PAOLO apostolo e le origini del cristianesimo
Inviato: 21/03/2019, 16:03
In questo Forum avevo già scritto su Paolo lo scorso settembre. Il Post si intitolava: “ Il fantastico viaggio di Paolo a Roma” Il link: “//forum.infotdgeova.it/viewtopic.php?f=188&t=24908” Se vi interessa approfondire l’argomento ‘Paolo’ ora dovreste riprenderlo in mano. Considerando Paolo si possono comprendere le origini del cristianesimo.
Avevo anch’io dei dubbi sull’esistenza di Paolo ed ero in compagnia anche di affermati teologi come H.Detering, Baur,Loman e tanti altri. Il solito pragmatico studioso Richard Carrier ha fugato i miei dubbi; lui fa un ragionamento semplice: nelle 13 Lettere attribuite a Paolo ce ne sono alcune che , dopo aver analizzato i vocaboli usati , la grammatica,gli argomenti e la coesione con le altre Lettere e tante altre ragioni che lui spiega nel link: http://www.richardcarriere.info/archives/7643" onclick="window.open(this.href);return false; , risultano scritte da una sola persona e poi, in ultimo, se questa persona in quelle Lettere si fa chiamare Paolo, diamogli credito che le Lettere sono sue.
Le Lettere generalmente ritenute autentiche sono: Romani, 1-2 Corinti, Galati, Filippesi, 1° Tessalonicesi e, forse, Filemone. Ma ad Alessandria la pensavano diversamente. Badate che questa città egiziana, per quanto riguarda la nascita del cristianesimo, fu importante quanto Gerusalemme e Roma. Ne riparleremo. Il loro ‘canone’ Paolino comprendeva: Lettera ai Romani, poi 1-2 Corinti, Galati, Efesini, Filippesi, Colossesi, 1° Tessalonicesi ed Ebrei.
La Lettera agli Ebrei oggi tutti la ritengono non scritta da Paolo eppure risulta la più ‘Paolina’ di tutte, bellissima, ma per chi crede in un Paolo gnostico (??). Ne riparleremo.
Ma c’è un terzo elenco, quello indicato per esempio da Josif Kryevelev della Scuola di Tubinga, il quale nella sua: “ Analisi storico critica della Bibbia” considera scritte da Paolo solamente Romani, 1-2 Corinti e Galati. 4 Lettere. Della stessa idea Baur ed il noto Circolo Renan. E qui entra in scena anche Marcione, vescovo famoso di Sinopoli che nel 140 d.C ,arriva a Roma e porta appunto solamente quelle famose quattro Lettere dicendo che sono di Paolo.
Se fate un giro nel Web noterete che molti ripetono “a pappagallo” questa storia del “trasporto” di quelle quattro lettere da parte di Marcione. Paolo scrisse quelle Lettere sicuramente verso il 50/55 d.C. Ma in quel lungo lasso di tempo che fine hanno fatto quelle 4 Lettere? Non hanno girato almeno in Asia Minore? E come mai nessuno le portò prima a Roma,la capitale dell’impero? Non ho risposte da darvi e trovo il tutto strano.
Comunque ci possiamo consolare in quanto la ‘teologia’ di Paolo è contenuta quasi tutta in quelle 4 Lettere. Inoltre l’ associazione Paolo-Marcione è interessante da considerare, ma se qui ora mi dilungo a parlarne ne esce un librone. Ma dovete assolutamente Googlare quel binomio, possibilmente in inglese, per rendervi edotti.
Marcione aveva, anche per me, idee molto strambe per cui la Chiesa ha fatto bene a mandarlo a quel paese .E c’è da dire che lui, come appurerete anche voi se andate a leggere delle sue gesta, è stato il primo a pasticciare il contenuto delle Lettere di Paolo ma poi, purtroppo, tanti altri hanno continuato ad aggiungere e togliere. Quello che scriveva Paolo dava fastidio a tanti come vedremo.
I negazionisti dell’esistenza in vita di Paolo avrebbero un punto molto forte a loro favore e dicono infatti : come mai tutti e quattro i Vangeli, le Lettere di Pietro, Giuda Giovanni e l’Apocalisse, cioè tutti, non citano mai Paolo? Giustamente H.Detering, un negazionista, dice che almeno all’inizio dell’Apocalisse, quando si citano le Chiese dell’Asia minore, ove operava Paolo, si doveva ricordare la sua opera in quella zona.
La spiegazione dell’assenza di Paolo è molto semplice: al primissimo inizio, quando si era all’embrione del cristianesimo, si contrapponevano due fazioni , quella giudeo-cristiana capeggiata da Pietro e Giacomo contro quella Ellenico-Alessandrina di Paolo. Loro si odiavano a vicenda. E il Nuovo Testamento, a parte le Lettere di Paolo, è di matrice giudeo-cristiana, quindi non c’era spazio e, soprattutto, voglia di citare Paolo. Ed anche Paolo non sarebbe stato d’accordo sul contenuto dei 4 Vangeli.
A dire il vero, nella seconda Lettera di Pietro, scritta nel II° secolo non certo dall’apostolo quindi, , cap.3/15 c’è scritto:
“…inoltre considerate la pazienza del nostro Signore come salvezza, come anche il nostro diletto fratello PAOLO vi scrisse secondo la sapienza datagli”
Ma come mai questo solitario accenno a Paolo? E’ molto semplice ancora: siamo nel II° secolo, i “contendenti” erano tutti defunti e lo scrittore di questa Lettera , non avendo più Pietro che l’avrebbe bacchettato si è lasciato andare…..
Vedete invece come Giustino martire (100-165) nella sua ‘Apologia prima cap,39’ ci dimostra , nel medesimo tempo, l’esistenza di Paolo, senza citarlo, ed il suo odio per lui: (Nelle parentesi ci sono le mie note esplicative)
“ Da Gerusalemme ( Quindi solamente da lì, non certo anche da Tarso…) uscirono nel mondo dodici uomini (solo quelli, manca il tredicesimo apostolo, cioè Paolo…) Erano ignoranti ed incapaci di parlare (tutto il contrario di Paolo che era molto istruito, con parlantina ed anche un po’ presuntuoso..) Ma per la potenza di Dio rivelarono a tutto il genere umano che erano mandati da Cristo ad insegnare a tutti (Quindi avevano loro il monopolio della diffusione del Vangelo…) La sua parola.
(Ireneo di Lione, fra i tanti, citava Paolo e ne parlava bene.)
Anche allora si usava alludere senza fare il nome, come nella Lettera di Pietro a Giacomo nella quale Pietro chiama Paolo come: “ Il mio nemico..” ma anche qui è l’esegeta che ci dice che Pietro si riferiva a Paolo poiché non scrive il nome.
Paolo invece parlava senza alludere, pane al pane, e quindi come leggiamo in Galati 2/11: “… Ma quando Cefa (Pietro) venne ad Antiochia io gli resistei in faccia perché aveva torto…” Sarà finita a cazzotti…..
ATTI DEGLI APOSTOLI Consideriamo ora di nuovo gli Atti degli Apostoli, scritti nel II° secolo , in ambito giudeo-cristiano ,anche per dimostrare, fra l’altro, che non c’era nessun dissidio fra l’ala di Pietro e Paolo; un’opera quindi farlocca e di alta ipocrisia.
Come scrive anche H. Detering: “ There are two Pauls” Quello di Atti e quello delle Lettere paoline autentiche. Quello di Atti è devoto agli apostoli in Gerusalemme, al contrario nelle Lettere. In Atti Paolo si faceva menare in giro, come nel cap.9 v.30: “ …lo condussero a Cesarea…” oppure nel cap. 11/25 : “..lo condusse ad Antiochia..”
Paolo ai Galati scrive che la seconda visita a Gerusalemme era dovuta ad una ‘rivelazione’ (Gal.1/12, in Atti invece è stata la chiesa di Antiochia ad ordinare a Paolo di andare a Gerusalemme.
In Atti al cap. 9, si parla della conversione di Paolo, dopo aver avuto la famosa visione di Gesù, e lui , secondo Atti, rimane a Damasco a predicare nelle sinagoghe indi si reca a Gerusalemme; invece in Gal. Al cap.1, dopo aver spiegato della sua visione e conversione dice al v. 17:
“ Né salii a Gerusalemme da quelli che erano stati apostoli prima di me, ma me ne andai in Arabia e tornai di nuovo a Damasco” E’ strano vero? Come mai non va a Gerusalemme subito per confrontarsi con gli apostoli, con le informazioni che loro dovrebbero avere su quel Gesù che loro hanno visto all’opera ?
Paolo se ne fregava altamente di Pietro e dei suoi soci come scrive in Galati 1/1: “ Paolo apostolo né da parte degli uomini, né per mezzo di alcun uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio padre e tutti i fratelli che sono con me nelle congregazioni della Galazia”
E poi 1/Corinti 9/1: “ Non sono io libero? Non sono apostolo? Non ho visto Gesù, nostro Signore, non siete voi la mia opera…se non sono apostolo per altri, certissimamente lo sono per voi poiché siete il suggello che conferma il mio apostolato…” Anche qui Paolo le manda a dire a Pietro e soci….
Notate che Paolo ci tiene a definirsi apostolo; “ Chiamato ad essere apostolo” lo dice nell’incipit di Rom.1/1 , poi 1-2 Corinti sempre al 1/1, Galati 1/1, Efesini 1/1, Col. 1/1 e poi :”Apostolo delle nazioni” in Rom.11/13. E questo non piace naturalmente a Luca (Mi decido finalmente a chiamare Luca lo scrittore di Atti, così batto meno caratteri sulla tastiera) Luca cerca sempre di porre Paolo come subordinato a quelli della chiesa di Gerusalemme e vi spiego un’altra furbata.
Paolo, dagli Atti, non risulta mai un testimone oculare di Gesù. La sua conversione viene citata e ripetuta ben tre volte e cioè in Atti/9 , poi 22 indi nel cap.26.E qui è importante per Luca mostrare che Paolo, al momento della visione, cade giù con la testa; questo, con poi anche l’accecamento, ha sempre lo stesso significato: lui non può vedere, per cui non ha mai avuto la visione di Gesù, la sua apparizione, non lo ha mai visto! Ha visto solo una luce accecante. E’ diverso per tutti i dodici apostoli: loro, secondo Luca, lo hanno visto. IL pensiero di Luca è che possono considerarsi apostoli solo quelli che lo hanno visto di persona. Come vedete la famosa furbata della ‘successione apostolica’ è iniziata molto presto. (Sottile e raffinata questa riflessione sul accecamento di Paolo quindi non è mia farina , purtroppo)
Ma Luca e compagni, hanno veramente visto un Gesù terreno? In 1/Cor. 15/5-8 ,dopo la resurrezione, leggiamo :
“…apparve a Cefa e poi ai dodici…poi apparve a Giacomo.e quindi a tutti gli apostoli, ultimo fra tutti apparve anche a me..”
Quindi Gesù “apparve” agli apostoli come “apparve” anche a Paolo,nella stessa forma. Paolo non parla mai di una vita in comune fra Gesù e gli apostoli prima della sua morte. Non solo, la parola “discepoli, non esiste nelle Lettere, in tutte le Lettere dell’ N.T. I discepoli sarebbero quelli che, come è scritto nei Vangeli, apprendevano gli insegnamenti di Gesù. Vedete 1/Cor. 12/28.
La circoncisione: in Atti Paolo non solamente approva la circoncisione ma la pratica lui stesso su Timoteo (Atti 16.3). Nelle Lettere invece Paolo rigetta esplicitamente e veementemente la Legge e la circoncisione; nella Lettera ai Filippesi, nel corso di una furiosa polemica, considera la circoncisione come una castrazione addirittura. (Fil. 3/2).
La questione del così detto pomposo Primo Concilio a Gerusalemme descritto nel cap 15 di Atti , quello del “…astenersi dal sangue ecc…. Il Paolo che scrive ai Galati e ricorda quel incontro a Gerusalemme con gli apostoli, ma non fa nessun accenno a quel Concilio. (Gal 2/1). Forse non c’è stato quel Concilio e i TdG. vanno avanti a rispettare un inesistente comandamento sul sangue.
Interessante anche il pensiero di Paolo sui rapporti con i pagani. In Atti 17/16-39 egli incontra un gruppo di filosofi pagani ad Atene e ci spiega che i pagani adorano molti dèi perché non conoscono la verità, ma Dio ne perdona l’ignoranza a patto che, una volta appresa la verità lo riconoscano come l’unico da adorare, quindi pentirsi e credere in Gesù.
Il pensiero di Paolo nella Lettera ai Romani è diverso: i pagani adorano molti dèi ma non perché siano ignoranti, al contrario i pagani sanno perfettamente che esiste un solo Dio e si sono rifiutati di ammetterlo per poter venerare altri déi ; e dato che sono sempre stati coscienti delle loro azioni Dio non è affatto clemente nei loro confronti e ha fatto ricadere su di loro la propria ira. Rom 1/18-32.
Sembra il pensiero cattolico contrapposto al pensiero luterano……
Già che mi è venuto in mente Lutero, dobbiamo notare anche che la famosa “Giustificazione tramite la fede” della Lettera ai Romani è completamente assente negli Atti di Luca.
Penso che quanto sopra sia stato sufficiente per dimostrare la ‘fiction’ di Atti degli apostoli. Un’ultima annotazione su Atti: al 26/14 quando Paolo narra della sua vita al re Agrippa , H.Detering sostiene che lì si riprende il dramma di Euripide, che io non conosco. Per brevità non aggiungo altro.
IL VANGELO DI PAOLO. Nella sua predicazione disconosce la parola di qualunque altro all’infuori di se stesso.
“Tutti coloro che sostengono un altro Cristo differente dal mio sono falsi apostoli, maneggiatori fraudolenti che si mascherano da apostoli di Cristo. Ciò non fa meraviglia perché Satana si maschera da angelo di Luce” (2/Cor. 11.13)
E chi sono questi falsi apostoli?
“Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice <Io sono di Paolo> <Io invece sono di Apollo> <E io di Cefa>, <E io di Cristo> 1/Cor.1.12
Falsi sono nientemeno che Pietro e tutta la compagnia di Gerusalemme. Addirittura in Atti degli Apostoli 22/18 Paolo riceve una ennesima visione nella quale Gesù gli dice: “
“ Esci subito da Gerusalemme, perché le genti di qui non ascolteranno mai la tua testimonianza” Quindi è il suo Vangelo quello veritiero. E lui quindi insiste ancora a picchiare duro:
“Ora io ritengo di non essere in nulla inferiore a questi arciapostoli….però in quello in cui qualcuno osa vantarsi, lo dico da stolto, oso vantarmi anch’io. Sono Ebrei? Anch’io! Sono Israeliti? Anch’io! Sono stirpe di Abramo? Anch’io! Sono ministri di Cristo? Per dire una pazzia io lo sono più di loro. 2/Cor.11/5 – 21-23).
UN MISTERO??? Come ho già scritto Paolo, appena ricevuta la visione di Gesù, non si reca a Gerusalemme per confrontarsi con Cefa e soci, bensì si reca in Arabia e poi torna a Damasco. Poi ,come si legge in Galati 2/1-6:
“Quindi dopo14 anni salii di nuovo a Gerusalemme…ma vi salii in seguito ad una rivelazione ed esposi loro il Vangelo che predico …davanti a quelli che erano uomini preminenti per timore che io avessi corso invano…ma a me in realtà quegli uomini preminenti non impartirono nulla di nuovo”” Ma come?? Che ne sapeva lui della vita di Gesù senza parlare con quelli che l’avevano frequentato? Perché non era curioso di sapere? Chissà cosa gli dissero allora.
IL FATTO: è che praticamente Paolo, sostenendo che il suo Cristo, conosciuto per rivelazione è superiore a quello di Pietro e Giacomo, ci dimostra che alla base della diatriba ci sono soltanto Cristi immaginari, che escludono nella maniera più esplicita l’esistenza di un Gesù fattosi uomo.
Vi traduco un pezzo di Richard Carrier:
“……Tutto questo è bizzarro e bizzarro significa inatteso, cioè infrequente ,che significa anche improbabile. Qualcuno dovrebbe spiegarci perché nelle sue Lettere non ci sono dispute circa quello che Gesù disse e fece, e perché non ci sono specifici esempi della sua vita che sia riferita qui come modello, nemmeno per incoraggiare o spiegare qualsiasi cosa o per risolvere dispute, e perché le sole fonti alle quali Paolo si riferisce per sapere di Gesù sono sempre rivelazioni private o dalle Scritture (solo dall’Antico Testamento, il Nuovo, nel 55 d.C. non c’era ancora).
Inoltre Paolo appare come uno che NON conosce l’esistenza di altre fonti o di persone che conobbero Gesù. C’è una evidenza , per esempio, in Gal. .1/11-16 dove Paolo dice chiaramente che ricevette il Vangelo solamente per rivelazione e non da uomini; e in Rom. 16/25-26 dove le Scritture (Antiche) e la rivelazione sono le sole fonti di informazione che Paolo cita per uso dei cristiani.
In Rom.15/3-4 Paolo mostra di dirci che dobbiamo imparare cose attorno a Gesù scoprendole nelle Scritture. Paolo non conosceva niente circa una comunità di Testimoni da consultare per sapere di quanto sopra. In 1/Cor. 4/6 dice di rifiutare fonti che vadano oltre ciò che è scritto, il ‘Rivelatore’ è sempre solo lui. Combinando le suddette informazioni in 1/Cor. 1-9 Paolo dice che il Vangelo fu rivelato a Lui, come disse anche il Galati 1, solo tramite rivelazione e Scritture (Sempre quelle antiche)
Strano naturalmente che manca qualsiasi riferimento al ministero terreno di Gesù, ai suoi grandi portenti, ai suoi parenti che erano di discendenza davidica, il suo famoso battesimo. In altre parole, secondo il Vangelo di Paolo non ci fu un ministero di Gesù, non è menzionato il suo processo, i suoi miracoli, non menziona mai la Galilea, Nazareth, Pilato o la madre Maria ,o Giuseppe o qualcosa della sua vita che non sia nei Vangeli.
E in base alle sue Lettere, nessun cristiano mai chiese a Paolo qualcosa di tutto quanto sopra . E NESSUNO DEI SUOI OPPOSITORI HA MAI TIRATO FUORI QUALCHE FATTO MENZIONATO SOPRA PER SOPPORTARE LE LORO ARGOMENTAZIONI. NESSUNO PONE OBIEZIONI QUANDO PAOLO AFFERMA DI CONOSCERE CRISTO MEGLIO DI LORO.
Rimase sconosciuto a tutti fino a quando apparve ad un numero di eletti dopo la sua resurrezione. Questo è confermato il Fil. 2/5-11 , qui di nuovo non esiste un ministero di Gesù, tutto quello che fece era discendere dal cielo ,morte e resurrezione. Il solo Gesù che ci mostra Paolo è un essere celeste, non un uomo terreno. Il Gesù di Paolo è solo nei cieli.””””
FILONE ALESSANDRINO.
A questo punto deve entrare in scena questo filosofo-teologo di Alessandria d’Egitto (-10 a.C. + 55) per dipanare il mistero. A noi interessa parlare del “Logos” di Filone. Andate in Rete e troverete molto da leggere ed ampliare così quanto io scrivo qui ora. Facciamo un Post interattivo! Del Logos mi è piaciuta la trattazione sottostante anche perché usa un linguaggio semplice.
“Filone, meditando sull’indispensabilità di superare la barriera che determinava l’impedimento al mondo spirituale e al mondo materiale di unirsi a causa delle reciproche nature completamente opposte, concepì un intermediario che, pur rimanendo purissimo spirito, acquisisse quelle caratteristiche umane che avrebbero permesso il dialogo tra Dio e gli uomini, quel dialogo che, pur desiderato da entrambi dall’inizio dei tempi, non si era ancora realizzato.
In realtà cosa ideò Filone per creare questa unione tra lo spirito e la materia? Semplice: trasformò il desiderio di Dio, che fino ad allora era rimasto bloccato sotto forma di pensiero, in parola udibile all’uomo, parola che Filone personificò in un essere celeste che chiamò ‘Logos’ che in greco significa appunto parola. Per spiegare meglio in concreto, anche se in forma molto grossolana, dirò che Dio si rese comprensibile agli uomini attraverso il suono di una voce (Logos), come il magnetismo dell’etere che si rende percettibile all’uomo attraverso il tuono. E come il tuono porta l’acqua che produce la vita, così il Logos avrebbe divulgato sulla terra quella morale che avrebbe permesso agli uomini di rigenerarsi e salire a Dio.”
Paolo è un seguace del LOGOS di Filone. ( Googlate il binomio Filone –Paolo così allargate la conoscenza di questo tema) Come arriva Paolo alla conoscenza del ‘Logos’? Paolo frequentò a Gerusalemme la scuola del rabbino Gamaliele, questi fu alunno del gran rabbino Hillel il quale conobbe Filone. Così ho letto.
Sul binomio Filone-Paolo ho preferito inserire qui un commento da un libro di due scrittori cattolici: David T.Runia e M.Radice:
“Filone e Paolo condividono la concezione della totale trascendenza di Dio, contrapposta alla condizione corporea dell’uomo ed entrambi risolvono in maniera simile il problema connesso a tale tesi. In Filone il termine chiave è il Logos, in Paolo è il Cristo. In più di un senso questi due termini si equivalgono perché suggeriscono ambedue il ‘meccanismo’ tramite il quale Dio trascendente diventa immanente…ambedue ricercano la salvezza intesa come liberazione dalla schiavitù della carne e di ‘questo mondo’ e tutti e due si servono del linguaggio dei misteri per descriverla”
L’epoca degli avvenimenti è prima metà del II° secolo; c’erano tanti Cristi differenti uno dall’altro ma tutti rappresentati da visioni, per nessuno si è incarnato . Lo negano Marcione , Valentino, i Doceti e tanti altri. “Il Vangelo da me annunciato non è modellato sull’uomo; io infatti non l’ho imparato da uomini ma per rivelazione di Gesù Cristo” (Gal.1/11).
Dice bene anche il IV° Vangelo, di Giovanni. Inizia dicendo appunto: “ In principio era il ‘logos’” Ma poi al v. 14 rovina tutto scrivendo: “..e il logos è diventato carne…” A questo proposito il noto filosofo-teologo Spinoza, in una lettera ad un amico, scriveva:
“ In quanto a ciò che certe chiese aggiungono , che Dio s’incarnò, dichiaro recisamente che non sanno quello che dicono, e per parlare francamente confesso parmi che parlino un linguaggio tanto assurdo come se uno dicesse che un circolo ha preso la figura di un triangolo”
(Da qui inizia quel totale sincretismo pagano della Chiesa. Una continua deriva. Aggiunsero poi la trinità, il culto della dea madre con Maria, l’eucaristia/teofagia, la venerazione dei santi, delle immagini, delle reliquie e poi dei cadaveri imbalsamati come padre Pio; non so, manca qualcosa? E’ diventata così la religione del Sud del mondo)
Ancora su Filone. Tutti i negazionisti di Gesù citano Filone ed il suo ‘Logos’ trovando molto strano che Filone non accenni mai a Gesù Cristo, identificato come il ‘Logos’ cristiano appunto. Certamente Filone era della stessa epoca di Gesù e si recava spesso a Gerusalemme ma per lui , e per Paolo, il ‘Logos’ era un essere spirituale che, ovviamente ,non circolava per le strade di Gerusalemme. Filone, comunque, avrebbe dovuto accorgersi di uno che risolveva tutti i problemi di salute, risorgeva i morti, processato di notte dal Sinedrio ecc. ecc.
E qui un’altra furbata del miserabile Eusebio di Cesarea. Nella sua Storia della Chiesa scrive che Filone andò a Roma e lì incontrò Pietro. Filone andò a Roma, è vero, ma come difensore dei giudei alessandrini accusati di lesa maestà e parlò con l’imperatore Gaio Caligola con insuccesso, ma lui non incontrò Pietro. Mai visto e sentito.
E c’è dell’altro ancora importante: Lo stesso Eusebio ci dice che Filone scrisse 5 libri, il “Peri Toon Aretoon” che parlavano delle persecuzioni ed altri fatti romani ‘ (Storia 2.5.7’) Però 3 sono spariti. Ci rimane solo il “Legatio ad Gaium” e “In Flaccum”. Fra i mancanti c’è quello che tratta del periodo di Pilato in Giudea. Ma guarda che combinazione!!
PAOLO GNOSTICO? Anzitutto dal dizionario poche parole per dire cosa si intende per Gnosticismo:
“Il gnosticismo cristiano fu un importante movimento del cristianesimo antico, sviluppatosi soprattutto ad Alessandria d’Egitto ( già ‘patria’del Logos n.d.r.); fu una dottrina originale, un pensiero filosofico religioso per cui la salvezza dipende da una forma di conoscenza superiore e illuminata (gnosi), frutto del vissuto personale nella ricerca della verità. Dalla concezione docetica insita in gran parte delle religioni gnostiche, SI CONSIDERA STOLTEZZA LA CONCEZIONE LETTERALE DELLA RESURREZIONE, poiché si confondeva una verità spirituale come un evento reale. Avevano addosso il concetto che mediante l’esperienza gnostica ci si poteva accostare al divino per riceverne l’illuminazione.”
Alcuni gnostici cristiani trovano “ripugnante, disgustosa ed impossibile” l’interpretazione ‘terrena’ della resurrezione’ ; Gesù, dicono, si incontra su un piano spirituale. In fondo, anche gli ortodossi Luca e Marco riferiscono che Gesù apparve “Sotto altro aspetto”.
Se uno è seguace del ‘Logos’ di Filone è facile, è conseguenziale, che poi diventi gnostico.
Paolo era gnostico? Anche qui facciamo interattività. Andate su Google e cliccate: “Paolo gnostico” I cattolici ortodossi vi diranno che non lo era, altri vi mostreranno parole, linguaggi di Paolo che potrebbero convincervi che lo era. Secondo Elaine Pagels, nel suo libro:” I Vangeli gnostici”, un po’ noiosetto, il grande gnostico Valentino scriveva che lui fu istruito da Teuda e questi, a sua volta, ricevette gli insegnamenti da Paolo. Quindi Paolo sarebbe il “Proto-gnostico”.
Naturalmente quasi tutti i Vangeli gnostici furono distrutti dalla Chiesa. C’è stato quel fortunoso ritrovamento di questi Vangeli a Nag Hammadi in Egitto nel ’45, in lingua copta. Il libro di Elaine Pagels tratta appunto di questo ritrovamento.
Penso che basti per ora. Il bello, però, viene dopo.
Avevo anch’io dei dubbi sull’esistenza di Paolo ed ero in compagnia anche di affermati teologi come H.Detering, Baur,Loman e tanti altri. Il solito pragmatico studioso Richard Carrier ha fugato i miei dubbi; lui fa un ragionamento semplice: nelle 13 Lettere attribuite a Paolo ce ne sono alcune che , dopo aver analizzato i vocaboli usati , la grammatica,gli argomenti e la coesione con le altre Lettere e tante altre ragioni che lui spiega nel link: http://www.richardcarriere.info/archives/7643" onclick="window.open(this.href);return false; , risultano scritte da una sola persona e poi, in ultimo, se questa persona in quelle Lettere si fa chiamare Paolo, diamogli credito che le Lettere sono sue.
Le Lettere generalmente ritenute autentiche sono: Romani, 1-2 Corinti, Galati, Filippesi, 1° Tessalonicesi e, forse, Filemone. Ma ad Alessandria la pensavano diversamente. Badate che questa città egiziana, per quanto riguarda la nascita del cristianesimo, fu importante quanto Gerusalemme e Roma. Ne riparleremo. Il loro ‘canone’ Paolino comprendeva: Lettera ai Romani, poi 1-2 Corinti, Galati, Efesini, Filippesi, Colossesi, 1° Tessalonicesi ed Ebrei.
La Lettera agli Ebrei oggi tutti la ritengono non scritta da Paolo eppure risulta la più ‘Paolina’ di tutte, bellissima, ma per chi crede in un Paolo gnostico (??). Ne riparleremo.
Ma c’è un terzo elenco, quello indicato per esempio da Josif Kryevelev della Scuola di Tubinga, il quale nella sua: “ Analisi storico critica della Bibbia” considera scritte da Paolo solamente Romani, 1-2 Corinti e Galati. 4 Lettere. Della stessa idea Baur ed il noto Circolo Renan. E qui entra in scena anche Marcione, vescovo famoso di Sinopoli che nel 140 d.C ,arriva a Roma e porta appunto solamente quelle famose quattro Lettere dicendo che sono di Paolo.
Se fate un giro nel Web noterete che molti ripetono “a pappagallo” questa storia del “trasporto” di quelle quattro lettere da parte di Marcione. Paolo scrisse quelle Lettere sicuramente verso il 50/55 d.C. Ma in quel lungo lasso di tempo che fine hanno fatto quelle 4 Lettere? Non hanno girato almeno in Asia Minore? E come mai nessuno le portò prima a Roma,la capitale dell’impero? Non ho risposte da darvi e trovo il tutto strano.
Comunque ci possiamo consolare in quanto la ‘teologia’ di Paolo è contenuta quasi tutta in quelle 4 Lettere. Inoltre l’ associazione Paolo-Marcione è interessante da considerare, ma se qui ora mi dilungo a parlarne ne esce un librone. Ma dovete assolutamente Googlare quel binomio, possibilmente in inglese, per rendervi edotti.
Marcione aveva, anche per me, idee molto strambe per cui la Chiesa ha fatto bene a mandarlo a quel paese .E c’è da dire che lui, come appurerete anche voi se andate a leggere delle sue gesta, è stato il primo a pasticciare il contenuto delle Lettere di Paolo ma poi, purtroppo, tanti altri hanno continuato ad aggiungere e togliere. Quello che scriveva Paolo dava fastidio a tanti come vedremo.
I negazionisti dell’esistenza in vita di Paolo avrebbero un punto molto forte a loro favore e dicono infatti : come mai tutti e quattro i Vangeli, le Lettere di Pietro, Giuda Giovanni e l’Apocalisse, cioè tutti, non citano mai Paolo? Giustamente H.Detering, un negazionista, dice che almeno all’inizio dell’Apocalisse, quando si citano le Chiese dell’Asia minore, ove operava Paolo, si doveva ricordare la sua opera in quella zona.
La spiegazione dell’assenza di Paolo è molto semplice: al primissimo inizio, quando si era all’embrione del cristianesimo, si contrapponevano due fazioni , quella giudeo-cristiana capeggiata da Pietro e Giacomo contro quella Ellenico-Alessandrina di Paolo. Loro si odiavano a vicenda. E il Nuovo Testamento, a parte le Lettere di Paolo, è di matrice giudeo-cristiana, quindi non c’era spazio e, soprattutto, voglia di citare Paolo. Ed anche Paolo non sarebbe stato d’accordo sul contenuto dei 4 Vangeli.
A dire il vero, nella seconda Lettera di Pietro, scritta nel II° secolo non certo dall’apostolo quindi, , cap.3/15 c’è scritto:
“…inoltre considerate la pazienza del nostro Signore come salvezza, come anche il nostro diletto fratello PAOLO vi scrisse secondo la sapienza datagli”
Ma come mai questo solitario accenno a Paolo? E’ molto semplice ancora: siamo nel II° secolo, i “contendenti” erano tutti defunti e lo scrittore di questa Lettera , non avendo più Pietro che l’avrebbe bacchettato si è lasciato andare…..
Vedete invece come Giustino martire (100-165) nella sua ‘Apologia prima cap,39’ ci dimostra , nel medesimo tempo, l’esistenza di Paolo, senza citarlo, ed il suo odio per lui: (Nelle parentesi ci sono le mie note esplicative)
“ Da Gerusalemme ( Quindi solamente da lì, non certo anche da Tarso…) uscirono nel mondo dodici uomini (solo quelli, manca il tredicesimo apostolo, cioè Paolo…) Erano ignoranti ed incapaci di parlare (tutto il contrario di Paolo che era molto istruito, con parlantina ed anche un po’ presuntuoso..) Ma per la potenza di Dio rivelarono a tutto il genere umano che erano mandati da Cristo ad insegnare a tutti (Quindi avevano loro il monopolio della diffusione del Vangelo…) La sua parola.
(Ireneo di Lione, fra i tanti, citava Paolo e ne parlava bene.)
Anche allora si usava alludere senza fare il nome, come nella Lettera di Pietro a Giacomo nella quale Pietro chiama Paolo come: “ Il mio nemico..” ma anche qui è l’esegeta che ci dice che Pietro si riferiva a Paolo poiché non scrive il nome.
Paolo invece parlava senza alludere, pane al pane, e quindi come leggiamo in Galati 2/11: “… Ma quando Cefa (Pietro) venne ad Antiochia io gli resistei in faccia perché aveva torto…” Sarà finita a cazzotti…..
ATTI DEGLI APOSTOLI Consideriamo ora di nuovo gli Atti degli Apostoli, scritti nel II° secolo , in ambito giudeo-cristiano ,anche per dimostrare, fra l’altro, che non c’era nessun dissidio fra l’ala di Pietro e Paolo; un’opera quindi farlocca e di alta ipocrisia.
Come scrive anche H. Detering: “ There are two Pauls” Quello di Atti e quello delle Lettere paoline autentiche. Quello di Atti è devoto agli apostoli in Gerusalemme, al contrario nelle Lettere. In Atti Paolo si faceva menare in giro, come nel cap.9 v.30: “ …lo condussero a Cesarea…” oppure nel cap. 11/25 : “..lo condusse ad Antiochia..”
Paolo ai Galati scrive che la seconda visita a Gerusalemme era dovuta ad una ‘rivelazione’ (Gal.1/12, in Atti invece è stata la chiesa di Antiochia ad ordinare a Paolo di andare a Gerusalemme.
In Atti al cap. 9, si parla della conversione di Paolo, dopo aver avuto la famosa visione di Gesù, e lui , secondo Atti, rimane a Damasco a predicare nelle sinagoghe indi si reca a Gerusalemme; invece in Gal. Al cap.1, dopo aver spiegato della sua visione e conversione dice al v. 17:
“ Né salii a Gerusalemme da quelli che erano stati apostoli prima di me, ma me ne andai in Arabia e tornai di nuovo a Damasco” E’ strano vero? Come mai non va a Gerusalemme subito per confrontarsi con gli apostoli, con le informazioni che loro dovrebbero avere su quel Gesù che loro hanno visto all’opera ?
Paolo se ne fregava altamente di Pietro e dei suoi soci come scrive in Galati 1/1: “ Paolo apostolo né da parte degli uomini, né per mezzo di alcun uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio padre e tutti i fratelli che sono con me nelle congregazioni della Galazia”
E poi 1/Corinti 9/1: “ Non sono io libero? Non sono apostolo? Non ho visto Gesù, nostro Signore, non siete voi la mia opera…se non sono apostolo per altri, certissimamente lo sono per voi poiché siete il suggello che conferma il mio apostolato…” Anche qui Paolo le manda a dire a Pietro e soci….
Notate che Paolo ci tiene a definirsi apostolo; “ Chiamato ad essere apostolo” lo dice nell’incipit di Rom.1/1 , poi 1-2 Corinti sempre al 1/1, Galati 1/1, Efesini 1/1, Col. 1/1 e poi :”Apostolo delle nazioni” in Rom.11/13. E questo non piace naturalmente a Luca (Mi decido finalmente a chiamare Luca lo scrittore di Atti, così batto meno caratteri sulla tastiera) Luca cerca sempre di porre Paolo come subordinato a quelli della chiesa di Gerusalemme e vi spiego un’altra furbata.
Paolo, dagli Atti, non risulta mai un testimone oculare di Gesù. La sua conversione viene citata e ripetuta ben tre volte e cioè in Atti/9 , poi 22 indi nel cap.26.E qui è importante per Luca mostrare che Paolo, al momento della visione, cade giù con la testa; questo, con poi anche l’accecamento, ha sempre lo stesso significato: lui non può vedere, per cui non ha mai avuto la visione di Gesù, la sua apparizione, non lo ha mai visto! Ha visto solo una luce accecante. E’ diverso per tutti i dodici apostoli: loro, secondo Luca, lo hanno visto. IL pensiero di Luca è che possono considerarsi apostoli solo quelli che lo hanno visto di persona. Come vedete la famosa furbata della ‘successione apostolica’ è iniziata molto presto. (Sottile e raffinata questa riflessione sul accecamento di Paolo quindi non è mia farina , purtroppo)
Ma Luca e compagni, hanno veramente visto un Gesù terreno? In 1/Cor. 15/5-8 ,dopo la resurrezione, leggiamo :
“…apparve a Cefa e poi ai dodici…poi apparve a Giacomo.e quindi a tutti gli apostoli, ultimo fra tutti apparve anche a me..”
Quindi Gesù “apparve” agli apostoli come “apparve” anche a Paolo,nella stessa forma. Paolo non parla mai di una vita in comune fra Gesù e gli apostoli prima della sua morte. Non solo, la parola “discepoli, non esiste nelle Lettere, in tutte le Lettere dell’ N.T. I discepoli sarebbero quelli che, come è scritto nei Vangeli, apprendevano gli insegnamenti di Gesù. Vedete 1/Cor. 12/28.
La circoncisione: in Atti Paolo non solamente approva la circoncisione ma la pratica lui stesso su Timoteo (Atti 16.3). Nelle Lettere invece Paolo rigetta esplicitamente e veementemente la Legge e la circoncisione; nella Lettera ai Filippesi, nel corso di una furiosa polemica, considera la circoncisione come una castrazione addirittura. (Fil. 3/2).
La questione del così detto pomposo Primo Concilio a Gerusalemme descritto nel cap 15 di Atti , quello del “…astenersi dal sangue ecc…. Il Paolo che scrive ai Galati e ricorda quel incontro a Gerusalemme con gli apostoli, ma non fa nessun accenno a quel Concilio. (Gal 2/1). Forse non c’è stato quel Concilio e i TdG. vanno avanti a rispettare un inesistente comandamento sul sangue.
Interessante anche il pensiero di Paolo sui rapporti con i pagani. In Atti 17/16-39 egli incontra un gruppo di filosofi pagani ad Atene e ci spiega che i pagani adorano molti dèi perché non conoscono la verità, ma Dio ne perdona l’ignoranza a patto che, una volta appresa la verità lo riconoscano come l’unico da adorare, quindi pentirsi e credere in Gesù.
Il pensiero di Paolo nella Lettera ai Romani è diverso: i pagani adorano molti dèi ma non perché siano ignoranti, al contrario i pagani sanno perfettamente che esiste un solo Dio e si sono rifiutati di ammetterlo per poter venerare altri déi ; e dato che sono sempre stati coscienti delle loro azioni Dio non è affatto clemente nei loro confronti e ha fatto ricadere su di loro la propria ira. Rom 1/18-32.
Sembra il pensiero cattolico contrapposto al pensiero luterano……
Già che mi è venuto in mente Lutero, dobbiamo notare anche che la famosa “Giustificazione tramite la fede” della Lettera ai Romani è completamente assente negli Atti di Luca.
Penso che quanto sopra sia stato sufficiente per dimostrare la ‘fiction’ di Atti degli apostoli. Un’ultima annotazione su Atti: al 26/14 quando Paolo narra della sua vita al re Agrippa , H.Detering sostiene che lì si riprende il dramma di Euripide, che io non conosco. Per brevità non aggiungo altro.
IL VANGELO DI PAOLO. Nella sua predicazione disconosce la parola di qualunque altro all’infuori di se stesso.
“Tutti coloro che sostengono un altro Cristo differente dal mio sono falsi apostoli, maneggiatori fraudolenti che si mascherano da apostoli di Cristo. Ciò non fa meraviglia perché Satana si maschera da angelo di Luce” (2/Cor. 11.13)
E chi sono questi falsi apostoli?
“Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice <Io sono di Paolo> <Io invece sono di Apollo> <E io di Cefa>, <E io di Cristo> 1/Cor.1.12
Falsi sono nientemeno che Pietro e tutta la compagnia di Gerusalemme. Addirittura in Atti degli Apostoli 22/18 Paolo riceve una ennesima visione nella quale Gesù gli dice: “
“ Esci subito da Gerusalemme, perché le genti di qui non ascolteranno mai la tua testimonianza” Quindi è il suo Vangelo quello veritiero. E lui quindi insiste ancora a picchiare duro:
“Ora io ritengo di non essere in nulla inferiore a questi arciapostoli….però in quello in cui qualcuno osa vantarsi, lo dico da stolto, oso vantarmi anch’io. Sono Ebrei? Anch’io! Sono Israeliti? Anch’io! Sono stirpe di Abramo? Anch’io! Sono ministri di Cristo? Per dire una pazzia io lo sono più di loro. 2/Cor.11/5 – 21-23).
UN MISTERO??? Come ho già scritto Paolo, appena ricevuta la visione di Gesù, non si reca a Gerusalemme per confrontarsi con Cefa e soci, bensì si reca in Arabia e poi torna a Damasco. Poi ,come si legge in Galati 2/1-6:
“Quindi dopo14 anni salii di nuovo a Gerusalemme…ma vi salii in seguito ad una rivelazione ed esposi loro il Vangelo che predico …davanti a quelli che erano uomini preminenti per timore che io avessi corso invano…ma a me in realtà quegli uomini preminenti non impartirono nulla di nuovo”” Ma come?? Che ne sapeva lui della vita di Gesù senza parlare con quelli che l’avevano frequentato? Perché non era curioso di sapere? Chissà cosa gli dissero allora.
IL FATTO: è che praticamente Paolo, sostenendo che il suo Cristo, conosciuto per rivelazione è superiore a quello di Pietro e Giacomo, ci dimostra che alla base della diatriba ci sono soltanto Cristi immaginari, che escludono nella maniera più esplicita l’esistenza di un Gesù fattosi uomo.
Vi traduco un pezzo di Richard Carrier:
“……Tutto questo è bizzarro e bizzarro significa inatteso, cioè infrequente ,che significa anche improbabile. Qualcuno dovrebbe spiegarci perché nelle sue Lettere non ci sono dispute circa quello che Gesù disse e fece, e perché non ci sono specifici esempi della sua vita che sia riferita qui come modello, nemmeno per incoraggiare o spiegare qualsiasi cosa o per risolvere dispute, e perché le sole fonti alle quali Paolo si riferisce per sapere di Gesù sono sempre rivelazioni private o dalle Scritture (solo dall’Antico Testamento, il Nuovo, nel 55 d.C. non c’era ancora).
Inoltre Paolo appare come uno che NON conosce l’esistenza di altre fonti o di persone che conobbero Gesù. C’è una evidenza , per esempio, in Gal. .1/11-16 dove Paolo dice chiaramente che ricevette il Vangelo solamente per rivelazione e non da uomini; e in Rom. 16/25-26 dove le Scritture (Antiche) e la rivelazione sono le sole fonti di informazione che Paolo cita per uso dei cristiani.
In Rom.15/3-4 Paolo mostra di dirci che dobbiamo imparare cose attorno a Gesù scoprendole nelle Scritture. Paolo non conosceva niente circa una comunità di Testimoni da consultare per sapere di quanto sopra. In 1/Cor. 4/6 dice di rifiutare fonti che vadano oltre ciò che è scritto, il ‘Rivelatore’ è sempre solo lui. Combinando le suddette informazioni in 1/Cor. 1-9 Paolo dice che il Vangelo fu rivelato a Lui, come disse anche il Galati 1, solo tramite rivelazione e Scritture (Sempre quelle antiche)
Strano naturalmente che manca qualsiasi riferimento al ministero terreno di Gesù, ai suoi grandi portenti, ai suoi parenti che erano di discendenza davidica, il suo famoso battesimo. In altre parole, secondo il Vangelo di Paolo non ci fu un ministero di Gesù, non è menzionato il suo processo, i suoi miracoli, non menziona mai la Galilea, Nazareth, Pilato o la madre Maria ,o Giuseppe o qualcosa della sua vita che non sia nei Vangeli.
E in base alle sue Lettere, nessun cristiano mai chiese a Paolo qualcosa di tutto quanto sopra . E NESSUNO DEI SUOI OPPOSITORI HA MAI TIRATO FUORI QUALCHE FATTO MENZIONATO SOPRA PER SOPPORTARE LE LORO ARGOMENTAZIONI. NESSUNO PONE OBIEZIONI QUANDO PAOLO AFFERMA DI CONOSCERE CRISTO MEGLIO DI LORO.
Rimase sconosciuto a tutti fino a quando apparve ad un numero di eletti dopo la sua resurrezione. Questo è confermato il Fil. 2/5-11 , qui di nuovo non esiste un ministero di Gesù, tutto quello che fece era discendere dal cielo ,morte e resurrezione. Il solo Gesù che ci mostra Paolo è un essere celeste, non un uomo terreno. Il Gesù di Paolo è solo nei cieli.””””
FILONE ALESSANDRINO.
A questo punto deve entrare in scena questo filosofo-teologo di Alessandria d’Egitto (-10 a.C. + 55) per dipanare il mistero. A noi interessa parlare del “Logos” di Filone. Andate in Rete e troverete molto da leggere ed ampliare così quanto io scrivo qui ora. Facciamo un Post interattivo! Del Logos mi è piaciuta la trattazione sottostante anche perché usa un linguaggio semplice.
“Filone, meditando sull’indispensabilità di superare la barriera che determinava l’impedimento al mondo spirituale e al mondo materiale di unirsi a causa delle reciproche nature completamente opposte, concepì un intermediario che, pur rimanendo purissimo spirito, acquisisse quelle caratteristiche umane che avrebbero permesso il dialogo tra Dio e gli uomini, quel dialogo che, pur desiderato da entrambi dall’inizio dei tempi, non si era ancora realizzato.
In realtà cosa ideò Filone per creare questa unione tra lo spirito e la materia? Semplice: trasformò il desiderio di Dio, che fino ad allora era rimasto bloccato sotto forma di pensiero, in parola udibile all’uomo, parola che Filone personificò in un essere celeste che chiamò ‘Logos’ che in greco significa appunto parola. Per spiegare meglio in concreto, anche se in forma molto grossolana, dirò che Dio si rese comprensibile agli uomini attraverso il suono di una voce (Logos), come il magnetismo dell’etere che si rende percettibile all’uomo attraverso il tuono. E come il tuono porta l’acqua che produce la vita, così il Logos avrebbe divulgato sulla terra quella morale che avrebbe permesso agli uomini di rigenerarsi e salire a Dio.”
Paolo è un seguace del LOGOS di Filone. ( Googlate il binomio Filone –Paolo così allargate la conoscenza di questo tema) Come arriva Paolo alla conoscenza del ‘Logos’? Paolo frequentò a Gerusalemme la scuola del rabbino Gamaliele, questi fu alunno del gran rabbino Hillel il quale conobbe Filone. Così ho letto.
Sul binomio Filone-Paolo ho preferito inserire qui un commento da un libro di due scrittori cattolici: David T.Runia e M.Radice:
“Filone e Paolo condividono la concezione della totale trascendenza di Dio, contrapposta alla condizione corporea dell’uomo ed entrambi risolvono in maniera simile il problema connesso a tale tesi. In Filone il termine chiave è il Logos, in Paolo è il Cristo. In più di un senso questi due termini si equivalgono perché suggeriscono ambedue il ‘meccanismo’ tramite il quale Dio trascendente diventa immanente…ambedue ricercano la salvezza intesa come liberazione dalla schiavitù della carne e di ‘questo mondo’ e tutti e due si servono del linguaggio dei misteri per descriverla”
L’epoca degli avvenimenti è prima metà del II° secolo; c’erano tanti Cristi differenti uno dall’altro ma tutti rappresentati da visioni, per nessuno si è incarnato . Lo negano Marcione , Valentino, i Doceti e tanti altri. “Il Vangelo da me annunciato non è modellato sull’uomo; io infatti non l’ho imparato da uomini ma per rivelazione di Gesù Cristo” (Gal.1/11).
Dice bene anche il IV° Vangelo, di Giovanni. Inizia dicendo appunto: “ In principio era il ‘logos’” Ma poi al v. 14 rovina tutto scrivendo: “..e il logos è diventato carne…” A questo proposito il noto filosofo-teologo Spinoza, in una lettera ad un amico, scriveva:
“ In quanto a ciò che certe chiese aggiungono , che Dio s’incarnò, dichiaro recisamente che non sanno quello che dicono, e per parlare francamente confesso parmi che parlino un linguaggio tanto assurdo come se uno dicesse che un circolo ha preso la figura di un triangolo”
(Da qui inizia quel totale sincretismo pagano della Chiesa. Una continua deriva. Aggiunsero poi la trinità, il culto della dea madre con Maria, l’eucaristia/teofagia, la venerazione dei santi, delle immagini, delle reliquie e poi dei cadaveri imbalsamati come padre Pio; non so, manca qualcosa? E’ diventata così la religione del Sud del mondo)
Ancora su Filone. Tutti i negazionisti di Gesù citano Filone ed il suo ‘Logos’ trovando molto strano che Filone non accenni mai a Gesù Cristo, identificato come il ‘Logos’ cristiano appunto. Certamente Filone era della stessa epoca di Gesù e si recava spesso a Gerusalemme ma per lui , e per Paolo, il ‘Logos’ era un essere spirituale che, ovviamente ,non circolava per le strade di Gerusalemme. Filone, comunque, avrebbe dovuto accorgersi di uno che risolveva tutti i problemi di salute, risorgeva i morti, processato di notte dal Sinedrio ecc. ecc.
E qui un’altra furbata del miserabile Eusebio di Cesarea. Nella sua Storia della Chiesa scrive che Filone andò a Roma e lì incontrò Pietro. Filone andò a Roma, è vero, ma come difensore dei giudei alessandrini accusati di lesa maestà e parlò con l’imperatore Gaio Caligola con insuccesso, ma lui non incontrò Pietro. Mai visto e sentito.
E c’è dell’altro ancora importante: Lo stesso Eusebio ci dice che Filone scrisse 5 libri, il “Peri Toon Aretoon” che parlavano delle persecuzioni ed altri fatti romani ‘ (Storia 2.5.7’) Però 3 sono spariti. Ci rimane solo il “Legatio ad Gaium” e “In Flaccum”. Fra i mancanti c’è quello che tratta del periodo di Pilato in Giudea. Ma guarda che combinazione!!
PAOLO GNOSTICO? Anzitutto dal dizionario poche parole per dire cosa si intende per Gnosticismo:
“Il gnosticismo cristiano fu un importante movimento del cristianesimo antico, sviluppatosi soprattutto ad Alessandria d’Egitto ( già ‘patria’del Logos n.d.r.); fu una dottrina originale, un pensiero filosofico religioso per cui la salvezza dipende da una forma di conoscenza superiore e illuminata (gnosi), frutto del vissuto personale nella ricerca della verità. Dalla concezione docetica insita in gran parte delle religioni gnostiche, SI CONSIDERA STOLTEZZA LA CONCEZIONE LETTERALE DELLA RESURREZIONE, poiché si confondeva una verità spirituale come un evento reale. Avevano addosso il concetto che mediante l’esperienza gnostica ci si poteva accostare al divino per riceverne l’illuminazione.”
Alcuni gnostici cristiani trovano “ripugnante, disgustosa ed impossibile” l’interpretazione ‘terrena’ della resurrezione’ ; Gesù, dicono, si incontra su un piano spirituale. In fondo, anche gli ortodossi Luca e Marco riferiscono che Gesù apparve “Sotto altro aspetto”.
Se uno è seguace del ‘Logos’ di Filone è facile, è conseguenziale, che poi diventi gnostico.
Paolo era gnostico? Anche qui facciamo interattività. Andate su Google e cliccate: “Paolo gnostico” I cattolici ortodossi vi diranno che non lo era, altri vi mostreranno parole, linguaggi di Paolo che potrebbero convincervi che lo era. Secondo Elaine Pagels, nel suo libro:” I Vangeli gnostici”, un po’ noiosetto, il grande gnostico Valentino scriveva che lui fu istruito da Teuda e questi, a sua volta, ricevette gli insegnamenti da Paolo. Quindi Paolo sarebbe il “Proto-gnostico”.
Naturalmente quasi tutti i Vangeli gnostici furono distrutti dalla Chiesa. C’è stato quel fortunoso ritrovamento di questi Vangeli a Nag Hammadi in Egitto nel ’45, in lingua copta. Il libro di Elaine Pagels tratta appunto di questo ritrovamento.
Penso che basti per ora. Il bello, però, viene dopo.