Il nuovo presidente francese

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Cogitabonda
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Il nuovo presidente francese

Messaggio da Cogitabonda »

Molti si stanno facendo domande sul neo-eletto presidente francese. Eurasia Group, un osservatorio politico internazionale ha pubblicato qualche giorno fa sul suo sito un articolo intitolato "Emmanuel Macron: Renzi 2.0". http://www.eurasiagroup.net/live-post/e ... n-renzi-20" onclick="window.open(this.href);return false;
Avendolo trovato interessante e calzante l'ho tradotto per il forum.
Emmanuel Macron: Renzi 2.0

Come l’ex-primo ministro italiano, l’aspirante riformista francese rischia di non poter mantenere le promesse


E’ un insider e un outsider. Come politico è cresciuto nella sinistra ma ha costruito la sua stratosferica ascesa su una sfida ai grandi della sinistra. E’ giovane, simpatico e fan dell’UE – l’incarnazione delle speranze di quelli che agognano riforme e trasparenza.

Quella era una descrizione del francese Emmanuel Macron, il candidato centrista alla presidenza che duellerà con la rappresentante dell’estrema destra Marine Le Pen nel secondo round delle elezioni presidenziali il 7 maggio. Ma le stesse parole si potrebbero usare per descrivere Matteo Renzi, l’ex-primo ministro italiano la cui carriera ha visto un’ascesa simile, solo per affondare quando il sistema ha serrato i ranghi e fatto deragliare le sue riforme.

Se Macron dovesse diventare presidente, l’esperienza di Renzi gli dovrebbe servire da monito. La struttura della 5° Repubblica Francese potrà assicurargli di restare al potere più a lungo di Renzi, ma non gli potrà impedire di commettere gli stessi errori – e non gli consentirà necessariamente di attuare quello che ha promesso.

Macron e Renzi condividono un’ideologia che sta in qualche modo rivivendo in Europa. Come candidati sono stati entrambi accusati, in parte a torto, di preferire le pubbliche relazioni a una politica solida. Effettivamente nessuno dei due ha costruito il suo successo su idee particolarmente innovative; le loro parole di “cambiamento” e “progresso” rischiano di suonare vuote.

Dopo essere arrivato al potere con un golpe interno nel suo partito, Renzi ha cavalcato un’onda iniziale di sostegno popolare, dimostrato vividamente da un risultato storico per il Partito Democratico nelle elezioni europee del 2014, poco dopo che era diventato capo del governo. Quella vittoria – e il sostegno degli italiani che agognavano il cambiamento – gli avevano dato il capitale politico per peseguire un programma di riforme economiche che per gli standard del suo paese era ambizioso e lungimirante, con la promessa di benefici rapidi. Ma quello che non ha fatto è stato creare una maggioranza parlamentare coesa e orientata alle riforme, e l’impulso iniziale si è rapidamente dissolto.

Il sostegno alle sue riforme è svanito gradualmente mano a mano che risultavano visibili i rovesci della medaglia, alienandogli soprattutto i collegi elettorali di sinistra. L’economia sempre stagnante dell’Italia, la crisi dei rifugiati e i guai del settore bancario sono stati i chiodi della sua bara. La risposta di Renzi – una retorica più populista, anti-UE, e una politica fiscale più spendacciona – non sono riuscite a rianimare le sue sorti. L’establishment del paese ha tirato indietro la testa e la sua traballante coalizione ha cominciato a scheggiarsi. Il suo più grosso e defnitivo errore è stato scommettere tutto su una controversa riforma costituzionale che mirava a creare artificialmente delle maggioranze stabili, dando così ai suoi amici/nemici la perfetta occasione per nascondersi dietro il voto popolare.

Cosa può imparare Macron da questo? Chiaramente che le riforme, per quanto sensate, possono perdere sostegno quando si fanno chiari gli sforzi e i sacrifici che richiedono. L’aspirante riformista francese si è spinto molto in là nel nascondee alcuni di questi, ma ha già dimostrato un’astuta percezione di come si chiama a raccolta un’ampia istanza popolare contro il sistema.

Il pacchetto originario di riforme economiche che portavano il suo nome era essenzialmente un misto di rettifiche necessarie da molto tempo. La maggior parte dei francesi ha dimenticato che ha dato fastidio alle professioni regolamentate, ma ricordano che ha liberalizzato i viaggi in pullman a lunga percorrenza e ha reso più semplice ed economico attraversare il paese.

Sull’Europa Macron rischia di spingersi troppo nella direzione opposta a quella di Renzi. Ha lodato l’UE durante tutta la sua campagna, senza fornire molti dettagli su come intende superare gli squilibri e i disaccordi che l’affliggono da quasi un decennio. I francesi diventeranno più euroscettici se il loro nuovo presidente non ottiene alla svelta qualche vittoria simbolica.

Naturalmente il paragone fra i progetti di Renzi e di Macron ha i suoi limiti. Una delle missioni principali di Renzi era quella di dare maggiore stbilità alla politica italiana. L’intero movimento di Macron era focalizzato sul farlo diventare presidente, quindi è improbabile che dedichi molto tempo ad attaccare l’organizzazione politica del paese. Anche se ha promesso di ridurre il numero dei parlamentari non c’è da aspettarsi che permetta alla devozione alle istituzioni di mandare in frantumi la sua presidenza.

Un’altra potenziale differenza è il parlamento. Renzi era trattenuto dalla maggioranza del suo stesso partito, le sue fazioni e la lentezza delle sue procedure. Non è ancora chiaro con quale maggioranza Macron dovrà lavorare. Anche se rischia di essere “eletto male” con un distacco inferiore alle speranze sulla Le Pen, il settore moderato dell’elettorato francese è volubile e potrebbe acettare bene la logica che si debba dare una maggioranza “En Marche!” al nuovo presidente. D’altra parte, il centro-destra sembra mantenere unità nonostante l’umiliazione della prima tornata di voti. Di certo ci sono molti punti su cui Macron e quelli alla sua destra possono mettesi d’accordo. Ma ci possono essere altrettante ragioni per cui l’establishment del vecchio partito voglia vederlo ridimensionato.
Compiacersi di aver ragione è sgradevole - Avere troppa coscienza di sé è odioso - Commiserarsi è infame
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Romagnolo
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Messaggio da Romagnolo »

Grazie Cogi, io non ho seguito per nulla la situazione francese. Almeno mi sono fatto un minimo di cultura grazie a te. :strettamano:
Ricordati che lo studio biblico è si gratuito, ma poi ricordati che la WT richiederà che tu le dia altrettanto gratis il tuo impegno, tempo e risorse.
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deliverance1979
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Messaggio da deliverance1979 »

Molto interessante Cogi.

I francesi per certi aspetti sono molto simili noi italici.
Basti pensare all'enorme peso che riveste lo stato in molti ambiti lavorativi.

Tuttavia, sotto molti aspetti, essendo un popolo più nordico, sono più seri di noi italiani.

Per quanto riguarda la vittoria di Macron, era scontata, visto che la Le Pen, per poter essere più in vista, doveva fare discorsi sempre più estremisti e per questo motivo alla fine rischiava di andare fuori strada.

C'è da dire una cosa di fondo.

L'elettore medio francese, cosi come quello italiano, vorrebbe avere i vantaggi dei tedeschi con uno schiocco di dita.

C'è un però, i tedeschi hanno iniziato a fare le riforme molti anni or sono, ed oggi, godono di quei vantaggi.

Fino a che noi italiani, cosi come i francesi, pensiamo di eliminare anni di sprechi, di buchi di bilancio senza sforzo e con uno schiocco di dita, allora siamo completamente fuori strada.

La questione della Francia, ora che l'Inghilterra è fuori gioco, è che rivestirà un ruolo di prima potenza militare europea e questo ha un suo peso.
« Senza aver visto la Cappella Sistina non è possibile formare un'idea apprezzabile di cosa un uomo solo sia in grado di ottenere. »
Johann Wolfgang von Goethe

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