La verità sul medio oriente, oltre la propaganda antisemita

Per discutere di temi ed argomenti di vario genere.

Moderatore: Quixote

Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16426
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

Messaggio da Achille »

cercaverità ha scritto:La Malesia è anche quella nazione che proibisce di usare la parola Dio alle minoranze non mussulmane. Poi c'è gente che continua a dire che la religione islamica è tollerante. Come no! Quando sono in minoranza, poi quando diventano la maggioranza cominciano i dolori. :test:
E già si cominciano a vederne dei segnali davvero inquietanti:

http://www.rightsreporter.org/isil-un-p ... deo-shock/" onclick="window.open(this.href);return false;

Come si possono tollerare simili manifestazioni?
Va bene la libertà di espressione, ma questi sono peggio dei nazisti!
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
mr-shadow

Messaggio da mr-shadow »

Come si possono tollerare simili manifestazioni?
Che non lo sai? Una sola parola contro e subito sei razzista, squadrista, nazista, fascista (scegli la definizione che ti piace...).
Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16426
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

Messaggio da Achille »

Achille Lorenzi ha scritto:
Il BBCode [youtube2] viene disattivato in quanto non più necessario per incorporare i filmati di YouTube. URL del filmato: http://youtu.be/ax-Jk2iJL0k


Da notare l'odio di questi bambini, la continua provocazione verso i soldati, che rimangono impassibili e sorridenti.
Poi, se per caso qualcuno tocca questi bambini, indottrinati sin dalla nascita al "martirio", pubblicano foto dove si accusano i soldati israeliani di maltrattare i bambini palestinesi.
E' accaduto. La bambina di questa foto è la stessa che si vede nel video:

Immagine
Altri particolari su questa foto "usata" come propaganda per far credere che i soldati israeliani hanno matrattato i bambini si possono trovare qui:

https://translate.googleusercontent.com ... ofJ-xFVsqQ" onclick="window.open(this.href);return false;

E qui: https://translate.google.it/translate?h ... -ante.html" onclick="window.open(this.href);return false;

(traduzione automatica).
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16426
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

Messaggio da Achille »

Dalla pagina facebook di Progetto Dreyfus ( https://www.facebook.com/ProgettoDreyfus" onclick="window.open(this.href);return false; )

L'ENNESIMO CASO DI ANTISEMITISMO ITALIANO

I media ancora non ne parlano ma la città di Torino è ormai imbrattata da questo volantino vergognoso che confonde volutamente ancora una volta quanto accade tra Israele e Hamas con l'ebraismo della diaspora. In questa occasione la firma è di un fantomatico "Collettivo Boycott Israel".

Avevamo dato già dato visibilità a quello realizzato da Militia a Roma qualche giorno fa, ma concedere spazio a questi personaggi imbarazzanti significa anche dargli la notorietà che nessuno gli avrebbe concesso. Meglio lasciare che le forze dell'ordine facciano il proprio dovere e consegnino alla giustizia questi vigliacchi antisemiti.

La nostra totale solidarietà va alla Comunita ebraica di Torino e al suo nuovo Rabbino Capo Ariel Di Porto.

Immagine
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
Avatar utente
Verdemare
Utente Master
Messaggi: 3695
Iscritto il: 14/01/2012, 9:11
Contatta:

Come poteva diventare Gaza, invece.......

Messaggio da Verdemare »

http://www.thepostinternazionale.it/mon ... terrorismo" onclick="window.open(this.href);return false;
Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16426
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

Messaggio da Achille »

Verdemare ha scritto: http://www.thepostinternazionale.it/mon ... terrorismo" onclick="window.open(this.href);return false;
Davvero interessante questo articolo: Gaza potrebbe essere un paradiso se chi la governa pensasse al bene della gente anziché a fare attentati terroristici.
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16426
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

Messaggio da Achille »

Chi ammazza i bambini e perché
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

http://www.informazionecorretta.com/mai ... 0&id=54850" onclick="window.open(this.href);return false;

Immagine
La calunnia del sangue: gli ebrei falsamente accusati dell'uccisione di William di Norwich, 1144
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16426
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

Messaggio da Achille »

La bufala dell’occupazione di Gaza
Coloro che sostengono che Gaza è ancora occupata dopo il 2005 minano alla base la soluzione a due Stati

http://www.israele.net/la-bufala-delloc ... ne-di-gaza" onclick="window.open(this.href);return false;

Immagine

Avevano progettato di colpire Israele con migliaia di missili e centinaia di attacchi dai tunnel
- ma “Cupola di ferro” ha funzionato!
– e Israele sta contrattaccando con tutta la sua forza…
– cosa per la quale evidentemente deve scusarsi
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
mr-shadow

Messaggio da mr-shadow »

Al solito gli ebrei sionisti se la cantano e se la sonano a modo loro.
In secondo luogo, un’occupazione militare di Gaza – in quanto distinta da insediamenti civili – sarebbe del tutto giustificata per una questione sia di diritto che il buon senso poiché Hamas, che controlla la striscia di Gaza, è apertamente in guerra contro Israele e ha ripetutamente rifiutato l’idea stessa di fare la pace con lo stato nazionale del popolo ebraico.
Ma guarda caso nessuno accetta di condizionare la pace al riconoscimento dello "stato nazionale del popolo ebraico". Nemmeno l'ANP. E questo perché Israele rifiuta le necessarie garanzie che a tale riconoscimento non segua la fase 2 di questa operazione, ovvero l'occupazione progressiva di tutto il territorio. Per quanto possa non piacere è questo il punto della discordia che non consente la stesura di un trattato nemmeno con le forze arabe disposte a un reciproco riconoscimento. Israele non vuole mettere sul tavolo della trattativa un preciso impegno anti-sionista. Non vuole (diciamo pure politicamente non può), garantire che dopo la proclamazione dello stato nazionale non si proceda al programma di graduale isolamento degli arabi in modo da metterli in condizione di emigrare e consentire l'occupazione di tutto il territorio.
mr-shadow

Messaggio da mr-shadow »

http://www.cpeurasia.org/?read=24072" onclick="window.open(this.href);return false;

Fascisti paradossali al servizio di Israele

La storia del secondo dopoguerra è feconda di incredibili paradossi. Oggi col senno del poi, è facile scorgere il contrasto insito tra Israele e fascismo; non fu così allora per molti fascisti nel turbinio di rancori, stragi e persecuzioni che flagellarono l'Italia dalla cosiddetta "liberazione" in poi. In quelle che furono spudoratamente chiamate "le radiose giornate", scorsero fiumi di sangue; i combattenti della RSI, che dopo il tradimento dei tedeschi di Wolff, furono costretti ad arrendersi, una volta disarmati e incapaci di difendersi, furono vigliaccamente massacrati, spesso ferocemente assieme ai familiari, nella maniera più spietata, mentre le truppe "alleate", che avevano ormai occupato l'Italia intera, lasciavano fare alle bande di "giustizieri" rossi il "lavoro sporco" di liberare i nuovi padroni atlantici dagli oppositori più ideologizzati e recalcitranti all'oppressione in corso.
In questo clima persecutorio e terroristico, mentre ignobili Corti d'Assise Straordinarie stravolgevano il diritto irrogando un'alluvione di pene capitali, ergastoli e altre gravissime pene, chi riuscì a scampare alla mattanza migrò a sud. Roma pullulava di sbandati, molti fascisti, condannati in contumacia a morte o ad altre gravissime pene, costretti alla latitanza, si rifugiarono, quando possibile in casa di parenti, di camerati o simpatizzanti, o più spesso, in qualche convento ospitale, anche per sfuggire alle bande semiclandestine di assassini rossi organizzati che terrorizzavano il centro-nord. Roma e Napoli ne accolsero molti, altri furono aiutati ad emigrare dal Movimento Italiano Femminile Fede e Famiglia (MIF).
Ma purtroppo parecchi cascarono nella rete della Legione Straniera, che negli anni 1945-46 aveva predisposto, proprio a Roma una sede di reclutamento, avendone valutato sciacallescamente l'opportunità. Mario Tedeschi [1] ha affermato che mediamente partivano cento italiani arruolati alla settimana, fino a tutto il 1946, per una maledetta ferma di cinque anni nelle colonie francesi.
Qualche altro, però, fu arruolato perfino dal nascente stato di Israele; si tratta della storia paradossale di ex combattenti della RSI che crederono di continuare a contrastare spasmodicamente ancora un volta la Gran Bretagna, la quale deteneva il mandato sulla Palestina e si era impegnata a contenere l'immigrazione degli ebrei. Non era facile capire, allora, che l'artificioso patriottismo su basi bibliche degli ebrei comportava, invece in effetti, una cinica manovra del Sionismo internazionale per costituire un caposaldo avanzato in Medio Oriente. Non s'indovinavano i retroscena; chi amava ancora la propria Patria era spinto istintivamente a simpatizzare per chi mostrava un "patriottismo" tanto acceso.
C'era bisogno di audaci comandanti sulle piccole navi che violavano il blocco inglese per fare sbarcare clandestinamente tanti nuovi coloni nella pretestuosamente rievocata "Terra Promessa", e c'era bisogno anche di istruttori per i reparti di assalto di terra e della nascente marina israeliana. Fu mobilitato il "Mossad" il servizio segreto israeliano.
Nell'aprile del 1948, a Trento, Alcide De Gasperi aveva ricevuto riservatamente Ada Sereni, agente di punta del Mossad, la quale gli aveva chiesto di chiudere un occhio sul traffico d'armi dall'Italia verso la Palestina ebraica e sull'attività di contrasto che il Mossad aveva in corso contro l'analogo traffico verso i Paesi arabi. Appena qualche giorno dopo, il 10 aprile, venne affondata la nave italiana di piccolo tonnellaggio "Lino", salpata da Fiume e diretta ufficialmente a Molfetta, per proseguire verso destinazione rimasta ignota. Uno dei tanti misteriosi episodi delle operazioni clandestine del Mossad in Italia e dintorni. Ci fu anche uno spettacolare attentato dinamitardo all'ambasciata britannica a Roma; l'esplosivo era stato fornito paradossalmente proprio dai fascisti clandestini dei FAR, i Fasci di Azione Rivoluzionaria, in odio agli inglesi.
Gli americani, dirigevano il concerto. Avevano già da tempo cominciato l'opera di disfacimento dell'impero inglese. [2]
A Israele conviene «dare un aiuto discreto» chiariva nel maggio 1948, uno scambio epistolare tra l'ambasciata italiana a Parigi e gli Affari politici del ministero degli Esteri. L'Italia non vorrebbe inimicarsi gli arabi, ma non può trascurare le imposizioni dei sionisti, i veri signori della Terra, come ben capiscono gli impotenti vassalli in Italia.
Il Mossad si muove con prudenza, ma non troppa, sostenuto com'è dalle autorità italiane. Con le quali esistono rapporti informali a vari livelli, attraverso Jehuda Arazi e Ada Sereni, del Mossad, e Raffaele Cantoni, presidente delle Comunità ebraiche italiane: come sempre, ancora oggi tracotantemente, uno stato nello stato.
«L'Italia non deve scoprirsi con gli arabi, ma assumere anche un atteggiamento "non contrastante […] con le aspirazioni dei sionisti», come spiegherà ad agosto l'ampolloso ministro degli Esteri Carlo Sforza all'inflessibile -coi deboli- Randolfo Pacciardi, ringhioso ministro della Difesa, [3] che poteva contare, però, sulle decise simpatie sioniste del capo di Stato maggiore della Marina Franco Maugeri, spudoratamente vantantesi vassallo degli americani.
La Marina israeliana aveva necessità di costituire reparti d'élite, un nucleo di mezzi d'assalto, per tentare di ridurre il gap smisurato con la Marina egiziana. Il Comandante Agostino Calosi, capo del SIS il "Servizio Informazioni e Sicurezza" della Marina italiana non poteva mandare personale in servizio nella Marina. Doveva pescare perciò tra gli ex combattenti. della Decima Mas della RSI. Con essi Calosi, già durante il conflitto -non meravigli troppo- anche allora capo del SIS del "Regno del Sud", aveva tenuto rapporti clandestini attraverso numerosi emissari che avevano passato le linee per prendere contatti con J. V. Borghese. In concomitanza agenti speciali della RSI, in azione al Sud, avevano preso contatto con il Capo del SIS a Roma (testimonianza dell'agente speciale Bartolo Gallitto, del Battaglione "Vega" della Decima). Il 26 aprile 1945 il Comandante Agostino Calosi aveva spedito due ufficiali, validi agenti del SIS, a salvare Junio Valerio Borghese a Milano. Non meravigli troppo quindi il fatto che i rapporti di Calosi con la Decima erano sul piano della cordialità più amichevole.
Nino Buttazzoni, capitano del Genio Navale, Comandante del Battaglione Nuotatori Paracadutisti (NP) della Decima, fu probabilmente uno dei primi ad essere contattato; l'ufficiale, reduce dalla RSI, in latitanza a Roma, dopo essere evaso rocambolescamente il 2 settembre 1945 dal campo di concentramento "alleato" per prigionieri di guerra di Falconara Marittima, ricorda nelle sue memorie: «Gli anni dell'immediato dopoguerra sono pieni d'iniziative anche "non ortodosse". Fra l'altro, vengo invitato a prendere contatto con il centro di coordinamento dei servizi israeliani a Roma. È diretto dalla signora Sereni, con la quale ho un lungo colloquio. È alla ricerca di una persona esperta che assuma l'incarico di organizzare e addestrare alle armi e alla guerriglia i numerosi ebrei provenienti dalle regioni orientali dell'Europa e decisi a raggiungere i territori del Medio oriente per creare una loro nazione. L'incarico mi attira, anche perché significa misurarsi ancora con gli inglesi, decisi a opporsi allo sbarco degli ebrei in Palestina». [4]
Tuttavia Buttazzoni non partì, era impegnato a Roma nella costituzione di un reparto d'élite dell'Esercito Clandestino Anticomunista, braccio armato dei FAR. Suggerì però di «avvicinare vari ufficiali degli NP, sia del Nord, sia del Sud». Alcuni accettarono, tra essi il capitano Geo Calderoni e il sottotenente di vascello Nicola Conte, che avrebbe istruito gli assaltatori subacquei israeliani, mentre come istruttore dei mezzi d'assalto di superficie partì un eroico sottufficiale, il capo di terza classe Fiorenzo Capriotti (uno degli audaci violatori della base navale inglese a Suda, nell'isola di Creta, medaglia d'argento al valor militare, partecipe anche alla tentata violazione della base navale di Malta, ex prigioniero dignitosamente non cooperatore per cinque anni. Aveva aderito pure al MSI, amico e ammiratore di Michelini, aveva fatto parte del Comitato Centrale). Ci ha lasciato un'esaltata e un po' partigiana memoria delle sue avventure (poco obiettiva nei confronti dei palestinesi) nel suo libro: "Diario di un fascista alla corte di Gerusalemme 1948-2002". In questa romanzesca vicenda, però, veramente hanno agito il Mossad, l'Haganah, l'Irgun, De Gasperi, Sforza, Pacciardi, Maugeri e il Comandante Calosi, capo del SIS. Tra tante intricate vicende Capriotti non accenna per nulla alla -pure già feroce- pulizia etnica subita dal popolo palestinese. [5] È la storia paradossale di un "fascista sui generis" che diventa un protagonista dei primi passi dello Stato d'Israele, offrendo così al Sionismo imperante la sua spada e il suo petto, già copertisi di gloria nelle battaglie contro gli inglesi. E "s'innamora", pure, di quegli "ebrei combattenti, disposti a morire per la Patria".
Sotto un nome di battaglia, forse un po' troppo ironico, "mister Katz", profugo rumeno diretto in Palestina, protetto dal Mossad, Capriotti va a Milano, dove Ephraim Ilin, uomo d'affari di origine russa, aveva comprato dalla "Cabi Cattaneo di Guido Cattaneo" sei MTM (Motoscafi Turismo Modificati) velocissimi e manovrieri motoscafi d'assalto con due potenti motori marini "alfaromeo", e un silurotto: efficienti residuati di guerra della Decima Flottiglia Mas. Capriotti li controlla e collauda all'Idroscalo. Poi accuratamente vengono imballati e spediti in Israele.
Lui sbarca ad Haifa in giugno con passaporto falso, fornito dal Mossad: «Neppure mia moglie sapeva dov'ero. Le feci credere di aver accettato un lavoro a Limassol, nell'isola di Cipro».
A Jaffa si costituisce rapidamente, ma accuratamente e in segretezza il primo gruppo mezzi d'assalto della nascente marina. Soldati in parte ignari del mare affluiscono dai kibbutz. I comandanti, però, erano "carismatici, trascinatori", scrive Capriotti, entusiasta.
Durante l'estate l'addestramento si svolge nel lago di Tiberiade. Poi il ritorno a Jaffa, con i MTM ben mimetizzati in una disciplinata colonna autocarrata.
La prima azione di guerra è programmata per il 22 ottobre 1948. Obiettivo l'ammiraglia egiziana "El Emir Farouk", un minaccioso incrociatore alla fonda nel porto di Gaza. Capriotti è impaziente, incapace di starsene inattivo, vorrebbe addirittura partecipare all'azione, ma è italiano. Se fosse catturato ne nascerebbe un incidente diplomatico. E poi, tutto sommato, questi egiziani non sono mica inglesi, lasciamoli agli ebrei!
Quattro barchini MTM, onusti di beneaugurante gloria della Decima, sono issati nella notte sulle navi appoggio per l'avvicinamento al bersaglio.
Gli equipaggi tornano alle 2 del mattino, trionfanti, stravolti dall'orgoglio. Missione compiuta.
Fiorenzo Capriotti rientrò in Italia il 27 ottobre e andò disciplinatamente a rapporto, come se nulla fosse, dal Comandante Agostino Calosi al SIS, nel palazzo del ministero della Marina. Calosi era più che soddisfatto: «… gli americani ci tenevano tanto!».
L'attivissimo sottufficiale di Suda, riciclato in Israele, tornerà nella sua seconda patria nel 1952, dopo aver curato per altri quattro anni, da Lugano, la spedizione di preziosi componenti di sistemi d'arma.
Il 22 ottobre 1992, nell'anniversario della mitizzata azione di Gaza, l'ex violatore di basi navali inglesi è ad Atlit. L'ammiraglio Ami Ayalon, comandante in capo della Marina Israeliana, gli consegna solennemente una pergamena: «Fiorenzo Capriotti, che combatté nella gloriosa Unità d'avanguardia "la Decima Flottiglia MAS" della Marina Italiana nella seconda guerra mondiale; che ci fu di grande aiuto per fondare e addestrare l'unità di Commando della nostra marina, durante la Guerra d'Indipendenza, identificandosi completamente, con devozione e spirito di sacrificio a suo rischio e pericolo. In cambio di questo contributo alla rinascita dello Stato d'Israele gli porgiamo come omaggio il titolo: Comandante ad honorem della Tredicesima Flottiglia».
Nonostante i massacri dei palestinesi e l'asfissiante puzzo sionista di petrolio, il buon Capriotti non è stato il solo italiano ad "innamorarsi" ciecamente, perdutamente, di Israele e del Sionismo; tanti altri entusiasti, assatanati filoisraeliani non hanno ricevuto come lui spocchiose pergamene o vuoti diplomi altisonanti; in compenso, però, a parte la "Chippa" ne hanno tratto enormi, molto concreti vantaggi.
A nostre spese.

Francesco Fatica

note:
[1] M. Tedeschi, "Fascisti dopo Mussolini", L'Arnia, Roma, 1950, p. 90.
[2] Le minute degli incontri di gabinetto, tenutisi a partire dal 1939 fra il Dipartimento di Stato degli USA e il Council on Foreign Relations (CFR), espongono in dettaglio il ruolo degli USA come successori dei britannici nella leadership mondiale «… l'impero britannico, quale è esistito in passato, non tornerà (...) e gli Stati Uniti dovranno prendere il suo posto …»
[3] Ilaria Tremolada, "All'ombra degli arabi. Le relazioni italo-israeliane 1948-1956. Dalla fondazione dello Stato Ebraico alla crisi di Suez", M&B Publishing, Milano, 2003, p. 72.
[4] Nino Buttazzoni, "Solo per la bandiera. I nuotatori paracadutisti della marina", Mursia, Milano, 2002, p. 125.
[5] Chi vuole documentarsi su sessant'anni di pulizia etnica legga il rigoroso e ben informato libro di Antonella Ricciardi, "Palestina, una terra troppo promessa", Controcorrente, Napoli, 2008.
Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16426
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

Messaggio da Achille »

mr-shadow ha scritto:Ma guarda caso nessuno accetta di condizionare la pace al riconoscimento dello "stato nazionale del popolo ebraico". Nemmeno l'ANP. E questo perché Israele rifiuta le necessarie garanzie che a tale riconoscimento non segua la fase 2 di questa operazione, ovvero l'occupazione progressiva di tutto il territorio. Per quanto possa non piacere è questo il punto della discordia che non consente la stesura di un trattato nemmeno con le forze arabe disposte a un reciproco riconoscimento. Israele non vuole mettere sul tavolo della trattativa un preciso impegno anti-sionista. Non vuole (diciamo pure politicamente non può), garantire che dopo la proclamazione dello stato nazionale non si proceda al programma di graduale isolamento degli arabi in modo da metterli in condizione di emigrare e consentire l'occupazione di tutto il territorio.
Lo Stato di Israle non viene riconosciuto dalla controparte araba perché la loro intenzione è quella della distruzione e dell'annientamento di tutti gli Ebrei.
Israele potrebbe impegnarsi in tanti modi, come ha fatto, per esempio, sgomberando completamente la Striscia di Gaza, ma questo non cambierebbe di nulla le intenzioni sterminatrici di questa gente.
Che le intenzioni di Israele siano quelle di isolare gli arabi e di occupare tutto il territorio è un'ipotesi contraddetta dalla realtà dei fatti: basti bensare a tutti gli arabi (centinaia di migliaia) che vivono in Israele e che godono degli stessi diritti di qualsiasi altro cittadino israeliano.

Comunque è davvero terribile vedere come Israele stia assediando il mondo arabo, cercando di isolarlo :triste:

Immagine

Achille
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16426
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

Messaggio da Achille »

Eh già, è un bel problema: missili o preghiere?

http://www.preoccupiedterritory.com/ima ... orshipers/" onclick="window.open(this.href);return false;
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16426
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

“Chi non investe un ebreo con l’auto non è un vero uomo e non appartiene alla Palestina”

Messaggio da Achille »

Intervistato dalla tv libanese Al-Quds lo scorso 30 luglio 2014, il portavoce di Hamas Fawzi Barhoum ha esortato i palestinesi di Cisgiordania e gli arabi israeliani a compiere attentati contro civili israeliani.

Il BBCode [youtube2] viene disattivato in quanto non più necessario per incorporare i filmati di YouTube. URL del filmato: http://youtu.be/Pd5w33h3T7E


Fawzi Barhoum: «Lasciatemi dire forte e chiaro, al nostro popolo in Cisgiordania: non avete delle auto? Non avete delle moto? Non avete dei coltelli? Non avete dei bastoni? Non avete dei bulldozer? Non avete dei camion? Chiunque abbia un coltello, un bastone, un’arma o una macchina e non li usa per travolgere un ebreo o un colono, e non li usa per uccidere decine di sionisti, costui non appartiene alla Palestina. La Palestina dice forte e chiaro: veri uomini sono quelli che vendicano il sangue di Gaza, veri uomini sono quelli che vendicano il sangue della striscia di Gaza. I veri uomini non dormiranno finché non avranno vendicato il sangue di Gaza. Alla nostra gente all’interno della Linea Verde [arabi in Israele] diciamo: è tempo che voi dichiariate una nuova fase di questa lotta. Le considerazioni politiche e sociali non contano nulla. Il sangue e il martirio sono le uniche considerazioni che contano. Il popolo palestinese non ha altra scelta che condurre questa battaglia a Gaza, in Cisgiordania, a Gerusalemme e in tutte le città della Palestina occupata [Israele]». (Da: Memri, 30.7-9.8.14).

E' facile negoziare con questa gente. E' come avere a che fare con i fanatici assassini dell'Isis.
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
mr-shadow

Messaggio da mr-shadow »

Lo Stato di Israle non viene riconosciuto dalla controparte araba perché la loro intenzione è quella della distruzione e dell'annientamento di tutti gli Ebrei.
Ma dato che ci sono parti favorevoli ad una pacifica convivenza in uno stato binazionale basterebbe levarsi dalle @@ estremisti sia arabi che israeliani, per dare voce e potere a chi è davvero disposto a porre termine alle ostilità.
mr-shadow

Messaggio da mr-shadow »

Il Sionismo e il suo Vitello d’Oro -
12/8/2014 http://www.infopal.it/il-sionismo-e-il- ... ello-doro/" onclick="window.open(this.href);return false;

Immagine

“Il sionismo è il padrone di tutti i media del mondo. La voce dell’Ebraismo anti-sionista la si può sentire solo su internet”.

Dino D’Alessandro, ebreo, come ci tiene a sottolineare, e “Fisico razionale”, inizia l’intervista con questa affermazione lapidaria, mentre siamo seduti in un bar di Roma, tra folle di turisti.

“Con questa ennesima strage degli innocenti, Israele sta mettendo in risalto la sconfitta dei media, di tutti quei media che essi si sono ‘comprati’: la gente è stufa di bugie, di manipolazione della verità ed è andata a cercare altri mezzi di informazione – i social network, i siti, le piccole agenzie. Questo esodo di massa del pubblico dai media mainstream alla rete sociale, per attingere informazioni veritiere, è una grande sconfitta di Israele, che non ha più potuto ingannare attraverso giornali e tg compiacenti. L’informazione è esplosa attraverso la rete, subito, con notizie, immagini, video in tempo reale, registrando ogni attacco, ogni strage, ogni bambino ucciso. Questa è la grande differenza tra l’operazione Piombo Fuso, del 2008-2009, e quest’ultima. Con la prima, la realtà emerse dopo; con questa è stata immediata: si è aperta una finestra. E’ nato un sistema di comunicazione di massa alternativo, efficace, immediato”.

Insomma, la rete ha assestato un duro colpo a Israele, a livello di comunicazione, di immagine…

“Sì. Dobbiamo comprendere che il Sionismo (che non è l’Ebraismo) è il nemico non solo della Palestina ma dell’Umanità intera. E non solo da ora, ma da secoli. Israele, il Sionismo, costruiscono barriere, divisioni, tra gli esseri umani, ma il cammino giusto è quello contrario. Il gioco sionista è la separazione etnica, le fazioni, il divide et impera, un modello che ha preso dai Romani, che hanno edificato imperi, e che sta imitando: il suo obiettivo è, infatti, la conquista del mondo, dell’Umanità. In questo, dunque, sta il pericolo del Sionismo. “Io sono ebreo e sono orgoglioso delle mie antiche radici familiari sefardite (discendiamo da ebrei fuggiti dalla Spagna e rifugiatisi in Libia), ma lo dico chiaro: Netanyahu è un criminale di guerra.
“Tuttavia, esiste un sistema per dare scacco-matto a Israele e al Sionismo: togliere loro il dominio energetico. Possiedono le banche mondiali, stampano soldi e vendono energia… Uno degli obiettivi della guerra contro Gaza è il controllo dei giacimenti di gas al largo delle coste palestinesi: vogliono impedire che il governo palestinese sfrutti questa ricchezza, divenendo così indipendente. Stanno facendo di tutto affinché i palestinesi non siano energeticamente autonomi, per questo, ogni 2-3 anni fanno guerre contro la Striscia.
“Controllando e gestendo le fonti energetiche di gran parte del mondo, questa potente Lobby rende intere nazioni dipendenti, indebitandole. Ma se si riuscisse a essere autonomi a livello energetico – e in Natura ci sono le possibilità – questi criminali perderebbero tutto il loro potere”.

Quindi, secondo lei, c’è un modo per affrontare il Sionismo e la Israeli Lobby?

“Sì, appunto, sottraendo loro il controllo energetico. Con questa gente avida, senza scrupoli, malvagia e armata fino ai denti non c’è la possibilità di vincere sul piano militare. Ci vogliono altre strategie.
“Pensa che non sappiano come arrivano i missili che la resistenza palestinese lancia contro i territori israeliani? Certo che lo sanno. Li lasciano entrare per poi avere la giustificazione di attaccarli, adducendo la giustificazione del ‘diritto a difendersi’. Sono disposti, pur di avere scuse per far la guerra a Gaza, anche di subire vittime israeliane. Quei tre ragazzi se li sono ammazzati loro per poter dare un colpo a Hamas. Ripeto: sono pronti a tutto per raggiungere i loro obiettivi.
“Vogliono deviare il mondo, assoggettarlo, controllarlo, ma i veri ebrei non si comportano così, rispettano i Dieci Comandamenti. Questi qui, no, non rispettano nessuno. Sono gli adoratori del Vitello d’Oro. Adorano il denaro e non Dio. Non vogliono il bene degli esseri umani, vogliono poterli dominare. Dunque, la grande battaglia che l’Umanità deve intraprendere, per neutralizzarli, è di ottenere energia gratis. Solo così si possono sconfiggere.
“La lotta della Palestina è lotta di tutti noi. I palestinesi sono in prima linea, sono al fronte, ma il resto dell’Umanità sta dietro di loro, è coinvolta”.

Il suo, dunque, è un invito per l’Umanità a risvegliarsi dal sonno e per gli ebrei a prendere le distanze dal Sionismo?

Il Sionismo è figlio del nazismo, in tanti sensi. E si sta comportando con i palestinesi come i nazisti si comportarono con gli ebrei. E gli Usa sono i loro burattini, così come altre istituzioni internazionali…
“La mente malvagia, comunque, ha un nome: si chiama Rothschild. E’ un’antica famiglia e ha sempre messo le mani dovunque, anche nel mondo scientifico. Illustri scienziati appartenevano a questa cerchia di persone e hanno orientato le Scienze in una certa direzione anziché in un’altra, e così è anche per le fonti energetiche, che essi controllano e non permettono che vengano sostituite da altre, gratuite e di libero accesso.
Come ebreo voglio sottolineare che questa gente non rappresenta il vero Ebraismo e i precetti della Torah. Sono dei criminali, assetati di potere, e basta, ma, controllando i media, riescono a dire cosa vogliono e a imporre la loro linea.
“Tuttavia, il fronte di persone che iniziano a comprendere la realtà delle cose si sta allargando, e la Palestina, nella sua battaglia, nel suo enorme sacrificio, non è sola. C’è tutto un mondo che la sostiene.
“La vita è un dono e non può essere trasformata in un inferno di guerre, povertà, sfruttamento da parte di gente avida, senza scrupoli.
“Sono persone che disprezzano la vita altrui. Come si può telefonare a una famiglia di Gaza e dire: hai tre minuti per uscire, poi ti buttiamo giù la casa. Uscire per andare dove? Sono assassini e basta. L’Umanità deve combatterli e renderli inoffensivi. Io voglio un mondo libero, dove gli Africani vengano in Europa per turismo e non come naufraghi. L’Africa è ricchissima, ma queste lobby rapaci si rubano tutte le risorse.
“Dobbiamo lasciare ai nostri figli e nipoti un mondo di pace, ma per questo è necessario neutralizzare il Sionismo e togliergli il controllo dell’energia. Solo così l’Umanità sarà libera e loro appariranno per ciò che sono: adoratori del dio denaro”. Tuttavia il velo di questa intensa propaganda sempre più spesso viene sollevato, e la verità dietro il muro delle mistificazioni a volte si affaccia negli ambienti politici più diversi: a questo proposito, si può ricordare la dichiarazione, nel 2003, dell'ambasciatore francese a Tel Aviv, Gèrard Araud, che, resosi conto da un soggiorno in quella terra della drammatica situazione, definì Sharon una canaglia, ed i suoi connazionali paranoici. Passando all'Italia, sempre più diffusa è la consapevolezza della mostruosità delle politiche sioniste, e non mancano le manifestazioni in solidarietà con il popolo palestinese oppresso e diseredato: tra queste, una tra le più significative e fiore all'occhiello per gli antisionisti più convinti, è stata la contestazione dell'ambasciatore israeliano, Ehud Gol, all'Università di Firenze, martedì 22 febbraio.
Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16426
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

Messaggio da Achille »

«Sì, appunto, sottraendo loro il controllo energetico. Con questa gente avida, senza scrupoli, malvagia e armata fino ai denti non c’è la possibilità di vincere sul piano militare. Ci vogliono altre strategie.
Pensa che non sappiano come arrivano i missili che la resistenza palestinese lancia contro i territori israeliani? Certo che lo sanno. Li lasciano entrare per poi avere la giustificazione di attaccarli, adducendo la giustificazione del ‘diritto a difendersi’. Sono disposti, pur di avere scuse per far la guerra a Gaza, anche di subire vittime israeliane. Quei tre ragazzi se li sono ammazzati loro per poter dare un colpo a Hamas. Ripeto: sono pronti a tutto per raggiungere i loro obiettivi».

Un'intervista talmente assurda che non penso meriti un commento.
Chiunque può dire cose del genere, anche un pazzo che si incontra per strada.
Poi ovviamente ci sono giornalisti che sono disposti a raccattare qualsiasi genere di spazzatura, se questo serve a dar contro ad Israele.
E guarda caso a dar voce a questo tipo è un agenzia palestinese.
Parole come le sue meriterebbero una denuncia.

Achille
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16426
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

Messaggio da Achille »

«Tuttavia, esiste un sistema per dare scacco-matto a Israele e al Sionismo: togliere loro il dominio energetico. Possiedono le banche mondiali, stampano soldi e vendono energia… Uno degli obiettivi della guerra contro Gaza è il controllo dei giacimenti di gas al largo delle coste palestinesi: vogliono impedire che il governo palestinese sfrutti questa ricchezza, divenendo così indipendente. Stanno facendo di tutto affinché i palestinesi non siano energeticamente autonomi, per questo, ogni 2-3 anni fanno guerre contro la Striscia».

Anche questa è una balla, che abbiamo commentato in questa stessa discussione: https://forum.infotdgeova.it/viewtopic.p ... 51#p294251" onclick="window.open(this.href);return false; .
L'intervista di questo tipo riprende tutte le accuse e le falsità contro Israele che circolano nel web e vengono appunto pubblicate da un'agenzia filo palestinese, per alimentare l'odio contro gli Ebrei.
A pensar male si fa peccato... ma non mi stupirei che questa intervista sia stata "costruita" ad arte.
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16426
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

Messaggio da Achille »

LA VOLPE PALESTINESE E L'UVA

Immagine

Una delle più grandi menzogne create dalla propaganda araba è che "i sionisti hanno rubato la terra dei palestinesi. Una colossale bugia.

Quello chè è certo e che nessuno può confutare è che sono i musulmani che nel 637 hanno invaso e rubato quella che era storicamente la terra sacra degli ebrei e successivamente anche dei cristiani, conquistandola con la forza e le guerre sante. Il discorso prescinde dal fatto che gran parte degli ebrei se ne fossero andati già durante le varie diaspore e a causa delle continue invasioni da parte di un pò tutti. Nonostante le invasioni gli ebrei sono l'unico popolo che è rimasto ininterrottamente in Palestina da quando ce li portò Mosè fino quando nel 1948 fu fondato lo stato di Israele.

Un pò di storia. L'espansionismo arabo e musulmano non ha avuto limiti, fino al 600 gli arabi erano solo in regioni dell'Arabia Saudita, con la nascita dell'Islam hanno invaso, occupato e annientato intere etnie e culture, dall'Oceano Atlantico all'Oceano Indiano al Pacifico. Tanto per fare un esempio, a noi oggi ci sembra normale che in Egitto ci siano gli arabi ma in realtà quelli chiamiamo "egiziani" sono appunto arabi, un popolo invasore che ha quasi totalmente cancellato le etnie e le culture precedenti. Fino al 600 l'Egitto era uno dei paesi più cristiani, popolato da un'etnia discendente dagli antichi faraoni, era una popolazione totalmente diversa da quella araba (http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... yum-39.jpg" onclick="window.open(this.href);return false;) che parlava egiziano e non arabo e che - dopo la caduta in disuso dei geroglifici - scriveva in egiziano usando l'alfabeto greco. Oggi gli unici discendenti rimasti dei veri egiziani sono quelli che oggi vengono chiamati "Cristiani Copti", una piccolissima minoranza discriminata e sottomessa dalla maggioranza araba-musulmana. Il termine latino "copto" deriva dal greco "còptos" che deriva dall'arabo "qubṭ", ovvero il temine che inizialmente usavano gli arabi per definire gli "egiziani". Questa premessa solo per far capire che è evidenti ragioni cronologiche sono sempre gli arabi musulmani che hanno invaso e distrutto, gli ebrei e i cristiani già c'eran, sono i musulmani che sono arrivati dopo come spietati colonizzatori, pure in Europa, pure in Spagna (al-Andalus) e Sicilia (Ṣiqilliyya) che ancora oggi considerano delle terre sante dell'Islam da strappare agli infedeli.

Ritorniamo alla Palestina moderna. All’inizio del ‘900 in tutta la Palestina ci sono poche migliaia di abitanti. Motivo per cui il motto del sionismo è "Un popolo senza terra per una terra senza un popolo".

Quando i sionisti sono emigrati in Palestina quella terra malsana e deserta l'hanno legalmente comprata a dei prezzi esorbitanti, anche cento volte il loro valore reale. La maggioranza degli arabi erano nomadi che non possedevano un bel nulla. Gli ebrei la terra la comprarono attraverso dei regolari contratti dagli sceicchi e dai pochi grandi latifondisti arabi che possedevano legittimamente quasi tutte le terre. Gli stessi latifondisti arabi che poi furono massacrati insieme agli ebrei dai nazionalisti arabi guidati dai fondamentalisti islamici e antisemiti come Amin al-Husseini che oltre che l'autore delle stragi di ebrei di Hebron del 1920 e 1929 fu anche il mandante degli omicidi decine di latifondisti e politici arabi moderati, lo stesso al-Husseini (zio e maestro di Arafat) che poi a partire dal 1933 fu il più fedele alleato di Hitler nella campagna per lo sterminio degli ebrei " onclick="window.open(this.href);return false;.

Tutto questo lo riassume così Indro Montanelli sul Corriere della Sera il 16 settembre 1972:

"Che i profughi palestinesi siano delle povere vittime, non c'è dubbio. Ma lo sono degli Stati Arabi, non d'Israele. Quanto ai loro diritti sulla casa dei padri, non ne hanno nessuno perché i loro padri erano dei senzatetto. Il tetto apparteneva solo a una piccola categoria di sceicchi, che se lo vendettero allegramente e di loro propria scelta. Oggi, ubriacato da una propaganda di stampo razzista e nazionalsocialista, lo sciagurato fedain scarica su Israele l'odio che dovrebbe rivolgere contro coloro che lo mandarono allo sbaraglio. E il suo pietoso caso, in un modo o nell'altro, bisognerà pure risolverlo. Ma non ci si venga a dire che i responsabili di questa sua miseranda condizione sono gli «usurpatori» ebrei. Questo è storicamente, politicamente e giuridicamente falso."

Al termine di questo post troverete l'illuminante articolo integrale di Montanelli.

La terra di Israele è sempre stata la terra degli ebrei. Se leggiamo le descrizioni di Gerusalemme fatta nel 1800 da Marx e Mark Twain, leggiamo di "una città povera e miserabile abitata nella parte Est, interamente, da ebrei poveri e miserabili che erano sempre vissuti lì, da tremila anni". Gli arabi erano sì in leggera maggioranza numerica ma in gran parte erano nomadi senza terra, l'unica vera comunità stanziale era quella ebraica che abitava le stesse case da migliaia di anni.

Gli ebrei sionisti emigrati nel '900 si sono massacrati a dissodare, irrigare, fabbricare desalinizzatori, sono morti a migliaia di stenti e di malaria, parassitosi, colera, ameba, tifo, setticemia e tetano. Sono morti a decine di migliaia, ma poi hanno vinto, il deserto è fiorito, dove cerano lande desolate è nato un paese di filari di vite e di limoni.

Per poter di nuovo odiare gli ebrei è violato il diritto civile, che per dirla con un toscanismo si riassume in "chi vende, poi, non è più suo". Gli arabi la loro terra se la sono venduta, prima ai sionisti facendola pagare carissima, poi alla comunità internazionale intascando 66 anni di fiumi di denaro per risarcirgli il "dolore" di aver perso 20.000 chilometri quadrati di terra che non è mai stata loro, meno del Piemonte, che quando c'erano loro era un terra di sassi, paludi e scorpioni.

Vi riporto le parole che Re Feisal al Hashemi, re dell’Iraq, scrive a Londra nel 1919:

“Quando gli Ebrei rientreranno in Palestina daremo loro un clamoroso benvenuto. Noi Arabi, tutti e a maggior ragione quelli colti, consideriamo con la più grande simpatia il movimento sionista. Lavoreremo insieme per un nuovo Medio Oriente, c’è abbastanza posto in Palestina per entrambi. Penso sinceramente che non possiamo non riuscire assieme.”

I “palestinesi” in Palestina non c’erano. Quelli che oggi si vantano di essere "palestinesi" sono in gran parte degli immigrati arabi provenienti da altri paesi: Giordania, Siria, Iraq, Egitto, Arabia Saudita etc. Basta vedere i leaders palestinesi, tranne Abu mazen non uno solo di loro è nato Palestina, tutti nati altrove a partire dall'egiziano Arafat nato e vissuto al Cairo fino alla maggiore età. La maggioranza degli arabi che oggi si dichiarano "palestinesi" in Palestina ci sono arrivati solo dopo il 1916, dopo che gli inglesi "liberarono" la Palestina da 400 di anni di dominazione dell'Impero Turco Ottomano, ci arrivarono in gran parte negli negli anni Venti e Trenta, portati dagli inglesi del Mandato Britanni per lavorare per loro. Ci sono arrivati quando gli ebrei avevano già "dissodato", approfittando dell’acqua e delle fogne che altri avevano creato e che permettevano anche ai loro bambini di vivere meglio. E i sionisti, che erano socialisti, che credevano nell’uomo e nella fratellanza dei popoli, li hanno accolti a braccia aperte, e hanno vaccinato i loro bambini e insieme hanno cominciato a costruire un paese che sarebbe stato il paese del miracolo, dell’abbondanza e della fratellanza.

Nella maggioranza dei casi, chi oggi si dichiara "palestinese" altro non è che un immigrato arabo in Palestina. Approfittando del fatto che sono arabi hanno lasciato credere di essere sempre stati in Palestina quando in realtà la maggioranza di loro ci sono arrivati tra il 1916 e il 1948, ne più ne meno come la maggioranza degli immigrati ebrei che però lor chiamano "invasori sionisti".

Dal 1515 al 1916, per ben 400 anni, la Palestina è stata solo una misera regione dell'Impero Turco Ottomano che erano turchi, non arabi. I pochi arabi che erano in Palestina vivevano sottomessi agli ottomani che gli imponevano delle tasse così alte sull'agricoltura che per gli arabi era più conveniente non coltivare affatto vivendo di nomadismo. Dunque quando sarebbe esistito questo fantomatico stato arabo-palestinese che i sionisti gli avrebbero "rubato"?

Gaza fino al '700 era abitata interamente da cristiani ed ebrei. Gli abitanti di Gaza sono egiziani spostati lì da Nasser per essere una spina nel fianco di Israele così come ha fatto la Giordania con la Cisgiordania. Il loro numero è dovuto alla natalità folle e di tipo nazifascista: 8 figli per madre.

Tutto questo non lo inventano i "bugiardi sionisti" ma sono gli stessi leaders di Hamas come il ministro degli interni Fathi Hammad che si sono lasciati sfuggire la verità: "Tutti gli abitanti di Gaza sono per metà egiziani e per metà sauditi".
" onclick="window.open(this.href);return false;
http://www.memri.org/clip/en/0/0/0/0/0/0/3389.htm" onclick="window.open(this.href);return false;

Nessuno nega che oggi esista un "popolo palestinese" che avrebbe diritto ad un suo stato, il "popolo" però si è creato poco a poco negli ultimi 66 anni e riguarda solo le ultime generazioni nate in Palestina da emigranti arabi provenienti da varie regioni arabe. Quando nel 1948 è nato Israele quel popolo non esisteva ne tantomeno è mai esistito uno stato arabo-palestinese che qualcuno avrebbe potuto invadere e derubare.

Per capire tutto questo basta fare una semplice considerazione. Quando nel 1948 gli arabi dichiararono guerra ad Israele invasero e occuparono fino al 1967 quelli che oggi vengono chiamati "territori occupati". La giordania si prese la Cisgiordania dichiarando che era parte storica della Giordania, l'Egitto fece la stessa cosa con Gaza. Nessuno protestò perchè gli arabi della Cisgiordania e di Gaza si consideravano semplicemente degli "arabi" esattamente come gli altri, i "palestinesi" ancora non esistevano. Solo quando gli arabi persero per l'ennesima volta anche la guerra del 1967 contro Israele e questo occupò quei territori per creare una più sicura fascia di difesa intorno al proprio stato, gli arabi iniziarono ad insorgere e s'inventarono la "causa palestinese" per poter combattere Israele dal suo interno e tenere vivo l'odio del mondo islamico contro israele. Se gli arabi non avessero perso quei territori per colpa propria, oggi non esisterebbe nessuna "causa palestinese" e quelle terre sarebbero solo delle regioni di Giordania e Egitto. In effetti, soprattutto per quanto riguarda Gaza, non sarebbe affatto sbagliato sul piano logico e storico se anche oggi venisse restituita e amministrata dall'Egitto visto che la gran parte dei suoi abitanti sono egiziani spinti in quella regione dal presidente egiziano Nasser.

Se in 66 anni non è stato possibile creare uno "stato palestinese" la colpa non è certo degli ebrei ne di Israele. Sono stati gli arabi che hanno rifiutato la risoluzione Onu che nel 1947 gli assegnava metà Palestina... la volevano tutta, gli ebrei dovevano essere sterminati. Sono gli arabi, gli Egiziani, i Giordani, che nel 1948 invece di proclamare uno stato di Palestina hanno dichiarato guerra ad Israele invadendo e occupando fino al 1967 quelle terre che l'Onu gli aveva assegnato per i "palestinesi". Se i "palestinesi" sono senza uno stato la responsabilità è solo dei loro leaders, mediocri, bugiardi, fanatici e corrotti che pur di continuare fomentare l'odio antisemita e continuare a ricevere fiumi di soldi da gestire per i loro sporchi affari si sono rifiutati per 66 anni di firmare tutti i trattati di pace che gli sono stati proposti lasciando il loro popolo nella miseria...

Certo, anche Israele di sbagli e di ingiustizie ne hanno commesse tante ma per autodifesa, se non lo avesse fatto sarebbero stati annientati per la seconda volta e oggi non esterebbe più un ebreo i Palestina. Affermare che 5 milioni di ebrei che occupano una minuscola regione grande meno della Sardegna non hanno il diritto di difendersi dall'odio religioso di quasi 2 miliardi di persone che li circondano, che occupando un terzo del pianeta è che controllano l'80% delle risorse petrolifere e molta dell'ecomia mondiale è un'evidente assurdita.

Non vale neanche il patetico discorso che molti "benpensati" fanno che "l'odio islamico nei confronti degli ebrei è nato a causa della creazione d'Israele". Maometto decapitò personalmente tutti i 900 ebrei di Medina già nel 627, l'odio antisemita è una parte fondante dell'Islam e viene istigato nei testi sacra dell'Islam attraverso migliaia di versi come questo che è citato anche nello statuto di Hamas:

Il Profeta Maometto dichiarò: “L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno, e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: O musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me – vieni e uccidilo; ma l’albero di Gharqad non lo dirà, perché è l’albero degli ebrei” (citato da al-Bukhari e da Muslim).

E' ora che la gente si renda conto che contro Israele è in atto solo una guerra religiosa, tutto il resto sono solo alibi che l'Islam si crea per legittimare la propria guerra agli occhi del mondo.

La differenza culturale tra Israele e mondo islamico è riassumibile in questa frase attribuita al premier israeliano Golda Meier:

"O arabi, noi vi potremmo un giorno perdonare per aver ucciso i nostri figli, ma non vi perdoneremo mai per averci costretto ad uccidere i vostri."

«Non esiste qualcosa come un popolo palestinese. Non è che siamo venuti, li abbiamo buttati fuori e abbiamo preso il loro paese. Essi non esistevano. Come possiamo restituire i territori occupati? Non c'è nessuno a cui restituirli.» Golda Meier, 1969

- INDRO MONTANELLI SULLA COLONIZZAZIONE EBRAICA DELLA PALESTINA

Indro Montanelli scrisse questo articolo strepitoso parecchi decenni fa, come inviato del Corriere delle Sera in Israele. Grazie al suo acuto spirito d’osservazione, il grande giornalista si accorge subito della diversa tempra che distingue i musulmani dagli ebrei che vivono in Palestina: tanto indolenti, risentiti e miserabili i primi, quanto energici, intraprendenti e prosperi i secondi. Montanelli osserva meravigliato le ingegnose opere agricole e d’irrigazione che hanno permesso ai coloni ebraici di trasformare una terra secca e arida in un lussureggiante giardino.
Giustamente Montanelli dice che gli arabi non sono i figli, ma i padri del deserto. Ovunque siano arrivati i conquistatori arabi, la terra si è desertificata. Questo fatto era stato osservato da tempo dagli studiosi. Già nel ‘300 il grande storico Ibn Khaldun aveva ricordato come gran parte della regione desertica compresa tra il Sudan e il Mediterraneo prima dell’arrivo degli arabi fosse intensamente coltivata. Anche Friedrich Engels aveva notato la curiosa circostanza che nel mondo islamico vaste aree un tempo fertili erano diventate del tutto aride. La Libia, oggi desertica al 90 per cento, era ai tempi di Roma uno dei luoghi più fertili del mondo.
Qual è la causa di questa rovina? Il problema principale è che nel mondo arabo non si sono mai affermate le nozioni dei diritti individuali inviolabili, in particolare quelli della proprietà privata del suolo. Nel mondo arabo prevale il sistema tradizionale dell’iqta, nel quale la terra viene concessa in usufrutto dallo Stato per un tempo determinato: un sistema che ovviamente non incentiva l’utilizzo razionale delle risorse o gli investimenti per migliorare la resa del terreno. Ai tempi del dominio ottomano in Palestina, dal 1517 al 1918, la tassazione sull’agricoltura, sugli alberi e sui vigneti era così pesante da favorire la scomparsa degli alberi e della vegetazione.

La diffusione nel mondo arabo della vita nomade praticata dai beduini è un chiaro segnale della tirannia e della mancanza di garanzie della proprietà privata. I governanti arabi hanno sempre cercato di costringere i beduini alla vita sedentaria per poterli tassare meglio, ma questi hanno spesso trovato la via di scampo nell’economia informale del deserto, dove difficilmente potevano essere raggiunti dagli esattori, e dove potevano portarsi dietro tutti i propri beni, in particolare gli animali, i quali a loro volta hanno contribuito ad accelerare la desertificazione del suolo.
L’esaltante epopea della colonizzazione ebraica della Palestina ci illustra da un lato i risultati grandiosi che possono realizzare gli uomini energici e motivati, quando dispongono dei giusti incentivi; dall’altro ci conferma la veridicità delle nozioni dell’ecologia di mercato, secondo cui la desertificazione o la deforestazione è quasi sempre un effetto della gestione statale e collettivistica del territorio, e manifesta i suoi peggiori effetti quando i diritti di proprietà privata mancano, sono incerti o non sono tutelati.

- Ma godiamoci ora il reportage di Indro Montanelli:

Per conto del «Corriere della Sera», sono stato due settimane in Israele. Non c’ero mai andato. O, per meglio dire, c’ero passato un paio di volte nei miei viaggi in Estremo Oriente, ma non mi ci ero mai fermato. Stavolta la mia intenzione era di acquartierarmi a Gerusalemme e, con l’aiuto dei miei amici israeliani, che su questo argomento la sanno più lunga di chiunque altro, studiare tutta la situazione dei paesi arabi, che circondano e minacciano il nuovo Stato ebraico. Ma, dopo un paio di giorni avevo abbandonato il progetto, anzi me lo ero completamente dimenticato, tutto preso com’ero dall’interesse che in me suscitavano le cose locali. E, invece di restare nella capitale a frugare negli archivi del ministero degli Esteri e a raccogliere le confidenze dei vari servizi d’informazione su quanto avveniva oltre confine fra i Nasser, i Kassem e gli Hussein, ho trascorso il mio tempo a vagabondare tra le fertili piane dell’alta e della bassa Galilea e il deserto di Negev. Il frutto delle mie osservazioni sono gli articoli che compaiono sul «Corriere della Sera», e non intendo farne qui un duplicato. Voglio soltanto spiegare ai miei lettori della "Domenica" per quale motivo Israele mi ha fatto tanta impressione da indurmi ad accantonare il programma che mi ero tracciato prima di venirci e su cui avevo anche preso un preciso impegno col giornale. E il motivo è questo: che finalmente in Israele ho visto documentata nei fatti una verità nella quale, sotto sotto, avevo sempre creduto, ma di cui mi mancava la prova: e cioè che non sono i paesi a fare gli uomini, ma gli uomini a fare i paesi. Sicché quando si dice "zona sviluppata", si deve sottintendere uomini e popoli energici e attivi; e quando si dice "zona depressa", si deve sottintendere uomini e popoli depressi. Tutte le altre ragioni della depressione - clima, idrografia, orografia, eccetera - sono soltanto delle comode scuse quando non sono addirittura il frutto dell’incapacità e dell’accidia umane.

I padri del deserto

Israele, finché è stato un paese arabo, cioè fino a una trentina di anni or sono, era esattamente come l’Egitto (senza il Nilo), la Giordania e l’Arabia Saudita, coi quali confina: una landa brulla e assetata, senza un albero, un seguito di colline gialle e pietrose, su cui le capre avevano divorato fin l’ultimo filo d’erba e di cui gl’incontrastati signori erano i corvi e gli sciacalli. Di zone cosiffatte nel paese ce ne sono ancora, intendiamoci, qua e là, a chiazza. Sono quelle in cui gli arabi sono rimasti. Essi hanno l’acqua, ora, perché gli ebrei sono andati a cercarsela nel fiume Giordano e nel lago di Tiberiade. E con un sistema di acquedotti di lì l’hanno portata a irrigare tutto il paese. E hanno anche i trattori, perché il governo glieli dà. E hanno anche l’assistenza dei tecnici, perché lo Stato glieli mette a disposizione. E hanno perfino, tutt’intorno, l’esempio e la lezione pratica di come si fa a trasformare una terra arida e inospitale in un paradiso di agrumeti, di boschi di pini e di cipressi, di orti lussureggianti, di campi di grano e di cotone. Eppure, non ne profittano, o ne profittano poco. I loro villaggi sono rimasti delle cimiciaie spaventose, il loro aratro ancora a chiodo si limita a grattare la superficie della terra senza preoccuparsi di ricrearvi un "humus", la loro accetta taglia spietatamente gli alberi, e le loro capre divorano sul nascere ogni accenno di vegetazione. Essi non sono affatto «i figli del deserto», come vengono chiamati nella retorica di coloro che, dei paesi arabi, conoscono solo «Le mille e una notte». Ne sono i padri. Essi non sono le vittime di un clima inclemente: «sono quelli che lo hanno provocato e aggravato, soprattutto distruggendo i boschi. E se soffrono la sete, bisogna dire che se la sono procurata rinunziando per accidia a regolare le acque, a trattenere in serbatoi la pioggia e a redistribuirla con canali. Finalmente ho capito perché gli arabi odino tanto gli ebrei. Non è la razza. Non è la religione, che li sobilla contro di essi. E’ l’atto di accusa, è la condanna, che gli ebrei rappresentano, agli occhi di tutto il mondo, qui nelle loro stesse terre, contro la loro ignavia, la loro mancanza di buona volontà, d’impegno nel lavoro, di entusiasmo pionieristico, d’intelligenza organizzativa.

Una grande avventura

Perché Israele dimostra ch’è proprio questo che manca alle zone depresse del Medio Oriente. Sono gli uomini che le abitano, non la natura o il buon Dio, che le hanno rese tali. gli ebrei le hanno prese com’erano, cioè come sono gli altri paesi tutt’intorno: con quel sole scottante, con quella mancanza di precipitazioni atmosferiche, con quelle dune di sabbia, con quelle desolate brugheire, con quelle moschee, con quella malaria. E in trent’anni di dura fatica, ogni singolo posponendo il proprio tornaconto individuale all’interesse di tutti, ogni generazione, sacrificando il proprio comodo al bene di quelle successive, della zona depressa palestinese hanno fatto la pianura padana. Oggi questo paese è in piena crisi di sovrapproduzione. Non sa più dove mettere il suo grano, le sue uova, i suoi polli, il suo cotone, i suoi aranci e i suoi pompelmi. La sua produzione di latte è, proporzionalmente, la seconda del mondo, battuta soltanto da quella olandese: il che significa che dalla pietraia ha tratto anche dei meravigliosi pascoli. In trent’anni ha piantato oltre trenta milioni di alberi, e chi si attenta a toccarne uno va in galera. E anche il clima in trent’anni è cambiato, per effetto dei boschi e dell’irrigazione. E’ stata questa meravigliosa avventura umana che mi ha ipnotizzato, facendo passare in seconda linea il mio interesse (e purtroppo anche quello del giornale) sulla politica mediorientale. Perché essa rispondeva proprio, con fatti clamorosi e incontestabili, alla domanda che mi ero sempre posto: e cioè se siano i paesi a fare gli uomini, o gli uomini a fare i paesi. Amici miei, sono gli uomini a fare i paesi: gli uomini e soltanto gli uomini, la loro volontà, la loro fatica, la loro capacità di credere e di sacrificarsi per ciò che credono. Le zone depresse esistono soltanto lì, nel loro animo rassegnato, nel loro muscoli fiacchi, nel loro indolente cervello, nella rinunzia alla lotta, nella morale del «tira a campà» e del «chi me lo fa fare», insomma nella mancanza di un senso religioso della vita, e quindi nella disposizione a trarne soltanto profitti e godimenti immediati. Ecco, questo mi ha dimostrato Israele. E mi è parso più importante della politica del Nasser, del kasse, e degli Hussein.

(Indro Montanelli - Domenica del Corriere)

" onclick="window.open(this.href);return false;

Tratto da https://www.facebook.com/servizio.antibufala2" onclick="window.open(this.href);return false;
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
mr-shadow

Messaggio da mr-shadow »

Non pretenderai che un intervista del genere la pubblichi veromedioriente, spero?

:risata:

Battute a parte, è troppo facile liquidarla col termine spazzatura. Ho deciso di condividere questa intervista perché ho avuto il piacere di conoscere il D'Alessandro nei miei avanti e indietro nel quartiere ebraico quando, fino a tre anni or sono, avevamo la comitiva di amici gay poco oltre, a Monte Caprino, e andavamo spesso a cena nei ristoranti ebraici del ghetto o a fare acquisti per costumi nei loro ottimi negozi di tessuti. Posso dirti che è un ebreo tutto di un pezzo, credente e rispettoso delle sue tradizioni, e che sarebbe pronto a rischiare la vita se si trattasse di andare contro il vero antisemitismo. Lui combatte il sionismo perché è stufo di sentirsi addosso i pregiudizi antiebraici derivanti dalle smanie di potere di un gruppo minoritario dell'ebraismo.
mr-shadow

Messaggio da mr-shadow »

sono i musulmani che nel 637 hanno invaso e rubato quella che era storicamente la terra sacra degli ebrei e successivamente anche dei cristiani [...] quando ce li portò Mosè
Ma Abramo, Mosè e gli altri sono esistiti davvero? O come è stato scritto da vari autori (anche da Paul Young in razionalismo), si sono creati dei miti attingendo alla letteratura dei popoli vicini?
Mario Liverani, che insegna Storia del Vicino Oriente Antico all’università La Sapienza di Roma, è autore del volume Oltre la Bibbia. Storia antica di Israele, sostiene che non possono essere considerati storici i racconti più celebri del Vecchio Testamento, come le vicende di Abramo e dei Patriarchi, la schiavitù in Egitto, l’Esodo e la peregrinazione nel deserto, la conquista della terra promessa, la magnificenza del regno di Salomone.
“Gli ebrei, come del resto tanti altri popoli, si sono dati un mito delle origini nel momento in cui ne avevano più bisogno”, dice Liverani. “Oggi, con evidente anacronismo, ma con qualche ragione, si potrebbero accostare quelle pagine del Vecchio Testamento a un documento di propaganda politica”. Occorreva dare un passato nobile ad un popolo che rischiava di perdere la propria identità.
L’esilio imposto agli Ebrei dai Babilonesi nel 587 a.C. rafforzò la loro fede in unico dio. La scrittura e la rielaborazione dei testi biblici principali è durata più o meno un secolo, all’incirca dal 622 al 516 avanti Cristo: un secolo segnato da un evento che avrebbe potuto cancellare l’identità del popolo ebraico e la sua fede in un unico dio.
“Gli Ebrei avevano un loro piccolo Stato, il regno di Giuda, che attorno a Gerusalemme si estendeva su una superficie paragonabile a quella dell’Umbria: come altri staterelli dell’area, era assoggettato alla potenza egemone dell’epoca, l’impero babilonese. Si ribellò, ma gli andò male: i Babilonesi assediarono per anni Gerusalemme, la espugnarono e la distrussero. Il Tempio di Yahweh, il dio unico, fu abbattuto e il sommo sacerdote giustiziato assieme a una sessantina di notabili. La popolazione cittadina fu deportata in Mesopotamia. I contadini sparsi nelle campagne vennero invece lasciati sul posto: non rappresentavano un problema per l’impero".
Lo scopo delle deportazioni fatte dai Babilonesi (e prima di loro dagli Assiri) era quello di cancellare l’identità dei popoli vinti, inducendoli ad adottare la lingua e ad adorare gli dei del vincitore.
Secondo le idee del tempo, i deportati non avevano motivo di credere ancora nel loro vecchio dio, che era stato sconfitto in guerra e non era stato capace di proteggerli. E invece, nei 70 anni che durò la “cattività babilonese”, i leader religiosi e politici ebrei, scampati al massacro, respinsero l’idea che Yahweh fosse stato sconfitto e adottarono una posizione religiosa radicalmente nuova, questa: il dio di Israele era l’unico dio di tutto l’universo. E non solo non era stato sconfitto, ma si era servito dei Babilonesi per punire il suo popolo, colpevole di gravissimi peccati.
I Babilonesi, dunque, erano stati solo uno strumento della divinità. Gli Ebrei, anziché perderla, rafforzarono la propria identità nell’esilio, convinti che, una volta espiata la colpa, forti di una religione rigorosa e purificata, sarebbero tornati in patria: dove avrebbero ricostruito Gerusalemme e il celebre Tempio.
L’occasione si presenta nel 539 avanti Cristo: Ciro, re dei Persiani, conquista Babilonia e consente agli Ebrei di rientrare in patria come sudditi del suo nuovo impero. Figli e nipoti dei deportati tornano a scaglioni a Gerusalemme, animati da un rinnovato spirito di rigore religioso.
Trovano però scarsa comprensione in quella parte della popolazione ebraica che non era stata deportata: peggio ancora, spazi che considerano loro sono stati occupati da immigrati di altra fede provenienti dalle regioni confinanti. I reduci hanno allora bisogno di un documento che dica in sostanza: “Abbiamo il diritto di riprenderci quello che è nostro da sempre: la Terra di Canaan, che ci è stata promessa da Yahweh e che Giosuè ha conquistato per noi.
Dice Liverani: “La riscrittura delle origini del popolo ebraico era già iniziata a Gerusalemme prima della deportazione, quando il re di Giuda, Giosia (regnò dal 640 al 609 avanti Cristo) progettava di espandere il suo piccolo Stato verso i confini di un mitico regno che nel remoto passato avrebbe unito sotto uno solo scettro tutti gli Ebrei. L’elaborazione del mito continuò durante l’esilio e proseguì negli anni successivi al ritorno da Babilonia.”
L’area di Gerusalemme è oggetto di scavi archeologici da un secolo e mezzo: del periodo che, secondo il racconto biblico, avrebbe visto la fioritura del “regno unificato” degli Ebrei (siamo nel X secolo avanti Cristo) non è stato trovato nulla, se non pochi cocci di terracotta. Non una traccia di scrittura, neanche minima: fatto inconcepibile per un regno di qualche importanza. Non si conosce, dai documenti contemporanei dei popoli vicini, neanche il nome di questo preteso regno. “In realtà”, dice Finkelstein, “quella Gerusalemme doveva essere un centro abitato piuttosto insignificante, un villaggio tipico della regione montuosa. Secondo calcoli demografici impiegati per questa epoca, il “regno” non doveva contare più di 5000 abitanti sparsi fra la capitale, Hebron e la Giudea, più qualche gruppo sparso di seminomadi.”
Secondo le osservazioni di Liverani nei documenti egizi dell’età del Tardo Bronzo non c’è traccia della permanenza di un popolo straniero nella valle del Nilo, né della presenza di Mosè alla corte del Faraone.
L’unico accostamento possibile è la prassi con la quale il Faraone accordava ai pastori nomadi il permesso di soggiornare nel Delta in tempo di siccità per abbeverare il bestiame. D’altra parte, l’idea di un impero che tiene prigioniero un popolo in terra straniera non poteva nascere prima dell’esperienza delle deportazioni assiro-babilonesi, avvenute però nel millennio successivo.
Analoghe osservazioni valgono per l’Esodo e la peregrinazione nel deserto. Usciti dall’Egitto grazie all’intervento divino, che terrorizza il Faraone oppressore con le terribili “sette piaghe”, il popolo ebraico avrebbe peregrinato per 40 anni nel deserto. Ma quello descritto è un deserto immaginato attraverso le paure e i pregiudizi di un cittadino di Gerusalemme o di Babilonia, che vi vede serpenti e scorpioni dappertutto ed è convinto di morirvi di sete e di fame, a meno di interventi della divinità. Un popolo di tradizione pastorale avrebbe avrebbe percorso le piste della transumanza e trovato acqua e pascoli nei posti giusti.
Di questa sapienza antica non c’è traccia nel racconto biblico, che appare poco più di una cornice per esporre questioni giuridiche e religiose.
Le Tavole della Legge, come del resto altre parti della narrazione biblica, contengono senza dubbio precetti antichissimi, che erano stati trasmessi per molto tempo soltanto dalla tradizione orale. Ma il primo dei comandamenti, quello che impone di adorare un solo dio, non è più antico del regno del di Giosia (640-609 a.C.).
L’onomastica rivela che gli Ebrei in origine adoravano altri dèi oltre a quello che sarebbe diventato il loro unico dio e che in ebraico era chiamato Yahweh. Alcune iscrizioni parlano di Yahweh e della sua compagna, una dea cananea di nome Asherah.
Poi adottarono la monolatria, cioè la fede in un unico dio per tutta la nazione, senza escludere che gli altri dei di altri popoli fossero a loro volta veri. Infine, ma solo negli anni dell’esilio babilonese, passarono al monoteismo puro, cioè al riconoscimento di Yahweh come dio unico di tutto l’universo. Anche il quarto comandamento, quello che impone l’obbligo di onorare il padre e la madre, si ritrova in scritti siriani mesopotamici, anche in forme più esplicite tipo “Mantieni il padre e la madre se vuoi avere diritto all’eredità.”
Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16426
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

Messaggio da Achille »

mr-shadow ha scritto:Battute a parte, è troppo facile liquidarla col termine spazzatura. Ho deciso di condividere questa intervista perché ho avuto il piacere di conoscere il D'Alessandro nei miei avanti e indietro nel quartiere ebraico quando, fino a tre anni or sono, avevamo la comitiva di amici gay poco oltre, a Monte Caprino, e andavamo spesso a cena nei ristoranti ebraici del ghetto o a fare acquisti per costumi nei loro ottimi negozi di tessuti. Posso dirti che è un ebreo tutto di un pezzo, credente e rispettoso delle sue tradizioni, e che sarebbe pronto a rischiare la vita se si trattasse di andare contro il vero antisemitismo. Lui combatte il sionismo perché è stufo di sentirsi addosso i pregiudizi antiebraici derivanti dalle smanie di potere di un gruppo minoritario dell'ebraismo.
E combatte il sionismo diffondendo queste falsità e queste assurde (a dir poco) illazioni conto Israele? Per me non è assolutamente credibile un personaggio del genere.
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
mr-shadow

Messaggio da mr-shadow »

Scusami, ma qualche libro sulla storia dell'economia americana lo hai mai letto? Io ho dovuto approfondirla in funzione dei miei interessi di ricercatore sulla storia del trasporto pubblico (General Electric Company, Anonime Westinghouse, United States Electric Signal Co, etc), e posso dirti che quelle che tu ritieni falsità circa il potere delle lobby ebraiche vengono scritte da tempi non sospetti. I vari autori parteggiavano ovviamente per questo o quel gruppo economico, e il risultato è che fin dall'800 i dietro le quinte dei capitalisti e dei sindacati mafiosi, ebraici o meno che fossero, sono a disposizione di chiunque li voglia approfondire. Il D'Alessandro non dice niente di nuovo, niente che già non si sappia, ma chi ha messo queste verità nero su bianco di certo non aveva interessi contro lo stato ebraico, ma solo delegittimare un gruppo capitalistico concorrente.
Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16426
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

Messaggio da Achille »

«Li lasciano entrare per poi avere la giustificazione di attaccarli, adducendo la giustificazione del ‘diritto a difendersi’. Sono disposti, pur di avere scuse per far la guerra a Gaza, anche di subire vittime israeliane.
Quei tre ragazzi se li sono ammazzati loro per poter dare un colpo a Hamas».

Per te queste cose sono vere? E, quello che più conta, simili gravissime accuse sono dimostrabili? O sono solo fango e spazzatura anti israeliana?
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
mr-shadow

Messaggio da mr-shadow »

Ammesso e non concesso che sia vero, sarebbe la prima volta che un potere politico uccide o consente di uccidere per darsi un pretesto?
Ci sono storici che hanno lavorato all'ipotesi che a Pearl Harbour era stato tutto organizzato per dare agli USA il pretesto di entrare in guerra e salvaguardare i propri interessi petroliferi.
Ultima modifica di mr-shadow il 17/08/2014, 20:02, modificato 1 volta in totale.
Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16426
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

Messaggio da Achille »

mr-shadow ha scritto:Ammesso e non concesso che sia vero, sarebbe la prima volta che un potere politico uccide o consente di uccidere per darsi un pretesto?
Allora parliamo di ipotesi, e ipotesi davvero infamanti.
Questo signore invece fa della accuse ben precise, non dice che "potrebbe essere" ma che questo è quello che è realmente avvenuto.
E perché un ebreo che dice di amare il suo popolo dovrebbe diffondere simili illazioni ed accuse senza avere uno straccio di prova che ne dimostri l'autenticità?
Per me questo è puro fango e spazzatura, ripresa appunto da un portale filo palestinese.
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
mr-shadow

Messaggio da mr-shadow »

E perché un ebreo che dice di amare il suo popolo dovrebbe diffondere simili illazioni ed accuse senza avere uno straccio di prova che ne dimostri l'autenticità?
Lo dice lui stesso. Perché i sionisti sono, per lui e chi la pensa come lui, nemici del popolo ebraico. Popolo che, anche se forsi pensi il contrario, io apprezzo per tante cose (non ultima l'ottima cucina). Io di ebrei ne ho conosciuti tanti e di tutti i tipi (anche gay), e non mi sono mai fatto problemi se non con quelli filo-sionisti che, in virtù dei miti biblici, pretendono di ergersi a esseri superiori.
Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16426
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

Messaggio da Achille »

mr-shadow ha scritto:Lo dice lui stesso. Perché i sionisti sono, per lui e chi la pensa come lui, nemici del popolo ebraico. Popolo che, anche se forsi pensi il contrario, io apprezzo per tante cose (non ultima l'ottima cucina). Io di ebrei ne ho conosciuti tanti e di tutti i tipi (anche gay), e non mi sono mai fatto problemi se non con quelli filo-sionisti che, in virtù dei miti biblici, pretendono di ergersi a esseri superiori.
E comunque questo tipo racconta delle balle e fa delle accuse gravissime e del tutto indimostrabili.
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
Avatar utente
Paxuxu
Utente Master
Messaggi: 4044
Iscritto il: 17/07/2009, 12:40
Contatta:

Messaggio da Paxuxu »

Ma diamogli la Palestina storica a questi palestinesi no? Ma ci pensano da soli a sbattere fuori il sud ed il centro del Libano s'intende!

Gli arabi vogliono continuare a fare di un deserto il mondo intero, infatti che fine ha fatto la foresta che c'era prima al posto del Sahara, il quale ha tuttora i semi nel sottosuolo?

A Vienna nei secoli passati sono morti a migliaia per difendere l'Europa dagli invasori islamici dell'Impero Turco, qua invece li vanno a prendere a casa loro per portarceli in casa.

Ma li mettessero tutti in casa dei vari politici del PD, FI, NCD, SEL, Lega Nord e Scelta Civica 'sti arabi, almeno si fa prima ad eliminarli tutti insieme.


Paxuxu
mr-shadow

Messaggio da mr-shadow »

Achille Lorenzi ha scritto:
mr-shadow ha scritto:Lo dice lui stesso. Perché i sionisti sono, per lui e chi la pensa come lui, nemici del popolo ebraico. Popolo che, anche se forsi pensi il contrario, io apprezzo per tante cose (non ultima l'ottima cucina). Io di ebrei ne ho conosciuti tanti e di tutti i tipi (anche gay), e non mi sono mai fatto problemi se non con quelli filo-sionisti che, in virtù dei miti biblici, pretendono di ergersi a esseri superiori.
E comunque questo tipo racconta delle balle e fa delle accuse gravissime e del tutto indimostrabili.
Potrei chiederti quali prove puoi portare a favore della tua tesi. Io non è che affermo siano vere o false, mi limito a riportare un opinione che ritengo verosimile alla luce della storia del movimento sionista. Quello che i governi fanno nel sottobosco dei servizi segreti si risà, quando avviene, dopo decenni.
mr-shadow

Messaggio da mr-shadow »

sono i musulmani che nel 637 hanno invaso e rubato quella che era storicamente la terra sacra degli ebrei e successivamente anche dei cristiani
[...]
da quando ce li portò Mosè
Leggendo queste parole me ne sono tornate in mente alcune lette nei miei "viaggi" nelle passate discussioni.
Franco Coladarci 14/05/2011, 12:12 ha scritto: Devi portare rispetto per la "Torah", e non dimenticare che il cristianesimo ha come radice la Torah.
A volte penso che tutto questo fervore filo-israeliano sia funzionale a far propaganda religiosa. Senza l'israele di Abramo e Mosè (che i sionisti prendono a pretesto per le loro mire politiche), infatti, viene meno anche il cristianesimo. In uno stato bi-nazionale i miti ebraici non avrebbero la stessa importanza.
Rispondi
  • Argomenti simili
    Risposte
    Visite
    Ultimo messaggio

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Bing [Bot] e 16 ospiti