Tomba di Pietro a Gerusalemme

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shanina
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Tomba di Pietro a Gerusalemme

Messaggio da shanina »

Cosa pensate di questa "scoperta"? http://www.gesucristoeilsignore.org/not ... Pietro.htm" target="_blank
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

E' la prima volta che sento questa notizia, ma penso che se fosse vera, siccome l'archeologia non è certo in mano al cattolicesimo, la cosa si sarebbe risaputa. Tra l'altro l'articolo è redatto male, non dà le indicazioni bibliografiche di dove, nel libro di Bagatti, ci sarebbe la scoperta.
Prendiamo per vera la notizia dell'esistenza di quest'iscrizione: avremmo un epigrafe che dice "Simone figlio di Giona", ma se questa mera incisione fosse una prova che c'è sepolto Pietro, allora altrettanto può vantare Roma, visto che a Roma c'è una tomba con scritto "Petros eni", "Pietro è qui", altrettanto antica. Ma Roma ha qualcosa di più, cioè il fatto che nel cristianesimo antico esiste una tradizione secondo cui Pietro fu sepolto a Roma. Da una parte dunque abbiamo una epigrafe e basta, dall'altra un'epigrafe corroborata da tradizioni antiche. Se Pietro fosse stato davvero sepolto a Gerusalemme, perché non c'è neppure una notizia di un pellegrinaggio sulla tomba dell'apostolo'? E perché la Chiesa gerosolimitana non ha mai rivendicato di avere questa sepoltura?
Non si capisce poi perché l'autore, chiunque sia, scriva che se Pietro non è morto a Roma, allora non c'è mai stato? E perché mai una deduzione del genere?
L'articolo poi è pieno di inesattezze complottistiche, come quanto parla di Eusebio. Oggi nel mondo accademico nessuno mette più in dubbio che Pietro sia stato a Roma, anche i protestanti (non quelli di internet, gli accademici), ammettono pacificamente che Pietro sia morto a Roma, la questione è pressoché risolta. La tradizione è troppo antica, e senza concorrenti, per essere infondata. Né è vero che il NT non dica mai che Pietro stesse a Roma, basta saper leggere con attenzione... Consiglio la lettura di uno stralcio del papirologo protestante P.C. Thiede sulla permamenza di Pietro a Roma, un sito italiano ha estratto delle pagine di un suo libro e le ha trascritte a questo link:

http://www.storialibera.it/epoca_antica ... 20a%20Roma" target="_blank" target="_blank

L'autrice\ore dell'articolo sembra poi non capire che è possibilissimo che ci siano iscrizioni cristiane a Gerusalemme dopo il 70, perché la città rimase abitata da giudei fino al 135 d.C.
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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Messaggio da Viandante »

polymetis ha scritto:E' la prima volta che sento questa notizia, ma penso che se fosse vera, siccome l'archeologia non è certo in mano al cattolicesimo, la cosa si sarebbe risaputa. .

Che ne pensi invece di come conclude l'articolo?

" Il grande storico Schaff, afferma che l’idea che Pietro sia stato a Roma è incompatibile col silenzio delle Scritture, e anche col puro fatto della epistola di Paolo ai Romani. Nell’anno 58, Paolo scrisse la sua epistola alla chiesa romana, ma non menziona Pietro, benché nomini 28 capi della chiesa di Roma (Romani 16:7). Si deve infine concludere che se l’intero argomento viene trattato con distaccata obiettività, si deve trarre l’inevitabile conclusione che Pietro non sia mai stato a Roma. Fu Paolo ad essere vissuto e che scrisse a Roma, ma dichiarò che: "Il solo Luca è con me". (II° Timoteo 4:11)"

Ciao
Reny
Saluti
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Trianello
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Messaggio da Trianello »

Shaff, nella sua "History of the Christian Church" cerca di smontare sistematicamente l'idea di una presenza a Roma di Pietro, giungendo a dire che la Babilionia di cui parla lo stesso Pietro nel NT come suo luogo di residenza non necessariamente debba essere intesa come Roma, ma potrebbe benissimo essere la Babilonia storica (cosa che, come abbiamo più volte mostrato qui nel Forum, è semplicemente paradossale). Il problema è che, oltre a fare un uso assurdamente confessionale delle fonti (lo storico in oggetto era anche un teologo luterano), costui scriveva nella seconda metà dal XIX secolo. Oggi noi disponiamo di indizi archeologici sulla presenza della tomba di Pietro a Roma e di prove storiche della presenza di una venerazione della suddetta sin dai primissimi secoli del Cristianesimo che rendono davvero difficile negare la solidità storica della tradizione che vuole Pietro morto martire nella cttà eterna.
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shanina
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Messaggio da shanina »

Ringrazio chi ne sa qualcosa in proposito.Purtroppo,in rete,circola di tutto e se non si è preparati,si finisce con il credere a chiunque.

Da profana,quale sono,espongo a voi,ciò che mi passano e che prendono per oro colato,perchè so che qui c'è chi può far luce su alcune questioni ,della quali,io,non verrei mai a capo.Grazie! :fiori e bacio:
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

"Che ne pensi invece di come conclude l'articolo?"
Penso che non siamo più nell'ottocento, e che giustamente i protestanti si sono dati una svegliata, concludendo che da un solo ipotetico silenzio non si può ricavare la smentita di un coro di voci.
" Il grande storico Schaff, afferma che l’idea che Pietro sia stato a Roma è incompatibile col silenzio delle Scritture, e anche col puro fatto della epistola di Paolo ai Romani. Nell’anno 58, Paolo scrisse la sua epistola alla chiesa romana, ma non menziona Pietro, benché nomini 28 capi della chiesa di Roma (Romani 16:7)."
Una risposta potrebbe essere la seguente, data da mons. Garofalo: "se si ammette che Pietro era presente a Roma quando Paolo scriveva, è necessario fare un'osservazione ovvia. Quando Paolo ha inviato la sua lettera alla comunità di Roma, a chi l'ha indirizzata? Alla comunità, naturalmente; ma una lettera non si consegna ad una folla; si consegna ad una persona, la quale, in questo caso, non poteva essere che il capo della Chiesa. E allora che bisogno c'era, in una lettera mandata alla comunità, tramite il capo, di nominare il capo stesso? " (S. GAROFALO, La prima venuta di S. Pietro a Roma nel 42, p. 19)

Altra risposta possibile: la presenza di Pietro a Roma non è stata continua, in quel momento Pietro non si trovava là e Paolo lo sapeva.
"Si deve infine concludere che se l’intero argomento viene trattato con distaccata obiettività, si deve trarre l’inevitabile conclusione che Pietro non sia mai stato a Roma. Fu Paolo ad essere vissuto e che scrisse a Roma, ma dichiarò che: "Il solo Luca è con me". (II° Timoteo 4:11)""
La seconda lettera a Timoteo non è di San Paolo, si tratta di un testo pseudo-epigrafo, come altre lettere "paoline" del resto.
Altra possibilità, del tutto inutile comunque visto quanto sopra: Pietro era già morto.
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shanina
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Messaggio da shanina »

Come mai ,anche i protestanti,una volta convinti che Pietro non fu mai a Roma,si sono poi,convinti del contrario?

Non parlo dei protestanti che conosco,poichè sono convinti che Pietro non sia mai stato a Roma,poichè non ha lasciato loro,il biglietto dell'areo vidimato :risatina:
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Biceleon
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Messaggio da Biceleon »

Sull'argomento segnalo un bell'articolo in inglese - Link
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Trianello
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Messaggio da Trianello »

L'articolo smonta, praticamente, la teoria di chi vuole identificare la tomba di Pietro a Gerusalemme.
Del resto, sappiamo benissimo che Simone figlio di Giona non era noto nella prima comunità cristiana con questo nome, ma come Simone detto Pietro. Questo era il nome che gli aveva assegnato Gesù e questo è il nome con cui lo identifica Paolo nelle sue epistole. Ergo, non si capisce perché sulla tomba di Pietro ci dovrebbe essere scritto Simone figlio di Giona (anche in considerazione che, probabilmente, di Simoni figli di Giona in quel tempo in Palestina ce ne dovevano essere parecchi), invece di Simon Pietro (Kefa).
Questo senza contare che, come faceva notare Polymetis, se la chiesa di Gerusalemme avesse potuto annoverare la tomba di Pietro sul suo territorio, certo non si sarebbe fatta sfuggire l'occasione di citarla di continuo quale simbolo della sua autorità, il che non è mai avvenuto.
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virtesto
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Ma quale figlio di Jona???????

Messaggio da virtesto »

Ma cosa state dicendo??? Jona non esiste in ebraico. E poi come mai un testo scritto in lingua greca invece di dire 'uios' (Figlio) scrive 'Bar' ,figlio di .., in aramaico. In aramaico 'barjona'. tutto attaccato vuol dire "latitante' e non figlio di Jona.

Simone era figlio di Giuda il Galileo , fu un latitante, e fu ucciso a Gerusalemme. Questo personaggio non è mai stato a Roma. Si è già fatto una discussione poche settimane fa a questo proposito. Io avevo partecipato. La conclusione era stata che nel 1° secolo d.C. nessuno parla di Pietro a Roma. Si comincia col II° secolo , quando cioè la Chiesa Cattolica inizia i suoi giochetti.
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Trianello
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Messaggio da Trianello »

virtesto ha scritto:Ma cosa state dicendo??? Jona non esiste in ebraico. E poi come mai un testo scritto in lingua greca invece di dire 'uios' (Figlio) scrive 'Bar' ,figlio di .., in aramaico. In aramaico 'barjona'. tutto attaccato vuol dire "latitante' e non figlio di Jona.

Simone era figlio di Giuda il Galileo , fu un latitante, e fu ucciso a Gerusalemme. Questo personaggio non è mai stato a Roma. Si è già fatto una discussione poche settimane fa a questo proposito. Io avevo partecipato. La conclusione era stata che nel 1° secolo d.C. nessuno parla di Pietro a Roma. Si comincia col II° secolo , quando cioè la Chiesa Cattolica inizia i suoi giochetti.
Questa casciolata viene analizzata dal Prof. Silvio Barbaglia nel suo opuscolo La favola di Cascioli pp. 24-28 con riferimento soprattutto agli studi di M. Hengel, autorità indiscussa per ciò che concerne il movimento zelota a livello internazionale. Il testo in oggetto è scaricabile gratuitamente qui:

http://www.lanuovaregaldi.it/doc/evento/Cascioli.pdf" target="_blank

Ogni ulteriore commento risulta superfluo.
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polymetis
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"La conclusione era stata che nel 1° secolo d.C. nessuno parla di Pietro a Roma. "
Ma non è vero...
Tra le fonti del I secolo si è soliti citare:
-1 Pietro, in cui si saluta: "La chiesa che è in Babilonia, eletta come voi, vi saluta" (1 Pietro 5, 13).
Babilonia nella letteratura giudaica del periodo è un appellativo per indicare Roma, giacché opprimeva gli ebrei esattamente come l'antica Babilonia che li aveva soggiogati. (Tra le fonti antiche che indicano Roma come "Babilonia" si può vedere: Bar. Syr. II, 1, 4Esd 3,1,28,31, Sib Or. 5,143-160; 2Bar 10,1-3; 11,1; 67,7; ovviamente ripreso altrove nel NT, e specificatamente Ap 14,8; 16,19; 17,4-5, 9; 18,2,10,21.
Per le fonti cristiane antiche che compiono questa identificazione: Papia e Clemente Alessandrino (in Eus, Storia Ecclesiastica II, 15,2), Tertulliano, Adv. Judeos 9; Adv. Marcionem 3,13, molteplici in Origene ed Agostino, ecc. Per un elenco H. Fuchs, Der geistige Widerstand gegen Rom, 1938, pag 74 ss. E B. Altaner, art. Babylon, in Reallexikon fü Antike und Christentum, I, coll. 1121 ss, e O. Cullmann, San Pietro discepolo, apostolo, martire. pag. 111(nota 65).
Per i passi nella letteratura rabbinica Strack- Billerbeck, III, 816 e inoltre Num. R. 7; Midr. Ps 121).
Non è poi verosimile che "Babilonia" designi la città sull'Eufrate, essa non era più un centro ebraico di rilievo, essendosi il bacino del mondo spostatosi verso il mediterraneo, ed essendo Babilonia quasi spopolata.
Apprendiamo da Giuseppe Flavio infatti di come verso la metà del primo secolo gli Ebrei avevano abbandonato Babilonia e si erano trasferiti nella città di Seleucia (Ant. Giud. XVIII,9.8 ), e dunque sebbene abbiamo testimonianze di attività giudaica a Babilonia nei secoli successivi, non sono credibili in questo periodo. L’interpretazione di Babilonia nell’epistola petrina come la città mesopotamica, e riferisco gli ipsissima verba di Oscar Cullmann visto che è il maggior teologo protestante del XX secolo: “non è affatto verosimile né si appoggia alla tradizione cristiana posteriore, la quale non conosce in quelle regioni attività missionario di Pietro bensì solo dell’Apostolo Tommaso; si aggiunga il fatto che anche il Talmud babilonese menziona soltanto a partire dal III secolo la presenza di cristiani in questa regione” (O. Cullmann, San Pietro discepolo, apostolo, martire, pag. 113).

-Nel primo secolo abbiamo poi l'Ascensio Isaiae 3,13-4,18

-Il fr. Rainer all'interno dell'Apocalisse di Pietro.

Come commenta J. Gnilka, professore di Nuovo Testamento a Monaco di Baviera: “Effettivamente il frammento collima col testo trattato sopra (l’Ascensio N.d.R.) nel collegare nello stesso discorso Nerone, Pietro e l’orizzonte escatologico: Nerone ha i connotati dell’Anticristo(cf. 2Ts 2,3.8); il martirio romano è espresso in termini non equivocabili: la città della prostituzione è Roma, il calice è l’immagine della morte violenza (cf Mc 10,39 par.). Importante è anche la concetrazione su Pietro che contraddistingue questa tradizione. Essa è più antica di quella che pone Pietro e Paolo in parallelo. Dovrebbe essere sorta come tradizione autonoma: essa ci diviene accessibile verso gli anni 90 del I secolo, cioè tren’anni dopo gli eventi. Questa distanza cronologica relativamente breve garantisce l’attendibilità del martirio romano di Pietro. In questa medesima decade rientra la composizione della I lettera di Clemente, della piccola apocalisse contenuta dell’Ascensione di Isaia, dell’Apocalisse di Giovanni e anche del testo contenuto nel fr. Rainer” (Gnilka, Pietro a Roma, pagg. 115-116)

A queste tre testimonianze dirette del I secolo, si aggiungano le due indirette di Ignazio e Clemente
"Si comincia col II° secolo , quando cioè la Chiesa Cattolica inizia i suoi giochetti."
Nel II secolo la presenza di Pietro a ROma non è affermata dalla comunità romana ma è pacificamente riconosciuta da tutto l'ecumene: Dionigi di Corinto, Tertulliano di Cartagine, Clemente Alessandrino, Papia di Gerapoli, Ireneo Smirne vescovo di Lione...
Insomma, in tutto il mondo nel II secolo sono pacificamente convinti che Pietro sia morto a Roma...

Ad maiora
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Per Polymetis...

Messaggio da virtesto »

..che scrive romanzi cercando con tante parole di convincere.Tu citi certi autori che spiegano che per loro è andata così. Io ti potrei citare passi di Giovanni Miegge o Carlo Papini che smentisconi quelli che tu citi.

L'Apocalisse di Pietro è del II° secolo così come l'Ascensione di Isaia è stata rimaneggiata dai cristiani nel II° secolo pure. Fammi una risposta di una sola riga per favore e citami autori del 1° secolo che parlano di Pietro a Roma col suo bravo martirio a testa in giù. (trascurando ovviamente le fonti bibliche; cosa c'entra citarmi la lettera di Pietro???)


Devo una risposta a Trianello, domani.
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

Per virtesto
"che scrive romanzi cercando con tante parole di convincere.Tu citi certi autori che spiegano che per loro è andata così. Io ti potrei citare passi di Giovanni Miegge o Carlo Papini che smentisconi quelli che tu citi. "
Con la differenza che quelli che cito io sono professori universitari vivi e rappresentano la ricerca attuale, quelli che tu hai citato sono delle mummie, attualmente nell'oltretomba. Nessuno ha mai negato che in passato alcuni hanno dubitato della presenza di Pietro a Roma, quello che ho sottolineato è che oggi nessun accademico, cattolico o protestante che sia, ne dubita. Lo stesso sito della Claudiana, che pubblica il vecchio saggio di Miegge e Papini da te citato, lo pubblicizza così:
"La tradizione della venuta di Pietro a Roma e del suo martirio nella capitale dell'Impero è storicamente fondata o è una leggenda nata per tutelare gli interessi e le esigenze delle chiese cristiane di quella città?
Il presente volume ripropone le importanti riflessioni critiche di Giovanni Miegge - massimo teologo protestante italiano del xx secolo - , riflessioni molto apprezzate anche da Oscar Cullmann, che pure sosteneva la tesi opposta.
Benché negli ultimi decenni la questione sembrasse risolta in senso positivo, un riesame scientifico della validità storica delle fonti più antiche riserva ancora numerose sorprese, come dimostra anche l'ampio contributo storico-critico di Carlo Papini."
Ma ovviamente tu sei libero di continuare a trincerarti dietro dietro ad ipotesi ottocentesche del tutto superate, è la differenza tra chi si documenta in internet e chi invece fa ricerca accademica.
Tra l'altro spero tu sappia che Miegge arrivò ad ammettere una tarda venuta di Pietro a Roma.
"L'Apocalisse di Pietro è del II° secolo"
Non parlare se non sai quello che dici. Io non ho parlato dell'Apocalisse di Pietro, ma del frammento Rainer nell'apocalisse di Pietro. Se non sai la differenza evita di dare lezioni di filologia. E' veramente stucchevole vedere gente che quando non capisce quello che legge si mette a smanettare su Google pensando di poter trovare appigli per discutere di materie di cui non sa nulla.
" così come l'Ascensione di Isaia è stata rimaneggiata dai cristiani nel II° secolo pure."
Guarda che evidentemente non hai capito il problema. L'Ascensione di Isaia è un testo giudaico, il ritocco cristiano è importante proprio perché è un ritocco del I secolo. Il testo in questione viene datato tra la fine del I e l'inizio del II secolo, se ho dato la prima datazione è banalmente perché è la datazione su cui il mondo accademico si trova maggiormente d'accordo, nonché quella dei suoi editori. Ma per sapere queste cose bisogna studiare veramente e non documentarsi su wikipedia come qualsiasi dilettante sprovveduto può fare, illudendosi di capire qualcosa, quando in realtà non saprebbe neppure da che parte si incomincia per datare un testo antico.
"trascurando ovviamente le fonti bibliche; cosa c'entra citarmi la lettera di Pietro???)"
1Pietro dice per l'appunto che Pietro stava a Roma, "Babilonia" è infatti il titolo con cui veniva definita la Roma imperiale nel giudaismo del periodo. Le fonti le ho citate.
"itami autori del 1° secolo che parlano di Pietro a Roma col suo bravo martirio a testa in giù."
L'ho già fatto, diretti 1Pietro, fr. Rainer, Ascensio Isaiae.
Fonti indirette: 1Clemente, Ignazio.

Tutte queste fonti convergono meravigliosamente. Per di più, la notizia di Pietro a Roma, come ripeto, non è riconosciuta solo da fonti romane, ma è diffusa in tutto l'ecumene, e non ha mai avuto concorrenti.
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Messaggio da Achille »

Trianello ha scritto:Questa casciolata...
:risata:

Purtroppo di queste casciolate è pieno il web, e c'è gente che le prende per oro colato... :triste:
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Babilonia può essere intesa anche letteralmente

Messaggio da francitk »

Innanzitutto non è vero che all'epoca di Pietro Babilonia di Mesopotamia era disabitata: secondo Giuseppe Flavio e Filone c'era una colonia di giudei.
Il Commentario evangelico "La Parola.net" propende per Babilonia letterale infatti dice:

Il nome geografico Babilonia è stato inteso in senso allegorico da alcuni interpreti antichi e moderni che vi hanno scorto la designazione di Roma considerata come persecutrice del popolo di Dio. Si cita in appoggio l'Apocalisse di Giovanni Apocalisse 14:8; 17:5,9; 18:2; ma la data più antica assegnata da una parte dei critici all'Apocalisse è il 69, mentre non va dimenticato che Ireneo, fra gli altri, la pone intorno al 95. Inoltre non risulta che negli ambienti giudeo-cristiani Roma fosse chiamata Babilonia prima della distruzione di Gerusalemme avvenuta nel 70. Ora l'Epistola dovette esser scritta prima.

Si cita ancora la tradizione secondo la quale Pietro sarebbe morto a Roma; ma, anche ammettendo questa tradizione; non ne segue che non abbia potuto scrivere l'Epistola da Babilonia. D'altra parte lo stile semplice e piano della lettera, e il fatto che il suo autore non è uomo di accesa fantasia, parlano in favore del senso meramente geografico della parola. Babilonia era uno dei centri giudaici del tempo e le comunità delle rive dell'Eufrate avevano frequenti relazioni con Gerusalemme. Pietro si trovava dunque colà nel campo speciale assegnatogli secondo Galati 2:9. Vero è che Flavio Giuseppe riferisce che un 50000 Giudei furono espulsi da Babilonia per ordine di Claudio imperatore intorno al 41; ma non dice quanti siano rimasti, nè quanti siano tornati di poi nella città.


fonte: http://www.laparola.net/testo.php?versi ... o=1Pietro5" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank

Secondo una tradizione copta invece sarebbe la parte vecchia del Cairo, in Egitto.
commento a 5,13

Anche Gerusalemme come luogo del martirio di Pietro non è da escludere visto il ritrovamento di un ossario con scritto "Simone".
http://en.wikipedia.org/wiki/St_Peter%2 ... _Jerusalem
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Messaggio da Trianello »

francitk ha scritto:
Babilonia era uno dei centri giudaici del tempo e le comunità delle rive dell'Eufrate avevano frequenti relazioni con Gerusalemme. Pietro si trovava dunque colà nel campo speciale assegnatogli secondo Galati 2:9. Vero è che Flavio Giuseppe riferisce che un 50000 Giudei furono espulsi da Babilonia per ordine di Claudio imperatore intorno al 41; ma non dice quanti siano rimasti, nè quanti siano tornati di poi nella città.
Uhm... c'è una cosa che non mi quadra. Al tempo di Claudio, la Mesopotamia non faceva parte dell'Impero Romano (sarà occupata, infatti, solo sotto Traiano), quindi non capisco con che autorità Claudio avrebbe espulso degli ebrei da Babilonia.
Ho spulciato le “Antichità di Giudaiche” di Giuseppe Flavio, ma proprio non mi è riuscito di trovare alcun passo relativo ad una espulsione degli Ebrei da Babilonia ordinata da Claudio nell'anno 41. Proprio in questo anno (o giù di lì), invece, l'opera del famoso storico ebreo colloca gli scontri tra ebrei e greci ad Alessandria che richiesero un intervento diretto da parte dell'imperatore (anche se non si parla di alcuna espulsione degli ebrei da questa città).
E' Svetonio a parlarci di una espulsione di Ebrei al tempo di Claudio, nell'anno 49 e non da Babilonia, ma da Roma (Vita Claudii XXIII, 4). Di questo evento storico troviamo un'eco anche negli Atti degli Apostoli, nei quali si parla dell'incontro avvenuto a Corinto tra Paolo ed Aquila, un ebreo da poco giunto in città da Roma a causa appunto del succitato provvedimento di Claudio che aveva disposto l'espulsione dalla capitale dell'Impero di tutti gli ebrei (Atti 18,1-2).
Lo stesso Giuseppe Flavio (nel libro XV delle "Antichità Giudaiche") ci parla dell'esistenza di una comunità di ebrei nell'area di Babilonia all'inizio del I secolo, comunità però che, a seguito di alcuni tumultuosi eventi bellici che sarebbe qui tedioso riportare, si trasferì a Seleucia; successivamente (secondo quanto riportato nel libro XVIII delle stesse "Antichità Giudaiche"), proprio a Seleucia gli ebrei (siamo, secondo gli studiosi, attorno all'anno 41) furono vittime di una feroce aggressione armata da pare della popolazione locale, aggressione che causò più di 50000 vittime, costringendo i supertiti ad abbandonare l'area in oggetto per rifugiarsi nelle città di Nearda e Nisibi. E' forse a questo passo, quindi, che, facendo un po' di confusione, si riferisce l'autore della citazione riportata, ma, come si vede, il suddetto ci permette proprio di eslcudere la presenza di Pietro in Babilonia.
Secondo una tradizione copta invece sarebbe la parte vecchia del Cairo, in Egitto.
commento a 5,13
Babilionia era, in effetti, il nome di un insediamento militare romano sito nell'area in cui oggi sorge il Cairo, ma si tratta di un insediamento sorto verso l'anno 150 d. C. e, pertanto, posteriore di circa un secolo al periodo di cui stiamo parlando.
Anche Gerusalemme come luogo del martirio di Pietro non è da escludere visto il ritrovamento di un ossario con scritto "Simone".
http://en.wikipedia.org/wiki/St_Peter%2 ... _Jerusalem" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank
Proprio questo argomento ha cagionato l'apertura di questa discussione. L'articolo linkato da Biceleon credo che chiarisca i termini della questione, smontando in modo rigoroso l'idea dell'esistenza di tombe gerosolimitane da attribuirsi a Pietro.
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Sono appena tornato!

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Sono appena tornato dalle mie vacanze in montagna ed è stato da lassù (2000 mt. portatevi le ciaspole se ci andate , quest'anno c'è molta neve) che vi avevo lanciato il mio provocatorio intervento nella discussione, scrivendo:" Ma quale figlio di Giona!!!." Io manco ho letto il libro di Cascioli, quello che so l'ho letto su Internet, forse nel vostro Forum. Pensavo si capisse che nel mio intervento c'era un po' di ironia (un bel po') o burla o goliardia. Comunque non farò più di queste cose visto che, come è giusto, prendete tutto sul serio.

Ma ora , da casa, con anche la carta a disposizione, vorrei spiegare alcune cose circa Simone detto Pietro. Lui era figlio di Giovanni. Lo afferma Gesù stesso nel Vangelo di Giovanni cap.21/vv.15.16.17."Tu sei Simone, il figlio di Giovanni, ti chiamerai Cefa (Che vuol dire Pietro). .."Simone di Giovanni, mi vuoi bene?" Anche nel cap.1/42: "..tu sei Simone figlio di Giovanni"

Però in Matteo 16/17 troviamo:"...Simone, figlio di Giona.." come mai questa palese contraddizione? Se andiamo a vedere, per esempio, il Codice Sinaitico e questo versetto, oppure la NOVA VULGATA, AUCTORITATE IOANNIS PAULI PP. PROMULGATA, in altre parole se andiamo a vedere i manoscritti più antichi , troviamo scritto:"..Iesus dixit ei." Beatus es, Simon Bariona quie caro et sanguis non revelant.." Troviamo cioè 'Bariona' tutto attaccato, una sola parola.

Bariona è una parola aramaica e vuol dire 'Partigiano' o 'Latitante alla macchia' o altro in questo senso. Non stava bene che Simone detto Pietro (anche se era un tipo che tagliava orecchie con la spada) fosse considerato un latitante per cui la parola Bariona viene sdoppiata in due 'Bar' che in aramaico vuol dire 'figlio' e 'Iona' Poi Iona, con una bella lettura stile anglosassone diventa Giona.

E' questa una trasformazione fraudolenta e lo dimostra il fatto che la parola 'bar', riferentesi a 'figlio di' , la troviamo nei testi contraffatti soltanto nelle espressioni che si riferiscono a Simone, mentre in tutti gli altri casi è correttamente scritta con la giusta parola greca "uios" , come Giuseppe figlio di David, Zaccaria figlio di Baracchia (Matt.1-20;23-35, Lc.19-9). Ed è abbastanza ovvio, se si scrive in greco tutto deve essere in greco. Bariona, tutto attaccato, essendo un soprannome può essere trasportato nel testo greco in aramaico. Come il "Che" Guevara, che rimane il "Che" in tutte le lingue. (Continua con una risposta alla coppia Trianello-Plymetis)

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Trianello
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Terra chiama spazio! Terra chiama spazio!

Ripetiamo:

Questa casciolata viene analizzata dal Prof. Silvio Barbaglia nel suo opuscolo La favola di Cascioli pp. 24-28 con riferimento soprattutto agli studi di M. Hengel, autorità indiscussa per ciò che concerne il movimento zelota a livello internazionale. Il testo in oggetto è scaricabile gratuitamente qui:

http://www.lanuovaregaldi.it/doc/evento/Cascioli.pdf" target="_blank

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virtesto
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...sperando di trovarlo....Ho guardato quanto scrive Barbaglia, solo a proposito del soggetto 'bariona' (Anch'io non ho mai creduto al tema Giovanni da Gamala) e ho visto che l'argomento lo tratta arrampicandosi sui vetri e terminandolo col il classico "potrebbe essere"; potrebbe essere, cioè che Jonathan (?) diventa Giona ecc. potrebbe essere che si sbagli.. Ma tu ci credi veramente?. Le tesi di Barbaglia non funzionano, ci sono dei macigni insormontabili.

"Molti studiosi, Farmer, Cullmann, Brandon ecc., affermano che Bariona in aramaico significa "terrorista, bandito, latitante. Il 'testo sorgente' è in una pubblicazione del 1910 il "Thesaurus totius hebraitatis" di Elezier ben Yehuda; il testo è molto chiaro:bariona significa bandito , estremista ecc.Anche Gustaf Dalman nel 'Aramaisch neuhebraisches Wortebuch" fa questa affermazione. Il termine era già presente durante l'esilio babilonese e aveva il valore di 'partigiano' per un uso interno alla resistenza ebraica. Questo appare risolutivo verso le critiche mosse da M.HENGEL a R. Esler.
Il termine appare così nei Codici antichi:Codex Sinaiticus e nel Codex Vaticanus. Appare SIMONBARIONA in onciali maiuscole, in scriptio continua. Sono codici del IV secolo. Poi Bariona viene riportata così, una sola parola, in, per esempio: BIBIA DI BORSO D'ESTE, 1455 - Biblia sacra in folio in Fine Secundi Toni menardi,1475 - Bibia in latino basata su la Vulgata di Hieromino stampata in Argentine Borg du Perigord= poi in italiano volgare: Venetia edita da Lazaro de Soardi, 1517 - venetia a cura di Bartolomeo Zanetti; e molte altre.
Finalmente si arriva al DIODATI GIOVANNI , il furbetto, e alla sua traduzione del 1607 nella quale, finalmente, di trova "Figlio di" (Simon ,figliuolo di Iona). Seguono molte traduzioni quindi con :"Figlio di" .Abbiamo però nel 1985 la Sinossi dei 4 Vangeli di Padre Lagrange;lì viene riportato :Simone bariona. In un'altra novantina di testi , tutti anteriori al 1600, compare la lezione "bariona"
L'altro macigno insormontabile è che nel NT , nei testi antichi in greco, si dice sempre 'uios' per dire 'figlio di', come è ovvio; solamente per Pietro si fa questa eccezione e si divide la parola aramaica "bariona" in Bar Iona. Come direbbe una rivista TdG: " l'evidenza mostra.." oppure :"è ragionevole pensare.." che siamo davanti ad una falsificazione.
Un'altra cosa caro Trianello: Cascioli è morto, portagli rispetto, sii educato, e non dire più quel termine dispregiativo "casciolate" Tanto più perchè non è stato Cascioli per primo a denunciare questa ennesima falsificazione che ha operato la Chiesa cattolica; Anche lui l'ha ripreso da autori che avevano già denunciato questa falsificazione.

"
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polymetis
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"Molti studiosi, Farmer, Cullmann, Brandon ecc., affermano che Bariona in aramaico significa "terrorista, bandito, latitante."
Senza referenza...
" Il 'testo sorgente' è in una pubblicazione del 1910 il "Thesaurus totius hebraitatis" di Elezier ben Yehuda; il testo è molto chiaro:bariona significa bandito , estremista ecc"
Questo nessuno lo nega, ma è la data in cui il termine ha assunto questo significato il problema. Pare che non sia attestato prima del IV secolo. Che fonti citerebbe Elezier ben Yehuda?
". Il termine era già presente durante l'esilio babilonese e aveva il valore di 'partigiano' per un uso interno alla resistenza ebraica"
?? E quale fonte ebraica, del tempo dell'esilio babilonese (VI sec. a.C.) avrebbe questa dicitura?
"Il termine appare così nei Codici antichi:Codex Sinaiticus e nel Codex Vaticanus. Appare SIMONBARIONA in onciali maiuscole, in scriptio continua. Sono codici del IV secolo. Poi Bariona viene riportata così, una sola parola,"
Da capo: tutti i codici antichi scrivono in scriptio continua... Non solo queste due ipotetiche parole sono attaccate, ma anche tutte le altre che compongono il NT. Cosa diavolo dovrebbe provare dunque il fatto che anche Bariona è attaccato?
"L'altro macigno insormontabile è che nel NT , nei testi antichi in greco, si dice sempre 'uios' per dire 'figlio di', come è ovvio; solamente per Pietro si fa questa eccezione e si divide la parola aramaica "bariona" in Bar Iona."
Il NT è pieno di aramaismi, non si vede perché uno in più dovrebbe fare una differenza, specie se è un'appellativo stilizzato.
" potrebbe essere, cioè che Jonathan (?) diventa Giona ecc. potrebbe essere che si sbagli.. Ma tu ci credi veramente?. "
Le ragioni sono ottime, e vedo che hai evitato di commentarle...

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Achille
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Messaggio da Achille »

Trianello ha scritto:Terra chiama spazio! Terra chiama spazio!

Ripetiamo:

Questa casciolata viene analizzata dal Prof. Silvio Barbaglia nel suo opuscolo La favola di Cascioli pp. 24-28 con riferimento soprattutto agli studi di M. Hengel, autorità indiscussa per ciò che concerne il movimento zelota a livello internazionale. Il testo in oggetto è scaricabile gratuitamente qui:

http://www.lanuovaregaldi.it/doc/evento/Cascioli.pdf" target="_blank" target="_blank

Ogni ulteriore commento risulta superfluo.

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La scansione di una parte di questo interessante studio, che dimostra quanto le tesi del Cascioli siano prive di fondamento:

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Anzitutto per quanto riguarda la dimostrazione che "Barion" risale all'esilio babilonese :Elezier ben Yehuda cita varie 'beraitoth' dove il termine Barion appare sempre in un contesto dove i segni diacritici sono sempre messi in alto; questo dimostra che il termine era già presente durante l'esilio babilonese, perchè tale uso dei segni diacritici risale proprio ad allora; e questo appare risolutivo verso le critiche mosse da Hengel a R. Eisler. Il termine era presente col significato di 'partigiano. Inutile che ti scaldi tanto ; l'evidenza che Barion è usato in quel significato è enorme.

Ma io volevo rispondere soprattutto al tuo intervento precedente, quando ero in montagna. Il tuo 'clichè' è il solito:" Gli autori che io (cioè Polymetis) presento sono validi i tuoi sono tutti delle mummie o meglio ancora delle m...." Vedo che hai smanettato in Google per cercare la presentazione del libro di Miegge e Papini; sono stati anche furbi nella presentazione: per cercare di vendere il libro anche a lettori di area cattolica non hanno detto chiaramente come la pensano anzi fanno apparire quasi un loro ripensamento che ammette la venuta di Pietro a Roma; non hanno messo il punto interrogativo dopo 'Roma'. Ma dentro il libro le cose cambiano; la conclusione per esempio:

"Diversamente da quanto si legge abitualmente, la notizia di una venuta di Pietro a Roma nei suoi ultimi anni di vita e del suo martirio durante la persecuzione neroniana del 64 appare priva di fondamento storico.Tutti gli scritti canonici del NT la ignorano completamente, con la sola eccezione (discussa) della Prima lettera di Pietro. Non è facile stabilire una data precisa in cui tale tradizione ebbe origine. Se il versetto 5,13 della 1/Pietro fa parte integrante del corpo della letteras, quella tradizione ebbe inizio, probabilmente a Roma negli anni 90. Se invece fosse dimostrato che la conclusione di quella lettera è un'aggiunta posteriore, si dovrebbe fare riferimento almeno ai primi decenni del II secolo. In ogni caso si tratta di una tradizione che, seguendo un itinerario consueto, inizia con toni sommessi, 'criptati' o misteriosi e che poi, proseguendo nel tempo, si arricchisce man mano di molti particolari LEGGENDARI E ROMANZESCHI fino ad affermarsi definitivamente negli ultimi decenni del II secolo. Ma rimane fin dall'nizio una tradizione locale sospetta, perchè risponde troppo esattamente alle esigenze e agli interessi concreti delle chiese cristiane di Roma costrette a richiamarsi a un apostolo avente un'autorità indiscussa e riconosciuta da tutti. Si deve escludere che Pietro sia diventato 'vescovo di Roma'.perchè nessun rapporto diretto di successione poteva esistere tra il ministero universale e carismatico di 'apostolo del Signore' e quello locale di 'episcopo', cariche collegiali elette da ogni singola chiesa. Inoltre il 'carisma' di 'apostolo del Signore' era strettamente legato all'esperienza di incontro personale o rivelazione del Cristo, e quindi intrasmissibile ad altri, non è neppure corretto parlare dei vescovi di Roma come 'successori degli apostoli."




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I testimoni oculari che testimoniano il fatto che Pietro non è stato a Roma sono almeno due: il primo è Paolo per il quale Pietro si dedicava ai 'circoncisi' e non accenna mai a Pietro a Roma.Il secondo é Clemente con la sua Lettera: qui cita Paolo come di uno che ha viaggiato ma di Pietro accenna solamente al suo martirio - informazione ricopiata dal Vangelo di Giovanni - e null'altro. Clemente era a Roma, era fine secolo, doveva sapere tutto di Pietro, del suo martirio neroniano ecc. invece nulla, nulla, nulla.

Vedo che voi emissari vaticani fate gioco di squadra; adesso chi mi risponde? Trianello o Polymetis?
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polymetis
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"Anzitutto per quanto riguarda la dimostrazione che "Barion" risale all'esilio babilonese :Elezier ben Yehuda cita varie 'beraitoth' dove il termine Barion appare sempre in un contesto dove i segni diacritici sono sempre messi in alto; questo dimostra che il termine era già presente durante l'esilio babilonese, perchè tale uso dei segni diacritici risale proprio ad allora; e questo appare risolutivo verso le critiche mosse da Hengel a R. Eisler."
Copiare da internet senza citare da dove si sta plagiando è immorale oltre che illegale. In questo caso le tue parole sono prese da una discussione a me ben nota dove partecipò anche l'utente dilettante Barionou, complottista noto per i suoi deliri internettiani.
Se non sai di cosa parli e hai bisogno di copiare senza citare la fonte per dare l'impressione di essere all'altezza della discussione, forse è meglio che ti ritiri, anziché copiare cose che non capisci.
http://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=23776605&st=15" target="_blank
Comunque, la dimostrazione che dà Bariou che questi termini risalgano all'esilio babilonese (VI sec. a.C.!) fa un tantino ridere i polli. Infatti non cita testi coevi, ma dice, senza per altro dare delle coordinate, che Elezier ben Yehuda cita delle beraitot in cui il termine avrebbe questo significato. Ma le beraitot non sono raccolte dell'epoca dell'esilio, ma solo delle raccolte non accolte nella Mishnà canonica, cioè composizioni successive all'epoca di Cristo che, per quanto siano antiche, sono di difficile se non impossibile datazione. I segni diacritici inoltre possono essere un'aggiunta di qualsiasi momento, non si vede poi come costui possa sapere quali segni diacritici erano in uso durante l'esilio a Babilonia, visto che non abbiamo manoscritti originali coevi a tale esilio.
"a io volevo rispondere soprattutto al tuo intervento precedente, quando ero in montagna. Il tuo 'clichè' è il solito:" Gli autori che io (cioè Polymetis) presento sono validi i tuoi sono tutti delle mummie o meglio ancora delle m....""
Ma è verissimo. Chiediti perché nessun accademico protestante mette più in dubbio la presenza di Pietro a Roma e tu sia costretto a citare delle mummie...
"edo che hai smanettato in Google per cercare la presentazione del libro di Miegge e Papini; sono stati anche furbi nella presentazione: per cercare di vendere il libro anche a lettori di area cattolica non hanno detto chiaramente come la pensano anzi fanno apparire quasi un loro ripensamento che ammette la venuta di Pietro a Roma; "
Guarda, in quel sito dei cattolici si preoccupano poco, inoltre il sito non dice che Miegge ha avuto un ripensamento (cosa tra l'altro vera, anche se non presente in quel libro), bensì dicono che nel frattempo la questione per il mondo accademico s'è risolta positivamente (cioè riconoscendo la presenza di Pietro a Roma). cosa che pare tu non voglia proprio digerire...
".Tutti gli scritti canonici del NT la ignorano completamente, con la sola eccezione (discussa) della Prima lettera di Pietro. "
Evidentemente è sfuggito loro il riferimento in Atti... eis allon topon...
"Se il versetto 5,13 della 1/Pietro fa parte integrante del corpo della letteras, quella tradizione ebbe inizio, probabilmente a Roma negli anni 90."
Dunque ammettono che 1Pt 5,13 con "la comunità che sta in Babilonia" intende parlare di Roma. E' già qualcosa...
" Se invece fosse dimostrato che la conclusione di quella lettera è un'aggiunta posteriore, si dovrebbe fare riferimento almeno ai primi decenni del II secolo."
Il che è indimostrabile, il versetto è presente in tutti i testimoni.

" In ogni caso si tratta di una tradizione che, seguendo un itinerario consueto, inizia con toni sommessi, 'criptati' o misteriosi e che poi, proseguendo nel tempo, si arricchisce man mano di molti particolari LEGGENDARI E ROMANZESCHI fino ad affermarsi definitivamente negli ultimi decenni del II secolo."
Questo è vero per qualunque evento, storico o non storico che sia. Anche la vita di Cristo è in seguito romanzata dagli apocrifi, così come la morte di Giulio Cesare, e molti altri fatti di cui nessuno si sogna di negare la storicità. E' un dato di fatto che nel I secolo questa tradizione esista: Ignazio, Clemente, Ascensio Isaiae, fr. dell'Arciduca Rainer, 1Pt 5,13. Che poi sia stata amplificata, non c'entra nulla col fatto che alla base sia storica.
"Ma rimane fin dall'nizio una tradizione locale sospetta, perchè risponde troppo esattamente alle esigenze e agli interessi concreti delle chiese cristiane di Roma costrette a richiamarsi a un apostolo avente un'autorità indiscussa e riconosciuta da tutti."
Questa frase non ha senso, sia perché Roma avrebbe già avuto Paolo, sia perché come si legge da 1Clem la comunità di Roma aveva già una potestà. Inoltre, non si vede proprio perché l'avere un movente equivarrebbe all'essere colpevoli. Ma che ragionamento è? E sopratutto non si spiega perché, se Pietro non fosse morto a Roma, nessuna fonte abbia mai contesto la cosa e nessuna fonte abbia prodotto luoghi di morte alternativi a Roma.
" Si deve escludere che Pietro sia diventato 'vescovo di Roma'.perchè nessun rapporto diretto di successione poteva esistere tra il ministero universale e carismatico di 'apostolo del Signore' e quello locale di 'episcopo', "
E perché mai le due cose dovrebbero escludersi? Episkopos vuol dire semplicemente "sorvegliante". E che Pietro abbia avuto un ruolo universale, non esclude che di volta in volta possa aver presieduto le comunità in cui sostava.
" Inoltre il 'carisma' di 'apostolo del Signore' era strettamente legato all'esperienza di incontro personale o rivelazione del Cristo, e quindi intrasmissibile ad altri, non è neppure corretto parlare dei vescovi di Roma come 'successori degli apostoli.""
Classica argomentazione protestante, la si potrà trovare demolita in R. Pesch. I fondamenti biblici del primato, Brescia, 2002, Queriniana, pp. 73-87, certo, ovviamente questa operazione andrà fatta da chi vuole studiare seriamente piantantola documentarsi su internet.

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polymetis ha scritto: Comunque, la dimostrazione che dà Bariou che questi termini risalgano all'esilio babilonese (VI sec. a.C.!) fa un tantino ridere i polli. Infatti non cita testi coevi, ma dice, senza per altro dare delle coordinate, che Elezier ben Yehuda cita delle beraitot in cui il termine avrebbe questo significato. Ma le beraitot non sono raccolte dell'epoca dell'esilio, ma solo delle raccolte non accolte nella Mishnà canonica, cioè composizioni successive all'epoca di Cristo che, per quanto siano antiche, sono di difficile se non impossibile datazione. I segni diacritici inoltre possono essere un'aggiunta di qualsiasi momento, non si vede poi come costui possa sapere quali segni diacritici erano in uso durante l'esilio a Babilonia, visto che non abbiamo manoscritti originali coevi a tale esilio.
Senza contare che sarebbe bizzarro che Hengel (l'autore citato da Barbaglia per smontare la casciolata in oggetto e che è noto come uno dei massimi esperti relativamente al giudaismo del II Tempio) non abbia avuto notizia di queste fantomatiche speculazioni di ben Yehuda relativamente al termine "barjona", del quale si occupa esplicitamente nella sua monografia sul movimento zelota.
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Quando ho iniziato a citare il testo di Barionou ho messo le virgolette; si capiva che riportavo un testo ma non ho detto di chi perchè sapevo le tue solite reazioni offensive: dilettante ecc.. Naturalmente ti leggo sugli altri Forum ed ero sicuro che conoscevi quel testo.

"Bariona" è una parola di origine Accadica che poi, naturalmente, è confluita nella lingua parlata a Babilonia. Il significato era anche allora 'bandito' o qualcosa del genere. Con questo significato è stata inserita in tutte le Bibbie fino al 1600 poi, improvvisamente il Diodati scompone la parola e diventa magicamente "figlio di Giona". Non fatemi ridere!!!!

Barionou è dilettante? Ma perchè non glielo dici in faccia? Vedo invece che in quei Forum le tue parrtecipazioni sono chete, chete, senza alzare la voce, con la cresta abbassata perchè sai che "l'uditorio" è ,diciamo, diverso. Qui invece ti senti la "prima donna" riverita ; partecipi a questo Forum solo per il gusto di sentirti adulato.

Io avevo lasciato i TdG perchè c'erano troppe persone con , diciamo educatamente, condizionamenti mentali e qui mi ritrovo con almeno due fondamentalisti con , anche loro, la loro brava lamiera impenetrabile attorno al cervello, per cui lascio questo Forum.

Non vale la pena di rispondermi perchè io non leggerò più questo Forum. E non farmi messaggi personali perchè li cancellerò prima di leggerli.
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virtesto ha scritto:Quando ho iniziato a citare il testo di Barionou ho messo le virgolette; si capiva che riportavo un testo ma non ho detto di chi perchè sapevo le tue solite reazioni offensive: dilettante ecc.. Naturalmente ti leggo sugli altri Forum ed ero sicuro che conoscevi quel testo.

"Bariona" è una parola di origine Accadica che poi, naturalmente, è confluita nella lingua parlata a Babilonia. Il significato era anche allora 'bandito' o qualcosa del genere. Con questo significato è stata inserita in tutte le Bibbie fino al 1600 poi, improvvisamente il Diodati scompone la parola e diventa magicamente "figlio di Giona". Non fatemi ridere!!!!

Barionou è dilettante? Ma perchè non glielo dici in faccia? Vedo invece che in quei Forum le tue parrtecipazioni sono chete, chete, senza alzare la voce, con la cresta abbassata perchè sai che "l'uditorio" è ,diciamo, diverso. Qui invece ti senti la "prima donna" riverita ; partecipi a questo Forum solo per il gusto di sentirti adulato.

Io avevo lasciato i TdG perchè c'erano troppe persone con , diciamo educatamente, condizionamenti mentali e qui mi ritrovo con almeno due fondamentalisti con , anche loro, la loro brava lamiera impenetrabile attorno al cervello, per cui lascio questo Forum.

Non vale la pena di rispondermi perchè io non leggerò più questo Forum. E non farmi messaggi personali perchè li cancellerò prima di leggerli.
Permettete che da ignorante mi intrometta in discorsi dei quali non conosco nulla ,ma che mi portano a riflettere.

Intervengo anche perchè l'argomento l'ho proposto io e mi interessa.

Che tu te ne vada,mi dipiace,anche perchè dici che non leggerai ciò che Poly potrebbe risponderti.Qui,la prima donna,pare la voglia fare tu.Vieni qui,copi/incolli argomenti scritti da altri,senza nemmeno degnarti di dire che quello che scrivi non è farina del tuo sacco e accusi gli altri di voler primeggiare?

A tuo avviso,cosa avrebbe dovuto dirti Poly?Che sei bravo,buono e bello e che si beve tutto ciò che trovi in rete e che riporti senza specificare che ciò che hai scritto non è partorito dalla tua mente?

Davvero non capisco come tu possa porti in un modo simile,ma non accettare il contraddittorio.Evidentem,ente credevi di venire qui e trovare persone come me che a cultura stanno a zero e magari credono a tutto ciò che dici,bevendo che ciò che scrivi,sia frutto della tua cultura personale?

Non conoscere ,avere poca cultura e non volere passare per professori,è segno di onestà.Viceversa...............
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Messaggio da Gabriella Prosperi »

virtesto ha scritto:Io avevo lasciato i TdG perchè c'erano troppe persone con , diciamo educatamente, condizionamenti mentali e qui mi ritrovo con almeno due fondamentalisti con , anche loro, la loro brava lamiera impenetrabile attorno al cervello, per cui lascio questo Forum.

Non vale la pena di rispondermi
Concordo anch'io che non valga la pena di rispondere a chi non è in grado di argomentare, ma poichè vi sono persone interessate al tema, qualora vi fossero altre argomentazioni da sviscerare, spero si continui.
E' sempre un piacere imparare da chi ha passato un vita a studiare e sa spiegare a chi non ha una preparazione accademica.
Carissimo, temo tu abbia abbandonato la CCdTdG un po' troppo tardi per le tue possibilità di recupero.
Gabriella
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Messaggio da polymetis »

“Quando ho iniziato a citare il testo di Barionou ho messo le virgolette;”
Non c’è la benché minima virgoletta.
Inoltre, se anche ci fossero state, come specifica il regolamento del forum, bisogna segnalare il link da cui qualcosa è preso, e l’autore.
“si capiva che riportavo un testo”
E da cosa di grazia si sarebbe dovuto capire?
“"Bariona" è una parola di origine Accadica che poi, naturalmente, è confluita nella lingua parlata a Babilonia. Il significato era anche allora 'bandito' o qualcosa del genere”
Ovviamente i riferimenti come d’abitudine sono un’optional… Aspetto una citazione da un lessico di accadico…
“Con questo significato è stata inserita in tutte le Bibbie fino al 1600 poi,”
Ma neanche per idea, le Bibbie fino al seicento di sono limitati a lasciare il termine così come compare in greco, non traducendolo, consci del fatto che quel termine non è greco. Lo si è lasciato allo stesso modo in cui s’è lasciato “talita kum”, “eloi eloi lema sabactani” e tutti gli altri termini aramaici scritti nei Vangeli…
“Barionou è dilettante? Ma perchè non glielo dici in faccia?”
L’ho già fatto. E non è un’offesa, ma una mera constatazione, a meno che costui non mi dica in quale ateneo a studiare greco ed ebraico.
“Ma perchè non glielo dici in faccia? Vedo invece che in quei Forum le tue parrtecipazioni sono chete, chete, senza alzare la voce”
Io non partecipo da cui hai plagiato senza citare la fonte, cioè consulenza ebraica. Quando a Cristianesimo Primitivo, cioè l’altro forum in cui Barionou scrive, vi ho partecipato attivamente un tempo, ora però mi sono stufato perché il forum è infestato dai membri della cosiddetta scuola di Arpiola-Mulazzo, ed è impossibile sostenere qualsiasi conversazione seria.
“con la cresta abbassata perchè sai che "l'uditorio" è ,diciamo, diverso”
Che quello che dice Bariou è una boiata lo si potrà reperire in qualsiasi manuale universitario, la sua e quella del suo gruppo è una fantastoria sconosciuta al mondo scientifico tesa ad accreditare l’esistenza di un personaggio altrettanto inventato, tale Giovanni di Gamala, di cui, ancora una volta, non c’è traccia nel mondo accademico. Con simili seguaci di teorie del complotti si può solo lasciare spazio alla carità.
“Non vale la pena di rispondermi perchè io non leggerò più questo Forum.”
E allora? Tu forse non leggerai la mia confutazione delle tue chiacchiere, ma la leggeranno gli altri: è per loro che la scrivo.

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