RAYMOND FRANZ SUI PIMO
Inviato: 04/09/2020, 21:26
Il commento di Raymond Franz sui PIMO (quando ancora non si chiamavano così):
«Vi sono delle persone che - scrive Raymond Franz -, sebbene si rendano conto degli errori dottrinali e dell'esagerata importanza che si attribuisce a tutto ciò che dice l'organizzazione, hanno timore di dire apertamente ciò che pensano per paura di rompere con la religione per le ripercussioni negative che ciò avrebbe sulle loro relazioni familiari. So di alcuni che hanno un genitore in età avanzata e che è appartenuto a questa religione per tutta la sua vita. Essi sanno che se fossero scomunicate dall'organizzazione lo shock sarebbe tanto grave da mettere persino in pericolo la vita del loro genitore, o precludergli l'aiuto e l'assistenza che essi adesso potrebbero prestargli personalmente. Altri stanno attenti a non provocare rotture nel campo religioso perché sanno che ciò porterebbe inevitabilmente alla rottura del loro matrimonio. Forse pensano che perseverare in condizioni così difficili e infelici, sia un sacrificio necessario se lo fanno per amore degli altri. Un atteggiamento del genere deve, naturalmente, avere dei limiti. Non si può, nel nome delle relazioni familiari, farsi parte attiva e promuovere insegnamenti e direttive che costituiscono un'errata rappresentazione del cristianesimo.» (Raymond Franz, In Search of Christian Freedom, 1991).
«Vi sono delle persone che - scrive Raymond Franz -, sebbene si rendano conto degli errori dottrinali e dell'esagerata importanza che si attribuisce a tutto ciò che dice l'organizzazione, hanno timore di dire apertamente ciò che pensano per paura di rompere con la religione per le ripercussioni negative che ciò avrebbe sulle loro relazioni familiari. So di alcuni che hanno un genitore in età avanzata e che è appartenuto a questa religione per tutta la sua vita. Essi sanno che se fossero scomunicate dall'organizzazione lo shock sarebbe tanto grave da mettere persino in pericolo la vita del loro genitore, o precludergli l'aiuto e l'assistenza che essi adesso potrebbero prestargli personalmente. Altri stanno attenti a non provocare rotture nel campo religioso perché sanno che ciò porterebbe inevitabilmente alla rottura del loro matrimonio. Forse pensano che perseverare in condizioni così difficili e infelici, sia un sacrificio necessario se lo fanno per amore degli altri. Un atteggiamento del genere deve, naturalmente, avere dei limiti. Non si può, nel nome delle relazioni familiari, farsi parte attiva e promuovere insegnamenti e direttive che costituiscono un'errata rappresentazione del cristianesimo.» (Raymond Franz, In Search of Christian Freedom, 1991).