sulla Stampa di oggi ho trovato poi queste ulteriori noteNon finisce qui. In nome della tutela dei diritti intellettuali e del loro rispetto, ci sarà una tassa sui collegamenti ipertestuali. La cosiddetta «link tax» dovrà essere corrisposta agli editori quando si pubblicano gli indirizzi web ad un articolo di giornale e quando l’anteprima di un link incorpora un estratto o un riassunto della notizia. Tutte innovazioni doverose secondo Alex Voss, il relatore del provvedimento in commissione Giuridica.
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Certamente se non potessimo più prendere spunti da articoli di giornali o altri siti per paura di infrangere le leggi sul copyright potremmo alla fine salutarci subito.....LEGGI ANCHE La direttiva europea che difende i contenuti dai pirati digitali (Rocca)
La rete, ha detto Di Maio intervenendo all’Internet day organizzato dall’Agi alla Camera e in un post poi pubblicato sul Blog delle stelle, «sta correndo un grave pericolo. Il pericolo arriva direttamente dall’Europa e si chiama riforma del copyright. La scorsa settimana, nonostante i nostri eurodeputati abbiano provato ad opporsi in tutti i modi, è passata una linea che maturava dopo almeno due anni di contrattazioni».
Una linea «controversa, proposta inizialmente dalla Commissione europea, che riporta due articoli che potrebbero mettere il bavaglio alla rete così come noi oggi la conosciamo. Il primo prevede un diritto per gli editori, i grandi editori di giornali, di autorizzare o bloccare l’utilizzo digitale delle loro pubblicazioni introducendo anche una nuova remunerazione per l’editore, la cosiddetta link tax».
In poche parole, ha proseguito, «quando noi condividiamo un articolo ed escono quelle tre o quattro righe al di sotto del link, ecco quelle tre o quattro righe verrebbero tassate». Il secondo articolo «è perfino più pericoloso del primo, perché impone alle società che danno accesso a grandi quantità di dati di adottare misure per controllare ex ante tutti i contenuti caricati dagli utenti. Praticamente - ha proseguito - deleghiamo a delle multinazionali, che spesso nemmeno sono europee, il potere di decidere cosa debba essere o meno pubblicato.
Cosa è giusto o sbagliato. Cosa i cittadini devono sapere e cosa non devono sapere. Se non è un bavaglio questo ditemi voi cos’è un bavaglio». Tutto questo «è inaccettabile. E come governo ci opporremo. Faremo tutto quello che è in nostro potere per contrastare la direttiva al Parlamento europeo e qualora dovesse passare così com’è, dovremo fare una seria riflessione a livello nazionale sulla possibilità o meno di recepirla», ha detto Di Maio.
PS. meno male che sulla Bibbia il Copyright sia ormai scaduto da tempo e non sapere poi nemmeno a chi pagare eventulmente a quale "profeta" pagare i diritti d'autore....