TESTIMONIUM FLAVIANUM: una fake news?

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virtesto
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TESTIMONIUM FLAVIANUM: una fake news?

Messaggio da virtesto »

Infine ho messo il punto interrogativo, effettivamente a questo mondo c’è poco di certo ma poi, nel finale del testo, vediamo se si può togliere.

Questa famosa testimonianza “storica” sull’esistenza di Gesù, è inserita nelle “Antichità Giudaiche” di GF , scritta nel I° secolo., cap.XVIII, 63-64 e dice così:
“Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, se pure bisogna chiamarlo uomo; era infatti autore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità, ed attirò a sé molti Giudei e anche molti dei greci .Questi era il Cristo. E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì con la croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato. Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo, avendo già annunziato i divini profeti queste e migliaia di altre meraviglie riguardo a lui. Ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati cristiani”

Questo testo lo troviamo a cominciare da Eusebio di Cesarea, IV° secolo,e lo ha inserito in ben tre sue opere: Demonstratio Evangelica, Theophania e Historia Ecclesiastica; in questo modo era sicuro che quel testo importante non passasse inosservato. E nessuno ha avuto l’idea di criticare questo testo fino , addirittura, al XVI° secolo! E come mai si è dovuto aspettare ben dodici secoli prima che qualcuno scrivesse qualcosa in dissenso?

In quei dodici secoli bui chi criticava la Chiesa Cattolica veniva bruciato vivo assieme alle sue opere per cui si dovette aspettare l’arrivo dei protestanti; si chiamavano: Joseph Scaliger, Hubert Van Giffen, Lucas Odlander, poi Louis Cappel, Jean Daillè, Tanaquillus Faabaer ed altri ancora. Ed erano loro che dicevano che quel Testimonium Flavianum risulta un falso, una confessione di fede cristiana, impossibile che l’ebreo,fariseo, sacerdote Giuseppe Flavio abbia scritto una cosa del genere, senza dubbio, dicevano, qualcuno lo ha inserito nelle ‘Antichità Giudaiche’. E lo potevano dire in Paesi nei quali la Chiesa Cattolica non poteva accendere roghi…
.
Quelle critiche furono accettate anche in area cattolica, l’ambiguità di quel testo veniva messa in evidenza da tutti quelli che scrivevano di temi religiosi e così, finalmente nel XX°secolo , l’ufficio “Marketing” della Chiesa si mise in moto. Nel 1971 il prof. Shlomo Pinès, filosofo a Gerusalemme, pubblicò una nuova versione del Testimonium ripresa da un’opera in lingua araba, una “Storia universale”, risalente al X° secolo a attribuita al vescovo arabo-cristiano Agapio di Hierapolis.

Eccovi il testo come lo pubblica anche Cathopedia, l’enciclopedia della Chiesa Cattolica:

“In questo tempo viveva un uomo saggio che si chiamava Gesù, e la sua condotta era irreprensibile, ed era conosciuto come un uomo virtuoso. E molti fra i Giudei e le altre nazioni divennero suoi discepoli. Pilato lo condannò a essere crocifisso e morire. E quelli che erano divenuti suoi discepoli non abbandonarono la propria lealtà per lui. Essi raccontarono che egli era apparso loro tre giorni dopo la sua crocifissione, e che egli era vivo. Di conseguenza essi credevano che egli fosse il Messia, di cui i Profeti avevano raccontato le meraviglie”

E’ perfetta, certamente ne è uscita una bella furbata con quei : ”Essi credevano… Essi raccontarono…” qui c’è proprio la mano del cronista che riporta asetticamente; niente racconti in prima persona, niente interpolazioni cristiane, qui non c’è più scritto: “Questi era il Cristo..”.

Cathopedia quindi riporta trionfalmente questa ultima versione araba, ma, se andate a vedere nel loro sito , noterete anche quanto loro NON dicono, che invece avrebbero dovuto dire, a commento della stessa. Siamo alla classica mezza-verità che è peggio della menzogna pura. Come fa anche la WTS.

Anzitutto loro non dicono che quella versione araba di Agapio del Testimonium , ci arriva dalla traduzione della “Storia Ecclesiastica” di Eusebio. E’ quest’ultima che è stata tradotta dal greco in arabo non direttamente da qualche copia delle le A.G. di Giuseppe Flavio in circolazione.

Ma quella traduzione in arabo dal greco è stata eseguita poi, non da Agapio, ma da Teofilo di Edessa (695-785). Agapio l’ha solamente, si fa per dire, ricopiata. Ci si richiama quindi ad una “cronaca” di Teofilo di Edessa che , fra l’altro, è andata persa ,non c’è più..
Non dicono soprattutto che questa versione araba di Teofilo di Edessa è stata ripresa anche da un certo Michele il Siro (1126-1199) ,un vescovo cristiano-orientale. Abbiamo quindi due versioni della stessa traduzione.
Ma, se andiamo a leggere la versione di Michele il Siro questa NON si discosta dalla versione greca inserita originariamente nella Storia Ecclesiastica di Eusebio, mentre la versione araba è quella citata sopra da Cathopedia.

La versione di Michele il Siro è ancora una confessione di fede , quella di Agapio è una piccola asettica cronistoria. Quest’ultima, come si usa dire di questi tempi è una “fake news”
Per corroborare le mie affermazioni di cui sopra, circa l’ennesima furbata di Santa Madre Chiesa ,dovreste andare a leggere un esaustivo articolo di Richard Carrier sul suo sito; eccovi le coordinate: “ http://www.richardcarrier.info/archives/12085" onclick="window.open(this.href);return false;” qui sotto vi ho estratto comunque due brani dell’articolo, che è intitolato:

“The end of the arabic Testimonium”
“However, Alice Whealey proved, quite conclusively, that in fact Agapius was translating the Syriac edition not of Josephus, but of Eusebius. And it therefore certainly did not come from any earlier manuscript tradition untouched by Eusebius, but the very same one, in fact from Eusebius himself! Moreover, Agapius was translating this passage from the Syriac Chronicle of Theophilus, written in the 8th century, the exact same text copied by Michael the Syrian in the 12th century in his own Syriac Chronicle. And though we don’t have Theophilus, we can tell from Michael that Theophilus’s text was essentially identical to the known Greek text of Eusebius’s quotation of the Testimonium in his copy of Josephus (but for one key difference I’ll get to in a moment). Agapius was therefore taking liberties, and altering the text in some way that suited him. His translation was thus not reliable, but more like a crude and speculative interpretation. His Arabic can no longer be used to argue for anything authentic appearing in the Antiquities.
E qui c’è un altro brano:

We don’t have Theophilus, so we can’t confirm how his text read. But we do have a few other manuscripts preserving readings from that 5th century Syriac translation of the Church History that he used…and they both say “he was the Christ.” Not “he was believed to be” as Whealey’s thesis requires. Hmmm. So Whealey’s thesis runs aground on two logical problems here that she doesn’t seem trained to deal with. And this is my own observation; no one has as yet published this, though I may do:

• First, if all possible explanations of the evidence are improbable, it is no longer logically valid to rule out a theory because it is improbable. Because then the one thing you know for sure is that the correct explanation is improbable. One has to, instead, compare the relative probability of the competing hypotheses. And in this case, all possible explanations are improbable.
• Whealey’s thesis is actually the least probable of all the possible explanations of the evidence. And that includes the explanation she rejects (that two unconnected authors coincidentally made the same emendation) but also explanations she overlooks (that both authors relied on a single corrupted text in common).

Leggete ora un altro un brano ,ancora da Cathopedia, l’enciclopedia di Santa Madre Chiesa, che parla ancora della “bontà” della versione araba di Agapio:
“In pratica, con questa versione, in un colpo solo, vengono spazzate via tutte le obiezioni sollevate dalla critica in trecento anni di esegesi. Dato che è impensabile che il vescovo Agapio abbia volutamente modificato in senso minimizzante il brano di Giuseppe nei confronti di Gesù, non possiamo che dedurne che egli disponesse di una versione del Testimonium più simile all’originale e ancora priva delle interpolazioni che Olson attribuisce ad Eusebio” Che faccia di tolla!

Da parte mia faccio invece due osservazioni semplici ma, credo, significative. Anzitutto avremmo quindi un vescovo cristiano del X° secolo, Agapio, che non crede in Gesù Cristo! Rileggetevi la sua versione araba e penso vi troverete d’accordo con me. E questo fa anche ridere.

Ed ha ragione la Chiesa Cattolica a dire ,come sopra, che è impensabile che Agapio, quando il mondo era analfabetizzato, la cultura era rinchiusa nelle abbazie e presso la corte del principe regnante , la comunicazione era pochissima e lenta , si proponesse di falsare il Testimonium di Eusebio. Cosa gliene fregava a lui di falsarlo? Il falso è di qualcun altro. . Come scritto sopra, le prime critiche al Testimonium originale arrivarono sette secoli dopo con i Protestanti e con l’aggiunta della carta stampata che diffondeva cultura velocemente.

L’esigenza di un Testimonium per il popolo-bue si sente nel XX° secolo, alfabetizzato ed abitato da tanta gente come noi che si interessa di religione.
A conferma di questa tesi notate che nella versione originale del Testimonium c’è scritto: “…Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi lo crocifisse…” Qui Giuseppe, ebreo, parla quindi di ‘notabili fra noi’ cioè ebrei; nella versione araba invece c’è scritto: “…Pilato lo condannò ad essere crocifisso” Sparisce lo scottante intermezzo del processo nel Sinedrio, sparisce cioè l’antigiudaismo cristiano; in un certo senso è stata ristabilita la” verità”: furono solamente i Romani ad ammazzare un sedizioso.

Sulla tesi poi che il Testimonium originale era più corto e che poi ci furono aggiunte interpolazioni cristiane, abbiamo anche il parere di un linguista, Paul Hopper:

“In realtà ,tuttavia, la sintassi del Testimonium non mostra i segni di discontinuità che noi potremmo aspettarci di trovare se modifiche sostanziali, quali principali cancellazioni o inserzioni, fossero state fatte. Le frasi sono ben formate, l’uso di particelle come ‘gar’ e ‘de’ è opportuno, le costruzioni greche sono corrette e complete. In breve , il passaggio è linguisticamente e concettualmente integrato, e l’ipotesi di un testo originariamente più lungo che è stato sostanzialmente ridotto o di un testo più breve che è stato allungato non sembra essere giustificato su basi linguistiche puramente interne”
Una sola mano, quindi, secondo Hopper, scrisse quel brano.

Ma Hopper aggiunge anche questo passaggio qui sotto del quale, anche qui, sono degno solamente di trascriverlo in quanto troppo raffinato per il mio livello culturale:
“ L’episodio dell’acquedotto, come gli altri episodi che coinvolgono Pilato (Sono i tre episodi citati da Giuseppe nelle A.G., appena prima di citare il Testimonium, per dimostrare la crudeltà, la cattiveria di Pilato) ha una struttura di eventi. Il tempo in questi episodi è ‘kairotico’ cioè, è tempo qualitativo (kairos) esperito da attori singoli.Esso è tempo ‘eventive’, i ‘temps évènementièl’ della scuola di Annales di storiografia (Vedi Braudel). Per contro la temporalità del Testimonium è cronica (chronos) cioè parte della temporalità generale della storia umana. Si svolge in una prospettiva più remota di lenti cambiamenti e verità generali; è ‘temps conjuncturel’

Se il Testimonium fosse stato scritto da Giuseppe Flavio, lui stesso sacerdote, figlio e nipote di sacerdoti, uno che viveva a “Pane e Sinedrio” sicuramente questi avrebbe, per esempio, scritto in chiaro la parola ‘Sinedrio’ senza parlare di ‘uomini notabili.’ Il falsario è stato costretto a quella finzione degli uomini notabili; spiegare il motivo mi porterebbe via troppo tempo.

La versione “araba”, con quell’accusa netta ai Romani per la crocefissione di Gesù, a mio parere è stata elaborata dopo che la Chiesa cominciò a capire dove finivano tutti quegli ebrei che nel ’44, 45’ partivano dalla Stazione Centrale di Milano, binario N.21. Perfino la rivista dei Gesuiti, “Civiltà Cattolica”, dopo quasi un secolo di antigiudaismo stampato, sul Quaderno N. 3547 del 1998 scrisse: “…Alcuni ebrei (Alcuni solamente????) ritengono l’antigiudaismo cristiano responsabile della Shoah” Solo alcuni……

Su questa versione araba poi dovete sapere che non troverete molto sul Web perché è una versione snobbata in partenza da molti eruditi in materia. E , per favore, qualcuno non mi tiri fuori il solito trito e ritrito discorso del “mondo accademico” che sarebbe a favore della versione araba! Quasi niente troverete in italiano. Dovete cercare’ Alice Whealey’ che ha trattato ampiamente questa versione..Ed ora possiamo andare avanti, in discesa, a considerare la versione “originale” di Eusebio di Cesarea.

Tutti i critici iniziano il discorso dicendo che nessun padre o figlio della Chiesa, nessun apologista e nemmeno nessun eretico, proprio nessuno ha citato il Testimonium prima di Eusebio nel IV° secolo. E molti di loro conoscevano le opere di Giuseppe, come Clemente Alessandrino , Ireneo, Tertulliano, Giustino ed Ippolito ed altri.

Per fare un esempio c’era Lattanzio che, come scrive Wikipedia : ”Polemizzava con i pagani” E qui ci stava di citare ai pagani uno scrittore storico ebreo come Giuseppe Flavio che credeva in Gesù unto di Dio, crocefisso e risorto, e poi Giustino : ” …i tentativi dell’apologeta per convincere i pagani della verità del Cristianesimo citando gli autori classici come….” Ma gli mancava il Testimonium di Giuseppe.

Il caso interessante è quello di Origene, III° secolo, il quale conosceva le opere di Giuseppe ma di lui scrive che:” Non credeva che Gesù fosse il Cristo” Non conosceva quindi il Testimonium. Eppure lui , pensate, cita 5 passaggi dal libro XVIII delle Antichità (18.4, 55, 110,130, 116,), proprio quello dove c’è il Testimonium, ma non lo cita. E’ logico pensare che Origene non conosceva il passo in questione ma evidentemente ne conosceva un altro, che noi non conosciamo, nel quale Giuseppe dichiarava esplicitamente la sua contrarietà alla natura messianica di Gesù o della sua controfigura storica.

Non lo conosciamo perché è stato fatto sparire ovviamente. Poi dobbiamo parlare di quegli uomini di Chiesa che non conoscevano il Testimonium DOPO la divulgazione ad opera di Eusebio. Una fonte scrive che sarebbero undici, ma non ci sono nomi; da parte mia posso citare il vescovo Teodoreto di Ciro, in Siria, (390-457).

Nel suo “Commentario su Daniele” scrive che l’ebreo Giuseppe: “Non accetta il messaggio cristiano” Come nel caso di Origene , anche qui si intravede chiaramente che Giuseppe ha scritto attorno a Gesù Cristo materiale che è andato perso….

Perché infatti anche Giovanni Crisostomo arcivescovo (354-407) e lo Pseudo-Egesippo puntualizzano che Giuseppe non credeva in Gesù Cristo.
Ma può anche darsi che mi sbagli poiché in “Guerra Giudaica” ,Libro VI/312-313, Giuseppe indica in Vespasiano come il dominatore del mondo invece del dominatore (il Messia) indicato in arrivo, erroneamente secondo Giuseppe, dalle profezie giudaiche. Che tutti quelli sopra citati si siano basati su questa profezia laica per dire che Giuseppe non credeva in Gesù come Messia? Mah, se lo avessero letto nel ‘Bellum’ penso che lo avrebbero citato

Invece è limpido e cristallino il caso di Fozio di Costantinopoli (820/893), bibliografo, erudito e patriarca bizantino. Fozio dedica un intero capitolo della sua “Biblioteca”, il settantaseiesimo, alla lettura delle Antichità Giudaiche. Quindi, uno scrittore cristiano, un uomo costantemente impegnato in dispute teologiche, avrebbe mancato di citare l’unico passaggio veramente rilevante per un cristiano? Troppo comodo rispondere cercando di salvarsi sempre con l’argomento del silenzio. Evidentemente circolavano copie delle Antichità Giudaiche ove non si era riuscito ad inserire il Testimonium.

Ora dobbiamo parlare del collocamento temporale del Testimonium nelle A.G. perché si integra male, da un punto di vista temporale, coi fatti narrati appena dopo il Testimonium. Immediatamente dopo infatti , il par.65, inizia con le parole: “.Nello stesso tempo un altro terribile evento…” E da lì leggerete un paio di paginate sulle vicende della signora Paolina.

Pensate: quattro righe per parlare del nostro Salvatore Gesù e poi diverse pagine per parlare di quella matrona romana più gli avvenimenti, piccanti e non, connessi. Ma quel ‘tempo’ indicato da Giuseppe è senza dubbio il 19 d.C.. Sappiamo infatti che la vicenda della matrona più la vicenda del tempio di Iside connessa (E qui leggetevi voi queste amenità) provocarono le ire di Tiberio imperatore , il quale fece redigere un elenco di quattromila Giudei che spedì poi in Sardegna.

Sappiamo la data anche per via di Tacito che cita l’episodio negli Annales 2.85. Ma in quegli anni a Gerusalemme non c’era Pilato, comandava Valerio Grato.
E se andiamo a leggere il “Credo” del Concilio di Nicea del 325 d.C. , non si parla appunto di Pilato, dice infatti: ”..si è incarnato, si è fatto uomo, si sacrificò, e il terzo giorno è risuscitato” Come mai manca Pilato? Non lo sapevano nel 325 chi uccise Gesù?

Pilato fu introdotto nel “Credo” del Concilio di Costantinopoli del 381; in quel Concilio hanno preso, come dire, due piccioni con una fava, infatti lì inserirono quel :”..patì sotto Ponzio Pilato” e poi anche :” ..incarnato nel seno della Vergine Maria..” Come mai nel 1° “Credo” non parlano di Pilato?

Per capirci qualcosa, ma non tutto, ci viene in aiuto, addirittura, Eusebio di Cesarea che, nella sua Storia Ecclesiastica (1- 9, 3/4) ci dice:
“E’ dunque dimostrata la falsità degli ATTI contro il nostro Salvatore, pubblicati recentemente, essi, infatti, pongono sotto il quarto consolato di Tiberio, che coincide col suo settimo anno di regno, le sofferenze che gli ebrei usarono infliggere al nostro Salvatore: ma in quel tempo Pilato non governava ancora la Giudea”

Ed ha perfettamente ragione Eusebio , in Giudea, nell’epoca in cui fu collocato il Testimonium, governava appunto Valerio Grato. Peccato che siano stati distrutti anche quegli “ATTI” ai quali accennava Eusebio, chissà quanti fatti avremmo conosciuto. Qui ora possiamo solamente intuire che all’inizio le vicende del Salvatore furono sistemate probabilmente almeno una quindicina di anni prima rispetto ai “canonici” anni ’30. E questo spiegherebbe la posizione temporale del Testimonium nelle A.G. Notate l’antigiudaismo di Eusebio, il co- fondatore della Chiesa in quel brano citato sopra : “…le sofferenze che gli ebrei usarono infliggere al nostro Salvatore…”

(Da annotare, di sfuggita, anche la vicenda di Giovanni Battista: è storicamente accertato, incrociando dati , (guerra con Areta ecc.) che il Battista fu ucciso nel 36 d.C. quindi senza dubbio dopo Gesù Cristo, e non prima come dicono i Vangeli.)

Sul Web ho trovato anche una lunga tabella che mostra come nel Testimonium , ci sono parole tipiche che usa Eusebio spesso nelle sue opere come:
“autore di opere straordinarie” compare centinaia di volte riferita a Gesù, nelle opere di Eusebio.
“maestro di uomini” riferita a Gesù compare diverse volte in Dimostr. E Proem.24.
Dispiace ma , ad andare avanti ci vorrebbe troppo spazio e tempo, devo passare ad altro più interessante.

C’è un lavoro di G.J. Goldberg intitolato: “ The coincidences of the Testimonium of Josephus and the Emmaus narrative of Luke”
Siamo cioè alla “Narrazione di Emmaus” contenuta nel Vangelo di Luca Cap.24/13-35. Nel suo lavoro Goldberg dimostra 19 correlazioni fra la Narrazione di Emmaus ed il Testimonium Flavianum e tanto altro. Anche dimostra, secondo lui ovviamente, che il vocabolario ed il fraseggio è particolarmente cristiano/Lucano. Avete gli estremi , Googlando, per indagare maggiormente sul Web.

Comunque se voi stessi leggete specialmente i versetti 19-21 del cap.24 di Luca , troverete dentro il Testimonium. Ma troverete il Testimonium anche semplicemente leggendo il “Credo” apostolico di Santa Madre Chiesa. In altre parole considerando quanto scritto più sopra, non siamo davanti allo scritto di uno storico ebreo del 1° secolo che parla ad un uditorio di pagani greco/romani ; qui l’uditorio, il pubblico è composto da cristiani che conoscono i Vangeli, la storia precedente, non certo nel 1° secolo.

Lo scrive anche Paul Ricoeur con un linguaggio più sapiente rispetto al mio ovviamente:
“Il Testimonium non poteva essere inteso come una storia se non da qualcuno che poteva già collocarlo nel suo ‘ tutto intelleggibile’, il contesto del primo cristianesimo. Il Testimonium guadagna la sua intelligibilità non attraverso la sua segnalazione di nuovi eventi, ma in virtù di essere una ‘ripetizione del familiare’ Familiarità qui significa la familiarità di un pubblico cristiano del 3° secolo, non di un pubblico romano del 1° secolo. Ed è dai Vangeli , e dai Vangeli soli, che il racconto di Gesù Cristo nel Testimonium trae la sua coerenza. Senza i Vangeli il passaggio è incomprensibile”

RICAPITOLANDO
Il Testimonium è slegato dal contesto in cui è posizionato cioè in mezzo fra A.G. XVIII/62 e 65 (non descrive infatti “ un disastro che sta accadendo agli ebrei” e poi non spiega quelle crescenti tensioni tra ebrei e romani che portarono alla guerra)

Il Testimonium dice cose non plausibili da un ebreo fariseo (chiama Gesù il messia e dice che ha compiuto le profezie)

Il Testimonium è inverosimilmente breve (contrasta con quella controversia religiosa che segue nelle A.G. che prende otto volte più lunghezza poi per un incidente triviale)

Il Testimonium è inverosimilmente oscuro (contrasta con lo stile di Giuseppe quando scrive di altre sette religiose, insegnamenti, ed azioni in genere; lui spiega sempre esaustivamente )

Il Testimonium era sconosciuto ad Origene (nonostante la sua esplicita ricerca di Giuseppe su Gesù nella sua risposta a Celso) .Era sconosciuto a tutti gli altri autori cristiani prima del IV° secolo.

Il Testimonium nella ridotta versione Araba è da buttare via .

I tentativi di inventare una versione ridotta di quanto scrisse Giuseppe sono indifendibili.
Il Testimonium deriva dal Nuovo Testamento.

Il Testimonium non si combina con lo stile narrativo di Giuseppe; per fare un esempio, Giuseppe deve aver scritto la parola “Cristo” perché lo presume, dato che nel finale poi spiega chi sono i “Cristiani”, ma non c’è un motivo plausibile che Giuseppe avrebbe detto come sopra senza spiegare ai suoi lettori Gentili che cosa voleva dire “Cristo” e cosa significava per Gesù avere quel titolo e come Gesù è arrivato ad acquisire quel soprannome.
Anche non avrebbe mai scritto adulazioni incomprensibili come : ”…se dobbiamo chiamarlo un uomo…” Senza spiegare ai lettori Gentili cosa significava, dando anche esempi come è solito a lui. Notate che nel cap. 1 di Antichità Giuseppe dice che stava scrivendo specificatamente per un pubblico di Gentili.

Giuseppe ha spiegato esaustivamente le dottrine delle altre sette cioè dei Sadducei, Farisei, Esseni ed anche della “quarta filosofia” cioè dei Zeloti. Ma nulla sulla nuova setta dei Cristiani e zero, zero accenni anche nel precedente lavoro, il “Bellum”.
E poi avrebbe dovuto spiegare la storia dei “notabili” che accusano Gesù e poi riescono a farlo ammazzare. Quali erano questi “notabili”? Quali accuse? Perché? Perché Pilato si accorda con loro? Gesù era colpevole? Perché Pilato concluse che lo era? E poi riapparso dopo tre giorni, come ha fatto???

Giuseppe non può avere scritto il Testimonium.

Il Testimonium si combina bene invece con lo stile di Eusebio.

Il Testimonium Flavianum è una “Fake news”.

E lo è anche quel versetto di Antichità , nel libro 20, cap IX, v. 200 ove c’è scritto :
“Giacomo fratello di Gesù che era soprannominato Cristo” Ma qui dovete andare su:
“cristianesimoprimitivo.forumfree.it/t=40456935” ove Giovanni Della Teva vi convincerà che anche questo è un falso.

E non può essere altrimenti , se è falso uno lo deve essere anche l’altro.
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Romagnolo
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Messaggio da Romagnolo »

Grazie per questa "corposa ricerca" , a prima vista non potrei che concordare con quanto hai scritto,....ma non essendo un esperto in materia,...aspetto che gli apologeti del testimonium ti si scagliano contro per vedere con quali prove confuteranno la tua ricerca.....sperando di tutto cuore che non ci riescano. :blu:
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virtesto
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Grazie Romagnolo e poi...

Messaggio da virtesto »

...vedrai, vedrai, vedrai.....
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Quixote
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Messaggio da Quixote »

Non da parte mia, a meno che non mi punga la verve filologica. :ironico: Primo perché anch’io nutro dubbi sul testis Flavianus, secondo perché non ho interesse fideistico a farlo. Terzo perché mi sta bene, in ottica foristica e quindi anti-TdG, che altri si premuri di sostenere la storicità di Cristo. Quarto perché non ho tempo da perdere, malgrado il quesito sia intrigante. Detto questo, ove mai ti interessasse un parere spassionato su quello che hai scritto, ti direi non male, solo troppo polemico. Non sarebbe accettato da una peer review. Ma che ce ne importa? :risata: :risata: :risata:
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
GIOVANNI, III, 19. (G. Leopardi, La ginestra, esergo)
======================================
Primo postPresentazioneStaurós: palo o croce? (link esterno)
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Messaggio da cattivo esempio »

Questo testo lo troviamo a cominciare da Eusebio di Cesarea,
più che la fake news in se

la cosa gravissima è che il mentitore spudorato,
è considerato "un padre della chiesa"

e infallibile tramandatore della traditio,

invece era semplicemente un contaballe
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Achille
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Messaggio da Achille »

C'è stata tempo fa un'altra discussione in cui si è parlato di questo tema nel forum: https://forum.infotdgeova.it/viewtopic.php?f=31&t=16418" onclick="window.open(this.href);return false;
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virtesto
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Grazie Quixote...

Messaggio da virtesto »

....veramente pensavo che almeno avresti, come si suole dire, fatto le pulci a quanto ho inserito di Paul Hopper ma, a quanto pare devo supporre che non era niente male anche lui.

E' vero, sono stato molto polemico e su questo ha influito anche senza dubbio i Ricordi dell'Olocausto che si celebrano sempre in gennaio, cioè quando mettevo assieme la ricerca. E questa ora la voglio raccontare ancora anche a te come ho già fatto con chissà quanti altri amici.

Non ricordo quando, in gennaio scorso in TV ho visto una intervista a Liliana Segre, ora senatrice a vita nominata dal presidente Mattarella. Ha raccontato che anche lei ,tredicenne, partì col padre dal famoso binario 21 della stazione di Milano verso i forni crematori in Polonia.Un viaggio di sei giorni in un vagone-bestiame ove c'era un buco nel pavimento del vagone per i bisogni corporali di tutti. Appena arrivati a destinazione i nazisti procedettero alla separazione di quell'adolescente dal padre; in quel momento il padre intuì il destino al quale andava incontro e , prima di staccarsi dalla figlia, le disse:

" Ti chiedo perdono per averti fatta nascere"

Ecco io, mentre batto i tasti sul pc. per scrivere queste righe, mi commuovo sempre, sempre, sempre.Da noi si dice che viene il magone. Ciao.
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Giovanni64
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Messaggio da Giovanni64 »

cattivo esempio ha scritto:
Questo testo lo troviamo a cominciare da Eusebio di Cesarea,
più che la fake news in se

la cosa gravissima è che il mentitore spudorato,
è considerato "un padre della chiesa"

e infallibile tramandatore della traditio,

invece era semplicemente un contaballe
Al di là del modo, per me rispettabile, con il quale i credenti delle diverse credenze inquadrano poi fideisticamente il tutto, è evidente che scritture sacre come la Torah o il Nuovo Testamento o il Libro di Mormon (o un altro Libro che non metto come esempio per paura) sono scritti piene di balle, di contaballe e di contaballe per conto terzi.
Non vedo quindi quale sia la ragione di essere così severi solo nei confronti di Eusebio di Cesarea...
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