La morte di Sara e la pena di morte
Inviato: 08/10/2010, 15:43
Molti oggi si domandano se nel caso di crimini tanto feroci non sarebbe opportuno giungere ad una ragionevole eliminazione fisica delle belve più feroci. Ragionare su questo argomento in modo non emotivo ma pacato mi pare doveroso ed ogni tentativo di glissare o di eludere la domanda di giustizia che sale dal sangue delle vittime e dei martiri lascia veramente l'amaro in bocca.
Anche secondo Cesare Beccaria che condanna duramente il ricorso alla pena di morte ed alla tortura, la condanna al patibolo può essere ammessa in alcuni gravi casi:
ma Caino non aveva molte altre possibilità di ripetere i suoi crimini
non essendoci altri fratelli da odiare e da massacrare
la domanda invece che nessuno può evitare di affrontare è:
"Chi siamo noi per arrogarci, come se fossimo Dio,
di lasciare vivere i lupi, affinché possano ancora sbranare le pecore innocenti?"
Molti cattolici difendono le torture e le brutalità della Santa Inquisizione
ma gridano allo scandalo se si accenna solo per ipotesi alla pena di morte ....
Invece una morte pietosa, senza sofferenze e senza brutalità
soddisferebbe la giustizia delle vittime ed impedirebbe il ripetersi di alcuni fenomeni
(eliminando per sempre chi li ha commessi e agendo da freno su chi potrebbe commetterli in futuro)
Anche secondo Cesare Beccaria che condanna duramente il ricorso alla pena di morte ed alla tortura, la condanna al patibolo può essere ammessa in alcuni gravi casi:
Molti diranno che nessuno è come Dio per decidere la morte di CainoLa morte di un cittadino non può credersi necessaria che per due motivi. Il primo, quando anche privo di libertà egli abbia ancora tali relazioni e tal potenza che interessi la sicurezza della nazione; quando la sua esistenza possa produrre una rivoluzione pericolosa nella forma di governo stabilita. La morte di qualche cittadino divien dunque necessaria quando la nazione ricupera o perde la sua libertà, o nel tempo dell’anarchia, quando i disordini stessi tengon luogo di leggi; ma durante il tranquillo regno delle leggi, in una forma di governo per la quale i voti della nazione siano riuniti, ben munita al di fuori e al di dentro dalla forza e dalla opinione, forse piú efficace della forza medesima, dove il comando non è che presso il vero sovrano, dove le ricchezze comprano piaceri e non autorità, io non veggo necessità alcuna di distruggere un cittadino, se non quando la di lui morte fosse il vero ed unico freno per distogliere gli altri dal commettere delitti, secondo motivo per cui può credersi giusta e necessaria la pena di morte.[Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene, cap. XXVII]
ma Caino non aveva molte altre possibilità di ripetere i suoi crimini
non essendoci altri fratelli da odiare e da massacrare
la domanda invece che nessuno può evitare di affrontare è:
"Chi siamo noi per arrogarci, come se fossimo Dio,
di lasciare vivere i lupi, affinché possano ancora sbranare le pecore innocenti?"
Molti cattolici difendono le torture e le brutalità della Santa Inquisizione
ma gridano allo scandalo se si accenna solo per ipotesi alla pena di morte ....
Invece una morte pietosa, senza sofferenze e senza brutalità
soddisferebbe la giustizia delle vittime ed impedirebbe il ripetersi di alcuni fenomeni
(eliminando per sempre chi li ha commessi e agendo da freno su chi potrebbe commetterli in futuro)