Per Maurizio
Ma caro amico nel tuo contraddittorio panegirico non hai dimostrato nulla, hai detto che "secondo te" Matteo non era daccordo con quanto gridato dalla folla.”
Sei tu l’accusa, e dunque sei tu che devi portare le prove di quello che dici, non certo la difesa, infatti l’imputato è innocente fino a prova contraria. In questo caso avevo chiesto in base a che cosa si può mai supporre che l’autore di un libro sia d’accordo con tutte le frasi che mette in bocca ai vari personaggi del suo libro, come dire che per conoscere il pensiero del Manzoni anziché vedere quello che dice fra’ Cristoforo ci mettiamo a pensare che il pensiero del Nostro sia espresso da Don Rodrigo…
Matteo si limita a riportare quello che dice la folla, e questo è l’unico dato, fino a prova contraria. Non c’è alcuna indicazione né che Matteo sia d’accordo con la folla, né che quella folla rappresenti tutto il popolo ebraico.
“No, non è così semplice, gli agiografi di Matteo hanno volutamente e chiaramente scritto:
"Tutto il popolo rispose: (Il suo sangue è su di noi e sui nostri figli) "
Non vedo quale sia il problema. Il popolo è ovviamente il popolo che era radunato nel cortile, non la totalità dei giudei. Matteo sta semplicemente dicendo cosa si sentiva urlare dalla folla, senza mettersi ad indagare le responsabilità individuali: ha solo registrato quello che si sentiva uscire dal mucchio, cioè la folla portata là dai sommi sacerdoti. Poche centinaia di persone, viste le dimensioni anguste del cortile.
“Ti cito anche il "DIZIONARIO ECCLESIASTICO" Di Monsig. Angelo Mercati ,Prefetto dell'Archivio segreto Vaticano e Mons. Augusto Pelzer Scrittore emerito della Biblioteca Vaticana del 1955.”
Come già detto incorri in un duplice errore metodologico. Sia perché ti rifai a fonti non aggiornate e soprattutto non specialistiche, come se qualsiasi uomo di stato Vaticano fosse biblista, e soprattutto non citando fonti del magistero ma commentari privati, dove si può trovare tutto ed il contrario in ogni epoca. I testi che citi spesso cadono nello stesso equivoco in cui sei caduto tu, e che ho già spiegato. Al biblista di oggi, anzi, a tutti i biblisti di oggi, non importa un emerito nulla di cosa pensasse un monsignore degli anni cinquanta, e dunque dell’epoca precedente al Concilio Vaticano II, che affermò a chiare lettere l’inesattezza della teologia della sostituzione, che come ripeto, sebbene andò grandemente di moda, non fu mai insegnata dal magistero infallibile. Inoltre, il dizionario che citi non è poi così male, scrive soltanto: “aspettato dai Giudei, ma poi da loro rigettato; il Regno da lui fondato, la Chiesa, è il vero regno messianico di cui tutti sono chiamati a partecipare."
Che i Giudei abbiano rigettato Cristo nella loro maggioranza, non è qualcosa di falso, ma qualcosa di ovvio, altrimenti oggi non esisterebbero più ebrei e tutti sarebbero cristiani. Il cristianesimo invece s’è limitato ad essere solo una setta all’interno del giudaismo, proprio perché i giudei avevano rigettato Cristo. Non tutti, com’è ovvio, visto che la comunità cristiana primitiva gerosolimitana contava 5000 membri, e che gli apostoli stessi erano ebrei. Ma la teologia della sostituzione non dice banalmente che gli ebrei hanno rigettato Gesù come Messia, il che non è un parere teologico ma una banale constatazione, infatti la teologia della sostituzione dice anche che, a causa di questo rigetto, gli Ebrei non sono più il popolo eletto e Dio li ha rigettati a loro volta, e finanche che esista una colpa di quei giudei di 2000 anni fa trasmessa ai loro discendenti. Nulla di tutto questo c’è nel dizionario che hai citato.
“Il Vangelo ascritto a Matteo fa parte dei testi ispirati che parlano chiaramente di una colpa collettiva dei Giudei”
Non s’è ancora capito dove…
“Ma sempre nel "Dizionario Ecclesiastico" traggo che:
Il Vangelo ascritto a Matteo fa parte dei testi ispirati che parlano chiaramente di una colpa collettiva dei Giudei, perchè tutto lo scritto fa parte dei libri "Ispirati".
Alla voce "INERRANZA BIBLICA" Viene scritto:
"La versione Vulgata riconosciuta dalla Chiesa come autentica, contiene sostanzialmente il testo della S. Scrittura quale è stato dato dall'autore ispirato. La verità infallibile attribuita alla Sacra Scrittura si estende a tutto il suo contenuto; perciò sia la sostanza degli insegnamenti e narrazione che le circostanze e le cose di secondo rilievo, sia le cose di indole morale e religiosa che quelle di senso puramente storico e naturale, sono esenti da menzogne ed errore...."
Questa definizione di cosa intende la Chiesa per ispirazione oltre che essere errata è irrilevante. Se anche fosse corretta, n0on c’è nei Testi Sacri quello che tu credi d’avervi letto, e dunque è inutile chiedersi se siano infallibili o meno, perché le dichiarazioni di cui dovremmo constatare l’infallibilità che attribuiscano un rigetto degli Ebrei fatto da Dio non ci sono, anzi, ve ne sono di segno inverso, come in San Paolo nell’epistola ai Romani.
“Come vedi tutto lo scritto attribuito a Matteo, secondo il culto cristiano-cattolico, è "Sacro" ed "ininerrante" quindi anche l'auto maledizione della stirpe tutta, che i Giudei "avrebbero" fatto dopo avere ottenuto la condanna del Cristo.”
Non hai capito nulla, né di quel brano, né di quello che sostiene la teologia cattolica. Quel brano sostiene che tutto quello che insegna la Bibbia quanto alla morale è vero, non che tutto quello che c’è scritto nella Bibbia sia vero. Infatti nella Bibbia possiamo trovare, per spiegare un punto di vista, parole messe in bocca a Caifa, a Satana, o a chiunque altro. Non è dunque possibile sostenere che per i teologi cattolici chiunque parli nella Bibbia dica il vero. Ma stiamo scherzando? La Bibbia ha una dialettica interna, dove proprio dal confronto dialettico tra l’opinione di alcuni e l’opinione di altri emerge la verità. Il fatto che poi si dica che il testo è storicamente esatto, vuol semplicemente dire che è esatto il fatto che abbiano pronunciato quella frase, non che sia vero tutto quello che i giudei dicono. Quei giudei infatti sono gli stessi che hanno dato a Cristo dell’empio, del bugiardo, e che l’hanno processato credendolo un eretico. Vuoi forse sostenere che, per il solo fatto che le loro dichiarazioni su Cristo siano contenute nei Vangeli, l’evangelista le approvi? No, non le approva, perché sono gli antagonisti. E anche in questo caso, il fatto che una dichiarazione sia sulla loro bocca, vuol dire solo che l’hanno pronunciata, non che Matteo concordi con essa. Così difficile da afferrare?
“Ma caro amico, se aggiungi che oltre ad essere additati per il modo di vestirsi diverso da qello cristiano-cattolico e che non posso occupare posti di lavoro pubblici, mentre i cristiano-cattolici si, cosa vuoi dire agli ebrei? Perchè queste discriminazioni? Non c'entra Dio, non c'entra il Magistero, non c'entra la Chiesa. Chi c'entra?”
Io non ho detto che non c’entri il magistero, ma solo che nel magistero infallibile non sia mai stata affermata la teologia della sostituzione. Queste misure sono state ispirate dall’antisemitismo, ma i testi che le prescrivono non dichiarano che dipendono da un rigetto del popolo ebraico operato da Dio a causa del deicidio, o, se lo fanno, non sono testi infallibili ma per l’appunto omiletici, pareri di singoli. Comunque, l’antisemitismo non è nato col cristianesimo, affonda le sue radici già nel paganesimo, e se ne trova traccia negli scrittori romani. Dipende dall’eccentricità degli Ebrei rispetto al loro contesto (monoteisti circondati da politeisti), e dalla percezione negativa che ebbero i pagani del loro rifiuto a mischiarsi con loro.
“Questa è fantastica! Tutto quà, dopo il supplizio inflitto dai romani tutta qua l'accusa a chi ha materialmente ucciso il Cristo?”
Tutto qua cosa? Questo è il Credo niceno-Costantinopolitano, testo base e sintesi suprema del cristianesimo, recitato in ogni Chiesa ogni giorno, ancora oggi, e questo sì che è dogmatico.
“Ma leggi il processo e vedrai che gli autori hanno voluto fare passare un Pilato che tentennava, che cercava di salvare il Cristo, ma che purtroppo non c'è riuscito.”
No, veramente la lettura da fare è un’altra. Semmai è un Pilato superstizioso, che non vuole aver niente a che fare con quest’uomo perché sua moglie l’aveva avvertito di un sogno che l’aveva tormentata. Pilato, come ogni buon romano, è terrorizzato da queste cose, forse gli è pure venuto in mente che la moglie di Cesare, Calpurnia, aveva avvertito il suo uomo di non andare in Senato quel giorno perché aveva sognato che l’avrebbero ucciso, e s’è visto cos’è costato al divo Giulio non dar retta ai sogni di sua moglie.
E comunque, indipendentemente da quello che tu credi di leggere nei testi, a livello di ricezione dogmatica l’unica colpa attribuita è proprio quella a Pilato. Gli evangelisti non fanno nulla per scagionare i romani, li descrivono mentre lo flagellano, lo inconano di spine, e si prendono gioco di lui travestendolo da re.
Pilato è accusato di viltà da tutta la tradizione europea, Dante lo mette nell’anti-inferno tra gli ignavi, perché neppure l’inferno lo vuole… Pilato codardo, romani carnefici, ebrei sobillatori. Questa è la triade, ma in nessuno dei due casi, romani ed ebrei, la colpa è di tutti i romani o di tutti gli ebrei. Del resto Cristo stesso dice: “Padre perdonali, perché non sanno quello che fanno”, frase ben poco plausibile per chi sostenga che Matteo sia un Vangelo volto a far cadere le colpe su qualcuno, e non invece un Vangelo che si limita a raccontare quello che è successo.
“Nessuno vuole abolire i valori della cultura eurepea, perchè nessuno lo ha chiesto, quindi chi la pensa così parla di niente.”
Un albero senza radici muore. Senza il cristianesimo, quei valori non sono affatto fondabile, e la deriva nichilistica di cui parla Nietzsche con la morte di Dio si fa inevitabile.