Carissimo lasciamo stare per una volta le solite beghe da bar sport ed andiamo ad esaminare due cose che hai detto e che sono degne di riflessione.
La prima è che hai detto:
Insomma, saremmo potuti essere anche noi Totò u curtu se ci fossimo trovati al posto suo?
In effetti è una domanda che può avere
due risvolti interessanti con due esempi estremi.
Primo esempio:
Se io fossi stato un povero ragazzotto come questi:
quando sin da piccolo ti fanno un lavaggio del cervello di questo tipo, ti fanno giocare subito ad ammazzare i miscredenti con un AK 47 più o meno finto o ti insegnano a portare una cintura esplosiva dicendoti che è bello morire per Allah poichè andrai in un bel giardino fiorito con tante belle ragazze....cosa vai a fare ?
Certamente l'educazione e l'ambiente che ti circonda concorrono pesantemente allo sviluppo della persona e non per niente due dei tre figli di Totò sono in galera.....
Bisogna però anche dire che a Corleone qualche brava persona e contadino al quale rubava i covoni di grano ed il bestiame c'era e quindi l'idea di rubare ad un povero Cristo, se avesse avuto una coscienza pulita e non già criminale,(con un primo omicidio a 18 anni...).....probabilmente avrebbe potuto anche agire diversamente.
Secondo esempio:
Rudolf Hoss, sai chi era ? Era il terribile comandante di Auschwitz, responsabile del massacro di due milioni di persone e grande sostenitore della "soluzione finale" voluta da Hitler.
Due righe su chi fosse stato da giovane:
Figlio del commerciante Franz Xaver Höß, Rudolf nacque il 25 novembre 1901 a Baden-Baden, nella Foresta Nera, in una rigorosa famiglia cattolica; primogenito, aveva due sorelle. Trasferitosi a Mannheim, divenne volontario alla Croce Rossa e nel 1916, a dispetto delle volontà della famiglia che desiderava iniziasse la vita sacerdotale, subito dopo la morte del padre il giovane Höß partì volontario, all'età di soli 14 anni, mentendo sull'età, con il 21º reggimento dei Dragoni del Baden.
Come allora è possibile spiegare la mente umana che rimane sempre a questo punto un mistero?
Due crimianali con storie diverse dove è sempre difficile stabilire a questo punto se in certi casi l'ambiente faccia il criminale o se questi contrariamente, lo siano già di natura....Bella domanda.
Cesare Lombroso aveva anche studiato tutta una serie di teorie per dimostrare secondo lui, che in relazione a certe caratteristiche fisiche uno poteva essere ladro, assassino, stupratore, ecc.
E meno male che sia stato successivamente ampiamente sconfessato, lasciando al dubbio ogni possibile interpretazione.
Seconda tua osservazione.
"Non è necessario avere una religione per avere una morale. Perché se non si riesce a distinguere il bene dal male, quella che manca è la sensibilità, non la religione."
Su questo ti do perfettamente ragione poichè la sensibilità e la "coscienza" superano ogni "credo o non credo"che stanno sempre a valle di tali elementi.
Come mi è ormai già noto da tempo, quello che contesto vivamente è la presunta superiorità morale di un ateo rispetto ad un credente poichè il primo "risponderebbe solo ed esclusivamente alla sua coscienza" mentre il secondo (poverino..
) sarebbe costretto "a fare il buono" solo per paura della punizione divina......
Mi dici poi:
"Se siete in crisi, vi sbattete in ginocchio e pregate il Signore, i santi e la Madonna che vi vengano a tirar fuori. Noi atei, al contrario, non ci possiamo attaccare a nessun Santissimo. Per le nostre colpe dobbiamo rivolgerci solo alla nostra coscienza.
Ora, la prima osservazione è
che tu hai un concetto della religione molto particolare e da "beghina" o da Geovista non capendo con molta probabilità i veri principi del credo cattolico.
Anche qui, caro mio sei un po' arretrato poiché di vecchiette in chiesa imploranti non ce ne sono più ed un conto sono i pellegrinaggi e le (poche) processioni per chiedere grazie ...ed un conto richiedere l'aiuto del Signore nei momenti di difficoltà.
Recentemente avevo fatto ai miei nipoti il pensierino del "gamberetto" dove un ragazzo in relazione agli insegnamenti ricevuti ed alle esperienze con gli altri compagni, si fa un "guscio" tale da "farsi furbo" e stare attento a tutte le possibili "fregature" che potrebbe ricevere dalla vita.
Però in un gambero, appena buchi il suo guscio trovi subito molle e carne inconsistente.
Avere un briciolo di fede serve per rafforzare questo "interno" e quando succede, perchè succede, come il trauma della morte di una persona cara e che quindi quando questo "guscio" viene "bucato ", se non si trova all'interno una persona forte nella fede subentra la disperazione ed il dubbio......
Capiresti pertanto che
il cattolico non ragiona come un tdG che fa il bravo per paura della sempre annunciata ed inesistente fin del mondo...ma dove cerca di impostare possibilmente la sua vita sull'esempio di Gesù: "nel dare senza avere la pretesa di ricevere".
Parlando poi di "coscienza " questa mi spieghi da dove nasce?
La coscienza si trova nel cervello ?
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E' una "caratteristica" sicuramente che è insita dentro di noi ma dato che non è dimostrabile praticamente con la biochimica...., e molte sono le teorie, come la fede, è per alcuni (atei) un elemento irrazionale.
Alla fine le persone, indipendentemente da quello che credono o non credono si giudicano non da quello che pensano o meglio credono di pensare ma dal loro comportamento e le loro azioni.
Morale: dato che la nostra coscienza, supera ogni nostro comportamento esteriore potrai trovare un Riina con la casa piena di santini come altrettante persone non credenti che si comportano verso il loro prossimo in maniera esemplare.
Puoi a sua volta trovare tante altrettante persone veramente credenti, dove la loro coscienza le porta ad amare veramente Dio ed il loro prossimo.
Il credente vero non si comporta per avere il premio o meno del "paradiso" ma per fare possibilmente la volontà del Signore nella propria vita.
L'idea del "do ut des" è arcaica e superata da tempo e forse hai letto su questo troppo la Bibbia e meno il Vangelo dove gli ebrei se disobbedivano a Dio andavano incontro a terribili punizioni con una concezione di Dio sorpassata dai profeti come Isaia e dal Vangelo di Gesù.
Del resto posso anche comprendere una persona che avendo avuto un esperienza religiosa traumatica principalmente all'interno di una setta o di una comunità ristretta con regole stringenti, alla fine quando finalmente ne esce, la sua naturale e motivata reazione sarà quella di sentirsi libero da ogni condizionamento e di impostare serenamente la propria vita solo ed esclusivamente secondo la propria coscienza.
E' quindi possibile che in relazione alle sue negative esperienze passate, consideri alla fine anche la Chiesa Cattolica come tutte le altre e mettendo alla fine tutte le "religioni" negativamente sullo stesso piano.
Di tutto questo alla fine di tale processo liberatorio cosa rimane?
"Agire secondo la propria coscienza": una coscienza però che liberata dall'obbedienza alle regole rimangono però inconsciamente all'interno di questa "coscienza sempre e solo i principi di Gesù Cristo.
Mi sbaglio ?
PS. Scusa Victor ma rileggi sempre quello che scrivi?
Tua recente risposta....
.......Va da se che di fronte alla Legge tali interrogativi non hanno alcun peso. La Legge giudica quello che fai ed assegna una pena, nel suo caso carcere a vita.
Ma se tu invochi una "giustizia divina", una "giustizia superiore"... allora non può non tener conto di queste e forse altre mille altre riflessioni che ho tralasciato.
Noto invece che la tua è un'invocazione di una "giustizia" molto terrena: occhio per occhio, dente per dente.
Perdonami eh, non è che l'ho con te... è che scrivi a ruota libera su tutto quello in cui inciampi!
ma hai visto cosa mi hai poi risposto?
Di nuovo, dove avrei scritto questo?