Quello che accade a Parigi dal 7 gennaio di questo nuovo anno 2015, non é una guerra (perché di questo si tratta) politica o fra comunità, é una guerra contro tutto ció che é diverso da "certe convinzioni" che non ci appartengono, né ci apparterranno mai, malgrado un'interminabile serie di attentati, i più feroci.
É una guerra culturale. É un attentato alla Libertà, che qui comincia dalla Libertà di pensiero e d 'espressione, fonti di confronto, riflessioni, aperture e crescita; e perché no derisioni e condanna.
Parigi non é una città multiculturale (dove numérose culture diverse fra loro convivono in modo indipendente l'una dall'altra); non puó che essere una città interculturale (dove le culture interagiscono in modo costruttivo).
Quindi non c'é terreno per questa guerra in corso.
Ritengo di essere una persona che ha dei valori e sono di mente aperta.
Quando sono arrivata a Parigi, 11 anni fa, dalla pronvincia del sud Italia, mi sono sentita a mio agio perché avevo trovato il mio habitat. Ma mi sono subito confrontata all'avversione dei francesi contro certe culture. Non capivo, mi sembrava esagerata, e l'avevo catalogata Côme xenofoba.
Pian piano ho cominciato à capire: é sì paura, ma non paura del diverso, é paura di perdita della propria identità. Paura che questa sia violentata.
Le "culture" che si ritengono superiori, che sono impositive, sono una minaccia per la civiltà.
Fin'ora non volevo parlarvi di me, in questo contesto, ma ora credo che la mai testimonianza puó aiutarvi a capire.
Vivo in un quartiere di Parigi ad alta densità musulmana. Ho dei vicini che sono tranquilli.
Ma devo confessarvi che à volte ho paura!
Non mi senti più libera di vestirmi Côme desidero, circolare liberamente a tutte le öre, essere me stessa.
Sono stata oggetto di affermazioni sgradevoli e a volte agressioni verbali, soltanto perché "diversa" da certe persone nel quartiere.
E non vi parlo del fatto che a volte posso portate una "minigonna" se pur modesta. Sono stata aggredita per essere stata elegante (forse simbolo dell'occidente). Nell'autobus una volta, personé di una certa cultura, non mi hanno lasciata prendere posto, invitandomi a prendere un taxi. Un'altra volta sono stata minacciata di stupro in un giardino pubblico, da un individuo di una certa cultura, perché d.estate vi prendevo il sole indossando un top e pantaloncini. Un'altra volta sono stata agredita verbalmente a causa di una tintura d'un rosso vermiglio ai miei capelli (che aveva attirato complimenti in altri ambienti).
Quindi, per vivere più o meno indisturbata in questo quartiere ad alta densità musulmana, sono costretta a reprimere la mia vita al quotidiano: fare attenzione al. coloré dei capelli, all'abbigliamento, portare un anello di fidanzamento alla mano sinistra e la fede (Vera) alla mano destra.
Insomma, gli estremi esistono e s'insinuano sempre più. Per questo é così importante reagire, per difendere la notra tanto cara Libertà e Democrazia.
Per questo, persone come i vignettisti di Charlie Hebdo, sono e resteranno preziosi!