Convegno a Londra sui casi di pedofilia fra i testimoni di Geova

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Convegno a Londra sui casi di pedofilia fra i testimoni di Geova

Messaggio da Cogitabonda »

In risposta a un appello lanciato da Amalia, ho iniziato a tradurre il resoconto fatto da John Cedars di un convegno tenutosi a Londra il 26 aprile scorso. A organizzarlo è stata Reveal, una piattaforma multimediale nata quarant'anni fa come canale radiofonico, di giornalismo investigativo.
Ecco qui la prima parte della traduzione. L'articolo originale di John Cedars è qui: http://jwsurvey.org/child-abuse-2/revea ... -witnesses" onclick="window.open(this.href);return false;

Un evento rivelatore: un convegno a Londra mette in evidenza gli abusi su minori fra i testimoni di Geova.

Ho assistito nel corso degli anni a molte assemblee e congressi dei testimoni di Geova. Senza eccezione il tempo sembrava scorrere molto lentamente e, persino quando ero al mio massimo livello d‘indottrinamento, mi trovavo a contare le ore e i minuti prima che l’apparentemente interminabile sequela di discorsi e dimostrazioni arrivasse misericordiosamente al termine.
Per contrasto, un evento di un’intera giornata sui testimoni di Geova, organizzato di recente a Londra da Reveal (del Centro di Giornalismo Investigativo) mi è sembrato finire in un lampo. In effetti io e gli altri ex-TdG fra il pubblico siamo rimasti a chiederci quando potevamo sperare che si tenesse il prossimo. Qual’era dunque la differenza?
Non c’erano noiosi sermoni stavolta – nessun bigotto invito al pubblico a sacrificarsi di più al servizio di Geova, né solenni avvertimenti dell’imminente fine della civiltà quale noi la conosciamo. Invece, le oltre 60 persone che hanno assistito il 26 aprile hanno ricevuto il regalo di una serie di presentazione realmente coinvolgenti da parte di oratori e di intervistati che hanno contribuito con la loro conoscenza ed esperienza ad affrontare una domanda centrale: In che modo avvocati, giornalisti, superstiti, attivisti e legislatori possono mettersi insieme per affrontare il crescente abuso di minori fra I testimoni di Geova?
Il tema del convegno risuonava di una gradita nota di urgenza: Portare alla luce l’abuso: Un convegno per affrontare la crisi della sicurezza dei bambini dei testimoni di Geova. Non c’era spazio per l’ambiguità; nessun bisogno di sprecare tempo a discutere se c’è una crisi della sicurezza dei bambini. Sarebbe stata presentata un’abbondanza di testimonianze di avvocati e di superstiti che avrebbe messo al passo chiunque fosse stato in precedenza ignaro o titubante.

La seduta del mattino

L’avvocato Irwin Zalkin ha fatto il discorso di apertura, lasciando in sospeso la sua professione per venire a Londra. Zalkin è, in carne e ossa, altrettanto carismatico di quanto suggerisce la sua reputazione (è senza dubbio il più prolifico architetto di cause legali per abusi su minori contro la Watchtower, avendone presentate più di 20 negli Stati Uniti). La presentazione di Zalkin è durata più del previsto, ma nessuno se ne è accorto mentre smontava lucidamente le difese che Monica Applewhite aveva presentato nella sua testimonianza davanti alla Commissione reale Australiana nel 2015.
Per esempio la Applewhite aveva suggerito che la Watchtower, come molte organizzazioni, fosse stata colta di sorpresa dalla relativamente recente consapevolezza del pubblico di abusi sessuali su minori all’interno di istituzioni. Zalkin ha sviscerato quest’argomentazione mostrando una serie di scansioni di pubblicazioni della Watchtower che risalivano fino al 1981 (tempi preistorici nel contesto della presa di coscienza sulla pedofilia) dimostrando che I testimoni di Geova capivano sia l’entità sia la gravità degli abusi sessuali di minori molto prima di quanto abbia fatto la maggior parte delle altre istituzioni. La Watchtower non aveva quindi nessuna scusa, ha brillantemente concluso, per la sua inerzia di vari decenni.
Dopo la sua presentazione, a Zalkin sono state fatte domande sul caso Jose Lopez, nel quale la Watchtower si era presa una sberla di 13 milioni e mezzo di dollari dal tribunale, solo per vederlo parzialmente annullare dalla corte d’appello. Zalkin ha spiegato che i giudici d’appello tendono a mostrarsi più indulgenti e deferenti nei confronti delle istituzioni religiose, motivo per cui era stato ribaltata quella parte della sentenza che puniva la Watchtower per non aver fatto testimoniare il membro più alto in grado del Corpo Direttivo, Gerrit Lösch. In appello era stato stabilito che Zalkin non era stato abbastanza persuasivo nell’argomentare la richiesta di convocare Lösch perché spiegasse le politiche della Watchtower. Zalkin ha detto, al convegno di Reveal, che avendo imparato da questa esperienza si sarebbe premurato, nelle prossime cause, di citare come imputato il Corpo Diettivo sia individualmente che collettivamente, nel senso che sarebbero stati chiamati a rispondere delle loro politiche nocive.
La prospettiva del Corpo Direttivo presto citato in giudizio ha prodotto un’udibile reazione nella sala, specialmente fra coloro che come me erano ex-testimoni. (Mi sentivo così euforico, a questo punto, che quasi saltavo dalla sedia!)
Durante la pausa pranzo ho detto a Zalkin che questa rivelazione – che il Corpo Direttivo sarebbe stato chiamto direttamente in causa – era stata la rivelazione della mattinata. Zalkin ha riaffermato che il Corpo Direttivo sarebbe stato sicuramente querelato, ma che ci sarebbe voluta una considerevole preparazione da parte del suo collegio legale per prevenire tutte le possibile obiezioni. Ricordo di aver pensato che non vorrei essere nei panni del Corpo Direttivo quando comineranno ad arrivare le citazioni dei tribunali. Zalkin è presumibilmente diventato la più grossa spina nel fianco dell’organizzazione negli ultimi anni (un’osservazione fatta anche da Trey Bundy durante il convegno) proprio a causa della sua persistenza e della sua esperienza.

La parte più emozionante del convegno è stata forse la testimonianza personale di tre superstiti di abusi nell’infanzia: Debbie McDaniel, Candace Conti e Nick French.

Debbie McDaniel, autrice di Out With Consequences, ha raccontato degli abusi per mano di Ronald Lawrence, che è sfuggito alla giustizia grazie al fatto che i sui crimini sono stati coperti dagli anziani (compreso suo padre) per un tempo abbastanza lungo da far scadere i termini di prescrizione. Durante l’udienza in cui sono stati frustrati i tentativi del Procuratore Distrettuale di far processare Lawrence, i genitori di Debbie sedevano accanto al suo molestatore per dimostrargli solidarietà, evidenziando in modo perfetto come possano essere superati gli istinti umani e genitoriali quando c’è di mezzo l’indottrinamento.

Candace Conti a raccontato la sua lunga battaglia per portare la Watchtower davanti alla giustizia in seguito agli abusi per mano di Jonathan Kendrick – un uomo a cui era stato permesso di coltivare un’amicizia con lei quando era bambina, nonostante gli anziani sapessero dei suoi precedenti di molestatore di minori. La vittoria di Candace conto la Watchtower nel 2012 è stata la prima salva di fuoco in un’ondata di casi negli anni seguenti, quando altri superstiti hanno trovato il coraggio di farsi avanti.

Nick French ha rivelato la straziante storia dei suoi cinque anni di abusi da parte del suo patrigno TdG nei primi anni della sua adolescenza. In seguito Nick ha visto il suo violentatore finire in carcere, ma il modo in cui gli anziani hanno minimizzato e coperto il suo calvario gli ha lasciato cicatrici indelebili.
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Cogitabonda
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Posto il seguito del reportage di John Cedars, un'altra parte seguirà domani

Messaggio da Cogitabonda »

Subito dopo c’è stata una presentazione di Richard Fewkes, coordinatore nazionale della Operazione Idrante – l’indagine della polizia britannica su accuse di abusi sessuali “non recenti” su minori. E’ toccato a Fewkes dare la sconvolgente notizia, resa ancora più scioccante dalla testimonianza dei superstiti che lo avevano preceduto, che l’inchiesta indipendente sulla pedofilia (IICSA) – versione britannica della Commissione Reale australiana – al momento non ha in programma di tenere una pubblica udienza per I testimoni di Geova, nonostante abbia in programma udienze con altre istituzioni religiose come la Chiesa Cattolica e la Chiesa Anglicana. Fra le domande e risposte che hanno fatto seguito alla presentazione di Fekes gli ho chiesto se c’è la possibilità che questa decisione sia riesaminata. Ho voluto anche sapere cosa trattenga l’Operazione Idrante dal sequestrare i documenti sui molestatori di bambini nella sede britannica della Watchtower. Fewkes ha spiegato che la decisione di non tenere un’udienza pubblica per i testimoni di Geova non è stata presa da lui o da suoi colleghi, perciò non era in grado di fornire alcuna spiegazione o commento. Fewkes ha anche segnalato che per sequestrare la documentazione occorre un mandato della Procura della Corona emesso a seguito di una denuncia penale. In altre parole, senza una denuncia da parte di qualcuno che sia a conoscenza di quel database, le autorità hanno le mani legate.

E’ poi seguita una tavola rotonda, presieduta da Kathleen Hallisey, di avvocati che hanno ottenuto quache successo in azioni legali contro la Watchtower. Ne facevano parte James Counsell QC, Lisa Flynn (socia dello studio Shine, che è venuta fin dall’Australia per il convegno) e Irwin Zalkin. Un momento di rilievo di questa tavola rotonda è stata la rivelazione dell’ottimo oratore James Counsell, che ha riferito alcune circostanze relative al caso “A contro Watchtower” presso l’Alta Corte, in cui era uno degli avvocati della parte accusatrice. Counsell ha raccontato di come testimoni di Geova anziani e servitori di ministero avevano riempito l’aula a tal punto che la vittima e il suo avvocato erano circondati da tutti I lati da rappresentanti della Watchtower, in un’intimidatoria dimosrazione di forza. Quando il giudice era entrato in aula e aveva visto la scena era visibilmente infuriato e aveva ordinato di spostare i posti a sedere per lasciare un po’ di respiro alla vittima. Counsell ha detto che da quel momento in poi il caso era andato “a gonfie vele” perché c’era stata una visibile dimostrazione di quanto poco riguardo ha la Watchtower per il trauma vissuto dalle vittime di abusi sessuali nell’infanzia.

La seduta pomeridiana

La seduta del mattino è terminata coi partecipanti che lasciavano la sala per un ricco buffet attorno al quale risuonavano le conversazioni su quanto era stato visto e udito. Ero curioso di scoprire se la seduta del pomeriggio sarebbe riuscita a conservare quell’impulso di stimolazione delle idee.

Anche se la seduta pomeridiana comprendeva soprattutto presentazioni da parte di giornalisti e cineasti (I produttori di “Spotlght”), le informazioni sono state altrettanto affascinanti e hanno aiutato ad inquadrare la questione nei termini di quali misure pratiche si debbano prendere per aumentare la consapevolezza.

Per prima cosa una tavola rotonda di ex-anziani, ciascuno con esperienza diretta di aver avuto a che fare con un caso di abuso sessuale di minore. Trey Bundy ha fatto domande a John Viney (padre di Karen Morgan), Patrick Haeck e Roger Bentley sulle loro esperienze come rappresentanti della Watchtower. Ciascuno aveva storie sconvolgenti da raccontare, che hanno dipinto un quadro di guide spirituali totalmente prive della preparazione per trattare con casi di molestie su bambini.

E’ seguita poi una presentazione dei produttori di Spotlight, Blye Faust e Nicole Rocklin, che hanno spiegato il processo di ricreare la storia dell’investigazione del Boston Globe sulla diffusione di abusi nell’Arcidiocesi cattolica di Boston nel 2002. Hanno fatto commenti sull’enorme fardello costituito dal volersi assicurare che il film rendesse giustizia alla vicenda, per il bene dei superstiti. E’ stato incoraggiante contemplare l’idea che forse la grave negligenza della Watchtower e la sua incapacità di proteggere i bambini potranno un giorno essere trattate da Hollywood.


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pasqualebucca
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Messaggio da pasqualebucca »

A sentire loro i casi di TDg nel mondo oedofili sono pochi, denunciati subito alla P.S. o ai C.C. e gli anziani responsabili dei casi, disassociati immediatamente.
Fonte siti dei TDg.
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Ultima parte

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La tavola rotonda principale è stata una discussione fra Trey Bundy (ben noto ai lettori di Jwsurvey come giornalista specializzato negli insabbiamenti dei casi di pedofilia fra i TdG) e Mike Rezendes (un giornalista investigativo che in Spotlight è stato impersonato da Mark Ruffalo).

Conoscendo bene Trey Bundy per aver avuto con lui numerose conversazioni via Skype negli ultimi tre anni, e potendo farmi garante della sua sincerità e della sua tenacia, ho trovato molto commovente vederlo fianco a fianco con un uomo che ha similmente dimostrato grande integrità e persistenza nel “portare alla luce gli abusi” più di un decennio prima. A questo proposito, sarei negligente se non spiegassi brevemente quanto siamo fortunati noi del movimento degli ex-testimoni di Geova ad avere un giornalista che si dà da fare per smascherare la negligenza della Watchtower in materia di abusi sui minori, ancor più fortunati ad averne uno del calibro di Trey.

Qualche parola su Reveal

Durante la tavola rotonda Bundy/Rezendes un giornalista di uno dei maggiori quotidiani britannici ha chiesto a Rezendes quanto tempo e risorse erano stati concessi a lui e ai suoi colleghi per portare avanti la loro indagine sulla chiesa cattolica – un’indagine che è durata molti mesi, ad un costo stimato di 1 milione di dollari all’anno. Il giornalista ha commentato che, fondamentalmente, non esistono più squadre di giornalisti investigativi in Gran Bretagna a cui vengano concessi più di “due o tre giorni” al massimo per mettere insieme un servizio giornalistico. Rezendes ha risposto che descriverebbe un tale approccio come giornalismo “spara-nel-mucchio”, aggiungendo che i problemi complessi hanno spesso bisogno di molto tempo per compiere un’adeguata ricerca. Questa è stata un’osservazione forte, perché nel corso del mio attivismo sono stato spesso colpito da quanto poco i giornalisti sembravano capire quello che avviene all’interno dei testimoni di Geova. Sembra che la mancanza di squadre di giornalisti investigativi giochi pesantemente a favore della Watchtower, ed è per questo che sono più grato che mai di avere Trey Bundy a lavorare sul caso, grazie a Reveal. Trey mi aveva detto un paio di giorni prima che se non fosse stato per l’insistenza del suo direttore, Joaquin Alvarado, difficilmente avrebbe potuto dedicare così tanto tempo a osservare e descrivere la Watchtower. (Credo di poterlo scrivere senza problemi, visto che questo è stato detto anche al convegno)

Quelli che come me desiderano vedere la Watchtower chiamata a rispondere per non aver protetto i bambini dovrebbero quindi sentire un grande debito di gratitudine non solo verso Trey, ma anche verso chi gli paga lo stipendio. Si può avere tutta la passione del mondo per smascherare gli abusi – e indubbiamente Trey ne ha a palate – ma con i conti da pagare ci vuole il supporto di un’organizzazione giornalistica dedicata a mettere soldi in servizi giornalistici realmente importanti, e questo è esattamente ciò che Trey ha in Reveal, esattamente come Rezendes e i suoi colleghi hanno avuto il pieno sostegno del Boston Globe.

L’eredità


Uno degli scopi principali dell’evento era di iniziare una conversazione sugli abusi su bambini che finora è stata virtualmente zittita, con la Watchtower che sembrava in grado di passarla liscia quasi per ogni cosa – compreso l’ignorare ordini dei tribunali e svicolare dalle raccomandazioni della Commissione Reale australiana.

Avvocati, superstiti, attivisti e giornalisti sono stati messi insieme in una stanza per tirar fuori il nucleo di una strategia che mira a proteggere i bambini dei testimoni di Geova aumentando la consapevolezza del problema. Era presente anche un rappresentante della Charity Commission di Inghilterra e Galles, anche se puramente nel ruolo di osservatore. (Ho voluto ringraziarlo per aver partecipato, anche se rimango scettico sulla possibilità della Charity Commission di intercedere, anche se volesse, perché il parlamento non le ha dato il potere di revocare lo stato di charity.)

Mentre l’evento si avviava alla fine ci sono stati segnali positivi sul fatto che l’obiettivo di Reveal fosse già, almeno in parte, realizzato. La BBC ha mandato una manciata di persone ad assistere a tutte le sedute, ed una di queste – un produttore - si è alzata in piedi per dire a tutti i presenti quanto le informazioni presentate avessero sconvolto lui e i suoi colleghi. Il produttore ha rivelato che avevano già deciso di parlare dell’evento in una trasmissione di Radio Four, da trasmettere fra qualche giorno, ma erano stati così interdetti dalle presentazioni da spingere con urgenza perché le informazioni vengano presentate in uno speciale di Newsnight (per la televisione nazionale). Se un servizio televisivo si concretizzerà o no si vedrà nelle prossime settimane, ma anche se non fosse è stato rincuorante vedere Radio Four occuparsi, come promesso, di alcune delle storie principali presentate a questo evento.

Ciò che Reveal ha fatto organizzando questo convegno (insieme allo studio legale britannico Bolt Burdon Kemp, dovrei aggiungere) è stato essenzialmente prendere tutte le informazioni e le voci principali che riguardano il modo in cui la Watchtower tratta gli abusi sui bambini e servirlo su un vassoio con tanto di contorni. Quando il problema è spiegato in un modo così approfondito e avvincente, chi sta in una posizione di potere e di autorità non può fare a meno di prenderne nota. Spero che il srvizio della BBC sia solo l’inizio.

Oltre ad aumentare la consapevolezza, il vero trionfo di questa riunione sta nell’aver aperto un’opportunità per stabilire una rete di contatti – nuovi contatti sono stati creati fra attivisti e avvocati, superstiti e giornalisti, che continueranno a produrre risultati per anni a venire. L’epoca in cui la Watchtower nascondeva con impervietà gli abusi sui bambini è già alle nostre spalle. La riscossa non è solo iniziata – si è già spinta ben avanti, affinata e maturata. Le informazioni sono largamente condivise e ci sono delle strategie in corso di perfezionamento. Gli anni a venire non sembrano promettenti per il Corpo Direttivo, se continua ad abdicare al suo dovere verso i bambini. E’ davvero possibile che fra non molto vedremo i membri del Corpo Direttivo rendere conto della loro testardaggine. Anche quando quel giorno verrà, ci sarà ancora molto lavoro da fare. Ma quelli di noi a cui importa proteggere I bambini possono almeno rincuorarsi sapendo che dei non-testimoni, gente “del mondo”, hanno capito e – come questo convegno ha dimostrato con forza – si stanno dando da fare.

(Il servizio di Radio Four si può ascoltare andando al minuto 26 della registrazione linkata sotto l’articolo originale)

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Messaggio da Achille »

Cogitabonda ha scritto:Debbie McDaniel, autrice di Out With Consequences, ha raccontato degli abusi per mano di Ronald Lawrence, che è sfuggito alla giustizia grazie al fatto che i sui crimini sono stati coperti dagli anziani (compreso suo padre) per un tempo abbastanza lungo da far scadere i termini di prescrizione. Durante l’udienza in cui sono stati frustrati i tentativi del Procuratore Distrettuale di far processare Lawrence, i genitori di Debbie sedevano accanto al suo molestatore per dimostrargli solidarietà, evidenziando in modo perfetto come possano essere superati gli istinti umani e genitoriali quando c’è di mezzo l’indottrinamento.[/color]
Questa cosa è davvero allucinante. I genitori che parteggiano per l'abusatore, in quanto ancora TdG, anziché sostenere la figlia disassociata.
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Messaggio da Cogitabonda »

Nell'articolo di John Cedars si parla più volte del giornalista Trey Bundy. Vorrei ricordare agli utenti del forum che era lui l'autore di un interessntissimo video postato un paio d'anni fa da Achille, con sottotitoli in italiano.

[youtube][/youtube]
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