Vivere, sopravvivere o vivacchiare....

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Vieri
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Vivere, sopravvivere o vivacchiare....

Messaggio da Vieri »

Carissimi, in altro thread avevamo accennato al fatto di "vivere", "sopravvivere" o "vivacchiare".

Quali sono le vostre opinioni in merito, relative a queste tre parole?
Grazie per la collaborazione .....
:strettamano:
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Romagnolo
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Messaggio da Romagnolo »

Magari gradiremmo conoscere una tua prima interpretazione. :blu:
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Vieri
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Errata Corrige.....

Messaggio da Vieri »

Ho apportato sostanziali modifiche al testo precedente e pregherei l'amministartore di cancellare il post precedente sostiuendolo con questo grazie... :bacino:
"Romagnolo":Magari gradiremmo conoscere una tua prima interpretazione. :blu:
Ciao Romagnolo carissimo,...visto che sei uno dei miei "clienti" più o meno affezionati ti devo "sgridare" :risata: :risata: perchè non sei stato attento alle "pappardelle" precedenti....nel thread "libertà e controllo mentale".

Allora, per non essere buttato fuori dal forum per manifesta "noiosità" (dicasi rompimento di marroni).... :ironico: se vai (o andate) a riprendere alcuni miei interventi, partendo dall'interessante articolo segnalato da Achille avevo iniziato un dibattito con Janquarius il quale aveva fatto delle considerazioni fra:

-"il dubbio costruttivo"
- "dubbio fine a sé stesso"

per passare a chi fossero:
- gli "ottimisti"
- I "pessimisti"


e concludere con :
"gli "ignavi"

Quindi. "vivere" (ottimisti), "sopravvivere" (pessimisti), "ignavi"(vivacchiare)

Poi, il dibattito era continuato però con la spigazione dei concetti di:
- "idealisti" e
- "realisti"
fatto da Cagitabonda.

PS. tengo a precisare per concludere che non si tratta di fare un trattato di psicologia ma di aver espresso liberamente alcune opinioni che non possono a parer mio ritenersi tassative e categoriche poichè come accennavo in precedenza parlando di persone e non di automi non esiste mai la verità assoluta.

In particolare e riferendomi poi a quello che possono essere definiti gli"idealisti" e chi invece i "realisti" ci sono tante sfumature nel linguaggio che rimane ovviamente difficile ad una parola abbinare un concetto preciso e categorico.

Un solo esempio e poi chiudo.
Una persona "idealista" potrebbe essere vista come "un sognatore" uno fuori dal mondo, un "ottimista" nato quasi "bamba" come invece, all'esatto contrario tanti patrioti italiani del Risorgimento italiano mossi da ideali di liberta e di partecipazione del popolo alla vita pubblica del popolo....
Giuseppe Mazzini era fra questi uno dei principali del tempo:
"Le sue idee e la sua azione politica contribuirono in maniera decisiva alla nascita dello Stato unitario italiano;"

A sua volta uno "realista" potrebbe essere visto come un "pessimista nato" che non sogna mai e guarda sempre la realtà negativa dei fatti come invece al contrario una persona "idealista" ma che nel contempo imposta il proprio pensiero sulla realtà dei fatti......

Se avete voglia qui sotto c'è un sunto delle discussioni precedenti......

Sul "dubbio costruttivo" avevo scritto in merito:
E' il "dubbio costruttivo" come diceva Janquarius che può rappresentare una risposta all'accrescimento della tua fede nel metterti in gioco, discutere, verificare,ed approfondire molti passi del Vangelo. A volteando di "persone " concordiamo con certe osservazioni ma a volte la nostra logica contrasta con loro accrescendo le convinzioni.

Sono dell'opinione, come forse ho già scritto in altre occasioni, che la vera fede di una persona non dove essere qualche cosa che ti viene imposta o inculcata ma un “desiderio” intimo che deve nascere inizialmente come un germe (donato) dal tuo cuore ma che per poter crescere e svilupparsi deve essere anche “alimentato” ..

Non voglio ripetermi con la famosa parabola del chicco di grano che conoscete meglio di me, ma anche se si cresce nella "terra buona", “la terra” significa anche vivere nel mondo e confrontarsi con esso. Una terra dove esistono anche altre “piante” e anche se diverse non è detto che siano tutte dei rovi.....portandoti alla “perdizione”......

Morale, e senza farla troppo lunga, la fede, secondo la mia opinione, è un qualche cosa che si deve sviluppare dinamicamente nel tempo solo attraverso il confronto e non dal costante e ripetitivo “indottrinamento”. Il dubbio il confronto, il mettersi in campo aperto senza isolarsi, per me è stato ed è grazie a voi un elemento importantissimo di rafforzamento delle proprie convinzioni.
Il "dubbio fine a sè stesso" lo avevo definito invece:
Poi come diceva Janquarius esiste la seconda possibilità: “il dubbio fine a sé stesso”.

Specie dopo una "scapolata" ovvero la distruzione cocente di valori assimilatati con un indottrinamento forzato in tanti anni di permanenza nei tdg, come sto notando dalle esperienze di molti forumisti, porta alla fine ad un rigetto totale di ogni credo.
Come diceva giustamente una volta, penso, Franco Coladarci: "quando uno rimane scottato non vorrebbe più rimettere le mani nell'acqua calda"....

Dalla delusione si passa allora a quella che definisco la "fase due" quella del “dubbio” e della ricerca successiva, quasi spasmodica, di altre verità come un bambino che si è perso sulla spiaggia e va alla ricerca disperata dei suoi genitori.
Non li trova, nessuno lo guarda o tutti danno indicazioni diverse ed il "dubbio" di sentirsi abbandonato comincia a prevalere nell'ateismo. Non c'è più nessuno che mi vuole bene.....

Non per niente avevo definito in precedenza che la torre di Guardia è la più grossa fabbrica di atei che possa esistere.....

Il dubbio può essere anche patologico, fino a portare la persona alla paranoia.
Ci si affida allora, secondo la mia opinione, spesso a palliativi, a “droghe” imbottendosi spesso alla fine di letture filosofiche, teologiche, culturali di vari pensatori di tutte le epoche fino alla fine diventare delle persone decisamente “acculturate” ma dentro di loro senza riuscire a trovare mai le risposte in questo calderone immenso di parei, notizie, informazioni.....rimanendone alla fine costantemente insoddisfatti. ( non mi assalite ! E' una mia opinione personale riferita in generale...)

Io ovviamente, non voglio assolutamente criticare nessuno ma a fronte della “ideologia della “sapienza” preferisco l'”ideologia della semplicità”.

Posso fare un esempio?
Per me è come una persona, tornando al discorso di Janquarius disponga di un hard disk di notevole capacità e nel quale memorizzi migliaia di informazioni ma con una CPU limitata e tale da non essere alla fine in grado di elaborare tale enorme massa di informazioni spesso discordanti e da queste trarne poi delle conclusioni illuminanti.

Non me ne volete ma se una persona “assimila” senza paranoie una giusta cultura e volta per volta adegua la sua CPU alle informazioni ricevute è.per me sicuramente più in grado di trarne delle conclusioni che lo portano sicuramente a risultati migliori.
La verità è spesso dietro l'angolo ma a volte non ce ne accorgiamo rimanendo infossati nei nostri pensieri, nei nostri studi e nelle nostre elucubrazioni.

Attenzione, non ritorno al discorso di favorire l'ignoranza ma la “semplicità”.
A queste osservazioni Janquarius aveva risposto:
Quando una persona inizia a dubitare di quel che la circonda, può ritrovarsi a pensare che è manipolata da tutto (le cose già elencate in precedenza: famiglia, nazione, abitudini, ambiente, cultura, il sistema). A questo punto sorge la domanda: ma chi è veramente libero su questo pianeta?!
La mia risposta a questo punto impostava il mio pensiero su chi definivo allora un ottimista ed un pessimista:
Qui caro Janquarius a questo punto interviene il discorso su come sono fatte le persone e se vogliamo semplificare al massimo le divido fra “ottimisti e “pessimisti” fra chi in ogni occasione della vita anche le più sfavorevoli trova sempre un elemento di positività e si sente LIBERO e padrone della propria vita e chi invece non vedendo mai elementi positivi si sente sempre schiacciato e MANIPOLATO dal “fato” o dalla società, dal destino, dalla sfiga....
.
janquarius ha scritto:
Vieri, se ti piace usare termini come pessimismo e ottimismo, va bene. Per me però il pessimismo a cui ti riferisci è semplicemente coraggio di guardare in faccia alla realtà, la consapevolezza di quel che ti circonda, l'idea che dietro tutto questo sistema in cui molti pensano di essere felici e sereni (avendo una famiglia, una macchina, una casa e un buon stipendio),
Rispondo ed arriviamo al "dunque"
Non concordo sul fatto che il pessimista abbia la prerogativa di essere l'unico "coraggioso" e la sua visione "realistica della vita" lo porti ad avere una maggiore conoscenza rispetto a quelli considerati "ottimisti" .....
Si possono trovare spesso persone malate terminali e che non hanno mai avuto niente dalla vita ma che ti sorridono sempre e ragazzotti pieni di soldi che senza valori e senza idee concludono nel suicidio della droga le loro esistenze in un mondo ed in una società considerata inutile, vacua e senza vedere, o meglio saper vedere e notare un segno di speranza.

L'ottimista per me non è uno "sprovveduto", uno che pensa solo a sé stesso, alla sua famiglia ed a quel poco o tanto che lo circonda senza essere cosciente dei problemi dell'umanità.
L'"ottimista" per sua natura è uno che è sempre dotato di SPERANZA.

Alla fine è questa "speranza" che lo rende un uomo libero di decidere ed anche di dargli la forza di VOLER CAMBIARE.

Il pessimista, al contrario, ritenendosi invece sempre soggiogato dai fatti, dagli avvenimenti, dalla società non è mai un uomo libero ma sempre CONDIZIONATO da un destino un fato ed una società che giudicata sempre solo ed esclusivamente in maniera negativa.
Questo stato di cose lo condiziona pertanto a tal punto che lo porta spesso all'inerzia, all'accettazione passiva senza volontà di reagire...tanto le cose non cambieranno mai....

Sappiamo benissimo tutti e due che il mondo è quello che è sia nel bene che nel male ma un conto è vedere nella SPERANZA la possibilità di cambiarlo ed un conto è che "senza speranza" si "SOPRAVVIVE" ma NON si "VIVE".
Janquarius: Abbiamo due visioni diverse, Vieri. Avendo fatto le tue esperienze di vita, ti sei dato una risposta: il pessimismo è il male, l'ottimismo è il bene.
Vieri: Io non so quanti anni tu abbia ma io ne ho 74 e anche dopo tanti anni non ho mai avuto una concezione ed una divisione netta tra il" bianco" ed il "nero".

Per me di "sfumature di grigio", conoscendo in vita mia molte persone, ce ne sono sempre state milioni e non mi sento assolutamente nella posizione di dividere le persone in categorie di "buoni" e cattivi". Nessuno è "buono" o "cattivo" per principio.
Janquarius: Molte persone preferiscono chiudere gli occhi pur di continuare a vivere la loro vita nella villetta che gli è rimasta dai parenti, un bel giardino e magari qualche lavoro prestigioso. Io parlo di persone che non si fanno domande su quel che gli circonda perché quel che hanno gli basta già e non hanno bisogno di preoccuparsi degli altri.
Vieri...fai una notevole confusione fra gli "ottimisti" e gli "ignavi"
In termini moderni definisco gli "ignavi" proprio come quelli che hai descritto tu. quelli che si sono sempre fatti i fatti propri mettendo sempre la testa nella sabbia come gli struzzi ed ignorando VOLUTAMENTE il mondo e la società esterna......
Niente a che vedere con una persona ottimista o pessimista. Questi per me non "Vivono" né "sopravvivono" ma semplicemente "vivacchiano"....
A questo punto ci sono varie soluzioni:
-Ignorato
-interessato
-Annoiato


.......chi è arrivato poi ad avere il coraggio di arrivare in fondo al discorso dica poi la sua..... :grazie:
:strettamano:
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Messaggio da Romagnolo »

Questa è la mia prima impressione:
:conf: :conf: :conf: :conf: :conf:
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"E vivacchio! Vivacchio! Sono troppo
numeroso per dire sì e no..." (J. Laforgue)
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Ciao Romagnolo....

Messaggio da Vieri »

Romagnolo ha scritto:Questa è la mia prima impressione:
:conf: :conf: :conf: :conf: :conf:
Oddio ! Il primo commento è stato consolante ed allora parto all'attacco:....... :diablo:

Non noti che spesso solo alcuni in questo forum esprimono liberamente le proprie idee ma che altri invece criticano sempre con "barzellettine", "citazioni di altri", "faccine strane.... di disappunto" ma senza mai dare spiegazioni plausibili sulle loro opinioni ?

Se è un forum, porca miseria, si discute... e come dicono gli americani " se io ho una idea e tu un'altra idea" se ci confrontiamo, alla fine avremo due idee a testa...
Si è vero che qui dentro, in un forum di ex si dovrebbe discutere sui tdg ma dopo da ex il mondo continua......
Vi aspetto al varco... :ironico:
:ciao:
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Messaggio da play »

Il post che ha aperto il signor Vieri non mi tange ne mi interessa.
L' unica cosa che mi ha colpito è il verbo vivacchiare.
Il resto sono solo un mucchio di idee affastellate e assai confuse.
bye bye
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Messaggio da Tranqui »

annoiata :saggio:
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Considera ogni giornata come una vita a sé stante” (Arthur Schopenhauer]
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Il mondo è bello perchè è vario.....

Messaggio da Vieri »

Il mondo è bello perché è vario.....ma gradirei avere anche un vostro parere espresso in maniera meno concisa della "famosa "corazzata Potiomkin di Fantozzi.....
:abbr:
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Messaggio da play »

In un epoca di fanatismo religioso risulta un po' dubbio l' atteggiamento di chi tenta con qualunque mezzo di far risorgere nella gente comune uno spirito eroico. Tra l' altro quest' ultimo nella normalita', non esiste neppure, anzi spesso genera confusione. La laida quotidianita' messa a confronto, ad esempio, con il coraggio del soldato che affronta il nemico mi sembra un raffronto insidioso, se non addirittura pericoloso. Unire la "vita reale con l' ideale", unire le "forti tradizioni alla vita", è un programma irrealizzabile. Irrealizzabile come la Chiesa che sognava il protestante Brand. Cito un personaggio del Poema drammatico di Heinrik Ibsen perché cosi mi dis-traggo per non annoiami.
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Messaggio da Romagnolo »

Ok Vieri, ci provo anche se sono stanco morto,....di quella stanchezza che però non ti fa dormire...quindi dopo aver riletto ( gli altri si sono annoiati.....speravo anche io in un effetto soporifero ed invece ...Nada. :ironico: ) scrivo:
Vivere= fare esperienze ed avere voglia di farne,..esplorare,...voglia e desiderio di provare e ...riprovare nel caso andasse male la prima, tenere care e preziose le esperienze fatte....anche quelle negative che anche se al momento possono stoppare la vita di una persona...questa non si lascia scoraggiare e riparte con nuove mete.
Sopravvivere= Veduta tendenzialmente negativa della vita...o tutt'alpiu neutra, si vive la vita così come questa ci è piovuta addosso senza nessun serio stimolo di volerla cambiare....neppure in meglio.
Si vive come capita giorno per giorno, il minimo di programmazione della propria esistenza è limitato alla necessità di mantenersi in vita e di assolvere doveri o compiti imprescindibili richiesti dall'ambiente esterno.
Vivacchiare= vivere tutto sommato bene o benino,nell'angolino che ci si è ritagliato e dove ci si sente unici e indiscussi padroni.
Nessuno o scarso desiderio di mettere il naso fuori in altre realtà ...ideologiche o concrete che siano,...ciò che veramente interessa è quello che riguarda il "proprio" piccolo mondo.
Un' altro aspetto del vivacchiare è una variante del sopravvivere, con la differenza che invece di essere improntato al pessimismo o menefreghismo,...si fonda su una forma di ...mediocre compiacimento della propria situazione riassumibile nel motto..".dai...non è poi che vada tutto così malaccio!"
:blu: :blu: :blu: :blu:
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Messaggio da play »

Vivere: Puro bios. A questo livello della vita non ci sono le idee, la memoria, i sentimenti.
Sopravvivere. Vivere sopra con l' intimo desiderio di diventare il re dei Trolls, come Peter Gym.
Vivacchio."C'est pourquoi je vivotte, vivotte, Bonne girouette aux tren't six saisons, Trop nombreux pour dire oui ou non…"
Bonne nuit!
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Caro Romagnolo.....

Messaggio da Vieri »

Romagnolo ha scritto:Ok Vieri, ci provo anche se sono stanco morto,....di quella stanchezza che però non ti fa dormire...quindi dopo aver riletto ( gli altri si sono annoiati.....speravo anche io in un effetto soporifero ed invece ...Nada. :ironico: ) scrivo:
Vivere= fare esperienze ed avere voglia di farne,..esplorare,...voglia e desiderio di provare e ...riprovare nel caso andasse male la prima, tenere care e preziose le esperienze fatte....anche quelle negative che anche se al momento possono stoppare la vita di una persona...questa non si lascia scoraggiare e riparte con nuove mete.
Sopravvivere= Veduta tendenzialmente negativa della vita...o tutt'alpiu neutra, si vive la vita così come questa ci è piovuta addosso senza nessun serio stimolo di volerla cambiare....neppure in meglio.
Si vive come capita giorno per giorno, il minimo di programmazione della propria esistenza è limitato alla necessità di mantenersi in vita e di assolvere doveri o compiti imprescindibili richiesti dall'ambiente esterno.
Vivacchiare= vivere tutto sommato bene o benino,nell'angolino che ci si è ritagliato e dove ci si sente unici e indiscussi padroni.
Nessuno o scarso desiderio di mettere il naso fuori in altre realtà ...ideologiche o concrete che siano,...ciò che veramente interessa è quello che riguarda il "proprio" piccolo mondo.
Un' altro aspetto del vivacchiare è una variante del sopravvivere, con la differenza che invece di essere improntato al pessimismo o menefreghismo,...si fonda su una forma di ...mediocre compiacimento della propria situazione riassumibile nel motto..".dai...non è poi che vada tutto così malaccio!"
:blu: :blu: :blu: :blu:
Grazie per lo "sforzo" anche in relazione agli impegni e sono sincero:
( gli altri si sono annoiati.....speravo anche io in un effetto soporifero ed invece ...Nada. :ironico:
hai azzeccato esattamente (in maniera più stringata) il mio pensiero.... :bravo:
:quoto100:
PS. Quello che mi fa piacere :ok: è anche notare che il commento è di tuo pugno senza la necessità di citare massime celebri......come per i tdg che dopo tre parole devono sempre citare un versetto della Bibbia....
:ciao:
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Messaggio da Vieri »

play ha scritto:In un epoca di fanatismo religioso risulta un po' dubbio l' atteggiamento di chi tenta con qualunque mezzo di far risorgere nella gente comune uno spirito eroico. Tra l' altro quest' ultimo nella normalita', non esiste neppure, anzi spesso genera confusione. La laida quotidianita' messa a confronto, ad esempio, con il coraggio del soldato che affronta il nemico mi sembra un raffronto insidioso, se non addirittura pericoloso. Unire la "vita reale con l' ideale", unire le "forti tradizioni alla vita", è un programma irrealizzabile. Irrealizzabile come la Chiesa che sognava il protestante Brand. Cito un personaggio del Poema drammatico di Heinrik Ibsen perché cosi mi dis-traggo per non annoiami.
Play, ti voglio bene ma proprio non ti capisco......ma cosa c'entra tutto questo ? :boh:
:ciao:
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Messaggio da play »

Scusami, forse se leggessi con maggiore attenzione cio' che scrivi, e probabile che anch' io riuscirei a capire meglio il senso del contenuto dei tuoi post. Pero' durante la lettura perdo il filo del discorso che lega le varie parti, e, inconsapevolmente, la mia mente incomincia a vagare in altre direzioni. Dato che hai aperto tu questo tread, spiegaci meglio cosa intendi comunicarci. Ho citato un personaggio in particolare, ovverosia Brand, il prete protestante il cui motto è racchiuso in queste due parole, o tutto o nulla. Ecco, prendiamo, per esempio, i testimoni di Geova, i quali passano dal bombardamento d' amore all' ostracismo, o meglio, passano dal fuoco nel momento del reclutamento nella setta, al ghiaccio dell'' isolamento nel momento della fuoriuscita. Questi comportamenti costituiscono per queste persone un ideale. Un ideale che dal mio punto di vista crea solo tanta confusione. Per intenderci meglio sarebbe opportuno quindi che mi spiegassi a quali ideali fai riferimento. Hai citato Mazzini, ci mancava pure che citassi Garibaldi. Poi come se non bastasse mi sono messo anch' io a imbrigliare la matassa. Purtroppo sono molto disordinato. E' un difetto di carattere, pardon. Vediamo di mettere le cose in ordine. Cosa ti aspetti che scrivano i forumisti?
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Messaggio da janquarius »

Cerco di dare un po' le mie definizione dei termini da te riportati.

Vivere: accettare ogni fallimento, ogni mancanza, ogni errore compiuto in passato, guardando avanti e vivendo nel presente.
Vivacchiare: non riuscire a prendere posizione alcuna o essere un ignavo (citando Vieri), fregarsene di quelli che ti circondano.
Sopravvivere: fissarsi con questioni banali come bollette o lavoro, non pensando che oltre tutto questo ci può essere qualcosa in più della semplice esistenza odierna.

Sfido qualche volontario ad essere più sintetico di me... :ironico:

piccola correzione: Vieri è stato più sintetico di me:
Vivere: ottimista
Vivacchiare: ignavo
Sopravvivere: pessimista
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Messaggio da Tranqui »

Vivere, sopravvivere o vivacchiare....

1 fare quello che si vuole :ironico:
2 rassegnarsi a veder scorrere il tempo :piange:
3 una via di mezzo tra l 1 e il 2 ,mentre passa il tempo faccio quello che posso e mi piace
in attesa di fare cio' che voglio :ilovejesus:
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Ecco Liala, io mi metto nel punto 3 del tuo schema. :sorriso:
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Caro Play...

Messaggio da Vieri »

play ha scritto:Scusami, forse se leggessi con maggiore attenzione cio' che scrivi, e probabile che anch' io riuscirei a capire meglio il senso del contenuto dei tuoi post. Pero' durante la lettura perdo il filo del discorso che lega le varie parti, e, inconsapevolmente, la mia mente incomincia a vagare in altre direzioni. Dato che hai aperto tu questo tread, spiegaci meglio cosa intendi comunicarci. Ho citato un personaggio in particolare, ovverosia Brand, il prete protestante il cui motto è racchiuso in queste due parole, o tutto o nulla. Ecco, prendiamo, per esempio, i testimoni di Geova, i quali passano dal bombardamento d' amore all' ostracismo, o meglio, passano dal fuoco nel momento del reclutamento nella setta, al ghiaccio dell'' isolamento nel momento della fuoriuscita. Questi comportamenti costituiscono per queste persone un ideale. Un ideale che dal mio punto di vista crea solo tanta confusione. Per intenderci meglio sarebbe opportuno quindi che mi spiegassi a quali ideali fai riferimento. Hai citato Mazzini, ci mancava pure che citassi Garibaldi. Poi come se non bastasse mi sono messo anch' io a imbrigliare la matassa. Purtroppo sono molto disordinato. E' un difetto di carattere, pardon. Vediamo di mettere le cose in ordine. Cosa ti aspetti che scrivano i forumisti?
Caro Play, vedo con piacere che alla fine la curiosità di leggere ha avuto il sopravvento.
Cominciamo dal dire che ti do ragione su questo fatto:
durante la lettura perdo il filo del discorso che lega le varie parti, e, inconsapevolmente, la mia mente incomincia a vagare in altre direzioni.
Devi considerare però che anche se l'argomento del thread è su "vivere, sopravvivere o vivacchiare", riprendeva alla fine un ragionamento impostato inizialmente dall'articolo postato da Achille su "Libertà e controllo mentale" al quale Jaunquarius aveva fatto le sue osservazioni...

Da li poi come "un ipertesto" siamo passati poi ad altri concetti come la definizione che avevo dato fra ottimisti e pessimisti.
Non per niente ho dato poi ragione a Romagnolo il quale aveva interpretato giustamente secondo il mio modo di pensare il concetto di ottimista che è quello di uno che crede nella vita e che quindi "credendoci" VIVE.....
Il pessimista, a sua volta non credendo in una evoluzione positiva e dove niente può essere spesso cambiato, allora "sopravvive.....
Poi ovviamente ci sono tante sfumature di grigio....ed ognuno poteva pensare quello che voleva.....

Liala ha risposto invece che VIVERE significa fare quello che si vuole......ma sarebbe a parer mio una risposta da specificare meglio poichè è vero che "vivere" significa per me essere liberi positivamente nel prendere le decisioni e non condizionati da nessuna struttura oppressiva ma altrettanto può essere interpretato come "fare quello che si vuole" e dare spazio all'anarchia.....oppure godere di tutte le opportunità, materiali o sentimentali, della vita .....
Quindi questi concetti alla fine parlando di umani e non di automi possono avere diverse interpretazioni a seconda dei punti di vista.

in pratica come spesso succede in ogni thread da un argomento inizialmente impostato si arriva poi ad estrapolarne altri fino ad arrivare come nel caso di Cogitabonda a parlare di "idealisti" e "realisti".....
E' comprensibile pertanto un certo smarrimento ed è per questo che anche se dilungandomi ho cercato di fare un piccolo riassunto e ricostruzione...notando poi con piacere anche delle risposte stringate ed interessanti.

Come da risposta a Cogitabonda anche relativamente al tema degli ideali ci possono essere quelli "astratti e irrealistici" a quelli errati o criminali (nazismo) fin ad altri politici, religiosi ecc. e rimane pertanto difficile fare un trattato ma la mie intenzioni erano limitate solo a leggere anche altre opinioni in merito.

Quella che hai citato sui tdg potrebbe essere interessante e da ampliare ulteriormente....
.I tdg pensano e sono convinti di vivere in pienezza la loro vita anche rinunciando a mole cose che la vita offre? Loro sicuramente ne sono convinti ma è vera vita?
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Romagnolo ha scritto:Ecco Liala, io mi metto nel punto 3 del tuo schema. :sorriso:
:bacio: non tutto viene per caso Romagnolo :occhiol:
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Messaggio da Tranqui »

faccio quello che voglio ,lasciando liberi gli altri, non danneggiandoli . stando alle regole del vivere civile :spieg:
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janquarius
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LIALA ha scritto:faccio quello che voglio ,lasciando liberi gli altri, non danneggiandoli . stando alle regole del vivere civile :spieg:
Ma perché usi sempre colori diversi quando scrivi?
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Quixote
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janquarius ha scritto:
LIALA ha scritto:faccio quello che voglio ,lasciando liberi gli altri, non danneggiandoli . stando alle regole del vivere civile :spieg:
Ma perché usi sempre colori diversi quando scrivi?
È una forma di espressione: quando io scrivo non necessito di emoticon, di plurimi puntini puntini, o di punti esclamativi o interogativi in serie, o di “colorare” il mio linguaggio. Altri ne sente il bisogno. Sicché la tua potrebbe essere – non dico che lo sia – una domanda indelicata.
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
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Quixote ha scritto:
janquarius ha scritto:
LIALA ha scritto:faccio quello che voglio ,lasciando liberi gli altri, non danneggiandoli . stando alle regole del vivere civile :spieg:
Ma perché usi sempre colori diversi quando scrivi?
Sicché la tua potrebbe essere – non dico che lo sia – una domanda indelicata.
Io la vedo come una domanda normalissima. Perché non aspettare la sua di risposta?
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janquarius ha scritto: Io la vedo come una domanda normalissima. Perché non aspettare la sua di risposta?
Perchè la risposta ti è già stata data: «È una forma di espressione». Ribadendo la domanda non fai che evidenziare la tua mancanza di delicatezza. Questo perché, comunque Liala ti risponda, non significherebbe che lei interpreti meglio di me: non ti ha mai detto nessuno che l’autore è spesso il peggiore interprete di se stesso?
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Quixote ha scritto:
janquarius ha scritto: Io la vedo come una domanda normalissima. Perché non aspettare la sua di risposta?
Perchè la risposta ti è già stata data: «È una forma di espressione». Ribadendo la domanda non fai che evidenziare la tua mancanza di delicatezza. Questo perché, comunque Liala ti risponda, non significherebbe che lei interpreti meglio di me: non ti ha mai detto nessuno che l’autore è spesso il peggiore interprete di se stesso?
Sì, ma la risposta l'hai data tu...
Io quando comunico con qualcuno non ho bisogno di intermediari.
Evidentemente tu lo sei.
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janquarius ha scritto:
Quixote ha scritto:
janquarius ha scritto: Io la vedo come una domanda normalissima. Perché non aspettare la sua di risposta?
Perchè la risposta ti è già stata data: «È una forma di espressione». Ribadendo la domanda non fai che evidenziare la tua mancanza di delicatezza. Questo perché, comunque Liala ti risponda, non significherebbe che lei interpreti meglio di me: non ti ha mai detto nessuno che l’autore è spesso il peggiore interprete di se stesso?
Sì, ma la risposta l'hai data tu...
Io quando comunico con qualcuno non ho bisogno di intermediari.
Evidentemente tu lo sei.
Forse ti sfugge che questo è un forum, dove tutti hanno diritto di rispondere a chiunque, interpellati o meno. E soprattutto hanno anche la libertà di non rispondere, qualora lo ritengano opportuno, a prescindere da quello che Liala vorrà fare.

Come che sia il mio diritto di agire da intermediario è sacrosanto, in quanto non vietato dal Regolamento.
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Messaggio da janquarius »

Caro Quixote, vista la tua propensione a rispondere nel posto di alti utenti (in questo caso l'utente è un appartenente al gentil sesso), spero non ti offenderai se ti dico che hai le tendenze del "cavaliere bianco":
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Messaggio da Quixote »

Yo no estoy nada de acuerdo: soy Alonso Quijano, el caballero de la trista figura ¿Dónde está Dulcinea?

PS — Domine, libera nos ab Angliorum sermone.
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E' crudemente "realista" questa canzone di Vasco?
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