Cambia il "padre nostro", "non abbandonarci alla tentazione"

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Tranqui
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Cambia il "padre nostro", "non abbandonarci alla tentazione"

Messaggio da Tranqui »

https://www.prealpina.it/pages/cambia-i ... 80605.html" onclick="window.open(this.href);return false;
Andrà in vigore anche la nuova versione del Padre nostro ("non abbandonarci alla tentazione" e non più "non indurci in tentazione").

:prega:
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Panacca
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Messaggio da Panacca »

Su quale traduzione!?!?!

Poi se ne sono accorti adesso che non quadrava!
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Vieri
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In effetti era un controsenso....

Messaggio da Vieri »

Io preferibilmente ho sempre detto: "e fa di non esser indotti in tentazione"......
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Tranqui
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Messaggio da Tranqui »

http://www.nostreradici.it/Pater-ebr-aram-grec-vulg.htm" onclick="window.open(this.href);return false;

secondo la pagina sopra il Pater originale :prega:
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Vieri
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Precisazioni...

Messaggio da Vieri »

Molto interessante e:
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dove": "non indurci nella mano del nemico"...per me era stato tradotto malamente dove per "nemico" si è tradotto in tentazione" falsando completamente il concetto.

Per me infatti dire "non indurci nella mano del nemico" vorrebbe dire di salvarci o di non farci buttare ..."nella mano del nemico.....che sarebbe poi la tentazione...

PS. a Gerusalemme dovranno però correggere alla chiesa del "Pater Noster" tutte le 100 traduzioni in tutte le lingue e non sarà un lavoro facile.... :risata:
Ma papa Francesco lo sapeva?

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Quixote
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Messaggio da Quixote »

Much ado about nothing: il Padre Nostro non lo cambi. Il greco ha:

καὶ μὴ εἰσενέγκῃς ἡμᾶς εἰς πειρασμόν.

il latino:

ne nos inducas in tentationem.

Entrambi i verbi denotano e connotano semanticamente il ‘guidare, condurre, portare’, verso qualcosa spesso ostile.

Puoi mutare la traduzione italiana come e quanto vuoi, a illudere cristianucci illetterati: il senso rimane quello: un Dio che ti mette alla prova, quello di Giobbe, che permette al suo gran visir Satana di “tentarti”. Hai voglia a dimostrare il contrario con sofismi traduttivi.
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
GIOVANNI, III, 19. (G. Leopardi, La ginestra, esergo)
======================================
Primo postPresentazioneStaurós: palo o croce? (link esterno)
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Vieri
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Risposta pertinente.....

Messaggio da Vieri »

Puoi mutare la traduzione italiana come e quanto vuoi, a illudere cristianucci illetterati: il senso rimane quello: un Dio che ti mette alla prova, quello di Giobbe, che permette al suo gran visir Satana di “tentarti”. Hai voglia a dimostrare il contrario con sofismi traduttivi.
"Nessuno, quando è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere tentato dal male e non tenta nessuno al male. Ciascuno piuttosto è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce; poi la concupiscenza concepisce e genera il peccato, e il peccato, quand'è consumato, produce la morte. [Giacomo 1,13-15]"
.................................................
Commento sui salmi di S. Agostino ( Sal 60 2,3 CCL 39,766)
"Infatti la nostra vita in questo pellegrinaggio non può essere esente da prove ed il nostro progresso si compie attraverso la tentazione.
Nessuno può conoscere sé stesso se non è tentato, né può essere coronato senza aver vinto.né può vincere senza combattere; ma il combattimento suppone un nemico : la prova.

Pertanto si trova in angoscia colui che grida dai confini della terra, ma tuttavia non viene abbandonato. Poichè il signore volle prefigurare noi, che siamo il suo corpo mistico, nelle vicende del suo corpo reale, nel quale egli morì, risuscitò e salì al cielo.

In tal modo anche le membra possono sperare di giungere là dove il Capo le ha precedute."
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