Stai, come al solito, dicendo cose a caso, che non c’entrano nulla. Non sei ancora riuscito a dimostrare che il fatto che nei paesi abolizionisti ci siano meno omicidi c’entri qualcosa con delle condizioni sociali diverse di partenza. Tra parentesi, non è neppure vera la “regionalizzazione religiosa” di cui parli. Oggi nel Maryland i cattolici sono il 23%, i protestanti invece sono al 53%. La Pennsylvania uno stato quacchero? Ma se oggi i cattolici sono di più (53,43%) di tutti i protestanti messi assieme (40%)? Tu scambi l’origine per la realtà attuale. L’unico stato che possa rispettare la tua definizione di “stato quartiere” sarebbe lo Utah, col suo 58% di mormoni. Ma perché la religione dovrebbe aver incidenza più che altri fattori sociali che li accomunano al resto degli States? E poi che rilevanza statistica ha uno stato cinquanta?“
Ma ci sono stati in cui la popolazione è stata proprio il rifugio di popolazioni con caratteristiche molto diverse dalla media della popolazione: vedi l’Utah per i mormoni o il Maryland per i cattolici o la Pennsilvania per i quaccheri…..”
E’ inutile che ti arrampichi sugli specchi, negli stati uniti tutto è mescolato, ogni stato è un colossale melting-pot. E poi, quelli che hai fatto sarebbero solo tre esempi di “Stati quartiere”. E che incidenza avrebbero mai, anche se questi fantomatici stati che sarebbero come dei quartieri esistessero, visto che vanno diluiti in un confronto con 50 stati? E per di più, perché mai sostieni che sia la religione a creare un’incidenza sociale riguardo alla diminuzione del crimine e non altri fattori? Che questi stati siano, per ipotesi, monoreligiosi come lo sarebbe China Town a Milano, non ci dice nulla sul fatto che abbiano una società migliore o peggiore, più o meno crimine. La religione infatti è solo uno dei mille fattori sociali, e per giunta negli Stati Uniti la religione non è un fattore etnico, sicché non si vede proprio cosa c’entri che per ipotesi uno stato sia a maggioranza quacchera col fatto che abbia più o meno crimine, e crei o meno ghettizzazione sociale, un atollo che farebbe sballare le statistiche. Né lo Utah, né il Maryland, né la Pennsylvania sono abolizionisti comunque.
Non s’è ancora capito dunque che cosa distinguerebbe gli stati abolizionisti dai non abolizionisti, come la Virginia dall’West Virginia, visto che i tre casi che hai citato, oltre che falsi per i 2/3 (solo lo Utah regge), per giunta, se anche fossero stati veri, sarebbero irrilevanti come fenomeno di “regionalismo” visto che pretendi di valutare solo la religione, quasi che bastasse ad isolare una società; essi poi si perdono nel mare magnum dei paesi mantenitori, giacché sono tutti e tre con pena di morte, e sono solo 3 stati mantenitori su 36: pare dunque che la religione non spieghi il perché questa loro differenza di religione dovrebbe far sì che la loro società sia peggiore, e dunque costretta a mantenere la pena di morte. Ancora una volta, davanti al melting-pot degli stati uniti, magnifico laboratorio di analisi statistica dove, grazie al mescolamento e al numero altissimo delle cifre che fa scattare la legge dei grandi numeri, sei stato sconfitto.
Non solo un microcosmo, e non contano, perché la statistica non si fa su quel singolo quartiere, ma sullo stato, e dunque sono diluiti nel novero di milioni di persone.“Allora neppure miloni di persone che popolano le varie aree di una città sono un microcosm”
Inoltre, per l’ennesima volta: stai continuando a confutare le affermazioni di chi dice che la pena di morte non è un deterrente, ma evidentemente non t’è ancora entrato in testa che l’onere della prova spetta a te e che dunque siamo ancora qui ad aspettare di sapere da quale studio di sociologia avresti appreso che la pena di morte è un deterrente. Fino a prova contraria infatti, non lo sarà. Smettila dunque di limitarti a confutare quello che dicono gli abolizionisti, come se tu dalla tua parte avessi invece una pars costruens, che invece è del tutto assente. Il fatto che gli abolizionisti ti concedano l’onere di confutarti non vuol dire che siano costretti a farlo, agiscono per pura carità, infatti la logica imporrebbe loro di liquidarti lasciando a te l’onere della prova.
Sono omogenei se il sistema di riferimento è l’intero del Paese. Zone di micro-cosmo all’interno dei vari stati, sono presenti ovunque in ogni stato, ed è così che una ridistribuzione automatica avviene. Ma evidentemente tu ne sai più dei matematici dell’ONU. Tolgo il cappello…“Il problema è che gli Stati dell'Unione non sono omogenei come non lo sono i quartieri di una grande città ....”
Ma non è questo il problema né quello che volevi dimostrare. Il problema non è se ci siano più progressisti in questo o quello stato, ma se questo dipenda o no da fattori sociali e di incidenza del crimine, tali che negli stati progressisti, siccome ci sarebbe una società migliore, la gente potrebbe permettersi di essere progressista e dunque pro-abolizione. In realtà non hai ancora dimostrato nulla di tutto ciò: né che negli stati abolizionisti si stia meglio, né che la società sia diversa, né che l’abolizione della pena di morte sia in relazione col fatto che questa gente stia meglio, e dunque, consciamente, decida di rinunciare alla pena di morte. La storia finora non dà esempi del genere. Gli stati abolitori avevano lo stesso tasso di criminalità di qualunque altro stato, sia in Europa che in America, e s’è scelto di abolire la pena di morte unicamente per via di una nuova sensibilità finita al potere, e non per fantastiche ed indimostrate condizioni sociali diverse di partenza.“non dico questo....dico che chi vota progressista è contrario alla pena di morte....e nello stato in cui vanno al potere i progressisti esiste una sensibilità diversa.....prova evidente della non omogeneità culturale degli Stati Uniti...”
1)Proprio perché la pena di morte non è reversibile, è da evitare, sia perché pretende di riassumere la vita di una persona nei suoi crimini, e dunque poterla giustiziare, sia perché la pena di morte non ammette possibilità di errori. Ma, purtroppo, anche la prova migliore può essere stata architettata, e dunque la certezza di colpevolezza non appartiene a questo mondo.“L'ergastolo è reversibile, la pena di morte no......ecco perché è più credibile....”
2)Il fatto che l’ergastolo sia reversibile è un fattore del tutto contingente e che può essere modificato. Se non ti va bene l’ergastolo reversibile, allora lotta perché sia irreversibile. Perché invece ti fai sostenitore della pena di morte visto che un ergastolo irreversibile otterrebbe gli stessi effetti di prevenzione? La verità è che della prevenzione non te ne importa un fico secco, vuoi il sangue…
La decisione di giustiziarli dipende dall’idea fissa che hai che questa gente sia “pitbull”. Ma è proprio questo il punto: come lo sai? E soprattutto, come è possibile, se anche avessimo un modo per sapere che certa gente è deviata, che sia irredimibile? E se anche fosse irredimibile, la loro vita è forse per questo meno sacra? Se si accerterà che è irredimibile, si può dare l’ergastolo, come dicevo. Tu continui ad elencare tutta una serie di condizioni che permettono alla gente di tornare in libertà, ma dai statisticamente per scontato che questa gente che torna in libertà sia più portata ad uccidere della gente che invece è sempre stata fuori di galera? E su che base pretendi che il tasso di recidività sia così elevato da poter giustificare una procedura standardizzata di pena di morte?“Diventa un pericolo quando esce di galera, per seminfermità mentale, buona condotta o procedimenti giuridici molto discutibili...insomma un pitbull che sbrana un bambino dovrebbe continuare a vivere con l'elevata probabilità che commetta nuovamente il reato? a me sembra che ci sia un'elevata probabilità e non solo un basso rischio o un'opinione opinabile....”
Inoltre, se questa gente è davvero così pericolosa, al punto che si decide di ucciderli, allora, non si potrebbe applicare la medesima certezza per farli state in prigione, senza possibilità di sconto, proprio in virtù del fatto che si sa che erano pericolosi, e addirittura stavamo per giustiziarli? Se stavamo per giustiziarli, a maggior ragione la loro pena commutata in ergastolo non avrà sconti, qualora si sia certi della loro pericolosità. E, qualora non si era certi della pericolosità, allora cade la motivazione per cui avremmo dovuto ucciderli.
Molto semplicemente, aspetterei di avere delle prove che queste bombe esistono, e vedrei se questa gente, di conclamata follia, proclama di volerle usare. Qualora si verifichino ambo queste condizioni, e qualora le strade diplomatiche fossero fallite, si potrebbe fare una guerra di difesa.“Bush e Berlusconi hanno raccontato un sacco di menzogne.....Ma se uno stato canaglia stesse veramente preparando un arsenale di bombe atomiche (quelle che ammazzano milioni di innocenti, non innocenti veleni con il gusto di mandorle) per attentati terroristici, tu cosa faresti? “
Come c’è già detto non c’è alcun parallelo, per via dell’epoca in cui queste pene venivano praticate, e dunque per la diversa sensibilità ed evoluzione nei diritti umani che allora esisteva. Se quella gente, quando tutti applicavano la pena di morte, non poteva rendersi conto che questa era inumana, questo non vuol dire che tu sia giustificabile, tu che vivi nel 2010 e in un’epoca post-illuminista. Per di più, quella pena di morte rispondeva esattamente alla funzione descritta dal catechismo di “pena di morte per difendere la società”, in quanto nel medioevo non esisteva la prigione come strumento di punizione. Si andava in prigione solo in attesa di processo, o se si era prigionieri di guerra, ma non esisteva la prigione come punizione per qualcosa. Motivo per cui questo mezzo di punizione non era concepito, e nessuno si sognava di poter tenere dentro una persona a vita. Oggi invece è esattamente questa la strada che possiamo e dobbiamo percorrere.“Ma guarda proprio tu che "contestualizzi" le torture ed iroghi
della Santa Inquisizione
mi vieni a fare questo dotto sermone........”
??? Forse ti sei perso quale pagina del catechismo della Chiesa Cattolica. Dall'Antico al Nuovo Testamento è sempre più in luce la sacralità ed intangibilità della vita.“La sacralità della vita è un valore costruito al di fuori del cristianesimo e della rivelazione...”
Come molte altre cose che oggi condanniamo. Il fatto che sia un retaggio arcaico del passato non si vede proprio perché lo dovrebbe giustificare.“Verò è che la pena di morte è presente in tutto il Vecchio Testamento, nella storia della Chiesa
e nella tanto sbandierata Europa cristiana ...”
Che sia più civile di un rogo, non vuol dire che sia civile, non oggi almeno. La civiltà è non considerare il prossimo delle belve, ma vederci dei fratelli umani, bisognosi della redenzione e del cambiamento divino.“Io non ho mai condannato la pena di morte....
Mi sono sempre limitato a dire che è infame l'odio, la brutalità e la tortura....
Il cianuro di potassio, al confronto, è civiltà e carità....”
Ma cosa c’entra? Questo ragionamento dimostra il contrario di quello che vuoi sostenere. Ti ho detto che è ipocrita sostenere che è legittimo che lo stato uccida, ma poi dire di non voler essere i primi a farlo. Ergo, coloro che nell’antichità sostenevano che fosse giusto uccidere, a lo facevano pure, in quanto lapidavano collettivamente, come Mosè ad esempio, non erano ipocriti proprio perché facevano quello che predicavano, cioè dicevano che era lecito lapidare, e infatti davano una mano a lapidare. Tu invece sei in contraddizione, dici che è lecito uccidere il criminale, ma poi vuoi che siano altri a sporcarsi le mani perché tu non ci riusciresti. E allora come la mettiamo?“Guarda che la lapidzione dei bestemmiatori e degli apostati (dalla religione e dalla famiglia)
nasce proprio dalla condivisione sociale della responsabilità dell'esecuzione capitale.....
Allora era ipocrita anche Mosé?”
Non è dimostrabile cosa? Che vuoi che lo zio di Sara muoia non perché vuoi prevenire altro crimine bensì perché pensi che debba pagare con la vita quello che ha fatto? Ma l’ho già dimostrato: lo dimostra il tuo sgusciare ed evitare di rispondere al perché, qualora ci fosse l’ergastolo, non sarebbe allora da preferire alla pena di morte. Il fatto che questo ergastolo non ti va bene, seppure ottiene gli stessi benefici di prevenzione (ma poi prevenire che cosa? Come si fa a dimostrare che è statisticamente probabile che sia recidivo?), dimostra che non è la prevenzione che ti interessa, ma di lavare l’omicidio di Sara nel sangue.“Anche questo è un argomento non dimostrabile (come la maggior incidenza degli omicidi laddove vige la pena di morte)”
Ma quali insulti? L’invettiva semmai. E come trattenersi, se c’è gente che dice che è misericordioso avvelenare della gente col cianuro?“Viene comunque moolto bene (come l'insulto e l'aggressività) per troncare le discussioni con chi non condivide fino al 100% le convinzioni ed i postulati su cui è fondato il pensiero dominante “”
E ancora una volta insisti nel dire che la pena di morte serve per le società più criminali, giacché ancora una volta dai per scontata l’irritante e già demolita ipotesi che serve da deterrente. Sia chiaro a tutti: la pena di morte non fa diminuire il crimine, e non c’è alcuna prova a questo proposito.“se le persone giovani e pacifiche potranno tranquillamente fare allegre scampagnate in cerca di funghi o di spiaggie limpide e pulite...penso che non ci sarà bisogno di cianuro nè tantomeno di fucilate.....”
Ad maiora