Legge sul copyright...

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Vieri
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Legge sul copyright...

Messaggio da Vieri »

Alcuni giorni fa avevo passato ad Achille questa "notiziola":
Non finisce qui. In nome della tutela dei diritti intellettuali e del loro rispetto, ci sarà una tassa sui collegamenti ipertestuali. La cosiddetta «link tax» dovrà essere corrisposta agli editori quando si pubblicano gli indirizzi web ad un articolo di giornale e quando l’anteprima di un link incorpora un estratto o un riassunto della notizia. Tutte innovazioni doverose secondo Alex Voss, il relatore del provvedimento in commissione Giuridica.
sulla Stampa di oggi ho trovato poi queste ulteriori note
http://www.lastampa.it/2018/06/26/econo ... agina.html" onclick="window.open(this.href);return false;
LEGGI ANCHE La direttiva europea che difende i contenuti dai pirati digitali (Rocca)

La rete, ha detto Di Maio intervenendo all’Internet day organizzato dall’Agi alla Camera e in un post poi pubblicato sul Blog delle stelle, «sta correndo un grave pericolo. Il pericolo arriva direttamente dall’Europa e si chiama riforma del copyright. La scorsa settimana, nonostante i nostri eurodeputati abbiano provato ad opporsi in tutti i modi, è passata una linea che maturava dopo almeno due anni di contrattazioni».

Una linea «controversa, proposta inizialmente dalla Commissione europea, che riporta due articoli che potrebbero mettere il bavaglio alla rete così come noi oggi la conosciamo. Il primo prevede un diritto per gli editori, i grandi editori di giornali, di autorizzare o bloccare l’utilizzo digitale delle loro pubblicazioni introducendo anche una nuova remunerazione per l’editore, la cosiddetta link tax».

In poche parole, ha proseguito, «quando noi condividiamo un articolo ed escono quelle tre o quattro righe al di sotto del link, ecco quelle tre o quattro righe verrebbero tassate». Il secondo articolo «è perfino più pericoloso del primo, perché impone alle società che danno accesso a grandi quantità di dati di adottare misure per controllare ex ante tutti i contenuti caricati dagli utenti. Praticamente - ha proseguito - deleghiamo a delle multinazionali, che spesso nemmeno sono europee, il potere di decidere cosa debba essere o meno pubblicato.

Cosa è giusto o sbagliato. Cosa i cittadini devono sapere e cosa non devono sapere. Se non è un bavaglio questo ditemi voi cos’è un bavaglio». Tutto questo «è inaccettabile. E come governo ci opporremo. Faremo tutto quello che è in nostro potere per contrastare la direttiva al Parlamento europeo e qualora dovesse passare così com’è, dovremo fare una seria riflessione a livello nazionale sulla possibilità o meno di recepirla», ha detto Di Maio.
Certamente se non potessimo più prendere spunti da articoli di giornali o altri siti per paura di infrangere le leggi sul copyright potremmo alla fine salutarci subito.....

PS. meno male che sulla Bibbia il Copyright sia ormai scaduto da tempo e non sapere poi nemmeno a chi pagare eventulmente a quale "profeta" pagare i diritti d'autore.... :risata: :risata:
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Paxuxu
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Messaggio da Paxuxu »

Vediamo, pop corn e bibite diacciate ce l'ho, una poltrona comoda lo stesso, ciabatte ai piedi lo stesso...adesso manca solo il "solito" Valentino per iniziare lo spettacolo sugli xenofobi ed i razzisti di turno.


:ironico: :ironico: :sorriso:


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Romagnolo
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Messaggio da Romagnolo »

Ciao Pax..e che centra la lite tra xenofobi e razzisti di turno?
Qui Vieri ha fatto un intervento di interessante utilità sociale, aziende senza scrupoli vogliono azzoppare la libertà del web imbrigliandolo e togliendogli quello che per anni è stato il suo principale valore aggiunto,...ovvero la libertà di diffondere informazioni!
Meno l' informazione sarà libera...e meno lo saremo noi tutti!
Grazie Vieri di questa info,....ora che si fà?
Lasciamo di Maio da solo?
Una qualche lettera di incoraggiamento alla resistenza ad oltranza se la meriterebbe nò?
Ricordati che lo studio biblico è si gratuito, ma poi ricordati che la WT richiederà che tu le dia altrettanto gratis il tuo impegno, tempo e risorse.
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Quixote
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Messaggio da Quixote »

Molte grazie a Vieri per aver portato all’attenzione del forum questo argomento. Il problema è serio, e al solito in rete se ne parla piú spesso di pancia, invece che di testa. Di Maio, nell’articolo linkato, fa un po’ di retorica pro domo sua, e non informa come sarebbe necessario, su ciò che è veramente in gioco nella questione, di cui tocca solo un aspetto, e ignora – scientemente o meno – che lasciare le cose come stanno, è solo sfacciata anarchia, che lede vari diritti, in primis quello di autore, che l’utente medio dell’internet si sente legittimato a infrangere a ogni piè sospinto. Vale a dire che tutte le ragioni non stanno dalla sua parte.

Non è propriamente il caso dell’art. 11, che colpirebbe chi pubblica link e snippet (cioè la sintetica descrizione del link). E che non riguarda l’utente normale (Vieri si rassicuri, potrà continuare a riportare i link che vuole, e citarne brani di testo). Riguarda invece colossi come Google, che però in Spagna, quattro anni fa, piuttosto che assoggettarsi ad analogo balzello (cosidetta link tax), ha sospeso le sue News, col bel risultato di un madornale autogol iberico (che potrebbe divenir europeo), perché se gli editori non sono visibili, non solo ci rimettono in immagine e in soldi, ma nemmeno sarebbero in grado di costituire un’alternativa a Google. E altro che vi risparmio per non essere prolisso.

Viceversa velenoso l’art. 13, perché coinvolge tutti i social che permettono la pubblicazione online di quel che scrivono i propri utenti. Si richiederebbe, da parte dei social, una licenza e l’introduzione di filtri, in grado di bloccare la pubblicazione di tutto quel che è coperto da copyright. E qui Di Maio vede bene il pericolo di una concentrazione in mani economicamente potenti, perché a fronte delle spese che ciò comporterebbe, molti siti dovrebbero chiudere. Ma non propone alternative a tutela dei pur sacrosanti diritti di chi si vede saccheggiato il proprio lavoro, e lasciando le cose come stanno si dà campo a una libertà sfrenata, che alla fine trasforma l’internet in un’enorme cloaca.

Resta che se passa in maniera rigida, dopo la recente stretta sui cookies, che già ha messo a rischio la sopravvivenza del nostro forum, a fronte di nuovi oneri, al posto di Achille chiuderei baracca e burattini, perché nemmeno basterebbe – come m’è capitato piú volte di fare, come mod, in passato – cancellare qualche violazione del diritto d’autore da parte di qualche utente. Dovremmo invece garantire in automatico che ciò non possa accadere, oltretutto limitati e appesantiti – a parte il costo economico-tecnico, che un eventuale trasferimento ad altra piattaforma ridurrebbe solo in parte – da una selezione delle fonti lecite fondamentalmente illiberale, e stabilita in base a parametri su cui non avremmo voce in capitolo, e in ultima analisi, affidata a organi non rappresentativi.

In sintesi si sta cercando, a livello europeo, di istituzionalizzare l’internet, e se ciò avvenisse in base a ragioni di diritto, potrebbe anche giustificarsi, anche se significasse tradirne, in parte, lo spirito originario. Il problema è che ciò sembra avvenire per la poca e miope comprensione dell’Europa verso queste problematiche, in base a logiche di potere, per lo piú di carattere economico, e all’insegna dell’eliminazione del piú debole. Con l’attuale andazzo vi sentite liberi perché potete scrivere sull’internet quello che volete, ma in realtà altro non siete che la base di consenso per il politico di turno. Questo stesso thread lo prova: avete colto il pericolo alla vostra libertà di espressione, ma sembra quasi sfuggirvi che non è essa che è in gioco: in gioco è la possibilità che anche chi è debole possa esercitarla, la visibilità della stessa, e l’elusione della libertà altrui e degli altrui diritti.
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
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Francesco Franco Coladarci
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Messaggio da Francesco Franco Coladarci »

Caro Angelo
Essendo praticamente a digiuno della questione, pongo la domanda, se il nocciolo riguarda solo il copyright, se dovesse mancare non si violerebbe nessun diritto, molti autori permettono di copiare/incollare i loro articoli purché se ne citi sia il sito/blog che l'autore.
Se dunque l'autore permette tale operazione le restrizioni valgono ugualmente a prescindere da ciò che afferma l'autore?
Ciao
“Al di sopra del Papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesiastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica.”
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Quixote
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Messaggio da Quixote »

Caro Franco,

Quanto a quello che chiedi il problema non sussiste: se l’autore permette la riproduzione, puoi riprodurre quello che vuoi, anche se si trattasse di 500 pagine, ovviamente alle sue condizioni: se richiede il link sei tenuto a metterlo, al limite potrebbe anche distribuire il materiale come pubblico dominio (è il caso di molta roba che trovi in Wikimedia source). In caso di libri digitalizzati c’è però da stare attenti, se in origine erano in cartaceo: l’autore potrebbe rinunciare ai suoi diritti, ma non è detto lo faccia l’editore, se ancora li detiene. Per esempio in quello che sto pubblicando, per alcuni anni sono tenuto, da contratto, a non ripubblicare se non con lo stesso editore, nemmeno la parte già pubblicata sul web.

Se invece l’autore non lo permette, rimane il diritto di citazione (per es. in biblioteca, per uso personale, puoi fotocopiare fino al 15 % del testo) ma non è teoricamente permessa la copia dell’intero testo. Finora si è adoperata una certa tolleranza, specie riguardo a testi molto brevi, ma ricordo che le testate giornalistiche in rete – per es. Repubblica – sotto ogni articolo mettono copyright e divieto di riproduzione. Ovvio che a Repubblica non importi molto se gli ripubblichiamo un articoletto di 15 o 20 righe, ma se andasse in vigore questa nuova normativa le cose potrebbero cambiare, e questo potrebbe riguardarci, non tanto perché queste nuove disposizioni siano dirette contro di noi, quanto perché potremmo essere equiparati ai maggiori social network con fini economici, ove giustamente l’autore ha diritto di lamentarsi se altri sfrutta il suo lavoro, e ne ricava utili senza compensarlo di un euro. Nel malaugurabile caso, dubito che si operi un’opportuna distinzione fra uso commerciale e uso di pura informazione: l’internet è una giungla, e non permette distinzioni sottili, quindi potremmo trovarci di fronte a nuovi problemi tecnici di non facile soluzione, vale a dire dovremmo inserire nel sistema dei filtri che permettano di controllare se il materiale inserito dagli utenti è protetto o meno da diritti d’autore. A quel punto, per il costo, potrebbe esser meglio chiudere il forum, e magari aprirlo in altra piattaforma, che garantisca all’origine, indipendentemente da noi, l’osservanza della nuova normativa.

Detto fra noi mi sta stomacando non poco questo miope e illiberale tentativo di istituzionalizzare il web, ove a rimetterci sarebbero non solo i piccoli editori, ma anche quei movimenti d’opinione come il nostro, liberi e senza fine di lucro, che per portare avanti le proprie idee stanno già, da qualche tempo, andando incontro a nuovi balzelli, sempre piú onerosi.
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Francesco Franco Coladarci
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Messaggio da Francesco Franco Coladarci »

Grazie Angelo
Ora mi è più chiara la questione, condivido il tuo ultimo commento " Detto fra noi mi sta stomacando non poco questo miope e illiberale tentativo di istituzionalizzare il web, ove a rimetterci sarebbero non solo i piccoli editori, ma anche quei movimenti d’opinione come il nostro, liberi e senza fine di lucro, che per portare avanti le proprie idee stanno già, da qualche tempo, andando incontro a nuovi balzelli, sempre piú onerosi."
Ciao
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Vieri
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Messaggio da Vieri »

Wikipedia Italia si blocca contro la direttiva Ue sul diritto d'autore

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La protesta contro la nuova direttiva europea. Sul sito si legge: "Se proclamata limiterà la libertà di internet". Gli articoli maggiormente contestati dai wikipediani italiani riguardano l'introduzione della Linktax (licenza preventiva rilasciata dal detentore dei diritti per ogni link) e l'obbligo di filtro automatico contro le violazioni

di DAVIDE MICHIELIN
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03 luglio 2018
844
WIKIPEDIA in italiano si blocca per protestare contro la direttiva sul copyright che verrà votata il prossimo 5 luglio dal Parlamento europeo in seduta plenaria. Una presa di posizione netta, fortemente voluta dalla comunità italiana che, dati i tempi stretti, ha deciso di rompere gli indugi ponendosi da apripista per tutte le altre versioni linguistiche.

La comunità di #Wikipedia si attiva per difendere la libertà di espressione sul web: da oggi sull'enciclopedia un banner che spiega i pericoli della nuova direttiva UE #copyright, in vista del voto in @Europarl_IT https://www.wikimedia.it/la-comunita-wi ... e-sul-web/" onclick="window.open(this.href);return false; … #SaveYourInternet #saveFOP #FixCopyright

"Ci dispiace per il disagio, soprattutto per gli studenti che in questi giorni affrontano la maturità – commenta Maurizio Codogno, portavoce di WikiMedia Italia – ma non potevamo aspettare. Quello che oggi è un oscuramento voluto, presto potrebbe essere obbligato". Se la direttiva passasse nei termini in cui è stata già approvata dalla commissione affari legali, la libertà di internet, per come la conosciamo, potrebbe risultare significativamente limitata. Gli articoli maggiormente contestati dai wikipediani italiani sono due. L'undicesimo articolo prevede l'introduzione della cosiddetta Linktax, ovvero la prescrizione che obbliga a munirsi di una licenza preventiva rilasciata dal detentore dei diritti ogniqualvolta si linka una notizia.

"In altre parole, solamente per citare una pubblicazione usata come fonte dovremmo richiedere il benestare dell'editore, che peraltro potrebbe avanzare pretese economiche. Una pietra tombale per gli aggregatori di notizie e conoscenza come Wikipedia", commenta Codogno. Il vero macigno è però l'articolo 13 che introduce l'obbligo, per i siti che ospitano materiale caricato dagli utenti, di dotarsi di una censorship machine: un filtraggio preventivo e automatico dei contenuti per impedire le eventuali violazioni dei diritti d’autore.

"Significa invertire l'onere della prova. In questo scenario non è più il titolare del copyright a dover dimostrare il plagio ma chi pubblica i contenuti a dover verificare preventivamente ogni singolo contributo confrontandolo con tutto ciò che è presente in Rete" spiega Codogno. Un sistema automatico insostenibile per i piccoli siti e tremendamente dispendioso persino per i grandi attori come Google e Facebook.

Inoltre, una macchina non può avere la sensibilità di una persona in carne e ossa: il ricorso sistematico a filtri automatici escluderebbe di default l’utilizzo legittimo di contenuti coperti da diritto d'autore garantiti, per esempio, dal diritto di citazione o di cronaca. In realtà sul tavolo c’è un emendamento apposito per tutelare le enciclopedie online e no profit. Proprio come Wikipedia, i cui contenuti sono tuttavia spesso condivisi con licenza commerciale: paradossalmente, la direttiva potrebbe lasciare le mani libere a Wikipedia ma non ai suoi fruitori.

Infine, la protesta interessa anche la libertà di panorama, rimasta fuori dalla direttiva, che consente di scattare e riprodurre fotografie di edifici, opere e luoghi pubblici, senza infrangere il diritto d'autore di alcuno. Motivo per cui il prossimo oscuramento potrebbe riguardare Commons, il gemello wikimediano dedicato alle immagini. A sette anni di distanza dall’ultimo oscuramento, era il 2011 e in Italia si discuteva del disegno di legge sulle intercettazioni, Wikipedia si erge nuovamente in difesa del sapere libero.

"L’attuale direttiva non garantisce la sacrosanta tutela di idee e contenuti nuovi, si limita a congelare la rendita di quelli già esistenti" ragiona Codogno, che conclude: "Sebbene Wikipedia probabilmente troverebbe le forze per sopravvivere alla tempesta, cosa ne sarà dei siti più piccoli? Chiuderebbero, e con essi anche il principio del sapere libero".
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Messaggio da Achille »

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Messaggio da Gocciazzurra »

Evviva alla bocciatura!!! :balla: :felice:
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Messaggio da Gocciazzurra »

Gocciazzurra ha scritto:Evviva alla bocciatura!!! :balla: :felice:
Mmhh... leggendo meglio non è una bocciatura definitiva, è rimandata a settembre e se i tempi tecnici lo consentiranno il risultato potrebbe essere negativo.. :blu:
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Messaggio da Ray »

Gocciazzurra ha scritto:
Gocciazzurra ha scritto:Evviva alla bocciatura!!! :balla: :felice:
Mmhh... leggendo meglio non è una bocciatura definitiva, è rimandata a settembre e se i tempi tecnici lo consentiranno il risultato potrebbe essere negativo.. :blu:
Di solito a settembre promuovono . :ironico:

Mi sembra giusto che chi "preleva" il lavoro di altri per un suo tornaconto economico paghi .
Ma se è fatto senza alcun scopo di lucro mi sembra esagerato .
Ray

Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Messaggio da Quixote »

Spero bene che la dilazione faccia riflettere e riconsiderare la questione a gente, che posso anche ritenere animata da buone intenzioni, ma che mi pare poco consapevole di quello che è in gioco. L’idea di tassare link e snippet non ha ragion d’essere, non rientra nemmeno nel diritto di citazione, tassare un link è un puro autogol: ti sta facendo pubblicità, e tu pretenderesti anche averne una corresponsione. Vedi l’es. della Spagna ove Google si è defilata; ha interrotto il servizio, e presumibilmente farebbe lo stesso se gli fosse imposto dall’Europa tutta, col bel risultato che non è propriamente quel che propaganda Di Maio, ma che dovremmo inventarci una Google nostrana, che non avrebbe nessuna ragione di subentrare, perché non c’è abbastanza riscontro economico per giustificarla. Tutto questo va inquadrato nel conflitto America/Google vs Europa, non solo con ritardo tecnologico da parte dell’ultima, ma soprattutto con miope comprensione del mercato e delle nostre possibilità, ove poi non ho mai udito che per far pubblicità occorresse pagare, e se qualcuno, invece che ringraziare, pretendesse una ricompensa, ebbene, si aspetti l’inevitabile vai a prenderlo in quel posto che ne conseguirebbe, da parte di chi ha, per tradizione, una concenzione libertaria bisecolare molto piú seria della nostra.

Sull’art. 13 invece ho ben da eccepire: i libertari a oltranza inneggiano, ma non sembrano cogliere che la situazione attuale va contro le nostre leggi e le nostre costituzioni. Chiaramente l’idea di un filtro/software censorio, che oltretutto non si sa a qual autorità costituita dovrebbe rapportarsi, mi pare, sic et simpliciter, una boiata. Ma boiata non è che gli utenti internettiani, quindi anche voi, possiate sbattervene del diritto vigente, e foto-copiare-incollare articoli dalle testate giornalistiche piú comuni, protetti da diritto d’autore. O anche da siti non di cronaca, che pur contemplavano questo diritto, e che in un paio di casi, come Mod, ho ritenuto oscurare. Non certo perché iscritto alla SIAE da prima dei ’90 (e sol per questo sarei tenuto a farlo), ma perché ero preoccupato per le eventuali conseguenze, in primis quelle sull’utente.

Vorrei insomma dire che un conto è aspirare alla libertà, un conto alla piú sfrenata anarchia. Invito quindi a maggior consapevolezza di quel che è lecito e di quel che non lo è. E a meditare che, se passasse un’idea dell’Internet senza alcun controllo, quale in troppi la desidererebbero, non so se sarebbe una vittoria per la libertà, o piuttosto omaggio a un qualunquista e demagogico, e anch’esso miope laissez faire. Che poi il problema vero è un altro: si parla di piccoli e grandi editori, si gioca sul diritto d’autore, ma non ho letto una riga che una sola che parli davvero dell’autore: lo si utilizza solo come facciata, vale a dire che il suo vero diritto, non interessa a nessuno. Come non fosse contemplato, è solo gioco delle parti, nel quale l’autore altro non è che una pedina.

Per questo avevo scritto che «sono stomacato» da questi giochi di potere, non tanto per segnalare l’inadeguatezza di un normativa, di cui avverto tuttavia la necessità, ma l’incapacità di affrontarla sfuggendo a ragioni di parte (in primis europee), che invece fanno capo non a chi scrive, ma a chi vuole sfruttare coloro che hanno scritto.
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Messaggio da MatrixRevolution »

Questi della Comunità Europea sono chiaramente sotto il controllo occulto delle grandi lobby. Questa proposta di legge è chiaramente un pericoloso prodromo. Fortunatamente la sollevazione popolare è riuscita a farla bocciare, ma state sicuri che torneranno alla carica. Già con il GDPR e la Cookie policy hanno fatto danni enormi.... :saggio:
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