Giorno della memoria

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Quixote
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Giorno della memoria

Messaggio da Quixote »

Non mi piace parlare puntualmente di me, ma oggi mi è capitato qualcosa che mi ha profondamente commosso. Ero a una semplice manifestazione culturale in Faenza, nella splendida Biblioteca Manfrediana, all’interno di giornate dedicate a «Il giorno della memoria». Ho davvero fatto poco per questo, se non scoprire un modesto nesso di Leopardi a favore degli Ebrei, in un periodo di nera oppressione. Ma in mezzo ai complimenti di altri, un venerabile Ebreo, di tanti anni che però non celavano una cultura non superficiale, cosí come il fatto di aver vissuto sulla sua pelle, certi orrori, mi ha ringraziato, come ha ringraziato il coautore e relatore della nostra pubblicazione. Questo semplice atto, la sua stretta di mano, io che Ebrei non rammento nemmeno se li ho conosciuti, mi ha riempito di tenerezza e sofferenza al contempo.

Il ghetto di Venezia, di cui parla anche Shakespeare, che di un Ebreo ha scritto un ritratto umano suo malgrado, venne inaugurato 501 anni fa.

Questo il mio pensiero e la mia testimonianza, perché atrocità, non solo relativamente recenti, ma secolari e millenarie, non abbiano a ripetersi. E andando oltre credo fosse Primo Levi, non ho tempo e voglia di controllare, a scrivere e che ognuno di noi può essere ebreo di qualcun altro, e che l’odio per l’Ebreo, lo dico con parole mie, altro non è che una categoria dello spirito per l’odio del diverso, qualunque e comunque il diverso si connoti. È inquietante dovermi raffrontare con una natura umana, la mia prima di quella altrui, che non mi vede affatto esente da questa perversione.
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
GIOVANNI, III, 19. (G. Leopardi, La ginestra, esergo)
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Ancientofdays
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Messaggio da Ancientofdays »

Quixote ha scritto:Non mi piace parlare puntualmente di me, ma oggi mi è capitato qualcosa che mi ha profondamente commosso. Ero a una semplice manifestazione culturale in Faenza, nella splendida Biblioteca Manfrediana, all’interno di giornate dedicate a «Il giorno della memoria». Ho davvero fatto poco per questo, se non scoprire un modesto nesso di Leopardi a favore degli Ebrei, in un periodo di nera oppressione. Ma in mezzo ai complimenti di altri, un venerabile Ebreo, di tanti anni che però non celavano una cultura non superficiale, cosí come il fatto di aver vissuto sulla sua pelle, certi orrori, mi ha ringraziato, come ha ringraziato il coautore e relatore della nostra pubblicazione. Questo semplice atto, la sua stretta di mano, io che Ebrei non rammento nemmeno se li ho conosciuti, mi ha riempito di tenerezza e sofferenza al contempo.

Il ghetto di Venezia, di cui parla anche Shakespeare, che di un Ebreo ha scritto un ritratto umano suo malgrado, venne inaugurato 501 anni fa.

Questo il mio pensiero e la mia testimonianza, perché atrocità, non solo relativamente recenti, ma secolari e millenarie, non abbiano a ripetersi. E andando oltre credo fosse Primo Levi, non ho tempo e voglia di controllare, a scrivere e che ognuno di noi può essere ebreo di qualcun altro, e che l’odio per l’Ebreo, lo dico con parole mie, altro non è che una categoria dello spirito per l’odio del diverso, qualunque e comunque il diverso si connoti. È inquietante dovermi raffrontare con una natura umana, la mia prima di quella altrui, che non mi vede affatto esente da questa perversione.

Fin dove è natura umana e dove è sovrastruttura ?
E' che sull'odio , o anche sulla più innocua non accettazione, del diverso si costruiscono più facilmente identità; religiose, razziali , di genere , politiche.
Difficile sottrarsi, difficile combatterle.

E quel "nesso di Leopardi" ?
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

Questi orrori, ed alcuni più recenti, mi spingono a lottare ogni giorno per un mondo più compassionevole e gentile, dove la via maestra sia l'ascolto dell'altro.

Ad maiora
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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Cogitabonda
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Messaggio da Cogitabonda »

È una storia fin troppo comune che da millenni si ripropone: usare le differenze per costruire la propria identità. Non solo, ma convincersi che la propria identità, individuale o di gruppo, sia la migliore.
Quanto migliori saremmo tutti quanti se invece di cercare una nostra identità cercassimo la nostra essenza! Ci sarebbe molto più facile riconoscere negli altri ciò che abbiamo in comune.
Compiacersi di aver ragione è sgradevole - Avere troppa coscienza di sé è odioso - Commiserarsi è infame
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Vieri
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Un ricordo indelebile

Messaggio da Vieri »

Nei miei viaggi in Germania, in Polonia ed in repubblica Ceca, da un lato ho voluto visitare luoghi simbolo dell'odio nazista ed in altri casi mi sono ritrovato casualmente visto che l'Europa ne è piena, particolarmente colpito dal fatto che anche mio padre fu internato in Germania dall' 8 settembre del 43', ma fortunatamente tornando nell'agosto del 45' dopo la liberazione dagli americani.
Molti sono stati i campi visitati, da Dachau ad Auschwitz a Bergen Belsen e le mie testimonianze sono presenti al sito:

http://127.0.0.1:8080/1965--dachau-e-be ... est--.html" onclick="window.open(this.href);return false;
http://127.0.0.1:8080/in-germania-in-ri ... padre.html" onclick="window.open(this.href);return false;
http://127.0.0.1:8080/auschiwitz,-per-t ... dio--.html" onclick="window.open(this.href);return false;
http://127.0.0.1:8080/un-giorno-a-varsavia.html" onclick="window.open(this.href);return false;

L'immagine più recente è stata però scattata casualmente di due persone molto anziane che camminano in un vialetto tenendosi amorevolmente per mano.
Dove?
Tornavano forse a casa in quello che era un giorno tristemente il Ghetto di Varsavia.

Posso considerarla come una immagine simbolo dove pur consci del ricordo (l'anzianità) e del luogo (il ghetto), l'amore ( le mani che si uniscono) alla fine prevale sempre?

Le ultime parole di Padre Massimiliano Kolbe prima di morire ad Auschwitz non furono:"..l'odio non serve a niente... Solo l'amore crea!»."
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virtesto
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Un altro olocausto sconosciuto.

Messaggio da virtesto »

Permettetemi di ricordare qui un altro olocausto "Eclipsing the most exterminatory months of the Jewish olocaust" e ancora:" the most concentrated mass killing in human history". Dal giugno 1941 al gennaio 1942 i Tedeschi uccisero 2,8 MILIONI di prigionieri russi.

E' successo che nel 1941 , all'inizio della guerra , ci fu un'avanzata veloce delle armate tedesche verso la Russia. Fecero appunto milioni di prigionieri. Li ammassarono in campi senza ricoveri. Per ripararsi dal freddo scavarono buche nel terreno (esistono ancora in un campo di concentramento). "2,8 milioni morirono di freddo, di fame, di malattie. All'inizio riuscirono a sopravvivere mangiando erba, radici, arrivarono al cannibalismo...
In tutto morirono 3,5 milioni di prigionieri russi in Germania. A loro la convenzione di Ginevra non fu applicata. Poi, naturalmente, nel '45 i russi resero pan per focaccia ai tedeschi-

Sarà un discorso sarcastico e quant'altro preferite, ma, effettivamente, gli ebrei ebbero un trattamento migliore in quanto al fine-vita. Più veloce. Terribile!
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Vieri
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Virtesto, condiivido in pieno.

Messaggio da Vieri »

Una estate del 2004 volli fare un viaggio della memoria facendo il giro di tutte le città ed i paesini dove era stato prigioniero il mio babbo e tra queste cittadine andai anche a Wietzendorf che fu uno dei campi di raccolta di prigionieri prima russi e successivamente italiani in Germania.
L'Italia fascista era alleata con la Germania fino all'estate del 1943. Dopo Mussolini fu deposto e l'Italia si arrese agli Alleati, la Wehrmacht occuparono l'Italia settentrionale e ha stabilito un nuovo Stato fantoccio fascista italiano lì. Circa 600.000 soldati che si rifiutavano di combattere per i tedeschi sono stati disarmati e deportati in Germania per i lavori forzati. Questi soldati erano visti come traditori dalla dirigenza nazista, la Wehrmacht e il popolo tedesco. Essi sono stati negati lo stato prigioniero di guerra avrebbero dovuto essere concesso in base alla Convenzione di Ginevra e sono stati invece classificati come "internati militari italiani" (IMI) perché sono stati ufficialmente considerati soldati internati da uno stato ancora alleato con la Germania. Questo status significava che non avevano accesso ai servizi critici forniti dalla Croce Rossa Internazionale, come pacchetti di cibo, farmaci e le ispezioni da parte delegazioni internazionali.

Nell'autunno del 1943, i campi di Oerbke e Wietzendorf sono state usate come campi di transito per le decine di migliaia di internati militari italiani che sono stati presi da lì a lavorare i dettagli in tutta la Germania settentrionale. Da gennaio 1944, Wietzendorf fu sede di uno dei più grandi campi di ufficiali italiani conosciuti come Oflag 83. C'è stato un ospedale per internati militari italiani nel campo Oerbke, ma i suoi pazienti sono stati trasferiti in una sezione separata del POW Bergen-Belsen ospedale alla fine di luglio 1944. La maggior parte di questi prigionieri italiani erano affetti da tubercolosi o era stato ferito durante il lavoro. 142 internati militari italiani erano morti in ospedale Bergen-Belsen, entro la fine della guerra e furono sepolti in una zona separata ai margini del cimitero POW.
La testimonianza di mio padre:
Wietzendorf 18 novembre 1943 - Una giornata molto triste.
Dal diaro del babbo.
Ieri passai una giornata molto triste. I sacrifici, le sofferenze che sopporto e provo mi abbattono moralmente e fisicamente. Ho tanto desiderio di mangiare, mangiare e mangiare perché non pochi sono i giorni in cui la fame si fa sentire; di dormire in un letto, di lavarmi, di cambiarmi la biancheria, insomma sento l’ardente desiderio di avere ciò che un uomo si aspetta come tale. Invece siamo delle povere bestie! […].
Dopo 38 giorni di disturbo intestinale, ho passato la nottata tranquilla. Speriamo in avvenire!
[…]. Il mio pensiero non poté fare a meno di correre alla mia Vera […] e me la sentii vicino, tanto vicino al mio cuore che benedii quel momento con una manifestazione che in questi ultimi tempi assume un carattere pietoso e doloroso: le lacrime. Queste lacrime che racchiudono tante sofferenze, tanti dispiaceri, tante rinunce. Ho sognato una persona di famiglia, di cui non ricordo la sua immagine, alla quale ho domandato come stava Vieri, se era cresciuto, se cominciava a parlare, se camminava. Mi ha risposto semplicemente: è un bambino normale! Sotto l’impressione di questo sogno ho pensato più del solito al mio angiolino, al
giorno in cui lo rivedrò e la scena commovente che avverrà fra noi due che ancora non abbiamo la gioia di conoscerci.

1 dicembre 1943 […] La fame mi ha costretto a dar via il mio portasigarette per 200 grammi di pane e lo scambio mi ha procurato tanto dispiacere perché era un regalo dei miei genitori. L’orologio, per ora resiste alle tentazioni! […] ma per poco […]. Ho dato al Colonnello l’orologio e la penna stilografica perché la vendesse a dei suoi colleghi […] ultima risorsa per fronteggiare l’assedio gastronomico che si stringe sempre di più attorno al mio stomaco. Sono partiti i primi nuclei di lavoratori coatti. In conseguenza del nostro rifiuto del nostro impiego, quali volontari nella SS tedesca. Abbiamo preferito la pala ed il piccone al moschetto ed
alla montura tedesca.
Wietzendorf è un paese al centro del triangolo Amburgo-Brema-Hannover.

La località è famosa perchè ad un chilometro sorgeva l'Oflag 83, il campo di concentramento che ha accolto nell'ultima guerra migliaia e migliaia di uomini deportati da molti paesi d'Europa soprattutto italiani.

Il campo di concentramento di Wietzendorf
era in origine abitato da prigionieri russi. Della vita che vi hanno condotto questi e del loro trattamento, testimonia il cimitero russo sito nei pressi del campo (lato nord a circa 1 km e mezzo dal campo) nel quale si trovano sepolte oltre 16.000 salme. Sgombrato dai russi, probabilmente per le condizioni di inabitabilità, servì nell'autunno dell'anno 1943 allo smistamento dei prigionieri italiani che vi passarono in numero di molte decine di migliaia. Anche generali vi alloggiarono per più giorni, a terra e senza alcuna sistemazione non di conforto, ma strettamente umana. In seguito allo sgombero dei campi di Polonia, nel gennaio 1944, il campo fu destinato, con la denominazione di Oflag 83, agli ufficiali italiani.
Clicca per vedere l'immagine a dimensioni originali
Da Wietzendorff a Wietze passando per Begen Belsen
Il campo di baracche vicino Fallingbostel divenne noto come Stalag XI-B e doveva diventare uno dei Wehrmacht ' più grandi campi di prigionia s, che contiene fino a 95.000 prigionieri provenienti da vari paesi. [6] Nel giugno del 1940, i prigionieri di guerra belgi e francesi sono stati alloggiati in campo degli ex lavoratori edili di Bergen-Belsen. Questa installazione è stato notevolmente ampliato dal mese di giugno 1941, una volta che la Germania prepara a invadere l'Unione Sovietica, diventando un campo indipendente, noto come Stalag XI-C (311). E 'stato destinato a contenere fino a 20.000 sovietici prigionieri di guerra ed è stato uno dei tre campi della zona. Gli altri erano a Oerbke (Stalag XI-D (321)) e Wietzendorf (Stalag XD (310)). Entro la fine di marzo 1942, alcuni 41.000 prigionieri di guerra sovietici erano morti in questi tre campi di fame, stanchezza, e la malattia. Entro la fine della guerra, il numero totale dei morti è salito a 50.000. [6] Quando il campo di prigionia di Bergen smesso di funzionare nei primi mesi del 1945, come la Wehrmacht consegnò alla SS , il cimitero conteneva oltre 19.500 prigionieri sovietici morti.
Tragiche conclusioni.
I relazione al numero di morti anche di molti altri prigionieri, specie russi sarebbe opportuno stabilire dall'ONU anche una giornata della memoria per tutti quegli altri milioni di prigionieri o persone civili uccisi principalmente e VOLUTAMENTE per malattie e denutrizione dai tedeschi e non dai nazisti.

https://it.wikipedia.org/wiki/Conteggio ... er_nazione" onclick="window.open(this.href);return false;

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Quixote
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Messaggio da Quixote »

Ancientofdays ha scritto:
Fin dove è natura umana e dove è sovrastruttura ?
E' che sull'odio , o anche sulla più innocua non accettazione, del diverso si costruiscono più facilmente identità; religiose, razziali , di genere , politiche.
Difficile sottrarsi, difficile combatterle.

E quel "nesso di Leopardi" ?
Il nesso con Leopardi , nella fattispecie, è occasionale, e, non fosse Leopardi, di poco spessore: semplicemente in un momento di rinnovellata persecuzione contro gli Ebrei fu interpellato da non ben identificati «signori», certamente ebrei, e probabilmente anche patrioti liberali che di lí a poco avrebbero collaborato al Risorgimento, a scrivere un opuscolo a difesa degli Ebrei, ferocemente attaccati nel periodo forse piú nero della reazione e Restaurazione anti-napoleonica conseguente alla sconfitta del grande Córso.

Problema minimo a fronte di quel che accenni: quell’odio e quella non accettazione dell’altro, di cui parli, sono anche i grandi motivi, e i grandi motori, dei piú alti ideali di patria del mondo classico, su cui Leopardi (e Nietzsche dopo di lui) medesimamente rifletteva. E difficile era ed è liquidarli come qualcosa di aberrante, e non come un valore autentico, per cui la vita (e la morte stessa) poteva giustificarsi, all’interno della polis, o della Roma res-publicana, in ottica di sopravvivenza della patria. Ma poi non può dirsi, da diversi suoi scritti, che Leopardi non fosse consapevole di una diversa idea, che oggi suggeriremmo cosmopolita. Tuttavia non mi pare che sia riuscito a risolvere la contraddizione. Peggio, non mi pare che noi ci si sia avvicinati alla sua risoluzione.
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DeProggy
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Messaggio da DeProggy »

virtesto ha scritto:Permettetemi di ricordare qui un altro olocausto "Eclipsing the most exterminatory months of the Jewish olocaust" e ancora:" the most concentrated mass killing in human history". Dal giugno 1941 al gennaio 1942 i Tedeschi uccisero 2,8 MILIONI di prigionieri russi.

E' successo che nel 1941 , all'inizio della guerra , ci fu un'avanzata veloce delle armate tedesche verso la Russia. Fecero appunto milioni di prigionieri. Li ammassarono in campi senza ricoveri. Per ripararsi dal freddo scavarono buche nel terreno (esistono ancora in un campo di concentramento). "2,8 milioni morirono di freddo, di fame, di malattie. All'inizio riuscirono a sopravvivere mangiando erba, radici, arrivarono al cannibalismo...
In tutto morirono 3,5 milioni di prigionieri russi in Germania. A loro la convenzione di Ginevra non fu applicata. Poi, naturalmente, nel '45 i russi resero pan per focaccia ai tedeschi-

Sarà un discorso sarcastico e quant'altro preferite, ma, effettivamente, gli ebrei ebbero un trattamento migliore in quanto al fine-vita. Più veloce. Terribile!
Grazie, Virtesto,
di aver ricordato anche queste vittime di serie "B" ......mi meraviglio un po´ che nessun sionista di turno si sia fatto vivo...si sa´ che le vittime del popolo ebraico sono quelle di serie "A"....gli altri contano decisamente meno..... come oltre 23-24 milioni di morti sovietici durante WW II....

E anche in onore a tutti loro, che la Russia non e´ preparata - giustamente- a sacrificare nemmeno un singolo soldato in piu´ per liberare nuovamente l´Europa dal rinascente fascismo corporatista brusseliano/atlantista che negli ultimi mesi ha dislocato qualcosa come 4000 (quatromila!) cari armati e chissa quante migliaia di mercenari sui confini russi.
Spero vivamente che i fascistoni della NATO non costringano Putin a fraccare il pulsante rosso.

http://www.pandoratv.it/?p=11136" onclick="window.open(this.href);return false;

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deliverance1979
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Messaggio da deliverance1979 »

Visto che siamo in tema, per chi non l'avesse fatto, consiglio la visione di questo film che è abbastanza recente e tratta della missione inglese-ceca per l'eliminazione di Reinhard Heydrichk, conosciuto meglio come il "boia di Praga" ed uno degli ideatori della soluzione finale, ucciso appunto dalla resistenza ceca nel 1942.

Il film in italiano si chiama "Missione Anthropoid"

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Messaggio da Vieri »

E anche in onore a tutti loro, che la Russia non e´ preparata - giustamente- a sacrificare nemmeno un singolo soldato in piu´ per liberare nuovamente l´Europa dal rinascente fascismo corporatista brusseliano/atlantista che negli ultimi mesi ha dislocato qualcosa come 4000 (quatromila!) cari armati e chissa quante migliaia di mercenari sui confini russi.
Spero vivamente che i fascistoni della NATO non costringano Putin a fraccare il pulsante rosso.
Una volta, negli anni 50' si diceva. "a da veni' Baffone"......ma sappiamo poi come dal 1989 è andata a finire........
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