Per prima cosa sono felice che la discussione particolarmente importante e delicata non vada come spesso accade "in caciara" ma si mantenga su un equilibrato dibattito.
Dato che gli argomenti su tale tema sono notevoli e variegati desidero allora per non annoiare troppo con lunghe pappardelle, scusandomi per quella iniziale, desidero esprimere qui di seguito solo una risposta in merito.
Gabbiano:
Generalmente non entro in questi discorsi, ma ti assicuro che da ateo provavo sentimenti
esattamente come ora che sono credente. Francamente faccio molta fatica a cogliere il senso del tuo discorso.Prima di ogni credo o convinzione siamo esseri umani, il fatto che siamo in grado di comportarci e pensare razionalmente, non significa che il nostro essere si limita a quello, e ciò non implica che questa parte irrazionale ed emotiva debba necessariamente sottendere una spiritualità o religiosità.
Per prima cosa desidero subito
sfatare il fatto che forse alcuni hanno interpretato il mio post iniziale come se avessi detto che un "ateo" non possa amare ed avere dei sentimenti perchè ateo mentre da (falso) cristianuccio darei tutto il merito ai soli credenti......
Se rileggete allora bene mi sono riferito ad un articolo ripreso da:
La violenza dell’amore
di Paolo Ferrarini
rilevato dal sito web:
“Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti”.
https://www.uaar.it/uaar/ateo/archivio/ ... nza-amore/" onclick="window.open(this.href);return false;
Articolo dal quale ho rilevato:
I valori dell’UAAR
I valori a cui si ispira l’attività dell’UAAR sono: l’
eudemonismo; la razionalità; il laicismo; l’autodeterminazione; il rispetto dei diritti umani; la democrazia; il pluralismo; l’uguaglianza; la valorizzazione delle individualità; le libertà di coscienza, di espressione e di ricerca; l’acquisizione della conoscenza attraverso il metodo scientifico; il principio di pari opportunità nelle istituzioni per tutti i cittadini, senza distinzioni basate sul sesso, sull’identità di genere, sull’orientamento sessuale, sulle concezioni filosofiche o religiose, sulle opinioni politiche, sulle condizioni personali e sociali.
L'eudemonismo è la dottrina morale che riponendo il bene nella felicità (eudaimonia)[1] la persegue come un fine naturale della vita umana.
Dottrina morale o 'etica è una branca della filosofia che studia i fondamenti razionali che permettono di assegnare ai comportamenti umani uno status deontologico, ovvero distinguerli in buoni, giusti, leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti ingiusti, illeciti, sconvenienti o cattivi secondo un ideale modello comportamentale.
Domanda relativa:
......ma "
comportamenti umani uno status deontologico, ovvero distinguerli in buoni, giusti, leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti ingiusti, illeciti, sconvenienti o cattivi secondo un ideale modello comportamentale" non sono alla fine gli stessi di quelli promulgati dal vangelo da 2000 anni a questa parte ?
E' certo che anche prima di Cristo esistessero dei valori morali sicuramente ripresi dalla Bibbia ma allora ad esempio nel mondo antico era lecito uccidere per vendetta o l'onore era così sacro che anche l'ebreo Saul si uccise per non cadere in mano ai nemici come del resto tutti quelli di Masada....e non per niente Gesù disse di non essere venuto ad abolire la legge ma di portarla a compimento...
Avevo scritto:
Una persona “Razionalista” non dovrebbe essere allora quella che usa in tutto, sempre la ragione ?
Il razionalismo (dal termine latino ratio, «ragione») è una corrente filosofica basata sull'assunto che la ragione umana può in principio essere la fonte di ogni conoscenza.
L'uomo è sempre e solo “ragione”, calcolo, valutazione o anche emotività e sentimenti ?
Siamo solo macchine che elaborano sempre dando solamente soluzioni logiche e quindi razionali ?
In conclusione direi allora da queste parole che la risposta da 1 milione di dollari:
"se un ateo possa avere sentimenti,"
la risposta è implicita partendo proprio dal titolo del sito web e questa risposta è NO.
Se secondo questo ragionamento la ragione e la razionalità per principio prevalgono sempre, ovviamente non c'è spazio all'emotività ed ai sentimenti.
Mi sembra logico.
Del resto anche l'autore di questo articolo dice che non si può "amare a comando".....
Mi spiegate allora come una persona che si dichiara invece ateo convinto vantandosi poi di aver abbondantemente disobbedito ai comandamenti e condotto sempre una propria vita “alla grande” ….in tutto e per tutto, ..... debba poi avere dei sentimenti di compassione, di amore, di disponibilità verso degli handicappati portando loro il conforto di un sorriso e di una sua presenza?
Se dovesse ragionare "razionalmente" dovrebbe anche dire. "ma chi me lo fa fare a perdere il mio tempo con questa gente che poi non capisce nemmeno quasi niente "?
Se invece uno ci va contrariamente a questa "razionalità" probabilmente esiste allora qualche cosa di positivamente diverso ?
Non notate, allora, in tutto questo delle enormi contraddizioni ?
Desidero dare ragione a Renato quando parla di "razze" e di "specie".
Ci possono essere magari due "razze" di credenti e non credenti ma se parliamo allora di "specie", andiamo a vedere che di queste ce ne sono da ambo i lati tantissime delle quali mi ero permesso di elencarne alcune in tema di ateismo.
Del resto, sinceramente non penso che una persona "pura di cuore" come Renato, pur dichiarandosi (per me falsamente) ateo possa condividere integralmente, come non ritengo, con molti altri le velenose invettive dell'autore di quell'articolo.
Se poi volete una mia impressione....devo dire che se tutti gli atei di questo mondo fossero come Renato,..... in Paradiso ci sarebbero i posti in piedi.....
Per concludere:
renato-c ha scritto:
Buona sera :-)
In generale la gente pensa che “religione” e “spiritualità” siano sinonimi invece secondo me sono cose assai diverse
Gabbiano ha risposto
Se stai rispondendo a me ti assicuro che ho ben chiaro che sono due concetti distinti, infatti ho scritto "religiosità o spiritualità"
Condivido e concordo sulla differenziazione di questi termini poichè alla fine è per me che nascono tutti gli equivoci che dividono le persone.
Una persona potrebbe dichiararsi "credente" ed essere "religiosa" ma sicuramente NON spirituale per il semplice fatto che non ha assorbito nel suo cuore i veri insegnamenti del vangelo e per farla breve come il fariseo del tempio....che ritiene di essere più bravo di altri per rispettare tutte le REGOLE IMPOSTE.
Desidero poi sottolineare queste due ultime due parole che significano puro formalismo ma niente "agape".
A sua volta una persona potrebbe dichiararsi "non credente" e non religiosa, anzi osteggiando una religiosità solo formale ma che anche se non desidera alla fine riconoscere apertamente le parole del vangelo poichè paiono "imposte", alla fine le condivide e le rende attuali nella sua vita.
Quello che però mi disturba è il notare spesso questa presunta "superiorità morale" dell'ateo rispetto al "credente" poiché "lui" non "dona amore a comando"
Onestamente per me questa è una emerita fesseria derivata dal presupposto e dalla prevenzione che tutti i "credenti" come tali devono obbedire a Dio ed agire necessariamente di conseguenza come una IMPOSIZIONE tale che prevede immani castighi se non lo si obbedisce.
Qui ci si basa sempre sul solito discorso della paura e del plagio (tipico dei tdG) non capendo o non volendo capire
la vera essenza del cristianesimo.
"Io sono la via, la verità e la vita" c'è scritto nel Vangelo e quindi viene affermata l'esistenza di un percorso, una strada che veramente può condurti alla vita (dell'anima).....e non esistono imposizioni o terribili punizioni se non obbedisci ma Gesù ha sempre predicato la misericordia ed il perdono dei peccati.
Non desidero poi ulteriormente portare avanti l' argomento che è la presunta "superiorità morale" degli uni rispetto agli altri mettendoci ovviamente nel calderone "credenti" e "miscredenti" che potrebbe essere argomento di un'altra discussione...
Infine:
Se invece spesso da ambo le parti prima di guardare subito il colore della nostra "razza" e dire: "illuso imbecille",...o "vade retro Satana" si guardasse alla nostra "specie" e quindi veramente dentro al nostro cuore, ed ai nostri sinceri sentimenti, senza giudizio preconcetto, alla fine noteremmo che esisterebbero, se veramente sinceri con gli altri, molti punti di unione e di contatto e tali da renderci tutti veramente fratelli.
Se poi pensate che questo possa essere anche un bel discorso teorico da "pretino" potete anche pensarlo ma nella vita bisogna anche "sognare".....