Caro Quixote,
Interessanti domande, alle quali cercherò di rispondere brevemente.Quixote ha scritto:@ Valentino: Molto interessante il logos non Gesú/Dio. Anche se non mi sembra facilmente sostenibile, l’ho ammesso per ipotesi, forse perché influenzato da teorie gnostiche, e perché mi mancano, se non conoscenze storiche e linguistiche, puntuali competenze di teologia comparata. Se hai tempo, potresti sinteticamente delucidarmi come l’ebraismo considera il NT, e in partic. il Vangelo di Giovanni? Filologicamente parlando, tempo fa avevo scritto che il NT non afferma, ma nemmeno esclude, la Trinità. Questa è una constatazione che, sempre e solo filologicamente parlando, può essere condivisa sia da agnostici che cristiani. Non vedo perché il pensiero ebraico, qualunque sia il suo concetto di Dio, ovviamente monoteista in maniera meno elastica, debba far eccezione. Mi piacerebbe sentire cosa ne pensi, perché in questo caso sono io a dirti ubi maior minor cessat.
1) La questione logos così come posta dagli autori che ho citato si basa su un sottile distinguo. Non ci sono elementi per affermare positivamente che il logos dei versetti introduttivi del prologo giovanneo sia "già" una ipostasi, ovvero non ci sono elementi per affermare che quel logos sia un' "entità personale" accanto a Dio sia nel senso che gli attribuiscono i trinitari (seconda persona della trinità) sia nel senso che gli attribuiscono gli ariani come i tdG (ovvero una "persona" che corrisponde ad una creatura angelica). Non a caso la traduzione dei tdG afferma che il logos era "un dio" (angelico) accanto a Dio. In realtà, quel logos di cui si parla nei versetti introduttivi è un chiaro riferimento alla "sapienza di Dio" di cui si parla nella letteratura sapienziale sia biblica che extra-biblica. Essendo, la sapienza di Dio, un Suo attributo non è "altro da Dio", così come la sapienza o la bontà di Quixote non sono persone accanto a Quixote. Il logos, nel prologo giovanneo, viene in un certo senso ipostatizzato solo a partire dal versetto 14, laddove leggiamo "ho logos sarx egeneto" il logos (fu fatto, divenne) carne, ovvero la Sapienza di Dio (fu fatta, divenne) persona in Gesù Cristo. Gesù quindi non coincide propriamente col logos preesistente (che è un impersonale attributo di Dio) ma è il logos sarx egeneto, ovvero la sapienza di Dio fatta persona. Inutile citarti quali e quanti filologi ed esegeti esprimono questa posizione che ha tra i suoi antesignani Lelio e Fausto Sozzini.
2) Come l'ebraismo considera il NT, ed in partic. il Vangelo di Giovanni?
Non sono nella posizione di dare "una risposta ufficiale" in quanto io non rappresento a nessun titolo l'ebraismo. Perdonerai questa premessa che però è d'obbligo e riflette un po quella che per altri è pedanteria mentre per me è semplicemente una questione di correttezza. Mi preme stabilire quindi che darò essenzialmente risposte personali a queste domande. Parlo al plurale, risposte, in quanto sostengo che sono possibili più di una risposta, la prima delle quali è ovviamente scontata ed ovviamente presumo che tu la conosca già.
Prima risposta ovvia: l'ebraismo non considera il NT un "libro sacro" ed ovviamente non attinge da esso nulla di dottrinale. Con un'analogia si potrebbe dire che per l'ebraismo il NT è ciò che il Corano è per il cattolicesimo.
Tuttavia ciò non significa che l'ebraismo sia, o sia stato, "indifferente" al NT. In proposito posso suggerirti un volume di Marco Morselli che tratta proprio questo argomento. Si intitola "I passi del messia. Per una teologia ebraica del cristianesimo" edito dalla Marietti. In questa "opera prima" di Morselli leggiamo in quarta di copertina:
"Nell'Ottocento e nel Novecento alcuni ebrei hanno iniziato a studiare il cristianesimo. Attraverso dieci capitoli dedicati rispettivamente a E. Benamozegh, A. Palliere, J. Klausner, J. Isaac, I. Zoller, F. Rosenzweig, G. Scholem, A. Chouraqui, L. Askénazi e J. Taubes vengono affrontati i principali aspetti problematici del rapporto tra ebraismo e cristianesimo e si inizia a delineare una teologia ebraica del cristianesimo.
" https://www.ibs.it/passi-del-messia-per ... 8821183492" onclick="window.open(this.href);return false;
In realtà la "lista" di Morselli è tutt'altro che esaustiva. Basti pensare a Rabbi Jacob Emden.
Un caso molto interessante è quello del cattolico Aime Pallière e del carteggio che ebbe con Rabbi Elia Benamozegh.
3) Scrivi:
Sostanzialmente sono d'accordo con questa osservazione per quanto non l'allargherei a tutto il NT ma solo al limite al vangelo di Giovanni. Come osservato diverse volte il tutto si riduce alla comprensione del vangelo di Giovanni e di qualche passo paolino.Filologicament parlando, tempo fa avevo scritto che il NT non afferma, ma nemmeno esclude, la Trinità. Questa è una constatazione che, sempre e solo filologicamente parlando, può essere condivisa sia da agnostici che cristiani.
Ancora scrivi:
L'ebraismo non è monoteista "in maniera meno elastica" l'ebraismo è strettamente monoteista. Ed ovviamente l'ebraismo, non entra nel merito delle controversie trinitarie e/o cristologiche del cristianesimo. Tra l'altro, non vedo perché dovrebbe farlo considerando che il NT non è un "libro sacro" della religione ebraica. Questo, come detto, sempre "in generale", in quanto poi quello che "sembra ovvio" viene smentito dai fatti. Come abbiamo visto, infatti ci sono stati e ci sono rappresentanti autorevoli dell'ebraismo che si sono interessati a Gesù, al cristianesimo ed al NT. Due di questi in particolare sono i già citati Rabbi Jacob Emden e Rabbi Elia Benamozegh. Rabbi Elia Benamozegh ha scritto molto in proposito:Non vedo perché il pensiero ebraico, qualunque sia il suo concetto di Dio, ovviamente monoteista in maniera meno elastica, debba far eccezione. Mi piacerebbe sentire cosa ne pensi, perché in questo caso sono io a dirti ubi maior minor cessat.
https://www.ibs.it/origine-dei-dogmi-cr ... 8821183256" onclick="window.open(this.href);return false;
https://www.ibs.it/israele-umanita-libr ... 8821183386" onclick="window.open(this.href);return false;
In tempi recenti potrei citarti altri autori. Ti ho fatto solo degli accenni senza entrare nei dettagli. Se vuoi ne parliamo. Un saluto!