COME SI FA A PERDERE LA FEDE?
Moderatore: Quixote
COME SI FA A PERDERE LA FEDE?
L'altra sera ho visto "Le iene" in TV. Si parlava del suicidio di quel Rossi, funzionario della banca Monte dei Paschi di Siena.
C'era l'intervista a Gotti Tedeschi; questi è stato per qualche anno presidente dello IOR, la banca del Papa. Si parlava appunto del periodo passato come presidente dello IOR e, ad un certo punto ha detto:
" Se stavo lì ancora un po' avrei perso completamente la fede" La fede si perde se si frequentano certi ambienti malfamati.
C'era l'intervista a Gotti Tedeschi; questi è stato per qualche anno presidente dello IOR, la banca del Papa. Si parlava appunto del periodo passato come presidente dello IOR e, ad un certo punto ha detto:
" Se stavo lì ancora un po' avrei perso completamente la fede" La fede si perde se si frequentano certi ambienti malfamati.
- VictorVonDoom
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Quindi chi non ha fede o è un criminale o ha frequentato ambienti criminali?virtesto ha scritto:La fede si perde se si frequentano certi ambienti malfamati.
Presentazione
"Nessuno dovrebbe sentirsi obbligato a seguire una forma di adorazione che considera inaccettabile o a scegliere fra le proprie credenze e la propria famiglia." (g 07/09 p.29)
"Nessuno dovrebbe sentirsi obbligato a seguire una forma di adorazione che considera inaccettabile o a scegliere fra le proprie credenze e la propria famiglia." (g 07/09 p.29)
- deliverance1979
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Lo IOR come altri luoghi simili, sono posti di potere.
I posti di potere danno vantaggi, ma richiedono dei compromessi utili per mantenere tali vantaggi.
Il posto di potere è un posto ambito, da raggiungere o conquistare e quindi depredare.
Sia per raggiungere un tale posto, che per conquistarlo, si devono compiere delle azioni fattive (più o meno legali, più o meno morali).
Stando a bocca aperta con le braccia spalancate a fissare il cielo, oppure chini davanti ad una statua a sgranare il rosario, di sicuro non sono azioni che consentono di accumulare ricchezze o potere utili a condizionare cariche politiche, isitituzionali o finanziarie.
Sperare in un regno invisibile non fa progredire concretamente un'organizzazione terrena, e demandare al mondo astratto delle soluzioni terrene che invece comportano sacrifici, ed azioni concrete, è il passo che distingue la pecora dal lupo, il predatore dal predato.
Io vedo in queste organizzazioni il pragmatismo che ha fatto andare avanti per secoli o millenni altri tipi di realtà politiche o militari.
Possiamo discutere tra l'ipocrisia pontificata dagli appartenenti di queste istituzioni che parlano di povertà, di porgere l'altra guancia, di non avere ricchezze e piaceri terreni.
Ma se tutti fossero predatori, la biosfera si estinguerebbe....
Servono persone ammansite che diano il loro contributo alla causa e senza alzare troppo la testa.
Chi si è stupito di questo, ha scoperto l'acqua calda.
Poi giustamente possiamo stabilire se una certa moralità è meglio di un'altra.
Ma la moralità dipende dalla coscienza, e la coscienza dall'educazione ricevuta e dalle esperienze subite dall'individuo, che nel corso della vita variano notevolmente...
I posti di potere danno vantaggi, ma richiedono dei compromessi utili per mantenere tali vantaggi.
Il posto di potere è un posto ambito, da raggiungere o conquistare e quindi depredare.
Sia per raggiungere un tale posto, che per conquistarlo, si devono compiere delle azioni fattive (più o meno legali, più o meno morali).
Stando a bocca aperta con le braccia spalancate a fissare il cielo, oppure chini davanti ad una statua a sgranare il rosario, di sicuro non sono azioni che consentono di accumulare ricchezze o potere utili a condizionare cariche politiche, isitituzionali o finanziarie.
Sperare in un regno invisibile non fa progredire concretamente un'organizzazione terrena, e demandare al mondo astratto delle soluzioni terrene che invece comportano sacrifici, ed azioni concrete, è il passo che distingue la pecora dal lupo, il predatore dal predato.
Io vedo in queste organizzazioni il pragmatismo che ha fatto andare avanti per secoli o millenni altri tipi di realtà politiche o militari.
Possiamo discutere tra l'ipocrisia pontificata dagli appartenenti di queste istituzioni che parlano di povertà, di porgere l'altra guancia, di non avere ricchezze e piaceri terreni.
Ma se tutti fossero predatori, la biosfera si estinguerebbe....
Servono persone ammansite che diano il loro contributo alla causa e senza alzare troppo la testa.
Chi si è stupito di questo, ha scoperto l'acqua calda.
Poi giustamente possiamo stabilire se una certa moralità è meglio di un'altra.
Ma la moralità dipende dalla coscienza, e la coscienza dall'educazione ricevuta e dalle esperienze subite dall'individuo, che nel corso della vita variano notevolmente...
« Senza aver visto la Cappella Sistina non è possibile formare un'idea apprezzabile di cosa un uomo solo sia in grado di ottenere. »
Johann Wolfgang von Goethe
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- Giovanni64
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Gli uomini, le storie, le civiltà si somigliano molto per basare la propria fede su eventuali comportamenti più o meno divinamente virtuosi di questo o di quello. Evidentemente e più o meno consapevolmente gli uomini credono di ravvisare la manifestazione del divino in una certa storia o tradizione religiosa o perché attribuiscono erroneamente a tale tradizione una speciale diversità o perché, pur essendo coscienti della somiglianza con altre tradizioni, da ogni punto di vista, credono nella propria.
Insomma, volendo riassumere in maniera brutale e senza gradazioni, secondo me, chi ha fede per ignoranza, se perde la fede, la perde per ignoranza. Chi ha fede con consapevolezza, quando la perde, la perde con consapevolezza.
Comunque sia, anche chi perde la fede per ignoranza, successivamente può riacquistarla o confermarne la perdita con consapevolezza.
La fede consapevole è quella fede che riserva grande dignità alla fede stessa. La fede ignorante è quella fede che non ha fede e che tende a credere o a far credere a se stessi e agli altri che sia una fede oggettivamente e razionalmente credibile.
Il colmo è spesso costituito dal fatto che coloro che dicono di aver fede fanno di tutto per dimostrare che la propria fede ha bisogno di meno fede rispetto alle altre. Ma se la "corsa" è impostata secondo questi criteri allora la corsa è vinta da quelli che non hanno fede.
Insomma, volendo riassumere in maniera brutale e senza gradazioni, secondo me, chi ha fede per ignoranza, se perde la fede, la perde per ignoranza. Chi ha fede con consapevolezza, quando la perde, la perde con consapevolezza.
Comunque sia, anche chi perde la fede per ignoranza, successivamente può riacquistarla o confermarne la perdita con consapevolezza.
La fede consapevole è quella fede che riserva grande dignità alla fede stessa. La fede ignorante è quella fede che non ha fede e che tende a credere o a far credere a se stessi e agli altri che sia una fede oggettivamente e razionalmente credibile.
Il colmo è spesso costituito dal fatto che coloro che dicono di aver fede fanno di tutto per dimostrare che la propria fede ha bisogno di meno fede rispetto alle altre. Ma se la "corsa" è impostata secondo questi criteri allora la corsa è vinta da quelli che non hanno fede.
Ciao Giovanni 64
Complimenti Giovanni, ho apprezzato molto la tua sintesi e volevo aggiungere anche che chi basa la propria fede sui "santi" o sulle "malefatte" degli uomini, preti e vescovi compresi, e non sui principi dettati da Cristo, alla fine ha sempre una fede fasulla.Insomma, volendo riassumere in maniera brutale e senza gradazioni, secondo me, chi ha fede per ignoranza, se perde la fede, la perde per ignoranza. Chi ha fede con consapevolezza, quando la perde, la perde con consapevolezza.
Comunque sia, anche chi perde la fede per ignoranza, successivamente può riacquistarla o confermarne la perdita con consapevolezza.
La fede consapevole è quella fede che riserva grande dignità alla fede stessa. La fede ignorante è quella fede che non ha fede e che tende a credere o a far credere a se stessi e agli altri che sia una fede oggettivamente e razionalmente credibile.
Il colmo è spesso costituito dal fatto che coloro che dicono di aver fede fanno di tutto per dimostrare che la propria fede ha bisogno di meno fede rispetto alle altre. Ma se la "corsa" è impostata secondo questi criteri allora la corsa è vinta da quelli che non hanno fede.
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Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
Bertolt Brecht
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