Sgarbi contro Vendola dal c... non esce niente

Spazio dove discutere dei problemi relativi ai rapporti tra i TdG e il mondo che li circonda

Moderatore: Gocciazzurra

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Vieri
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Ciao Ray....scusami ma.......

Messaggio da Vieri »

Ray ha scritto:
Vieri ha scritto:che tutto nella vita abbia un prezzo e tutto si possa comprare.....
:boh:

Dove avrei scritto che tutto si possa comprare ? :boh:

Come al solito fraintendi, era inteso che...la nostra vita incominciando dalla nascita comporta delle spese
ancora nel grembo materno .
Ora anche comprendendo che c'è molta differenza fra una fecondazione assistita ,utero in affitto è un parto semplice
comunque tutto ciò comporta un costo . Questo è il concetto bonsai che avevo espresso.
...vabbè.
:ciao:
Ciao Ray,
premetto subito che non è una polemica ma una precisazione poichè la mia risposta era relativa a quanto hai scritto:
Parli di mercificazione ,ma ti assicuro che c'è anche fra coppie etero,quante coppie etero sono andate
in altre nazioni ad adottare figli ,pensi che il tutto sia gratis ?

Tutto ha un costo,la vita ha un costo.
Se una donna vuole affittare il suo utero ed è sana e lo fa ad una coppia etero perché
non dovrebbe affittarlo anche ad una coppia gay ?
Quindi le tue parole Tutto ha un costo,la vita ha un costo. potevano essere interpretate tranquillamente come una visione della vita dove "non si fa mai niente per niente"......

Poi ovviamente è chiaro che in tutte le attività umane ci siano dei costi da sostenere ma ciò non toglie che ci siano anche molte persone che operano gratuitamente a beneficio di altri.

In questo contesto, a parte i costi vivi ospedalieri e di ricerca e fecondazione degli ovuli, noto una mercificazione del corpo umano al pari di una prostituta dove le differenze dipendono solo dall'"usare" una parte inferiore o superiore del corpo di una donna.

Premesso che sono contrario a questa pratica in TUTTI I CASI sia per disponibilità spontanea sia per per coppie eterosessuali ritengo che anche se la scienza un domani, come ho letto permettesse di implementare un utero in un uomo e fargli portare avanti una gestazione come ho sentito dire da Polymetis, che lo ha letto da qualche parte, ritengo che in tutte le attività umane possibili occorra anche porre dei limiti per non creare alla fine dei novelli Frankestain.......

Non voglio porre dei limiti alla scienza ma definire i campi dove la scienza possa essere utile all'uomo e non creare alchimie genetiche future atte a stravolgere completamente la vita dell'uomo stesso.

La pratica dell'utero in affitto che in pratica genera due madri e non una rimane per me abominevole.
Ma con quale coscienza una donna tiene in grembo un figlio per 9 mesi dando la sua vita, il suo sangue, la sua carne, sentirlo muovere dentro il suo ventre e poi dopo averlo partorito cederlo a chi le aveva fatto l'ordinazione ? Ignobile.

Non per niente mr. Shadow aveva portato l'esempio di quella "madre surrogata" (termine orribile) che avendo fatto un figlio handicappato e rifiutato dai "committenti" se lo era tenuto lei (come madre) accusando poi questi disgraziati di essere indegni di essere chiamati umani....
:strettamano:
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Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
Bertolt Brecht
mr-shadow

Messaggio da mr-shadow »

Moralisti di tutto il mondo, unitevi contro l’utero in affitto!

Destra e sinistra, laici e bigotti, e soprattutto femministe passate dallo slogan “l’utero è mio e me lo gestisco io” al motto “l’utero è vostro, signorine, ma lo gestiamo noi femministe moraliste”, quelle che negli anni ’70 facevano tanto le libertarie ma adesso che qualcuno usa la libertà in un modo che a loro non piace, fanno le proibizioniste insieme alle suore.
Andiamo con ordine: molti soggetti in cerca di pretesti per dire di no alle unioni civili, sostengono che la stepchild adoption prevista dal DDL Cirinnà (che è l’adozione del figlio del partner, se e solo se l’altro genitore non c’è più) favorirebbe la pratica del “utero in affitto”. Intanto iniziamo a chiamarlo col proprio nome, senza drammatizzarlo con parole inquietanti, il nome corretto è “gestazione per altri”. Ora, come possa la legge Cirinnà aprire le porte alla gestazione per altri è un mistero, visto che in Italia rimane illegale e da nessuna parte della legge se ne parla. Allora si dice che ne favorirebbe il ricorso all’estero: una coppia gay potrebbe andare in un paese dove la gestazione per altri è consentita, uno dei due feconda artificialmente una donna e i due portano il pargolo in Italia, così uno dei membri della coppia è padre naturale del figlio e l’altro lo potrà adottare con la stepchild, appunto.
Tuttavia, alla gestazione per altri ricorrono innanzitutto le coppie eterosessuali e anche per loro la stepchild adoption sarebbe un grosso incentivo. Peccato che per le coppie sposate la stepchild adoption esista dal 1983, dalla bellezza di 33 anni.
Quelli che adesso ci parlano in continuazione di uteri locati, sfitti o in comodato d’uso, dove sono stati in tutti questi anni? Dov’era tutta questa gente indignata per il “commercio di bambini”, per la dignità violata della donna e per mille altre amenità? Chi sostiene, anche in articoli pubblicati su questo sito, che si va a “sanare” la situazione di chi è andato all’estero a praticare la gestazione per altri (ma poi a sanare cosa, visto che nulla lo vieta?), perché non ha detto una sola parola quando questo è avvenuto (per 33 anni) per le coppie eterosessuali?
E’ vero che per le coppie gay l’unica possibilità di avere figli è la gestazione per altri, ma è esattamente così anche per alcune coppie etero, dove la donna è sterile e non ci sono i requisiti per adottare.
Se non ci fosse stato il DDL Cirinnà chissà per quanto tempo ancora se ne sarebbero disinteressati, mentre adesso ne fanno una crociata irrinunciabile. Guarda a caso tirano fuori il tema proprio adesso che si parla di unioni civili; dopo tutto questo tempo improvvisamente si svegliano proprio ora.
Questa è una cagnara strumentale e ipocrita, la realtà è che i numeri della gestazione per altri sono ovunque e da sempre molto contenuti. I dati a disposizione scarseggiano, ma eventuali crescite sono dovute soltanto alla relativa “novità” della pratica, mai legati alle unioni civili per le coppie omosessuali. Dei 100.000 figli di omosessuali di cui qualcuno parla, solo una parte piccolissima è stata concepita con la gestazione per altri, si stima poche centinaia (concepimenti avvenuti da oggi fino a 10, 20 anni fa), il grosso viene da precedenti relazioni etero di un componente della coppia.
La stepchild adoption è prevista anche negli altri Paesi che hanno le unioni civili, non è niente di straordinario e non c’è stato alcun boom della gestazione per altri. Questa norma va mantenuta perché è nell’interesse del figlio adottato, se ad esempio l’unione civile si rompesse anche l’altro partner della coppia sarebbe tenuto a mantenere il figlio, avendolo adottato. Trovo particolarmente subdoli quelli che si dicono a favore delle adozioni gay ma contro la stepchild (un’assurdità totale, si consentirebbe di adottare un bambino estraneo ma non il figlio del partner!), questa gente sa benissimo che delle vere e proprie adozioni gay se ne discuterà chissà quando, però intanto possono contrastare le unioni civili di oggi senza passare per troppo omofobi.
Detto questo, uscendo dal dibattito sulle unioni civili, discutiamo pure della gestazione per altri. È davvero così “infernale” come la dipingono alcuni? Le critiche vertono su due temi: la dignità della donna e quella del bambino che nasce. Per quanto riguarda la dignità della donna, parliamo di un atto affine alla prostituzione, abbiamo una signora che “dona” ad altri il proprio apparato riproduttivo in cambio di soldi.
Ma come mai accettiamo che la prostituzione sia legale, mentre la gestazione per altri ci scandalizza tanto?
Non sviliscono entrambe la dignità della donna? Se la donna deve essere libera di usare il proprio corpo come vuole, perché non può decidere di farlo in questo modo?
Molti sostengono che queste persone sarebbero “costrette dalla povertà”, cosa che a volte succede nel Terzo Mondo, ma quasi nessuno parla degli Stati Uniti dove si impone che le madri surrogate abbiano un certo reddito, una casa di proprietà e via dicendo, proprio per evitare lo sfruttamento di chi è in difficoltà. Semmai guardare all’estero è un altro argomento a favore della legalizzazione e regolazione del fenomeno anche in Italia, che spingerebbe chi vi fa ricorso a rimanere in Italia rispettando determinate regole, invece che recarsi nei Paesi poveri.
La gestazione per altri può non piacere, si può non condividere, la si può ritenere immorale, ma questi sono giudizi che attengono alla nostra coscienza ed alla nostra condotta personale. Uno Stato liberale non deve imporre a tutti un proprio concetto di morale, ma piuttosto deve cercare di garantire la massima libertà possibile ed il minor danno possibile, anche se si considerassero queste pratiche come dei mali.
Questo spirito è quello che deve portarci ad affrontare l’altro capitolo, quello relativo al bambino: diversi psicologi ci avvertono che quando il bambino/ragazzo scoprirà come è stato messo al mondo potrebbe anche subire dei traumi. Questo è plausibile, ma l’alternativa qual è? È quella di non farlo nascere, quindi non farlo venire al mondo solo per “evitargli un trauma” tutto da dimostrare. Non avrebbe alcun senso, come non ha senso parlare di “commercio di bambini” (il figlio viene lasciato al padre naturale, non venduto al primo che passa) e ha ancora meno senso cianciare di “diritto di nascere che non esiste”; il diritto di nascere esiste eccome quando si ha una famiglia disposta a crescere il figlio ed una donna disposta a portarlo in grembo (a differenza dell’aborto, in cui quest’ultima condizione manca), perché mai qualcuno dovrebbe impedire a una nuova vita di nascere, a queste condizioni? Altrimenti chiunque potrebbe impedire ad altri (anche ad una coppia eteroses
suale) di avere dei figli, dato che non c’è alcun diritto di nascere o di procreare. Lo stesso discorso vale se quei bambini sono cresciuti da coppie gay: possiamo anche pensare che a due genitori uomini manchi qualcosa rispetto alla famiglia tradizionale (anche se gran parte del mondo scientifico dice di no), ma non saranno certo il mostro di Marcinelle. È allora preferibile che quei bambini nascano, comunque.
Siccome il bambino “ha diritto a un padre e a una madre” non lo facciamo neppure venire al mondo, così non avrà né un padre, né una madre? Ho visto video e immagini di famiglie felici nate grazie alla gestazione per altri e mi sarebbe veramente difficile, comunque la pensassi, dire loro “voi non dovreste esistere”.
Chi è liberale deve saper distinguere fra “immorale” ed “illegale”. Del resto, oltre alla già citata prostituzione, l’aborto e la droga sono forse piacevoli? Però molti liberali (perlomeno quelli coerenti, non i conservatori travestiti da liberali) sono per legalizzare o mantenere legali queste pratiche.
Altro esempio di assurdità è l’argomento per cui, essendoci tanti bambini da adottare, chi ricorre alla gestazione per altri lo fa solo per capriccio. Ma allora anche tutte le coppie etero che decidono di procreare in modo tradizionale sarebbero degli egoisti che vogliono il “loro” figlio su misura e se ne fregano dei poveri orfani, pertanto bisognerebbe vietare a tutti di fare figli, imponendo di adottare finché tutti gli orfanelli del mondo non avranno famiglia. Il fatto che la procreazione tradizionale sia un metodo “più naturale” di altri non cambia nulla in questo ragionamento, anche da qui capiamo come la scelta del metodo di procreazione sia un fatto privatissimo e “gli altri” (Stato incluso) non si devono intromettere.
Tornando nuovamente sul DDL Cirinnà, il problema vero non è il titolo primo della legge (quello sulle unioni civili), ma è il titolo secondo, che introduce forzatamente diritti e doveri per i semplici conviventi che non vogliono registrare la loro unione. Su questo andrebbe fatta una battaglia liberale per emendare la legge, non inseguire le isterie delle destre e della Chiesa.

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Messaggio da mr-shadow »

http://www.lettera43.it/politica/utero- ... 218258.htm" onclick="window.open(this.href);return false;

Utero in affitto, ipocrisia all'italiana

Se in Italia «qualcuno promuove già la pratica dell’utero in affitto, nel momento in cui la legge arrivasse a riconoscere la legittimità delle unioni gay, l’incentivo per ricorrere a quella soluzione si moltiplicherebbe in modo esponenziale».
È questo l'assioma dell'associazione ProVita onlus, che da anni ha dichiarato guerra alla Gpa, gravidanza per altri.
MEDICO SOTTO ATTACCO. L'ultimo attacco è stato l'esposto alla procura della Repubblica per un incontro organizzato a Milano con il medico fondatore della Fertility Clinic, clinica basata negli Stati Uniti che si occupa di gravidanze surrogate, che avrebbe mostrato a un gruppo di italiani interessati alla pratica le modalità per diventare genitori.
L'ACCUSA DI ILLEGALITÀ. L'accusa dell'Onlus è quella di aver fatto qualcosa di illegale, perché secondo la legge 40 «chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600 mila euro a 1 milione di euro».
Ma l'obiettivo è mettere in luce come quella pratica «si moltiplicherebbe in modo esponenziale» se ci fosse «l’approvazione delle unioni gay», considerata «ingiusta e incostituzionale».
LA REPLICA: «È OMOFOBIA». Una vera ipocrisia, secondo la presidente dell'associazione Famiglie Arcobaleno Giuseppina La Delfa, ma soprattutto un atto di discriminazione: «È pura omofobia».
Basta infatti pensare che la Gpa è una pratica usata prima di tutto dalle coppie eterosessuali: «Sono loro i veri pionieri, che da 30 anni vanno all'estero per diventare genitori. Hanno iniziato andando in India», ricorda.
Insomma, la 'gravidanza per altri' è nata prima di tutto per aiutare le coppie etero: «Solo in seguito anche gli omosessuali hanno pensato di provare questa percorso, anche perché per i padri è l'unico modo per diventare genitori, non possono neanche adottare».
I GAY VANNO ALL'ESTERO. Oggi i gay italiani vanno negli Stati Uniti e in Canada, (in Gran Bretagna e Belgio solo se sono residenti), mentre le coppie etero possono volare anche in Russia, in Ucraina, in India, Paesi 'banditi' agli omosessuali.
Invece dalla denuncia di ProVita sembra che sia una pratica usata soprattutto dalle coppie omosessuali.
«OFFENDONO LE DONNE». Un'operazione legale e di comunicazione che testimonia il tipo di attacco omofobo e allo stesso tempo misogino, «con il termine 'utero in affitto' si vuole infatti prima di tutto offendere le donne», osserva La Delfa, «come se facessero la Gpa per vendere il proprio utero e basta, come se fossero degli oggetti, quando invece c'è sempre un accordo, una scelta fatta non solo con il proprio corpo, ma con la testa, con il cuore».
LA LEGGE 40 VIETA TUTTO. Una decisione, insomma, che non si fa solo per soldi, visto anche le cifre, ma per amore, perché si vuole dare un figlio a chi non lo può avere.
In Italia però secondo la legge 40 tutto questo è vietato.
Così si va all'estero, dove è legale. «Ma parlarne, dire che se vai all'estero c'è questa possibilità, non vuol dire commercializzare i gameti», sottolinea la presidente.
Si chiama informazione, ma il rischio di essere considerati 'fuorilegge' è alto.

Un'apertura sul tema in Italia? «Ci vorranno tre secoli...»

Anche per questo il 23 ottobre a Verona, l'università di Trento organizza un convegno sulla Gpa, dove medici e giuristi spiegano che cosa è legale e cosa no, dove si può fare e dove no, chi offre i servizi.
«In molti Stati vicini e nostri amici è legale», insomma non c'è bisogno di andare in America, «anche in Inghilterra e in Belgio, Paesi Ue, si può fare con condizioni di tutela garantite dallo stesso sistema sanitario nazionale».
«LINGUAGGIO ABERRANTE». Invece qui prima di vedere un'apertura sul tema «ci vorranno almeno tre secoli», ironizza La Delfa, «si usa ancora un linguaggio aberrante, che cancella la donna, la sua capacità di intendere e volere del proprio corpo».
Non si parla quasi mai delle donne, ma sono proprio loro le autrici fondamentali, che sono convinte e lo fanno perché hanno le loro motivazioni.
«FACCIAMO TUTTO LEGALMENTE». «Una volta una donna ci chiamò dandoci la sua disponibilità a fare la Gpa in Italia, ma noi facciamo tutto legalmente, le nostre coppie vanno all'estero anche perché nessuno di noi ha mai fatto qualcosa di cui vergognarsi davanti a propri figli, qualcosa di illegale».
Quando 'Famiglie Arcobaleno' è nata, 10 anni fa, «erano due, tre le coppie di padri ad aver fatto ricorso alla Gpa, oggi sono almeno un centinaio», si è creata una rete di solidarietà, dove queste famiglie raccontano la loro esperienza, spesso offrono testimonianza anche alle coppie etero, che oggi sono proprio quelle che si vergognano, si nascondono».

La paura è essere considerati genitori snaturati

l sentirsi discriminati o essere considerati genitori “snaturati” è la paura maggiore.
E la politica non fa nulla per risolvere un problema che riguarda centinaia di persone: «Non c'è nessuna apertura, i pochi politici larghi di vedute non hanno il coraggio per difendere la causa, di esporsi. C'è una grande ipocrisia e un ambiente omofobo irrespirabile». E c'è anche il Vaticano.
Secondo La Delfa «quelli di ProVita sono finanziati dalle alte sfere del clero».
«SIAMO IL PAESE DEL DECORO». Negli Usa e nei Paesi anglosassoni invece non è una questione etica né politica, «non è lo Stato che decide cosa fare del tuo corpo, vige la responsabilità personale, qui invece vai in prigione».
Il nostro, denuncia La Delfa, «è il Paese della forma, dell'apparenza, del decoro, dove puoi fare quello che vuoi basta che non ti fai vedere».
«NON BISOGNA VERGOGNARSI». Invece «le coppie Arcobaleno cercano di ribellarsi, dichiarano di aver fatto la Gpa e non si nascondono, non si vergognano perché è una cosa bella».
Insomma «i figli non sono solo quelli del sangue, non esiste soltanto una filiazione, che c'è un altro modo, e si è fieri, ma questo coraggio fa paura ai perbenisti che cercano di incasellare le persone».
UNA GRANDE IPOCRISIA. I tabù e giudizi negativi sono però ancora tanti, soprattutto quando si parla di commercializzazione: la grande ipocrisia è che ora per esempio l'eterologa è permessa anche in Italia, le coppie possono avere gameti e ovociti, ma il problema è che «le banche sono vuote, perché donare un ovocita è una pratica dolorosa, che richiede tempo e molte donne lo fanno se è per un proprio caro o se c'è un minimo contributo».
COSTRETTI AD ANDARE ALL'ESTERO. Così alla fine le coppie sono costrette comunque ad andare all'estero: vanno in Belgio o in Spagna e «pagano 900 euro». Che per una donazione di ovociti non è nulla, «serve giusto alla donna per ripagarsi il tempo e il dolore».
Mentre «qui lo puoi donare ma devi farlo gratis, una ipocrisia».

Caro Vieri, hai testualmente scritto: "Io ritengo, e ne sono convinto che solo il dialogo arricchisce". Potresti cominciare col dirci cos'hai fatto in questi ultimi 33 anni contro la pratica dell'utero in affitto, la mercificazione delle donne, e via dicendo.
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Vieri
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Messaggio da Vieri »

Mr. Shadow:
Caro Vieri, hai testualmente scritto: "Io ritengo, e ne sono convinto che solo il dialogo arricchisce". Potresti cominciare col dirci cos'hai fatto in questi ultimi 33 anni contro la pratica dell'utero in affitto, la mercificazione delle donne, e via dicendo.
Primo, non mi risulta che tale pratica sia attuata da 33 anni visto che è solo da circa 15 anni che in alcuni paesi viene riconosciuta e ritengo che da allora fosse stata abbastanza circoscritta a pochi casi senza l'esplosione attuale di cliniche private presenti estendendo tale "tecnica" anche alle coppie omosessuali.

Secondo, il problema in questo periodo essendo circoscritto e relativo principalmente ad alcuni paesi non era risultato di mio particolare interesse.

Terzo è solo da poco che sono su questo forum e che tale argomento è venuto alla ribalta oltre alla nuova legge Cirinnà sulle unioni civili.

Poi, detto tra di noi, non sono né un politico né un prete schierato a difesa ad oltranza dei valori della civiltà, ma una persona qualunque che ha le sue opinioni personali....basta così ? :ironico:
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Vieri ha scritto:
Mr. Shadow:
Caro Vieri, hai testualmente scritto: "Io ritengo, e ne sono convinto che solo il dialogo arricchisce". Potresti cominciare col dirci cos'hai fatto in questi ultimi 33 anni contro la pratica dell'utero in affitto, la mercificazione delle donne, e via dicendo.
Primo, non mi risulta che tale pratica sia attuata da 33 anni visto che è solo da circa 15 anni che in alcuni paesi viene riconosciuta e ritengo che da allora fosse stata abbastanza circoscritta a pochi casi senza l'esplosione attuale di cliniche private presenti estendendo tale "tecnica" anche alle coppie omosessuali.

Secondo, il problema in questo periodo essendo circoscritto e relativo principalmente ad alcuni paesi non era risultato di mio particolare interesse.

Terzo è solo da poco che sono su questo forum e che tale argomento è venuto alla ribalta oltre alla nuova legge Cirinnà sulle unioni civili.

Poi, detto tra di noi, non sono né un politico né un prete schierato a difesa ad oltranza dei valori della civiltà, ma una persona qualunque che ha le sue opinioni personali....basta così ? :ironico:
Ma sai leggere o sai solo compitare? Me pare ovvio (com'è scritto nell'articolo) che la domanda era riferita all'adozione del partner. E poi che c'entra la sfera d'interesse? E' sbagliato solo se si fa in quell'Italia che vorreste anticamera della Gran Pretagna?
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renato-c
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Messaggio da renato-c »

Salve
Come stanno le cose ?
chi a favore e chi contro ?
Ognuno è libero di pensare come crede ,ma a essere contro sono tanti.

La Svezia è contro http://www.notizieprovita.it/notizie-da ... a-svedese/" onclick="window.open(this.href);return false;
le femministe sono contro http://www.repubblica.it/cronaca/2015/1 ... 128746486/" onclick="window.open(this.href);return false;
il Vaticano è contro http://www.avvenire.it/Politica/Pagine/ ... itto-.aspx" onclick="window.open(this.href);return false;
il governo italiano è contro http://www.citizengo.org/it/17816-lital ... -dei-figli" onclick="window.open(this.href);return false;
anche qui http://www.huffingtonpost.it/2016/02/09 ... 95254.html" onclick="window.open(this.href);return false;



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La Svezia è contro http://www.notizieprovita.it/notizie-da" onclick="window.open(this.href);return false; ... a-svedese/
le femministe sono contro http://www.repubblica.it/cronaca/2015/1" onclick="window.open(this.href);return false; ... 128746486/
il Vaticano è contro http://www.avvenire.it/Politica/Pagine/" onclick="window.open(this.href);return false; ... itto-.aspx
il governo italiano è contro http://www.citizengo.org/it/17816-lital" onclick="window.open(this.href);return false; ... -dei-figli
anche qui http://www.huffingtonpost.it/2016/02/09" onclick="window.open(this.href);return false; ... 95254.html
Beh certo... tutte fonti indipendenti. Già che c'eri potevi inserirne anche una maomettana... Poi va beh, la contrarietà del Vaticano fa sorridere. Pensassero alle porcherie che fanno tra le sacre mura, magari a quel cardinale galantuomo che si è appropriato dei fondi del Bambin Gesù per farsi il mega attico con tanto di suore come donne di servizio. :bleah:

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L’offensiva dei cattolici col cilicio rischia di farci arretrare. Il matrimonio omosessuale è pienamente coerente con la Costituzione. Si rileggano Moro alla Costituente e riflettano

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In Francia li chiamano “neoreacts”, i neoreazionari cattolici, presenti soprattutto nelle accademie e tra gli editorialisti di alcuni media. In Italia sono sempre stati “cattolici integralisti”. Qui vogliamo definirli scherzosamente, ma non tanto, data la loro dichiarata appartenenza all’Opus Dei, “cattolici col cilicio”. Si tratta di quel segmento, grazie al cielo, minoritario, di popolo della Chiesa cattolica che sul tema della famiglia ha aperto una vera e propria offensiva, una crociata postuma.

Le crociate dei “cattolici col cilicio”, da Ruini a Bagnasco

Almeno in Italia, in un passato recente, al comando del cardinal Ruini, all’epoca presidente della Conferenza episcopale italiana, quel segmento di cattolici ha vinto molte battaglie, purtroppo, dalla reazionaria legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, col divieto della cosiddetta eterologa, al boicottaggio di leggi di civiltà, come l’eutanasia o il testamento biologico. Oggi, quel segmento minoritario, ma potentissimo, dentro e fuori le mura Vaticane, e guidato dal cardinal Bagnasco, ha ingaggiato una vera e propria guerra di religione contro la legalizzazione delle unioni civili, il matrimonio omosessuale, la stepchild adoption e soprattutto la maternità surrogata. Per quest’ultima, i campioni del cattolicesimo col cilicio hanno coniato una terminologia offensiva per tutte le donne, da non usare mai, per la cattiveria con cui viene espressa: “utero in affitto”, come se ogni maternità surrogata fosse sottoposta a pagamento. Ecco, la cifra sostanziale di questa ennesima, reazionaria, crociata, è la cattiveria sociale, che sacrifica la vita reale di persone reali alla ideologia e agli interessi di un mondo rimasto molto indietro nel tempo e nella storia. È la crociata di una minoranza di cattolici che pensa di dettare la legge morale per tutti noi, di imporre un mediocre punto di vista facendolo passare per valore assoluto e universale, di sapere meglio di chiunque altro ciò che è bene e ciò che è male. Esattamente ciò che papa Francesco cerca di combattere da quando è salito al soglio di Pietro, ed è esattamente ciò che confligge contro la misericordia, tema centrale del Giubileo straordinario. Francesco ha molti nemici dentro e fuori la Chiesa, e spesso si rivolgono a lui col sorriso ipocrita e la deferenza che si deve al papa. Alcuni di questi nemici fanno parte di quel segmento minoritario che indossa il cilicio.

La crociata contro il disegno di legge Cirinnà

Sul disegno di legge sulle unioni civili, presentato da Monica Cirinnà, che a fine gennaio approderà al Senato per la seconda lettura, e che pure è il frutto di mille mediazioni che ne hanno depotenziato il testo, stanno inscenando una “oscena gazzarra” che si muove su due livelli, uno istituzionale e parlamentare, nella convinzione che il testo sia incostituzionale, e l’altro movimentista, puntando a resuscitare le truppe cammellate del family day. Sul piano più strettamente parlamentare, una trentina di senatori cattolici col cilicio, del Pd, di Ncd, e di Alleanza popolare (Casini & soci) hanno sottoscritto una posizione di netta censura del disegno di legge Cirinnà. Sul piano istituzionale, invece, e grazie a una Fondazione, raccolgono firme di giuristi cattolici per affermare l’incostituzionalità delle unioni civili sulla base dell’articolo 29 della Costituzione. Pare che siano state raccolte già 300 firme, ovviamente da sbandierare propagandisticamente nel corso del dibattito in Senato. Sul piano movimentista, il 31 gennaio, in pieno dibattito parlamentare sulle unioni civili, a Roma andrà in scena il family day, ennesimo subdolo tentativo di ribadire dogmaticamente che la formula del matrimonio è una sola: un maschio, una femmina, una prole, magari sposati “indissolubilmente” in chiesa.

La difesa della costituzionalità del ddl Cirinnà: Enzo Cheli, giurista, ex membro della Consulta

È facile contestare il giudizio di incostituzionalità del disegno di legge Cirinnà. Lo ha fatto molto autorevolmente il professor Enzo Cheli, nel corso di un’intervista al quotidiano Il Messaggero: “non c’è alcun rischio di incostituzionalità, anzi per me il matrimonio esplicito tra coppie omosessuali non sarebbe anticostituzionale. È come se stessimo tornando ai tempi della legge sul divorzio dei primi anni Settanta. Anche di quella legge si diceva che era incostituzionale perché non rispettava l’articolo 29″. Il professor Cheli, ex giudice della Consulta, prosegue: “non è vero a mio parere che quell’articolo difenda la famiglia intesa esclusivamente come quella costituita tra un uomo e una donna altrimenti in una interpretazione letterale e rigida dovremmo dichiarare incostituzionale anche la legge sul divorzio”. Quanto alla sentenza 138 del 2010 della Corte Costituzionale in quel caso, chiarisce Cheli, “la Consulta ribadì che la materia era di competenza del Parlamento e certo non stabilì che le unioni civili fossero di per sé anticostituzionali”.

Il dibattito all’Assemblea Costituente sull’art.29: Moro, Togliatti e Basso contro un La Pira reazionario

Detto ciò e sgombrato il campo da ogni equivoco interpretativo, siamo andati a spulciare il dibattito sull’articolo 29 all’Assemblea Costituente. E abbiamo scoperto un intervento che i cattolici col cilicio farebbero bene a rileggere e a meditare con attenzione. È l’intervento di Aldo Moro, il 5 novembre del 1946, in seno alla Sottocommissione che si occupava della redazione del Titolo II della futura Costituzione della Repubblica Italiana. Ebbene, le parole di Aldo Moro, cattolico praticante e democristiano, furono le seguenti: “Quando si dice che la famiglia è una società naturale, non ci si deve riferire immediatamente al vincolo sacramentale; si vuole riconoscere che la famiglia nelle sue fasi iniziali è una società naturale. Pur essendo molto caro ai democristiani il concetto del vincolo sacramentale nella famiglia, questo non impedisce di raffigurare anche una famiglia, comunque costituita, come una società che, presentando determinati caratteri di stabilità e di funzionalità umana, possa inserirsi nella vita sociale”. Queste parole di Moro trovarono poi una sponda interessante nella sostanziale accettazione di Togliatti. Al punto che si parlò dell’articolo 29 come di compromesso tra Moro e Togliatti. Si osservi la straordinaria e lucida previsione morotea della famiglia che ha mutazioni storiche: “comunque costituita”, disse Aldo Moro, con un’apertura mentale ad altre forme, altrettanto degne di rispetto e di dignità.
Fu Giorgio La Pira, celebrato sindaco di Firenze e padre nobile del renzismo, che volle invece intervenire in modo confessionale con un emendamento ad hoc, poco nobile e poco cristiano. La Pira chiese di riscrivere il comma 2 dell’articolo con questa formulazione: “La legge regola la condizione giuridica dei coniugi, allo scopo di garantire l’indissolubilità del matrimonio e l’unità della famiglia”. È evidente che se fosse passato questo emendamento, sarebbe saltato l’accordo Moro-Togliatti, e ogni legge sul divorzio sarebbe divenuta incostituzionale. Diversa, e molto più avanzata, fu invece la posizione dei socialisti, espressa da Lelio Basso, il quale criticò giustamente la formulazione del patto Moro-Togliatti della famiglia come “società naturale”, perché in realtà frutto di costruzione storica, ma soprattutto consigliò di evitare ogni formulazione “definitoria” di famiglia. Come si evince da questa brevissima ricostruzione storica dell’intenso dibattito che nel novembre del 1946 accompagnò la redazione dell’articolo 29 della Costituzione, la tesi di restringere il matrimonio indissolubile a un uomo e una donna era coltivata da una sparuta minoranza di costituenti cattolici, che trovarono voce in un giovane La Pira forse ancora politicamente troppo acerbo e poco avvertito.

La corretta intepretazione storica e giuridica dice che il ddl Cirinnà e il matrimonio omosessuale sono coerenti col dettato costituzionale.

È per questa ragione che la formulazione definitiva dell’articolo 29 sarebbe apparsa decisamente ambigua e sostanzialmente “aperta”: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare”. Non c’è nessun riferimento – come invece affermano i cattolici col cilicio, anche se sono giuristi – alla famiglia come “unione di un maschio e di una femmina”. Qui si parla di coniugi, e coniugi è termine largo, che può adattarsi meravigliosamente a due donne oppure a due maschi, se fosse previsto per legge anche per loro un matrimonio. Settanta anni fa, la parte più intelligente e avanzata della politica italiana, rappresentata in Assemblea Costituente da Moro, Togliatti e Basso, trovò un compromesso onorevole per non pregiudicare le successive storiche evoluzioni sociali della famiglia. Settanta anni dopo, i cattolici col cilicio vedrebbero con piacere un ritorno alle origini rigide e confessionali della famiglia. Fermiamoli.
Ultima modifica di mr-shadow il 11/03/2016, 16:25, modificato 3 volte in totale.
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renato-c
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Messaggio da renato-c »

interessante relazione pro e contro

Madri surrogate: pro e contro etici, giuridici ed economici
Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano


Madri surrogate sì o no? Il dibattito è crescente per il dilagare della pratica nei Paesi a basso reddito, in cui è più facile trovare donne disponibili per questo progetto procreativo. Si parla anche di “utero in affitto”, espressione che indica l’uso strumentale del corpo della donna, come se fosse solo un’incubatrice.
Dal punto di vista medico e legale, nella maternità “surrogata”, una donna accetta, spesso dietro compenso, di portare avanti una gravidanza per un’altra coppia: il bambino viene consegnato al parto e la madre surrogata non lo vedrà più. L’obiettivo della coppia “committente” è avere un figlio biologicamente proprio: con il DNA di entrambi i coniugi.
E’ quindi una modalità diversa dall’ovodonazione, in cui una donna dona i propri ovociti: questi vengono fecondati in vitro con gli spermatozoi del coniuge e trasferiti nella donna che è già in menopausa, precoce o meno, per consentirle di portare avanti la gravidanza nel proprio corpo, con un figlio che biologicamente è figlio del marito e della donatrice.
Nella gravidanza surrogata, invece, gli ovociti della donna che vuole il figlio e gli spermatozoi del marito vengono fecondati in vitro con procreazione medico assistita (PMA), secondo le normali procedure. L’embrione, figlio geneticamente di entrambi, viene subito trasferito nella donna che presta il proprio utero/corpo e accetta di fare da incubatrice biologica ad un bimbo che altrimenti non potrebbe nascere.
Le indicazioni a questa opzione procreativa sono:
1. la mancanza genetica dell’utero (sindrome di Rokitansky): la donna ha le ovaie e un normale sviluppo puberale, ma non ha utero e vagina (o solo parziali);
2. aborti ripetuti, per ragioni immunologiche o di malformazioni uterine;
3. ripetuti fallimenti di pregressa procreazione medico assistita;
4. condizioni mediche che controindichino la gravidanza nella donna che cerca il figlio.
La PMA ha sollevato nuovi problemi dal punto di vista etico, medico-legale e di legislazione internazionale. Nel caso della madre surrogata, si tratta di un contratto che commercializza la capacità riproduttiva (“bio-power”, il potere biologico) per perseguire il sogno individuale di un figlio proprio. Il contratto ha tre parti: la madre surrogata (o la coppia, se la donna è sposata), la coppia committente e la clinica che attua la PMA. Le cifre in gioco vanno dalle 10-15.000 sterline (nel Regno Unito è legale, ma la madre surrogata ha solo il rimborso spese) a 40-50.000 dollari in USA, a meno della metà in India.
Il successo è di circa il 40% di gravidanze biologiche (test di gravidanza positivo), di cui il 60% arriva al pieno successo: un bimbo in braccio. Solo il 10% delle donne che si dichiarano disponibili ad “affittare” il proprio utero supera la selezione: devono essere giovani, in ottima salute, avere stili di vita sani, essere equilibrate e determinate nel dare questa disponibilità.
La motivazione a diventare madri surrogate va dal desiderio di dare la gioia di un figlio a un’altra donna (il caso più frequente per chi ha figli, ha una famiglia e lo fa gratuitamente) al bisogno di denaro. Dal punto di vista etico due sono le posizioni. Da un lato i contrari, per ragioni morali e perché vedono questa opportunità come un bieco sfruttamento della capacità riproduttiva della donna, specie nei Paesi poveri. Dall’altro chi la ritiene corretta, se le parti in causa sono tutelate da leggi internazionali condivise per una maternità surrogata equa (Fair Trade Surrogacy). Anche la coppia committente può in effetti essere abusata dal punto di vista economico ed affettivo, quando spende cifre da capogiro (spesso intascate dalla clinica) e/o quando la madre surrogata si tiene il bambino perché ha cambiato idea.
Per i fautori della legge vale la regola generale della teoria sociale dei contratti, che vede l’individuo come “uomo economico” con motivazioni morali e/o politiche per soddisfare desideri individuali. Se questo contratto è biologicamente fattibile, dicono, non resta che regolamentarne i termini, anche considerando che la ricerca di madri surrogate in Paesi poco costosi pone problemi critici di diritto internazionale, prevenibili con un’unica regolamentazione legislativa.
E il bambino? E le emozioni e le dinamiche in gioco? Ne parliamo la prossima settimana.
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Vieri
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Ancora ???

Messaggio da Vieri »

«Mr. Shadow riprende questo testo:
OFFENDONO LE DONNE». Un'operazione legale e di comunicazione che testimonia il tipo di attacco omofobo e allo stesso tempo misogino, «con il termine 'utero in affitto' si vuole infatti prima di tutto offendere le donne», osserva La Delfa, «come se facessero la Gpa per vendere il proprio utero e basta, come se fossero degli oggetti, quando invece c'è sempre un accordo, una scelta fatta non solo con il proprio corpo, ma con la testa, con il cuore».
Richiesta dell’abolizione universale della surrogazione di maternità

Nel febbraio del 2016 si è tenuto a Parigi un convegno per l’abolizione universale della surrogazione di maternità, organizzato dalle associazioni femministe francesi e patrocinato dal parlamento transalpino, al quale hanno aderito ricercatrici, giuriste, medici, attiviste e attivisti per i diritti umani di tutto il mondo. A conclusione dei lavori dell'assemblea, è stata formulata la richiesta formale perché la pratica della maternità surrogata venga proibita e resa illegale in tutto il mondo in quanto ritenuta "disumanizzante" e contraria alla dignità e ai diritti delle donne e dei neonati.

Da Wikipedia

Degli esempi dubbi da capire....
sempre dallo stesso articolo:
«SIAMO IL PAESE DEL DECORO». Negli Usa e nei Paesi anglosassoni invece non è una questione etica né politica, «non è lo Stato che decide cosa fare del tuo corpo, vige la responsabilità personale, qui invece vai in prigione».
Il nostro, denuncia La Delfa, «è il Paese della forma, dell'apparenza, del decoro, dove puoi fare quello che vuoi basta che non ti fai vedere».
A me non sembra che i due paesi USA e Gran Bretagna siano sul tema, paesi da prendere da esempio di "civiltà" poiché nel 1936 molti stati USA avevano acconsentito alla sterilizzazione di persone mentalmente instabili mentre in Gran Bretagna già nel 1945 gli omosessuali subivano la castrazione chimica.......

Caro mr. Sahadow, riporti ancora:
«Solo in seguito anche gli omosessuali hanno pensato di provare questa percorso, anche perché per i padri è l'unico modo per diventare genitori, non possono neanche adottare».
Senti, su questo argomento, due singolarmente possono fare per me quello che vogliono ed il loro rapporto anche giustamente regolato per legge.
Però da quanto ne so per diventare "genitori" bisogna avere un figlio e per averlo per me è il solto metodo "tradizionale".
Ripeto che se due brave persone volessero adottare un figlio lo prendano pure da un orfanotrofio già grandicello in modo che sia consenziente sul tipo di rapporto che potrebbe avere con queste due persone.

Il diritto di un bambinopiccolo (e che non può decidere) è quello di avere sempre un papà ed una mamma e quindi per il mio modesto parere pratiche diverse per ottenere un figlio per me sono aberranti.
Per due donne dove una delle due o tutte e due rimangono incinta per inseminazione artificiale il discorso, come dicevo in precedenza anche se non molto giustificabile può essere compreso considerandole come "ragazze madri" e quindi il giudice in questi casi è giusto che abbia potuto acconsentire alla cosa. Per gli uomini e per loro natura ovviamente la cosa è decisamente diversa.

Poi potrai anche continuare a dire e scrivere quello che vuoi, nessuno te lo impedisce, ma non potrai nemmeno avere la pretesa di avere un consenso da parte di altri....
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renato-c
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Messaggio da renato-c »

Salve
Ritengo inutile continuare ,ognuno faccia quel che crede
comunque in Italia è vietato e il Sig Vendola che è al parlamento e di sinistra , di certo non difende le leggi dello stato ne l'insegnamento di Marx ,
poi con questa storia anche un po dei soldi italiani sono finiti all'estero ,giusto per aiutare la crisi .
volevo scrivere altro,ma è inutile.
Statemi bene
Ultima modifica di renato-c il 11/03/2016, 17:54, modificato 2 volte in totale.
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Ray
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Messaggio da Ray »

Ma scusate cosa è per voi l'amore ?

L'amore non è solo quello personale ed egoistico ,io amo e cose me ne frega
di te se ami in modo diverso
l'amore è anche quando vedi che due persone che si amano
poi o che siano etero o gay comunque è bello vedere due persone che si amino
perché ti trasmettono felicità è amore.

E se poi vogliono coronare questo loro amore con il matrimonio
o con un figlio non vedo quale sia il problema.
Cosa ti cambia se Vendola ,Ciccio ,o Antonio vogliono
un figlio ma non potendolo avere ricorrono alla scienza ?

Non lo fanno da tempo coppie sterili etero ?

E allora vivi è lascia vivere ,che altro non vuol dire fai vivere in pace
gli altri ,o similmente la frase attribuita a Gesù "ama il tuo prossimo" .

Ma se danno amore a questo figlio cosa c'è da recriminare ?

Un figlio una volta cresciuto nell'amore familiare potrà dare altrettanto amore,ma se
gli complicate la vita prima di nascere sarete voi i colpevoli
se questo ragazzo una volta cresciuto sentirà critiche è razzismo
sulla sua pelle.

:ciao:

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Messaggio da Vieri »

Ray ha scritto:Ma scusate cosa è per voi l'amore ?

L'amore non è solo quello personale ed egoistico ,io amo e cose me ne frega
di te se ami in modo diverso
l'amore è anche quando vedi che due persone che si amano
poi o che siano etero o gay comunque è bello vedere due persone che si amino
perché ti trasmettono felicità è amore.

E se poi vogliono coronare questo loro amore con il matrimonio
o con un figlio non vedo quale sia il problema.
Cosa ti cambia se Vendola ,Ciccio ,o Antonio vogliono
un figlio ma non potendolo avere ricorrono alla scienza ?

Non lo fanno da tempo coppie sterili etero ?

E allora vivi è lascia vivere ,che altro non vuol dire fai vivere in pace
gli altri ,o similmente la frase attribuita a Gesù "ama il tuo prossimo" .

Ma se danno amore a questo figlio cosa c'è da recriminare ?

Un figlio una volta cresciuto nell'amore familiare potrà dare altrettanto amore,ma se
gli complicate la vita prima di nascere sarete voi i colpevoli
se questo ragazzo una volta cresciuto sentirà critiche è razzismo
sulla sua pelle.
:ciao:
Clicca per vedere l'immagine a dimensioni originali
Ciao Ray, scusami e poi chiudiamo definitivamente il discorso poichè è inutile per me continuare tanto le nostre opinioni le abbiamo chiaramente espresse e non è che scrivendo ancora sull'argomento uno cambia.

A me sta bene il discorso dell'amore ma non ci mancherebbe altro e libertà di amarsi per tutti indistintamente.
Però quello che io sindacavo è che normalmente un bambino quando nasce si aspetterebbe dalla natura, una tetta da poppare e dire "mamma" la prima volta e questo non è un diritto di una coppia omosessuale ma un diritto del bambino. Punto.

Poi se una coppia omosex desiderasse adottare un bambino lo faccia quando però questo è grande e cosciente di trovarsi in una situazione, posso dire anomala o diversa senza voler offendere nessuno?
Buona serata a tutti,....passo e chiudo.
:non posto:
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Messaggio da mr-shadow »

Vieri ha scritto: Poi se una coppia omosex desiderasse adottare un bambino lo faccia quando però questo è grande e cosciente di trovarsi in una situazione, posso dire anomala o diversa senza voler offendere nessuno?
E certo, non sia mai che un bambino possa crescere in un ambiente dove gli viene insegnato ad amare davvero il prossimo, a detestare il razzismo e a rispettare la libertà degli altri finché non limita la propria.
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Messaggio da Ray »

Vieri ha scritto:A me sta bene il discorso dell'amore ma non ci mancherebbe altro e libertà di amarsi per tutti indistintamente.
Però quello che io sindacavo è che normalmente un bambino quando nasce si aspetterebbe dalla natura, una tetta da poppare e dire "mamma" la prima volta e questo non è un diritto di una coppia omosessuale ma un diritto del bambino. Punto.

Poi se una coppia omosex desiderasse adottare un bambino lo faccia quando però questo è grande e cosciente di trovarsi in una situazione, posso dire anomala o diversa senza voler offendere nessuno?
Buona serata a tutti,....passo e chiudo.
Non vedo nella tua critica tutto questo amore verso le coppie gay sull'amarsi indistintamente.

Non capisco perché vuoi sindacare sul 'amore degli altri.

Sulla tetta poi è paradossale questa tua idea di poppare,ma quante mamme non possono
allattare i neonati perché non hanno latte ,è questo cosa implica ?

Situazione anomala ? Quale sarebbe ?
Sarebbe anomalo se il bambino fosse adottato già grande è magari con in testa
qualche idea razzista preconfezionate da qualche personaggio .
Ray

Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Ray ha scritto: Non capisco perché vuoi sindacare sul 'amore degli altri.
Perché i cattolici manco sanno cos'è l'amore vero.
Ray ha scritto: Sulla tetta poi è paradossale questa tua idea di poppare,ma quante mamme non possono
allattare i neonati perché non hanno latte ,è questo cosa implica ?
Magari chiederanno di proibire la maternità alle donne che non possono allattare... :lingua:
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Dal momento che tutti gli argomenti pro e contro sono stati scritti e non vi sono approfondimenti, chiudo la discussione.
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