gli Stati Uniti usano i droni per questi scopi in tutto il mondo – mi auguro che gli alti siano meno scrupolosi di quanto non lo sia stato Israele.
Allo stesso tempo, nelle riunione di Gabinetto, discutevamo anche dell’utilizzo di armi che potessero ridurre al minimo il numero di vittime civili, anche se questo significava avere meno possibilità che l’operazione avesse successo. Molte operazioni sono state modificate o annullate per questo motivo. Oggi, Israele va anche oltre. Prima di bombardare un’area a Gaza, l’IDF avverte i cittadini via radio, e-mail, telefono, messaggi di testo, che li avvertono di lasciare la zona. L’esercito israeliano utilizza anche piccoli missili di allarme, per avvertire i civili che un vero missile sta per colpire quel palazzo. Si spingono così oltre gli altri paesi liberi?

Nel 1999, quando la NATO lanciò la sua offensiva contro il criminale Milosevic, in Jugoslavia, centinaia di civili furono uccisi nei bombardamenti. Molti altri civili furono uccisi quando gli aerei da guerra statunitensi diedero la caccia alla famiglia e ai sostenitori di Saddam Hussein prima, e ai terroristi di Al-Qaeda dopo. Sono stati uccisi nei cinema, nei caffè e persine durante un corteo nunziale.

Voglio essere chiaro. Credo che fosse un dovere del mondo libero combattere contro il regime di Milosevic, che perpetrò una pulizia etnica nel cuore dell’Europa. Penso che sia un dovere degli Stati Uniti e di tutti i paesi liberi, portare avanti una lotta senza compromessi contro organizzazioni terroristiche, come Al-Qaeda e lo Stato Islamico. Ma il dovere dell’IDF di proteggere i cittadini israeliani da migliaia di missili e dalle infiltrazioni terroristiche attraverso i tunnel sotterranei è altrettanto sacro. In vista di uno sviluppo della guerra globale tra il mondo libero e il terrorismo, è giunto il momento che i maggiori esperti militari di Israele, Stati Uniti, Gran Bretagna e altri Paesi, insieme a giuristi e politici internazionali, confrontino la propria esperienza e concordino delle norme di base sulle quali il mondo libero può difendersi.

Una volta accordate queste norme, dovrebbero essere applicate ad ogni Paese libero. Altrimenti, si potrebbe smetterla di chiamarlo “standard più elevato”, per chiamarlo con il suo vero nome: un doppio standard.
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»Sono persone che disprezzano la vita altrui. Come si può telefonare a una famiglia di Gaza e dire: hai tre minuti per uscire, poi ti buttiamo giù la casa. Uscire per andare dove? Sono assassini e basta. L’Umanità deve combatterli e renderli inoffensivi».

Come può un ebreo dire cose del genere, riferendosi alla guerra che Israele sta portando avanti per difendersi dai terroristi di Hamas? Basta leggere l'articolo che ho postato qui sopra per rendersi conto che Israele agisce in maniera molto più "civile" (se così si può definire una guerra) di qualsiasia altra nazione che si trova o si è trovata nelle stesse circostanze. Gli assassini senza rispetto per la vita sono i terroristi di Hamas che si fanno scudo dei civili e che mandano di continuo missili contro le città israeliane. Israele avverte prima di bombardare le postazioni missilistiche di Hamas proprio per evitare di colpire dei civili. La questione è molto chiara e solo qualcuno che ha un odio irrazionale o che non si rende conto della realtà può dire cose come quelle dette dal sig. D'Alessandro.
Addirittura chiedere allumanità di combattere contro Israele. Se c'è qualcuno da cui l'Umanità deve difendersi è il terrorismo islamico, di cui vediamo continuamente gli effetti spaventosi.
Israele è un baluardo della civiltà, che va difeso e sostenuto: adesso è Israele il bersaglio di quest'odio assoluto e sterminatore. "Domani" saremo noi.
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A proposito di menzogne diffuse su Israele e riprese dai media...

I GRANDI MENZOGNERI
Il Foglio 5/04/2011, a pag. 1-4

Roma. Richard Goldstone aveva accusato Israele di “crimini di guerra”, ponendo il proprio nome come sigillo nel controverso rapporto che alle Nazioni Unite ha messo Israele e Hamas sullo stesso piano di responsabilità per la guerra di Gaza. Ora Goldstone abiura quello stesso rapporto e in un’autocritica clamorosa pubblicata dal Washington Post il giudice sudafricano scrive: “Se avessi saputo allora quello che so adesso, il rapporto sarebbe stato un documento diverso”. Goldstone afferma che mentre i crimini di Hamas erano intenzionali (“Va da sé che i suoi razzi erano consapevolmente e indiscriminatamente indirizzati contro obiettivi civili”), nessuna prova dimostra che da parte israeliana vi fosse intenzionalità nel colpire i civili.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto di “buttare quel documento nel cestino della storia”. E parlando al Foglio, il vicepremier Moshe Yaalon aggiunge: “Ci attendiamo il ritiro completo di questo rapporto, risultato di un agguato politico contro Israele e contro qualsiasi paese che si trova ad affrontare il terrorismo. Costruisce una narrativa che ignora gli attacchi contro i civili israeliani da parte di Hamas, e le realtà della guerriglia urbana come l’uso di civili palestinesi da parte di Hamas. Il rapporto è l’ennesimo ‘blood libel’”. Decade quindi, per ammissione del suo stesso autore, uno dei più poderosi strumenti della delegittimazione antisraeliana dell’ultimo decennio.

In nome di questo rapporto, all’ex ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, venne sconsigliato di recarsi a una convention a Londra per il rischio di essere arrestata. Ma il caso Goldstone getta anche luce sulla deformazione ideologica di cui è stata protagonista la stampa italiana nel commentare Gaza. Per la rivista Micromega, il rapporto Goldstone è stato niente meno che l’occasione per mettere in discussione l’esistenza stessa d’Israele. Lo storico azionista Angelo D’Orsi aveva scritto infatti dell’“ingiustizia perpetrata dal mondo che ha consentito agli ebrei di costituire uno stato ‘etnicamente puro’ in Palestina, scacciando coloro che lì erano nati, figli di nativi. Lo scandalo, a ben vedere, è, se vogliamo essere franchi, la stessa esistenza di quello stato. Ormai forse è troppo tardi per tornare indietro”. Anche Liberazione aveva sposato il rapporto Goldstone con un editoriale molto eloquente: “Ora basta, boicottiamo Israele”. Vi si leggeva: “Abbiamo visto quale fine abbia fatto il rapporto Goldstone sui crimini di guerra a Gaza: ignorato. E’ per questa ragione che invitiamo tutti e tutte a sostenere e praticare la campagna internazionale di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni nei confronti di Israele”. Sul quotidiano il Manifesto, del rapporto Goldstone si è detto che si trattava di un testo “di eccezionale importanza”. Il paragone veniva facile: “Gaza come l’Afghanistan sotto i bombardamenti aerei statunitensi, tanto per intenderci”. Il Manifesto ha parlato di “un milione e mezzo di residenti della Striscia trattati come animali, se non peggio” e i dispacci di Vittorio Arrigoni hanno propalato “un cataclisma di odio e cinismo piombato sulla popolazione di Gaza come piombo fuso. Le fabbriche degli angeli in produzione a ciclo continuo”.

Anche in televisione imperversò l’umanitarismo ideologico. Per esempio Michele Santoro ad “Anno Zero”: “Non accetto che questi bambini muoiano e i potenti della terra non fanno niente per fermare questo massacro”. Gli editorialisti di Repubblica furono generosi nel paragonare Gaza all’inferno, visto che non si trovava un termine più emblematico. “Gaza, all’inferno senza ritorno”, scriveva Gad Lerner, mentre Bernardo Valli faceva eco sull’“inferno di Gaza”. Sempre su Repubblica Alberto Stabile raccontò di una Gaza dove c’erano solo “poveracci”. Il Corriere della sera ha riferito del rapporto Goldstone, e del voto positivo che ricevette dalle Nazioni Unite, con parole dal sapore sarcastico: “Venticinque palline bianche impallinano Israele al Consiglio per i diritti umani dell’Onu. Criminale di guerra. E contro l’umanità”. Numerosi i servizi anche dell’Unità: “A Gaza compiuti crimini di guerra, l’Onu accusa, Israele si indigna”. L’Unità ha dato voce anche al boicottaggio antisraeliano di Desmond Tutu. Anche l’Espresso ha dedicato una serie di geremiadi a Gaza e Goldstone. Sergio Di Rosa sul sito del settimanale ha attaccato “lo stato sionista” che vuole “ottenere ‘l’addomesticamento’ e l’obbedienza dei legittimi proprietari della Terra di Palestina”. Mentre sul Sole 24 Ore il commento più imbarazzante, a parte i report di Ugo Tramballi, è stato di Sergio Luzzatto: “Non è morale un esercito che combatte la guerra più asimmetrica della storia […] contro un milione e mezzo di civili (e qualche migliaio di terroristi) rinchiusi a forza in 360 chilometri quadrati. Non è morale un esercito che maramaldeggia da decenni sopra un avversario privo di un singolo aereo o di un singolo tank. Non è morale un esercito che saluta come brillanti vittorie operazioni militari dove si uccide a cento contro uno. Soprattutto, non è morale un esercito che accetta a cuor leggero di annientare i bambini e gli adolescenti”.

E oggi che diranno, costoro, dopo l’abiura di Mr. Goldstone?
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Durante la II Guerra mondiale Henk Zanoli nascose un bambino ebreo dai nazisti

Il "Giusto tra le Nazioni" restituisce la medaglia a Israele: "Una vergogna l'offensiva su Gaza"

L'uomo, un olandese d 91 anni, il 20 luglio scorso ha perso in un raid israeliano a Gaza 6 parenti. Nel 1943 salvò la vita a un ragazzo ebreo e, per questo, fu insignito del riconoscimento che Israele conferisce ai non ebrei per aver salvato delle vite durante l'Olocausto. "Continuare a tenere la medaglia - afferma Zanoli - sarebbe un insulto alla mia famiglia"

16 agosto 2014Henk Zanoli è un uomo olandese di 91 anni. Lui è contro la guerra, lui è per la vita. Tanto da rischiarla quando si è trattato, durante la II Guerra mondiale, di nascondere e mettere in salvo dalla furia nazista un bambino ebreo. E proprio per questo atto d'amore, così generoso, è stato insignito dallo Stato ebraico della medaglia di 'Giusto tra le nazioni', il riconoscimento che Israele conferisce ai non ebrei per aver salvato le vite di ebrei durante l'Olocausto. Ora, per lui, questa medaglia è pesante, ingombrante. Soprattutto dopo che a Gaza, durante il conflitto in corso tra Hamas e Israele, sei suoi parenti sono rimasti uccisi da un raid aereo israeliano. Giovedì scorso Zanoli, il cui padre morì in un campo di concentramento nazista, è andato all'ambasciata israeliana all'Aja e ha fatto quello che la sua coscienza gli suggeriva: restituire la medaglia, diventata ora un insulto per la sua famiglia.

In una lettera inviata all'ambasciatore israeliano in Olanda Zanoli ha parlato del prezzo che lui e la sua famiglia hanno dovuto pagare per essersi opposti alla "tirannia nazista". "Mia sorella ha perso suo marito, che è stato giustiziato sulle dune dell'Aja per il suo coinvolgimento nella resistenza", si legge nella lettera pubblicata sul giornale israeliano Haaretz. "Mio fratello - continua Zanoli - ha perso la sua fidanzata ebrea, deportata e mai più tornata indietro".

In questo scenario, ha spiegato l'uomo, "continuare a fregiarmi dell'onore concessomi dallo Stato di Israele in queste circostanze sarebbe un insulto... per coloro nella mia famiglia, quattro generazioni dopo, che hanno perso non meno di sei dei loro parenti a Gaza". Zanoli, commenta il quotidiano statunitense New York Times, si è trasformato nei decenni da sostenitore a critico di Israele. Questo rispecchia, quindi, un più ampio spostamento di vedute in Europa, dove il dolore per l'uccisione di sei milioni di ebrei europei ha portato molti ad appoggiare la nascita di Israele nel 1948 come "paradiso per gli ebrei a livello mondiale".

Nel 1943, scrive il New York Times, Zanoli portò di nascosto a bordo di un treno un ragazzino ebreo da Amsterdam al villaggio olandese di Eemnes. Il bambino rimase al sicuro, sotto la tutela della famiglia Zanoli, per due anni, fino alla fine della guerra. Settantuno anni dopo, il 20 luglio scorso, un F-16 dell'aviazione israeliana ha distrutto la casa della sua pronipote nella Striscia di Gaza, uccidendo tutti coloro che si trovavano al suo interno: la sua pronipote, una diplomatica olandese, sposata con un economista palestinese - Ismail Ziadah - che ha perso nell'attacco tre fratelli, una cognata, un nipote e la prima moglie di suo padre.

http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... 12075.html" onclick="window.open(this.href);return false;
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mr-shadow ha scritto:Durante la II Guerra mondiale Henk Zanoli nascose un bambino ebreo dai nazisti

Il "Giusto tra le Nazioni" restituisce la medaglia a Israele: "Una vergogna l'offensiva su Gaza"

L'uomo, un olandese d 91 anni, il 20 luglio scorso ha perso in un raid israeliano a Gaza 6 parenti. Nel 1943 salvò la vita a un ragazzo ebreo e, per questo, fu insignito del riconoscimento che Israele conferisce ai non ebrei per aver salvato delle vite durante l'Olocausto. "Continuare a tenere la medaglia - afferma Zanoli - sarebbe un insulto alla mia famiglia"

16 agosto 2014Henk Zanoli è un uomo olandese di 91 anni. Lui è contro la guerra, lui è per la vita. Tanto da rischiarla quando si è trattato, durante la II Guerra mondiale, di nascondere e mettere in salvo dalla furia nazista un bambino ebreo. E proprio per questo atto d'amore, così generoso, è stato insignito dallo Stato ebraico della medaglia di 'Giusto tra le nazioni', il riconoscimento che Israele conferisce ai non ebrei per aver salvato le vite di ebrei durante l'Olocausto. Ora, per lui, questa medaglia è pesante, ingombrante. Soprattutto dopo che a Gaza, durante il conflitto in corso tra Hamas e Israele, sei suoi parenti sono rimasti uccisi da un raid aereo israeliano. Giovedì scorso Zanoli, il cui padre morì in un campo di concentramento nazista, è andato all'ambasciata israeliana all'Aja e ha fatto quello che la sua coscienza gli suggeriva: restituire la medaglia, diventata ora un insulto per la sua famiglia.

In una lettera inviata all'ambasciatore israeliano in Olanda Zanoli ha parlato del prezzo che lui e la sua famiglia hanno dovuto pagare per essersi opposti alla "tirannia nazista". "Mia sorella ha perso suo marito, che è stato giustiziato sulle dune dell'Aja per il suo coinvolgimento nella resistenza", si legge nella lettera pubblicata sul giornale israeliano Haaretz. "Mio fratello - continua Zanoli - ha perso la sua fidanzata ebrea, deportata e mai più tornata indietro".

In questo scenario, ha spiegato l'uomo, "continuare a fregiarmi dell'onore concessomi dallo Stato di Israele in queste circostanze sarebbe un insulto... per coloro nella mia famiglia, quattro generazioni dopo, che hanno perso non meno di sei dei loro parenti a Gaza". Zanoli, commenta il quotidiano statunitense New York Times, si è trasformato nei decenni da sostenitore a critico di Israele. Questo rispecchia, quindi, un più ampio spostamento di vedute in Europa, dove il dolore per l'uccisione di sei milioni di ebrei europei ha portato molti ad appoggiare la nascita di Israele nel 1948 come "paradiso per gli ebrei a livello mondiale".

Nel 1943, scrive il New York Times, Zanoli portò di nascosto a bordo di un treno un ragazzino ebreo da Amsterdam al villaggio olandese di Eemnes. Il bambino rimase al sicuro, sotto la tutela della famiglia Zanoli, per due anni, fino alla fine della guerra. Settantuno anni dopo, il 20 luglio scorso, un F-16 dell'aviazione israeliana ha distrutto la casa della sua pronipote nella Striscia di Gaza, uccidendo tutti coloro che si trovavano al suo interno: la sua pronipote, una diplomatica olandese, sposata con un economista palestinese - Ismail Ziadah - che ha perso nell'attacco tre fratelli, una cognata, un nipote e la prima moglie di suo padre.

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Terribile questa cosa. E' del tutto comprensibile questo gesto: credo che vedere la propria famiglia morire in questo modo non possa che provocare reazioni di questo genere.
Solo un paio di osservazioni: il titolo di questo articolo mette in bocca a Henk Zanoli cose che non mi pare abbia detto: "Una vergogna l'offensiva su Gaza". Queste parole, messe fra virgolette come se fossero una citazione, non compaiono nel testo dell'articolo. Credo si tratti di un'aggiunta del redattore. Anche l'articolo sul New York Times non riporta questa dichiarazione: http://www.nytimes.com/2014/08/16/world ... .html?_r=0" onclick="window.open(this.href);return false;

Anche altre riflessioni del redattore, "Lui è contro la guerra, lui è per la vita", fanno pensare che Israele sia contro la vita, mentre i palestinesi di Gaza sarebbero a favore della vita.
Credo che nemmeno questa considerazione sia condivisa da quest'uomo, per lo meno, lui non ha detto queste parole.

La guerra è terribile, specialmente quando vengono coinvolte vittime innocenti.
Ma, purtroppo, molto spesso non ci sono alternative, specialmente quando si ha a che fare con persone determinate ad uccidere tutti gli odiati nemici, uomini, donne e bambini...
Israele per lo meno cerca di evitare di fare vittime civili.
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La barbarie avanza

Messaggio da Achille »

L’ultimo episodio è accaduto a Milano. Tram 27, un uomo seduto sui sedili anteriori, il cappello che copre malamente la kippah, viene aggredito verbalmente da un immigrato arabo che gli chiede a bruciapelo “Sei ebreo?” E gli sputa in faccia.

http://www.mosaico-cem.it/articoli/dobb ... mo-reagire" onclick="window.open(this.href);return false;

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Messaggio da Achille »

Achille Lorenzi ha scritto:La guerra è terribile, specialmente quando vengono coinvolte vittime innocenti.
Ma, purtroppo, molto spesso non ci sono alternative, specialmente quando si ha a che fare con persone determinate ad uccidere tutti gli odiati nemici, uomini, donne e bambini...
Israele per lo meno cerca di evitare di fare vittime civili.
A proposito di queste vittime innocenti, una fonte ha fatto notare che nell'abitazione colpita si trovava un terrorista di Hamas, Mohammed Mahmoud al-Maqadmeh:
http://elderofziyon.blogspot.com.es/201 ... _IgHKP4KS8" onclick="window.open(this.href);return false;

Queste le conclusioni riportate nel blog succitato:
«Dunque, sembra che ci fosse un obiettivo militare valido a casa Ziyada. Non so se Maqadameh era l'obiettivo, o se la sua presenza indica che quella casa era la copertura di un deposito di armi o di un bunker. Non so se la famiglia stava volutamente proteggendo il loro "ospite" o se sono stati utilizzati come scudi umani. La mia ipotesi è che durante il combattimento, gli ufficiali di Hamas stavano nei loro centri di comando e controllo e non si nascondevano tra le famiglie, il che indica che la casa dei Ziyada era un obiettivo militare valido o ne copriva uno. Il punto è che questa informazione è disponibile. Il New York Times aveva discusso il bombardamento di quella stessa casa il 4 agosto, e da allora l'identità dell'"ospite" era noto alle ONG. La presenza di un nome anomalo tra le vittime è un fatto che un giornalista decente avrebbe controllato. Questa è davvero la prova della parzialità dei media contro Israele. Ogni persona pensante sa che Israele ha un interesse attivo a ridurre al minimo i morti civili, e ogni giornalista esperto sa che Israele ha una buona intelligence a Gaza. La stessa ricerca che le persone comuni possono fare su Internet è disponibile - assieme a molto altro - per il personale di importanti media come il New York Times. Eppure i media accettano, senza discuterle, le pretese che non ci fossero mai obiettivi militari in ogni casa attaccata. Le informazioni che contraddicono questa affermazione sono disponibili - se solo si dessero la briga di cercarle. Ma non lo fanno. Preferiscono credere che Israele stia bombardando indiscriminatamente i civili che spendere l'ora o due necessaria per fare qualche ricerca di base - il tipo di ricerca che il pubblico immagina sia l'inizio di ogni lavoro giornalistico. Non so cosa sia realmente successo a casa Ziyada. [...] Ma c'era un terrorista a casa Ziyada. Un giornalista decente avrebbe chiesto: perché? Un giornalista di parte lo nasconde».

Immagine
I morti nel bombardamento della casa della famiglia Zyadah, tra di essi Muhammad al-Maqadmeh, "operativo dell'ala militare di Hamas'
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Messaggio da mr-shadow »

La guerra è terribile, specialmente quando vengono coinvolte vittime innocenti.
Ma, purtroppo, molto spesso non ci sono alternative, specialmente quando si ha a che fare con persone determinate ad uccidere tutti gli odiati nemici, uomini, donne e bambini...
Israele per lo meno cerca di evitare di fare vittime civili.
Non hai mai pensato che Israele ha le forze e la capacità per un efficiente attacco di terra? Secondo molti osservatori militari potrebbe raggiungere gli stessi obiettivi (scovare armi e distruggere tunnel), anche senza lanciare missili ed uccidendo (quando necessario), solo chi si oppone a operazioni di difesa ben più che legittime. E' cosi maligno, secondo te, pensare che approfitta di una legittima difesa per uccidere più persone di quanto una guerra (purtroppo), richiede?
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Messaggio da Achille »

mr-shadow ha scritto:Non hai mai pensato che Israele ha le forze e la capacità per un efficiente attacco di terra? Secondo molti osservatori militari potrebbe raggiungere gli stessi obiettivi (scovare armi e distruggere tunnel), anche senza lanciare missili ed uccidendo (quando necessario), solo chi si oppone a operazioni di difesa ben più che legittime. E' cosi maligno, secondo te, pensare che approfitta di una legittima difesa per uccidere più persone di quanto una guerra (purtroppo), richiede?
Sì, è certamente maligno.
Israele potrebbe evitare di mandare i soldati nella Striscia di Gaza, come invece ha fatto, limitandosi a bombardare da lontano.
Ma hanno mandato i soldati in questo territorio proprio per scovare i terroristi ed evitare di uccidere i civili.
Anche se questo ha provocato la morte di diversi soldati israeliani.

http://www.formiche.net/2014/07/19/gaza ... erroristi/" onclick="window.open(this.href);return false;
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Messaggio da Verdemare »

http://www.rightsreporter.org/israele-a ... roristici/" onclick="window.open(this.href);return false; :test:
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Gaza, Hamas viola tregua. Nuovi raid israeliani: migliaia di palestinesi in fuga

Messaggio da Francesco Franco Coladarci »

"Razzi verso la città di Beer Sheva, nel Neghev. Nessun ferito. Immediata la risposta dell'esercito israeliano: nuovi raid sulla Striscia. Natanyahu richiama negoziatori al Cairo. Scade oggi alle 24 il cessate il fuoco di cinque giorni

GAZA - Si torna a combattere nella Striscia di Gaza nonostante sia in vigore una tregua di cinque giorni. La violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas, attraverso un lancio di razzi verso il Neghev, ha provocato l'ira di Netanyahu che ha ordinato la ripresa dei raid e il ritiro dei negoziatori israeliani dai colloqui de Il Cairo. Migliaia di palestinesi sono in fuga dalle zone ad est di Gaza per sfuggire ai bombardamenti israeliani.

Testimoni hanno riferito che centinaia di abitanti di Gaza, pieni di sacchi e materassi, stanno abbandonando precipitosamente la zona di Shajaiya per andare a cercare riparo nelle scuole delle Nazioni Unite riadattate a rifugi."

Articolo completo
http://www.repubblica.it/esteri/2014/08 ... 19-08-2014" onclick="window.open(this.href);return false;

Hamas vuole la guerra a tutti i costi,.... costi quel che costi.
Franco
“Al di sopra del Papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesiastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica.”
(Cardinal Joseph Ratzinger )

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Achille Lorenzi ha scritto:E' chi fa delle affermazioni che deve provare la loro vericidità: questo tizio non si limita a esporre delle ipotesi complottiste ma fa delle accuse gravisisme, accuse che mi pare nemmeno i nemici peggiori dei "sinoisti" esprimono. Finora infatti non avevo ancora letto che ad uccidere i tre ragazzi ebrei fossero stati gli stessi israeliani, tanto per citare solo un punto di queste sue affermazioni.
Perfino i pacifisti a senso unico e i filopalestinesi dicevano che si trattava di un'iniziativa di cani sciolti, ma sempre simpatizzanti di Hamas. Sono emerse invece le prove, i nomi, i legami che dimostrano che questo crimine fu comandato direttamente dai vertici di Hamas: http://www.timesofisrael.com/hamas-fund ... ringleader" onclick="window.open(this.href);return false; .
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Ennesimo episodio di violenza contro gli ebrei in Europa, e questa volta solo perchè una donna in Svezia portava una stella di Davide, come ai tempi del nazismo

http://www.israelnationalnews.com/News/ ... _TSfKP4KS8" onclick="window.open(this.href);return false;

Ciato a questo proposito un articolo di Fiamma Nirenstein di una settimana fa:

Mai tanto odio dai tempi del nazismo

Sondaggio di Newsweek in 102 Paesi: antisemita un intervistato su quattro
Fiamma Nirenstein - Dom, 10/08/2014 - 07:00

Evitiamo, per favore, la sfilza di comunicati e di esclamazioni di orrore che adesso, dopo gli ultimi episodi di vergogna antisemita, si stanno già accumulando nei computer dei giornalisti. Si limiti a vergognarsi questa Europa che, proprio nei dintorni di casa mia a Roma, indice liste di proscrizione dei commercianti ebrei, si pasce di dichiarazione in stile Vattimo o in stile neonazista, dichiarando che gli ebrei sono come Hitler, che Israele «massacra» i palestinesi innocenti con gusto, specie le donne e i bambini. La Notte dei Cristalli fu il segnale dell'aggressione totale all'ebraismo e della distruzione della mente europea. Il caos avanzava. Sta accadendo lo stesso, si trova spazio vitale nell'odio per gli ebrei, nell'odio per Israele, lo si vede dalle dichiarazione dei nenazisti come da quelle di Ferrero. Basta essere contro Israele e fai la folla, che c'è di più classico di un bel «morte agli ebrei» a Berlino; si può anche per aver successo urlare «gasiamo gli ebrei» a Parigi fascisti e islamisti insieme.

Che l'Italia abbandoni i comunicati e i corsi sulla Shoah: invece occorre imparare, leggere, avere la pazienza di uscire dalla bovina acquiscenza che ti comunica la facile compassione senza ragionamento della tv. Chi solidarizza con gli ebrei lo deve dimostrare con la costanza della ragione, di condoglianze gli ebrei ne hanno ricevute troppe; per combattere l'antisemitismo occorre buon senso, distinguere fra una guerra senza scelta e una di aggressione, fra l'uso degli scudi umani e l'uso di soldati umani quanto determinati, devono studiare i numeri che gli riveleranno che la maggioranza degli uccisi erano terroristi. Leggere la Carta di Hamas.

La memoria dell'Olocausto non c'entra, fermatevi, c'entra invece la difesa dell'anima dell'Europa che verrà distrutta di nuovo dall'odio antiebraico. Il Newsweek mostra una ragazza ebrea che fugge con una valigia in mano, e ci ripete che su 53mila adulti in 102 Paesi il 26 per cento è profondamente antisemita (Grecia 69 per cento, Francia 37, Belgio 27, Polonia 45, Ungheria 41, Palestinesi 93 per cento, Iraq 92). Dieter Graumann, presidente del consiglio ebraico della Germania testimonia che «sono i tempi peggiori dal nazismo», se indossi una stella di Davide puoi finire picchiato, se sei una giornalista come me scrivono: «Ti ammazzeremo, brutta...», a Londra si urla «ebrei al gas». Tutte queste storie portano un segno: quello della disgregazione dell'Europa. Non sappiamo più distinguere gli amici dai nemici, la parola islamismo è impronunciabile, temiamo l'identità occidentale d'Israele, odiamo negli ebrei la limpida determinazione a difendersi. L'antisemitismo è un segno di demenza. Accade quando una società è in crisi, quando non ha abbastanza energia per informarsi, capire, criticare.

Qui un'organizzazione terrorista che impicca gli omosessuali e perseguita le donne e dichiara apertamente di cercare la morte per il califfato copre di missili un Paese democratico che reagisce come farebbe chiunque, e questo suscita un'ondata antisemita. De te fabula narratur . Quanto è meglio tornare agli stereotipi contro gli ebrei che pensare che il terrore possa un giorno attaccare anche noi. L'antisemitismo è per i cretini, ma prima di tutto per i pusillanimi. Vergogna, Europa, non fare comunicati.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 43949.html" onclick="window.open(this.href);return false;
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Diario da Israele / 1. Le origini di un conflitto

L’ennesima guerra tra palestinesi e Stato di Israele divampa, innescata con le solite modalità: tre ragazzini ebrei rapiti ed uccisi, per ritorsione, un ragazzino palestinese rapito ed ucciso, i missili che da Gaza continuano a piovere su Israele, l’esercito israeliano che bombarda, causando decine di vittime. Ogni guerra, stupidamente combattuta per sete di potere, causa morte e sofferenze tra la popolazione civile, che ne subisce le conseguenze. Israele ha un esercito potente. E’ stato costretto a difendersi dopo poche ore che era nato e le continue guerre scatenate contro di lui in tutti questi decenni, l’hanno rafforzato. D’altra parte, una tale potenza contro una popolazione inerme, sembra un’enorme ingiustizia.

Che colpe ha Israele verso i palestinesi? Chi non vuole che la pace sia sancita definitivamente? E perché si nega ad Israele il diritto di difendersi? Cosa è la questione palestinese? Perché non si riesce a trovare una soluzione condivisa per entrambi gli Stati? E perché questo livore, che spesso diventa odio, non solo da parte araba, ma anche da parte di media e intellettuali progressisti, verso Israele, l’unica democrazia avanzata di quella regione?

Iniziamo oggi un percorso che ci porterà in Palestina. Percorreremo le strade ricche di storia e religione, antiche pietre rese livide dall’odio e dal sangue innocente, cercando di scrutare con lucidità storica avvenimenti che coinvolgono il mondo intero, cercando di capire le ragioni di tanto odio e tanta disinformazione ai danni dell’unica democrazia esistente in quella parte del mondo.


Continua qui: http://www.tp24.it/2014/07/22/ieri-e-og ... itto/85114" onclick="window.open(this.href);return false;

La seconda parte: http://www.tp24.it/2014/07/23/inchieste ... elli/85129" onclick="window.open(this.href);return false;

Ne copio/incollo la conclusione:

Chiunque abbia viaggiato e vissuto nei paesi arabi durante le guerre del 1947-1973, sa che l’intera coalizione araba (Egitto, Siria, Iraq e Giordania) con il sostegno dei paesi arabi moderati, avevano un solo scopo che non veniva tenuto celato: il compito non era dare una patria ai palestinesi. Era cancellare ed annientare lo Stato di Israele.Le tragiche vicende che hanno successivamente tormentato il popolo palestinese sono state sempre per mano araba. Due i fatti impossibili da dimenticare: lo sterminio dei palestinesi in Giordania per mano di re Hussein e delle sue artiglierie, dove, solo il primo giorno del terribile “Settembre Nero” si contarono 5.000 morti; le stragi nel Libano, dove i palestinesi sono stati assediati ed attaccati, distrutti e costretti alla fuga dai miliziani sciiti di “Amal” e dai siriani. Così scriveva Montanelli:
“Che i profughi palestinesi siano delle povere vittime, non c’è dubbio. Ma lo sono degli Stati Arabi, non d’Israele. Quanto ai loro diritti sulla casa dei padri, non ne hanno nessuno perché i loro padri erano dei senzatetto. Il tetto apparteneva solo a una piccola categoria di sceicchi, che se lo vendettero allegramente e di loro propria scelta. Oggi, ubriacato da una propaganda di stampo razzista e nazionalsocialista, lo sciagurato fedain scarica su Israele l’odio che dovrebbe rivolgere contro coloro che lo mandarono allo sbaraglio. E il suo pietoso caso, in un modo o nell’altro, bisognerà pure risolverlo. Ma non ci si venga a dire che i responsabili di questa sua miseranda condizione sono gli «usurpatori» ebrei. Questo è storicamente, politicamente e giuridicamente falso.”
(Dal «Corriere della Sera», Indro Montanelli, 16 settembre 1972).
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Firenze: insultata a 76 anni perché ebrea: «Indossavo la stella di David»

http://www.lanazione.it/firenze/insulta ... d-1.120525" onclick="window.open(this.href);return false;

E non è il solo episodio di inciviltà:

http://www.lanazione.it/firenze/assassi ... i-1.103849" onclick="window.open(this.href);return false;
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Scudi umani obbligati e/o volontari

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Sami Abu Lashin, attivista di Fatah a Gaza, racconta: Il 28 luglio, pochi minuti dopo la chiamata alla preghiera della sera, nel primo giorno della Aid Al Fitr, eravamo riuniti, io e la mia famiglia, quando abbiamo sentito bussare alla porta. Aspettavo un amico e sono andato ad aprire. Mi sono trovato davanti una ventina di uomini incappucciati. Uno di loro si è staccato dal gruppo e mi ha sparato alle gambe, prima alla coscia destra e poi a quella sinistra. Mi accusavano di non aver rispettato l’ordine di non lasciare la mia abitazione, durante le incursioni aeree israeliane. Circa 250 attivisti di Fatah sono stati arrestati da Hamas con la stessa accusa. 125 uccisi subito, per essersi rifiutati di fare da scudi umani.

http://www.timesofisrael.com/hundreds-o ... t-in-gaza/" onclick="window.open(this.href);return false;

Si veda anche: http://bugiedallegambelunghe.wordpress. ... to-a-gaza/" onclick="window.open(this.href);return false;

Agghiacciante come l'opinione pubblica e l'informazione venga manipolata da questi terroristi.
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La disinformazione di Lucia Goracci: lettera aperta da Israele
ai vertici della Rai e della Commissione parlamentare di vigilanza


Testata: Informazione Corretta
Data: 21 agosto 2014
Pagina: 1
Autore: Autori vari
Titolo: «La disinformazione di Lucia Goracci: lettera aperta da Israele»

Pubblichiamo, invitando i lettori di Informazione Corretta a scrivere per esprimere sostegno alle richieste di questa lettera al Direttore della Rai Luigi Gubitosi, alla Presidente Annamaria Tarantola, a Rainews 24 (all'attenzione della direttrice Monica Maggioni ) e al Presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, Roberto Fico, utilizzando e -mail e link seguenti :

luigi.gubitosi@rai.it

annamaria.tarantola@rai.it

http://www.rainews24.rai.it/it/contacts.php" onclick="window.open(this.href);return false;

http://www.camera.it/leg17/794?shadow_d ... @CAMERA.IT" onclick="window.open(this.href);return false;

Di seguito, la lettera:

Gerusalemme, 20 agosto 2014

Lettera aperta

Al Direttore della Rai - Luigi Gubitosi

Alla Presidente Rai - Annamaria Tarantola

c.c. alla Direttrice Rainews 24 - Monica Maggioni

al Presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, Roberto Fico

I firmatati di questa lettera intendono denunciare l’operato dell’inviata di Rainews 24, Luicia Goracci, che, dall'inizio del conflitto a Gaza, ha tenuto una corrispondenza scandalosa, ignorando come da sette anni la popolazione civile di Gaza sia prigioniera del regime dittatoriale, violento e sanguinario di Hamas e jihadisti vari e quella israeliana bersaglio del lancio incessante di missili.
Poichè una nostra precedente protesta, indirizzata alla direttrice del canale, signora Maggioni, in data 21 luglio u.s., è rimasta senza risposta, abbiamo deciso di reiterarla, indirizzandola questa volta ai massimi responsabili del servizio pubblico, nonché al Presidente della Commissione di Vigilanza, istituita proprio “per vigilare l’attività del servizio televisivo e radiofonico nazionale e pubblico italiano”, On. Roberto Fico.
Durante l'ultima settimana i servizi di Lucia Goracci sono stati inesatti, lacunosi, scorretti, intrisi di pregiudizio, ma soprattutto inutili per gli ascoltatori alla comprensione di ciò che sta accadendo
Da parte dell’inviata non c’è nessun riferimento a quanto si sta tentando sul piano politico per giungere a una tregua definitiva (peraltro ancora una volta in queste ore violata unilateralmente da Hamas), ma si rileva un ‘attenzione monomaniacale solo per le distruzioni di Gaza, quasi che questo fosse il solo interesse della direzione di Rainews 24.
La signora Goracci non ha mai dedicato un'analisi politica alle ragioni di questa ulteriore escalation, nè ha mai dato spazio a una sola voce di dissenso che tutti sanno essere ormai abbastanza diffuso a Gaza.
Inoltre il canale non ha riportato le denunce dei corrispondenti italiani (per esempio di Gabriele Barbati di Canale 5) e stranieri, circa le minacce e le pressioni cui sono stati sottoposti da Hamas e che li hanno spinti a uscire dalla Striscia.

Di seguito riportiamo alcuni esempi delle non verità che la Goracci racconta nei suoi servizi, intollerabili per una giornalista che si definisce tale e che è pagata dai contribuenti per offrire un servizio pubblico:

1. Il porto mai realizzato. Non è stato mai raccontato il motivo reale che ha impedito la realizzazione del progetto. Numerose navi cariche di armi, destinate ai terroristi della striscia di Gaza, sono state fermate da Israele, sia nel Mar Mediterraneo sia nel Mar Rosso, prima che raggiungessero i gruppi terroristici di Gaza finanziati e sostenuti dall'Iran e dal Qatar.

2. Distruzione dell’aeroporto. La notizia della sua distruzione, avvenuta nel 2001, una volta sola quindi e non tre, omette del tutto la notizia che, con l'inizio della seconda intifada, in quell' aereoporto atterravano velivoli carichi di armi per organizzare attentati in Israele, costati la vita a più di 1000 civili.

3. La centrale elettrica. A parte il fatto che l'esercito israeliano ha escluso ogni responsabilità nella distruzione dell'impianto, non essendo in corso alcuna attività militare in quel momento, questa centrale non serviva tutta la Striscia, come sostenuto, ma solo il 10% del fabbisogno locale. L’altro 90% è rifornito da Israele, anche sotto i missili, che per ben due volte hanno distrutto i tralicci di collegamento tra Israele e Gaza ( oggi uno ha sfiorato di poco la centrale elettrica di Ashkelon che fornisce l'elettricità a Gaza). Il debito in milioni di dollari che i palestinesi di Gaza hanno con Israele da anni è pagato dalla popolazione israeliana!

A coronamento di queste ricostruzioni tendenziose, a chiusura del servizio, la giornalista ha mostrato l'immagine dell'incubatrice di un neonato, come simbolo delle vittime predestinate della mancanza di corrente elettrica. Questa scelta fotografica, di sicuro impatto emotivo, rievoca, a nostro avviso, la nota accusa di sterminio e sete di sangue di bambini da parte degli ebrei, propria di un antico e purtroppo ancora attuale antisemitismo.

4. Serre lasciate dagli israeliani nel 2005. Nessun accenno alla distruzione operata da Hamas delle serre che gli israeliani lasciarono dopo il disimpegno dalla Striscia, voluto dal Primo Ministro Ariel Sharon. Quelle serre furono rilevate dalla comunità internazionale per offrirle alla popolazione palestinese affinché si creassero le condizioni di una vita decente e operosa. Ma questo non era nei disegni di Hamas che le ha usate per mimetizzare alcune entrate dei tunnel ( come da filmati pubblicati )

5. Numero delle vittime. Rigorosamente citate come civili, in ottemperanza alle disposizioni del Ministero della Salute di Hamas, la Goracci insiste sempre sui bambini, quasi che nessun palestinese sia morto in combattimento.

6. Incidente a Simone Camilli. Il luogo e la dinamica dell’incidente in cui ha perso la vita il fotoreporter italiano hanno lasciato in molti dei dubbi e delle perplessità sulle responsabilità e sulle modalità dell'esplosione, ma non nella Goracci, anche quando ha riferito di " missili, razzi e cinture esplosive raccolte all'interno di un recinto". Che poi ha raccontato come a Gaza ci siano solo 2 artificieri, perchè gli altri 5 sono morti nello stesso incidente di disinnesco, dimostrando di non avere il minimo rispetto per l’intelligenza degli ascoltatori. Infatti come si possono fare simili ridicole affermazioni parlando di una zona dove decine di migliaia di persone sono impregnate della preparazione di bombe, razzi, cinture esplosive, rampe di lancio e altro ancora.

Lucia Goracci è l'unica inviata a non aver mai mostrato la causa principale del conflitto: gli innumerevoli tunnel costruiti da Hamas, una vera propria città sotterranea, provvisti di elettricità e sistemi di areazione, destinati, proprio per il loro prolungamento in territorio israeliano, alla realizzazione di un mega attentato durante le prossime festività ebraiche. La loro distruzione da parte dell’esercito israeliano ha ovviamente comportato la distruzione di decine di kilometri di strutture in superficie. Lucia Goracci, se solo lo avesse voluto, avrebbe potuto informarsi, contattando il portavoce dell’esercito israeliano, che le avrebbe messo a disposizione i filmati aerei in possesso dell’esercito, che attestavano la realtà dei fatti.

Essendo ormai di dominio pubblico il fatto che a Gaza l’unica fonte di informazione cui i giornalisti si devono riferire è Hamas, non ci stupiamo che l’ambasciatrice palestinese abbia avuto parole di lode per l’operato della Goracci, che non dovrebbe andarne fiera, in quanto esse provano che, più che una giornalista professionnista, si è fatta portavoce di un regime sanguinario.

I firmatari denunciano questo tipo di informazione, responsabile dell’esplosione dell’ondata di antisemitismo in Europa e in Italia, che ha fatto di Israele il bersaglio del suo millenario odio antiebraico.

Beniamino Lazar e Angela Polacco Lazar- Gerusalemme

David e Cecilia Nizza- Gerusalemme

Blima Slutzky- Beer Sheva

Mara Morpurgo-Lipschitz – Beer Sheva

Jonathan Sierra- Gerusalemme

Marina Finzi –Norsi- Metar ( Neghev occidentale)

Carla Fadda e Luciano Bacchini – Ashdod

Ever Cohen, Ivy Helene Cohen, Daniel Cohen, Aviva Cohen- Herzlya

Ada Morpurgo Esenstein- Beer Sheva

Sandro e Silvia Servi- Gerusalemme

Sandro e Alessandra Di Porto- Gerusalemme

Raffaele e Ester Picciotto – Gerusalemme

Vito e Nora Anav – Gerusalemme

Sergio e Renata Del Monte- Gerusalemme

Shimon Fargion- Gerusalemme

Samuele e Margalit Giannetti- Gerusalemme

Giuliana Ippolito e Fulvio Giannetti- Gerusalemme

Miriam Tagliacozzo- Gerusalemme

David e Noemi Cassuto- Gerusalemme

Roberto e Ruth Steindler – Gerusalemme

Bruno Di Cori- Gerusalemme

Diana e Naftali Levi- Gerusalemme

Ruhama Piperno Beer- Gerusalemme

Jacqueline e Marcello Manor- Tel Aviv

Nomi Zarfati – Herzljia

Per esprimere la propria opinione al Direttore della Rai Luigi Gubitosi, alla Presidente Annamaria Tarantola, a Rainews 24 (all'attenzione della direttrice Monica Maggioni ) e al Presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, Roberto Fico, cliccare su e -mail e link sottostanti

luigi.gubitosi@rai.it
annamaria.tarantola@rai.it
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Articolo pubblicato oggi da "Il Sole 24 ore": http://mobile.ilsole24ore.com/solemobil ... 4/ABpygFmB" onclick="window.open(this.href);return false;

Perché non possiamo non dirci sionisti
di Sofia Ventura

Lo Stato di Israele è parte della storia europea, delle sue tragedie e rivolgimenti, così come di quella del Medio Oriente, della sua instabilità e complessità. Così è se volgiamo lo sguardo agli ultimi due secoli. Eppure esso è percepito in parte dell'opinione pubblica occidentale come un "disturbo" della Storia, fonte di problemi in virtù della sua colpa originaria: essere nato. I drammi e le sofferenze che hanno connotato il farsi di altri popoli, il sorgere di altre entità statuali sono ricondotti al corso della storia e il giudizio non inficia la legittimità dell'esistenza. Così non è per Israele.

Il sionismo non gode della stessa legittimità di movimenti nazionali che sorgono nella stessa epoca (ultima parte del XIX secolo) in Europa. Nel discorso comune, così come in quello di intellettuali, politici e organizzazioni sovranazionali, è identificato con l'idea di un'usurpazione violenta, colonialista e razzista (nel 1975 l'Onu definisce il sionismo «una forma di razzismo»). Come se la storia nel suo farsi concreto non contasse. Allo stesso modo la cronaca inserisce il conflitto israelo-palestinese nella narrazione di uno Stato usurpatore contro un popolo inerme depredato della propria terra, con l'uso di concetti che trasfigurano la realtà come quelli di "genocidio" o "crimini di guerra". È in occasione del riaccendersi del conflitto che dall'Onu giunge l'accusa di «aver commesso possibili crimini di guerra», con riferimento alle numerose vittime civili fra i palestinesi (ma che differenza passa, allora, tra crimini e atti di guerra che inevitabilmente provocano vittime?).

Il trattamento riservato a Israele si fonda sull'ignoranza di molti fatti. Da parte di noi europei si dimentica che il sionismo politico – dare una terra al popolo ebraico – nasce come risposta all'ondata di antisemitismo (e di pogrom) che scosse l'Europa a partire dagli anni Ottanta dell'Ottocento. Si dimentica che Israele non nasce come l'invasione da parte di una qualche potenza di uno Stato abitato da un popolo, ma da progressive migrazioni (aliyot) in un territorio dell'impero ottomano (poi mandato britannico) abitato da arabi; che gli insediamenti prendono forma anche attraverso accordi con le autorità locali e acquisti di terre incolte e che se di colonizzazione si vuole parlare, non ci si deve riferire al colonialismo delle potenze europee, ma piuttosto al movimento di coloni in cerca di una vita normale (in un'epoca dove la colonizzazione era accettata come legittima). Si dimentica anche che da parte delle autorità arabe, di fronte alla presenza di popolazione ebraica nei territori palestinesi (circa mezzo milione di persone alla vigilia della Seconda guerra mondiale), si rifiutò, anche prima della risoluzione dell'Onu del 1947, di trovare una soluzione nella creazione di entità politiche separate e si preferì aizzare la popolazione arabo-palestinese contro gli ebrei e poi, nel 1948, quando i Paesi arabi attaccano il neonato Stato, farne massa di manovra istigandola ad abbandonare le proprie terre.

Ma i fatti, che consentirebbero valutazioni più equilibrate, non possono molto contro un odio che porta a utilizzare criteri di giudizio platealmente diversi per Israele e per quanto accade anche solo in altri Paesi dell'area e che è giunto a banalizzare la Shoah, sia paragonando gli israeliani ai nazisti, sia con l'accusa (grottesca se si conosce la tragica complessità del rapporto di Israele con la distruzione degli ebrei d'Europa) di un uso strumentale dello sterminio per legittimarsi davanti al mondo.

Ma questa banalizzazione, che tende a rovesciare la colpa, insieme alla visione distorta degli eventi, ci dicono che, forse, lo sguardo ostile verso Israele che ancora alberga negli occhi di tanti occidentali ancora esprime quel sentimento di diffidenza e paura verso un popolo diverso e particolare che Abraham Yehoshua pone alle radici dell'antisemitismo. Un sentimento che permane anche di fronte alla soluzione "normalizzante" del sionismo, paradossalmente, ma non troppo, perché quella soluzione ha dato a quel popolo una nuova forza, quella dello Stato.
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Sempre dalla stessa testata giornalistica: http://mobile.ilsole24ore.com/solemobil ... 4/ABJJJFmB" onclick="window.open(this.href);return false;

Criticare Israele si può, ma così è nuovo antisemitismo
di Christian Rocca

Mai un appello di intellettuali occidentali rivolto ad Hamas o ad Al Qaeda o agli Ayatollah affinché rinuncino alla violenza, all'odio razzista, ai missili, ai kamikaze, al terrorismo. Mai. Nemmeno un tweet. Gli intellettuali occidentali si appellano solo a Israele, perché si ritiri, perché rimuova l'embargo, perché fermi l'esercito. E poi boicottano. Boicottano gli studenti israeliani, i professori israeliani, anche le aziende israeliane di acqua gassata. In teoria, ma solo in teoria, tutto questo potrebbe anche avere un senso perché Israele è un Paese democratico con un'opinione pubblica che può influenzare le scelte del governo, mentre le altre sono organizzazioni terroristiche di stampo religioso non particolarmente sensibili alle prediche peace&love.

Ma è inutile girarci intorno: l'antisionismo è il nuovo antisemitismo. È una versione aggiornata, ipocrita e politicamente corretta dell'antico pregiudizio antiebraico ben radicato a destra come a sinistra nella tradizione europea. Non c'è altro esempio di Paese messo in discussione in quanto tale. Non c'è altro esempio di Stato circondato da nemici che non ne riconoscono l'esistenza e da detrattori internazionali che lo mettono costantemente in discussione. Non c'è altro esempio di nazione criticata perché si difende da attacchi continui e ripetuti contro la sua popolazione e nonostante sia sempre pronta a deporre le armi, come ha già fatto, nel momento esatto in cui le autorità vicine smettano di voler spillare sangue ai «porci» e alle «scimmie» ebree.

Certo che è lecito criticare il governo di Israele, come quello di qualsiasi altro Paese. Certo che è giusto piangere le troppe vittime civili di un conflitto armato drammatico e infinito. Epperò quando si criticano le politiche russe o tedesche o siriane o iraniane o nordcoreane nessuno nega il diritto di russi, tedeschi, siriani, iraniani o nordcoreani a vivere serenamente in uno Stato, fianco a fianco con vicini rispettosi e pacifici. Nessuno vuole cancellare la Russia, la Germania, la Siria, l'Iran o la Corea del Nord dalla cartina geografica. Nessuno li chiama con disprezzo «entità» né definisce «razzista» con egida Onu il diritto alla loro esistenza.

Qual è dunque la differenza tra le critiche a questi e altri Paesi e quelle a Israele? Una soltanto: Israele è lo Stato degli ebrei. Come è possibile, inoltre, criticare il governo di Israele sempre, comunque e in ogni occasione, quando è di sinistra ma anche quando è di destra, quando è di unità nazionale e quando è di minoranza, quando cerca la pace con i vicini e quando non si fida degli interlocutori? Possibile che questo governo sia sempre criminale, ogni singolo giorno dell'anno dal 1948 a oggi? Che cosa nasconde la critica indistinta e imperitura al «governo di Israele» sia che lo guidi Begin sia che lo guidi Rabin, quando il leader è Sharon e quando lo è Peres, se al potere c'è Barak e anche se c'è Netanyahu?

Delle due l'una: o dietro questa fanatica e ingiustificata ossessione anti israeliana ci sono le ultime scorie ideologiche delle dottrine comuniste, antimperialiste e antiliberali oppure, appunto, è una critica radicata nell'antisemitismo. In entrambi i casi siamo in zona spazzatura della storia, e senza necessità di raccolta differenziata.

Ai firmatari degli appelli contro lo Stato ebraico evidentemente non importa che Hamas abbia come obiettivo principale distruggere Israele, instaurare la legge islamica e proclamare una Palestina Judenfrei. Non gli interessa che le guerre mediorientali di aggressione araba siano cominciate il giorno stesso della proclamazione all'Onu dello Stato di Israele. Non gli risulta che lo Stato palestinese non sia nato, contemporaneamente a quello israeliano come previsto dalla risoluzione Onu 181, per espressa scelta dei Paesi arabi che invece hanno preferito attaccare gli ebrei per provare a impedire la nascita di Israele. Non importa che da sessantasei anni Israele non faccia altro che difendersi e per questo sia diventato più che sospettoso dei suoi interlocutori e vieppiù arrogante, spietato e crudele con i nemici (sul trionfo e la tragedia di Israele leggete My Promised Land del giornalista pacifista israeliano di Haaretz Ari Shavit e scaricate la nuova serie tv della Bbc The Honorable Woman con Maggie Gyllenhaal). Ma che deve fare, Israele, farsi gentilmente annientare?

Gli israeliani, per i firmatari degli appelli, non si possono difendere del tutto, non devono esercitare la loro superiorità militare, forse dovrebbero morire un po' di più in modo da pareggiare i conti con le vittime dell'altra parte. L'ebreo buono è sempre quello che muore, e non è nemmeno detto. In L'eterno antisemita, Henryk Broder cita uno psichiatra israeliano, Zvi Rex, che offre una spiegazione apparentemente paradossale e grottesca del rancore e del risentimento occidentale contro gli ebrei noto come "antisemitismo secondario": «I tedeschi non perdoneranno mai gli ebrei per Auschwitz». Qui i tedeschi non c'entrano niente, ma su certi intellettuali da appello meglio non scommettere.
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Messaggio da mr-shadow »

In linea di massima concordo, ottima analisi, ma chi scrive doveva mettere anche il sionismo nella pattumiera della storia. Se dobbiamo lasciarci alle spalle le vecchie ideologie otto-novecentesche nazionaliste non si capisce perché debba fare eccezione il sionismo. Potrà anche essere vero che per molti "l'antisionismo è il nuovo antisemitismo. È una versione aggiornata, ipocrita e politicamente corretta dell'antico pregiudizio antiebraico ben radicato a destra come a sinistra" (basta vedere cosa fanno autonomia a sinistra e forza nuova a destra: le minuscole non sono casuali), ma farsi scudo di queste armate brancaleone di ragazzini ignoranti ed esaltati per difendere le pretese totalitaristiche di una minoranza arricchita di ebrei (perché fino a prova contraria la storia biblica è una raccolta di miti coevi), non rende i fautori del sionismo migliori dei suoi detrattori. Somiglia molti ai pianti che gli ebrei ci ammorbano una volta l'anno nel giorno della memoria (1), quando ti arrivano i Pacifici, i Di Segni, etc, a giustificarsi di ogni nefandezza perché loro hanno sofferto.

(1) Giorno che mi rifiuterò di onorare finché non sarà dedicato alla memoria di tutti i genocidi e non soltanto di una categoria ritenuta evidentemente più meritevole di altre.
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Achille
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Messaggio da Achille »

mr-shadow ha scritto:....quando ti arrivano i Pacifici, i Di Segni, etc, a giustificarsi di ogni nefandezza perché loro hanno sofferto.
Io vorrei capire quali sono le nefandezze. Non so se ti riferisci al fatto che Israele si stia difendendo dall'aggressione terroristica di stampo religioso islamico che mira ad annientare tutti gli Ebrei, o se hai in mente qualcos'altro.
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Solo ora il mondo inorridisce?
Israele combatte contro la stessa mentalità dell’ISIS, ma lo sdegno del mondo è solo contro Israele

Di Justin Amler

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Justin Amler, autore di questo articolo

Il presidente Obama ha detto che il mondo è rimasto inorridito per l’assassinio del giornalista James Foley, decapitato dal gruppo terroristico islamista ISIS. Ha anche detto che il gruppo è un relitto del passato che non ha posto nel XXI secolo. Purtroppo è il presidente Obama che vive fuori dal mondo del XXI secolo.

La realtà è che l’assassinio di James Foley, benché estremamente barbaro e crudele, non è affatto unico. E’ solo uno degli innumerevoli spietati omicidi di persone innocenti perpetrati nella regione da questo genere di terroristi. E non si tratta solo dell’assassinio di uomini adulti. Si tratta anche di donne. E bambini. E neonati. Eppure il presidente Obama dice che ora il mondo è inorridito?

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A Gerusalemme, durante un recente allarme antiaereo

L’amara realtà è che il mondo non è realmente inorridito. Non ci sono cortei per le strade di Parigi o New York o Londra che invochino l’intervento della comunità internazionale. Non ci sono manifestazioni di massa nelle capitali arabe contro questo orrore, con espressioni di furore e bandiere bruciate. E certamente non ci sono riunioni d’emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Per dirla tutta, sebbene la gente abbia sicuramente condannato quell’orribile assassinio davanti alla telecamera, non si può dire che se ne preoccupi come di qualcosa che la riguardi direttamente.

Ed è qui che entra in ballo Israele. Israele sta combattendo contro la stessa mentalità che anima il gruppo ISIS, che qui da noi si fa chiamare Hamas. Una rapida lettura della loro Carta fondamentale rivela immediatamente che gli obiettivi sono gli stessi.

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Mercoledì 20 agosto, il giorno dopo la decapitazione in video dell’ostaggio americano James Foley:
manifestazione anti-israeliana a Manhattan Bridge, New York


Ma mentre l’America ha il lusso di un Oceano Atlantico che la separa da questa gente, Israele non ce l’ha. Ciò che separa Israele da Hamas sono pochi chilometri, talvolta poche centinaia di metri, e la bravura delle Forze di Difesa israeliane. Se Hamas dovesse mai sconfiggere Israele, non è difficile immaginare quale sarebbe il destino delle persone che vi abitano. E non solo degli ebrei, per inciso. Chiaramente anche cristiani e musulmani moderati sarebbero sulla lista.

Eppure, non appena Israele si è difeso contro Hamas, ecco che il mondo è improvvisamente inorridito. Improvvisamente tutto lo sdegno che era rimasto penosamente assente negli anni in cui si consumava la carneficina della guerra civile siriana e l’impetuosa avanzata dei terroristi dell’ISIS, improvvisamente è traboccato da tutto il mondo: ma non a difesa di Israele, bensì contro.

Il mondo ha finalmente ritrovato la voce, e l’indignazione trasuda da tutte le manifestazioni a New York, a Londra a Parigi, nelle capitali arabe: ma non contro le persone che sbraitano di gioia mentre tagliano la testa degli innocenti, bensì contro l’unico paese che lotta in prima linea per la propria stessa sopravvivenza contro un male che, così com’è, non si vedeva dai tempi del nazismo.

Il presidente Obama l’ha quasi detta giusta. Ha detto che il mondo è inorridito. In realtà avrebbe dovuto dire che il mondo, talvolta, fa inorridire.

(Da: Times of Israel, 21.8.14)

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Come funziona la "giustizia" di Hamas

http://www.ynetnews.com/articles/0,7340 ... 96,00.html" onclick="window.open(this.href);return false;

"Giustiziate" pubblicamente ieri 18 persone accusate di collaborare con Israele.

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I boia di Hamas

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La folla che assiste all'esecuzione pubblica.

Perché qualche manifestante nostrano non va nella striscia di Gaza a dire solo una parola contro la politica terroristica di hamas?
Farebbe la fine di questi poveri disgraziati: ammazzati in piazza davanti ad una folla festante.
Nulla del genere accade in tutto il mondo civile.
E se accade di solito si leva qualche voce di protesta.
Dove sono le proteste per questi crimini?
Dove sono i manifestanti subito pronti a dare addosso ad Israele ma assolutamente assenti quando accadono fatti come questi?
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Antisemitismo di massa

Messaggio da Achille »

In 2 giorni Hamas ha colpito un asilo israeliano con un razzo, un ferito grave, colpito una sinagoga, tre feriti, colpito una casa, un bimbo di 4 anni ucciso, e ha fucilato in pubblico una trentina di Palestinesi senza processo...come mai non sento nessun pacifinto che gridi "boycott Hamas"?
La risposta è: antisemitismo di massa

Stati Uniti, ONU, Europa e persino il Vaticano, hanno condannato senza remore la carneficina barbarica a cui stiamo assistendo in Iraq.
Perché allora lo stesso criterio di valutazione non è adottato nei confronti di Hamas? dalla Striscia di Gaza partono ogni giorno attacchi nei confronti di milioni di cittadini israeliani inermi; l'organizzazione terroristica ha affermato a chiare lettere nel suo statuto di voler uccidere tutti gli ebrei a portata di tiro, e non ha esitato nell'utilizzare donne e bambini, come macabro scudo umano che ponesse loro al riparo dalle operazioni militari israeliane. La popolazione palestinese è ogni giorno vessata, intimidita, minacciata dagli integralisti islamici. A Gaza le libertà civili sono negate, libere elezioni non si tengono da anni, gli omosessuali sono impiccati e le minoranze religiose residue vivono nel terrore.
Grottesco come il mondo civile chieda a Gerusalemme di deporre le armi, rinunciando a difendere la popolazione civile dagli attacchi di Hamas; e allo stesso tempo chieda che l'ISIS sia messa in condizioni di non nuocere alla popolazione civile di Iraq e Siria. Dopotutto, entrambe le formazioni islamiche sono sunnite, sebbene Hamas sia sostenuta finaziariamente dall'Iran sciita, e l'ISIS dal Qatar sunnita.
Coma mai? Anche qui la risposta è antisemitismo di massa.

La scorsa settimana il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha adottato all'unanimità una risoluzione che condanna l'ISIS per il «diffuso e sistamatico abuso dei diritti umani»; ma non ha trovato il tempo e il modo di emettere analoga risoluzione di condanna per il triplice crimine di guerra di Hamas: che attacca deliberatamente i civili, sferra i suoi attacchi da aree abitate, e usa i palestinesi come scudo umano. Non c'è da aspettarsi che nessuno faccia presente che la Convenzione di Ginevra assegna la responsabilità per le sorti degli scudi umani, interamente su chi se ne serve.
Coma mai? Antisemitismo di massa anche qui.

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Messaggio da Achille »

Interessante sito:

http://storiadisraele.blogspot.it/" onclick="window.open(this.href);return false;

Nel menù a destra ci sono i link a varie pagine, in ordine cronologico.
Per esempio:

http://storiadisraele.blogspot.it/2010/ ... zista.html" onclick="window.open(this.href);return false;

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deliverance1979
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Messaggio da deliverance1979 »

Achille Lorenzi ha scritto:Stati Uniti, ONU, Europa e persino il Vaticano, hanno condannato senza remore la carneficina barbarica a cui stiamo assistendo in Iraq.
E Teoricamente se fossero vere le voci di attacchi mirati tramite aerei ed unità speciali in Siria, significa che gli Americani indirettamente stanno aiutando il regime di Hassad che avevano condannato.... :fronte:
Purtroppo anche gli americani fanno dei pastrocchi abnormi....
Le primavere arabe hanno si tolto di mezzo molti tiranni e dittatori, ma tutti questi paesi alla fine hanno fatto la fine di Roma con l'assassinio di Giulio Cesare (il paragone è orrendo lo so), ovvero non avendo alternative politiche rispetto al dittatore appena eliminato, hanno iniziato una serie di guerre intestine che poi sono sfociate in anarchia e guerre civili...

Il problema è poi nel fondamentalismo islamico, che di per se in questi casi è un potente catalizzatore, perchè ha degli obiettivi ambiziosi ed una visione politica, un pò come il nazionalismo e gli estremismi politici di destra o di sinistra.

Israele questo lo sa bene, perchè per primo ha dovuto arginare con prontezza e risolutezza la marea crescente di fondamentalismo islamico.
« Senza aver visto la Cappella Sistina non è possibile formare un'idea apprezzabile di cosa un uomo solo sia in grado di ottenere. »
Johann Wolfgang von Goethe

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Messaggio da Achille »

Io trovo GRANDE questa donna.
Leggete fino in fondo questo suo straordinario articolo.
........................

Il Premio Nobel per la Pace a Israele
Commento di Deborah Fait

Quando George Galloway, quel politico inglese rosso di capelli e nero d’anima, ha dichiarato Bradford, la città di cui è sindaco, Israel-free, mi è venuta la pelle d’oca e, come sempre mi accade, in casi di ingiustizia e odio contro Israele, avrei voluto averlo davanti per fargli sapere quello che pensavo di lui come essere umano.
Galloway non è nuovo a queste uscite, è uno dei peggiori odiatori di Israele in Inghilterra, sostenuto dalle più fanatiche organizzazioni antisemite e dirigente di Viva Palestina. Il suo discorso demenziale è culminato con queste parole :

” Non vogliamo merci israeliane. Non vogliamo i servizi israeliani. Non vogliamo accademici israeliani a parlare nelle nostre università o college. Non vogliamo eventuali turisti israeliani. Noi rifiutiamo questo illegale, barbaro, stato selvaggio che si chiama Israele”.

Non aveva nemmeno finito di dirlo che un gruppo di israeliani ridenti, con l’Ambasciatore di Israele a Londra, sono andati sotto il cartello che porta il nome di Bradford, alle porte della città, sventolando bandiere israeliane e distribuendo ai cittadini attoniti snack made in Israel. Questo è solo un piccolo esempio di come Israele sia odiato nel mondo a tutti i livelli sociali, dalla marmaglia nazifascista e nazicomunista filoislamica, ai politici, agli accademici che mandano ai governi lettere in cui chiedono il boicottaggio totale di Israele.

A tutto questo odio che arriva dall’Europa, alla guerra che incombe, al terrore dei missili, alla disinformazione inetta fatta da persone senza coscienza, gli israeliani, spesso con le lacrime agli occhi e il sorriso sulle labbra, reagiscono dicendo la frase che può essere il leit-motiv di questa Nazione: “Hiyè beseder”, andrà tutto bene.
Dal giorno della fondazione dello Stato, Israele non ha avuto un solo giorno di vera pace, guerre con i vicini arabi, guerre combattute disperatamente con la consapevolezza che, perderne una soltanto, significava la distruzione totale del Paese. Quante guerre con le nazioni arabe? Quante guerre ha fatto Israele quando ancora non aveva armi e anche quando riusciva a comprarle e a pagarle se le vedeva negate?
Lo fece la Francia, avevamo pagato dei sottomarini ma poi De Gaulle decise per l’embargo e non volle consegnaceli, allora siamo andati a “rubarceli”, erano nostri, li avevamo pagati , e che cavolo! La noia stupida dell’odio contro l’inventiva dovuta alla inestinguibile voglia di vivere. Israele ha combattuto contro eserciti regolari arabi, armati fino ai denti (come diceva il caro Montanelli), 4 guerre. Ha combattuto il terrorismo un numero infinito di volte, praticamente senza sosta, ha combattuto contro due Intifade che portavano dentro il paese terroristi disposti a tutto pur di ammazzare quanti più ebrei possibile. Ogni cittadino di Israele sa che deve avvisare la polizia ad ogni sacchetto abbandonato, ormai tutti sanno dove correre, il più in fretta possibile, quando ci arrivano in testa i missili, ogni genitore di Israele sa che potrebbe perdere i propri figli quando, a 18 anni, andranno a servire l’esercito. Durante la guerra con Saddam Hussein ai genitori dei neonati veniva regalata una culla antigas, al posto di talco e cremine.

Adesso Israele è di nuovo in guerra contro Hamas, una delle organizzazioni terroristiche peggiori del mondo, alleata di:
- -Hezbollah - Boko Haram - Al-Shabaab - Abu Sayyaf - Ansar al-Sharia - Islamic Jihad (IJ) - Moslem Brotherhood - Jabhat al-Nusra (JN) - Free Syrian Army (FSA) - The Islamic State (IS) - The Islamic Front (IF) - Hizb ut-Tahrir al-Islami - Islamic State of Iraq and Syria (ISIS) - Islamic State of Iraq and the Levant (ISIL) - Sawla al iraq al islamiyyah al-Dawlah al-ʾIslāmiyyah fī al-ʿIrāq wal-Shām (DAESH / DAASH)

Eppure l’unica organizzazione terroristica che il mondo ama, difende, rispetta è Hamas. Come mai?
Come mai la barbarie dei palestinesi viene accettata come normale “guerriglia”, come mai la marmaglia di cui parlavo prima non manifesta contro le esecuzioni pubbliche, senza processo, con uomini incappucciati e fucilati in piazza , a Gaza, davanti alla popolazione esultante?
Come mai gli intellettuali di tutti i paesi europei e americani hanno l’ossessione di Israele e non scrivono mai una parola contro l’orrore di Hamas , dell’ISIS, di Boko Aram?
Come mai le aggressioni, senza provocazione, dei palestinesi contro la popolazione civile di Israele vengono sempre giustificate e quando Israele risponde si alzano al cielo urla di odio?
Come mai nessuno ha mai chiesto ai palestinesi conto dei miliardi ricevuti di regalo e spesi in armi anzichè in strutture per migliorare il livello di vita della popolazione?
Come mai nessuno urla contro Hamastan che ha reso la vita dei palestinesi un inferno?
Come mai nessuno si indigna che sulle Karte costituzionali di Hamas e dell’OLP/Fatah sia prevista la distruzione dello Stato di Israele?
Come mai questo orrore viene accettato come normale? In 40 giorni 4000 missili sono caduti su Israele da Gaza fino al nord del Paese. Eppure in Israele abbiamo avuto manifestazioni per la pace, Shalom, mai per la guerra, al contrario dei palestinesi che invadevano strade e piazze delle loro città in Cisgiordania urlando A MORTE GLI EBREI. Civiltà contro barbarie, vita contro morte, gioia di vivere contro l’odio che chiama morte e martirio. I
eri, dopo aver rotto la tregua per l’undicesima volta, con quasi 400 missili contro Israele, hanno ammazzato un bambino di 4 anni, i genitori non avevano fatto in tempo a correre nel rifugio, avevano meno di 10 secondi di tempo. Provateci !
Eppure gli israeliani continuano a vivere, a ridere, escono nonostante le sirene, (uscivano a vivere anche quando saltavano autobus e ristoranti), guardano il cielo in attesa che Iron Dome, la nostra salvezza, colpisca il missile in caduta libera, in base alla teoria di Hamastan del ndò cojo cojo pur di seminare il terrore e con la possibilità che sti ebrei muoiano una buona volta.
Muoiano i civili, muoiano i bambini di Israele mentre altri poco più che bambini, che spesso non hanno più di 18 anni, difendono il Paese sacrificando la loro gioventù e spesso, la loro vita.
Questo accade da 70 anni. Generazione dopo generazione.
Il Popolo di Israele è il Popolo più perseguitato della terra, quello perseguitato più a lungo, più di 2000 anni, quello perseguitato per ogni motivo, anche il più cretino.Il popolo di Israele ha sopportato, senza mai pensare alla vendetta, secoli di pogrom, di morti violente, di roghi dell’Inquisizione, di fughe disperate, di atti di fede, convertirsi o morire, perseguitato da tutti, dai ricchi perchè gli ebrei erano poveri, dai poveri percè gli ebrei erano ricchi, dai comunisti perchè gli ebrei erano fascisti, dai fascisti percè gli ebrei erano comunisti. Dal genere umano perchè considerati non-uomini. Dalla Chiesa che doveva avere un capro espiatorio per fare proseliti e cosa fu meglio di un’accusa di deicidio!
In nome di questa accusa furono ammazzati, secondo l’Università Pontificia di Montecassino, 10 milioni di ebrei nei duemila anni precedenti la Shoà.

Finalmente il ritorno in Erez, finalmente poter vivere liberi nel proprio Paese, finalmente Israele! E da quel momento ha inizio la tragedia degli ebrei diventati israeliani. Settanta anni di guerre per la nostra distruzione. Decenni di terrorismo per gettarci in mare. Il -Tornate in Polonia- aveva sostituito l’urlo degli europei –Tornate in Palestina-. Eppure Israele è andato avanti, pur dovendo avere sempre il fucile in spalla è diventato uno dei paesi più progrediti dell’Occidente, una grande democrazia, l’unica in Medioriente. Israele è secondo solo agli USA per la ricerca scientifica, per la ricerca tecnologica. Israele ha sostituito ogni pietra, ogni sasso, ogni granello di sabbia in verde, in fiori, in alberi, in coltivazioni. Israele ha costruito città , villaggi, kibbuz, dal nulla assoluto, sudando sangue e molto spesso, troppo spesso, cadendo nel suo stesso sangue per mano degli arabi.
La nostra Dichiarazione di indipendenza chiede agli arabi di vivere in pace, insieme, e progredire insieme. Gli arabi hanno risposto con le armi e la morte. Israele, quando può evitare la guerra, risponde con grandi manifestazioni per la pace, canta per la pace, non esiste canzone dell’esercito che non parli di Shalom.
A Gaza, Ramallah, rispondono urlando Iftach Yahud, morte agli ebrei. Gli israeliani stanno pagando, senza mai protestare, i conti dei palestinesi tra cui 1 miliardo e 500 milioni di elettricità mai pagata. Durante il periodo degli attentati, quasi nell’immediato, scomparivano sangue , vetri rotti, i corpi senza vita venivano immediatamente portati via e nascosti agli occhi del pubblico. E si ricominciava a vivere e a a lavorare il giorno dopo, il cuore gonfio , l’animo ferito, la disperazione ma si ricominciava.
I palestinesi e gli europei bruciano le nostra bandiere, boicottano i nostri prodotti ( meno quelli , molti medicinali scoperti dagli scienziati israeliani, che gli permettono di vivere; meno i prodotti israeliani della tecnologia che gli permettono di usare computer , cellulari ecc.) , rifiutano di riconoscerci come Nazione legittima, rifiutano di riconoscere il nostro diritto ad esistere, taroccano la Storia, mentono, tentano di sterminarci, ci vietano di pregare nel nostro luogo santo più importante, il Monte del Tempio. Il nome del nostro Paese viene infangato. Israele disprezzato, umiliato, sempre condannato, aggredito, odiato. " onclick="window.open(this.href);return false; http://www.rightsreporter.org/forums/to ... onosciuto/" onclick="window.open(this.href);return false; Eppure, nonostante tutto questo male riversato contro di loro, l’esercito israeliano è il più etico del mondo, il più pietoso, il più umano. Non esiste altro esercito che avvisi i propri nemici di mettersi in salvo, non esiste altro esercito che preferisca “perdere” una guerra contro il terrorismo pur di contenere il numero di vittime tra i civili innocenti che i terroristi, loro fratelli, usano come scudi umani mettendo le loro stesse famiglie, con mogli e bambini, sotto il fuoco per essere uccisi, è questo L’orrore della barbarie palestinese di Hamas, come di Fatah e OLP, rami di un unico albero marcio, pieno di odio.
Il Popolo di Israele, nonostante il passato di dolore, un destino infelice, un presente di estrema sofferenza, il futuro incerto sotto la minaccia della distruzione e del crollo economico grazie al boicottaggio planetario che ci colpisce, è un popolo ottimista e paziente, che ama la vita.
Gli israeliani sono tra i popoli più felici del mondo. Sembra strano ma è così e chi viene a visitare il Paese lo capisce, capisce l’anima mai doma e mai rassegnata, la voglia di fare, lavorare, amare, gioire come se ogni giorno fosse l’ultimo. Gli ebrei sapevano trovare la gioia anche sotto le persecuzioni in Europa, strano fenomeno ma vero. Il saper ridere di se stessi e delle proprie disgrazie, l’ironia che non manca mai, hanno creato grandi attori, grandi comici, scrittori, artisti e una letteratura interminale di Witz (chiamiamole barzellete ebraiche) sui propri difetti e sulle infinite persecuzioni patite trovando lo spunto per la risata anche in questo. Raccontava il rimpianto Robin Williams : "Una volta partecipai a un talk show tedesco e una donna mi chiese perché, secondo me, in Germania non ci fossero molti film commedia. Io le risposi: -Ti è mai passato per la mente che voi tedeschi avete ucciso tutte le persone che facevano divertire la gente?" I
l Popolo di Israele ha creato cultura, musica, arte, scienza in un’ Europa che lo massacrava da secoli. Il Popolo di Israele, tornato in Erez, ha saputo elaborare le proprie disgrazie trasformando la paura in coraggio, la disperazione in gioia, la tristezza in lavoro, la povertà in benessere, l’odio degli altri in un commovente amore per il proprio Paese. Ha trasformato le ingiustizie in dignità. La rabbia in ironia. Ha saputo cambiare il proprio destino di perseguitati della terra in un’ esplosione di orgoglio, di successi, rendendo il proprio paese da distesa desolata e pietrosa in una bellezza meravigliosa. Il Popolo di Israele ha saputo incanalare la propria innata natura pacifica nella formazione di un esercito del Popolo fatto di figli e figlie, di ragazzi e ragazze adorati da tutti, soldati per tre anni della loro giovane vita per difendere, solo per difendere il proprio Paese.
Il Popolo di Israele contrappone alle menzogne che arabi e europei raccontano sulla sua Storia, un unica frase che smentisce tutto e che da 2000 anni è sempre la stessa “ L’anno prossimo a Gerusalemme”.
Per la sua sofferenza millenaria e per il coraggio quasi sovrumano, per la sua bontà d’animo pur vivendo in una regione dove incombe il nero delle bandiere dell’odio, per la sua perseveranza, per sapersi mantenere democratico, per saper reagire postivamente alla propria demonizzazione mentre i suoi persecutori non dicono mezza parola di condanna contro i tagliagole, per Il suo coraggio, per il suo vero pacifismo, non quello dell’odio, per quella che è inesauribile voglia di PACE SHALOM, per la sua gioia di vivere, pur nella disperazione e nel pericolo, nelle guerre e nel terrorismo,per tutte questi valori e qualità che sono un esempio per le altre nazioni, per il suo essere l’ultimo baluardo di civiltà e di difesa per l’Occidente.....per il suo essere Israele...

Per tutto questo io chiedo venga riconosciuto a questo Paese, Luce tra le Nazioni, il premio Nobel per la Pace.

Deborah Fait

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Pegaso
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Messaggio da Pegaso »

Grande davvero
Grazie Achille :sorriso:
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Messaggio da mr-shadow »

Figurarsi... Il nobel per la pace lo vendono un tanto al chilo, hanno avuto il coraggio di darlo a Bush ...

---

Il pacifinto
Roberto Cozzolino (29 luglio 2014)

Con tale recente neologismo -in un'accezione ormai saldamente consolidata- va inteso non colui che vuole la pace -da indicare correttamente col termine di "pacifista"-, ma colui che invoca verbalmente la pace «a tutti i costi», proponendo, per raggiungerla, soluzioni che sovente recano vantaggio ad una sola delle parti in conflitto; la differenza, al di là di un'analisi superficiale, non è di quelle che possano passare inosservate, richiedendo pertanto alcune necessarie puntualizzazioni.

Chi infatti vuole veramente la pace -ovvero il "pacifista"- sa benissimo che tale obbiettivo non si raggiunge necessariamente ed univocamente rinunciando alla lotta, quanto piuttosto combattendo per l'affermazione di una serie di condizioni in grado di garantire, appunto, la pacifica convivenza; la quale, priva di giustizia, risulta apparente, momentanea e duratura solo fino a quando non mutino i rapporti di forza; a tale proposito è arcinoto il motto latino -mai sconfessato dai fatti- che recita: «Si vis pacem, para bellum», come è altrettanto noto che un popolo che non assuma la determinazione di portare armi proprie è fatalmente destinato a portare quelle altrui (vedi il caso della colonia Italia, ridotta a base nordamericana nel Mediterraneo).

L'azione del pacifinto, il cui operato risulta oggettivamente di supporto alle politiche aggressive dei fautori del Nuovo Ordine Mondiale, si esplica a tutto raggio nelle situazioni di attrito insanabile in cui siano presenti elementi, veri o presunti, d'ingiustizia; tali da determinare un contenzioso che i sedicenti organismi di diritto internazionale, teoricamente preposti ad agire con imparzialità, ma agenti sempre e solo in sintonia con gli interessi degli imperialismi che dettano legge al loro interno indirizzandone l'azione, non riescono a -o, più spesso, non vogliono- dirimere; ed è tale aspetto della questione che tenteremo di analizzare sommariamente.

Natura del pacifinto - Il pacifinto può essere un perfetto idiota, credulo assertore delle verità preconfezionate da giornali e televisione di regime, od anche consapevole agente prezzolato dal potere (giornalista, politico, opinionista). In entrambi i casi, consciamente o meno, serve la stessa causa.

Collocazione politica del pacifinto - Nella topografia parlamentare il pacifinto è eminentemente trasversale, spaziando dalla destra alla sinistra, pur trovando il suo habitat naturale nel centro. Questo si spiega soprattutto con l'attuale appiattimento ideologico che ha di fatto azzerato le differenze tra gli opposti, in una situazione in cui tutti dicono fondamentalmente le stesse cose facendo finta di litigare.

Campo d'azione del pacifintismo - L'attività del pacifinto si esplica ovviamente soprattutto laddove sono in essere situazioni conflittuali determinate e gestite dai gendarmi del mondo. In ottemperanza alla sua prassi consolidata il pacifinto non propone soluzioni che rimuovano la cause del conflitto, ma fedele al suo assunto della «pace a tutti i costi» rimastica le logore argomentazioni suggeritegli dell'imbonimento mediatico, ripetendo pappagallescamente le imbeccate della disinformazione di massa.

Doppiopesismo del pacifinto - La morale del pacifinto è doppia -quando non addirittura capovolta-, trattandosi di figura tipica di un mondo orwelliano e pertanto avvezza all'esercizio del bispensiero; in base al quale è, ad esempio, esecrabile la condanna a morte -decretata e mai avvenuta, ma contestata con massicce e prolungate campagne di "sensibilizzazione"- di un'uxoricida iraniana, ma accettabile l'esecuzione -eseguita nel complice silenzio di tutti- di un'altra contemporanea uxoricida nordamericana; sono "dittatori" i capi di stato eletti con maggioranze plebiscitarie e risultano, invece, legittimi governanti individui saliti al potere grazie all'appoggio violento di una minoranza terroristica; i referendum sono la massima espressione di democrazia ma vanno impediti -qualora si tema un risultato sfavorevole ai propri desiderata- o contestati come "illegittimi", se tale risultato non è gradito; il razzismo è un'ideologia da condannare senza appello, ma si ritiene democratico un regime che del razzismo fa uno dei suoi pilastri fondanti; i regimi laici sono di gran lunga preferibili agli stati teocratici, però si riportano all'età della pietra Iraq e Libia e si cerca di fare lo stesso con la Siria, mentre si tollerano le petromonarchie feudali ed il sionismo talmudico; il terrorismo è da rifiutare con veemenza, a meno che i terroristi non siano sul libro paga degli USA, di Israele e dei loro alleati; le società democratiche devono essere accoglienti e multirazziali, tranne lo Stato ebraico dove, a parte i residui autoctoni, hanno diritto di accoglienza solo i circoncisi; le risoluzioni delle Nazioni Unite vanno rispettate, altrimenti bisogna intervenire con la forza, a meno che chi non le rispetta non sia Israele, cui tutto è concesso.

La neolingua del pacifinto - Per trasmettere i propri indimostrati ed indimostrabili assiomi il pacifinto ricorre sovente alla "neolingua", il mezzo più efficace per veicolare bugie, in quanto la sottrazione di verità viene operata aprioristicamente, con l'uso di termini impropri che rendono vana una successiva dimostrazione di quanto affermato, essendo l'affermazione stessa autoreferenziale attraverso questo subdolo espediente. Offriamo una panoramica di alcuni tra i più abusati: "patriota = terrorista"; "invasore = esportatore di democrazia"; "genocidio = guerra"; "antisionista = antisemita"; "occupante = pacifico colono"; "neonazista ucraino = patriota ucraino"; "tagliagole islamico = ribelle".

Espressioni di uso corrente del pacifinto - Diamo di seguito, per finire, una panoramica, sicuramente incompleta, delle espressioni più ricorrenti del pacifinto, con le quali è solito infarcire i suoi discorsi nell'intento di puntellare le sue vacillanti tesi:

«Gli americani, però, ci hanno liberato»;
«Israele è la più grande democrazia del medio oriente»;
«Israele deve garantire la sicurezza dei suoi confini»;
«È prioritario ribadire il diritto dello stato d'Israele ad esistere»;
«Hamas ed Hebzollah sono organizzazioni terroristiche»;
«Assad comunque è un dittatore»;
«Gheddafi comunque era un dittatore»;
«Né con Assad né con i ribelli…»;

Sosteniamo pertanto che, per quanto eretico possa apparire nel mondo attuale, noi crediamo che tutti i popoli abbiano il diritto di lottare con ogni mezzo per la propria indipendenza ed autodeterminazione e che il pacifismo -meta verso la quale tutti gli uomini di buona volontà devono tendere- sia auspicabile sempre, ma possibile solo in assenza di velleità imperialiste e colonizzatrici; i popoli che sopportano sul proprio collo il democratico tallone dei "liberatori" non possono accettare questo tipo di pace; perché, lo ribadiamo, senza giustizia non c'è pace, ma solo pacifintismo.
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